Torino-Le accuse rivolte alla gestione dell’UICI di Torino del CRV di Ivrea? Probabilmente un boomerang per chi le ha lanciate, di Francesco Fratta

Autore: Francesco Fratta

Fin da quando, lo scorso dicembre, l’UICI di Torino si è aggiudicata la gestione del CRV di Ivrea, vincendo la gara di appalto con un’offerta di circa 19.000 euro inferiore a quella della concorrente APRI che lo aveva gestito lo scorso biennio per un importo analogo a quello riproposto in quest’ultima gara, gli attacchi alla nostra sezione torinese ed ai suoi dirigenti da parte dell’APRI e del suo presidente si sono susseguiti sempre più pesanti, non tralasciando neppure il piano strettamente personale. Il principale argomento ricorrente, sottinteso anche nelle ultime accuse lanciate dai 27 firmatari della lettera fatta pervenire una dozzina di giorni fa all’ASL e alle autorità amministrative del Comune di Ivrea e della Provincia, consiste nell’asserire che un costo di gestione così consistentemente più basso non può non comportare una riduzione e un abbassamento qualitativo del servizio.

Tuttavia le cose non stanno affatto così. Prima di formulare la sua offerta, infatti, il consiglio UICI di Torino ha fatto un’attenta valutazione dei costi che avrebbe dovuto sostenere relativi ad ogni singolo servizio già in essere nel CRV,ed ha calcolato che, senza doverne ridurre in alcun modo l’erogazione e corrispondendo un’equa retribuzione a tutte le figure professionali necessarie per il loro espletamento (psicologo, educatori, ecc.), era in grado di assumere la gestione del Centro per un importo pari a 61.770 euro all’anno.

Venendo ora alle accuse contenute nella lettera dei 27 “pazienti”, di cui riferisce La Stampa del 21 luglio scorso, dalla documentazione dei 7 mesi del CRV a gestione UICI risulta innanzi tutto che soltanto un terzo di essi si è valsa in qualche modo dei servizi erogati dal Centro, dunque non si vede come i rimanenti due terzi facciano a dichiarare (per altro senza riferimenti precisi e circostanziati)  l’incompetenza e l’insensibilità del personale impiegato dall’UICI nel CRV, né come possano parlare di servizi carenti o addirittura sospesi.

Ma val la pena di leggere per intero la lettera che il presidente UICI di Torino ha inviato alle stesse autorità locali ed ai giornali in risposta a quella dei 27.

 

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Spett. Direttore Generale Asl Torino 4, dott. Lorenzo Ardissone,

 

Spett. Sindaco di Ivrea, dott. Carlo Della Pepa,

 

Spett. Assessore Regionale alla Sanità, dott. Antonio Saitta,

 

L’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino è costretta nuovamente a tornare sulla questione del CRV (Centro di Riabilitazione Visiva) di Ivrea, struttura che la nostra associazione gestisce da sette mesi, su mandato dell’Asl Torino 4. Recentemente su alcuni siti internet e organi di stampa sono comparse pesanti accuse rivolte al personale in servizio presso il CRV, tacciato di essere insensibile, arrogante e impreparato. Questo si legge in una lettera inviata all’ASL TO4 da 27 pazienti del centro, che hanno lamentato il peggioramento della qualità del servizio, nonché, appunto,  l’incompetenza del personale impiegato. Se ciò fosse vero, la situazione sarebbe gravissima, ma per fortuna di tutti gli utenti non è affatto così. Prima di tutto qualche dato oggettivo: nei primi sette mesi della nostra gestione, tutte le attività presenti con la precedente gestione sono state mantenute e dove possibile rafforzate; inoltre sono stati introdotti nuovi servizi.

Venerdì 17 luglio una delegazione dell’UICI Torino, guidata dal presidente Franco Lepore e dal consigliere delegato Giuseppe Salatino, è stata ricevuta dal nuovo Direttore Generale dell’ASL TO 4, il dott. Lorenzo Ardissone, il quale ha preso atto con piacere della crescita del Centro e ci ha tenuto a precisare che fino a quel momento non era pervenuta alcuna lamentela in ordine al lavoro svolto dall’UICI Torino. Ma torniamo alla lettera di protesta. L’UICI Torino, dopo aver letto i nomi dei firmatari, si è premurata di controllare le presenze al centro di tali persone (basandosi sui fogli firma che i pazienti devono sottoscrivere quando prendono parte ai corsi) e ha scoperto con grande stupore che la stragrande maggioranza di esse in realtà non ha mai frequentato il CRV o tutt’al più l’ha frequentato in passato ma manca da diverse settimane. Ora, come possono queste persone esprimere giudizi su un servizio che non hanno mai sperimentato?

I 27 presunti pazienti si lamentano anche di inconvenienti circa le prescrizioni degli ausili protesici e della sospensione degli interventi domiciliari di riabilitazione. Su questi punti preferiamo richiamare testualmente quanto riferito dall’ASL TO 4 ai giornali nei giorni scorsi: “fin d’ora possiamo dire che non vi sono stati inconvenienti nella prescrizione degli ausili protesici, anche perché tali prescrizioni si effettuano nel rispetto della normativa nazionale (Decreto Ministeriale 332/1999) e regionale in merito.  Gli interventi domiciliari di riabilitazione alla mobilità effettuati dal Centro non sono stati sospesi”. A questo punto una domanda nasce spontanea: se attualmente le prescrizioni degli ausili vengono effettuate nel pieno rispetto della legge, come venivano gestite prima dell’arrivo dell’UICI Torino?

L’UICI Torino non intende più tollerare accuse false, ma questa volta vuole andare fino in fondo. Nei prossimi giorni chiederemo all’ASL di effettuare accurate verifiche e, qualora dovessero emergere scorrettezze da parte dei soggetti coinvolti nelle prescrizioni passate, non esiteremo ad informare la magistratura, anche perchè in ballo c’era l’impiego di soldi pubblici. Inoltre l’UICI Torino, viste le gravissime accuse mosse al personale impiegato al CRV diffuse a mezzo stampa, valuterà l’opportunità di tutelare la reputazione e l’immagine dei propri dipendenti in sede penale. Un’ultima considerazione: questi attacchi gratuiti e non supportati da alcun riscontro si susseguono ormai da diversi mesi, ma puntualmente cadono nel vuoto perché sterili e insensati. Tuttavia costringono l’UICI Torino a prendere sempre posizione per tutelare l’operato dei propri collaboratori e l’interesse dei disabili visivi, sottraendo così tempo e risorse preziose al lavoro nel centro.

 

Torino, 23 luglio 2015

 

Avv. Franco Lepore

Presidente UICI Torino

 

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Sembra insomma di capire che i reiterati tentativi – compreso quest’ultimo –  da parte dell’APRI e dei suoi sostenitori di infangare il buon nome dell’UICI, dei suoi dirigenti ed ora perfino del suo personale, siano dettati più che da motivazioni oggettive, da un sordo risentimento per aver perduto quella sorta di  primato in termini di rappresentanza e di gestione dei servizi in una zona in cui la sua presenza associativa era storicamente più radicata che altrove.

Ma se, come non abbiamo motivo di dubitare, gli accertamenti dell’ASL sui presunti disservizi  e carenze saranno rigorosi e approfonditi, potrebbero anche emergere elementi critici riguardanti più la precedente gestione che quella attuale. In ogni caso, è giusto che qualora si rilevassero disfunzioni e anomalie nella conduzione del servizio esse vengano sollecitamente corrette. Non abbiamo la presunzione di dover essere ritenuti a priori impeccabili. Ma abbiamo la pretesa – questa sì! – che allorquando ci viene fatto un rilievo critico sul nostro operato esso sia veritiero e circostanziato, e non mosso da malanimo preconcetto e privo di riscontri concreti.