Autore: Francesco Censon
XVI Giornata Nazionale del Braille – 17 febbraio 2023 – Convegno
La Giornata Nazionale del Braille è una ricorrenza, un rito. Quindi una cosa retorica e un po’ inutile?
Solo chi non riflette può pensare che un rito sia inutile e senza significato. I riti servono alle collettività per dare importanza a ciò che le rende comunità.
E i riti, le giornate nazionali, servono anche a pensare, a riflettere su ciò che si celebra, in questo caso il Braille, perché il Braille non è una cosa scontata.
Non era scontata l’incredibile efficacia con cui già da duecento anni ha cancellato l’esclusione dei ciechi e degli ipovedenti dalla cultura.
Oggi, che tutto questo lo sappiamo e lo mettiamo in pratica, questa Giornata serve solo a dirci quanto siamo bravi?
Purtroppo non è così. In questa ricorrenza salta subito “alle dita” che sulla inclusività non bisogna mai riposare, perché la realtà cela sempre delle trappole, ben nascoste.
Nella realtà contemporanea il Braille ha due antagonisti formidabili: la sintesi vocale e la grande diffusione degli audiolibri, che permettono la fruizione di testi scritti senza apprendimento preventivo, se non della lingua parlata.
Così genitori con un figlio cieco o, ancor più facilmente con un figlio ipovedente, potrebbero pensare: perché sottoporlo a questo training difficile e che sottolinea la sua disabilità quando mio figlio – fortunatamente nato in questa epoca – potrà usufruire di qualsiasi contenuto con l’ascolto?
La lettura di testi scritti e l’ascolto degli stessi testi non sono la stessa cosa.
L’ascolto – lo dicono le ricerche scientifiche, ma può accorgersene chiunque – non è analitico, ma sintetico. Nell’ascolto si è orientati alla comprensione generale del testo e, nella pratica, è più difficile andare avanti e indietro.
Le forme di lettura, e tra loro il tattile Braille, sono ben diverse: sono spaziali, fatte per lo studio e la conoscenza approfondita. Nel leggere, l’approccio alle parole e alla loro comprensione è per qualche verso più letterale, e ci induce alla rilettura. Sono fatte apposta per questo.
Se la sintesi vocale e gli audiolibri possono affiancare, e persino sostituire, il Braille per la fruizione della narrativa o dell’informazione, sarebbero dei dannosi usurpatori per quanto riguarda lo studio e la ricerca.
Il Convegno “Braille: punti per la conoscenza”, che si è svolto il 17 febbraio scorso, al museo Maxxi di Roma, in occasione della XVI Giornata Nazionale del Braille, non ha nulla di retorico perché intendeva proprio sottolineare questa battaglia che il Braille sta ora combattendo.
Per meglio indagare la sua imprescindibilità, gli organizzatori del Convegno hanno voluto percorrere una strada poco battuta e indagare il rapporto tra il Braille e la Mente. Hanno così scelto una impostazione mista presentando interventi che hanno spaziato dagli aspetti specifici dell’apprendimento di tale forma di letto-scrittura agli aspetti teorici e scientifici.
Tra i primi contributi, il ricco quadro della storia del Braille accompagnata da quella del suo geniale ideatore, raccontato da Giampiero Notari,delCentro Produzione e Stampa Braille di Rieti.
La funzione dei libri tattili è stata diffusamente illustrata dalla Dottoressa Francesca Piccardi della Federazione Nazionale Istituzioni Pro Ciechi ONLUS; il Professor Iacopo Balocco,dell’Istituto Augusto Romagnoli, ha illustrato – in modo assolutamente originale – la complessità della formazione di docenti sulle disabilità visive; il Professor Antonio Passaro – psicopedagogista, ex docente Istituto Romagnoli e Dirigente Scolastico – descrive il percorso dalla comunicazione tattile con esperienza protosimbolica del bambino all’apprendimento della letto-scrittura in braille.
L’approfondimento sulle ricerche scientifiche attuali è stato brillantemente condotto da due autorevoli studiosi: prima, dalla Professoressa Annalisa Valle dell’Unità di ricerca sulla Teoria della Mente, Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha tracciato il posto della disabilità visiva nella Teoria della Mente; poi dal Professor Stefano Gensini, docente di Filosofia del Linguaggio dell’Università La Sapienza Di Roma, che ha tracciato una completa ricognizione delle tematiche e delle più recenti ricerche sulla cecità, il linguaggio e il Braille.
Anche il sottoscritto ha contribuito con una introduzione sull’impostazione scelta per il convegno.
Il convegno, organizzato dalla Sezione Territoriale di Roma della UICI e dal Museo Maxxi – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma – ha visto il patrocinio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dell’Irifor Roma e del Consiglio Comunale di Roma.
Ha moderato Giuliano Frittelli, Presidente Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Sezione Territoriale di Roma; sono intervenuti Sofia Bilotta, Responsabile Public Engagement, Fondazione MAXXI, Alessandro Giuli, Presidente Fondazione MAXXI, e Erica Battaglia, Presidente della Commissione Cultura e Lavoro del consiglio comunale di Roma.
Pubblicato il 03/03/2023.