Torino – Iniziative per la Giornata Mondiale della Vista

Visite gratuite in piazza Castello e un convegno sulle malattie oftalmiche degli adulti

Anche quest’anno l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino, mantenendo fede ad un impegno che dura ormai da tempo, aderisce alla Giornata Mondiale della Vista, un’iniziativa promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB). Per l’occasione l’UICI Torino ha in programma due appuntamenti dedicati alla prevenzione e rivolti a tutti i cittadini
Giovedì 8 ottobre (proprio mentre nei cinque continenti si celebra la Giornata Mondiale della Vista) in piazza Castello, dalle 10 alle 18.30, uno staff di oculisti effettuerà visite gratuite. In particolare verrà misurata la pressione oculare, un parametro fondamentale per la diagnosi di alcune gravi malattie degli occhi come il glaucoma. Questa patologia, che nel mondo colpisce 55 milioni di persone, viene definita “il ladro silenzioso della vista”, perché spesso nella fase iniziale non dà alcun sintomo: solo diagnosticandola in tempo è possibile affrontarla e curarla. Ecco allora l’importanza della prevenzione in strada, a diretto contatto con la gente. L’iniziativa dei controlli gratuiti riscuote sempre notevole successo: nell’edizione autunnale del 2014 sono state visitate più di 200 persone. Al gazebo allestito in piazza Castello sarà inoltre possibile incontrare lo staff UICI Torino, chiedere informazioni, ricevere opuscoli e altro materiale relativo alle malattie degli occhi e alla disabilità visiva.
Venerdì 9 ottobre, presso il Centro Incontri Regione Piemonte (c.so Stati Uniti 23) dalle 16 alle 18 si svolgerà il convegno “Patologie oftalmiche in età adulta: prevenzione, diagnosi, terapia”. L’edizione 2015 della Giornata Mondiale della Vista, infatti, è dedicata in particolare agli adulti e alle patologie che maggiormente li interessano. Il relatore sarà il prof. Savino D’Amelio, direttore del Dipartimento Malattie Oculistiche dell’Ospedale Oftalmico di Torino.
Le iniziative sono realizzate col patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Comune di Torino.

Locandina Giornata Mondiale della Vista

Convegno Nazionale “Leggere: come si può’?”. Roma 1° ottobre 2015. Biblioteca dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario. Via Milano, 76. Ore 9.30

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, in collaborazione con il Centro Nazionale del Libro Parlato, la Biblioteca Italiana per Ciechi “Regina Margherita” di Monza e la Fondazione LIA, Libri Italiani Accessibili, con il patrocinio della Regione Lazio e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, organizza un  convegno dal titolo:
LEGGERE: COME SI PUO’?
L’evento si terrà a Roma giovedì 1° ottobre ore 9.30 presso la Biblioteca dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario – Via Milano, 76.
RadioRadio sarà media-partner dell’incontro.
Parteciperanno scrittori, giornalisti, personalità del mondo dello sport, dello spettacolo e della cultura tra i quali ci piace qui segnalare  il Prof. Mario Tozzi, autore del libro “Tecnobarocco” e la scrittrice Sara Rattaro, vincitrice del Premio Bancarella 2015.
Nel corso dell’incontro consegneremo un riconoscimento simbolico a tre volontari donatori di voce che operano da tantissimi anni a favore del nostro Centro Nazionale del Libro Parlato e ad alcuni nostri fantastici speakers, collaboratori di lunga data.
E’ inoltre previsto un percorso guidato che ci consentirà di conoscere preziosi reperti custoditi all’interno del Museo della Storia e della Conservazione del Libro.
I cani guida sono bene accetti.
Vi invitiamo a partecipare numerosi.
Di seguito, il programma completo dell’evento.
9.30 Apertura dei lavori
Luisa Bartolucci
Direzione Nazionale Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS
Ilario Di Giovambattista
Direttore Editoriale RadioRadio

9.35 Saluto di Marina Bicchieri
Direttore del Laboratorio di Chimica dell’Istituto Centrale per il Restauro
e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario

9.45 Saluto di Mario Barbuto
Presidente Nazionale Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

9.50 Saluto di Pietro Piscitelli
Presidente Biblioteca Italiana per Ciechi “Regina Margherita”

9.55 Saluto di Cristina Mussinelli
Segretario Generale Fondazione LIA

10.00 Mario Tozzi
Scrittore, geologo e Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche
Presentazione del volume “Tecnobarocco”

10.30 Salvatore Romano
Direzione Nazionale Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS
Modalita’ e criticita’ nell’accesso alla lettura di ciechi e ipovedenti

10.55 Giacomo Elmi
Capo Servizio Centro Nazionale del Libro Parlato
Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS
Centro Nazionale del Libro Parlato: la pagina si fa voce

11.10 Susanna Marcellini Giornalista e scrittrice
Roberto Pruzzo Opinionista
Sandro Tovalieri Allenatore
Presentazione del volume: “Bomber”. La storia di un numero nove normale (o quasi)

11.35 Coffee break

11.45 Maria Rita Zaldini
C.d.A. Biblioteca Italiana per Ciechi “Regina Margherita”
La Biblioteca per Ciechi “Regina Margherita”: una istituzione al servizio dell’istruzione e della cultura

12.05 Roberto Renga Giornalista e scrittore
Chiara Bottini Scrittrice
Stefano Molinari Attore
Presentazione del volume: “La partita del diavolo”

12.30 Cristina Mussinelli
Segretario Generale Fondazione LIA
Fondazione Lia: lettura accessibile e digitale

12.50 Sara Rattaro Scrittrice
Presentazione del volume: “Niente e’ come te” (Premio Bancarella 2015)

13.20 Premiazione volontari e speaker del Centro Nazionale del Libro Parlato dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

13.35 Presentazione percorso guidato al materiale della collezione dell’ICRCPAL a cura del Laboratorio di Restauro, Direttore Lucilla Nuccetelli

Conclusioni

Al termine: percorso guidato

Per informazioni e prenotazioni:
E-mail ustampa@uiciechi.it
Tel. 06-6998-8350 – 06-6998-8376 – 06-6998-8339 – 06-6998-8417.
L’evento verrà trasmesso in streaming audio dalla nostra Slashradio.
Per ascoltarci, andare al seguente link:
http://www.uiciechi.it/ascoltaslashradio.asp
oppure raggiungerci dalla pagina web
http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp
e seguire il link “ascolta la trasmissione”

Centro di Documentazione Giuridica – I decreti attuativi del Jobs Act e le novità per il collocamento mirato, di Paolo Colombo

Autore: Paolo Colombo

Luci ed ombre

Il decreto legislativo attuativo del Jobs Act (legge n. 218 del 10 dicembre 2014) del 4 settembre u.s.  ha rivisto la procedura del collocamento mirato apportando sensibili modifiche al sistema per l’ingresso al lavoro delle persone con disabilità.

Le aziende potranno assumere tramite chiamata nominativa e godranno degli  aumenti degli incentivi se assumono persone con disabilità.

Il decreto del 4 settembre 2015 dal titolo  “Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità” ha previsto, infatti  la razionalizzazione e la semplificazione dell’inserimento mirato delle persone con disabilità, al fine di superare i problemi di funzionamento che la disciplina vigente evidenziava.

Esso inoltre ha introdotto la possibilità per i datori di lavoro privati di assumere i lavoratori con disabilità attraverso la richiesta nominativa, anche se non possono effettuare l’assunzione diretta, in quanto comunque potranno essere assunti solo i disabili inseriti in apposite liste.

Interessante è anche la norma che ha introdotto la possibilità di computare nella quota di riserva i lavoratori disabili che abbiano una riduzione della capacità lavorativa di una certa entità sebbene  non siano stati assunti tramite le procedure del collocamento mirato.

Saranno quindi  conteggiati nella quota di riserva obbligatoria i lavoratori con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 60%, se fisica, o al 45%, se psichica, anche se non sono stati assunti tramite il collocamento obbligatorio.

Vantaggiosa per i datori di lavoro è pure  la modifica alla procedura per la concessione dell’incentivo per le assunzioni dei disabili, con la previsione di una corresponsione diretta e immediata dell’incentivo al datore di lavoro da parte dell’INPS mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili.

Inoltre, sono stati rafforzati gli incentivi per l’assunzione dei disabili intellettivi e psichici, prevedendo una durata  degli stessi più lunga (fino a 5 anni).

Per scoraggiare le aziende che non rispettano l’obbligo di assunzioni riservate, rimane il regime delle sanzioni pecuniarie (multa di € 62,77 al giorno per le aziende non in regola)

In un precedente articolo a commento dei dati diffusi nell’ultima relazione del Parlamento sulla legge 68 si segnalò di come il numero degli iscritti agli elenchi unici provinciali del collocamento obbligatorio nel 2013, fosse sensibilmente aumentato sebbene gli avviamenti al lavoro delle persone con disabilità pari a  18.295 unità, avesse segnato un nuovo minimo storico rispetto al precedente dato del 2009 che aveva segnalato un numero di avviamenti pari a 20.830.

Si spera che le nuove regole volte ad incentivare la chiamata nominativa rispetto alla chiamata numerica, che tuttavia resta, possa agevolare, facilitandolo,  l’inserimento lavorativo dei disabili.

Fino a questo momento l’assunzione di lavoratori disabili avveniva tramite chiamata nominativa per le aziende da 15 a 35 dipendenti, (quindi con obbligo di assumere una sola persona disabile), e chiamata numerica (l’azienda fa riferimento alle liste di collocamento dei Centri per l’impiego) per le aziende con 36 dipendenti o più.

Nel caso di aziende da 36 a 50 dipendenti, il primo lavoratore disabile obbligatorio poteva essere selezionato con chiamata nominativa, mentre il secondo con chiamata numerica.

A partire dall’entrata in vigore del decreto, tutte le assunzioni potranno essere fatte con chiamata nominativa.

Inoltre il decreto legislativo di semplificazione, attuativo del Jobs Act, prevede che dal 1° gennaio 2017 i datori di lavoro che occupano da 15 a 35 dipendenti sono tenuti in ogni caso ad avere alle loro dipendenze un lavoratore con disabilità.

L’obbligo per le aziende di assumere un lavoratore disabile, scatta ancora solo per le aziende che hanno almeno 15 dipendenti. Ma la novità si sostanzia nel fatto che, mentre prima l’obbligo partiva solo in caso di nuove assunzioni, ora il semplice fatto di avere dai 15 ai 35 dipendenti impone al datore di lavoro di avere alle proprie dipendenze lavoratori disabili, secondo le quote di categorie protette stabilite.

Tale previsione normativa  viene estesa anche ai partiti, ai sindacati e alle associazioni senza scopo di lucro.

Queste in sintesi le novità introdotte dal decreto attuativo del Jobs Act in materia di collocamento mirato.

Il decreto presenta comunque non solo luci ma anche ombre. Malgrado i dati positivi segnalati va detto che rimane, comunque, l’amarezza per la mancanza di unità nel mondo delle persone disabili e per la completa noncuranza da parte del governo nel recepire le osservazioni che il Parlamento e un po’ tutte le associazioni disabili,  chi più chi meno, avevano formulato per migliorare il testo.

Probabilmente il decreto produrrà qualche assunzione in più di lavoratori disabili, ma altamente probabile, malgrado il previsto rafforzamento degli incentivi per i datori di lavoro, sarà la discriminazione dei lavoratori disabili più gravi.

 

Paolo Colombo

Al via i servizi educativi 2015 – 2016 per le scuole

Tatto, corpo, plurisensorialità, materia, forma, emozione sono le parole chiave dei nostri laboratori.
Le attività, rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, sono accessibili a tutti gli alunni, condotte come momenti di integrazione e condivisione.

Visite e laboratori per le scuole di ogni ordine e grado

Nido e infanzia

– Gilla, l’argilla
Una FAVOLA per raccontare il Museo e una per presentare Gilla, la signora ARGILLA. Scopriamo insieme quanti scultori la usano e come puoi usarla anche tu. In laboratorio modelleremo divertenti “quadri”.

Primaria

– Curiosare con le mani e con gli occhi
Occorrente: 2 orecchie, 2 occhi, 2 mani. Sarà una VISITA emozionante ad occhi chiusi, in ascolto, a MANI tese! Sei pronto a fidarti e lasciarti guidare, scoprendo l’ARTE in modo nuovo?
– LIBRI TATTILI
Ti sfidiamo a costruire un LIBRO senza matita, senza penne e senza colori! Pensi di farcela? Al Museo potrai incontrare libri rari e ORIGINALI. In laboratorio ti insegneremo a realizzare un Libro Tattile da vedere e da toccare!
– il Museo delle meraviglie
Un giro al Museo per incontrare SCULTURE MERAVIGLIOSE, bizzarre, assurde, romantiche, strane, brutte, spaventose, fantastiche…poi in laboratorio con le tue mani e un po’ d’ARGILLA costruirai la tua scultura…la tua stranezza, la tua meraviglia.

Secondaria di primo e secondo grado

– Viaggio ad occhi chiusi
Hai mai osservato un oggetto avanti, dietro, da vicino e da lontano con le mani e ad occhi chiusi? Al Museo potrai “SENTIRE” una scultura in tanti modi diversi, usando occhi e mani in tutte le loro potenzialità.
– I segreti dello scultore
Vuoi sapere di che cosa sono fatte le sculture del Museo? Chi le ha fatte? E come le ha fatte? Se sei un tipo curioso vieni a mettere le mani in pasta! Ti faremo incontrare da vicino IL GESSO, un materiale non troppo conosciuto, le sue trasformazioni e i suoi usi in Scultura!

Laboratori di sempre

– Musica: orchestriamo le emozioni
(dall’ultimo anno di scuola dell’infanzia al quinto anno della primaria) Al Museo tanti personaggi ci raccontano le loro storie attraverso la musica. Emozioni risuonano nelle sale: gioia, tristezza, allegria, paura e stanchezza. Muniamoci di strumenti e … musica Maestro!
– Braille: il ragazzo che leggeva con le dita (dal 4° anno della primaria all’ultimo anno della secondaria di secondo grado) C’era una volta Louis, un ragazzo cieco con una straordinaria intelligenza, tale da inventare un codice che tradurrà tutto l’alfabeto e permetterà ai non vedenti di leggere. Curiosi di conoscere la fine della storia? Una visita bendata alla collezione, una tavoletta, un punteruolo vi sveleranno il mistero del Braille.
– LIS – Lingua dei Segni Italiana
(dal 4° anno della primaria all’ultimo anno della secondaria di secondo grado) Un viaggio alla scoperta della sordità e della comunicazione visiva in tutte le sue forme. Si assaggerà la LIS (Lingua dei Segni Italiana) e si esploreranno le diverse potenzialità degli approcci visivi. Regola base è “Ascoltare con gli occhi”. Si arriverà ad animare quasi per magia le statue del Museo Omero, costruendo vere e proprie storie in cui confluiranno tutte le diverse tecniche di comunicazione visiva apprese.

Concorso E-Viva Varlo!
Gli alunni dai 6 ai 13 anni sono invitati a partecipare al Concorso E-Viva Carlo! per raccontare attraverso un video la vita emozionante di Carlo urbani, il medico marchigiano che è riuscito in un’impresa straordinaria.

Servizio di educazione artistica ed estetica per non vedenti Il servizio, gratuito, è rivolto agli alunni che frequentano le scuola, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado, l’obiettivo è assicurare pari opportunità di crescita culturale e di integrazione sociale.

Numerosi anche i laboratori rivolti alle famiglie e alle associazioni disabili!

Il Museo Omero si trova all’interno della Mole Vanvitelliana, magnifica architettura settecentesca circondata dal mare.
L’ingresso al museo è libero. Tutte le attività sono a pagamento e con prenotazione obbligatoria. Costo: euro 3,70 a partecipante. Gratuito: docenti, disabili e loro accompagnatori. Durata media visita: 1 ora. Durata media laboratorio: 1,30 / 2 ore.

Info: Tel. 0712811935 , email didattica@museoomero.it sito www.museoomero.it Museo Tattile Statale Omero Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio 28
60121 Ancona

Il Rinascimento, le arti da imbandire: la prospettiva dei sapori – Domenica 27 Settembre 2015 ore 17.00

Il Rinascimento, le arti da imbandire: la prospettiva dei sapori Conversazione con lo storico dell’alimentazione Tommaso Lucchetti

Ad una settimana dalla chiusura la mostra “Il Rinascimento oltre l’immagine” presenta un evento dove il gusto ci guida tra i capolavori di quell’epoca dove il bello e il buono ritrovano una nuova essenza. Il professor Tommaso Lucchetti, storico dell’alimentazione e dell’arte conviviale, ci racconta un Rinascimento inedito, narrato attraverso le mense apparecchiate come percorsi narrati e figurati, con virtuosismi stilistici e riferimenti simbolici degni dei grandi affreschi e dei complessi scultorei. Un viaggio attraverso i capolavori dell’arte che culmina con l’assaggio conclusivo di prelibatezze caratteristiche di quei secoli.

ore 17.00 visita guidata alla mostra “Il Rinascimento oltre l’immagine”
a seguire conferenza del prof. Tommaso Lucchetti e rinfresco a cura dello chef Andrea Chiappa con prodotti enogastronomici della ditta “Rinascimento a tavola” di Daniela Storoni.

Iniziativa gratuita per i visitatori della mostra.

Ingresso:
intero: 6€
ridotto: 5 € gruppi minimo 10 persone, over 65 anni
ridottissimo: 3 € dai 6 ai1 9 anni, studenti universitari
gratuito: disabili e accompagnatori, dai 0 ai 6 anni

È gradita la prenotazione a info@museoomero.it

Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio 28
60121 Ancona – telefono 071 2811935

Fish – Pensioni: attenzione ai caregiver familiari

In queste ore si fa sempre più diffusa la voce che vedrebbe un intervento normativo per rendere più flessibile l’uscita dal lavoro. Una misura che renderebbe meno stringenti i vincoli della cosiddetta Riforma Fornero favorendo maggiormente la pensione anticipata.
In particolare vi sarebbe l’intenzione di agevolare le lavoratrici donne e coloro che sono disoccupati a pochi anni dalla pensione.
“Un’apertura interessante – di cui si sottolinea da anni e da più parti l’esigenza – che ci auguriamo raggiunga il traguardo profilato.” commenta Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap. “Ma questa dovrebbe essere anche l’occasione per prestare attenzione anche ai caregiver familiari che per anni hanno assicurato l’assistenza ai propri congiunti, colmando lacune evidenti di un sistema dei servizi sociali che raggiunge appena il 20% delle famiglie con persone con disabilità. A queste persone va assicurata una maggiore flessibilità in uscita senza che ciò li sanzioni dal punto di vista economico.”
“Questo intervento – prosegue Falabella – non deve però distrarre dalle profonde necessità di supporto alle famiglie ed ai caregiver familiari che hanno rinunciato ad un lavoro e che in molti casi vengono lasciati soli nella gestione di gravi situazioni spesso anche sanitarie. Per costoro vanno pensati e realizzati interventi specifici, mirati, che restituiscano loro quella libertà di cui spesso sono deprivati e che garantiscano una copertura previdenziale nel suo senso più ampio. Ma significa anche rafforzare le premesse per evitare che l’assistenza rimanga a carico delle persone e delle famiglie.”
L’attenzione di FISH va anche verso i lavoratori con disabilità: “Visto che si sta considerando l’ipotesi di intervenire su questi temi, vale la pena anche di chiarire la cogenza di una normativa che ci risulta formalmente ancora vigente. Il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503/1992 prevede la possibilità per i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, con invalidità non inferiore all’80%, di anticipare l’età pensionabile (pensione di vecchiaia) a 55 anni per le donne e a 60 per gli uomini. Oltre a superare la disparità di trattamento fra dipendenti pubblici e privati, è opportuno che si precisi una volta per tutte che queste disposizioni non sono decadute con la Riforma Fornero.”
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Fish – Nuovo paradigma: gli esiti dell’incontro

Soddisfazione della FISH per il successo dell’incontro “Il nuovo paradigma della Convenzione ONU per l’accesso ai diritti ed il contrasto delle discriminazioni delle persone con disabilità” che si è tenuto a Roma il 16 settembre 2015.
L’obiettivo di FISH era – e rimane – quello di costruire una alleanza il più ampia possibile per realizzare nuove politiche, questa volta inclusive, per le persone con disabilità e rendere esigibili e tangibili i diritti richiamati dalla Convenzione ONU. Ciò richiede un impegno e una condivisione trasversale che coinvolga il più alto numero dei diretti interessati, delle istituzioni, del mondo associativo e sindacale, ma anche quello degli operatori e dei servizi. Non è un caso, quindi, che i relatori all’incontro siano stati individuati per la loro preparazione, esperienza, rappresentatività e che la direzione degli interventi fosse ben orientata sulla concretezza e focalizzata su temi circostanziati.
In tal senso già l’inquadramento di apertura di Vincenzo Falabella, presidente FISH, è stato stringente: il Programma di azione sulla disabilità, approvato già nel 2013, dovrebbe orientare le politiche per applicare il paradigma della Convenzione ONU in Italia. Ma il Programma reca le linee delle azioni e queste devono essere rese operative con atti a diverso livello e ambito di responsabilità istituzionale. È necessario passare dai principi alla pratica, analizzando i fenomeni con occhio critico, elaborando i dati disponibili, avanzando proposte sostenibili.
Non è un caso che all’incontro siano stati presentati e resi disponibili due approfondimenti tecnici (uno sulla “consistenza” del numero delle persone con disabilità, l’altro sulla spesa sociale per la disabilità) e un documento di lavoro per la futura riforma dei percorsi e dei criteri di riconoscimento della disabilità. I documenti sono disponibili nel sito FISH.
Dal primo approfondimento emerge un dato, evidenziato da Vincenzo Falabella e ripreso da molti relatori. Esistono in Italia circa 1 milione 100mila persone con limitazioni funzionali gravi che – pur essendo in possesso dei requisiti sanitari – non sono titolari di indennità di accompagnamento. Tale conclusione si ottiene comparando lo studio dell’ISTAT (Inclusione sociale delle persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi, luglio 2015) con il casellario dell’INPS.
Secondo ISTAT in Italia sono circa 3,1 milioni le persone con limitazioni funzionali gravi, mentre INPS eroga l’indennità di accompagnamento civile “solo” a poco più 1,9 milioni di persone.
Ma la stessa analisi di FISH “smonta” – numeri alla mano – anche le tesi degli “abusi territoriali” secondo cui la maggiore incidenza di indennità di accompagnamento in alcune aree del Paese deriverebbe da disomogeneità valutative.
Dal secondo documento sulla spesa sociale per la disabilità appare in modo netto da un lato un’Italia molto indietro rispetto alla media europea (sia rispetto alla spesa procapite sia all’incidenza sul PIL) e dall’altro una profonda disomogeneità territoriale sia quantitativa che qualitativa.
Forte interesse e prime condivisioni ha raccolto l’ipotesi di riforma dei percorsi per il riconoscimento della disabilità formulata nella sua struttura essenziale da FISH. Anche in questo caso la Federazione tenta di accelerare i tempi avanzando una proposta operativa e sostenibile.
L’analisi dell’attuale sistema di accertamento, verifica, riconoscimento di invalidità civile ed handicap non può che essere inclemente in quanto a tempi, costi, esiti, sovrastrutture e criteri valutativi.
L’intento, quindi, è quello di ridisegnare un percorso che sia sostenibile ed efficace/efficiente nell’interesse dei diritti delle persone con disabilità ma anche della qualità del sistema di protezione sociale attuale e futuro, capace di promuovere e migliorare l’equità e la trasparenza delle valutazioni.
Ci si propone innanzitutto di unificare i momenti e criteri valutativi di base (invalidità, handicap, disabilità, alunno con handicap) ma al contempo di disgiungere la valutazione di base dalla valutazione multidimensionale legata ai progetti individualizzati, strumenti essenziali per la reale inclusione.
Importante è anche responsabilizzare, monitorare le competenze valutative di base. La stessa valutazione di base passerebbe da collegiale a monocratica con una separazione dei percorsi valutativi di base per età (minori, adulti, anziani) affidandone il compito a medici con specifica e dimostrata competenza e formazione.
Grande rilevanza viene attribuita anche alla trasparenza delle informazioni, al controllo della qualità del lavoro di valutazione (sottoposto a indicatori), ai nuovi criteri e ai test da usare.
All’incontro è intervenuto il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, che ha espresso apprezzamento sia per la qualità delle analisi di FISH che per la proposta avanzata che potrà essere la base di un confronto su qualcosa di concreto che tiene conto di sostenibilità e di miglioramento del sistema.
Richiamando il ruolo dell’Osservatorio Nazionale sulla disabilità, ne ha riconosciuto l’importanza non solo come sede di elaborazione, ma anche di supporto alle decisioni politiche. Ancora una volta Poletti ha sottolineato come ritenga essenziale valutare l’impatto delle norme in via di approvazione. Esso può essere diverso da quello che il Legislatore si attende e quindi deve sempre essere previsto un monitoraggio anche a posteriori. Poletti ha anche confermato – raccogliendo i preoccupati richiami di Falabella su varie emergenze – la massima attenzione del suo Dicastero oltre che del Governo riguardo alla disabilità.

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Fish – Scuola e disabili: sostegno ancora in crisi

Un altro allarme per la scuola e per il diritto all’inclusione scolastica delle persone con disabilità.
“L’anno scolastico è iniziato ma già rileviamo ritardi nella nomina delle supplenze per gli insegnanti di sostegno, con ciò che questo comporta in termini di inclusione scolastica delle persone con disabilità.”
Questa la denuncia di Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap. Ma non è tutto.
“Il numero degli insegnanti di sostegno attualmente in servizio presso la scuola pubblica è 115.000 (5.000 circa nelle scuole paritarie) che dovrebbe salire a 117.000. Un numero ritenuto sufficiente a coprire le esigenze di sostegno che riguardano circa 220.000 studenti con disabilità. Tuttavia vi è una questione cronica: circa 35.000 di questi insegnanti non hanno mai svolto alcun percorso di formazione o di specializzazione. La questione non è tanto numerica, ma piuttosto di qualità dell’azione di sostegno che presuppone preparazione e professionalità che non si inventano.”
In tal senso, anche sulla scia delle novità introdotte dalla norma sulla “Buona Scuola”, FISH chiede l’attivazione e la strutturazione consolidata di percorsi di aggiornamento in particolare, come obbligatorio, per tutti i neo-assunti ma anche per i docenti già in servizio privi di specializzazione.
“Un impegno su cui il Ministero dovrebbe diramare indicazioni perentorie: ne va della qualità

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Centro di Documentazione Giuridica – La scala condominiale può restringersi legittima l’installazione di un ascensore per disabile, di Paolo Colombo

Autore: Paolo Colombo

Sentenza n. 16486/2015, la II sez. Civile della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ribadisce il concetto di solidarietà condominiale che impone un contemperamento di interessi, tra cui anche quello dei disabili al superamento delle barriere architettoniche. Pertanto con la sentenza n. 16486/2015, la II sez. Civile della Corte di Cassazione, ha deciso in merito al ricorso presentato dal proprietario e dall’usufruttuario di unità immobiliari site in un condominio.
I ricorrenti avevano contestato il contenuto e la validità di una delibera dell’assemblea condominiale che aveva statuito “la costruzione di un ascensore nel vano scale, mediante taglio e riduzione della larghezza della scala condominiale” per agevolare un condomino disabile.
I ricorrenti, ritenevano che la costruzione dell’ascensore, considerata innovazione di cosa comune, doveva essere decisa con una maggioranza qualificata pari a 666,6 millesimi e dunque non poteva essere approvata con il voto favorevole di tanti condomini rappresentanti 608,33 millesimi e con il loro dissenso come in realtà avvenuto.
I ricorrenti avevano lamentato inoltre che, a seguito dell’intervento di costruzione dell’ascensore, la larghezza minima della scala sarebbe stata pari a 72 centimetri, rendendo di fatto l’opera inservibile non permettendo il passaggio di almeno due persone e mettendo a rischio, in caso di pericolo o evacuazione forzata dell’edificio, il deflusso delle persone e l’accesso dei soccorritori.
La Cassazione, nel respingere il ricorso, ha richiamato il corretto giudizio di merito espresso dalla Corte di Appello, evidenziando come in tema di condominio degli edifici, il concetto di inservibilità della cosa comune “non può consistere nel semplice disagio subito rispetto alla sua normale utilizzazione – coessenziale al concetto di innovazione – ma è costituito dalla concreta inutilizzabilità della res communis secondo la sua naturale fruibilità”.

I giudici richiamano, inoltre, il principio di solidarietà condominiale, che deve trovare applicazione nel giudizio circa la possibilità che l’installazione di un ascensore possa recare pregiudizio all’uso o al godimento delle parti comuni da parte dei singoli condomini: la coesistenza di più unita immobiliari in un unico fabbricato rende necessario un contemperamento degli interessi per consentire una pacifica convivenza, tra i quali deve includersi anche “quello delle persone disabili all’eliminazione delle barriere architettoniche, oggetto, peraltro, di un diritto fondamentale che prescinde dall’effettiva utilizzazione, da parte di costoro, degli edifici interessati”.

Proprio sulla base di questi principi, rileva la Corte, nel caso di specie il provvedimento assembleare del condominio, riguardante l’installazione dell’ascensore, aveva tenuto conto delle esigenze di diversi condomini con disturbi alla deambulazione impossibilitati ad usare le scale, così come verificato da c.t.u. esperita in corso di causa, la quale aveva altre sì dimostrato la possibilità che le scale potessero venire efficacemente utilizzate senza problemi dai soccorritori, sia trasportando una sedia a rotelle che una barella, senza danni per l’infermo.
Pertanto, la Corte ha rigettato il ricorso liquidando le spese.
Corte di Cassazione, sez. II Civile, sentenza 12 maggio – 5 agosto 2015, n. 16486 Presidente Bucciante – Relatore Abete
Svolgimento del processo
S.G. , quale esercente la potestà genitoriale sulla figlia minore, S.E. , nonché P.G. , rispettivamente usufruttuario e proprietario di unità immobiliari ricomprese nel condominio sito in (omissis) , proponevano impugnazione innanzi al tribunale di Chiavari avverso la delibera assunta in data 23.10.1999 dall’assemblea condominiale. Esponevano che con il voto favorevole di tanti condomini rappresentanti 608,33 millesimi e con il loro dissenso l’assemblea aveva deciso “la costruzione di un ascensore nel vano scale, mediante taglio e riduzione della larghezza della scala condominiale” (così sentenza d’appello, pag. 2). Esponevano ulteriormente che “la costruzione dell’ascensore era un’innovazione delle parti comuni che avrebbe potuto essere decisa con la maggioranza qualificata di 666,6 millesimi, prevista dall’art. 1136 5 comma c.c., ed inoltre che la riduzione della scala la rendeva inservibile o comunque ledeva il decoro architettonico” (così sentenza d’appello, pag. 2). Chiedevano pertanto che il tribunale invalidasse la delibera impugnata. Costituitosi, il condominio instava per il rigetto dell’esperita impugnazione. Deduceva che “la normativa sull’eliminazione delle barriere architettoniche permetteva di deliberare l’installazione” (così sentenza d’appello, pag. 2). Disposta ed espletata c.t.u., con sentenza n. 485/2002 il tribunale adito rigettava l’impugnazione e condannava in solido gli attori a rimborsare a controparte le spese di lite e a farsi carico delle spese di c.t.u.. Interponevano appello gli originari attori. Resisteva il condominio. Disposto ed espletato supplemento di c.t.u., con sentenza n. 366 del 16/24.3.2010 la corte d’appello di Genova rigettava il gravame e condannava in solido gli appellanti a rimborsare a controparte le spese del grado e a farsi carico delle spese di c.t.u.. Esplicitava la corte distrettuale che “l’installazione dell’ascensore, rientrando tra le opere dirette ad eliminare le barriere architettoniche di cui all’art. 27 I comma della l. 118/1971 ed all’art. 1 primo comma del d.p.r. 384/1978, costituisce innovazione (…) ai sensi dell’art. 2 legge 13/89” (così sentenza d’appello, pag. 4). Esplicitava altresì che “la delibera impugnata (…) risulta presa con la maggioranza (…) prescritta dall’art. 2 della l. 13/89 di cui ai commi II e III dell’art. 1136 c.c.” (così sentenza d’appello, pag. 4); che “non può quindi configurarsi una violazione dell’art. 1120 c.c., poiché il detto art. 2 della l. 13/89 configura espressa deroga a tale norma, prevedendo le dette maggioranze anziché quella prevista dal quinto comma dell’art. 1136 c.c.” (così sentenza d’appello, pag. 4). Esplicitava ulteriormente che “dall’espletata c.t.u. è risultato che la larghezza della scala che rimane a disposizione per il transito è pari a 0,72 m., e consente il passaggio di una persona, non rendendo inutilizzabili le scale” (così sentenza d’appello, pag. 4); che “neppure è risultato alcun pregiudizio per alterazione del decoro architettonico” (così sentenza d’appello, pag. 5); che “l’art. 1120 II comma c.c. non prevede che debba derivare alcun vantaggio compensativo per taluno dei condomini, cui non giovi immediatamente e direttamente l’innovazione” (così sentenza d’appello, pag. 5); che “la prescrizione di larghezza minima della rampa di scale di m. 1,20 è applicabile nel caso di immobili di nuova costruzione, oppure di ristrutturazione di immobili, e cioè in casi diversi dalla fattispecie in esame” (così sentenza d’appello, pag. 5); che all’esito del supplemento di c.t.u. all’uopo disposto si era verificata l’insussistenza di qualsivoglia ostacolo all’eventuale passaggio di mezzi di soccorso. Avverso tale sentenza hanno proposto ricorso P.G. , S.G. ed S.E. ; ne hanno chiesto sulla scorta di un unico motivo la cassazione con ogni conseguente provvedimento in tema di spese di lite. Il condominio di via (omissis) ha depositato controricorso; ha chiesto dichiararsi inammissibile ovvero rigettarsi l’avverso ricorso con il favore delle spese del grado di legittimità. I ricorrenti hanno depositato memoria ex art. 378 c.p.c.. Il condominio di via (omissis) , del pari ha depositato memoria ex art. 378 c.p.c..
Motivi della decisione
Con l’unico motivo i ricorrenti deducono “violazione dell’art. 1120 II comma c.c. ed omessa, insufficiente e contraddittoria motivazione (art. 360 n 5 c.p.c.) circa un punto decisivo della controversia” (così ricorso, pag. 4). Adducono che “nel caso di specie la larghezza minima della scala sarebbe di 72 cm. (…), com’è pacifico” (così ricorso, pag. 5); che “è altrettanto pacifico (…) che una scala larga cm. 72 permetterebbe il passaggio di una sola persona, senza colli di dimensione anche minima” (così ricorso, pag. 5); che se è ragionevole supporre che “l’uso normale di una scala condominiale implica che sia possibile la discesa e la salita contemporanea di due persone, l’art. 1120 II comma c.c. non potrà che ritenersi violato” (così ricorso, pag. 6). Adducono, al contempo, che “la scala del condominio deve sempre e comunque permettere il contemporaneo deflusso delle persone e l’accesso dei soccorritori” (così ricorso, pag. 8); che “una scala di tal fatta è inservibile all’uso o al godimento perché non permette il normale accesso di condomini o visitatori che vogliano contemporaneamente entrare o uscire dalle abitazioni, ma anche per la sua pericolosità, visto il disagio che ne deriverebbe in caso di evacuazione forzata” (così ricorso, pag. 8). Il ricorso non merita seguito. Si rappresenta che con l’esperita impugnazione i ricorrenti sollecitano, sostanzialmente, questa Corte di legittimità a rivisitare il giudizio “di fatto” espresso nel caso di specie dalla corte di merito. Specificamente il giudizio formulato in relazione al limite – ex art. 1120, 2 co., c.c. – per cui l’innovazione non ha da rendere la parte comune dell’edificio inservibile all’uso ed al godimento anche di un sol condomino, limite che – tra gli altri – circoscrive la possibilità di deroga che l’art. 2 della legge n. 13/1989 prefigura in rapporto alle maggioranze per le innovazioni imposte dal combinato disposto degli artt. 1120, 1 co., e 1136, 5 co., c.c., nel senso cioè che l’innovazione ex art. 2 cit. può essere deliberata con le maggioranze meno gravose di cui ai co. 2 e 3 dell’art. 1136 c.c.. Propriamente il motivo involge gli aspetti del giudizio – interni al discrezionale ambito di valutazione degli elementi di prova e di apprezzamento dei fatti – afferenti al libero convincimento del giudice e non ai possibili vizi del percorso formativo di siffatto convincimento rilevanti nel segno dell’art. 360, 1 co., n. 5), c.p.c.. In tal guisa si risolve in una improponibile richiesta diretta all’ottenimento di una nuova pronuncia sul fatto, estranea alla natura ed alle finalità del giudizio di cassazione (cfr. Cass. 26.3.2010, n. 7394; altresì Cass. sez. lav. 7.6.2005, n. 11789), improponibile nei medesimi termini in cui questa Corte ebbe a reputare la richiesta sottesa alla propria pronuncia n. 12847/2007 che parte ricorrente cita a supporto della sua prospettazione (“la Corte di appello ha espresso un giudizio di merito incensurabile”, si legge testualmente nel corpo della motivazione della statuizione n. 12847/2008 di questa Corte). In ogni caso si rappresenta che l’iter motivazionale che sorregge il dictum della corte distrettuale risulta in toto ineccepibile sul piano della correttezza giuridica ed assolutamente esaustivo e congruo sul piano logico – formale. In particolare si evidenzia che questa Corte di legittimità spiega quanto segue. Da un canto, che, in tema di condominio negli edifici, nell’identificazione del limite all’immutazione della cosa comune, disciplinato dall’art. 1120, 2 co., c.c., il concetto di inservibilità della stessa non può consistere nel semplice disagio subito rispetto alla sua normale utilizzazione – coessenziale al concetto di innovazione – ma è costituito dalla concreta inutilizzabilità della res communis secondo la sua naturale fruibilità (cfr. Cass. 12.7.2011, n. 15308). Dall’altro, che in sede di verifica, ex art. 1120, 2 co., c.c., circa l’attitudine dell’opera di installazione di un ascensore a recar pregiudizio all’uso o godimento delle parti comuni da parte dei singoli condomini, è necessario tenere conto del principio di solidarietà condominiale, secondo il quale la coesistenza di più unità immobiliari in un unico fabbricato implica di per sé il contemperamento, al fine dell’ordinato svolgersi di quella convivenza che è propria dei rapporti condominiali, di vari interessi, tra i quali deve includersi anche quello delle persone disabili all’eliminazione delle barriere architettoniche, oggetto, peraltro, di un diritto fondamentale che prescinde dall’effettiva utilizzazione, da parte di costoro, degli edifici interessati (cfr. Cass. 15.10.2012, n. 18334). In questo quadro devesi rimarcare che la corte genovese ha fatto luogo a talune debite e concludenti puntualizzazioni. Per un verso, ha dato atto che all’esito del supplemento di c.t.u. appositamente disposto si è acclarato che “una sedia a rotelle, con accompagnatore, potrebbe essere introdotta nell’ascensore; che una sedia a rotelle potrebbe anche essere trasportata lungo le scale; che una lettiga – barella potrebbe essere trasportata, senza danno per l’infermo, lungo le scale” (così sentenza d’appello, pagg. 5-6). Per altro verso, ha dato atto che “dalle informazioni assunte dal c.t.u. è risultato che nello stabile vivano: condomini con disturbi alla deambulazione; una signora avanti con gli anni che non può utilizzare il proprio appartamento all’ultimo piano, non potendo fare le scale; un condomino infartuato con protesi tutoria; una signora di anni 90 impossibilitata ad uscire per l’impossibilità di usare le scale” (così sentenza d’appello, pag. 4). Il rigetto del ricorso giustifica la solidale condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese del giudizio di legittimità. La liquidazione segue come da dispositivo.
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso; condanna in solido i ricorrenti a rimborsare al condominio controricorrente la somma di Euro 3.200,00, di cui Euro 200,00 per esborsi, oltre rimborso forfetario delle spese generali, i.v.a. e cassa come per legge.

FISH – Detrazioni fiscali: allerta per le persone con disabilità

“Ci inquieta e non poco l’intento governativo – che trapela da indiscrezioni giornalistiche – di intervenire sulle detrazioni fiscali degli italiani. L’intervento sulla cosiddetta erosione fiscale – ipotizzato ormai da anni – deve salvaguardare le persone con disabilità e le loro famiglie come pure le spese sanitarie e assistenziali che oggi rimangono in carico ai contribuenti. Ricordiamo che il 70 per cento delle famiglie con persone con disabilità o con persone anziane non autosufficienti non fruisce di alcun servizio pubblico e che la disabilità è uno dei primi determinanti dell’impoverimento.”
C’è la massima allerta nelle parole del Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap Vincenzo Falabella sulle indiscrezioni relative alla prossima legge di stabilità. Ridurre le detrazioni e le deduzioni fiscali significherebbe colpire molte delle spese sostenute direttamente per la disabilità: assistenza personale e badanti, spese farmaceutiche, ausili, assistenza sanitaria, veicoli adattati, cani guida, spese farmaceutiche, per tacere dell’esenzione dall’imposizione IRPEF sulle pensioni di invalidità civile.
“Secondo alcune riflessioni molto accademiche, queste detrazioni sarebbero usate impropriamente in quanto, secondo queste logiche, i bisogni di tipo assistenziale dovrebbe essere affrontati dal welfare e non da misure fiscali. Una considerazione che sarebbe corretta se non fosse che l’Italia per la disabilità spende pochissimo, soprattutto in termini di politiche e servizi inclusivi.”
Sarà anche questo uno dei temi al centro dell’incontro promosso da FISH Il nuovo paradigma della Convenzione ONU per l’accesso ai diritti ed il contrasto delle discriminazioni delle persone con disabilità (Informazione, accertamento e accesso a benefici, prestazioni e servizi).
L’incontro si terrà a Roma, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri in Via Santa Maria in Via 37, mercoledì 16 settembre 2015 (dalle 9 alle 18).
Parteciperà il Ministro al Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti ma è stato invitato anche Yoram Gutgeld, consigliere economico del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il programma dell’evento è disponibile nel sito fishonlus.it

14 settembre 2015

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
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