Showdown femminile: i risultati del Torneo di qualificazione

Si sono concluse a Casalnuovo di Napoli (NA) le gare del Torneo Nazionale di Qualificazione femminile di Showdown. Al primo posto si è piazzata Piera Folino (Asd Sportella Alessandria) che ha preceduto Sonia Tranchina (Gsd Nv Milano). In terza posizione Monica De Fazio (Gsd Nv Milano). Il Torneo di qualificazione, indetto dalla Fispic, è stato curato dalla Società Sportiva Dilettantistica Campania 90. Le prime otto classificate nel Torneo di Qualificazione parteciperanno al Campionato Italiano Individuale Assoluto di Showdown anno sportivo 2015/2016.
Showdown Qualificazioni Femminili – Napoli 2016

CLASSIFICA FINALE
1° FOLINO PIERA A.S.D. SPORTELLA (AL)
2° TRANCHINA SONIA GSD NV MILANO
3° DE FAZIO MONICA GSD NV MILANO
4° STABILE MARIA ROSARIA POL. UICI TORINO
5° BALBO IRENE POL. PAT BOLOGNA
6° CAVALLARO CHIARA GSD UICI PISA
7° PASSERO GENOVEFFA A.S.D. SPORTELLA (AL)
8° CANINO STEFANIA GSD NV MILANO
9° FABBRI
10° PUNZO
11° DA POZZO
12° MIGNANI
13° PITRELLI
14° INNAMORATO
15° LAURIA
16° TUMINO
17° ROSSI
18° VARRIALE
19° NOBILE
20° CAROTA
21° MINICHINI
22° BOCCARDELLI
23° ANTICOLI
24° LANGELLA
25° VIVENZIO

Chi sceglie il bastone bianco o il cane guida sceglie di vivere, di Katia Caravello

Autore: Katia Caravello

Per le persone con disabilità il tema dell’autonomia è sempre un punto dolente, qualsiasi sia il tipo di disabilità o l’età della persona.
Per i ciechi e gli ipovedenti, esso si manifesta in particolar modo nella mobilità: il rischio di dipendere sempre dagli altri per i propri spostamenti è molto alto e ciò ha una ricaduta assai negativa sul proprio livello di benessere psicofisico e sulla propria autostima.
E’ per questi motivi che in moltissime sezioni dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti si promuovono (oltre a soggiorni riabilitativi e a corsi di autonomia personale e domestica) corsi di Orientamento e Mobilità, il cui scopo precipuo è proprio quello di insegnare alle persone con nulla o ridotta capacità visiva a muoversi nello spazio, utilizzando i sensi residui, ascoltando il rumore del traffico e… utilizzando il bastone bianco!
Il bastone bianco rappresenta uno dei principali segni distintivi dei ciechi e proprio per questo motivo, nonostante sia, insieme al cane guida, lo strumento principe per acquisire o riacquisire la propria autonomia e libertà di movimento, è drammaticamente difficile avvicinarsi ad esso ed accettare di utilizzarlo, soprattutto per gli ipovedenti che lo evitano sino all’ultimo.
Io ho perso la vista a 20 anni nel giro di un paio di mesi e per molto tempo ho vissuto nell’attesa che la vista ritornasse (perché i medici mi avevano paventato tale possibilità) e così trascorreva un giorno dopo l’altro senza che facessi nulla… in pratica sopravvivevo e non vivevo!
Poi, dopo circa un anno e mezzo, ho capito che la vista un giorno avrebbe potuto anche tornare, ma io nel frattempo non potevo stare ferma in attesa, dovevo reagire, dovevo riprendere in mano la mia vita!
Ho deciso quindi di iscrivermi all’università ed ho conosciuto altri ragazzi che come me non vedevano; insieme a loro, nell’estate del 2001, abbiamo organizzato una vacanza autonomia: 10 giorni in un appartamento in una località marina, insieme a due istruttori di orientamento e mobilità e autonomia personale che ci insegnavano a cucinare, fare le pulizie, fare la spesa ed orientarci in un luogo sconosciuto.
Per me quella vacanza è stata un punto di svolta, in 10 giorni sono cambiata in maniera del tutto inaspettata: quelli sono stati i giorni in cui ho preso in mano per la prima volta in vita mia un bastone bianco!
Io, che fino a quel momento godevo per il fatto di passare inosservata quando camminavo a braccetto con qualcuno (mi muovo con naturalezza e nessuno guardandomi in faccia si accorge che non vedo), presi in mano quel simbolo di cecità: con il bastone bianco in mano tutti si accorgevano che non vedevo… avevo finalmente – con il prezioso aiuto dell’istruttore – rotto il ghiaccio.
Non immediatamente, ma dopo circa un altro annetto ho iniziato a fare un corso di Orientamento e Mobilità… ormai ne ero convinta, non ero più preoccupata che gli altri si accorgessero della mia cecità!
E’ stata una scelta di vita importante e, con il senno di poi, avrei dovuto farla prima e con maggiore convinzione.
A ridosso del mio matrimonio decisi che volevo passare al cane guida per superare alcune difficoltà che, purtroppo, io ho nell’utilizzo del bastone: nel 2006 è quindi arrivata in famiglia Sidney, un bellissimo e coccolosissimo labrador nero e pian piano ho iniziato ad essere ancora più indipendente… una soddisfazione indescrivibile!
Scegliendo di utilizzare il bastone bianco, prima, e di farmi accompagnare da un cane guida, poi, non mi sento di essere scesa a compromessi con la mia disabilità, ma sento di aver scelto di vivere liberamente e con dignità la mia vita di persona cieca!
Sono quindi rimasta sconcertata quando nella puntata del 13 marzo di Domenica live ho sentito dire ad Annalisa Minetti che chi sceglie di muoversi con l’ausilio del bastone bianco o del cane guida scende a compromessi con la propria disabilità. Mi preoccupa che una persona famosa dica una cosa del genere in un programma televisivo così popolare, mi preoccupo per tutte quelle persone che a fatica stanno approcciandosi al bastone bianco, lottando aspramente con le proprie resistenze, che stanno cercando di percorrere quella faticosissima strada che porta all’accettazione della propria disabilità visiva. Penso anche a quei genitori che, sentendo quelle parole, potrebbero avere la tentazione di non far frequentare un corso di Orientamento e Mobilità al proprio figlio, ritenendo più utile e dignitoso per lui accompagnarlo ovunque, impedendogli di fatto di vivere pienamente la propria vita.
Decidere di utilizzare il bastone bianco o di essere accompagnato dal cane guida significa scegliere di vivere e di non farsi imprigionare dal proprio disturbo visivo.
Io rispetto la scelta della Minetti di non utilizzare questi ausili, ma le chiedo di non giudicare coloro che lo fanno e, soprattutto, di non affermare che la disabilità non è un limite: volenti o nolenti dobbiamo accettare che è così, poi, certo, è possibile attraverso tanti strumenti ridurre al minimo il proprio livello di disabilità… ma non si può negare che ci sono dei limiti con i quali fare i conti e che, in qualche caso, non è possibile superare, ma solo accettare. Tra le altre cose, la Minetti ha raccontato di essere stata additata come falsa cieca, quindi sa benissimo cosa si prova ad essere accusati ingiustamente e sono certa che non intende far sperimentare ad altri questa dolorosa esperienza (per altro sono perfettamente d’accordo con lei quando afferma con decisione la necessità di superare gli stereotipi ed i pregiudizi, perché i ciechi e gli ipovedenti sono in grado di fare molte più cose di quanto la gente pensi e che siamo persone… e non soggetti prodotti in serie, che hanno le stesse caratteristiche e che sanno o non sanno fare le medesime cose: ogni cieco ed ogni ipovedente è una persona a sé, che, come chiunque altro, ha talune abilità e capacità e non altre).
Ha destato in me molta preoccupazione anche quanto la Minetti ha detto relativamente alla possibilità di guarigione dalla retinite pigmentosa: lungi da me togliere le speranze a chi soffre di questa patologia (non è il mio caso), ma bisogna stare molto attenti quando si fanno in pubblico certe affermazioni. Davanti alla televisione ci possono essere persone alle quali è stata appena diagnosticata la malattia o che stanno progressivamente perdendo il proprio residuo visivo, ci possono essere genitori con figli che stanno vivendo questo dramma, tutti soggetti estremamente vulnerabili, che, pur di non cadere nel baratro della disperazione, si aggrappano con le unghie e con i denti a qualsiasi flebile speranza: il problema è che ciò gli impedisce di vivere l’oggi, non gli consente di impegnarsi per vivere il proprio presente in maniera soddisfacente, facendoli invece vivere nell’attesa di una cosa che non si sa se e quando accadrà! Senza contare il rischio di iniziare – o di far iniziare al proprio figlio – innumerevoli viaggi della speranza che, ancora una volta, impediscono di proseguire con la propria vita.
Ripeto, non si tratta di togliere tutte le speranze a portatori di questa o di altre malattie, ma solo di impedire loro di vivere un’attesa perenne, facendosi scivolare via la vita dalle mani.
Ogni persona è unica ed ha un proprio modo di affrontare la vita e le sue vicissitudini e, soprattutto, ha il sacrosanto diritto di essere rispettata per questo… anche quando fa scelte che non sono condivise o comprese. Nessuno si merita di essere giudicato perché fa delle scelte piuttosto che altre, perché decide di vivere in un modo piuttosto che un altro: dico queste cose pensando a tutti coloro che si sono sentiti feriti e giudicati dalle parole di Annalisa Minetti, che si sentono in colpa perché non hanno la forza di reagire o perché si sentono accusati di scendere a compromessi con la vita.
Io ho fatto il mio percorso, sono riuscita a fatica ad accettare la mia cecità, ma non tutti ci riescono e, sicuramente, non tutti i telespettatori in condizioni di fragilità sono nelle condizioni in questo preciso momento storico di affrontare i propri traumi… ognuno ha i propri tempi e quando si parla sapendo che milioni di persone stanno ascoltando, sapendo che le proprie parole saranno riprese dai giornali e dai social network ed il video della trasmissione sarà sempre disponibile sul web, tutto questo è da tenere in considerazione!
Io non ho l’abitudine di raccontare in pubblico aspetti così intimi della mia vita, ma dopo aver visto il video di Domenica live mi sono sentita, come cieca e come dirigente nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus (associazione che opera a favore della tutela e dell’emancipazione dei ciechi dal 1920 e che ancor oggi ha per legge la tutela e la rappresentanza di tutti i ciechi e degli ipovedenti italiani), in dovere di intervenire per tentare di arginare gli effetti potenzialmente devastanti delle parole della Minetti e, per quanto so che non sarò ascoltata, prego gli autori ed i conduttori di trasmissioni televisive di prestare maggiore attenzione quando trattano argomenti così delicati, pensando alle persone che ci sono dall’altra parte dello schermo piuttosto che all’audience.

I risultati del week-end

Si è aperto domenica, il XX Campionato Italiano di baseball per ciechi.

A Legnano i Thunder’s Five Milano e i Patrini Malnate si sono divisi la posta (6 a 4 e 3 a 6).
Per quanto riguarda l’atletica leggera, Gaia Rizzi (guida Vanessa Palombini) ha conquistato due titoli italiani ai Campionati Italiani Paralimpici di Ancona nella categoria S11 (non vedenti).
Di seguito i riscontri cronometrici:
– 60 MT 10.38 (nuovo primato personale);
– 200 MT 35.85 (nuovo primato personale).
Sempre nel week-end si è svolto, a Casalnuovo di Napoli, il Torneo Nazionale di Qualificazione femminile di showdown.
Le nostre giocatrici Monica De Fazio (seconda), Sonya Tranchina (terza) e Stefania Canino (ottava) hanno staccato il pass per i Campionati Italiani previsti a fine maggio.
Buone notizie giungono anche dal XVIII Meeting PHB di nuoto paralimpico che si è svolto questa domenica a Bergamo.
Martina Rabbolini Nei 100 rana ha stabilito il nuovo record italiano assoluto cat. SB11 con il tempo di 1.36,90, mentre Nei 100 d’orso cat. S11, con il tempo di 1.26,28, ha stabilito il suo nuovo primato personale.

Oltre il conformismo per riscoprire sé stessi, di Cesare Barca

Autore: Cesare Barca

Vuole essere proprio questo  l’augurio pasquale che la sala telefonica 98 90 50 desidera  offrire a tutti  attraverso il vissuto della sua stessa  denominazione: “parla, un amico ti ascolta.”

Sarà con noi, come consuetudine, Mons. Vittorio Lupi, vescovo di Savona, per offrirci una riflessione che scaturisce dagli insegnamenti di Cristo nella Sua proposta di chiarimento storico, sociale, politico e religioso. Ci condurrà alla riscoperta delle proposte fondamentali per realizzare comunitariamente un progetto di vita aperta all’accoglienza e alla consapevolezza responsabile.

L’incontro è fissato per martedì 22 marzo alle ore 17.30 nella nostra sala telefonica 98 90 50 .

Chi avesse bisogno di conoscere il pin di ingresso o di acquisire ulteriori informazioni può telefonare a me o agli amici Nunziante Esposito e Pino Servidio.

Vi ringrazio per l’attenzione e Vi aspetto numerosi.

 

Cesare Barca

E mail: barcacesare39@libero.it

Tel 368 28 38 21

 

Nunziante Esposito

E mail: nunziante.esposito@alice.it

Tel 349 67 23 351

 

Pino Servidio

E mail: giuseppe.servidio@alice.it

Tel. 335 80 82 002

In archivio anche il terzo stage del corso formativo Cyriax, di Mirella Gavioli

Lo scorso 12, 13 e 14 Febbraio si è tenuto presso il salone della sede del consiglio regionale lombardo in Via Mozart a Milano, il terzo  e conclusivo stage del corso di formazione professionale in medicina ortopedica manuale metodo Cyriax. Tale evento è stato patrocinato dal consiglio regionale UICI della Lombardia, con il contributo di I.RI.FO.R. Il corso, presieduto dal Professor Maurizio Leone, docente di questa metodica riabilitativa e vicepresidente di ETGOM Italia, è stato  ben coadiuvato da Mirella Gavioli, coordinatrice regionale di categoria dei Fisioterapisti e massofisioterapisti della Lombardia che, con il responsabile della segreteria I.RI.FO.R regionale, il dot. Stefano Sartori, si è occupata di tutta la fase organizzativa e della gestione delle varie esigenze in loco. Il docente, ormai esperto nella formazione anche di professionisti con disabilità visiva, si è prodigato nel far conoscere e apprendere i concetti messi a punto dal Dr Cyriax nella prima parte del ‘900 rielaborandoli attentamente per renderli accessibili a 20 professionisti della riabilitazione con differenti disabilità visive provenienti da diverse regioni d’Italia che hanno saputo cogliere in questa proposta, un’opportunità formativa e di crescita non solo professionale ma anche personale.
Tra i corsisti è emersa la soddisfazione e la gratitudine per la disponibilità mostrata dal professor Leone nel trasmettere loro i concetti teorico-pratici con competente pazienza ma soprattutto con una lodevole voglia di mettersi in gioco. Argomenti dei tre seminari, a conclusione dei 4 moduli già realizzati tra il 2014 e il 2015, sono stati l’applicazione dei concetti elaborati dal Dr Cyriax alla colonna cervicale, dorsale, lombare e alla sacro-iliaca, offrendo tecniche, strumenti e competenze spendibili in piena autonomia in vari ambiti del fare professionale. I corsisti hanno potuto così ampliare le loro conoscenze grazie alla pluriennale esperienza di un docente qualificato che ha fornito loro nuovi strumenti da utilizzare nella pratica clinica quotidiana, stimolando il ragionamento e la voglia di essere e di fare, soprattutto per coloro che si avvicinano per la prima volta alla formazione professionale sul campo.
Un’esperienza ottimamente riuscita e di capitale importanza per mantenere i professionisti qualificati e al passo con i tempi, data la fondamentale necessità di ampliare le proprie conoscenze onde risultare sempre più competitivi nel mutevole e in continua evoluzione mondo del lavoro che risulta sempre più selettivo proprio nei confronti dei professionisti con disabilità visiva.
Un grazie particolare quindi va indirizzato ai corsisti che, nonostante la significativa differenza di età e di esperienze, dalle neolaureate  di 23 anni, ai 70 anni dei veterani più esperti ma sempre desiderosi di apprendere e confrontarsi, hanno saputo creare  un piacevole gruppo omogeneo che ha saputo lavorare efficacemente, interscambiandosi in modo ottimale.
La gratitudine va in fine espressa anche a quelle strutture “I.RI.FO.R” che consapevoli dei bisogni della categoria, si mettono a disposizione  a beneficio della specificità e della professionalità degli interessati.
Appuntamento al prossimo corso!

Mirella Gavioli

La sala telefonica virtuale “parla, un amico ti ascolta” 98. 90. 50 della Commissione nazionale anziani spalanca le sue porte, di Cesare Barca

Autore: Cesare Barca

Sono trascorsi 3 anni e sei mesi da quando la nostra sala 98. 90. 50 “parla, un amico ti ascolta” voluta dalla Commissione nazionale anziani ha iniziato la propria offerta di ascolto e la programmazione di incontri tematici su numerosi argomenti di interesse generale e di informazione.
Due anni di accoglienza e di promozione svolta con sollecitudine amichevole da dodici moderatori che hanno consentito e ancora favoriscono l’apertura pomeridiana cinque giorni la settimana e promuovono la diminuzione dell’isolamento e della solitudine.
Da tempo abbiamo avvertito il bisogno di conoscere le esigenze e le proposte di tutti i frequentatori abituali, ma ancor più i desideri e le necessità di tutti coloro che non hanno ancora gradito l’invito di essere presenti, di quanti non hanno ancora inteso far propria l’offerta del nostro servizio, di vivere comunitariamente momenti di confronto e di dialogo.
La sala spalanca perciò le sue porte per accogliere tutti, ma proprio tutti e, in particolare, coloro che non hanno ancora voluto conoscere la gioia dell’incontro e del contatto che, sebbene telefonico, sappiamo quanto possa agevolare l’apertura personale e favorire l’assunzione di informazioni utili.
Vogliamo soffermarci sulle vostre attese, apprendere le vostre esigenze personali, le vostre indicazioni per rendere sempre più utile e adeguato il nostro servizio.
Sì, perché la nostra sala offre un vero e proprio servizio di ascolto e presta la massima attenzione ai suggerimenti e alle urgenze di tutti e di ciascuno.
Non sembrerà vero, ma durante questo periodo di attività è stato possibile organizzare conferenze di carattere culturale e sociale, aprirci all’attività associativa, conoscere le caratteristiche particolari di carattere informatico, soddisfare il desiderio di conoscere le nostre città, abitudini, costumi e folklore delle nostre regioni, assaporare la gioia della comunicazione e dell’interscambio.
La sala favorisce quindi la massima apertura e sviluppa il bisogno di dialogo, di interscambio e di amicizia.
Le possibilità promozionali sono tante e variegate, ma avvertiamo con sempre maggiore urgenza che questa nostra iniziativa venga conosciuta, utilizzata e integrata dalla partecipazione di tutti.
I giorni scorrono velocemente e ogni occasione perduta difficilmente si potrà ritrovare.
Diviene perciò sempre più necessario che questa iniziativa venga conosciuta, diffusa e valorizzata perché davvero possa raggiungere la sua finalità sostanziale: sconfiggere l’isolamento o comunque la solitudine e favorire lo sgorgare fluente di quell’acqua rigenerante che l’amicizia e i contatti interpersonali sanno offrire per placare la nostra sete esistenziale.
So perfettamente di non dire cose particolarmente nuove, anzi, sono pensieri e situazioni purtroppo antiche, ma so altrettanto che, nel momento di rinnovamento e spesso di disorientamento socio-culturale che stiamo attraversando dobbiamo tentare di rivitalizzare il concetto irrinunciabile di “comunità” e di contatto , di confronto e di effettiva conoscenza.
Chiediamo perciò alle nostre rappresentanze territoriali e a tutti coloro che credono nell’utilità di promuovere davvero il dialogo, l’amicizia e il confronto di venire a conoscere questa nostra attività, di vivere con i nostri moderatori e con molti di noi momenti di incontro e di amicizia. Portateci le vostre esperienze e le vostre situazioni di vita, parlateci di voi e troverete un dialogo aperto e rigenerante.

Per conoscere le modalità di accesso potete scrivermi o telefonarmi: sono a vostra disposizione e sarò lieto di fornire ogni eventuale
informazione. Aiutateci a rendere sempre più efficace il nostro impegno.
Cesare Barca
Email: barcacesare39@libero.it

Risultati della seconda prova di Qualificazione ai Campionati italiani di scherma per non vedenti

Domenica 13 marzo 2016 si è svolta, a Roma, la seconda prova di Qualificazione ai Campionati italiani di scherma per non vedenti (specialità spada).
I nostri soci, che conquistano l’accesso alla fase finale prevista a giugno sempre a Roma, hanno conseguito i seguenti risultati:
– Ilaria Granata, seconda;
– Giuseppe Rizzi, secondo;
– Ilaria Vermi, ottava;
– Pietro Palumbo, nono.

Napoli – Principesse per un giorno – Visita guidata a Villa Pignatelli

Nell’ambito delle celebrazioni per la Festa della Donna , sabato 5 marzo, su proposta della Commissione per le pari opportunità, abbiamo organizzato una visita al museo Pignatelli in Napoli. Nel bel giardino all’inglese che circonda la villa, siamo stati accolti dalla vice-direttrice dott.ssa Rosanna Naclerio, che ci ha dato il benvenuto e ci ha affidato alla dott.ssa Tiziana Beato, specializzata nella guida di visite tattili. Era una bella giornata anche se un po’ ventosa e ascoltare la storia della villa godendo del sole era molto piacevole. Abbiamo toccato i fiori delle camelie per cui il giardino della villa è famoso. Poi siamo entrati nell’edificio dopo aver salito le scale di marmo sorvegliate da due belle statue di cani. E’ stato come fare un salto nel passato. La dott.ssa Beato ci ha fatto sentire come ospiti dell’ultima principessa di casa Pignatelli, come se fossimo appena scesi dalle carrozze e quindi introdotti nella teoria di saloni riccamente arredati e decorati. Un tripudio squisitamente settecentesco di oro, sete, specchi e ancora oro! Consolles di legno finemente scolpite, camini in marmo guarniti da orologi in bronzo dorato, sontuosi candelabri a molteplici fiamme, divani e poltrone tappezzati con preziose sete di San Leucio. Siamo entrati nella bella sala da pranzo con l’enorme tavola imbandita con delicate stoviglie francesi e magnifici bicchieri di cristallo recanti lo stemma di casa Pignatelli: tre pignatte; ebbene sì , tre comuni pentole di coccio!
E ancora la biblioteca dove, durante i ricevimenti, si rifugiavano gli uomini a parlare di cose da maschi, a bere cognac , a giocare a biliardo e a fumare. L’odore sarebbe stato assorbito dagli splendidi pannelli di cuoio lavorato a sbalzo. Nel contempo, le donne si sarebbero trattenute nell’attiguo salottino a bere rosolio e a ciacolare.
Siamo poi saliti al piano superiore dove erano gli appartamenti privati della famiglia. Qui di recente hanno arredato alcune sale con i mobili originali ottocenteschi. Infatti abbiamo potuto ammirare il salottino privato del principe dove troneggia un raro esempio di cassaforte in noce e ancora librerie che ospitano preziosi volumi antichi. La sorpresa è stata la sala da bagno: di incredibile modernità il gusto del mobile con doppio lavabo , ma la meraviglia è stata toccare la vasca del principe ricavata da un unico enorme blocco di marmo completa da delfini da cui usciva il getto d’acqua.
Ma la visita non è finita con gli appartamenti come avrebbe dovuto, la nostra guida infatti, ci ha voluto regalare anche un assaggio del ricco museo delle carrozze che è parte della Villa Pignatelli. Ci ha mostrato dunque, un elegante coupè usato per recarsi a teatro, gli interni sono addirittura tappezzati in seta! Ancora non è stato realizzato un percorso tattile di questo museo, ma appena sarà pronto ci inviteranno a testarlo e noi non vediamo l’ora.
Abbiamo degnamente concluso la visita con una bella pizza a via Partenope dove il nostro presidente ha voluto omaggiare le signore con un apprezzatissimo ramo di mimosa.
Per chi vuole saperne di più su questo luogo ecco il link istituzionale:

Museo Pignatelli – Polo museale della Campania

Roberta Cotronei (Commissione Pari Opportunità)

Il dialetto dei padri: le nostre radici, di Mena Mascia

Autore: Mena Mascia

La commissione per le pari opportunità che il consiglio provinciale di Campobasso mi ha incaricato di coordinare, ieri, otto marzo, ha celebrato la giornata internazionale della donna, chiamando a raccolta i soci per assistere ad un recital di poesie e canzoni dialettali che attori non professionisti ci hanno regalato.
Oltre ogni aspettativa, la partecipazione è stata divertente e coinvolgente al punto che tutti si sono sentiti parte attiva di un fuori programma fissato, che, benché precedentemente deciso, ha subito variazioni che hanno soddisfatto a pieno l’uditorio.
C’era una volta… Fin da quando ci è possibile ricordare, proprio così aveva inizio ogni favola degna di tal nome, ricordate?
Con le tante suggestioni che il titolo di questa manifestazione personalmente mi ha provocato, senza sentirmi un panda in estinzione, come purtroppo la mia età vorrebbe, promuovendola, avevo voglia di ricordare il com’eravamo, per riflettere con gli astanti sul come siamo, per conoscerci meglio, dati i cambiamenti sopravvenuti nella vita di tutti noi.
C’erano una volta i genitori anziani dei quali, accettando i ruoli che mano a mano, impercettibilmente, ma inesorabilmente, andavano cambiando, i figli si facevano un vanto di occuparsi, mentre ora nascono come funghi quegli strani luoghi che eufemisticamente continuiamo a definire case di riposo. Senza nulla togliere a quelle che funzionano, e per fortuna ce ne sono, le cronache ce ne propongono tante altre nelle quali i maltrattamenti sono all’ordine del giorno.
Prima che la massificazione ci consigliasse di non distinguerci gli uni dagli altri, c’era una volta il piacere di comunicare attraverso il dialetto paesano di cui si è perduto l’uso, oltre alla comprensione degli idiomi, ma dei quali ieri, con le calde voci monacilionesi di Nando e di Rita che in dialetto scrivono, dello jelsesi Luigi che attraverso la chitarra ci allietava tutti, recitando con indicibile espressività monologhi di vita vissuta, di Nunzia e Giuseppe che, in oratinese hanno cantato antichi stornelli, della verace campobassana Pina che ha dedicato alla giornata dolcissime constatazioni personali, di Giovanni che nel dialetto di Montefalcone ci ha recitato delicatissime liriche, di Rosaria che, sebbene con voce un po’ cambiata dall’età, ci ha cantato una vecchia nenia molisana, del timido Lucio che ha voluto dedicare alle donne presenti una canzone di De Gregori , senza tema di essere smentiti, abbiamo considerato dei regali preziosi ogni esibizione, attraverso le quali, ognuno di loro hanno voluto darci un saggio della passione per la ricerca delle proprie radici.
Dopo aver brindato all’essere stati insieme tanto piacevolmente, ci siamo lasciati sperando di cuore in un prossimo incontro.
C’era una volta, ma spero ci sia sempre, la voglia di tutti di partecipare alle iniziative che ci proponiamo di promuovere su altri temi, unicamente per il piacere di vederci per stare insieme.
In conclusione, da parte mia mi auguravo ancora un grazie a tutti, nella speranza di rivederci in una prossima, gradita occasione.

Mena Mascia

Trento, giornata della donna 2016, di Luciana Brida

Autore: Luciana Brida

Durante l’incontro tenutosi sabato 5 marzo alla presenza di una trentina di persone, si è sviluppato il tema della violenza sulle donne.
La scelta è caduta su questo argomento in considerazione dei dati statistici presentati a Trento il 25 novembre, i quali dimostrano che il fenomeno è tutt’altro che trascurabile anche nella nostra provincia.
La sociologa Barbara Bastarelli, responsabile del locale centro antiviolenza e l’avvocata Elena Biagioni, che collabora con questa struttura, hanno introdotto il tema inquadrando questa preoccupante realtà ed offrendo alcuni strumenti per conoscerla ed affrontarla con consapevolezza.
Nell’introdurre la mattinata di lavoro, dopo il saluto del Presidente sezionale Dario Trentini, la responsabile delle pari opportunità Luciana Brida ha ricordato come i non ed ipovedenti, e fra loro le donne, debbano non soltanto acquisire la consapevolezza di quanto loro può accadere in termini di violenza subita, ma anche conoscere le possibilità di uscire da tale baratro ed essere veicolo di informazione per chi nel loro giro di conoscenze è vittima di eventi e situazioni di disagio tanto gravi.
Un altro modo insomma, per divenire sempre più cittadini consapevoli e conoscere le opportunità di affrontare attivamente i temi sociali più scottanti del momento.
Quella della violenza sulle donne è una realtà che fatica ancora ad emergere come evidenziato negli
Interventi delle relatrici, perciò anche una maggiore attenzione a ciò che accade intorno a noi può aiutare le vittime ad uscire dall’isolamento, pur trattandosi di un comportamento spesso difficile da mettere in atto.
Luciana Brida