Tecnologia e tifloinformatica: la tecnologia assistiva come supporto alla didattica inclusiva – seconda parte, di Franco Lisi

In quale modo la tecnologia continuerà ad essere al servizio dell’uomo? Quali saranno i parametri qualitativi di domani? Quanto e in che modo svolgerà un ruolo a compensazione delle disabilità? La progettazione di una tecnologia facile, “amichevole” e sempre più autonoma è fuor di dubbio indicatore e cartina di tornasole dell’evoluzione delle dinamiche relazionali uomo-macchina. Vero è che più il rapporto uomo-device sarà basato prevalentemente su comandi gestuali impartiti a distanza e il solo pensiero sarà scintilla e causa di un evento esterno indipendente, tanto più il senso della vista manterrà la supremazia sugli altri sensi. Avrà dunque termine lo scontro sensoriale in atto oppure la multisensorialità, intesa come larga banda attraverso cui interagire con le “cose”, continuerà ad essere oggetto di attenzione da parte dei ricercatori? Ad ogni modo, più lo strumento tecnologico si affrancherà dall’uomo tanto più questi gli cederà potere di scelta e di azione. L’uomo avrà “schifo” persino di toccare ciò che è frutto della sua creatività, ciò di cui si serve. L’uomo prenderà le distanze da ciò che è il risultato della sua ricerca e da ciò che inventa, da ciò di cui non potrà più comunque fare a meno. In quest’ultimo scenario, allora, l’uomo non guarderà al visivo come strumento per “manipolare” il mondo, ma sarà schiacciato, soverchiato, dominato, sarà, in una sorta di ribaltamento dei ruoli, pilotato dalla tecnologia, dalla robotica, dall’intelligenza artificiale, da ciò che egli stesso ha realizzato per sua stessa mano ed intelligenza. La disabilità e la tifloinformatica troveranno ancora posto lungo l’asse tecnologia-didattica digitale? Potranno le tecnologie avanzate del futuro “normalizzare” ogni forma di disabilità? Ma cos’è la normalità? Ed esiste una normalità? Avrà ancora senso ragionare di didattica inclusiva?

Abbiamo imparato a dirci che nessuno può essere considerato normale. Forse, neghiamo la normalità perché non accettiamo la nostra diversità.

“La normalità – sottoposta ad analisi aggressive non meno che la diversità – rivela incrinature, crepe, deficienze, ritardi funzionali, intermittenze, anomalie. Tutto diventa eccezione e il bisogno della norma, allontanato dalla porta, si riaffaccia ancora più temibile alla finestra. Si finisce così per rafforzarlo, come un virus reso invulnerabile dalle cure per sopprimerlo. Non è negando le differenze che lo si combatte, ma modificando l’immagine della norma”. Cit. “Nati due volte” Pontiggia.

Se la norma si configura come pluralità di differenze, non possiamo permettere, tuttavia, che alcuno si dimentichi dei bisogni specifici delle persone che vivono in uno stato di permanente difficoltà, per condizioni fisiche, mentali, ambientali o sociali, che comportino svantaggi ed emarginazioni. E’ importante altresì riconoscere la necessità di non permettere al deficit di oscurare il valore della persona nella sua essenziale umanità, sottolineando le abilità, valorizzando le potenzialità di ogni individuo, richiamando il concetto tanto avverso quanto interessante di “diversabilità”. La pedagogia speciale si sta occupando, alla luce dei cambiamenti sociali e culturali in atto, anche dello studio, della ricerca e della presa in carico e cura delle situazioni di vulnerabilità causate non solo da fattori biologici, ma anche personali, sociali, culturali e ambientali. Ricerca inoltre i modi possibili per favorire una riorganizzazione positiva della vita, con l’osservazione e lo studio degli atteggiamenti di resilienza ovvero la resistenza psicologica alle avversità, che rappresenta una nuova prospettiva verso la disabilità e l’handicap. Se si vuole lavorare nell’interesse della persona disabile, non si può partire dalle competenze burocratiche, bisogna partire da lui, crescere con lui, seguirlo in tutto il continuum della sua esistenza, individuando per lui e con lui il suo “progetto di vita”.

È peraltro da scongiurare “la tragedia della modernità: come nel caso dei genitori nevrotici e iperprotettivi, spesso chi cerca di aiutarci finisce per farci più male. Se quasi tutto ciò che è calato dall’alto (top-down) rende fragili, impedendo l’antifragilità e la crescita, d’altro canto con la giusta quantità di stress e disordine tutto ciò che viene dal basso (bottom-up) fiorisce. Lo stesso processo di scoperta è condizionato dall’antifragile arte di sperimentare e da un’aggressiva assunzione di rischi, piuttosto che dall’aver ricevuto un’istruzione regolare (e lo stesso vale per l’innovazione o il progresso tecnologico). Cit. “Antifragile” – Nassim Nicolas Taleb.

Spesso attribuiamo la causa della nostra fragilità totale unicamente a quelle 3 lettere del prefisso “dis”, “calato dall’alto”, che rappresenta la negazione o la privazione di una qualsivoglia condizione di abilità. L’oppressione di quella parolina ci pervade e ci tiene compagnia dalla mattina alla sera, dalla sera alla mattina, ci soverchia tutti i giorni della nostra vita: cresce, vive e se ne va con noi. Come combattere la fragilità? Come rifuggirla? Esiste il suo opposto funzionale? Esiste davvero un antidoto efficace?
Cerchiamo riparo in situazioni ed eventi esterni a noi, indipendenti da noi. Le nostre generazioni, ad esempio, trovano per lo più momenti di sollievo e conforto salvifici nel rincorrere gli ultimi ritrovati tecnologici: improvvisate sperimentazioni, test senza un dichiarato scopo, promesse vaghe, si rivelano spesso specchi per allodole; l’inconscio bisogno di riprendere un po’ di fiato trascorrendo brevi istanti di evasione si traduce in rapida delusione e inevitabile rammarico; siamo chiamati a conoscere aggeggi di dubbia utilità, ausili spesso solo tali sulla carta, ultime versioni di software talvolta peggiorative; ogni volta siamo attratti con lo stesso immutato ardore e rinnovata speranza, disposti a donare la nostra unicità di persone con tutte le loro inestimabili differenze in nome ed in cambio di una uguaglianza fatta di ipotetiche pari, fugaci opportunità; ogni volta, quasi ogni volta, riprecipitiamo giù, quando qualcosa o qualcuno mette in luce i nostri limiti, fisici o sensoriali, pronti però a ripartire, questa volta, dalla nostra segreta fortezza fatta di fatiche mai dichiarate, di sconfitte mal digerite, d’intime frustrazioni alquanto corrosive. Affrontare con avvedutezza gli ostacoli della vita, reagire prontamente agli imprevisti, abituarsi alla disabitudine, sono alcune fondamentali leve dalle quali può lievitare la crescita personale di un qualsiasi individuo, disabile o no.

Di certo, i dispositivi tecnologici sono ormai considerati vitali per tutti, dallo smartphone al personal computer; è fuor di dubbio che non riusciamo ad immaginare un mondo privo di tecnologia! Il confine infatti tra mondo reale e virtuale è alquanto aleatorio. Muoversi con la consapevolezza di poter sbagliare, di mettere il piede in fallo, di cadere senza appiglio, sono rischi che ormai fanno parte della nostra stessa esistenza, con i quali dobbiamo imparare a convivere fino a farceli amici.
Ecco ancora una qualità, un’altra abilità da migliorare! Ci viene in aiuto ancora una volta Nassim Nicolas Taleb con il suo illuminante lavoro.

“L’antifragilità va al di là della resilienza e della robustezza. Ciò che è resiliente resiste agli shock e rimane identico a se stesso; l’antifragile migliora. Questa qualità è alla base di tutto ciò che muta nel tempo: l’evoluzione, la cultura, le idee, le rivoluzioni, i sistemi politici, l’innovazione tecnologica, il successo culturale ed economico, la sopravvivenza delle aziende, le buone ricette (per esempio il brodo di pollo o la bistecca alla tartara con un goccio di cognac), lo sviluppo di città, civiltà, sistemi giuridici, foreste equatoriali, la resistenza dei batteri… persino la vita della nostra specie su questo pianeta. Ed è l’antifragilità a determinare il confine tra ciò che vive ed è organico (o complesso), come per esempio il corpo umano, e ciò che è inerte, per esempio un oggetto come la graffettatrice che abbiamo sulla scrivania”.

Similmente antifragile è colui che ha imparato a lottare strenuamente senza risparmio per conquistare oggi un pezzetto di integrazione sociale, per poi all’indomani farselo sciogliere tra le mani come neve al sole; riafferrarlo ancora e poi di nuovo vedere svanire i propri sforzi il giorno successivo… Combattere i pregiudizi più intimi, le convinzioni più radicate, le false credenze più diffuse, presuppone forza di volontà, perseveranza, determinazione, decisamente altro e di più del saper resistere. Ad esempio, l’applauso di quando attraversi l’incrocio “alla grande” schivando le auto e azzeccando il passaggio tra le aiuole dello spartitraffico oppure l’ovazione corale di quando imbocchi la scala della metropolitana senza fallire il primo scalino, perdono di spontaneità e di gratitudine al primo “oh” urlato allorché sbatti contro un palo, lì, per caso oppure ti adagi su di una bicicletta mal posta sul marciapiedi; il consenso di stupore che si coglie nel salire in scioltezza i gradini del tram si trasforma in solidarietà compassionevole quando vieni assalito dai numerosi e rumorosi benefattori sempre pronti a cederti il posto a sedere; la meraviglia smisurata di come accarezzi lo schermo di uno smartphone si alterna allo scetticismo nel momento in cui il software di navigazione ci fa sbagliare percorso o numero civico, quasi che in fondo la colpa sia da ricondurre all’utilizzatore. L’integrazione sociale serpeggia tra il caso, la casualità, il disordine, la volatilità e i fattori di stress: l’integrazione sociale non è lineare ed è anche per questa ragione antifragile, si evolve alla stregua dei sistemi più complessi.

Il ragionamento calza alla perfezione affrontando le tematiche segnatamente correlate all’inclusione scolastica. Vi è la tendenza a generare reazioni a catena che escono dal controllo e riducono, o perfino annullano, le certezze di una oculata pianificazione, provocando quindi eventi fuori misura. Se da un lato il mondo odierno sta senz’altro accrescendo le proprie conoscenze tecnologiche, dall’altro, paradossalmente, rende le cose molto più imprevedibili. Ora, per ragioni connesse all’aumento di ciò che è artificiale, all’allontanamento dai modelli ancestrali e naturali e alla perdita di robustezza causata dalle complicazioni che si incontrano creando qualsiasi cosa, il ruolo degli eventi rari (“Cigni neri” Taleb) sta assumendo sempre più importanza. Inoltre, siamo vittime di una nuova malattia, la neomania, la quale ci porta a costruire sistemi vulnerabili alla stregua del Cigno nero nel nome del «progresso».
Il percorso dell’inclusione scolastica oscilla in continuazione e si appoggia, ora sul pilastro tecnologico e dell’accessibilità al digitale e al materiale di studio, un po’ meno sul pilastro dell’orientamento e della mobilità, talvolta sul pilastro della relazione con i compagni e con gli insegnanti, molto raramente sul pilastro dell’indipendenza e della libertà di pensiero.
Ricercare un equilibrio che favorisca una crescita armonica dello studente significa contemplare l’imprevisto, accettare il rischio, mettere in luce punti di potenziale vulnerabilità. Per questa prospettiva occorrerebbe una inequivocabile convergenza interdisciplinare fra le componenti che concorrono al processo inclusivo, la qual cosa non è scontata per molteplici ragioni: diverse sensibilità individuali, differenti livelli di conoscenza delle implicazioni correlate alla disabilità visiva, visioni diverse dei processi educativi, problematiche inerenti alle difficoltà di tipo organizzativo concernenti gli incontri di confronto e di pianificazione. Proteggere i nostri ragazzi dalle insidie del sistema equivale, d’altra parte, a conservare lo status quo e ad optare per la via più facile, quella cioè della rassegnazione al loro futuro di permanente fragilità. Come siamo fieri ed orgogliosi del nostro operato di tutor quando il nostro studente (modello o cavia) dà prova di saper utilizzare la tastiera di un computer a 10 dita, di saper aprire con presunta rapidità una cartella o un documento digitali, di saper far scivolare con destrezza due dita sullo schermo piatto di un dispositivo interattivo; come siamo contenti… Urliamo per questo al successo inclusivo! Così, in qualche modo, siamo ahimè colti di sorpresa, ci deresponsabilizziamo e non sappiamo meravigliarci neppure più dinanzi alla scarsa autonomia che egli mostra nel riporre in modo maldestro la “cavetteria” e tutta la tecnologia di cui dispone nello zainetto oppure di fronte allo smarrimento che vive nel tentativo di raggiungere la porta di uscita dell’aula. Come sappiamo profondere elogi in abbondanza nel vederlo navigare tra intestazioni e tabelle con buona disinvoltura presentandolo come un piccolo fenomeno, così non siamo in grado di dargli suggerimenti appropriati e fornirgli strategie efficaci e metodologie adeguate al momento di rielaborare e di concettualizzare i contenuti della pagina.

Le dinamiche che sottintendono questo composito sistema sono parallele, interdipendenti, talora si compenetrano; una lettura che non sia superficiale può avvenire compiutamente da un acuto osservatore esterno in grado di coglierne gli effetti generali o, comunque, richiede uno scambio consapevole condotto costantemente dal gruppo degli operatori. L’insegnamento dell’informatica e la possibilità di accesso a strumenti tecnologici, da soli, non determineranno la bontà di un percorso di inclusione così come la relazione con uno, due compagni non indurrà a persuadere che il nostro allievo si senta a proprio agio nelle attività di gruppo. L’inclusione scolastica è la somma degli istanti che costituiscono una parte della nostra vita! Avremo creato condizioni di vera inclusione solo quando nei nostri ragazzi i momenti di autentica serenità prevarranno su quelli difficili. La fonte dell’umana gioia consiste nel sentirsi liberi da ogni paura, ansia, stress, frustrazione e non fa preoccupare di nulla; la fonte dell’umana gioia è quando ciò che fai ti tranquillizza e ti insegna qualcosa, continuamente; quando ti senti bene ogni volta che commetti un errore, perché sai che stai imparando qualcosa. Le sensazioni che sapremo far loro provare influiranno sulla loro salute, sulla loro autostima, sulla qualità delle relazioni che sapranno tessere con gli altri e sulla loro vita. Che siano quindi meravigliose!
Disciplina, sforzo, determinazione, tre qualità le cui ricompense saranno sorprendenti!
Una didattica, per poter essere definita per tutti, deve avere tra gli obiettivi primari quello di stimolare gli studenti a darci dentro per ottenere qualsiasi cosa desiderino; ad essere orgogliosi di se stessi e darlo a vedere; ad avere il controllo di ogni cosa che fanno e che devono fare; ad amare la vita e adorare di stare in compagnia. I momenti difficili sono, appunto, solo momenti che ti fanno diventare persona migliore. In fondo in fondo, occorre sapere che quegli istanti servono per imparare delle preziose lezioni. I nostri ragazzi si sentiranno realmente felici, rilassati, fiduciosi, centrati e lucidi riguardo ad ogni cosa quando sapranno godere della loro libertà. Ci sarà integrazione totale quando saranno tutti individualmente liberi, non prigionieri cioè dei propri limiti fisici, ma soprattutto dei limiti dei propri pensieri, della propria mente. Solo allora potremo sostenere che avranno raggiunto la piena integrazione sociale e inclusione scolastica; solo allora potremo apprezzare gli effetti di una didattica inclusiva.

L’insegnamento dell’utilizzo ancorché basico del personal computer e della tecnologia assistiva avrà tanto più raggiunto il suo scopo inclusivo quanto più saprà richiamare, ricomprendere e contemplare i valori appena menzionati. Un insegnamento privo della competenza info-tiflo-pedagogica si muoverà nella direzione contraria e correrà il rischio di erigere nuove e vecchie barriere attorno al nostro allievo gettandolo nell’isolamento più opprimente, impregnato di rassegnazione, vana fatica, frustrazione. Una preparazione professionale approssimativa del tiflo-informatico e una improvvisazione metodologica possono dar origine nel discente ad irreparabili sensazioni di sfiducia nelle proprie capacità, generando tra l’altro un rifiuto per la materia che si protrarrà nel medio-lungo periodo. Un sistema di inclusione scolastica che intenda ambire ad elevati parametri qualitativi, allontanandosi dallo spettro della regressione storico-politica di nuove forme di emarginazioni coatte, dovrà potersi sviluppare all’insegna della trasparenza e di un costante confronto tra figure esperte, in presenza di regole certe. Diversamente, si accompagneranno le famiglie e i loro ragazzi verso una trappola che rilascerà i suoi segni negativi più indelebili.

“Le cose che imparate a scuola non sono che l’inizio. Il vero laboratorio comincia quando ve ne andate.” Richard Bandler.

Intanto, non ci rimane che riversare la speranza e la fiducia nei nostri ragazzi che, da soli, sono costretti a porre rimedio alle incapacità e alla vanità di noi adulti.
Alcuni versi di una poesia scritta da un poeta inglese molto malato sul letto d’ospedale racchiudono magistralmente un insegnamento che dovrebbe essere il riferimento di ogni materia; si dice che Nelson Mandela nei suoi 27 anni di malattia la recitasse, la interpretasse per darsi forza e coraggio:

“non importa quanto stretto sia il passaggio, quanti castighi ci possano essere nella vita, ma che voi siate, ragazzi, padroni del vostro destino e capitani della vostra Anima.”

Buon cammino, ragazzi, buon cammino!

Nuova sala telefonica UICI: 91 65 62 “Parla, un amico ti ascolta!”

A seguito della ristrutturazione del servizio Talkyoo, indipendentemente da ogni volontà e responsabilità di questa presidenza UICI, è stata abolita anche la sala protetta gratuita dedicata al servizio “Parla, un amico ti ascolta!”.
La Direzione Nazionale il 20 settembre 2018 ha perciò deliberato l’acquisto di una nuova sala al fine di poter dare seguito a questo servizio.
I responsabili della sala telefonica sono a disposizione degli utenti per qualsiasi informazione utile a superare eventuali difficoltà.
Di seguito riportiamo tutti i dati necessari utili agli utenti al fine di facilitarne l’accesso:
1) chiedere anzitutto il pin di sicurezza al referente della Commissione Nazionale Terza Età, Cesare Barca: tel. 045 83 00 282;
2) digitare sulla tastiera del telefono uno dei numeri indicati alla fine del documento in relazione alla città da cui si chiama;
3) immediatamente una voce vi inviterà a comporre le sei cifre della sala desiderata: 91 65 62#
4) la stessa voce vi inviterà poi a digitare il Pin ottenuto da Cesare Barca.
Avvertenze:
La conferenza telefonica può essere registrata a insindacabile giudizio del responsabile del servizio e senza preavviso.
Chi dovesse trasgredire le regole di civile convivenza, sarà prima avvisato e, qualora perpetrasse un comportamento non consono al convivere civile, sarà segnalato alla sede territoriale di competenza e temporaneamente bloccato.

Numeri di telefono da chiamare:
Roma 06 888 12 000
Milano 02 872 12 000
Bari 080 940 1111
Bologna 051 070 1111
Cagliari 070 776 1111
Catania 095 829 1111
Enna 0935 184 1111
Firenze 055 469 1111
Genova 010 853 1111
Modena 059 834 1111
Napoli 081 1988 1111
Palermo 091 860 1111
Perugia 075 945 1111
Torino 011 034 1111
Trieste 040 975 1111
Venezia (Mestre) 041 882 1111

Caserta – 6-7 ottobre 2018: L’UICI all’Happy Hand – on the road

Anche l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Caserta parteciperà al festival “Happy Hand – on the road”, che si terrà il 6 e 7 ottobre a Caserta.
Il presidente U.I.C.I. Caserta, l’avv. Giulia Antonella Cannavale: “Da sempre la nostra Unione propone ai propri soci attività sportive, riconoscendo nello sport un importante valore sociale, culturale e professionale. Infatti, da anni abbiamo stipulato convenzioni per lo svolgimento di attività come il nuoto, la scherma e la difesa personale. Continueremo a proporre la diffusione di una cultura dello sport per tutti, non a caso a breve metteremo in campo: una squadra di calcio b1 ed un gruppo di atleti per lo showdown”.
Il componente della commissione per lo sport della U.I.C.I., Vincenzo del Piano: “Ringraziamo vivamente l’amministrazione comunale di Aversa, guidata dal sindaco l’arc. De Cristofaro e l’assessore allo sport l’avv. Oliva, perché grazie a loro gli atleti della U.I.C.I. di Caserta avranno a disposizione il tavolo di showdown, che gli permetterà di poter far provare a tutti i partecipanti al festival, una disciplina del tutto nuova”.

Che cosa è lo showdown?
Gli incontri di questa disciplina sportiva, riservata ad atleti non vedenti e ipovedenti, si disputano tra due giocatori, su di un campo rettangolare, costituito da un tavolo in legno con sponde laterali alle cui estremità vi è una piccola porta ed uno schermo rialzato posizionato al centro del tavolo.
Si gioca impugnando racchette realizzate in materiale liscio e duro della lunghezza di 30 centimetri, con le quali si deve colpire una palla sonora del diametro di 6 centimetri.
Lo scopo del gioco è quello di mandare la palla nel campo opposto, facendola passare sotto lo schermo centrale e tentando di imbucarla nella porta avversaria.

Bene allora tutti il 6 e 7 ottobre al Palavignola (nell’area ex-Saint Gobain) con gli atleti non vedenti per i mini tornei di showdown per tutti!!!

info point:
U.I.C.I. Caserta, via V. Lupoli 40, 81100 Caserta, te. 0823.355762, e-mail: uicce @ uiciechi.it

Componente commissione per lo sport U.I.C.I. Caserta:
Vincenzo del Piano

Opportunità di Servizio Volontario Europeo in Belgio – scadenza 20 ottobre 2018 ore 12.00

Si riporta di seguito l’invito del gruppo di giovani VIEWS Italia – UICI a partecipare alla selezione di un/a giovane cieco/a o ipovedente che voglia partecipare a un progetto di Servizio Volontario Europeo adattato. Il progetto è coordinato dall’associazione Views International (www.viewsinternational.eu) e si terrà in Belgio, nella città di Liegi.

Servizio di volontariato europeo di lunga durata a Liegi (Belgio)

Il gruppo giovani Views Italia – UICI ricerca un giovane non vedente o ipovedente che abbia desiderio di partire in un progetto di Servizio di Volontariato europeo adattato e coordinato dall’associazione Views International (www.viewsinternational.eu) in Belgio nella città di Liegi. L’associazione ospitante presso la quale il giovane presterà il suo servizio di volontariato è la “Coordination de Sainte Marguerite & Orchidée Rose”, il coordinamento di diverse associazioni di quartiere della città di Liegi. Il volontario collaborerà alla conduzione dei corsi di francese rivolti agli stranieri (compatibilmente alle sue competenze linguistiche e comunque mai da solo), si occuperà di redigere articoli per il giornale di quartiere e potrà organizzare attività sociali e ricreative o collaborare all’organizzazione della festa del quartiere.

Il volontario alloggerà in un appartamento assieme ad altri due giovani con disabilità visiva che svolgono il loro Servizio di Volontariato Europeo presso altre associazioni. Per facilitare l’autonomia e l’orientamento del volontario con disabilità visiva nel nuovo contesto, Views International organizza, secondo i bisogni del partecipante, lezioni di orientamento e di autonomia personale, in particolare durante i primi giorni del soggiorno.

Il periodo di volontariato inizierà il prima possibile (previo accordo con l’associazione di invio, quella di coordinamento e quella ospitante) e durerà fino al 30 giugno 2019. Tale progetto è rivolto a giovani con disabilità visiva di età compresa tra i 18 ed i 30 anni in possesso almeno del livello base di francese (A2) e con abilità di orientamento e di autonomia personale sufficienti a permettergli di muoversi in maniera indipendente negli spazi dopo averli conosciuti e di gestire in maniera soddisfacente le questioni domestiche.

I costi del viaggio di andata e ritorno saranno coperti fino ad un massimo di 275 Euro. I costi relativi all’alloggio sono coperti dal finanziamento del programma Erasmus+ e il volontario riceverà un contributo mensile per il vitto.

Il servizio di volontariato europeo adattato è un’ottima opportunità di lunga durata per:
– Migliorare le proprie competenze in una lingua straniera (in questo caso il francese);
– Migliorare il proprio spirito di adattamento;
– Sperimentarsi, tramite una attività di volontariato, in un contesto professionale;
– Sperimentarsi in un nuovo contesto di vita e confrontarsi con altre culture;
– Conoscere un paese straniero e fare nuove amicizie.
Ma soprattutto guardare verso nuovi orizzonti!

Per candidarsi è necessario inviare::
– Il proprio cv in lingua francese (se ciò non fosse possibile, si accetta anche una versione in lingua inglese);
– Una lettera di motivazione in lingua francese (se ciò non fosse possibile si accetta anche in lingua inglese)
– Un attestato o altro documento che comprovi la conoscenza della lingua francese (libretto universitario con voto dell’esame sostenuto, attestato di partecipazione ad un corso di lingua francese, ecc.).

Qualora il candidato non sia in possesso di alcun documento che comprovi la conoscenza della lingua francese, sarà da noi effettuato un colloquio orale per verificare il possesso delle conoscenze linguistiche di base previste dal progetto.

Le candidature devono essere inviate entro e non oltre sabato 20 Ottobre 2018 alle ore 12.00 a info@viewsitalia.com

Per maggiori informazioni è possibile contattare Vanessa al numero 346 78 77 334.

Questa opportunità è davvero unica, candidatevi numerosi!

Assisi 7 Ottobre 2018: Marcia della Pace e della Fraternità Perugia – Partecipazione dei volontari del Servizio Civile

Le Strutture che in atto impiegano i volontari del servizio civile nazionale, sono invitate a portare a conoscenza degli stessi il seguente “AVVISO” pubblicato in data 03/10/2018 sul sito del Dipartimento della Gioventù e del Sevizio Civile Nazionale (www.serviziocivile.gov.it):

“Marcia della Pace e Fraternità Perugia-Assisi – 7 ottobre 2018

La Marcia della Pace e della Fraternità Perugia-Assisi rappresenta una delle iniziative più significative a favore della pace, dei diritti umani, della solidarietà, del dialogo tra culture e contro la rassegnazione e l’indifferenza.

Le finalità del Servizio Civile Universale sono perfettamente in sintonia con il perseguimento di tali obiettivi, attraverso attività non violente che mirano alla coesione sociale e al raggiungimento del bene comune.

Pertanto, il Dipartimento, accogliendo la richiesta di numerosi Enti, assicura che la partecipazione dei giovani volontari alla Marcia sia considerata giorno di servizio effettivo. Coloro per i quali il riposo settimanale coincide con la domenica, avranno la possibilità di utilizzare un turno di riposo entro i 15 giorni successivi, in una data da concordare con l’Ente di servizio.

Gli Enti sono dunque invitati a consentire la partecipazione dei volontari alla Marcia della Pace, avendo cura di trasmettere nei giorni successivi all’iniziativa a questo Dipartimento l’elenco dei volontari che hanno partecipato all’evento”.

Sport – Martina Rabbolini premiata da Regione Lombardia

Il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana – insieme al presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, all’assessore regionale allo Sport Martina Cambiaghi e al sottosegretario regionale ai Grandi eventi sportivi Antonio Rossi – ha premiato, martedì 2 ottobre presso la sala del Consiglio Regionale al Pirellone, alcuni atleti paralimpici che l’estate scorsa hanno impreziosito il medagliere tricolore: 39, quasi il 50% delle medaglie azzurre, sono state conquistate dagli atleti lombardi nei campionati europei o mondiali di numerosi sport, dall’atletica al ciclismo, dal nuoto al triathlon.
Tra i premiati anche la nostra socia Martina Rabbolini che ha conquistato una medaglia di bronzo ai recenti Campionati Europei di Nuoto Paralimpico che si sono svolti a Dublino nel mese di agosto.

Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS

4 ottobre: “La skarrozzata: Una passeggiata per provare la disabilità”

La CPD, Consulta per le Persone in Difficoltà terrà una Conferenza Stampa domani, 4 ottobre 2018, alle ore 11.00 presso la Sala delle Colonne, Comune di Torino, Piazza Palazzo di Città 1:

SKARROZZATA – Una passeggiata per provare la disabilità: un’iniziativa tesa all’inclusione sociale e coerente con l’Art. 30 della Convenzione ONU sui Diritti della Persona con Disabilità. L’evento consiste in una semplice passeggiata di gruppo nelle città, su carrozzina o qualsiasi mezzo non a motore come passeggini, tricicli, monocicli, rollerblade e skateboard; è un sistema di sensibilizzazione non-formale.

Interverranno:
Sonia Schellino – Assessora al Walfare della Città di Torino
Alberto Sacco – Assessore al Commercio della Città di Torino
Gabriele Piovano – Presidente CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà Onlus
Roberto Ariagno – Responsabile Marketing Officina Ortopedica Maria Adelaide

XIII Giornata Nazionale del Cane Guida

Anche quest’anno desideriamo riservare un momento speciale ai nostri amici a quattro zampe che ci affiancano giorno per giorno in ogni situazione.
Per proseguire e intensificare il nostro dialogo informativo con la cittadinanza relativamente al prezioso ruolo del Cane Guida per le persone con disabilità visiva, al fine di garantire loro la libertà di muoversi in condizioni di parità con tutti, abbiamo scelto di intitolare questi momenti di festa e di incontro “caniguidaincittà”, nel quadro della tredicesima Giornata Nazionale prevista per il 16 ottobre.
Le celebrazioni quest’anno cominceranno con una festa nazionale dedicata ai nostri cani sabato 6 ottobre a Torino.
La Giornata è stata organizzata con la preziosa collaborazione della sezione territoriale di Torino e del nostro Consiglio Regionale UICI del Piemonte che hanno lavorato insieme ad A.P.R.I. Onlus, Associazione Pro Retinopatici ed Ipovedenti la quale è nostro partner nella promozione e nella gestione dell’evento.

Programma

#caniguidaincittà
Festeggiamo insieme la tredicesima giornata nazionale dedicata al Cane Guida

Ritrovo presso Piazza Vittorio Veneto a Torino alle 10.00
10.00 – Accoglienza dei partecipanti
10.15 – Saluto delle associazioni e delle autorità
11.00 – Presentazione delle scuole cani guida
11.30 – 12.30 – Prima esibizione della scuola cani guida di Limbiate
15.00 – 16.00 Passeggiata per via Po con i cani guida e i partecipanti all’evento
Assistenza e partecipazione della Banda della polizia Municipale di Torino
16.00 – 17.00 Seconda esibizione della scuola cani guida di Limbiate

Nel corso della giornata verrà distribuito materiale informativo sui cani guida e verranno date informazioni su tematiche veterinarie e comportamentali. Sul palco, un sottofondo musicale con strumenti acustici.
Per comunicare l’adesione, inviare via mail il modulo qui allegato. a:

Franco Lepore, presidente Sezione UICI Torino
uicto@uiciechi.it
e a:
Dajana Gioffré, responsabile settore cani guida di APRI
caniguida@ipovedenti.it

Per chi arriva da altre regioni, è previsto un “apericena” e il pernottamento in un albergo di Torino, oltre al trasporto nel punto di incontro della festa.

Vi attendiamo numerosi, insieme ai nostri amici a quattro zampe, per una giornata di festa e di dialogo con la città.

Modulo da compilare a cura del partecipante

Beni culturali – 7 ottobre 2018: “Una Domenica al Museo” al Polo Tattile Multimediale di Catania

Ritorna, dopo la breve pausa estiva, l’appuntamento con “Una Domenica al Museo”, presso il Polo Tattile Multimediale della Stamperia Regionale Braille di Catania, sito in Via Etnea, 602.
L’iniziativa, organizzata dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo, si svolge in tutta Italia la prima Domenica di ogni mese.
Il museo aprirà le porte ai visitatori Domenica 7 Ottobre dalle 17.00 alle 22.00, con ultimo ingresso alle ore 21,00, offrendo un viaggio sensoriale affascinante per una Domenica “TUTTA DA TOCCARE”.
I visitatori, non vedenti e vedenti, potranno attraverso il tatto, conoscere e scoprire i capolavori artistici e monumentali dell’Europa e del Mediterraneo, grazie alle riproduzioni esposte.
All’interno del museo si possono sperimentare, conoscere e “TOCCARE CON MANO” forme e volumi di numerosi capolavori artistici.
Dai “plastici architettonici” come il Ponte di Mostar o Cupola della Roccia di Gerusalemme, dal Colosseo alla Torre Eiffel, dalla Moschea Blu di Istanbul alle piramidi d’Egitto e poi dalle opere pittoriche in rilievo come la “Creazione di Adamo” di Michelangelo alla “Medusa” di Caravaggio, realizzate secondo il metodo di scomposizione in piani “OTTICO-TATTILE e alle Sculture, il tutto realizzato interamente dalla Stamperia Regionale Braille di Catania, la quale da più di trent’anni contribuisce all’integrazione scolastica, sociale e lavorativa dei non vedenti ed ipovedenti della Sicilia.
Grazie al percorso tattilo/plantare i disabili potranno visitare il museo in piena autonomia, eliminando ogni tipo di barriera architettonica, sino a giungere al “Giardino Sensoriale”, un’oasi verde all’interno del Polo Tattile Multimediale, arricchita con piante ed essenze tipiche del Mediterraneo dove il vedente, bendato, può provare una realtà “al buio” sconosciuta stimolando nuove percezioni olfattive, tattili e sonore.
Emozione unica e originale è il “Bar al buio”, il primo permanente in Italia, che permette agli ospiti vedenti di gustare un caffè o una bevanda e toccare i quadri in bassorilievo totalmente al buio, immergendosi in una realtà a loro sconosciuta, il tutto accompagnati dai non vedenti, nel ruolo di guide e banconisti.
Nell’ultimo tratto del percorso lo Showroom “Frammenti di luce” offre ai visitatori la possibilità di provare e conoscere gli ausili per non vedenti e ipovedenti come libri, sussidi didattici, ausili per l’autonomia personale e domestica, giochi di società e strumentazioni informatiche.
Un’esperienza da vivere tutta ad “OCCHI CHIUSI”, in un luogo dove vedenti e non, possono sperimentare e conoscere il mondo dell’arte dove è “VIETATO NON TOCCARE”.
INGRESSO GRATUITO – PRENOTAZIONE NON OBBLIGATORIA

LINK EVENTO: https://www.facebook.com/events/703924159968809/

PER INFO TEL. 095/500177 – EMAIL visite.polotattile@stamperiabrailleuic.it
Lun – Ven 9.00-14.00/15.00-18.00

Evento Ferrari, di Ciro Taranto

Il giorno 29 settembre all’autodromo Valle dei Templi a Racalmuto in provincia di Agrigento si è svolto il secondo evento Ferrari in collaborazione tra Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e il club Ferrari del presidente Valerio Palmigiani, manifestazione a cui hanno partecipato più di 160 soci di quasi tutte le province della Sicilia. Ho portato il saluto del Presidente Nazionale e del responsabile della commissione sport turismo e tempo libero Hubert Perfler; è stata un’esperienza fantastica anche a detta di molti nostri soci e sono in preventivo ancora altri eventi. Ho sottolineato quanto sia importante la sinergia tra club Ferrari e Unione.

Foto di Ciro Taranto accanto ad una Ferrari

Foto di Ciro Taranto accanto ad una Ferrari

Foto di Ciro Taranto seduto nella Ferrari

Foto di Ciro Taranto seduto nella Ferrari

Foto di una Ferrari e di alcuni meccanici

Foto di una Ferrari e di alcuni meccanici