La speranza è l’ultima a morire, di Cesare Barca

Incontro nella nuova sala virtuale telefonica della terza età n.91 65 62mercoledì 17 alle ore 18 con la signora Raffaella Pangrazi.

La speranza è l’ultima a morire e nessuno si permetterebbe di negare questo assioma: la longevità degli anziani e l’attività della scienza sempre +impegnata per sconfiggere ogni possibile malattia ne sono certamente la conferma.
Ci si lamenta spesso delle sciagure che ci sorprendono, della sofferenza e delle numerose forme di disabilità e si cerca con ogni mezzo a nostra disposizione di prevenirle o di superarle.
Sappiamo tutti, infatti, che la perdita della vista rappresenta una calamità gravemente invalidante e l’impegno per prevenirla o superarla è sempre + intenso ed apprezzabile.
Sappiamo, in particolare, quanto sia diffusa la lotta contro le malattie della retina e quanto siano encomiabili gli studi medico-scientifici per prevenirla.
L’avanzamento della robotica ci permette di aprirci a nuovi orizzonti, a produrre nuove speranze, ma non ci propone certezze assolute.
Ecco dunque l’occhio bionico e il lodevole impegno medico-scientifico per ottenere possibili risultati positivi. I giornali hanno parlato diffusamente del primo innesto dell’occhio bionico avvenuto in Italia il 18 gennaio di quest’anno all’ospedale San Raffaele di Milano effettuato dal prof. Conedotti, un intervento durato 11 ore, intervento che ha utilizzato l’innesto di un microcip di qualche millimetro utile per riattivare la retina e restituire la vista a persone affette da cecità assoluta.
Questa prima importante esperienza in Italia è stata vissuta con assoluta consapevolezza dalla signora Rafaella Pangrazi, una signora che a trent’anni aveva perso la vista, sottoponendosi ad un intervento chirurgico decisamente impegnativo.
Trascorso un mese è stato acceso il microchip che, stimolando la retina, dovrebbe consentire di re imparare a vedere. Il risultato non è ancora stato raggiunto anche dopo un secondo intervento e la signora Raffaella ancora non può dire di avere recuperato la vista.
Con ciò non si vuole assolutamente sostenere che l’impegno medico sia stato negativo: vogliamo soltanto dire che il recupero di un minimo di percezione luminosa non ci consente di affermare che, come chiarisce la signora Raffaella, significhi “vedere.
L’esperimento dunque è riuscito? Forse è bene attendere senza crearsi illusioni perché, proprio seguendo le affermazioni di Raffaella che sarà nostra ospite nella sala “parla, un amico ti ascolta” dell’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti mercoledì 17 p.v. alle ore 18, “è doveroso essere prudenti e affrontare la realtà della vita senza crearsi inutili attese. ”.
“Sono esperienze importanti e difficili che, se si vuole viverle,” afferma convintamente la signora Raffaella, “è assolutamente necessario conquistare la consapevolezza che si tratta di una esperienza, non di una certezza. Ritengo pertanto, continua Raffaella, sia indispensabile offrire la propria disponibilità per la sperimentazione: ciò che conta, in queste circostanze, è certamente la determinazione, ma, + ancora la consapevolezza: in questo modo aiuteremo la scienza a raggiungere i risultati sperati evitando di cadere in momenti di sconforto o di vera e propria depressione: dobbiamo favorire la sperimentazione medico-chirurgica, ma senza facili illusioni”.
È ben vero che la speranza è l’ultima a morire, ma è altrettanto vero che la vita è sempre una splendida scommessa.
Come annunciato, chi volesse vivere il contatto diretto con Raffaella potrà intervenire all’incontro nella nostra sala telefonica virtuale formando il n. 91 65 62 e, seguendo la voce guida,entrare poi componendo il pin seguito da cancelletto.
Avremo così modo di raccogliere dalla sua viva voce e dalla sua splendida capacità espositiva il senso reale della esperienza che ha voluto affrontare liberamente, senza illusioni, certa di favorire l’impegno medico-scientifico per il recupero della vista.
È proprio vero, dunque, la speranza è l’ultima a morire, ma è bene sia fondata sulla necessaria consapevolezza.
Chi volesse conoscere il numero del pin e avere utili indicazioni può telefonare al sottoscritto, al coordinatore Ferruccio Zampieri o al responsabile tecnico Nunziante Esposito:
Cesare Barca 329 20 50 972;
Ferruccio Zampieri cell.338 199 79 11;
Nunziante Esposito 349 672 33 51.

Cesare Barca, referente commissione terza età UiCi.

Roma – XIII Giornata Nazionale del cane guida

L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – Sezione Territoriale di Roma, informa che il 16 Ottobre p.v., in occasione della XIII Giornata Nazionale del cane guida, organizza i seguenti eventi:

– Trasmissione di spot audio sui nostri amici a quattro zampe, che si potranno ascoltare nelle stazioni metro di Roma;
– Distribuzione del decalogo del cane guida a passanti e rappresentanti delle Istituzioni.

L’evento principale, si svolgerà con una passeggiata dei nostri soci accompagnati da volontari e cani guida, con partenza dalla Nostra sede sita in V. Mentana 2 B, e arrivo alla Scuola Ruggiero Bonghi sita in Via Guicciardini 8, dove incontreremo 200 ragazzi.
Si parlerà direttamente agli studenti, cercando di far comprendere ciò che rappresenta il cane guida per un non vedente.
All’evento saranno presenti anche autorità del Municipio e del Comune, al fine di favorire l’accoglienza verso il cane guida.
Un tema ancor oggi purtroppo sconosciuto a molti.

Catania – Pranzo d’autunno a Zafferana Etnea: il piacere di stare insieme, di Anna Buccheri

Autore: Anna Buccheri

La Commissione Terza Età dell’UICI di Catania ha organizzato sabato 6 ottobre 2018 un pranzo presso il ristorante Al Monterosso di Zafferana Etnea, paese caratteristico del Parco dell’Etna che si trova a 574 metri sul livello del mare.
La scelta del pranzo piuttosto che di una cena è stata molto felice e ha riscosso un grande successo perché ha dato la possibilità di godere maggiormente di un’occasione di uscita che non ha richiesto un cambio di abitudini o il sacrificio di una giornata come la domenica spesso dedicata tradizionalmente ad impegni familiari. Inoltre si sono registrate l’adesione e la partecipazione di diversi giovani venendosi così a creare un gradevole e insperato clima di scambio e di incontro intergenerazionale che si spera di poter ricreare in altre occasioni e iniziative lasciando spazio ad una condivisione del tempo e dell’allegria (grazie anche all’intrattenimento musicale di Orazio Gianguzzo con la sua fisarmonica) al di là dell’età.
È stato tra l’altro molto bello e gratificante poter condividere l’atmosfera di serenità, piacevolezza e amicizia con i volontari che hanno reso possibile la riuscita della giornata. Sono infatti stati coinvolti (grazie all’impegno della Presidente UICI Prof.ssa Rita Puglisi) dieci ragazzi del Servizio Civile e quattro volontari UNIVOC, che collaborano con la Sezione Territoriale UNIVOC, la cui Presidente è la Sig.ra Carmen Romeo, ormai da così tanto tempo da poterli considerare dei veterani.
La cura dei particolari (dalla scelta del menu a quella del ristorante così ben ubicato), la giornata mite, il ballo, le canzoni, le chiacchierate, la familiarità tra i partecipanti, la disponibilità dei volontari nel più genuino spirito del dono, il dolce offerto alla fine del pranzo dalla Presidente UICI Prof.ssa Rita Puglisi e l’organizzazione curata dalla Coordinatrice della Commissione Terza Età, Sig.ra Carmen Romeo, hanno consentito a tutto il gruppo (formato da 80 persone) di partecipare ad un pranzo di autunno riscaldato e rischiarato dalla gioia dello stare insieme tra amici.

Rimini – Al Museo un percorso speciale per non vedenti

“Sigismondo Pandolfo Malatesta touch. Le pietre raccontano”

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sezione territoriale di Rimini invita a partecipare ad un suggestivo happening che si terrà domenica 14 ottobre al Museo della Città. ‘Sigismondo Pandolfo Malatesta touch. Le pietre raccontano’.
L’incontro con i partecipanti è alle ore 16.20 presso la Domus del Chirurgo in piazza Ferrari, alle ore 16.30 è previsto l’ingresso al museo. Il percorso tattile, che narra la grande storia del Signore di Rimini, si svilupperà per circa un’ora e mezza tra le sale dedicate alla dinastia malatestiana, dove sono custodite opere preziose. L’evento, rivolto in particolare alle persone con disabilità visiva, sarà un’occasione per conoscere e approfondire la figura di Sigismondo Malatesta, di cui la città ha ospitato le celebrazioni per i 600 anni dalla nascita, 19 giugno 1417, e i 550 dalla morte, avvenuta il 9 ottobre 1468. Coraggioso condottiero, Sigismondo è stato anche un attento mecenate e ha chiamato alla sua corte i più importanti artisti del tempo, oltre a far costruire Castel Sismondo, un monumento innalzato per celebrare il suo potere, e il Tempio Malatestiano.
Sono così le pietre a narrare il suo gusto artistico e la sua storia, a partire dagli stemmi decorati con i simboli malatestiani, come le bande scaccate, l’elefante crestato e la rosa quadripetala. In questa visiva, pensata per un numero di 15 partecipanti, si potranno scoprire anche le iscrizioni in caratteri gotici che si trovavano nei torrioni del castello, i tratti della Rimini di Sigismondo “disegnata” da Agostino di Duccio nel bassorilievo del Tempio di cui il museo custodisce il calco, oltre al ritratto di Sigismondo all’interno di una corona di foglie. Sempre dal Tempio Malatestiano proviene un porta stemma, attribuito ad Agostino di Duccio. Inoltre, si colgono influssi dell’arte nordeuropea nel periodo della signoria malatestiana nella statua di Santa Caterina e in un crocifisso ligneo di forte drammaticità. Completano il quadro dello stile di vita di corte la cassapanca lignea intagliata, unico arredo di Sigismondo conservato fino ad oggi, una ricca esposizione di ceramiche e la raffinata collezione di medaglie coniate per Sigismondo e Isotta.
In particolare si potranno apprezzare tra le opere in mostra: il portaste acefalo di Agostino di Duccio; la cassapanca lignea con stemma di Sigismondo; l’iscrizione con scritta in gotico “Sigismondo Pandolfo” e il tipico schema a quadri oro rossi e bianchi; il calco bassorilievo di Agostino di Duccio con il segno zodiacale di Sigismondo, il cancro, e la rappresentazione della città medievale, proveniente dal Tempio Malatestiano; il calco ritratto di Sigismondo; un elemento architettonico con il simbolo di Roberto Malatesta e la rosa malatestiana; un crocifisso ligneo del xv secolo; la statua di Santa Caterina del xv secolo.
Un vero e proprio viaggio nella storia alla scoperta di cavalieri, dame, fortezze e maestose opere d’arte.

Per Info:
UICI sezione territoriale di Rimini
tel. 0541.29069 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e il martedì e giovedì dalle 15.00 alle 18.30

Forlì-Cesena – Il buio è servito… a tavola

Lunedì 15 ottobre, alle 19.15
Osteria dei Gladiatori, via Aurelio Saffi 55 a Cesena

Sedersi a tavola e degustare dell’ottimo cibo, ma senza poterlo vedere. È infatti una cena al buio quella organizzata dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, sezione di Forlì-Cesena, insieme all’Osteria dei Gladiatori di Cesena. Un evento pensato per sensibilizzare sul tema della cecità e per raccogliere fondi. Le serate in programma sono tre e si tengono sempre il lunedì, nei mesi di ottobre, novembre e dicembre. Il primo appuntamento è il 15 ottobre alle 19.15, all’Osteria dei Gladiatori, a cui seguiranno le cene del 12 novembre e del 10 dicembre.
Il rumore delle posate, il tintinnare dei bicchieri che si scontrano, il profumo di piatti fumanti e il sapore della tradizione culinaria romagnola. Il tutto avvolto nel buio più completo. Gli ospiti dovranno affidarsi agli altri sensi: tatto, olfatto, gusto e udito sono gli alleati per percepire in modo differente l’ambiente che ci circonda. Sono molteplici le sensazioni offerte dagli altri sensi, ma troppo spesso vengono trascurate perché la vista viene privilegiata. Sedersi a tavola sarà così il modo per lasciare spazio alle emozioni, in un ambiente rilassante e conviviale.
All’Osteria dei Gladiatori verrà preparato un menù con ingredienti a chilometro zero e gli ospiti potranno dedicare particolare attenzione ai sapori genuini e ai profumi dei cibi, lasciando libera la mente di richiamare alla memoria ricordi, volti e luoghi.
Le cene saranno anche un’occasione per sostenere le attività dell’Unione Ciechi, infatti parte dell’incasso della serata sarà devoluto alla sezione di Forlì-Cesena.
Il costo per partecipare all’evento è di 30 euro a persona. I posti sono limitati, è necessaria la prenotazione telefonando all’Osteria dei Gladiatori al numero 389.2068965.

Sport – BXC: Al via il Torneo di fine stagione “Trofeo Carlo Morelli – Umberto Calzolari”

Si svolgerà il 13 e il 14 ottobre, a Bologna presso il campo Leoni di via Bottonelli 70, il Torneo di fine anno di baseball per ciechi “TROFEO CARLO MORELLI – UMBERTO CALZOLARI”.
Alla manifestazione, che chiude la stagione agonistica, parteciperanno la Fiorentina BXC, gli Allblinds Roma, il Bologna Cvinta White sox, i Patrini Malnate, i Bluefire Cus Brescia, gli Staranzano Ducks, i Thunder’s Five Milano, i Lampi Milano e l’Umbria Redskins BXC.

Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS

Presentazione di Sunu e di Orcam, di Giuseppe Fornaro

La Commissione Ausili, Nuove Tecnologie e Accessibilità della Sezione Provinciale Uici di Napoli e Vision Dept, organizzano la presentazione di Sunu e di Orcam. Vi aspettiamo il 15 ottobre 2018 alle ore 13. La dimostrazione avrà luogo presso la Sezione Territoriale di Napoli, via San Giuseppe dei Nudi, 80 – 80135 Napoli. Per prenotarsi alla presentazione chiamare: 081 549 8834.

Sunu band, è un dispositivo wearable in grado di segnalare tramite vibrazione la presenza di varie tipologie di ostacoli, fino a 5 metri e mezzo di distanza. Il bracciale può essere utilizzato all’esterno e all’interno di luoghi chiusi ed inoltre è dotato di un’app dedicata e di un sistema wireless che offre altre funzioni all’utente. Questo è infatti dotato di un sistema di geolocalizzazione ed una bussola tattile integrati ad un orologio che sfrutta le vibrazioni per segnalare l’orario, inoltre sarà anche possibile sfruttare il rilevamento passi per monitorare l’attività fisica giornaliera.

Orcam è un nuovo ausilio indossabile per ipovedenti e non vedenti che rivoluziona la portabilità e l’utilizzo dei dispositivi di ingrandimento. Orcam converte in tempo reale informazioni visuali in informazioni verbali.(attraverso sintesi vocale in lingua italiano) È costituito da una microcamera collegata ad un auricolare che vengono fissati sulla stanghetta degli occhiali; quando Orcam è posizionato basterà indicare con il proprio indice cosa si vuole leggere/riconoscere ed il dispositivo attraverso l’auricolare ci darà le informazioni richieste attraverso la sintesi vocale installata. Con Orcam potrai:
– Leggere tutti i testi (giornali, riviste, bugiardini, medicinali, email a video ect);
– Leggere indicazioni stradali;
– Identificare i tuoi oggetti, Riconoscere i volti delle persone che frequenti.

Disponibili due modelli:
– My Eye, riconoscimento volti e prodotti previo addestramento.
– My Reader, modello standard per la lettura.

Sport – La Coppa Lombardia “Memorial Enrico Tieghi” al Kennedy di Milano

Sabato 6 ottobre si svolgerà, presso il campo Kennedy di via Olivieri 15 a Milano la quinta edizione della Coppa Lombardia di baseball per ciechi dedicata a Enrico Tieghi, arbitro BXC recentemente scomparso.
Le squadre partecipanti sono 4: LAMPI, MILANO, THUNDER‘s FIVE MILANO, PATRINI MALNATE E LEONESSA BRESCIA
Programma:
10:00, Thunder’s Five Milano – Lampi Milano
10:30, Patrini Malnate – Leonessa Brescia
11:00, Lampi Milano – Patrini Malnate
11:30, Leonessa Brescia – Thunder’s Five Milano
12:00 Lampi Milano – Leonessa Brescia
12:30, Patrini Malnate – Thunder’s Five Milano

Istruzione – Il binomio didattico tra docente disciplinare e quello per il sostegno…, di Marco Condidorio

Cosa fa in aula il docente?
Per rispondere alla domanda proviamo a individuarne l’origine:
La famiglia chiede insistentemente ore di sostegno nella certezza di poter assicurare così il diritto allo studio del proprio figlio ma, davvero è così?
La risposta è sì! Ma, evidentemente non in senso assoluto e comunque vi sono variabili da cui dipende il successo scolastico del nostro discente: i tempi d’assegnazione del docente per il sostegno; la formazione specifica dello stesso e le competenze educative oltre a quelle didattiche; la motivazione del docente a restare sul sostegno o comunque le ragioni della scelta e l’attitudine all’esercizio dell’empatia.
Il docente sul sostegno didattico, si sostituisce al collega di materia?
Certo che no!
Debbono assolutamente cooperare e relazionarsi entrambi con l’alunno/studente.
Chi fa e cosa?
Il docente per il sostegno didattico deve vigilare affinché sia attuato il PEI in tutte le sue parti e deve garantire quanto previsto nel documento ai fini dell’integrazione scolastica del discente.
Attua la didattica appropriata all’esigenze del discente e assicura una metodologia di valutazione degli apprendimenti ai fini dell’attestazione delle conoscenze e delle competenze acquisite dall’alunno/studente.
Non si sostituisce all’assistente alla comunicazione o per l’autonomia né al personale ausiliario; figure quest’ultime di cui si deve comunque e sempre prevedere l’intervento nel PEI.
L’assistente alla comunicazione o per l’autonomia ex lege 104/92 art.13 com.3 non svolge alcuna attività didattica disciplinare, ma di supporto e guida alla comunicazione.
Per alunni/studenti in situazione di cecità assoluta, di ipovisione grave o lieve la figura è l’educatore tiflologico, esperto in scienze tiflologiche di cui parleremo; oggi solitamente si fa riferimento, per i nostri alunni/studenti alla figura dell’assistente alla comunicazione.
La famiglia vive direttamente preoccupazioni e timori, per cui la domanda “Cosa faccia il docente in aula” deve poter essere esplicata sondando tutte le sfaccettature interne ed esterne al mondo della scuola, ma senza perdere mai di vista il significato didattico ed educativo che svolge il professionista quale docente.
Qualsiasi sia la ragione per cui un docente è in aula, quella dominante riguarda comunque la trasmissione dei saperi quali contenuti delle diverse discipline: italiano, storia, matematica, geografia, educazione motoria, musica; insomma, opera al fine di trasmettere contenuti mentali da sé al discente, da una testa ad un’altra.
Non li racconta semplicemente ma, adotta un metodo che chiamiamo “didattica”.
C’è differenza tra il docente disciplinare e quello per il sostegno?
Sostanzialmente no.
Entrambi trasmettono contenuti disciplinari da una persona ad un’altra, da loro al discente ma, evidentemente con metodologie differenti ovvero con didattiche afferenti, il primo alla disciplina, il secondo all’alunno o discente in situazione di disabilità.
Il docente di italiano avrà necessariamente una didattica attraverso cui impartire i contenuti disciplinari: per esempio la didattica che poggia sul criterio fono-sillabico/ortografico: didattica che si basa sulla sillaba in quanto facile da isolare. Generalmente consiste nell’associare ad ogni sillaba un simbolo figurativo.
O, il metodo globale: caratterizzato dall’enfatizzazione di una lettura il cui fine sia la comprensione del testo o parola letta.Il metodo presenta alcune difficoltà tra cui quella di un accesso diretto al lessico, tema su cui mi riservo di discuterne dettagliatamente in una sede dedicata specificatamente alla didattica della letto/scrittura.
Il docente per il sostegno dovrà applicare una didattica specifica che, nel rispetto di quella proposta dal docente disciplinare, afferente appunto alla materia di italiano per esempio, tenga conto delle criticità sensoriali e/o fisiche che di fatto impediscono all’alunno/studente di ricevere in modo paritario i medesimi contenuti trasmessi ai suoi compagni, con tempi però diversi e tecnologie appropriate alle sue stesse potenzialità.
Il docente per il sostegno dunque svolge attività didattica disciplinare, sì ma, con l’impiego di strumenti e/o tecnologie utilizzabili direttamente dall’alunno/studente per cui lo stesso, autonomamente poi sia nella condizione di gestire quanto appreso per potersi esercitare e mostrare così il proprio percorso di apprendimento ed essere valutato dall’insegnante per il sostegno e dai colleghi di materia.
Il momento della verifica, infatti, è assolutamente decisivo ai fini della valutazione degli apprendimenti che, nel caso di un alunno o studente cieco assoluto, ipovedente lieve o grave saranno resi manifesti agli occhi dei docenti attraverso metodologie e strumenti direttamente fruibili ed utilizzabili dall’alunno o studente in situazione di minorazione visiva, fosse anche solo la sua stessa voce o mani che scrivono utilizzando strumenti tecnologici appropriati, vedi la dattilo Braille o il pc munito di display Braille.
Sorge spontanea la domanda: chi educa l’alunno/studente alla conoscenza e all’uso degli strumenti e dei materiali affinché sia autonomo pari ai compagni?
Come detto sopra, Lo vedremo oltre.
Torniamo al docente per il sostegno di cui a questo punto sottolineiamo il termine “didattica”. Perché?
Semplice quanto essenziale, perché il docente per il sostegno è docente per il sostegno alla didattica specifica.
Sottolineare poi il ruolo del docente per il sostegno didattico rispetto al contesto classe è assolutamente necessario alla comprensione del concetto di “sistema didattico-educativo” nel quale opera, non solo il docente per il sostegno didattico, ma anche quello curricolare.
Le due figure si completano o e non si sostituiscono, come già scritto, rispetto alla specificità dei ruoli anzi, evitando ogni tipo di delega, i risultati migliori in termini di apprendimenti li raggiungono solo nella cooperazione e nell’esercizio della professione docente attraverso una sintesi didattica che rispetti e operi in funzione dei tempi e degli apprendimenti d’ogni singolo discente, compreso quello in situazione di minorazione sensoriale e/o con minorazione aggiuntiva.
Il docente dunque ha competenze didattiche sì, ma anche educative in quanto dev’essere competente nell’educazione dei sentimenti e delle emozioni, la letteratura per esempio è generalmente un modello di didattica nel senso che presenta sottoforma di poesia, racconti situazioni emozionali di diversa natura.
E così, il nostro docente di sostegno alla didattica, non ha solo il ruolo di trasmettere contenuti disciplinari, ma anche di educare il discente all’esercizio del sé in relazione al mondo con la conoscenza di questi.
Ecco, il discente deve poter costruire due mappe essenziali per la crescita e la sua maturità: quella cognitiva e quella emotiva.
Per quella cognitiva necessita di una didattica specifica, non speciale; un approccio metodologico rispettoso dei tempi e delle sue potenzialità; di una didattica pensata quasi su misura ma che lo lasci libero ed autonomo nella elaborazione dei contenuti trasmessi dal maestro, dal docente; la didattica, quando appropriata non condiziona ma consegna; attraverso l’insegnamento di contenuti specifici il discente acquisisce un sapere che, se sta percorrendo adeguatamente il proprio cammino di alunno/studente potrà diventare il bagaglio culturale da cui attingere per e in ogni occasione della vita.
Mentre la didattica non appropriata non consegna, ma segna e dunque condiziona il discente ad un “sentire del mondo” alterato rispetto alla realtà, relegandolo ai margini di un analfabetismo cognitivo ed emotivo.
Ecco perché il docente per il sostegno didattico, pari al docente di materia, deve possedere quella formazione utile per essere un buon insegnante.
Relativamente alla mappa emotiva, cioè per la costruzione della capacità di conoscere e gestire l’emozioni, l’insegnante deve agire sul ciò che del mondo noi cogliamo, sentiamo, ovviamente dopo averci guidati nella comprensione di ciò che il mondo è e di come e cosa conosciamo.
In sintesi, è l’insegnante a determinare il valore esecutivo o passivo di queste due dimensioni:
quella cognitiva: come e cosa conosciamo del mondo, il modo in cui conosciamo il mondo medesimo;
e quella emotiva: il modo in cui risuonano dentro di in noi gli eventi del mondo, quel che lo stesso mondo ci trasmette.
Non è sufficiente la mera trasmissione di un contenuto, ma la comprensione e l’effetto dello stesso in noi, nella mente e di quanto rimbalzi nel cuore.
L’insegnante curriculare, così pure quello per il sostegno didattico, hanno il ruolo di far conoscere l’emozioni e di guidare il discente nella gestione e differenza che tra l’una e l’altra passa nei diversi istanti della quotidianità.
Giunto ai dieci, undici anni un alunno è pronto ad assumere il ruolo di studente e di passare dunque alla scuola secondaria di primo grado.
Il sostegno didattico consegna nel tempo al discente la capacità di accogliere, elaborare e restituire contenuti disciplinari: la fisica, la matematica, la geometria piana e solida, l’esplorazione di cartine geografiche fisiche e politiche, la letteratura, le lingue straniere saranno contenuti filtrati attraverso un metodo, che egli stesso avrà acquisito e imparato a gestire, quello di saper intuire, cogliere, analizzare, disporre in sequenza logica,comprendere e di fare sintesi dei singoli concetti per sistemare nella propria mente le nuove conoscenze. Dunque non più un sostegno didattico, ma la capacità di applicare un metodo didattico, acquisito, per fruire di qualsiasi sapere.
Lo studente ben equipaggiato, in quanto possiede un sufficiente bagaglio di esperienze cognitive ed emotive, potrà superare ogni tipo di sfida, sia disciplinare, didattica che emotiva.
Diversamente non sarà in grado né di scegliere e né di discriminare un tipo d’azione da un’altra.
Non saprà emozionarsi perché non riconoscerà le emozioni, perché nessuno lo ha mai saputo o voluto guidare nella costruzione della mappa emotiva.
L’insegnante è colui il quale incide l’animo del discente; colui che segna il nostro cammino, lo segna nel bene e nel male.
Ogni animo ha avuto almeno un maestro che lo abbia forgiato alle conoscenze del mondo e delle leggi che lo governano come per esempio, quello di causa-effetto, di non contraddizione.

Istruzione – Istituito il servizio ProntoScuola!

ProntoScuola! Al numero 06 6998 8387!
Presso la Presidenza Nazionale dell’Unione è istituito da oggi il Servizio ProntoScuola.
Il servizio riguarda gli alunni e gli studenti in situazione di disabilità visiva anche con eventuali minorazioni aggiuntive i quali, in tanti, troppi, soffrono delle inadempienze più disparate e subiscono le discriminazioni peggiori:
– ritardo nell’assegnazione del docente per il sostegno;
– scarsa formazione dei docenti assegnati;
– mancata consegna dei testi scolastici entro l’inizio delle lezioni;
– inserimento in classi superiori ai 20 alunni, sino a numeri improponibili e fuori dalle norme;
– servizi insufficienti e/o male organizzati: trasporti, materiale didattico inesistente, obsoleto o inadeguato;
– difficoltà nel dialogo scuola-famiglia;
– e tanto, tanto altro ancora…

Da oggi, la Presidenza Nazionale mette a disposizione ProntoScuola!
Un servizio telefonico di consultazione e di informazione che cercherà di contribuire ad alleviare il disagio dei nostri ragazzi e di dare più celere soluzione ai tanti problemi che insidiano il percorso di inclusione scolastica.
Il servizio, per il momento, sarà attivo tre giorni la settimana:
martedì 15.00 – 18.00
mercoledì 15.00 – 18.00
giovedì 9.00 – 12.00

Le persone interessate (genitori, insegnanti, operatori, ecc…) potranno formulare quesiti su tutti gli argomenti e rappresentare le varie criticità da affrontare, in particolare:
– trascrizione testi scolastici;
– certificazione e PEI;
– piano Individuale;
– assegnazione insegnanti di sostegno e altri operatori;
– formazione docenti per il sostegno;
– progetti in favore dell’inclusione scolastica promossi dal MIUR;
– prove Invalsi, percorsi didattici e strumenti;
– progetti Indire;
– alternanza scuola-lavoro;
– normativa vigente in materia di inclusione scolastica;
– e ogni altra problematica individuale o di gruppo.
Il servizio ProntoScuola! Prevede anche una segreteria telefonica attiva dal lunedì al venerdì che consentirà di lasciare messaggi e segnalazioni in attesa di essere richiamati.
Marco Condidorio e Marinica Mecca, rispettivamente coordinatore e segretaria della commissione nazionale istruzione, sono responsabili del servizio e risponderanno al telefono negli orari indicati, oltre che elaborare e dare risposte alle segnalazioni in segreteria telefonica.
Raccomandiamo conversazioni brevi e segnalazioni rapide così che il servizio possa svolgersi in modo snello e senza eccessivo ingolfamento di linee telefoniche.
Il primo anno avrà carattere sperimentale e ci darà maggiori strumenti di valutazione per una eventuale stabilizzazione del servizio per il futuro.