Terzo appuntamento con Cinema senza Barriere®: “Notti Magiche”, il nuovo film diretto da Paolo Virzì

Mercoledì 21 novembre, all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano

Mercoledì 21 novembre, all’Anteo Palazzo del Cinema (sala Rubino), ore 19.30, torna l’appuntamento mensile con Cinema senza Barriere®, la rassegna cinematografica ideata da A.I.A.C.E Milano che consente la visione ai disabili sensoriali (ciechi, ipovedenti e sordi) assieme al normale pubblico, in un’ottica di integrazione e condivisione.

In programma “Notti Magiche”, il nuovo film diretto da Paolo Virzì presentato come evento speciale all’ultima Festa del Cinema di Roma, in cui il regista racconta l’avventura trepidante, nello splendore e nelle miserie dell’ultima stagione gloriosa del Cinema Italiano, di tre giovani aspiranti sceneggiatori.
Durante i campionati del mondo di calcio Italia ’90, la notte in cui la Nazionale viene eliminata ai rigori dall’Argentina, Leandro Saponaro (Giancarlo Giannini), un noto produttore cinematografico, viene trovato morto nelle acque del Tevere. I principali sospettati dell’omicidio sono tre giovani aspiranti sceneggiatori: Antonino (Mauro Lamantia), metodico e rigoroso studente siciliano, Luciano (Giovanni Toscano), toscano vitale e festaiolo, ed Eugenia (Irene Vetere), figlia di una potente famiglia romana in perenne depressione. I tre sono chiamati a ripercorrere la loro versione al Comando dei Carabinieri.
Il progetto Cinema senza Barriere®, ideato nel 2005 da A.I.A.C.E Milano per la direzione di Eva Schwarzwald e Romano Fattorossi, ha lo scopo di promuovere concretamente il diritto di chiunque di andare al cinema, non udenti e non vedenti inclusi, godendo appieno di uno spettacolo nella stessa sala con persone normodotate.
Nato grazie alla collaborazione con ENS (Ente Nazionale Sordi Onlus di Milano) e UIC (Unione dei Ciechi e degli Ipovedenti), Cinema senza Barriere® è sostenuto da Fondazione Cariplo e dal mese di ottobre dai fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
A.I.A.C.E Milano con Cinema senza Barriere® promuove l’utilizzo dei loghi che indicano l’accessibilità alle proiezioni per persone con disabilità della vista e dell’udito.

Il calendario completo delle proiezioni sarà disponibile su www.mostrainvideo.com
Le cuffie si possono ritirare all’ingresso della sala di proiezione.
Biglietti: € 6 intero; € 4,50 cad. per la persona non vedente/udente e accompagnatore
www.spaziocinema.info // 02 6597732 //

Euforia di Valeria Golino, ore 19.30, Anteo Palazzo del Cinema di Milano (Sala Rubino)
Si ringrazia 01 Distribution per la cortese collaborazione.
Cinema senza Barriere® by A.I.A.C.E. Milano
info@mostrainvideo.com // www.mostrainvideo.com // 02 462094

I tre giovani protagonisti Antonino, Luciano ed Eugenia, durante una scena del film

I tre giovani protagonisti Antonino, Luciano ed Eugenia, durante una scena del film

Gli attori insieme al regista Paolo Virzì

Gli attori insieme al regista Paolo Virzì

Ufficio stampa Lo Scrittoio
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Presentazione de «Il Circuito» un film di Daniele Costa

Venerdì 23 novembre h 21:00
sala Fronte del Porto – Cinema Porto Astra
via Santa Maria Assunta 20, Padova

Il Circuito è l’ultimo lavoro video di Daniele Costa, videoartista classe ’92, che venerdì 23 novembre sarà presentato per la prima volta presso la sala Fronte del Porto del cinema Porto Astra.
Il progetto parte dalla storia di Elisa Moscato, non vedente dall’età di 17 anni a causa di un aggravamento di una malattia congenita. Il lavoro osserva e ripercorre, attraverso il mezzo video, le sue modalità di ridefinizione spaziale e le esigenze interpretative del mondo che la circonda durante una gara di rally, sport che pratica da alcuni anni.
Fare la co-pilota consente ad Elisa di rielaborare il proprio spazio e i propri confini in relazione e grazie all’attività sensoriale che compie. Da quando ha perso la vista, le immagini di cui aveva avuto esperienza sono rimaste nella sua memoria, contribuendo a determinare un nuovo processo di apprendimento della realtà circostante.
Il rally diventa l’esperienza totalizzante che le permette di acquisire sensazioni e stimoli connettendoli alle immagini appartenenti alla sua memoria.
Il corto, completamente girato all’interno di un veicolo durante una gara di rally, indaga il circuito che unisce diversi stati di comprensione: tatto, propriocezione, immaginazione e memoria, capaci di mescolare realtà esperita e le sensazioni ricevute ed elaborate in quei frangenti.
Il montaggio costruisce una narrazione non lineare e svela al contempo il completarsi del circuito, che si compie sia attraverso la gara lungo il tracciato della strada, sia a livello percettivo e intracerebrale, generando una modalità di visione altra.
Il lavoro è stato realizzato grazie alla fondamentale collaborazione e disponibilità della Scuderia Progetto M.I.T.E. di Brescia, grazie alla quale ipovedenti e non vedenti, forniti di road book in braille o ingrandito, svolgono il ruolo di navigatori in gare di regolarità e rally.
Il lavoro vede inoltre la collaborazione di Careof, organizzazione no-profit per l’arte contemporanea di Milano che favorisce la creatività e la sperimentazione artistica in ogni sua espressione e forma. Organizza, tra le altre cose ArteVisione, workshop intensivo dedicato a giovani artisti che lavorano con il mezzo video in collaborazione con SkyArte, a cui Daniele Costa ha partecipato nel 2017 e grazie a cui ha elaborato le fasi successive del lavoro.
Durante la serata del 23 novembre, alla proiezione del film seguiranno una serie di interventi che racconteranno il lavoro e ne approfondiranno i temi.
Saranno presenti in sala:
Daniele Costa, regista
Gilberto e Barbara Pozza della scuderia Progetto M.I.T.E. di Brescia, che grazie alla loro disponibilità e collaborazione hanno reso possibile la realizzazione del lavoro;
Roberto Callegaro, Presidente della Sezione Provinciale di Padova per l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti;
Elisa Moscato e Sandro Martini, protagonisti del video;
Marco Furlanetto, sound designer che ha raccolto l’impronta sonora del lavoro;
Caterina Benvegnù, curatrice che ha seguito la direzione artistica del progetto;
Guido Bartorelli, curatore e docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Padova;
IL CIRCUITO è un film di Daniele Costa realizzato con il supporto di Scuderia Progetto M.I.T.E, Brescia e di For H Srl; con la partnership tecnica di Moovie Film Service Company e con la collaborazione di Careof, Milano. Si avvale inoltre del patrocinio dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Dettagli tecnici
IL CIRCUITO
video
Durata: 14’26’’
Anno di esecuzione: 2018
Paese: Italia

Biografie:
Daniele Costa (Castelfranco Veneto, 1992)
Inizia la pratica artistica nel 2013 dedicandosi prevalentemente al video.
Dopo la laurea di primo livello in Discipline delle Arti Musica e Spettacolo all’Università di Padova, completa gli studi in Arti Visive nel 2018 presso l’Università IUAV di Venezia, con una tesi di ricerca sul fine vita nei centri assistenziali per malati terminali dal titolo “Ad mortem, piccoli interventi sul fine vita”. La sua ricerca si focalizza sulla conoscenza del corpo umano in due direzioni di introspezione personale. Da una parte il funzionamento interno del corpo umano, basata su approfondimenti medico-scientifici, dall’altra la singolarità umana, la conoscenza dell’individuo in rapporto alla sua storia, al suo mondo e alla sua persona. I suoi progetti sono stati presentati in istituzioni e festival quali National Gallery of Art Tirana (AL), Thessaloniki museum of contemprary art e Thessaloniki museum of photography, House of King Peter I Belgrado (RS), Artevisione Careof e Sky Arte (Milano), Fondazione Bevilacqua la Masa (Venezia).

Progetto M.I.T.E.
Progetto M.I.T.E. nasce nel 1998 grazie a un’idea di Gilberto Pozza. Il nome è l’acronimo della parola “insieme” in quattro diverse lingue: tedesco, italiano, inglese e francese (Miteinander, Insieme, Together, Ensemble). Tale progetto, unico al mondo, dà l’opportunità a persone ipovedenti e non vedenti di partecipare, come navigatori, a gare di rally internazionali e nazionali e gare di regolarità.
La serietà del Progetto M.I.T.E., unita alla disponibilità degli organizzatori di gare automobilistiche, primo tra tutti Ernesto Cinquetti dell’Autoconsult & Competition, hanno permesso l’instaurarsi di un rapporto di reciproca fiducia grazie al quale, una volta comunicata l’intenzione di partecipare ad un evento sportivo, lo staff del Progetto M.I.T.E. riceve il road book ufficiale (libro contenente il percorso della gara) con qualche giorno d’anticipo per poterlo interpretare, trascrivere e stampare in braille. L’importanza del Progetto M.I.T.E. consiste nel fatto che i non vedenti sono realmente inseriti nel mondo dell’automobilismo e gareggiano al pari degli altri equipaggi comparendo nella classifica generale, non necessitando di una graduatoria a sé stante.

Info e contatti:
Gilberto Pozza: 392 9265529 – gilbipozza@gmail.com
Caterina Benvegnù: 339 7866948 – caterina382@gmail.com

Sport – Campionato del mondo di judo: Azzurri in Portogallo

Da venerdì a domenica, Odivelas (distretto di Lisbona) ospiterà i campionati del mondo di Judo. C’è grande attesa per l’evento che vedrà la partecipazione di sette atleti azzurri. La delegazione italiana è sbarcata oggi in Portogallo per prepararsi alla competizione. Giovedì anche il presidente della Fispic Sangro Di Girolamo e il Segretario federale Andrea Cesolini raggiungeranno Odivelas per assistere all’Ibsa Judo World Championships. Oggi sono sbarcati a Lisbona il Direttore Sportivo del Judo Rosario Valastro, il Tecnico Nazionale Roberto Tamanti e il Medico Massimo Gigli Massimo, insieme agli atleti Valerio Romano Teodori, Simone Cannizzaro, Asia Giordano, Michela Peli, Federico Giuseppe Dura, Carolina Costa e Matilde Lauria. Gli incontri si svolgeranno nella palestra Sports hall Pavilhao multiusos de Odivelas, Alameda do Porto Pinheiro, 2675-668, a Odivelas.

F.I.S.P.I.C. Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi, Via Flaminia Nuova n. 830 – 00191 Roma – ITALIA
sito web: http://www.fispic.it
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Insegnanti e Docenti non vedenti in formazione e aggiornamento…, di Marco Condidorio

Giovedì 15 novembre alle ore 14:30, presso l’Istituto Francesco Cavazza avrà inizio la tre giorni di formazione e aggiornamento per oltre 15 docenti non vedenti e ipovedenti gravi.

Erano oltre quattro anni che i docenti non vedenti della scuola italiana attendevano questo momento di formazione e aggiornamento, finalmente offerto dall’I.Ri.Fo.R. nazionale e che avrà luogo nel prestigioso Istituto bolognese di via Castiglione.
L’Istituto Francesco Cavazza, fanno sapere i vertici di via Castiglione, è onorato di ospitare per la prima volta oltre quindici docenti provenienti da tutte le regioni italiane, al fine di consentire loro una tre giorni di formazione e aggiornamento sui temi più importanti, che toccano da vicino la professione docente e non solo.
Infatti per la prima volta un ex istituto per ciechi si offre quale struttura recettiva per lo svolgimento di un corso rivolto a docenti non vedenti.
L’organizzazione dell’Istituto ha permesso di allestire l’aula di informatica e le sale dove saranno tenute le lezioni, che terranno impegnati i docenti, per tre giorni nuovamente studenti, sulle tematiche più sensibili, tra cui l’accessibilità dei registri elettronici e dei testi scolastici, la normativa vigente afferente la scuola in particolare la legge 107/2015 e sulle tecniche e strategie per tenere la classe e svolgere le lezioni.
Ed infatti il titolo del corso è: la valorizzazione del docente e dirigente disabile visivo nel contesto normativo ed organizzativo, didattico, educativo e formativo della legge 107/2015
L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti ha investito tanto nella sua storia per la formazione dei futuri cittadini, così come oggi fa lo stesso I.Ri.Fo.R. nazionale.
L’I.Ri.Fo.R. ONLUS, Ente accreditato dal Ministero dell’Istruzione ai sensi del D.M. 177/2000, ha accolto la proposta delle commissioni nazionali, quella per la tutela dei diritti degli insegnanti e quella dell’Istruzione e Formazione, le quali hanno voluto fortemente questa opportunità formativa e di socializzazione delle più diverse tematiche afferenti le difficoltà della stessa professione, soprattutto quelle relazionali tra colleghi e studenti.
La professione docente non richiede, per il suo svolgimento, abilità fisico/sensoriali; in aula, di fronte agli studenti sono necessarie competenza, scioltezza, intuizione, empatia, professionalità ed un buon uso della dote più difficile, l’ascolto.
Non di meno sono importanti la capacità di sapersi porre, relazionare e, soprattutto condividere con studenti, colleghi e personale scolastico difficoltà soggettive e oggettive.
Molte sono le persone non vedenti che scelgono la carriera dell’insegnamento ma, non sufficientemente da catturare l’attenzione del ministero dell’istruzione sui temi più sensibili per noi docenti non vedenti o ipovedenti gravi e talvolta con minorazione aggiuntiva.
Come dire che dobbiamo ammettere che a fare la storia sono sempre le quantità e non le qualità, nel caso nostro le persone che hanno scelto l’insegnamento come professione.
Ma veniamo alle finalità di questo importante appuntamento con la formazione e l’aggiornamento:
il corso si propone di riportare al centro del dibattito sulla scuola, nuovamente la figura dell’insegnante attraverso una riflessione complessiva sulla situazione italiana, non solo dell’istituzione scolastica ma, dell’istruzione e dell’educazione in relazione alle esigenze dei docenti in situazione di cecità assoluta, parziale o di ipovisione grave, che vi operano. La disabilità verrà indagata nei suoi aspetti problematici e penalizzanti, ma anche presa in considerazione come valore aggiunto, specialmente sul terreno didattico e pedagogico. Verranno approfondite le strategie e le metodologie più adatte per affrontare gli aspetti relativi all’informatizzazione della scuola e verrà fatta una ricognizione delle principali forme di comunicazione messe in atto dagli studenti di oggi, soprattutto per quel che attiene ai linguaggi non verbali. Il tutto avendo come sfondo la normativa attualmente vigente, vedi per esempio la legge 107/2015
Gli Obiettivi specifici, per cui questa tre giorni può essere ritenuta a tutti gli effetti il modello per futuri progetti formativi che intendano rivolgersi a docenti o dirigenti non vedenti sono:
• “Conoscere meglio i propri diritti per un miglior esercizio dei propri doveri, diritti già normati e quelli per i quali, con l’apporto dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, si possa conseguire opportuna regolamentazione.
• Fare il punto sulla conoscenza e la pratica delle tecnologie informatiche e multimediali e verificarne sia il migliore uso sia il miglioramento dell’accessibilità
• Cogliere tutte le opportunità offerte dall’informatica per la gestione dei propri compiti burocratici e didattici.
• Mettere a fuoco i problemi relazionali con i colleghi (per i docenti) e con il personale dipendente (per i dirigenti scolastici)
• Comprendere l’odierna realtà adolescenziale e giovanile rispetto alle distorsioni indotte dalla minorazione visiva, approfondendo i linguaggi non verbali.”
Si sottolinea la mancanza, a questo seminario, dei dirigenti scolastici non vedenti che, nel passato hanno lavorato nella scuola italiana, con competenza e dedizione, lessico appropriato e autorevolezza.
Comunque, se è pur vero che fisicamente siamo una minoranza, dal punto di vista della dedizione, della professionalità, del credo personale e dell’entusiasmo, il docente rappresenta ancora oggi, per questa nostra società così fortemente concentrata sull’utilità immediatamente spendibile d’ogni cosa purché materiale, il contraltare dell’utilità medesima, ovvero sia siamo l’inutilità nel senso più profondo e bello del pensiero teoretico greco, che ha rivolto se stesso al vero senso delle cose, lasciando la ricerca dell’utilità all’altro, per l’altro, contemplando il senso per sé; e che, in questo esercizio volto al coglimento del vero sapere, la professione docente, sola trova se stessa e s’esplica!
Marco Condidorio

Istruzione – Primi passi del sodalizio tra MIUR e UICI, di Marco Condidorio

A breve presenteremo al Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca il bando per il concorso rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado “la scuola siamo noi, io come Lucio” del Premio Lucio Carassale, che avrà cadenza triennale; inoltre, è prossima la convocazione e dunque l’insediamento del comitato paritetico previsto all’articolo quattro del protocollo d’intesa MIUR-UICI ed enti collegati.

La sottoscrizione del Protocollo d’intesa Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca con oggetto “Inclusione scolastica in rete per una istruzione, educazione e formazione per tutti i bambini, alunni e studenti ciechi assoluti, parziali e ipovedenti e/o con minorazione aggiuntiva: servizi e risorse in rete”, ha sancito quel sodalizio tra Ministero e territorio attraverso la rete di servizi tiflologici di cui l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sarà garante per tutti gli alunni, studenti frequentanti la scuola d’ogni ordine e grado, assieme agli enti collegati: Biblioteca per ciechi e ipovedenti Regina Margherita di Monza, la Federazione nazionale delle Istituzioni pro Ciechi, l’I.Ri.Fo.R. Istituto per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione per citare i più conosciuti.

Il 23 agosto u.s. è stato firmato il protocollo tra Miur e UICI ed enti collegati,traguardo storico, che pone al centro dei servizi tiflologici anzitutto l’alunno/studente in situazione di cecità assoluta, parziale e/o di ipovisione grave e comunque certificato alla luce della normativa vigente in materia di classificazione e certificazione della minorazione visiva legge 138/2001.
Perché possano trovare piena cittadinanza i principi ispiratori del sodalizio firmato in agosto, sarà necessario ripensare, pianificare e progettare, per poi realizzare nuovi e maggiormente efficaci percorsi di formazione e costruzione di servizi tesi a garantire figure professionali, non adattate ma, professionalmente pensate e costruite a partire dal curriculo attraverso cui sia possibile l’acquisizione del certificato attestante le conoscenze e competenze in campo tiflologico.
E così, la formazione specifica dei docenti curricolari e per il sostegno e degli educatori, quali professionisti della didattica e dell’educazione in favore dell’inclusione scolastica dei bambini, degli alunni e degli studenti ciechi assoluti, parziali e ipovedenti gravi e con minorazioni aggiuntive, non potrà che essere efficacie per ricerca, analisi, studio circa gli approcci metodologici afferenti la didattica e l’educazione e per l’utilizzo appropriato di materiali e strumenti secondo un approccio tiflologico.
Ma, anche gli strumenti e materiali ad uso e consumo degli alunni o studenti ciechi assoluti o ipovedenti gravi, richiedono una profonda analisi circa la loro destinazione che, se pure li inquadra secondo una classificazione meramente materialistica, rappresentano il fine o qualità definiti, quella cioè d’essere accessibili e fruibili dal punto di vista tiflologico e che a loro volta consentono l’accesso alla didattica, allo studio, dunque alla cultura, che significa anche libertà di pensiero e da una situazione di svantaggio sensoriale.
Ecco che, l’accessibilità e fruibilità, che rappresentano l’applicazione della normativa vigente in materia di accessibilità e fruibilità dei siti web e dei materiali per persone in situazione di minorazione visiva non possono restare mero annuncio della norma, solo per il fatto d’essere parte sostanziale della massima ma, debbono tradursi in azione e dunque Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, assieme all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, proporranno al tavolo del comitato paritetico, di recente istituzione tra Miur e UICI, per effetto del protocollo, di tradurre in concreto quanto previsto dalla legge 4 del 9 gennaio 2004 pensata dal legislatore proprio per rispondere alle criticità afferenti la fruizione di piattaforme web, tecnologie e strumenti e materiali, tra cui i testi scolastici in forma digitale, accessibili per persone cieche assolute, ipovedenti gravi e/o parziali; quando parliamo di “fruibilità” bisogna intendere nel senso di “utilizzabilità in termini di accessibilità e fruibilità” delle tecnologie.
E tutto questo per comprendere che, alla luce delle innumerevoli criticità, manifestatesi nei più svariati ambiti della vita scolastica, lavorativa e sociale delle persone cieche assolute, ipovedenti gravi e/o in situazione di pluriminorazione,che hanno viste le stesse persone discriminate riguardo ai loro diritti si dovrà operare per la riaffermazione e garanzia di taluni principi:
quello di fruire, accedere liberamente e autonomamente all’istruzione, all’educazione, alla cultura e formazione e di consolidare l’uso e la diffusione di strumenti e tecnologie accessibili e fruibili per alunni e studenti ciechi assoluti, parziali o ipovedenti gravi come, libri di testo in Brailleo e in caratteri ingranditi per gli ipovedenti; come è noto, per gli alunni e studenti, la produzione dei testi scolastici dipende dalla scelta del consiglio di classe o dal dipartimento disciplinare e dall’approvazione del collegio docenti; modalità e tempi di questa procedura di selezione e scelta, spesso giunge troppo tardi agli enti preposti alla trascrizione in braille o in caratteri ingranditi. Tutto questo determina disagio per l’alunno o studente perché non ha al pari dei compagni di classe il libro sul banco a inizio anno.
Lo stesso dicasi per i docenti non vedenti o ipovedenti gravi che, sempre nei termini del diritto mancato, vi è quello all’uso delle tecnologie e ai siti web per ragioni lavorative, dunque per poter svolgere al pari dei colleghi la professione docente: Registri elettronici per i quali vi è l’obbligo di utilizzo da parte dei docenti, per tutte le ragioni di carattere giuridico, amministrativo e non ultimo di quelli di tipo didattico e legati alla programmazione disciplinare, giudizi e assenze; libri di testo, sia in versione cartacea che digitale, inutilizzabili e quindi non accessibili né fruibili per il docente cieco assoluto o ipovedente grave. E ancora, quello relativo all’uso autonomo, mediante strumenti e tecnologie appropriate per chi è cieco assoluto, ipovedente grave e/o con minorazione aggiuntiva, nel desiderio di volersi aggiornare al pari dei colleghi vedenti, per poter restare in graduatoria e acquisire ulteriori crediti/punteggi come ogni professionista della scuola e non rischiare d’essere emarginato o peggio, escluso da eventuali scelte del dirigente scolastico, possa invece concorrere in piena autonomia e libertà alla prova concorsuale, per se stesso e in funzione dell’avanzamento di carriera.
Purtroppo ancora oggi, il candidato non vedente o ipovedente grave corre il rischio di vedersi negato tale diritto di fronte all’inadempienza dell’istituzione pubblica, che lo pone dinanzi all’inaccessibilità delle piattaforme web, dove enti di formazione accreditati dal MIUR, tengono corsi i cui materiali sono, come le stesse piattaforme assolutamente preclusi ai docenti precari e non, che siano in situazione di cecità assoluta, parziale, ipovedenti gravi e/o con minorazione aggiuntiva.
A questo punto chiederemo a codesto Ministero l’opportunità di prevedere, nel bando di accreditamento, il “criterio di piena accessibilità e fruibilità” per candidati ciechi assoluti, parziali, ipovedenti gravi e/o con minorazione aggiuntiva, sia delle piattaforme web che dei contenuti corsuali, proposti da gli enti i quali, partecipano al bando di richiesta di tale accreditamento;
ciò eviterebbe ai candidati non vedenti o ipovedenti gravi l’umiliazione di sentirsi esclusi da quel diritto d’ognuno di poter partecipare in prima persona alla crescita del paese e conseguentemente alla propria; e, cosa imprescindibile per ogni paese civile che si rispetti, l’applicazione della normativa vigente in materia di accessibilità e fruibilità dei siti della pubblica amministrazione, conosciuta come legge Stanca n4 del 9 gennaio 2004.

L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, attraverso la rete dei servizi a sostegno dei bambini, alunni e studenti in situazione di minorazione visiva e del loro diritto allo studio;
con la cooperazione e la messa in campo delle figure professionali, che specificatamente operano nell’area delle tiflo-tecnologie, dell’informatica e dell’web;
mediante la cooperazione dell’Ente nazionale I.Ri.Fo.R. Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione, accreditato dal Miur;
grazie alla progettazione e realizzazione di percorsi formativi svolti dalle università, presso i dipartimenti di scienze della formazione primaria e/o dell’educazione attraverso master studiati e proposti dal Network per l’Inclusione scolastica, istituito dal Coordinamento degli enti dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti nell’aprile 2016, inserito nell’ipotesi di protocollo di intesa citato al punto (1) del documento, oggi sarà possibile avere figure professionali debitamente e specificatamente preparate per l’area del sostegno e dell’educazione in favore dei bambini, alunni e studenti ciechi assoluti, parziali e ipovedenti.

L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti chiederà a Codesto Ministero il riconoscimento/accreditamento di queste figure, nell’ipotesi di istituzionalizzarne il percorso formativo (curricolo), che possa trovare così una propria e legittima collocazione nell’offerta formativa dei percorsi universitari.

In ragione di quanto scritto sin qui e nella consapevolezza che, oggi sia l’intesa tra gli enti MIUR e UICI a rendere fattiva l’inclusione scolastica di tutti i bambini, alunni e studenti frequentanti la scuola pubblica d’ogni ordine e grado che si trovino in situazione di minorazione visiva,l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti rinnova a tutte le strutture, partner della rete dei servizi a favore dell’Istruzione, della Ricerca e per la formazione tiflopedagogica, la cooperazione politica ed operativa proposta attraverso il protocollo di intesa per favorire e realizzare nei tempi e nelle modalità, secondo gli approcci metodologico-didattici, tiflologicamente studiati; idonei aconsentire per ogni discente il pieno raggiungimento degli obiettivi scolastici, alla luce di una istruzione libera e di una educazione adeguata alle esigenze, senza alcuna limitazione alle potenzialità e aspirazioni personali; valorizzando così attitudini e scelte dell’alunno e dello studente, qualsiasi sia la minorazione visiva in cui egli è costretto a vivere.

18 novembre 2018: Prossimo spettacolo audiodescritto!

Prossimo appuntamento di Teatro No Limits, le audiodescrizioni di spettacoli teatrali realizzate dal Centro Diego Fabbri di Forlì.

DOMENICA 18 NOVEMBRE 2018 ORE 16.00
TEATRO DUSE – BOLOGNA

COPENAGHEN – Essai
di Michael Frayn

regia Mauro Avogadro
con Umberto Orsini, Massimo Popolizio
e con Giuliana Lojodice

A diciotto anni dalla sua prima rappresentazione torna in scena uno spettacolo diventato ormai un classico del teatro contemporaneo grazie a tre interpreti straordinari,
Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice.
Sul “Corriere della Sera”, Franco Cordelli scrisse di Copenaghen:
“È raro che un cronista di cose teatrali si arrischi a tanto; è raro che dica, senza mezzi termini, andate a vedere questo spettacolo, andatelo a vedere tutti,
in specie voi che non andate mai a teatro, voi che lo detestate, o credete di detestarlo. Copenaghen è teatro di una semplicità disarmante e di una intensità espressiva senza pari”.

INGRESSO € 3,00 NON VEDENTI E IPOVEDENTI
INGRESSO RIDOTTO ACCOMPAGNATORI

IMPORTANTE:
Per predisporre il servizio di audiodescrizione è necessario sapere in anticipo il numero dei partecipanti all’iniziativa.
Per questo motivo vi invitiamo a prenotare al più presto il vostro posto con audiodescrizione.
Questo ci darà modo di poterla organizzare nel migliore dei modi.
Grazie!

Nel caso non vi fossero prenotazioni il servizio di audio descrizione non verrà realizzato.

INFO – PRENOTAZIONI
Centro Diego Fabbri
TEL 0543/30244
E-MAIL: info@centrodiegofabbri.it
SITO: www.centrodiegofabbri.it

Ascoli Piceno – Pluri-disabilità, le parole e le cure che fanno la differenza

Sala gremita, nell’aula consiliare, per il seminario che ha concluso a San Benedetto del Tronto il tour nazionale promosso dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti. Presenti anche gli studenti dell’Iis. Nicola Panocchia: “Il 49 per cento dei decessi ospedalieri di persone con disabilità, sono morti che potevano essere evitate”

Che succede quando una persona con disabilità entra in ospedale? Quanto è importante il ruolo della famiglia? Cosa può fare ognuno di noi e cosa dovrebbero fare le istituzioni per garantire a tutti la giusta assistenza? Ne hanno parlato gli esperti chiamati a raccolta a San Benedetto del Tronto nel seminario “Pluri-disabilità – Formazione ed educazione alla Famiglia”: l’incontro che ieri ha concluso il tour nazionale promosso dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti (Uici) e dalla Commissione Pluri-disabilità, in collaborazione con la Sezione territoriale di Ascoli Piceno, e che proprio dal capoluogo piceno aveva preso il via a settembre toccando altre città italiane.
“Quando entrano in ospedale – ha sottolineato Liliana La Sala, dirigente medico e titolare dell’Ufficio 6 della Direzione generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute – le persone con disabilità hanno una probabilità doppia di trovare strutture inadeguate al loro stato, tripla di vedersi negare le cure e quadrupla di non trovare un trattamento idoneo. Il mio intervento, oggi, è come dirigente del Ministero ma, soprattutto, come mamma di due figli, tra cui una bambina con grave disabilità. E’ importantissimo aprire un dialogo e ascoltare le persone perché solo chi vive sulla propria pelle questi problemi può indicare il percorso più adatto a risolverli”.
In un’aula consiliare piena di studenti (presenti alcune classi dell’Ottico dell’Iis), le relazioni che si sono succedute hanno evidenziato una situazione molto complessa e la necessità di interventi urgenti.
“Le parole sono importanti – ha spiegato Nicola Panocchia, dirigente medico del Policlinico ‘Gemelli’ di Roma e Coordinatore scientifico della Carta dei Diritti delle Persone con disabilità – ed è importante usare quelle corrette. No a ‘invalido’ o ‘handicappato’, il termine giusto è ‘persona con disabilità’. C’è bisogno di sottolinearlo perché in questo modo si contrasta una tendenza che nega all’individuo con disabilità lo status di ‘persona’. Gli studi dimostrano che le persone con autismo muoiono in media 16 anni prima del resto della popolazione. E se si associa disabilità intellettiva, la morte avviene 30 anni prima. Ma non c’è una causa direttamente legata alla disabilità. Il problema è la mancanza di cure adeguate. Disabilità non vuol dire malattia, ma spesso alla disabilità sono associate patologie che devono essere curate. I dati sono molto significativi: il 49 per cento dei decessi ospedalieri, sono morti che potevano essere evitate”.
“Le persone con disabilità – ha sottolineato il dott. Panocchia presentando la Carta dei diritti – non hanno diritti speciali, hanno gli stessi diritti di tutti e la necessità di strumenti speciali per poter usufruire di questi diritti. E’ un dovere della società creare le condizioni perché questi diritti vengano riconosciuti e fruiti, perché l’ingiustizia non è un destino”.
Incisivo anche l’intervento del sottosegretario alla Famiglia, Vincenzo Zoccano, che ha introdotto i lavori insieme al senatore Giorgio Fede, al consigliere regionale Fabio Urbinati e a Eugenio Saltarel, dell’Ufficio di presidenza Uici, che ha portato i saluti del presidente nazionale, Mario Barbuto. Tra i relatori: Angela Pimpinella, Direzione nazionale Uici, Maria Antonietta Longo e Daniela Ricci, Neuropsichiatra infantile, Don Antonio Mastantuono, vice Assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica, Luca Labianca, specialista in Ortopedia e Traumatologia, Mirco Fava, presidente dell’associazione Idroterapisti italiani e Chiara Mastantuono, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva. Ha moderato Domenico Fanesi, coordinatore Ambito territoriale sociale XXII.

Foto panoramica scattata durante il Seminario

Foto panoramica scattata durante il Seminario

Sport – Showdown, Massola e Mauro Trionfano in Basilicata

Si è concluso a Tito, in provincia di Potenza, il 1° Torneo individuale di Showdown, la competizione organizzata dalla Fispic in collaborazione con l’Asd Non Vedenti Lucani che ha visto la partecipazione di 70 atleti (44 uomini e 26 donne). In campo maschile ha vinto Rinaldo Massola (ASD GS Liguria Non Vedenti) che ha preceduto Luciano Florio (Asd Lucani Non Vedenti) e Marco Carrai (GSD UIC Pisa). Nel torneo femminile successo di Graziana Mauro (GSD UICI Pisa) davanti a Chiara Cavallaro (GSD UICI Pisa) e Sonia Tranchina (ASD Astil).

Classifica finale Uomini
1 Rinaldo Maria Massola
2 Luciano Florio
3 Marco Carrai
4 Angelo Camodeca
5 Giuseppe Cesena
6 Samuel Cabrini
7 Stefano Greci
8 Riccardo Santini
9 Marco Mongelli
10 Giuseppe Simone
11 Vincenzo Di Bari
12 Lucio Ros
13 Emiliano Garay
14 Francesco Raffi
15 Filippo Siciliano
16 Gaetano Orefice
17 Giuseppe Lanzillo
18 Raffaele Lanzillo
19 Piergiorgio Mandozzi
20 Antonio Serio
21 Mirko Mingione
22 Alfio Pricoco
23 Michele Di Dedda
24 Giuseppe Locorotondo
25 Gaetano Drago
26 Pasquale Iammarino
27 Roberto Franchi
28 Andrea Bazzano
29 Fabrizio Palumbo
30 Alessandro Pallisco
31 Perseo Schiavi
32 Luigi Loglisci
33 Giuseppe Bovino
34 Silvio De Bellis
35 Domenico Passarelli
36 Massimo Sicchiero
37 Stefano Marcelli
38 Massimo Franciolini
39 Giovanni Colonnese
40 Vincenzo Piacente
41 Ercole Fabriani
42 Stefano Tortini
43 Nunzio D’Ambrosio
44 Salvatore Merenda

Classifica finale Donne
1 Graziana Mauro
2 Chiara Cavallaro
3 Sonia Tranchina
4 Piera Folino
5 Francesca Buttitta
6 Jessica Buttiglione
7 Donata Vecere
8 Maria Rosaria Stabile
9 Maria Pia Sarli
10 Maria Grazia Bachini
11 Luigia Nobile
12 Chiara Di Dedda
13 Monica De Fazio
14 Jessica Parodi Tumino
15 Genoveffa Passero
16 Ornella Punzo
17 Doretta Fabbri
18 Selida Balsamo
19 Walesca Andrighetti
20 Lucia Passalacqua
21 Teresa Carota
22 Tommasina Macioce
23 Maria Rossi
24 Teresa De Bellis
25 Stelluta Cristina
26 Maria Rosaria De Angelis

Graziana Mauro (GSD UICI Pisa),Sonia Tranchina (ASD Astil), Chiara Cavallaro (GSD UICI Pisa)

Graziana Mauro (GSD UICI Pisa),Sonia Tranchina (ASD Astil), Chiara Cavallaro (GSD UICI Pisa)

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Servizio Civile – Rilevazione dei dati relativi alle domande di partecipazione ai bandi di servizio civile del 20 agosto 2018

In merito a quanto specificato in oggetto, si comunica che in data 06/11/2018 sul sito del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, è stata pubblicata la seguente comunicazione:

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“A far data dalla presente pubblicazione ed entro il 20 novembre 2018, gli enti di servizio civile, con riferimento ai bandi per la selezione dei volontari pubblicati il 20 agosto 2018, devono provvedere ad indicare sul sistema Helios il numero di domande ricevute per ciascuna singola sede di progetto.
Tale adempimento si rende necessario per consentire la verifica puntuale del rapporto tra le domande pervenute e il numero dei posti disponibili, in un quadro unitario che il Dipartimento renderà disponibile a tutti gli enti.
In caso di mancato inserimento dei dati, il sistema informatico non consentirà all’ente il caricamento delle graduatorie delle selezioni effettuate, con conseguente impossibilità di attivare i progetti e di assegnare i volontari alle sedi di servizio.
La procedura da seguire è specificata nei nuovi manuali utente “Presentazione graduatorie volontari”, già disponibili nei sistemi Helios e Futuro, e sarà utilizzata anche per i futuri bandi.
Al termine della procedura di inserimento dei dati delle graduatorie, il sistema verrà aggiornato ed evidenzierà per ciascuna sede di attuazione di progetto gli eventuali posti vacanti o gli eventuali idonei non selezionati. Ciò consentirà agli enti interessati di coprire i propri posti vacanti attraverso la richiesta di assegnazione di idonei non selezionati provenienti da graduatorie di qualsiasi altro progetto, presentato anche da altri enti, ubicato anche in altre Regioni”.

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Tenuto conto della rilevanza che riveste la richiesta del Dipartimento si interessano tutte le Strutture titolari di progetti inseriti nel sopra citato bando di selezione a volere comunicare a questa Sede Nazionale al seguente indirizzo gestionescv@uiciechi.it, entro il 14 novembre 2018, il numero di domande ricevute per ciascuna singola sede di progetto indipendentemente se superiore o inferiore al numero dei posti previsti per ciascuna sede.

Istruzione – Quando è utile la presenza in aula dell’assistente di base?, di Marco Condidorio

Oggi trattiamo la figura dell’assistente di base, altrimenti conosciuta anche come assistente per il sostegno igienico-personale e/o sanitario e per l’autonomia motoria e accompagno.
Diverse sono le ragioni per cui richiedere l’assistente di base, figura normata dalla legge e regolamentata in ogni regione, non solo per il fatto che la stessa svolga una assistenza piuttosto delicata, ma anche perché immaginiamo quante sono le figure professionali a ruotare attorno all’alunno/studente durante la sua permanenza a scuola, in aula: docente curriculare; quello per il sostegno didattico; il più delle volte l’educatore tiflologico o assistente alla comunicazione e quando indispensabile, anche l’assistente di base.
Quali sono i compiti dell’assistente di base?
Quando è utile prevederne la presenza e per quante ore?
A chi risponde questa figura professionale?
Quale deve essere il suo curriculo formativo?
Chiunque può essere assistente di base?

Ricorderemo tutti che il primo segmento dell’inclusione scolastica consiste nell’avere personale formato e competente; ed infatti la scuola ha il compito di prevedere corsi di formazione per gli addetti all’assistenza di base.
Il 30 novembre 2001 con la nota 3390, il Ministero dell’Istruzione, oltre a fornire un quadro completo su quelli che sono gli aspetti normativi afferenti i servizi di assistenza ed educativi, evidenzia la centralità del lavoro di rete, quello che avrebbe dovuto realizzarsi, allora e che ancora oggi non abbiamo, a causa della loro mancata scrittura e conseguente realizzazione e cioè “gli accordi di programma” previsti dalla legge quadro 104/92 tra la scuola, gli enti locali e le associazioni.
L’assistenza di base concorre con quella didattica ed educativa alla luce, evidentemente del progetto unitario con tutti gli attori e le figure professionali del percorso di inclusione, scritto entro la cornice didattico-educativa del PEI.

Ma andiamo con ordine: Anzitutto, al di là della certificazione rilasciata dall’ASL di competenza, che stabilisce la necessità di affiancare all’alunno/studente l’assistente di base, per le diverse ragioni di cui vedremo più avanti, i genitori hanno il diritto di presentare la reale condizione di bisogno a cui l’assistente di base dovrà adeguare il proprio intervento che, lo evidenzio con assoluto intento formativo ed informativo, dovrà tener conto della dignità della persona e del rispetto dei tempi e delle richieste del discente medesimo, soggetto dell’intervento di assistenza igienico-personale o sanitaria o motoria piuttosto che di accompagno negli ambienti della struttura scolastica, dentro e fuori la stessa.
Ecco che quindi, il dialogo con i genitori è fondamentale per apprendere e comprendere il tipo d’approccio, quale metodologia più consona risponda all’intervento sull’alunno/studente.
Nulla centra con l’età o che l’alunno/studente sia nelle condizioni di intendere e volere piuttosto che altre situazioni fisico-intellettive, per ogni bambino, alunno o studente in situazione di cecità assoluta, di ipovisione lieve o grave e/o con minorazioni aggiuntive, l’intervento igienico-personale e sanitario richiede, oltre alle competenze proprie del ruolo, anche “l’empatia”; attitudine all’approccio immediato, non mediato con la persona che, per certi versi dipende parzialmente o totalmente da noi, non solo nell’istante dell’intervento ma, evidentemente lungo tutto l’arco temporale riferito alla sua permanenza a scuola, quando cioè il genitore, generalmente la mamma, è lontano dal luogo scolastico e pertanto non può soccorrere in aiuto in nessun caso.
Ma perché è così importante l’empatia in chi svolge il servizio di assistente di base?
Semplicemente perché nel momento del bisogno, fisiologico, fisico, materiale, il bambino, l’alunno o studente è solo; chi lo circonda, docenti, compagni di classe, non sempre conoscono i suoi bisogni, né dunque li sanno interpretare o comprendere.
E, cosa da non trascurare, anche per una propria dignità, sia la famiglia che lo stesso alunno o studente, potrebbero aver fatta esplicita richiesta di non diffondere le ragioni per le quali sia presente l’assistente di base.
E, elemento assolutamente da non trascurarsi, perché riguarda la soggettività della persona bisognosa, la stessa potrebbe avvertire forte imbarazzo negli istanti di richiesta di fronte ad una o un compagno con i quali ha legato particolarmente.
Nel contesto scuola, ambiente di tutti per tutti, ogni giorno quanti alunni e studenti soffrono in silenzio l’incompetenza e l’indelicatezza delle figure assegnategli talvolta con indifferenza e fretta, subendone tutta l’imposizione?
Molti sono i segnali che possono rappresentare la fenomenologia di quel che è il disagio dell’alunno o studente. Tocca agli insegnanti di classe o ai compagni, talvolta, di farsi carico delle criticità e riferirne a chi ha le competenze amministrative sul servizio, compresi gli stessi genitori.
Le mansioni dell’assistente di base, definito così per il fatto che la sua azione si riferisca a bisogni, che potremmo definire primari sono per esempio: accompagnare al bagno; aiutare a lavarsi le mani o altre parti del corpo; aiutare la persona durante il pasto, disporre gli oggetti sulla tavola o nel vassoio; e tutte le azioni riferite al momento del pranzo; entrare, uscire dalla struttura scolastica, muoversi dentro gli spazi della scuola; somministrare farmaci su precise indicazioni dei genitori, che a loro volta seguono un programma di somministrazione deciso dal personale medico;
Non va trascurato, mai, quanto l’intervento della figura professionale sia strategica per la crescita e la maturazione della persona e che la stessa abbia il più delle volte, piena cognizione del valore di quanto si stia facendo per la sua dimensione umana, di alunno o studente.
Perché questa sottolineatura?
Semplice, come scritto sopra, l’alunno o studente non sempre, pur avendone consapevolezza, riesce a dare voce ai propri bisogni né a quanto egli si senta gratificato per la soddisfazione degli stessi.
Quanto riusciamo a cogliere dell’emozioni, dei sentimenti, di ciò che prova la persona in situazione di disabilità fisica, sensoriale o entrambe?
E comunque, anche qualora dovessimo trovarci di fronte ad un bambino, alunno o studente in situazione di ridotta capacità cognitiva o gravi compromissioni intellettive, tali da comprometterne l’attività di apprendimento, l’attenzione e la cura per la persona e il rispetto della dignità, ivi compresa la sfera emotiva, vanno valorizzate e interpretate nel rispetto anzitutto della persona.
Ecco perché, al di là delle competenze professionali squisitamente tecniche, operative vi deve essere anche l’attitudine all’empatia e al rispetto.
Il dirigente scolastico, assieme alla famiglia, con tutti gli attori del processo, attuato ai fini dell’integrazione ha anche il ruolo di motivare il personale e di prevederne un intervento appropriato e costante, salutare e relazionale.
Mai sporadico, ridotto, demotivato, legato alle risorse economiche; ridurre l’intervento di base alla cornice economica, significa venir meno all’esercizio del diritto allo studio che, ai me può solo tradursi in violazione del diritto all’espressione della persona e alla sua libertà.
Il dirigente scolastico ha tutti gli strumenti normativi e obblighi etico-morali per attuare ogni tipo di servizio in favore del discente in situazione di cecità assoluta, parziale o di ipovisione lieve o grave, magari con minorazione aggiuntiva.
La stessa sentenza della cassazione n. 22786/16, ,pone un obbligo da parte dei collaboratori sull’assistenza materiale, su cui ancora oggi si attende un risvolto di carattere giuridico; e ciò nonostante, la stessa è comunque in vigore.