A breve presenteremo al Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca il bando per il concorso rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado “la scuola siamo noi, io come Lucio” del Premio Lucio Carassale, che avrà cadenza triennale; inoltre, è prossima la convocazione e dunque l’insediamento del comitato paritetico previsto all’articolo quattro del protocollo d’intesa MIUR-UICI ed enti collegati.
La sottoscrizione del Protocollo d’intesa Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca con oggetto “Inclusione scolastica in rete per una istruzione, educazione e formazione per tutti i bambini, alunni e studenti ciechi assoluti, parziali e ipovedenti e/o con minorazione aggiuntiva: servizi e risorse in rete”, ha sancito quel sodalizio tra Ministero e territorio attraverso la rete di servizi tiflologici di cui l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sarà garante per tutti gli alunni, studenti frequentanti la scuola d’ogni ordine e grado, assieme agli enti collegati: Biblioteca per ciechi e ipovedenti Regina Margherita di Monza, la Federazione nazionale delle Istituzioni pro Ciechi, l’I.Ri.Fo.R. Istituto per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione per citare i più conosciuti.
Il 23 agosto u.s. è stato firmato il protocollo tra Miur e UICI ed enti collegati,traguardo storico, che pone al centro dei servizi tiflologici anzitutto l’alunno/studente in situazione di cecità assoluta, parziale e/o di ipovisione grave e comunque certificato alla luce della normativa vigente in materia di classificazione e certificazione della minorazione visiva legge 138/2001.
Perché possano trovare piena cittadinanza i principi ispiratori del sodalizio firmato in agosto, sarà necessario ripensare, pianificare e progettare, per poi realizzare nuovi e maggiormente efficaci percorsi di formazione e costruzione di servizi tesi a garantire figure professionali, non adattate ma, professionalmente pensate e costruite a partire dal curriculo attraverso cui sia possibile l’acquisizione del certificato attestante le conoscenze e competenze in campo tiflologico.
E così, la formazione specifica dei docenti curricolari e per il sostegno e degli educatori, quali professionisti della didattica e dell’educazione in favore dell’inclusione scolastica dei bambini, degli alunni e degli studenti ciechi assoluti, parziali e ipovedenti gravi e con minorazioni aggiuntive, non potrà che essere efficacie per ricerca, analisi, studio circa gli approcci metodologici afferenti la didattica e l’educazione e per l’utilizzo appropriato di materiali e strumenti secondo un approccio tiflologico.
Ma, anche gli strumenti e materiali ad uso e consumo degli alunni o studenti ciechi assoluti o ipovedenti gravi, richiedono una profonda analisi circa la loro destinazione che, se pure li inquadra secondo una classificazione meramente materialistica, rappresentano il fine o qualità definiti, quella cioè d’essere accessibili e fruibili dal punto di vista tiflologico e che a loro volta consentono l’accesso alla didattica, allo studio, dunque alla cultura, che significa anche libertà di pensiero e da una situazione di svantaggio sensoriale.
Ecco che, l’accessibilità e fruibilità, che rappresentano l’applicazione della normativa vigente in materia di accessibilità e fruibilità dei siti web e dei materiali per persone in situazione di minorazione visiva non possono restare mero annuncio della norma, solo per il fatto d’essere parte sostanziale della massima ma, debbono tradursi in azione e dunque Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, assieme all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, proporranno al tavolo del comitato paritetico, di recente istituzione tra Miur e UICI, per effetto del protocollo, di tradurre in concreto quanto previsto dalla legge 4 del 9 gennaio 2004 pensata dal legislatore proprio per rispondere alle criticità afferenti la fruizione di piattaforme web, tecnologie e strumenti e materiali, tra cui i testi scolastici in forma digitale, accessibili per persone cieche assolute, ipovedenti gravi e/o parziali; quando parliamo di “fruibilità” bisogna intendere nel senso di “utilizzabilità in termini di accessibilità e fruibilità” delle tecnologie.
E tutto questo per comprendere che, alla luce delle innumerevoli criticità, manifestatesi nei più svariati ambiti della vita scolastica, lavorativa e sociale delle persone cieche assolute, ipovedenti gravi e/o in situazione di pluriminorazione,che hanno viste le stesse persone discriminate riguardo ai loro diritti si dovrà operare per la riaffermazione e garanzia di taluni principi:
quello di fruire, accedere liberamente e autonomamente all’istruzione, all’educazione, alla cultura e formazione e di consolidare l’uso e la diffusione di strumenti e tecnologie accessibili e fruibili per alunni e studenti ciechi assoluti, parziali o ipovedenti gravi come, libri di testo in Brailleo e in caratteri ingranditi per gli ipovedenti; come è noto, per gli alunni e studenti, la produzione dei testi scolastici dipende dalla scelta del consiglio di classe o dal dipartimento disciplinare e dall’approvazione del collegio docenti; modalità e tempi di questa procedura di selezione e scelta, spesso giunge troppo tardi agli enti preposti alla trascrizione in braille o in caratteri ingranditi. Tutto questo determina disagio per l’alunno o studente perché non ha al pari dei compagni di classe il libro sul banco a inizio anno.
Lo stesso dicasi per i docenti non vedenti o ipovedenti gravi che, sempre nei termini del diritto mancato, vi è quello all’uso delle tecnologie e ai siti web per ragioni lavorative, dunque per poter svolgere al pari dei colleghi la professione docente: Registri elettronici per i quali vi è l’obbligo di utilizzo da parte dei docenti, per tutte le ragioni di carattere giuridico, amministrativo e non ultimo di quelli di tipo didattico e legati alla programmazione disciplinare, giudizi e assenze; libri di testo, sia in versione cartacea che digitale, inutilizzabili e quindi non accessibili né fruibili per il docente cieco assoluto o ipovedente grave. E ancora, quello relativo all’uso autonomo, mediante strumenti e tecnologie appropriate per chi è cieco assoluto, ipovedente grave e/o con minorazione aggiuntiva, nel desiderio di volersi aggiornare al pari dei colleghi vedenti, per poter restare in graduatoria e acquisire ulteriori crediti/punteggi come ogni professionista della scuola e non rischiare d’essere emarginato o peggio, escluso da eventuali scelte del dirigente scolastico, possa invece concorrere in piena autonomia e libertà alla prova concorsuale, per se stesso e in funzione dell’avanzamento di carriera.
Purtroppo ancora oggi, il candidato non vedente o ipovedente grave corre il rischio di vedersi negato tale diritto di fronte all’inadempienza dell’istituzione pubblica, che lo pone dinanzi all’inaccessibilità delle piattaforme web, dove enti di formazione accreditati dal MIUR, tengono corsi i cui materiali sono, come le stesse piattaforme assolutamente preclusi ai docenti precari e non, che siano in situazione di cecità assoluta, parziale, ipovedenti gravi e/o con minorazione aggiuntiva.
A questo punto chiederemo a codesto Ministero l’opportunità di prevedere, nel bando di accreditamento, il “criterio di piena accessibilità e fruibilità” per candidati ciechi assoluti, parziali, ipovedenti gravi e/o con minorazione aggiuntiva, sia delle piattaforme web che dei contenuti corsuali, proposti da gli enti i quali, partecipano al bando di richiesta di tale accreditamento;
ciò eviterebbe ai candidati non vedenti o ipovedenti gravi l’umiliazione di sentirsi esclusi da quel diritto d’ognuno di poter partecipare in prima persona alla crescita del paese e conseguentemente alla propria; e, cosa imprescindibile per ogni paese civile che si rispetti, l’applicazione della normativa vigente in materia di accessibilità e fruibilità dei siti della pubblica amministrazione, conosciuta come legge Stanca n4 del 9 gennaio 2004.
L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, attraverso la rete dei servizi a sostegno dei bambini, alunni e studenti in situazione di minorazione visiva e del loro diritto allo studio;
con la cooperazione e la messa in campo delle figure professionali, che specificatamente operano nell’area delle tiflo-tecnologie, dell’informatica e dell’web;
mediante la cooperazione dell’Ente nazionale I.Ri.Fo.R. Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione, accreditato dal Miur;
grazie alla progettazione e realizzazione di percorsi formativi svolti dalle università, presso i dipartimenti di scienze della formazione primaria e/o dell’educazione attraverso master studiati e proposti dal Network per l’Inclusione scolastica, istituito dal Coordinamento degli enti dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti nell’aprile 2016, inserito nell’ipotesi di protocollo di intesa citato al punto (1) del documento, oggi sarà possibile avere figure professionali debitamente e specificatamente preparate per l’area del sostegno e dell’educazione in favore dei bambini, alunni e studenti ciechi assoluti, parziali e ipovedenti.
L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti chiederà a Codesto Ministero il riconoscimento/accreditamento di queste figure, nell’ipotesi di istituzionalizzarne il percorso formativo (curricolo), che possa trovare così una propria e legittima collocazione nell’offerta formativa dei percorsi universitari.
In ragione di quanto scritto sin qui e nella consapevolezza che, oggi sia l’intesa tra gli enti MIUR e UICI a rendere fattiva l’inclusione scolastica di tutti i bambini, alunni e studenti frequentanti la scuola pubblica d’ogni ordine e grado che si trovino in situazione di minorazione visiva,l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti rinnova a tutte le strutture, partner della rete dei servizi a favore dell’Istruzione, della Ricerca e per la formazione tiflopedagogica, la cooperazione politica ed operativa proposta attraverso il protocollo di intesa per favorire e realizzare nei tempi e nelle modalità, secondo gli approcci metodologico-didattici, tiflologicamente studiati; idonei aconsentire per ogni discente il pieno raggiungimento degli obiettivi scolastici, alla luce di una istruzione libera e di una educazione adeguata alle esigenze, senza alcuna limitazione alle potenzialità e aspirazioni personali; valorizzando così attitudini e scelte dell’alunno e dello studente, qualsiasi sia la minorazione visiva in cui egli è costretto a vivere.