Autonomia personale e mondo del lavoro: un binomio imprescindibile, di Valeria Tranfa

Quale ruolo per il tiflologo nell’acquisizione delle competenze relative alla sfera delle autonomie?

Quando pensiamo ad un giovane non vedente che si affaccia al mondo del lavoro, quali sono i requisiti che deve possedere? È sicuramente importante che sia preparato, ma le competenze relazionali e sociali che gli vengono richieste sono forse meno importanti? Tra le altre riflessioni ci siamo soffermati a parlare di questo durante il Convegno “Istruzione, Formazione e Lavoro” svoltosi presso l’Istituto dei Ciechi di Milano, il 30 novembre scorso.
Cosa significa quindi diventare persone autonome? Nel percorso di istruzione e di formazione di un ipovedente o di un non vedente, quanto è importante dedicare tempo e risorse al raggiungimento di buoni livelli di autonomia?
La risposta, solo apparentemente ovvia, è che nessuno può arrivare preparato ad affrontare il mondo del lavoro se non viene formato ed educato fin da piccolo a raggiungere buoni livelli di indipendenza.
Questo principio vale per tutti i bambini e i ragazzi, vale in tutti gli ordini di scuola, in proporzione all’età e alla propria condizione, a maggior ragione vale, ed è importante, per chi ha una disabilità visiva e quindi accede alla realtà in modo differente.
Da sempre infatti l’Istituto dei Ciechi di Milano si è occupato, e si preoccupa anche oggi, di formare i ragazzi minorati della vista non solo offrendo loro gli strumenti di studio più adatti, ma soprattutto curando la dimensione dell’autonomia personale, suggerendo strategie opportune per superare le difficoltà che la mancanza della vista pone, offrendo al mondo della scuola e alle famiglie un punto di vista attento a non cedere alla tentazione di sostituirsi a…, di fare al posto di.
Spesso insegnanti e genitori cadono in questo errore senza neppure accorgersi, perché “il ragazzo è in difficoltà”, “ci mette tanto tempo…”, “non ci vede, quindi è impossibile che ci riesca da solo…”
Con la vita di Istituto e con la scuola speciale prima, e con il servizio di Consulenza Tiflopedagogica poi, nelle scuole di ogni ordine e grado, i Tiflologi dell’Istituto dei Ciechi di Milano, secondo un modello di intervento che è diventato oggi esempio per tutta la Regione Lombardia, affiancano insegnanti di sostegno, assistenti alla comunicazione e operatori, che lavorano nella scuola, affinché ad ogni singolo bambino e ragazzo ipovedente e non vedente si insegni quanto sia importante imparare non soltanto discipline e contenuti scolastici, ma anche e soprattutto abilità di autonomia personale e sociale per poter affrontare la vita con le giuste competenze.
Oggi indubbiamente il mondo del lavoro è cambiato, richiede capacità di adattamento, richiede flessibilità, autostima e ottime capacità di relazione.
Il mercato del lavoro è in continua evoluzione, esistono occupazioni che solo 20 anni fa non esistevano e, si dice, che tra altri 20 esisteranno mestieri che ancora non sono stati inventati. Trovare lavoro è difficile e la ricerca è molto selettiva.
Dall’altra parte la società tende a iperproteggere i giovani, vengono chiamati ancora “ragazzi” i trentenni e i trentacinquenni che, soltanto qualche anno fa erano già padri di famiglia, vivevano fuori casa ed erano completamente indipendenti sul piano economico di fronte alla collettività. A maggior ragione perché non rimandare l’emancipazione dei ragazzi che non vedono? Non è forse giusto scoraggiare la loro indipendenza e procrastinare il distacco dalla famiglia? Farli sentire sicuri soltanto a casa, proteggerli dal mondo cattivo, evitando loro qualche frustrazione in più, rispetto a quelle che incontrano già tutti i giorni?
È anche in questo senso che prende significato la proposta dell’intervento tiflologico.
Fin dalla primissima infanzia, infatti, è preziosa la figura del Tiflologo che insiste nel sottolineare quanto sia importante conquistare mano a mano la propria autonomia.
È il tiflologo quindi che, prendendo in carico un bambino o un ragazzo, attraverso una periodica osservazione a scuola, attraverso il dialogo con la famiglia, attraverso i momenti di scambio con gli insegnanti, partecipando alla programmazione degli obiettivi didattici e non, e confrontandosi con gli altri specialisti, ha la preziosa opportunità di offrire un nuovo punto di vista, non si stanca di sottolineare come non sia la minorazione visiva a rendere un cieco poco autonomo, ma la difficoltà, conscia o inconscia, ad investire di più sul raggiungimento anche di altre competenze…
Fin dalla scuola dell’infanzia, e per tutti i successivi ordini di scuola, oltre che occuparsi di fornire indicazioni sui percorsi didattici e sui materiali specifici per stimolare il bambino ad apprendere e a sviluppare le proprie capacità cognitive, il tiflologo sottolinea come sia importante che la scuola verifichi prima, ed incentivi poi, competenze rivolte ad avere cura di sé. Imparare a vestirsi e svestirsi da solo quando si è piccoli, lavarsi ed asciugarsi le mani ed il viso significheranno da grandi saper curare il proprio aspetto, vestirsi con cura, saper abbinare i colori con gusto, imparare a truccarsi…
È sempre il tiflologo che fornisce indicazioni specifiche affinché il bambino impari a muoversi con sicurezza negli ambienti scolastici, perché diventi capace di raggiungere da solo il proprio banco, conosca il percorso per andare in bagno, sia in grado di riporre il materiale utilizzato al posto giusto. Una volta divenuto adulto, quel ragazzo potrà quindi essere in grado di uscire da solo senza paura, potrà imparare la strada per andare in ufficio, saprà tenere in ordine la sua scrivania, e si muoverà con disinvoltura negli spazi della quotidianità.
Il tiflologo poi si preoccupa di verificare le capacità di ogni bambino di mangiare da solo, di usare le posate in modo corretto, suggerisce il momento opportuno per insegnargli a versare l’acqua, invita gli insegnanti a richiedergli di mantenere una buona postura a tavola. Queste competenze, acquisite in modo adeguato all’età cronologica di ciascuno, e man mano fatte proprie, permettono un domani di andare a mangiare con i colleghi, di recarsi al ristorante con amici e parenti senza dipendere da nessuno, senza paura di doversi vergognare. Sentirsi adeguati in mezzo agli altri significa aumentare il proprio livello di autostima, prerequisito fondamentale, tra gli altri, per inserirsi positivamente anche nel mondo del lavoro.
Imparare a studiare in autonomia da ragazzini, padroneggiare una postazione informatica personalizzata, usare software specifici, approcciarsi ad internet, utilizzare al meglio le opportunità che il mondo dell’informatica mette a disposizione, significa da adulti accedere ad una gamma sempre più vasta di opportunità lavorative, diventare più competitivi sul mercato del lavoro. Anche di questo si cura il tiflologo, affiancato, a partire più o meno dal terzo anno della scuola primaria, dal tifloinformatico.
Diventare capaci di progettare la propria giornata e la propria settimana, decidere in piena coscienza quali attività e quali amici frequentare nel tempo libero, sentirsi davvero padroni di sé perché si è consapevoli dei propri limiti ma anche delle proprie risorse sono bagaglio indispensabile per affrontare a testa alta la vita.
Essere autonomi nelle relazioni con gli altri da piccolo significa imparare a controllare un’eventuale stereotipia, vuole dire tenere la testa alta e diritta, voltarsi sempre in direzione di chi sta parlando, non interrompere l’altro, mantenere un adeguato tono di voce.
Da grande queste competenze si tradurranno nell’apparire sicuri di sé, nel possedere buone capacità di autocontrollo, nel poter imparare a parlare in pubblico senza vergognarsi, e così via.
Tutte queste capacità vengono acquisite con gradualità, giorno dopo giorno, passo dopo passo, con l’aiuto di chi, certo del risultato, con molta dolcezza ma con altrettanta fermezza, indica la strada giusta, accompagna fisicamente il gesto di chi ancora non possiede la tecnica, fornisce indicazioni verbali fino a che i risultati non sono stati raggiunti.
L’importante è poter cominciare questo percorso fin dall’infanzia per evitare che, affacciandosi alla vita adulta e poi anche al mondo del lavoro, si rischi di non avere abbastanza tempo per colmare le lacune, per evitare che di quel ragazzo o di quella ragazza si debba dire “è intelligente, è capace, impara in fretta però…”
È auspicabile quindi che ogni scuola, dove è inserito un ragazzo con difficoltà visiva, così come prevede la nostra normativa regionale, possa usufruire del Servizio di Consulenza Tiflopedagogica. Servirsi della Consulenza significa proprio potersi confrontare con un tiflologo che aiuti gli insegnanti e tutto il personale scolastico a porre l’accento, tra gli altri aspetti, anche sulle problematiche relative all’autonomia, significa venire incoraggiati a mettersi in gioco sempre, nonostante le difficoltà e i limiti, accanto alle famiglie, per crescere ragazzi preparati sul piano degli apprendimenti, ma anche e soprattutto, su quello personale, perché davvero persone capaci di diventare autonome, protagoniste appieno della propria vita e non fruitori passivi di un’esistenza determinata da altri.

Valeria Tranfa
Tiflologa dell’Istituto dei Ciechi di Milano

Sassari – Genitori e docenti a scuola di differenti abilità

Il 18 gennaio convegno per presentare un corso promosso da Unione Ciechi e Associazione Dislessia

Genitori e insegnanti tornano a lezione per costruire una scuola più accessibile e inclusiva per gli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. Con un convegno venerdì 18 gennaio prenderà il via il progetto «Differenti abilità»: un corso gratuito di 124 ore promosso dalla sezione territoriale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) con la collaborazione dell’associazione italiana dislessia (AID) di Sassari e il finanziamento della Fondazione di Sardegna.
L’evento di apertura si terrà alle 15 e 30 nella sede della Fondazione di Sardegna in via Carlo Alberto 7 a Sassari.
Il 24 gennaio partirà il corso vero e proprio.
Sarà possibile seguire gratuitamente tutta l’attività formativa o scegliere i singoli moduli, tra cui uno rivolto a studenti e dedicato alla relazione con i compagni con disabilità. Il progetto, che si concluderà ad Aprile, prevede anche il coinvolgimento degli stessi alunni.
Venerdì i lavori saranno introdotti dalla vice presidente della fondazione di Sardegna, Angela Mameli, dal presidente territoriale dell’Unione Italiana Ciechi, Franco Santoro, dal Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto, e dalla vice presidente nazionale AID, Antonella Trentin. Alle 17 sarà la volta delle relazioni di Paola Torcolini, Marco Condidorio e Maria Antonietta Meloni.
Chiuderà la Professional Counselor Sabrina Salis con l’invito «Carpe Diem… prendete la vostra vita e fatene un capolavoro».
«Abbiamo promosso questo progetto perché crediamo nel lavoro di rete – spiega Franco Santoro – e nel dialogo tra tutti gli attori della scuola: genitori, insegnanti e alunni. La nostra associazione nasce abbattere le barriere e riteniamo che la formazione sia lo strumento migliore per raggiungere questo obiettivo. Vorremmo che negli Istituti scolastici nascesse un ulteriore momento di confronto sulla gestione del disagio, provando anche a battere nuove strade». Tra i temi affrontati ci saranno la teoria degli apprendimenti, i metodi di studio, la didattica inclusiva, il coding, l’uso delle nuove tecnologie.

Fonte: La Nuova Sardegna
Data pubblicazione: 16 gennaio 2019

Sassari – Genitori e docenti a scuola di disabilità

Sassari. Progetto di formazione dell’Unione Ciechi

Centoventiquattro ore di formazione per genitori e insegnanti su come costruire una scuola più accessibile e inclusiva per gli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. Con un convegno organizzato il 18 gennaio prenderà via il progetto «Differenti abilità» promosso dalla Sezione Territoriale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) con la collaborazione dell’associazione italiana dislessia (AID) di Sassari e il finanziamento della Fondazione di Sardegna.
L’evento di apertura si terrà alle 15 e 30 nella sede della Fondazione di Sardegna in via Carlo Alberto 7 a Sassari.
L’appuntamento sarà l’occasione per presentare gli obiettivi dell’intervento e fare il punto con gli esperti su come il mondo della scuola risponde alle esigenze degli alunni con difficoltà di apprendimento o con disabilità e delle loro famiglie. Il 24 gennaio partirà il corso vero e proprio: sarà possibile seguire gratuitamente tutta l’attività formativa o scegliere i singoli moduli. Il progetto, che si concluderà ad aprile, prevede anche il coinvolgimento degli stessi alunni.
I lavori saranno introdotti dalla vice presidente della fondazione di Sardegna, Angela Mameli, il presidente territoriale dell’Unione Italiana Ciechi, Franco Santoro, il Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto, e dalla vice presidente nazionale AID, Antonella Trentin.

Fonte: L’Unione Sarda
Data pubblicazione: 16 gennaio 2019

Progetto Crescere – “Alla via così”: persone con disabilità al comando di una barca a vela

Quando lo sport diventa l’occasione per lo sviluppo della persona e dell’intera comunità.

Giovedì 24 gennaio 2019 a Modena, alle ore 20.30, si terrà un incontro sulla disabilità promosso dalla Scuola Nautica Lunga Rotta in collaborazione con le associazioni Anffas, Aut Aut, l’ASP Charitas e la Casa di Cura Villa Igea. Sarà presente anche la cooperativa sociale Progetto Crescere grazie al contributo del suo direttore sanitario Ciro Ruggerini. Obiettivo dell’iniziativa è la presentazione dei risultati di un progetto innovativo di scuola nautica per persone con disabilità, che ha coinvolto diversi ragazzi insieme a operatori sociali, educatori e famiglie.

“L’alba di una nuova sfida: i muri che ci eravamo costruiti sono caduti in acqua insieme alle paure e alle difficoltà”. Con queste parole viene descritto l’obiettivo del progetto della scuola nautica “Lunga Rotta”, che sarà presentato a Modena il prossimo 24 gennaio alle 20.30 nei locali dell’ASP Charitas. Il progetto “Alla via così” ha impegnato e coinvolto nell’ultimo anno con l’attività velica diversi ragazzi insieme alle loro famiglie, grazie alla collaborazione della Scuola Nautica Lunga Rotta insieme alle associazioni Anffas e Aut Aut, l’ASP Charitas di Modena e la Casa di Cura Villa Igea. “Questa iniziativa è unica nel suo genere e rappresenta un passo importante per lo sviluppo personale dei ragazzi coinvolti” – afferma Ciro Ruggerini, psichiatra e direttore sanitario di Progetto Crescere, che il prossimo 24 gennaio concluderà la presentazione dei risultati del progetto. “Quando parliamo di sviluppo della persona dobbiamo considerare il fatto che esso è possibile lungo tutto l’arco della vita, a condizione che siano offerte opportunità adeguate, opportunità che solo una comunità può fornire attivandosi grazie a un processo di innovazione. In questa direzione, il progetto di scuola velica per ragazzi disabili, promosso da Lunga Rotta, ha dato vita a un processo di innovazione, perché ha permesso alle agenzie del territorio, alle organizzazioni coinvolte e ai diversi operatori di modificare le relazioni esistenti, attivando esperienze di qualità sostenibili che possono offrire alle famiglie nuove opportunità mai considerate prima”.
“Alla via così” ha visto coinvolti nelle attività sportive di barca a vela con i ragazzi alcuni educatori, che con queste parole esprimono i loro pensieri su un viaggio così speciale: “gli educatori mediano, con calma aiutano i ragazzi a raggiungere l’esterno, li aiutano a trovare una posizione tranquilla che li faccia sentire al sicuro…la tensione si scioglie, ascoltiamo i racconti dei lupi di mare, i viaggi transoceanici, le storie di coraggio. Aspettiamo che le correnti d’aria siano a nostro favore, poi dispieghiamo le vele, si spengono i motori, ci facciamo trascinare dal vento, quando c’è. Guardiamo il mare in silenzio, timoniamo… ed è pace!”.

Progetto Crescere è una cooperativa sociale di servizi educativi e sanitari composta da un’equipe professionale multispecialistica di neuropsichiatri infantili, psichiatri, psicologi e psicoterapeuti, educatori, logopedisti, terapisti e psicomotricisti. Nasce a Reggio Emilia nel 2014 dalla fusione de L’Arcobaleno Servizi e del Centro Lina Mazzaperlini, due solide realtà presenti da vent’anni sul territorio reggiano. Aderisce al Consorzio di Solidarietà Sociale Oscar Romero e a Confcooperative. Al centro dell’agire della cooperativa vi è l’unicità della persona e la lettura del suo bisogno. I servizi offerti, diagnostici, riabilitativi, educativi e di consulenza, interessano tutte le fasce di età (bambini, adolescenti, adulti) e prevedono interventi mirati, anche per coppie e famiglie, a livello psicologico, psicosociale, educativo e del linguaggio. Progetto Crescere è convenzionata con la Neuropsichiatria Infantile dell’Ausl di Reggio Emilia per l’attivazione di percorsi riabilitativi sui Disturbi degli Apprendimenti scolastici e del Linguaggio e le sedi operative della cooperativa a Reggio Emilia sono strutture sanitarie accreditate al Servizio Sanitario della Regione Emilia Romagna. A livello territoriale, Progetto Crescere collabora con istituti scolastici, comunità, strutture per disabili e anziani per la progettazione di percorsi specifici, per la supervisione a gruppi di lavoro ed è partner europeo del programma Erasmus+ per la formazione permanente degli adulti, dei professionisti e dei giovani.

Dott. Alberto Sabatini
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Sport – Progetto “Scherma on”: Torneo internazionale non vedenti, Modica 26-27 gennaio 2019

OSO (Ogni Sport Oltre) e Fondazione Vodafone Italia

Presso la Sala Conferenze “Grana Scolari” della Biblioteca Comunale “S. Quasimodo” di Modica si è svolta la conferenza stampa di presentazione delle iniziative del progetto denominato “Scherma on” all’interno di “OSO Ogni Sport Oltre” promosso da Fondazione Vodafone Italia. OSO Ogni Sport Oltre ha come obiettivo la diffusione e la pratica dello sport tra le persone con disabilità, proponendosi di raggiungere risultati concreti sul territorio e di rendere lo sport un’opportunità per tutti. In particolare il progetto “Scherma On” pensato e sviluppato con l’intento di coinvolgere tutto il territorio nazionale, grazie alla posizione strategica delle tre città partner Padova, Terni e Modica, vuole promuovere la scherma paralimpica in tutte le sue versioni. Il progetto partito ad ottobre da Terni con il locale club di scherma, che ha ospitato e organizzato i Campionati Europei Paralimpici, vede ora coinvolta la città di Modica e la Conad Scherma Modica, per la sua quasi decennale attività riguardante la scherma per non vedenti. Disciplina che ha avuto sviluppo proprio dalla città della contea, che la Federazione Italiana Scherma ha riconosciuto, organizzando un circuito di gare nazionali e un Campionato Italiano ufficiale, e che sta vivendo un momento di diffusione e sperimentazione in diversi paesi europei. A Modica si comincia giovedì 17 gennaio con un Open Day riservato a non vedenti e ipovedenti presso il Palamoak Sala Scherma Comunale per conoscere e provare la scherma per non vedenti; per poi giungere all’evento clou il 26 e 27 gennaio con un Torneo Internazionale per non vedenti che vedrà coinvolte oltre ad un’ampia rappresentanza italiana anche delegazioni di Francia, Svezia, Spagna e Portogallo.
Il presidente della Conad Scherma Modica, nonché assessore allo Sport del Comune di Modica Maria Monisteri, ha fatto gli onori di casa ed ha aperto i lavori illustrando il programma delle iniziative, ringraziando innanzitutto la Fondazione Vodafone Italia e tutti gli enti che patrocinano e contribuiscono all’organizzazione dell’evento, oltre agli sponsor locali Banca Agricola Popolare di Ragusa e Conad Sicilia che hanno prontamente e senza indugio sposato il supporto a tutte le iniziative del progetto. Presente anche il Sindaco della Città di Modica Ignazio Abate, che ha sottolineato il primato della città per l’idea e l’avvio della scherma per non vedenti, ringraziando la Scherma Modica per la sua quotidiana attività di promozione e pratica sportiva e soprattutto per questa iniziativa che oltre a promuovere la città tutta anche in ambito internazionale, ha un importantissimo risvolto sociale.
Successivamente ha preso la parola il presidente della Federazione Italiana Scherma Giorgio Scarso, che ha ringraziato la Scherma Modica e il suo presidente per quanto riescano a fare, essendo sempre promotori di iniziative che hanno dello straordinario e senza precedenti e che pongono la società come punto di riferimento in ambito nazionale e internazionale, ricordando anche i successi dello scorso fine settimana nella prova di coppa del mondo assoluta di Parigi di Giorgio Avola atleta cresciuto nella Scherma Modica. Ha poi continuato sottolineando come la Federazione nazionale non si limita a seguire l’attività agonistica di alto livello, ma pone grande attenzione anche all’attività sportiva come attività sociale, ricordando l’inglobamento del settore paralimpico, l’organizzazione dei campionati italiani assoluti congiunta olimpici e paralimpici, oltre all’attività sperimentale di avviamento alla scherma per bambini autistici e non disturbi della sfera comportamentale. Ha infine letto due messaggi di saluto e di plauso all’iniziativa inviati dal ministro della disabilità Fontana e dal presidente del CIP Pancalli.
La parola è poi passata al presidente della sezione provinciale UICI Salvatore Albani, che si augura la diffusione di questa pratica sportiva, che amplia il ventaglio di sport che non vedenti e ipovedenti posso praticare, ricordando a tutti i non vedenti e ipovedenti della provincia l’opportunità data del prossimo open day in sala scherma per provare questa disciplina.
Per la FISPIC (Federazione Italiana sport paralimpici per ipovedenti e ciechi) è intervenuto Santino Di Gregorio consigliere nazionale coordinatore della Commissione Nazionale Sport in rappresentanza del presidente Barbuto, che si è detto felice di essere presente, per avere così l’opportunità di complimentarsi con i pionieri dell’iniziativa che si avvicina al mondo della disabilità e al mondo della cecità in particolare, che normalmente riscontra resistenze al coinvolgimento. Si augura lo sviluppo della scherma per non vedenti in tutte le realtà siciliane, essendo la pratica sportiva un importante veicolo per l’inclusione sociale, inclusione che sottolinea alla Scherma Modica è piena e totale. Ha infine ringraziato gli sponsor che in contrasto con le leggi di mercato si avvicinano a queste iniziative nel mondo dei disabili.
Infine ha preso la parola il direttore Marketing e rete di Conad Sicilia Giovanni Anania, che ha portato il saluto e le parole del direttore generale e CFO Conad Sicilia Vittorio Troia: “Da 25 anni siamo a fianco della Scherma Modica, con la quale abbiamo instaurato un sodalizio che va oltre il semplice rapporto tra sponsor e sportivi perché crediamo che il sostegno alla comunità si realizzi coltivando i rapporti umani e sostenendo le eccellenze presenti sul territorio. Per questo non potevamo che supportare la Società e la Federazione italiana in questo ambizioso progetto che porterà a Modica il primo trofeo mondiale per non vedenti. Come leader della grande distribuzione in Sicilia sentiamo forte il dovere di dare il nostro contributo al miglioramento della vita della comunità, anche con il sostegno ad iniziative che promuovono l’abbattimento delle barriere fisiche e culturali nel mondo sportivo”.

Il presidente della Conad Scherma Modica, nonché assessore allo Sport del Comune di Modica Maria Monisteri, mentre illustra il programma delle iniziative

Il presidente della Conad Scherma Modica, nonché assessore allo Sport del Comune di Modica Maria Monisteri, mentre illustra il programma delle iniziative

L'intervento di Santino Di Gregorio durante la conferenza stampa

L’intervento di Santino Di Gregorio durante la conferenza stampa

www.schermamodica.it

“Settimana relax”: Campo Verde dal 16 al 23 giugno 2019

Dal 16 giugno al 23 giugno 2019, presso Campo Verde Village di San Cataldo di Lecce (www.campoverdevillage.it) con il patrocinio dell’UICI della Puglia, è stata programmata l’organizzazione di una settimana al mare denominata “SETTIMANA RELAX” aperta a tutti i soci UICI, loro accompagnatori, amici, famigliari e tutti coloro che vogliono partecipare e trascorrere una settimana in completo relax tra il verde e il cristallino mare del Salento, senza alcuna distinzione per favorire il processo di inclusione e aggregazione.
Il villaggio è ubicato a pochi passi dal mare, all’interno di una pineta di 8 ettari, prolungamento dell’oasi naturale delle Cesine riserva protetta dal WWF.
Tra i 350 e 650 metri dal villaggio, la bellissima spiaggia privata, con il mare cristallino dove si potrà godere di una distesa di sabbia dorata.
L’offerta del soggiorno a persona, valida sia per gli ospiti con disabilità visiva che per gli accompagnatori e tutti coloro che vogliono partecipare, prevede sette giorni in pensione completa con inizio dalla cena di domenica 16 giugno al pranzo della domenica del 23 giugno 2019 con un costo di 385,00 euro a persona per un numero minimo di 30 adesioni con invio della preadesione con dati anagrafici eventuali esigenze e numero di cell. entro il 15 febbraio 2019 all’indirizzo di posta elettronica pintogiuseppe1957@gmail.com e che per l’accettazione delle preadesioni farà fede la data e ora di arrivo della mail.
La sistemazione sarà in appartamenti con uso matrimoniale, doppia, tripla, con supplemento di 25 euro al giorno a persona per la singola per un massimo di 4 appartamenti a uso singolo.
Il check-in con arrivo e consegna camere è previsto dalle ore 17.00 di domenica 16 giugno mentre il check-out entro le ore 10.00 di domenica 23 giugno 2019.
La quota comprende:
– Cocktail di benvenuto
– sette giorni di pensione completa con colazione pranzo e cena a buffet con acqua e vino alla spina, che vengono serviti rispettivamente dalle ore: colazione 07.30, pranzo dalle ore 12.30, cena dalle ore 19.30.
– zona sport a completa disposizione per iniziative
– Animazione e intrattenimento
– Tessera club che include: Servizio Spiaggia con 1 ombrellone e due lettini per appartamento dalla seconda fila in poi, utilizzo 3 piscine, strutture ricreative, Mini club 3/8 anni, Junior Club 9/13 anni, Campoverde Young Club 14/18 anni e programma di animazione con intrattenimento diurno e serale.
La quota NON comprende:
– a pagamento a seconda del numero delle adesioni con la società turco service s.r.l. si potranno organizzare uscite a Lecce o zone limitrofe;
– a seconda delle adesioni corsi di nuoto e di tiro con l’arco
TASSA DI SOGGIORNO: 1,00 euro a persona per un massimo di 7 notti. Esenti dal pagamento i minori di anni 12 e tutti gli aventi diritto come da delibera visualizzabile sul sito del Comune di Vernole.
Durante la settimana nei pomeriggi saranno organizzati tornei di carte o altre attività da concordare in loco.
È stato concordato, a richiesta con la società trasporti turco service s.r.l. di Vernole, il trasporto dalla stazione di Lecce al villaggio al costo di 30 euro da 1 a 4 persone un costo di 50 euro da 1 a 8 persone, contattabile per l’organizzazione dei gruppi al numero di cell. 324.0930955, sig. Turco Andrea.
Mentre dalla stazione e aeroporto di Brindisi al villaggio è stato concordato, a richiesta con la cooperativa Senza Confini Brindisi, il costo di 80 euro da 1 a 8 persone, contattabile per l’organizzazione dei gruppi al numero di cell. 393.1097555, sig. Sardano Michele.

Per chi volesse partecipare deve:
oltre che inviare la pre adesione entro il 15 febbraio 2019, effettuare entro il 15 marzo 2019, un vaglia postale o bonifico di acconto di 150 euro a persona adulta al seguente codice IBAN:
IT 22 T 02 008 15 906 000000 947284 (Unicredit banca di Roma) intestato a Pinto Giuseppe
Causale: Nome e cognome – acconto settimana relax
– inviare una mail, entro e non oltre il 31 marzo 2019, con dati anagrafici e eventuali esigenze n. di telefono all’indirizzo di posta elettronica pintogiuseppe1957@gmail.com con la conferma di adesione e allegato copia del vaglia postale o bonifico di 150 euro, a persona. Sono previste molte adesioni, quindi potrebbe succedere che chi si prenota all’ultimo momento rischia di non usufruire del pacchetto.
– Inoltre per quanto riguarda la partecipazione di bambini da 0 a 3 anni il soggiorno è gratuito mentre da 03 a 14 anni compiuti il costo è di € 15 al giorno come contributo ai pasti per un totale di 105 euro con acconto di 50 euro con le condizioni sopra elencate, inoltre è necessario segnalare la presenza di cane guida per il quale non sarà necessario nessun contributo, mentre per i cani di compagnia si dovrà versare un contributo al momento del saldo di 50 euro per le pulizie.
Il saldo deve avvenire allo stesso modo sopra indicato entro e non oltre il 19 aprile 2019 e inviare entro il 02 maggio 2019 all’indirizzo di posta elettronica pintogiuseppe1957@gmail.com una mail con allegato copia del vaglia o bonifico dell’avvenuto saldo pena l’annullamento della prenotazione e conseguente perdita della caparra.
Si precisa inoltre che per agevolare la mobilità nel villaggio è necessario che il cieco totale sia accompagnato.
Campo verde e Tutto il Suo Staff ci aspetta per poterci coccolare e regalare momenti di relax.
Giuseppe Pinto resta a disposizione per ulteriori chiarimenti ed è possibile contattarlo al numero 3346689311 o via mail: pintogiuseppe1957@gmail.com.

Presentazione del libro “L’arte contemporanea e la scoperta dei valori della tattilità” di Aldo Grassini, Andrea Socrati e Annalisa Trasatti

Armando Editore

Giovedì 17 gennaio 2019
ore 17.30
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma
Sala delle Colonne
viale delle Belle Arti, 131
Ingresso libero

Intervengono:
Saluti introduttivi di Emanuela Garrone, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Aldo Grassini, Presidente del Museo Tattile Statale Omero di Ancona
Andrea Socrati, Museo Tattile Statale Omero di Ancona
Annalisa Trasatti, Museo Tattile Statale Omero di Ancona
Fabio De Chirico, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane -MiBAC

La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta il libro L’arte contemporanea e la scoperta dei valori della tattilità, degli autori Aldo Grassini, Andrea Socrati e Annalisa Trasatti, per la collana medico-psico-pedagogica di Armando Editore (2018). Da diverso tempo la Galleria promuove l’accessibilità museale per tutti con attenzione alle diverse disabilità, con progetti che si rivolgono anche a persone non vedenti. Questo libro ci offre l’occasione per discutere del ruolo della tattilità proprio in relazione all’arte contemporanea, partendo dall’esperienza maturata all’interno del Museo Tattile Statale Omero di Ancona.
Esiste un rapporto tra Arte e tattilità? Che cosa ci insegna l’arte contemporanea?
L’esperienza del Museo Omero consegna alla riflessione estetica un contributo innovativo nella scoperta dei valori della tattilità. Il volume propone una nuova lettura dell’arte contemporanea fondata su una modalità di approccio all’opera plurisensoriale, tattile in particolare.
Alcuni orientamenti artistici, a partire dal XX secolo, con la valorizzazione dei materiali e la richiesta di un ruolo attivo del fruitore, coinvolgono in maniera sempre più decisa e complessa, tutte le possibilità espressive dei sensi.
Un apporto significativo in tale direzione viene offerto anche dall’esperienza dei disabili visivi, che nel processo di integrazione culturale e sociale hanno scoperto i valori dell’arte attraverso un approccio non visivo.
La ricerca del Museo Omero propone uno spettro di percorsi e proposte didattico-educative che apportano una nuova prospettiva critica alla museologia tradizionale.

Aldo Grassini, laureato in filosofia, è ideatore, fondatore ed attuale Presidente del Museo Tattile Statale Omero di Ancona. Come tiflologo è uno dei pochissimi specialisti in campo nazionale per le problematiche dell’estetica della tattilità e dell’educazione artistica dei non vedenti. È autore di numerosi contributi su pubblicazioni specializzate, nel 2015 è uscito il suo ultimo saggio Per un’estetica della tattilità. Ma esistono davvero arti visive? per Armando Editore.

Andrea Socrati, laureato in Discipline dell’arte della musica e dello spettacolo con indirizzo arti visive, è docente specializzato per il sostegno presso il Liceo Artistico “Edgardo Mannucci” di Ancona.
Si occupa di accessibilità ai beni culturali e di pedagogia speciale dell’arte, collaborando dal 2002 con il Museo Tattile Statale Omero di cui è responsabile dei progetti speciali.

Annalisa Trasatti è laureata in Beni culturali con indirizzo storico-artistico ed è attualmente coordinatrice dei servizi tecnici presso il Museo Tattile Statale con cui collabora dal 2002. Ha curato per dieci anni la rubrica “Didattica” per un importante portale d’arte Exibart.com. Attualmente è redattrice per Artribune.com.

Nel catalogo online del Centro Nazionale del Libro Parlato dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS sarà disponibile l’audiolibro (si può richiedere in prestito il CD e/o scaricare il formato mp3 dal sito, previa registrazione).

IL MUSEO TATTILE STATALE OMERO
Il Museo Tattile Statale Omero è uno spazio unico e “senza barriere” in cui tutti possono conoscere l’arte attraverso il tatto e punto di riferimento internazionale nell’educazione estetica per non vedenti e ipovedenti. Un museo che non solo colma un vuoto di giustizia sociale, ma rilancia sul piano internazionale il tema della fruizione dell’arte attraverso la multisensorialità.
Istituito nel 1993 dal Comune di Ancona con il contributo della Regione Marche, su ispirazione dell’Unione Italiana Ciechi, il Museo Omero è stato riconosciuto dal Parlamento, nel 1999, Museo Statale con Legge numero 452 del 25 novembre 1999, confermandogli una valenza unica a livello nazionale.
Nel 2012 il Museo si è trasferito nelle settecentesche sale della Mole Vanvitelliana di Ancona, oggi nei 1500 mq al secondo e terzo livello della Mole.

Il percorso espositivo propone oggi circa 150 opere. Copie al vero, in gesso e resina, di indiscutibili capolavori dell’arte classica, dall’antica Grecia al Rinascimento dialogano con i modellini architettonici: il Discobolo, la Nike di Samotracia, il Poseidone, la Venere di Milo si affiancano al modello in scala del Partenone; la Lupa capitolina e la ritrattistica romana si accompagnano al modello volumetrico e in sezione del Pantheon. Si prosegue con il nucleo del Medioevo, fra romanico e gotico, fino alla sala del Rinascimento con il grande modello della Cattedrale di San Pietro e, fra gli altri, i possenti lavori di Michelangelo: Pietà di San Pietro, Pietà Rondanini, Tondi Pitti e Taddei, il Mosè, il David e altro ancora. Al terzo piano sono allestite le sculture originali di arte contemporanea con artisti italiani e internazionali dell’area figurativa e informale quali Giorgio De Chirico, Pietro Consagra, Arturo Martini, Marino Marini, Arnoldo Pomodoro, Valeriano Trubbiani, Edgardo Mannucci, Umberto Mastroianni, Francesco Messina, Giuliano Vangi, Girolamo Ciulla, Aron Demetz, Felice Tagliaferri.
Il Museo è accessibile e fruibile tattilmente ed offre descrizioni in Braille, in nero a caratteri grandi e pedane mobili per l’esplorazione a supporto dei disabili visivi. È dotato di ingresso per persone con disabilità, ascensore e punto ristoro.
Due sono gli ambienti destinati ai laboratori didattici accessibili, rivolti alle scuole di ogni ordine e grado, attività per famiglie, per adulti e per chiunque desideri vivere un’esperienza educativa straordinaria in un luogo unico.
Il Museo è dotato di una sala conferenze, di un servizio di produzione tiflodidattica, di un servizio gratuito di educazione estetica ed estetica per non vedenti, di un centro di documentazione e ricerca, specializzato nel settore dell’accessibilità museale.
Centro di formazione e ricerca, laboratorio permanente per la valorizzazione e fruizione dell’opera d’arte, il Museo è promotore di mostre tattili di rilevanza nazionale e internazionale e di rassegne tematiche.
Prossima tappa per la nostra collezione: l’allestimento definitivo negli spazi attuali con almeno 300 opere lungo un percorso innovativo, multisensoriale e tecnologicamente avanzato seguendo il progetto scientifico redatto nelle sue linee guida dal Comitato Scientifico istituito nel 2009. A completare il Museo anche uno spazio aggiuntivo al livello zero della Mole Vanvitelliana di 450 mq circa che accoglierà il Museo del Design, donato e realizzato da Diego della Valle, in linea con le finalità e modalità espositive del Museo Omero.

Info pubblico
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
viale delle Belle Arti, 131 – 00197 Roma
orari di apertura: dal martedì alla domenica 8.30 – 19.30
ultimo ingresso 18.45
T +39 06 3229 8221

Ufficio stampa Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
gan-amc.uffstampa@beniculturali.it | T +39 06 322 98 307/308/328

Ufficio stampa Museo Tattile Statale Omero
Monica Bernacchia redazione@museoomero.it | T +39 071 2811935

Ufficio Stampa Armando Editore
Matilde Altomare press@armando.it | T +39 02 28371439

Reggio Emilia – Concerto Jazz “Massimo Tagliata 5et”

Domenica 20 gennaio ore 18:00
Cinema Teatro Corso – via Santa’Ambrogio, 9 Rivalta

Reggio Emilia. Domenica 20 gennaio alle ore 18:00 al Cinema Teatro Corso di Rivalta (via Santa’Ambrogio, 9) il Lions Club International e il Leo Club IV Circoscrizione Distretto 108 tb in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sezione territoriale di Reggio Emilia promuovono e organizzano il concerto Jazz “Massimo Tagliata 5et” finalizzato a raccogliere fondi destinati alla Fondazione Lions International, considerata una delle organizzazioni più influenti e degne di nota che aiutano ad educare le persone a rischio sulle malattie visive.
La mission della Fondazione è quella di sostenere l’impegno dei Club a favore di progetti nelle quattro aree di intervento: Vista, Giovani, Disastri e Bisogni Umanitari e proprio la Vista è la destinataria di questo evento service.
Tramite il suo programma SightFirst, la Fondazione Lions International sta combattendo la cecità in ogni parte del mondo; i progetti SightFirst aiutano milioni di persone cieche e che, nella maggior parte dei casi, non avrebbero altrimenti accesso alle necessarie cure oculistiche.
I Lions reggiani e l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Reggio Emilia collaborano da diverso tempo consentendo l’assegnazione dei cani guida – afferma Chiara Tirelli presidente della Sezione Territoriale UICI – e la recente attività degli scambi giovanili, ha coinvolto per la prima volta in un Campo Lions quattro ragazzi ipovedenti insieme a ventisette ragazzi vedenti che provenivano da ogni parte del mondo, per svolgere insieme attività ludiche, culturali e sportive volte all’inclusione sociale. Il 2019 è appena iniziato e già si stanno progettando insieme nuove attività, una di queste è la promozione del bastone elettronico “BEL”, utile ausilio che permette ai non vedenti di potersi muovere con maggior autonomia; alcuni Lions Club, attraverso il service ”Sight for Kids”, effettuano inoltre uno screening ai bambini in età infantile per la prevenzione dell’ambliopia.
Sul palco del Cinema Teatro Corso, gli artisti che compongono il quintetto sono: Massimo Tagliata al piano elettrico e fisarmonica; Massimo Turone al contrabbasso; Oreste Soldano alla batteria; Matteo Raggi al sax tenore, con la bella voce di Sonia Cavallari.
Ingresso Euro 12
Massimo Tagliata, fisarmonicista e compositore ha intrapreso importanti collaborazioni con musicisti quali Teo Ciavarella, Felice Del Gaudio ed il gruppo Banda Favela, con il quale ha realizzato un’importante tournee nei jazz club più prestigiosi dell’Europa e del Giappone (Blue Note di Tokio). Grazie alla versatilità musicale di cui è dotato collabora con numerosi musicisti del panorama nazionale addentrandosi nei generi musicali del jazz, tango, musica italiana d’autore, musica popolare. Nel 2006 ha fondato insieme al chitarrista Andrea Dessì il gruppo “Marea” con il quale ha partecipato ai più importanti festival jazz italiani, tra i quali Delta Jazz Festival, Veneto Jazz Festival, Festival Soul e String, Festival delle Dolomiti. Da un decennio Massimo Tagliata ha intrapreso una proficua collaborazione con il fisarmonicista americano Frank Marocco, con il quale collabora periodicamente nelle attività concertistiche, nelle incisioni discografiche e nelle attività di stage ed insegnamento e con il quale ha inciso l’album “Cammino Dritto” nel quale sono contenute sia composizioni originali che standard di jazz e colonne sonore di successo.
Si ringraziano: Medici F.lli srl, Scalabrini Prefabbricati, Promo Look, Fiorista Cilloni, Tipografia Corti Linea Stampa.

Barriere architettoniche, com’è il Natale per Italo e la sua padrona non vedente – quarta puntata

È la quarta ed ultima puntata per raccontare con tono leggero e autoironico la disabilità vista con gli occhi di un cane guida

Un approfondimento sulle barriere architettoniche e sulla giornata di una persona non vedente: quali sono gli ostacoli fisici e quali pregiudizi incontra nei luoghi che frequenta ogni giorno, come si rapportano le persone, storie di umanità e di vicinanza. Tutto quello che è utile sapere quando si incontra per strada o in un luogo pubblico una persona che non vede. È la quarta ed ultima puntata per raccontare con tono leggero e autoironico la disabilità vista con gli occhi di un cane guida.

“Ciao a tutti! Mi chiamo Italo e sono un cane guida. Anche quest’anno è arrivato il Natale. Me ne accorgo perché in casa della nonna compare all’improvviso un albero grandissimo, profumato e luminoso dove sono appese tante palle bellissime. Purtroppo in casa della mia padrona non si può fare l’albero perché la casa è piccola e lei dice che se facciamo l’albero devo rinunciare al mio comodo materassino per dormire. Non sia mai. Sento dire che le palle sono di tutti i colori ma io in realtà i colori non li vedo come gli umani. Alcune brillano e se le sfioro con la coda fanno un rumore che a me piace tanto. Però Stefania mi ha proibito in modo assoluto di toccarle e di giocarci. In realtà nemmeno la mia padrona riesce a vedere i colori degli addobbi, né delle belle palle luccicanti, però la vedo sfiorarle e mentre lo fa sorride. Lei dice che alcune sono di tanti anni fa, addirittura alcune se le ricorda da bambina. La mia padrona da bambina vedeva tutti i colori e le lucine dell’albero, ma poi qualcosa è capitato e non le ha viste più. Lei si diverte molto a fare l’albero per il Natale, anche se la nonna dice che lo addobba come un “pupo in fasce”, che non so cosa significa. In un altro angolo della casa viene sistemato un presepe. Così lo chiamano gli umani. Provo a descriverlo per chi non vede e non lo ha mai visto: c’è una casetta di legno fatta come la cuccia di un cane, dove mettono una bella signora con un signore. Tra loro due c’è un bambino sopra della paglia e accanto a lui un bue ed un asinello. Fuori ci sono anche pecorelle, galline, oche, ma non c’è nemmeno un cane. Per gli umani che seguono questa religione è un momento importantissimo, perché significa che è nato Gesù bambino, che poi è diventato grande ed è diventato solo Gesù senza cognome, proprio come me, che mi chiamo solo Italo. Io gli alberi di Natale li vedo in parecchi posti. Anche ad Ancona c’è un albero molto grande e tanta gente è andata per vedere il momento dell’accensione. Mi dispiace che la mia padrona non può vedere tutti gli addobbi di Natale in Italia o in giro per il mondo, tantomeno avere il permesso di toccare statuette di presepi esposte in qualche angolo della città. Sarebbe bello per chi non vede poter toccare ciò che gli altri possono vedere, ma non sempre è consentito. Chissà perché. A proposito di religione: dicono che noi canetti quando moriamo andiamo tutti in paradiso. Io sono un po’ preoccupato, perché vorrei stare con la mia padrona pure nell’aldilà, ma mica sono tanto sicuro che la mia padrona andrà in paradiso. Buon Natale a tutti! Bau!”

Fonte: Ancona Today
Link al sito: http://www.anconatoday.it/cronaca/barriere-architettoniche-cane-guida-italo-natale.html
Data pubblicazione: 24-12-2018

Barriere architettoniche, per Italo un viaggio a quattro zampe sul bus – terza puntata

È la terza di 4 puntate per raccontare con tono leggero e autoironico la disabilità vista con gli occhi di un cane guida

Un approfondimento sulle barriere architettoniche e sulla giornata di una persona non vedente: quali sono gli ostacoli fisici e quali pregiudizi incontra nei luoghi che frequenta ogni giorno, come si rapportano le persone, storie di umanità e di vicinanza. Tutto quello che è utile sapere quando si incontra per strada o in un luogo pubblico una persona che non vede. È la terza di 4 puntate per raccontare con tono leggero e autoironico la disabilità vista con gli occhi di un cane guida.

«Ciao a tutti! Mi chiamo Italo e sono un cane guida. Quanti di voi fanno i pendolari per andare al lavoro? Immagino sarete in tanti. Anch’io e la mia padrona facciamo i pendolari. La mia padrona tutti i giorni va al lavoro con l’autobus. Prendiamo una linea extraurbana. A me piace perché ci sono sempre le stesse persone e quando saliamo ci salutano. Io mi fermo un momento a guardarli uno ad uno prima di acciambellarmi ai piedi di Stefania. Qualcuno dice che controllo se hanno timbrato il biglietto…ma mica è vero, bau! Questa linea non è caotica come certe che ho preso in città. Qui io e la mia padrona troviamo sempre dove sederci. Infatti ci sono posti riservati ai disabili che, nelle linee extra urbane, sono quelli davanti, vicino all’autista. Se sono occupati, spesso ci cedono il posto. E questa è una cosa importante, perché se stiamo in piedi è molto più difficile restare in equilibrio quando il bus frena di colpo. A proposito di autisti, gli autisti delle autolinee Reni sono tutti molto bravi, io li conosco quasi tutti, ma alcuni sono speciali: Peppe, Gianluca, Mirco, ma a me è simpatico Tiziano perché dice che a forza di guardarlo prima o poi imparerò a guidare l’autobus pure io! Beh, io sono fortunato, ma il mio amico Freddy un po’ meno. Freddy è un cane guida come me, solo che lui è tutto nero. Mi ha raccontato che l’autobus che prende insieme al suo padrone, che parte da Agugliano, è spesso strapieno e lui e il suo padrone hanno molta difficoltà a trovare un posto libero, e quasi nessuno cede loro il posto, nemmeno quelli riservati ai disabili…poverini! Girare in città per me significa dovermi concentrare molto perché ci sono tanti pericoli. Io cammino sempre sul marciapiede e quando dobbiamo attraversare la strada, se non c’è il semaforo è un problema. A dire la verità, anche se c’è il semaforo è un problema se non è provvisto di segnalatore acustico. Del resto noi cani, mica vediamo i colori come gli umani. Qui ad Ancona di semafori che suonano ce ne sono diversi, ma in altre città qui vicino no. Non riesco a capire perché è così difficile mettere in tutti i semafori il segnalatore acustico. I miei amici cani guida londinesi ad esempio, dicono che lì ogni semaforo ha il segnalatore acustico. Ma qui non siamo a Londra. Insomma qualche volta arriviamo in ufficio che siamo già stressati…si dice così vero? Una sera abbiamo perso l’autobus. Era buio, stavamo alla fermata di piazza Roma. Purtroppo in quel posto gli autobus si fermano uno dietro l’altro. La mia padrona ha provato a chiedere se quello che aveva davanti era quello che serviva a noi, ma nessuno le ha risposto, perché tutti andavano di corsa. Così l’autobus è passato e noi non lo abbiamo preso. Purtroppo, essendo oramai tardi, la mia padrona ha dovuto chiamare un taxi per tornare a casa. Io ero molto preoccupato perché una volta a Milano un tassista ci ha detto che non potevamo salire perché non voleva peli dentro la sua macchina. La mia padrona gli ha risposto che eravamo noi a non voler salire su un taxi del genere. Ma poi la paura è scomparsa perché ad Ancona i tassisti sono sempre molto carini con noi. E mi stanno pure simpatici. Anche il viaggio è vita. E dovrebbe essere piacevole per tutti. Bau!».

Fonte: Ancona Today
link al sito: http://www.anconatoday.it/cronaca/barriere-architettoniche-cane-italo-disabili-autobus-2018.html
data pubblicazione: 23 dicembre 2018