Trento: Giornata della Donna 2014, di Luciana Brida

Autore: Luciana Brida

L’incontro svoltosi sabato 8 marzo 2014 ha suscitato vivo interesse fra i presenti, considerato l’argomento trattato: “Di tutto e di più sull’alimentazione”.

La mattinata si è aperta con il saluto della presidente, Ivanna Marini” e delle componenti il Comitato di settore della Sezione; il tema è stato trattato dalla Nutrizionista Stefania Menapace, che ha illustrato le linee guida per una sana e corretta alimentazione, formulate dall’INRAN, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione.

In dieci punti l’istituto indica quali comportamenti alimentari è giusto tenere, ad esempio in relazione al consumo di grassi, fibre, zuccheri, acqua, tenendo conto delle condizioni dell’individuo, delle sue necessità in rapporto all’età, all’attività svolta e ad eventuali patologie da cui il singolo può essere affetto. Non si deve tuttavia dimenticare l’importanza dell’associazione fra alimenti e del momento in cui si consumano i vari cibi durante l’arco della giornata, perché il metabolismo corporeo è soggetto a mutamenti in questo lasso di tempo. La tesi è, comunque, quella di variare il più possibile l’alimentazione, anche se nel caso di condizioni particolari ciò non è sempre possibile.

Numerosissime le domande dei presenti, anche volte a sfatare alcune credenze o a comprendere gli errori che sovente si possono compiere nella gestione dell’alimentazione.

Non è stato difficile riempire il tempo a disposizione e sicuramente si cercheranno occasioni per approfondire qualche aspetto particolare, necessità di cui alcuni associati hanno accennato anche durante il momento conviviale del pranzo conclusivo.

Luciana Brida

Immigrati: sì ad indennità di accompagnamento anche senza carta di soggiorno, a cura di Paolo Colombo

Autore: Paolo Colombo

La Corte Costituzionale, con la sentenza 15 marzo 2013, n. 40, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 80, comma 19, della Legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge finanziaria 2001) «nella parte in cui subordina al requisito della titolarità della carta di soggiorno la concessione agli stranieri legalmente soggiornanti nel territorio dello Stato della indennità di accompagnamento di cui all’articolo 1 della Legge 11 febbraio 1980, n. 18 (Indennità di accompagnamento agli invalidi civili totalmente inabili) e della pensione di inabilità di cui all’art. 12 della Legge 30 marzo 1971, n. 118 (Conversione in legge del Decreto-legge 30 gennaio 1971, n. 5 e nuove norme in favore di mutilati ed invalidi civili)».

La disposizione come formulata escludeva dal beneficio tutti quegli stranieri che, seppur erano in possesso dei requisiti sanitari necessari, erano, però, presenti in Italia da meno di cinque anni e quindi impossibilitati ad avere il documento di soggiorno richiesto.

Secondo quanto precisato dalla Corte Costituzionale nella sentenza in commento, tale situazione portava ad una discriminazione e disparità di trattamento in ordine ai diritti fondamentali della persona tra cittadini italiani e cittadini stranieri, rappresentando una violazione del diritto alla salute tutelato costituzionalmente.

L’assistenza alle famiglie che abbiano all’interno portatori di handicap grave non può essere rifiutata in ragione della «mera dura del soggiorno».

Si legge, infatti, testualmente, nella decisione in oggetto che … «In ragione delle gravi condizioni di salute dei soggetti di riferimento, portatori di handicap fortemente invalidanti (in uno dei due giudizi a quibus si tratta addirittura di un minore), vengono infatti ad essere coinvolti una serie di valori di essenziale risalto – quali, in particolare, la salvaguardia della salute, le esigenze di solidarietà rispetto a condizioni di elevato disagio sociale, i doveri di assistenza per le famiglie – tutti di rilievo costituzionale in riferimento ai parametri evocati, tra cui spicca l’art. 2 della Costituzione – in base, anche, delle diverse convenzioni internazionali che parimenti li presidiano – e che rendono priva di giustificazione la previsione di un regime restrittivo (ratione temporis, così come ratione census) nei confronti di cittadini extracomunitari, legalmente soggiornanti nel territorio dello Stato da tempo apprezzabile ed in modo non episodico, come nei casi di specie».

La concessione, quindi, agli stranieri extracomunitari, che siano legalmente soggiornanti in Italia, della indennità di accompagnamento nonché della pensione di inabilità, non può essere subordinata al «semplice» requisito della titolarità della carta di soggiorno.

a cura di Paolo Colombo (coordinatore del Centro di Documentazione Giuridica)

Provvidenze economiche per invalidi civili, ciechi e sordi: importi e limiti, a cura di Paolo Colombo

Autore: a cura di Paolo Colombo

Con circolare Inps n. 7 del 17 gennaio 2014, sono stati resi noti i rinnovi delle provvidenze economiche spettanti, fra l’altro, ai ciechi civili nell’anno 2014.

La ritardata comunicazione dei nuovi importi è dipesa dal fatto che l’Istituto ha avviato solo alla fine dello scorso dicembre le operazioni di ricalcolo dei trattamenti pensionistici per adeguarne l’ammontare a quanto stabilito in via definitiva dalla Legge di Stabilità (Legge n. 147 del 27 dicembre 2013), tenuto conto della necessità di effettuare le procedure in tempo utile per il pagamento della mensilità di gennaio 2014.

Come già annunciato con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze 20 novembre 2013 (pubblicato in G. U. n. 280 del 29 novembre 2013), il rinnovo delle prestazioni categoria Invciv per l’anno 2014 sono state calcolate applicando l’indice di rivalutazione stimato, in via previsionale, dall’Istat, in:

+ 2,0 per cento per i limiti di reddito

+ 1,2 per cento per le pensioni

+ 2,09 per cento per le indennità

Riportiamo gli importi in euro relativi ai ciechi, ai sordi ed agli altri invalidi civili:   Tipo di provvidenza 2014

Pensione ciechi civili assoluti: 301,91 – 16.449,85

Pensione ciechi civili assoluti (se ricoverati): 279,19 – 16.449,85

Pensione ciechi civili parziali: 279,19 – 16.449,85

Pensione invalidi civili totali: 279,19 – 16.449,85

Pensione sordi: 279,19 – 16.449,85

Assegno mensile invalidi civili parziali: 279,19 – 4.795,57

Indennità mensile frequenza minori: 279,19 – 4.795,57

Indennità accompagnamento ciechi civili assoluti: 863,85 – Nessuno

Indennità accompagnamento invalidi civili totali: 504,07 – Nessuno

Indennità comunicazione sordi: 251,22 – Nessuno

Indennità speciale ciechi ventesimisti: 200,04 – Nessuno

Lavoratori con drepanocitosi o talassemia major: 501,38 – Nessuno

a cura di Paolo Colombo (coordinatore del Centro di Documentazione Giuridica)

Cambia la musica!, di Antonio Quatraro

Autore: Antonio Quatraro

Questa volta non si tratta di una metafora, come quando si vuol dire che tutto cambia apparentemente: cambiano i suonatori ma…

Qui si tratta proprio degli studi musicali per i ciechi.

L’IRIFOR di Firenze, insieme alla locale sezione, come molte altre nostre sezioni peraltro, da tempo è impegnato a promuovere il rilancio degli studi musicali fra i nostri giovani e meno giovani. Nonostante la musica sia la forma d’arte totalmente accessibile ai ciechi, gli studi musicali, in Italia come nel resto d’Europa sono in rapida decadenza.

Eppure lo studio di uno strumento ha effetti positivi su tutte le sfere della persona, e non solo sulla sfera della creatività, come è ovvio.

Suonare bene uno strumento richiede una grande manualità, ma richiede anche concentrazione, memoria, attenzione, prontezza di riflessi, capacità di ascoltare e di ascoltarsi, oggi sempre più rara. Capire la musica poi chiama in gioco processi mentali più sofisticati di quanto non appaia a prima vista. Studi recenti sottolineano una correlazione positiva fra capacità di comporre musica e pensiero divergente, oggi così importante per reagire ai continui cambiamenti della nostra società.

Capire la musica significa anche abituarsi a seguire più fili contemporaneamente (nel caso della musica polifonica).

E per chi non vede, proprio attraverso l’ascolto attento è possibile quanto meno farsi una idea intorno ai principali aspetti visivi del reale: contrasto, sfumatura, effetto legato alla prospettiva; senza dire del grande contributo culturale derivante dallo studio della musica, per comprendere meglio i principali movimenti letterari e artistici.

Una delle difficoltà maggiori che scoraggiano chi voglia intraprendere gli studi musicali è costituita dalla notazione Braille, per cui quasi tutti i ciechi che fanno musica la fanno ad orecchio, o con l’aiuto di un amico, o maestro, o genitore, che legge o registra la descrizione dello spartito in nero, che viene memorizzata. Questa tecnica è conosciuta in Europa come “musica parlata”.

L’ostacolo maggiore per chi vuole intraprendere gli studi musicali consiste nel fatto che la notazione musicale Braille, unica via per la lettura diretta e personale, non permette il passaggio immediato fra segno e suono.

In altri termini, mentre se leggo un libro sento dentro di me le parole che sto leggendo, se leggo uno spartito in Braille, il passaggio fra la lettura e l’ascolto interiore è molto più complesso e richiede grande sforzo mentale.

Questo fa sì che, dopo qualche timido tentativo, quasi tutti continuano a far musica, ma solo ad orecchio.

Ma fare musica solo ad orecchio è come imparare una lingua straniera senza saperla leggere e scrivere, quindi rinunciando ad entrare nella lingua, a comprenderne lo spirito.

Per fortuna le nuove tecnologie informatiche, applicate agli studi musicali dei ciechi, hanno aperto davvero prospettive impensabili fino a qualche decennio fa. Prendendo spunto e slancio da tali nuove opportunità, IRIFOR Firenze attualmente è impegnato in due progetti:

“Restituire la musica ai ciechi”, cofinanziato da Banca della Comunicazione, che sta epr concludersi;

“MUS4VIP” (studi musicali per persone con disabilità visiva). Questo secondo è un progetto europeo di due anni, iniziato a novembre 2012, in partenariato con scuole ed università di Francia, Gran Bretagna, Polonia e Italia.

Per l’Italia siamo in partenariato con il Conservatorio Pollini di Padova, che coordina il progetto, e con Arca Progetti di Verona, società specializzata in progettazione e realizzazione di software accessibile.

“Restituire la musica ai ciechi” si rivolge ad 8 ragazzi Toscani, che hanno già un insegnante di musica e che conoscono il Braille letterario. Il progetto prevede lezioni e supervisione a domicilio da parte di una équipe formata da un non vedente ed un vedente esperti, consulenza interattiva a distanza, produzione di spartiti in Braille con difficoltà graduate, approccio alle nuove tecnologie specifiche.

“MUS4VIP” invece si muove in una ottica più ampia, in quanto, partendo dai risultati di precedenti progetti Europei, e dal programma BME2, sviluppato appunto da Arca Progetti Verona, anche con il contributo della nostra Biblioteca di Monza, mira a realizzare tutti quegli strumenti didattici per rilanciare gli studi musicali.

In particolare, il progetto realizzerà:

– unità didattiche interattive per principianti, che conoscano solo il Braille letterario; – – un corso di teoria musicale multimediale (esempi audio e tavole in rilievo), con particolari accorgimenti per studenti non vedenti; – – una guida multimediale per insegnanti vedenti, per metterli in condizione di essere di aiuto allo studente non vedente con maggior preparazione; – – un forum per scambio di idee e di materiali. – – Conclusioni

Chissà cosa avrei potuto fare se da giovane avessi avuto strumenti così efficienti per imparare la musica. Oggi scrivere la musica è davvero un gioco da ragazzi: la scrivi e la senti lì per lì.

Quando ero ragazzo io capire una regola di armonia richiedeva tempo e grande fatica, e alla fine non sempre la capivi.

Non nascondo l’entusiasmo che provo lavorando alla realizzazione di un piccolo grande sogno. Però al tempo stesso mi rendo conto che la tecnologia è come un tappeto mobile. Non appena ci sali lui va dove vuole. E infatti: il software va coltivato, come una pianta delicata. E’ già l’ora di pensare alle piattaforme mobili. E poi … Insomma, il traguardo ti sfugge proprio quando lo stai per toccare.

Eppure io credo che, se la nostra organizzazione è arrivata dove è arrivata, significa che ha energie, intelligenza e concordia attorno agli obiettivi vitali.

Ora il sogno non è più studiare musica con la tecnologia, ma è quello di trovare le risorse per non farsi superare da questa.

Riferimenti:

www.music4vip.org Per ulteriori informazioni: firenze@irifor.eu

Il Presidente Prof. Antonio Quatraro

Da assistiti ad assistenti, di Alfio Pulvirenti

Autore: Alfio Pulvirenti

Succede ai fisioterapisti non vedenti e ipovedenti che anche quest’anno, spinti dalla passione per lo sport e per la propria professione, metteranno a disposizione le proprie mani per ridurre lo stress muscolare agli atleti che prenderanno parte alla xx edizione della Maratona di Roma.
Per la terza volta i professionisti con minorazione visiva svolgeranno la propria attività, gomito a gomito, con i colleghi vedenti.
Promotrice dell’iniziativa è A.I.FI ed in particolare A.I.FI Lazio, l’associazione professionale di categoria più importante sul territorio nazionale.
Il successo delle esperienze precedenti, riportato dai diversi articoli pubblicati dalle riviste di A.I.FI e U.I.C.I. hanno spinto il Comitato Tecnico-scientifico Nazionale dei Fisioterapisti e Massofisioterapisti Soci U.I.C.I. a farsi portavoce presso la Direzione Nazionale della richiesta di un contributo, consistente nello stanziamento di una somma, da consentire la stampa del logo dell’U.I.C.I., a fianco a quello dell’associazione dei Fisioterapisti, su tutte le magliette dei professionisti presenti alla manifestazione.
L’avvenuto accoglimento della richiesta da prova del riconoscimento dell’importanza di tale atto, capace di favorire ulteriormente i rapporti fra i due sodalizi e di far percepire ai Soci professionisti la vicinanza dell’Unione..
Se nelle due esperienze precedenti la partecipazione numerica dei professionisti con problemi visivi è stata adeguata, l’entusiasmo trasmesso da coloro che vi anno preso parte, ha prodotto, per quest’anno, un ulteriore incremento dei partecipanti.
Saranno  presenti professionisti rappresentativi delle tre principali aree geografiche: nord, sud e centro.
A questo punto non resta che augurare il successo a tutti i partecipanti e un buon lavoro agli organizzatori.
Alfio Pulvirenti

Milano: Campionati Italiani Assoluti Invernali di nuoto paralimpico FINP

Autore: Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS

Como ha ospitato, nel week-end (22 e 23 febbraio 2014), i Campionati Italiani Assoluti Invernali di nuoto paralimpico FINP. Oltre 150 atleti (tra cui quasi tutti quelli di interesse nazionale) di 47 società hanno gareggiato nella piscina di Muggio (Como).

Martina Rabbolini ha conquistato due splendidi ori nei 100 dorso e 100 farfalla (categoria S12 – ipovedenti) e un importante terzo posto assoluto nella finale Open dei 100 dorso.

I riscontri cronometrici sono stati i seguenti:

– 100 farfalla, 1.44:86;

– 100 dorso, 1.32:86;

– finale Open 100 dorso, 1.31:52.

Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS

Via Vivaio, 7

20122 Milano

tel/fax: +390276004839

Non occorre permesso per abbattere barriere, a cura di Paolo Colombo

Autore: a cura di Paolo Colombo

Il permesso per abbattere le barriere architettoniche non occorre. A stabilirlo è la terza sezione penale della Corte di Cassazione con sentenza n. 38360 del 18 settembre 2013. La Suprema Corte ha, poi, sottolineato che per quanto concerne la definizione di «barriere architettoniche» per i soggetti disabili, deve ricordarsi che: «le opere funzionali all’eliminazione delle barriere architettoniche sono solo quelle tecnicamente necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e non quelle dirette alla migliore fruibilità dell’edificio e alla maggior comodità dei residenti» (si veda anche Tar Campania, Salerno, sez. 2, 19 aprile 2013, n. 952; Tar Abruzzo, Pescara, sez. 1, 24 febbraio 2012, n. 87; Tar Abruzzo, L’Aquila, sez. 1, 8 novembre 2011, n. 526). Ai sensi dell’art. 6, comma 1, lettera b), del Dpr n. 380 del 2001, tali opere rientrano nell’attività edilizia libera qualora «consistano in interventi volti all’eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di rampe o di ascensori esterni, ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell’edificio».

Qualora vi sia, invece, la realizzazione di rampe o ascensori esterni o manufatti che comunque comportino un’alterazione della sagoma dell’edificio, trattandosi di opere non ricomprese nell’art. 10 trova applicazione l’art. 22 dello stesso Dpr, a norma del quale sono realizzabili mediante denuncia di inizio attività gli interventi non riconducibili all’elenco di cui all’art. 10 e all’art. 6.

I giudici osservano, poi, che a tale disposizione si sovrappone oggi l’art. 19 della Legge n. 241 del 1990, come modificato dal Dl n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 122 del 2010, il quale consente che, per le opere soggette a Dia ordinaria, si proceda, in via semplificata, con Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Tale è l’interpretazione autentica data dall’art. 5, comma 2, lettera c), del Dl n. 70 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 106 del 2011, il quale prevede che: «Le disposizioni di cui all’articolo 19 della Legge 7 agosto 1990, n. 241 si interpretano nel senso che le stesse si applicano alle denunce di inizio attività in materia edilizia disciplinate dal Dpr 6 giugno 2001, n. 380, con esclusione dei casi in cui le denunce stesse, in base alla normativa statale o regionale, siano alternative o sostitutive del permesso di costruire».

a cura di Paolo Colombo (coordinatore del Centro di Documentazione Giuridica)

Campionati Italiani Assoluti Invernali, a cura del Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS

Autore: a cura del Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano

I prossimi Campionati Italiani Assoluti Invernali si terranno sabato 22 e domenica 23 febbraio a Como. La nostra giovane nuotatrice Martina Rabbolini parteciperà, nella categoria S12 (ipovedenti), alle seguenti gare: 100 dorso e 100 farfalla,. IMPIANTO GARA : Piscina Comunale Muggiò (Como), Piazza Atleti Azzurri

 

Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS

 

Congedo straordinario anche per zii e affini, a cura di Paolo Colombo

Autore: a cura di Paolo Colombo

Anche parenti e affini entro il terzo grado conviventi di persone con grave disabilità possono godere di un congedo straordinario, «in caso di mancanza, decesso, o in presenza di patologie invalidanti degli altri soggetti individuati» dalla legge, per prendersi cura del disabile. Lo ha sancito la Corte Costituzionale, con la sentenza 203 del 2013, dichiarando illegittimo un articolo del Testo unico in materia di sostegno della paternità e della maternità. La Corte ha stabilito l’illegittimità costituzionale dell’art. 42, comma 5, del Decreto Legislativo 151 del 2001 su riposi e permessi per i figli con handicap grave. Una norma che garantisce questo diritto al coniuge e poi al padre o alla madre, ai figli e ai fratelli, ma non agli altri parenti e affini, come per esempio agli zii.

 

«La limitazione della sfera soggettiva vigente» osserva la Consulta «può pregiudicare l’assistenza del disabile grave in ambito familiare, allorché nessuno di tali soggetti sia disponibile o in condizione di prendersi cura dello stesso». La dichiarazione di illegittimità costituzionale «è volta precisamente a consentire che, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti degli altri soggetti menzionati nella disposizione censurata, e rispettando il rigoroso ordine di priorità da essa prestabilito, un parente o affine entro il terzo grado, convivente con il disabile, possa sopperire alle esigenze di cura dell’assistito, sospendendo l’attività lavorativa per un tempo determinato, beneficiando di un’adeguata tranquillità sul piano economico».

 

Per queste ragioni la Consulta ha dichiarato «l’illegittimità costituzionale dell’art. 42, comma 5, del Dlgs 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e paternità, a norma dell’art. 15 della Legge 8 marzo 2000, n. 53), nella parte in cui non include nel novero dei soggetti legittimati a fruire del congedo ivi previsto, e alle condizioni ivi stabilite, il parente o l’affine entro il terzo grado convivente, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti degli altri soggetti individuati dalla disposizione impugnata, idonei a prendersi cura della persona in situazione di disabilità grave».

 

Il caso all’attenzione della Consulta aveva avuto origine dal ricorso di un assistente capo di Polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Palmi, contro due decreti del Ministero della Giustizia: il primo aveva rigettato l’istanza presentata per poter assistere lo zio materno, il secondo prevedeva il congedo straordinario per assistenza a disabile e la contestuale decadenza da ogni trattamento economico. La persona da assistere non era il padre, ma lo zio, e per questo la richiesta era stata respinta. La questione era finita per questo di fronte alla Consulta.

 

a cura di Paolo Colombo

(coordinatore del Centro di Documentazione Giuridica)

Ipovisione: fra ambito clinico, medico-legale e vita quotidiana, di Angelo Mombelli

Autore: Angelo Mombelli

Il convegno svoltosi nell’Aula Magna dell’Università Sapienza di Roma

 

 

Questa che segue era la premessa al Convegno sull’ipovisione organizzato dalla nostra Unione, nello specifico dalla Commissione Nazionale Ipovedenti, dalla sezione Italiana della IAPB e dall’Università Sapienza di Roma, tenutosi lo scorso primo febbraio a Roma:

 

“L’ipovisione si colloca in un’area “grigia”, a metà tra il vedere e il non vedere; che la si consideri una condizione medico-clinica o una condizione esistenziale, in entrambi i casi porta con sé il segno dell’incertezza. La condizione dell’ipovedente risulta, comunque vada, di difficile definizione.

 

Da una parte infatti, la valutazione medico-legale della minorazione visiva non è un “automatismo”, ma richiede una corretta applicazione della normativa e soprattutto conoscenza ed esperienza in campo clinico da parte dell’oculista. Un’errata certificazione dello stato di minorazione visiva, e la conseguente presentazione di documentazione incompleta o imprecisa alla Commissione di Prima istanza per l’accertamento dello stato di minorato della vista, può determinare per il soggetto interessato il ritardo o addirittura il rigetto della concessione di benefici a lui spettanti, con una grave ricaduta nel suo quotidiano.

 

Quotidiano, che per l’ipovedente serba già difficoltà infinite, di cui sovente la massa delle persone vedenti è all’oscuro: si è d’altronde abituati a prendere in considerazione gli estremi (in questo caso il vedere e il non vedere), e a tralasciare quello che sta in mezzo.

 

Il convegno affronterà quindi, nella sua seconda parte, alcune tematiche di particolare interesse legate alla vita quotidiana dell’ipovedente, passando da temi poco battuti, ma cruciali, come la maternità per una donna ipovedente ad altri più comuni come quelli legati all’autonomia del minorato della vista in ambito domestico, visto però dalla parte di una specialista della progettazione ambientale”.

 

Il copione, direi, è stato rispettato appieno, anche grazie alla qualità degli interventi da parte degli specialisti che sono stati chiamati a relazionare: oculisti, medici legali, in rappresentanza sia dell’Inps che delle commissioni di prima istanza dell’ASL, professionisti, accademici universitari e collaboratori del Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva della IAPB. La partecipazione al convegno è stata foltissima, oltre ogni rosea aspettativa, segno che il tema trattato è particolarmente sentito sia dalla base associativa che dagli addetti ai lavori; tra il pubblico, oltre ai soci dell’Unione, erano infatti presenti numerosi oculisti e medici legali. Tra l’altro, al termine del convegno è stata ravvisata la necessità di incontrarsi nuovamente, limitando però il numero degli interventi, per dare risposta alle numerosissime richieste di precisazione che, per mancanza di tempo, non è stato possibile esaurire.

 

Soprattutto la prima parte del convegno è stata alquanto dibattuta e ha evidenziato le difficoltà che gli oculisti incontrano nel fornire una documentazione corretta ed esaustiva riguardante la minorazione visiva dei pazienti. Le cause di tale difficoltà sono diverse: prima di tutto la mancanza di uno standard omogeneo  sul territorio nazionale per quanto riguarda la strumentazione e la tecnologia utilizzate nelle valutazioni, un fatto che rende altrettanto disomogenea la certificazione fornita. Anche la richiesta dell’Inps di avere certificazioni rilasciate solo dai medici operanti nel settore pubblico ha contribuito a rendere problematiche le procedure.

Recentemente poi, si è aggiunta un’ulteriore criticità alla lista, connessa ai casi dei cosiddetti falsi ciechi balzati agli onori delle cronache: le indagini relative hanno spesso coinvolto gli oculisti certificatori, fino ad arrivare, in taluni, fortunatamente isolati frangenti, anche alla carcerazione di questi ultimi.

Tutto ciò ha gettato scompiglio e timore nel mondo dell’oftalmologia, e a pagarne le conseguenze sono, naturalmente, gli “aventi diritto”, che non riescono ad ottenere le certificazioni in un tempo ragionevole.

La conclusione è che sarebbe necessario fare estrema chiarezza nella metodica accertativa: per far questo, il primo passo potrebbe essere quello di uniformare le modalità su tutto il territorio nazionale. E’ un compito difficile, ma dovrà essere necessariamente portato a termine per poter dare risposte soddisfacenti a chi ne ha diritto.

 

La seconda parte del convegno ha trattato alcune tematiche care alle persone ipovedenti, che riguardano nello specifico la quotidianità; sono stati affrontati il tema della maternità delle donne ipovedenti, dell’iniziale difficoltà in cui si trovano le persone ipovedenti,  in bilico tra il vedere e il non vedere, con la paura del buio che ne consegue; è stato poi toccato il complesso ambito delle patologie sistemiche, che possono avere una ricaduta sull’apparato visivo. L’ultima relazione ha trattato il tema dell’autonomia domestica delle persone ipovedenti, dalla prospettiva qualificata di un architetto progettista di ambienti.

 

La Commissione Nazionale Ipovedenti della nostra Unione, considerato il successo dell’evento, proporrà, entro il corrente anno, l’organizzazione di un nuovo convegno per tornare a  trattare le problematiche oggi esistenti.

 

Angelo Mombelli