La storia di Sant’Anna di Stazzema in Braille, di Matteo Bonetti

L’Associazione Vittime Civili di Guerra, sezione di Lucca, ha predisposto i testi in Braille che saranno messi a disposizione dei visitatori non vedenti del Museo

Il Museo Storico di Sant’Anna di Stazzema si dota di uno strumento indispensabile: la Guida completa a Sant’Anna di Stazzema in braille.
Per i principi e i valori che il Parco Nazionale della Pace rappresenta, è fondamentale abbattere ogni barriera che possa creare impedimento o difficoltà nel conoscere e diffondere la storia della strage del 12 agosto 1944.
Il Presidente Matteo Bonetti, ha donato cinque copie in braille della Guida, realizzata col sostegno della Stamperia Braille della Regione Toscana e la collaborazione con 2muv, la cooperativa che ha in gestione i servizi del Museo che ha fornito i testi e curato la Guida Completa. Saranno messi a disposizione dei visitatori non vedenti che vorranno conoscere la storia di Sant’Anna, i luoghi di strage, le fasi della ricerca della verità fino al Processo di La Spezia e i giorni nostri.
Il progetto della Guida completa al Parco Nazionale della Pace ha visto la direzione scientifica del prof. Gianluca Fulvetti e project managing a cura di 2muv.
Grazie alla collaborazione tra Museo e ANVCG è nata la trascrizione in braille, con il presidente Bonetti che si è impegnato in prima persona a portare in fondo questo importante progetto.

Il volume braille può essere richiesto alla sezione provinciale di Lucca dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (tel. 0583-491277; email: anvcglucca@gmail.com)

Sant’Anna di Stazzema
Significato storico, simbolico e morale
Sant’Anna di Stazzema è un piccolo paese con un gravoso bagaglio di memorie e dolore: ogni sentiero, ogni casa, ogni pietra raccontano una storia drammatica. Una piccola comunità che deve confrontarsi con una difficile responsabilità: ricordare e celebrare le proprie vittime, ma soprattutto diffondere importanti significati morali e civili.
Sant’Anna è innanzitutto luogo di storia e memoria, simbolo delle città martiri in Europa e nel mondo, emblema delle vittime civili delle guerre e della violenza dell’uomo sull’uomo. Le oltre 500 vittime della strage del 12 agosto 1944 costituiscono una tangibile testimonianza dei devastanti effetti dell’ideologia nazista. Ricordarle significa intraprendere un viaggio nel giorno in cui l’uomo decise di negare se stesso, di rinunciare alla difesa e al rispetto della persona e dei diritti in essa radicati. Sant’Anna è quindi un luogo di ricordo, di racconto, di commozione, di conoscenza, che ha lo scopo di conservare e divulgare la storia e la memoria di allora, anche dopo la scomparsa degli ultimi testimoni, creando un ponte fra passato, presente e futuro.
Ma Sant’Anna è anche dal 1970 Centro Regionale della Resistenza. I fatti di Sant’Anna ci raccontano del cammino percorso dal popolo italiano per conquistare la libertà, del movimento di Resistenza alla dittatura fascista, cui i Versiliesi dettero un significativo contributo. Quindi la sua storia può contribuire a rafforzare l’identità del Paese, poiché è simbolo di principi e valori imprescindibili del vivere civile: la democrazia, la giustizia, la tolleranza, il dialogo fra i popoli, la libertà.
Sant’Anna infine è soprattutto un luogo di pace. Con l’istituzione nel 2000 del Parco Nazionale della Pace, vuole essere centro propulsore nella diffusione di una cultura di pace, di un messaggio di convivenza tra i popoli. In questo senso va ricordato lo storico abbraccio davanti al Sacrario dei Presidenti della Repubblica di Italia e Germania, Giorgio Napolitano e Joachim Gauck, nel marzo 2013. L’incontro sancisce l’impegno in direzione di una riconciliazione che non significhi oblio del passato, ma riconoscimento dei crimini e della dignità delle vittime: costruzione della pace sulla base della verità. Si tratta di un messaggio coraggioso, come quello di “riconciliazione ed unità” che Nelson Mandela lanciò al Sudafrica per ricostruire, dopo l’apartheid, una rinnovata comunità nazionale.

Foto della Guida al Museo della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema (Lucca) e della Guida completa al Parco Nazionale della pace e al Museo

Foto della Guida al Museo della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema (Lucca) e della Guida completa al Parco Nazionale della pace e al Museo

IL PRESIDENTE A.N.V.C.G. sez. di Lucca
prof. cav. Matteo Bonetti

Sport – A.S.D. La Ghirlandina, successo nella Prima Giornata di Campionato Serie B di Torball

Nelle giornate del 15 e 16 dicembre scorso, presso Ascoli Piceno, si è svolta la prima giornata di campionato della Serie B di Torball, gioco sportivo a squadre per non vedenti. I team coinvolti erano cinque: ASD La Ghirlandina, GSD Non vedenti e Semivedenti Bolzano, ASD Homero Bergamo, APD Picena non vedenti ed ASD Ciociaria non vedenti. La prima partita della giornata vedeva coinvolte la selezione di Bolzano opposta a quella modenese, la quale dopo circa una mezzoretta di gioco si imponeva con un secco 9 a 4 che metteva subito in chiaro quali fossero le intenzioni di questa realtà appena formatasi.
Successivamente la formazione emiliana si trovava ad affrontare la squadra padrona di casa, riuscendo ad ottenere un ottimo pareggio per 2 a 2. Nell’ultima partita del sabato gli emiliani dovevano scontrarsi con i ragazzi della Ciociaria, e forse a causa del troppo entusiasmo, o per la stanchezza, questa volta cadevano sotto le segnature dei laziali che si imponevano per 5 a 2. Nella giornata di domenica, le danze si riaprivano nuovamente con lo stesso schema: Bolzano contro Ghirlandina si riaffrontavano in una partita più equilibrata rispetto al giorno precedente, ma alla conclusione dei due tempi di gioco i ragazzi di manager Nigro si riaffermavano vincitori con un risultato di 6 a 2. Purtroppo la bella prestazione contro il Picena vistasi nella giornata di sabato non si è rivista il giorno successivo ed i marchigiani si impongono per 7 a 2; Probabilmente complice anche il troppo nervosismo tra le fila degli emiliani che sul 2 a 0 per loro hanno incominciato a fare una serie di falli che hanno compromesso inesorabilmente la partita.
Situazione totalmente opposta quella dove La Ghirlandina si trovava ad affrontare nuovamente la squadra dell’ASD Ciociaria non vedenti. I ragazzi guidati in campo dal capitano Tortini si portavano subito in vantaggio per 3 a 0 e sembravano in grado di amministrare il risultato; ma ancora una volta l’entusiasmo e probabilmente troppa distrazione, permettono alla selezione laziale di portarsi pericolosamente a ridosso. Fortunatamente per i giallo-blu una buona difesa e il suono della campanella permettono di portare a casa la terza vittoria con il risultato di 3 a 2. Cosa dire di questa squadra fortemente voluta dal vicepresidente della UICI nazionale?
“Prima di tutto è un gruppo di amici, che sta bene insieme, è unito e si diverte – dice il presidente del gruppo sportivo Stefano Tortini. – una volta che questi ingredienti vengono amalgamati, il prodotto non può essere che ottimo. Il gruppo c’è, ha voglia di fare bene, di farsi valere e di far crescere i giovani come il nuovo arrivato Marco Zollo di soli 22 anni. Il tutto tenuto insieme dall’esperienza dei veterani, come Mario Frisòn e Marco Perotti. Alla guida di questo bellissimo progetto ci sono i due tecnici Salvatore Ardito e Federico Nigro, che con le loro scelte oculate guidano magistralmente i propri giocatori. In ultimo, ma non per importanza anzi, voglio ringraziare la UICI di Modena ed il suo presidente Ivan Galiotto, senza i quali questo gruppo avrebbe fatto fatica a carburare.” Ora il prossimo appuntamento per la squadra sarà a Bergamo il 26 e 27 gennaio per la seconda giornata di campionato.

Torino – UICI/011 n. 3-2018: dicembre

UICI/011: rivista quadrimestrale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) di Torino
N. 3/2018: dicembre

In piedi
“Stand up for your rights” (àlzati per I tuoi diritti) cantava Bob Marley nel 1975. Era il grido di un popolo che si sentiva schiacciato, era la proposta di una visione alternativa ai pregiudizi consolidati e alla legge del più forte. E’ passato quasi mezzo secolo e viviamo in una realtà diversissima, eppure anche noi siamo chiamati ad alzarci in piedi per i diritti: non solo per i nostri diritti di persone disabili, ma per quelli di chiunque viva una condizione di fragilità. Tra le tante iniziative che ci hanno coinvolti negli ultimi mesi, ce ne sono alcune che ci stanno particolarmente a cuore: riguardano il contrasto all’odioso fenomeno della violenza sulle donne. Crediamo che costruire una cultura del rispetto e dell’inclusione sia possibile. Ma c’è molto, moltissimo lavoro da fare.
La redazione

Comitato di Redazione
UICI/011

Direttore Responsabile
Franco Lepore

Redazione
Sandra Giovanna Giacomazzi
Mara La Verde
Flavia Navacchia

Hanno collaborato
Christian Bruno
Giovanni Laiolo
Silvia Lova
Sergio Muzzolon

Caporedattore: Lorenzo Montanaro

Per scrivere alla redazione:
ufficio.stampa@uictorino.it

Per i diritti di chi è più fragile
Tante iniziative in collaborazione con le istituzioni

Questo periodo ci ha visto partecipare attivamente a molte iniziative organizzate per sensibilizzare l’opinione pubblica sul triste fenomeno della violenza contro le donne e sui temi afferenti le persone con disabilità. Il coinvolgimento di UICI Torino è stato fortemente voluto da due importanti istituzioni: il Consiglio Regionale del Piemonte e la Polizia di Stato. Lo scorso 22 novembre, alla presenza dell’Assessore regionale alle pari opportunità Monica Cerutti, si è tenuta una conferenza stampa per presentare i vari eventi.
Alcune attività sono state organizzate in occasione del 25 novembre. In questa data ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel 1999. Questo appuntamento rappresenta il momento più importante dell’anno per parlare, informare e sensibilizzare su questo grave problema. La violenza sulle donne ha molti volti e si può manifestare in diverse modalità: dalla violenza fisica a quella sessuale, fino alla violenza psicologica. Un atto di violenza contro le donne può accadere ovunque: dentro le mura domestiche, sul posto di lavoro, per strada
Le donne con disabilità sono soggetti molto più a rischio. Difatti è diffusa la convinzione che le persone con disabilità non siano in grado di autodeterminarsi. Tale convinzione tende a legittimare le azioni di chi decide per loro, ma contro la loro volontà. In questo ambito è molto attivo il Comitato di UICI Torino sulle pari opportunità che si occupa della discriminazione e della violenza nei confronti delle donne disabili, attraverso l’organizzazione di incontri e il confronto con analoghe realtà del territorio.
Lo scorso 25 novembre UICI Torino e la Polizia di Stato sono scese in piazza per parlare alla cittadinanza del grave fenomeno della violenza contro le donne. E’ stata l’occasione per spiegare cosa può fare una donna che subisce violenza e quali sono le specifiche tutele per le donne con disabilità vittime di abuso. Al fine di far pervenire le informazioni anche ai disabili visivi l’UICI Torino ha stampato in Braille diverse copie di un volantino contenente le principali leggi che trattano la materia, i provvedimenti che possono essere adottati a tutela della donna vittima di violenza, alcuni semplici suggerimenti e i contatti a cui rivolgersi per chiedere aiuto. Inoltre sul materiale informativo della Polizia di Stato è stato inserito un QR code che consente di leggere il volantino attraverso gli smartphone.
Altre attività sono state organizzate in occasione del 3 dicembre, giornata internazionale delle persone con disabilità, proclamata nel 1981 con lo scopo di promuovere i diritti e il benessere dei disabili. L’appuntamento annuale offre pertanto l’occasione per valorizzare in tutti gli ambiti sociali il diritto degli individui ad una partecipazione piena ed attiva alla vita lavorativa, culturale, artistica e sportiva, e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della dignità e sulla necessità di abbattere ogni tipo di barriera per porre in essere i cambiamenti necessari al miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità.
Nella mattinata del 3 dicembre abbiamo incontrato le scuole piemontesi per parlare della disabilità con i ragazzi. Ci è sembrato quanto mai opportuno coinvolgere gli studenti su questi temi, anche per cercare di contrastare il fenomeno del bullismo nei confronti degli studenti disabili. Durante l’incontro è stato proiettato il film Wonder: è la storia di un bimbo, Auggie, che, nato con una rara malattia, dovrà affrontare il mondo della scuola per la prima volta e imbattersi nelle diverse reazioni di compagni e insegnanti. L’incontro con gli studenti è stato molto costruttivo e ha permesso di ricavare spunti interessanti. Noi crediamo che un corretto approccio con i ragazzi permetterà in futuro di avere una società maggiormente inclusiva.
Ricordiamo che le nostre collaborazioni con le varie istituzioni sono sempre finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica sul rispetto delle persone con disabilità e dei loro diritti.
Franco Lepore
Presidente UICI Torino

Verso una sanità più inclusiva
Inaugurato uno sportello informativo presso l’ospedale San Lazzaro
Cura e riabilitazione sono due facce di un medesimo percorso. Ed entrambe possono trovare il modo di evolversi, verso una sanità maggiormente inclusiva e attenta alle esigenze delle persone più fragili. Nasce da questi presupposti il protocollo d’intesa sottoscritto dall’azienda ospedaliero-universitaria “Città e della Salute e della Scienza” di Torino e dalla nostra sezione territoriale UICI. L’accordo prevede una serie di accorgimenti dedicati ai disabili visivi, che d’ora in poi potranno ricevere assistenza durante tutto il percorso sanitario, dalla prenotazione delle visite fino all’accesso in ospedale.
Il primo atto della collaborazione è l’apertura di uno sportello informativo gestito dalla nostra Unione presso gli ambulatori oculistici dell’ospedale San Lazzaro (via Cherasco 23, II piano). Questo spazio è stato inaugurato nel mese di ottobre.
Tutti i lunedì, dalle 9 alle 12, un delegato UICI Torino è a disposizione dei pazienti per fornire assistenza e indicazioni su moltissime tematiche riguardanti la riabilitazione, dall’autonomia personale alle nuove tecnologie, dall’istruzione al lavoro. Lo sportello rappresenta un’opportunità in più per mettere le nostre competenze al servizio di chi ne ha bisogno. Così, in un unico luogo, i pazienti con disabilità possono incontrare la professionalità di oculisti ed ortottisti, ma anche scoprire strategie utili e capire di non essere soli ad affrontare le sfide quotidiane.
E non è che un primo passo. Infatti l’accordo con la Città della Salute e della Scienza prevede anche altri aspetti. La struttura sanitaria si è impegnata a facilitare, attraverso canali preferenziali dedicati alle persone con disabilità visiva, le prenotazioni di visite ed esami e l’invio delle impegnative, se necessarie. Inoltre, all’interno del presidio Molinette (e in particolare nel reparto di oculistica dell’ospedale san Lazzaro) si cercherà di facilitare la mobilità, riducendo le barriere architettoniche e adottando una segnaletica leggibile anche dalle persone ipovedenti.
Maggiori informazioni sul sito www.cittadellasalute.to.it
Lorenzo Montanaro

Incontro con la sindaca Chiara Appendino
Nel mese di ottobre abbiamo incontrato la Sindaca di Torino, Chiara Appendino, che è venuta a trovarci per una visita istituzionale: un segno di attenzione e sensibilità, che abbiamo molto apprezzato. Ad accogliere la Sindaca erano presenti alcuni dirigenti della nostra sezione (tra loro, la vicepresidente Titti Panzarea, il consigliere delegato Giuseppe Salatino e vari consiglieri), oltre, ovviamente, a tanti soci e amici. La visita, benché breve, è stata occasione per un confronto su alcuni dei temi che ci stanno a cuore e sui quali la nostra sezione è impegnata da tempo.

Lavoro
La Prima Cittadina ha rinnovato il desiderio dell’amministrazione comunale di aprire nuovi spazi lavorativi per un coinvolgimento sempre maggiore delle persone con disabilità. Recentemente (dopo alcuni mesi di stop) sono ripresi gli incontri per dar seguito al protocollo d’intesa tra Comune e associazioni, sottoscritto in primavera. Ci sembra un buon segnale e un passo nella direzione giusta. Osserviamo, tra l’altro, che tra gli incarichi previsti dall’accordo ci sono anche alcuni ruoli dirigenziali (ulteriore conferma del fatto che le persone disabili, se messe nelle giuste condizioni, possono essere una risorsa per la città).

Mobilità
Abbiamo ricordato alla Sindaca quello che, purtroppo, per chi non vede o vede poco resta un “tallone d’Achille”: la mobilità, appunto. C’è l’annoso problema del servizio di trasporto sostitutivo: il sistema dei buoni taxi è stato sostanzialmente smantellato, ma siamo ancora lontani da una soluzione alternativa efficace e sostenibile. Abbiamo rinnovato la richiesta di semafori sonori, almeno in alcuni punti nevralgici della città. Infine, il problema delle biciclette a flusso libero, abbandonate in mezzo ai marciapiedi, vere “mine vaganti” per chi non vede. Su quest’ultimo tema, la Prima Cittadina ha sottolineato l’impegno del Comune per ridurre il numero delle società che gestiscono il servizio e promuovere una gestione più ordinata delle biciclette. Quanto agli altri aspetti del capitolo mobilità, ovviamente continueremo il nostro impegno nelle sedi più idonee, in particolare attraverso il tavolo di concertazione appositamente istituito.

Gestione degli spazi
La Sindaca è venuta a trovarci in un giorno particolarmente denso di proposte e attività. Abbiamo fatto notare come gli spazi attuali stiano diventando insufficienti per le tante attività che quotidianamente seguiamo. Molti nostri soci, in particolare, hanno sottolineato la volontà di recuperare alcuni locali della sede operativa di via Nizza 151, che attualmente sono inutilizzati e abbandonati al degrado. Ma anche su questo punto, prima di poter agire, è necessario che vengano emessi i necessari bandi.

Ringraziamo Chiara Appendino per la sua visita: non capita di frequente che un Sindaco esprima il desiderio di venirci a trovare, nella nostra casa. E speriamo che questo incontro ci aiuti a rafforzare quel dialogo che, pur in un momento tutt’altro che semplice, stiamo cercando di costruire.

Spazio tecnologia
Prelevare allo sportello bancomat con lo smartphone
Quante volte ci siamo imbattuti in sportelli bancomat sprovvisti di sintesi vocale o non accessibili. Quindi, per prelevare denaro, siamo stati costretti a ricorrere all’aiuto di qualcuno. Questa operazione però è rischiosa e gravemente lesiva della privacy.
Non tutti sanno che esiste una soluzione alternativa, molto pratica e sicura. Da qualche anno la tecnologia ci viene incontro e ci dà la possibilità di prelevare contanti senza usare la carta bancomat o la carta di credito, ma semplicemente il nostro smartphone.
Per compiere questa operazione bisogna seguire alcuni passaggi preliminari. Prima di tutto è necessario aprire un conto corrente presso un importante istituto di credito (le piccole Banche non sono ancora attrezzate). Inoltre dobbiamo avere preventivamente istallato sul cellulare l’applicazione della nostra Banca opportunamente configurata.
Rispettate queste condizioni, l’operazione è molto semplice. Rechiamoci presso lo sportello bancomat, apriamo l’applicazione della nostra Banca, selezioniamo l’opzione del prelievo senza carta, impostiamo sul telefonino l’importo che vogliamo prelevare, avviciniamo lo smartphone al bancomat tenendo la fotocamera rivolta verso lo schermo, tocchiamo con un dito lo schermo o premiamo uno dei bottoni posti a lato del monitor. Sullo schermo apparirà un QR code che verrà letto immediatamente dal telefonino. A questo punto lo sportello bancomat erogherà l’importo che avevamo preventivamente impostato. Tutto qui. Un’operazione che si può compiere in totale autonomia, con velocità, semplicità e sicurezza.
I QR code sono l’evoluzione dei codici a barre e vengono rappresentati da un insieme di piccoli quadratini neri e bianchi racchiusi all’interno di un quadrato: si stanno rivelando utili per tutti, ma in particolare per i disabili visivi. Oggi questa tecnologia viene utilizzata in diversi ambiti per accedere a molteplici contenuti multimediali.
Il QR code per i prelievi bancomat è stato usato per la prima volta dalla banca Unicredit. Da inizio 2018 si è adeguata anche la Banca Intesa San Paolo e ultimamente sempre più istituti di credito stanno adottando questa soluzione. Per maggiori informazioni vi invitiamo a contattare la vostra banca per verificare se il servizio è attivo anche sul vostro conto corrente.
Di tutto questo si parlerà durante un incontro, organizzato da UICI Torino, che si svolgerà nel mese di gennaio. Per i dettagli vi invitiamo a seguirci sul sito internet www.uictorino.it e sui nostri canali social.
Sergio Muzzolon

Tecnologia: l’altra faccia
Ribbons: un disastro decennale per vedenti e non vedenti
Steve è andato all’altro mondo. Bill, invece, va in giro per questo, dedicandosi alla filantropia, lasciando la sua azienda e quello che era il miglior programma di word processing o videoscrittura in mano a una generazione abituata a scrivere messaggi abbreviati con le faccine su un aggeggio che tira fuori dalla tasca. Per coloro che hanno l’esigenza di scrivere seriamente è un disastro!
L’anno scorso ho dovuto comprare un nuovo pc, un bellissimo Asus portatile. Come hardware niente da dire, ma il software? Ho capito subito perché avevo resistito 10 anni senza cambiare il mio povero Acer, anche se zoppicava da tempo. Usavo il sistema operativo migliore che la Microsoft avesse mai concepito: XP. E avevo una versione di Office 2000, installata da un CD-Rom comprato negli Stati Uniti. Da vedente andavo avanti come una scheggia e, in seguito, dopo un breve periodo di totale incapacità, appena istallati Jaws e NVDA, non dico che fossi tornata alla velocità delle prestazioni di prima, ma quasi.
Con il nuovo computer invece non riuscivo a fare più nulla. Windows 10 e i nuovi programmi di Office mi erano indecifrabili. Soprattutto la scomparsa dei menu e la comparsa dei cosiddetti ribbons, mi hanno fatto andare totalmente in tilt.
Il mio disagio era dovuto al fatto che i ribbons, con tutte le figurine grafiche, erano perfettamente inutili per una persona che non vede. Immaginavo, però, che anche a un utente vedente la scomparsa dei menu potesse dare fastidio. Quindi ho fatto una ricerca su Google per vedere se c’erano altre persone che la pensavano come me. Ho scritto qualcosa tipo: “Odio i ribbons”. “Dove diavolo sono finiti i menu?”. Con queste parole chiave sono stata rimandata a siti che mi invitavano a scaricare proprio quei programmi che mi avevano fatto imbestialire. Allora ho fatto la stessa ricerca in inglese, con le stesse due domande e, pagina dopo pagina, ho trovato citazioni da utenti vedenti che lamentavano dal 2007 i miei stessi problemi.
C’era chi diceva che l’unico motivo per cui la Microsoft aveva messo i ribbons era commerciale: per dare l’apparenza visiva di aver fatto un aggiornamento importante, invogliando gli utenti ad acquistare la nuova versione. Altri si lamentavano di non riuscire a trovare le funzioni che usavano oramai da tanti anni con gesti automatici o dal menu o con comandi a tastiera. C’era perfino chi rimproverava la Microsoft per la sua pretesa di convertirci tutti in egiziani di 4000 anni fa che dovrebbero capire e saper interpretare al volo i disegni geroglifici che hanno preso il posto delle voci del Menu. E c’era chi diceva che alla Microsoft sarebbe costato uno sforzo minimo lasciare i Menu nella nuova versione, per chi non aveva né tempo né voglia di fare i salti mortali per raccapezzarsi nei disegni grafici dei ribbons. Anche chi si é rimboccato le maniche dandosi da fare per imparare ad usarli, rimane infuriato con la Microsoft per non aver avuto rispetto verso i suoi utenti decennali.
Allora che fare? Forse sarà la volta buona che si realizzerà il sogno di Steve? Forse ci convertiremo tutti ad un Mac, vedenti e non vedenti? Almeno la Apple ha tenuto i menu nel sistema che si adatta ad ogni programma, sia i suoi, sia quelli della Microsoft.
Sandra Giovanna Giacomazzi

Un occhio di riguardo
Il premio per chi si impegna a fianco dei disabili visivi
Recentemente la nostra associazione ha deciso di istituire un premio speciale da destinare alle persone e alle istituzioni che, attraverso il loro lavoro quotidiano, contribuiscono a migliorare la vita delle persone con disabilità visiva, favorendone l’autonomia e il pieno inserimento nel tessuto sociale. Il riconoscimento si chiama “Un occhio di riguardo”.
Ad aggiudicarsi la prima edizione del premio è stato il giovane ingegnere Leonardo Napoli (27 anni), ideatore dell’applicazione per dispositivi mobili Laura, un sistema innovativo che presto aiuterà le persone cieche nella mobilità urbana, in particolare nell’attraversamento ai semafori. Al momento l’applicazione è ancora in fase di test, ma presto verrà installato a Torino il primo prototipo di semaforo intelligente.
L’ingegner Napoli, che ringraziamo per l’idea coraggiosa e per la tenacia nel portarla avanti, è stato premiato dal presidente UICI Torino, Franco Lepore, durante la seconda assemblea annuale del soci, che si è svolta nel mese di novembre.

Museo Lavazza: un percorso tra sensi, arte e caffé
Sono le 9:15 del 10 novembre e noi siamo tutti pronti per partire. Direzione: il museo Lavazza.
A seguito di faticose ricerche per trovare un parcheggio, ci raduniamo davanti ad un enorme edificio di vetro, realizzato solamente nel 2016, dalla forma bizzarra, ma interessante. Curioso è l’interno che, già dall’atrio dal design moderno ed elegante, fa intuire lo stile tecnologico del museo. La prima conferma mi viene dall’originale pass fornitoci all’ingresso: quella che potrebbe sembrare una semplice tazzina da caffè, è in realtà la “chiave” per attivare display interattivi, da utilizzare durante il percorso, grazie ad un sensore nascosto nella base.
Il percorso di visita non poteva che iniziare con la storia dell’azienda, raccontata attraverso foto e didascalie presenti sulle pareti. All’interno delle teche, invece, ci sono le riproduzioni dei primi barattoli del caffè, la pianta dell’edificio e i due personaggi celebri della pubblicità Lavazza: Carmencita e Caballero, riprodotti in più punti del museo.
Appoggiando la particolare tazzina sul sensore presente solo in alcuni dei tavoli, è possibile interagire con ciò che viene proiettato sul display, compiendo azioni come sfogliare un libro, simulare la coltivazione della piantina del caffè, leggere le diverse caratteristiche di ciascun chicco ed ascoltare alcune curiosità provenienti da una poltrona fornita di due altoparlanti posti sullo schienale.
Al centro di questa prima sala, è collocato un grande bancone semicircolare, su cui sono appoggiate le riproduzioni di una vecchia cassa da bar, uno dei primi macinini da caffè, una bilancia per pesare i sacchetti con i chicchi lavorati e diversi barattoli di caramelle. Al centro del cerchio, una teca racchiude una delle prime macchine da caffè espresso.
La seconda sala, invece, è incentrata maggiormente sulla storia dei chicchi di caffè, sulle diverse provenienze, sulle diverse tostature e sulle caratteristiche di sapore. Molto intelligente, a mio parere, è stata l’idea di mettere a disposizione questi chicchi sui tavoli, così da poter toccare con mano le differenti forme.
Tangibile è anche la riproduzione, a grandezza naturale, del furgoncino Lavazza, con le tazzine e tutti gli strumenti necessari per il servizio da bar. Lo stesso vale per il set di ripresa di Carmencita e Caballero e per il Paradiso, set degli angioletti delle pubblicità successive.
L’ultima sala è la più incredibile: poggiando il pass sempre sull’apposito sensore, comincia una musica, seguita da un video ricco di immagini, proiettate su un’enorme tela suddivisa in piccole strisce che partono dal soffitto. Lo sfondo, prima e dopo la proiezione, è il cielo notturno, che dona alla stanza un’atmosfera quasi magica.
Il percorso si conclude con la degustazione del caffè Lavazza.
Non posso dire che il museo non sia curioso, divertente ed originale, grazie soprattutto alle tecnologie interattive proposte. Tuttavia, ritengo che il percorso generale sia basato soprattutto su elementi visivi, spesso non tattili e questo potrebbe risultare difficoltoso per un disabile visivo, che rischia di non poter godere appieno l’esperienza.
Mara La Verde

Volandia: il sogno di volare
Nel mese di ottobre, la nostra sezione U.N.I.Vo.C. di Torino ha organizzato una gita al parco museo Volandia, nelle vicinanze dell’aeroporto internazionale di Malpensa. A questa iniziativa hanno aderito una quarantina di persone tra non vedenti e accompagnatori. In mattinata, verso le 10, abbiamo raggiunto il museo e poco dopo, divisi in due gruppi con rispettive guide, abbiamo iniziato la visita nelle ex officine Caproni. Così ci è stato possibile toccare i primi aerei di inizio secolo e i biplani che hanno fatto la prima guerra mondiale. Siamo poi saliti sui grandi aerei dell’aviazione civile in servizio fino agli anni Novanta sulle rotte europee. Le nostre guide ci hanno fatto esplorare le cabine di pilotaggio e, per un momento, abbiamo sognato di attraversare i cieli d’Italia pilotando un Jet di linea. L’esperienza si è conclusa con la visita al capannone degli elicotteri: lì abbiamo avuto la possibilità di accomodarci su un grosso elicottero militare per il trasporto di truppe e merci e, a conclusione della visita, siamo andati a vedere il convertiplano, cioè una macchina che ha le doppie funzioni di un elicottero e di un aereo. Le guide ci hanno accompagnato con grande professionalità e passione in questo fantastico viaggio nella storia del volo: oltre a spiegarci le caratteristiche tecniche degli aeromobili, hanno saputo raccontare numerosi aneddoti legati alla storia dell’aviazione, rivelandoci come, dietro alla preparazione e alla perfezione fisica dei piloti, ci siano prima di tutto dei grandi uomini pronti a sacrificare la vita. La giornata si è conclusa in una trattoria della zona, dove, con allegria e entusiasmo, quello che avevamo visto e toccato è stato oggetto di discussione, di fronte ai succulenti piatti della cucina lombarda.
Gianni Laiolo

Il Castello del Valentino sotto mano
Un workshop con gli studenti del Politecnico
Nel mese di ottobre, una delegazione della nostra sezione UICI Torino è stata ospite del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, dove si è svolto un Workshop introduttivo alle Lauree Magistrali, intitolato “Progettare senza barriere: Beni culturali per tutti”. Gli studenti si sono dimostrati molto interessati alle strategie che i non vedenti usano per avvicinarsi al patrimonio artistico. Per questa occasione erano stati prodotti dei disegni tattili e alcuni plastici del Castello del Valentino, dove ha la sede la Facoltà di architettura. Abbiamo esplorato questo materiale insieme agli studenti, suscitando in loro molta curiosità. Così abbiamo raccontato di come, in presenza di strumenti adeguati, le persone con disabilità visiva possano esplorare musei, chiese, monumenti, palazzi storici e siti archeologici, arrivando a formarsi immagini mentali molto chiare e dettagliate. Alcune domande hanno toccato anche gli aspetti della vita quotidiana di una persona cieca. Molto interessante è stata, infine, la possibilità di rivivere la vita di corte, scoprire eventi salienti della storia del castello e visualizzarne i diversi ambienti, grazie alle spiegazioni della docente del corso, che per l’occasione è stata anche la nostra guida.
Gianni Laiolo
(Referente Settore Cultura UICI Torino)

L’arte multisensoriale di Liku Takahashi
Dal Giappone, essenze aromatiche e superfici da toccare per un’esperienza aperta a tutti
Una forma d’arte in apparenza semplicissima, che però nasconde un messaggio tutt’altro che scontato. Un’arte per tutti, da esplorare con gli occhi, ma anche (e soprattutto) con le dita e con il naso. Ai colori sono associate essenze profumate, mentre le diverse intensità cromatiche si possono percepire toccando granelli di sabbia di dieci dimensioni differenti. Ogni granello rappresenta una persona: con pazienza e perseveranza possiamo unirci per formare bandiere di pace.
Nell’ambito della Japan Week, settimana della cultura giapponese che quest’anno si è svolta a Torino dal 19 al 25 ottobre, abbiamo incontrato l’artista Liku Maria Takahashi, che ci ha parlato della sua arte multisensoriale, particolarmente adatta alle persone con disabilità visiva. Abbiamo potuto esplorare alcune opere dell’artista, soprattutto le riproduzioni di bandiere di vari Stati, dal Libano all’Austria.
Con le loro nette campiture di colore, le bandiere si prestano bene a questo tipo di trasposizione tattile-olfattiva, ma hanno anche un significato simbolico, poiché possono rappresentare l’incontro e il dialogo tra i popoli.
L’incontro con Liku Takahashi è stato organizzato dalla sezione I.Ri.Fo.R. Torino, nell’ambito del progetto “Insieme per un sorriso”.

La voce dei soci
Diamo voce al nostro socio e amico Christian Bruno, membro del Comitato Autonomia e Mobilità e del Comitato Ipovedenti, che nei mesi scorsi ha scritto una bella lettera al quotidiano La Repubblica. E’ la riposta a un articolo, a firma del giornalista Diego Longhin, relativo alle lamentele dei dipendenti delle anagrafi periferiche, alle prese con disagi di ogni sorta. Nella sezione dedicata ai problemi di personale, il cronista riferisce il pensiero di un dipendente della Circoscrizione 6, che si esprime in questi termini: «La situazione è disastrosa. Possiamo contare solo su due colleghi sani, gli altri sono sordi, cechi e zoppi. Non ho mai visto un posto con tanti casi particolari, secondo me in questi anni si sono divertiti. Hanno detto “quello è il cestino dei rifiuti”». Parole che, secondo noi, meritano qualche riflessione. Per questioni di spazio, riportiamo solo un breve stralcio della lettera di Christian, ma vi invitiamo a leggerla per interno sul nostro sito internet www.uictorino.it

Egregio Dottor Longhin,
Mi chiamo Christian Bruno e appartengo alla categoria dei “sordi, ciechi e zoppi”, insomma non a quella dei “sani”. Nel suo articolo, senza dubbio Lei ha riportato fedelmente le parole di un operatore che intravede nella disabilità non una possibilità di riscatto e di partecipazione alle attività sociali e lavorative della vita, ma un peso per la collettività e un ostacolo allo svolgimento di un servizio. Ritengo però che il suo bellissimo lavoro, frutto di un percorso formativo importante, debba renderla consapevole che l’analisi scorretta di un dipendente comunale necessiti, da parte sua, di un articolazione nel racconto. Tra le persone disabili vi sono diversi tipi e gradi di disabilità, diversi livelli di istruzione e formazione, e soprattutto tantissime sfaccettature caratteriali che conducono questi esseri umani “non sani”, come il sottoscritto, a rapportarsi con la società, il lavoro, l’amore, attraverso modalità diverse. Quindi, restando in tema lavorativo, vi sono disabili fannulloni e altri che cercano di dare il meglio, contestualmente alla disabilità. Ogni disabile, inserito in un contesto adatto, può senza dubbio contribuire al benessere di questo Paese. Lei, tramite il quotidiano per cui scrive, ha un’importante ruolo che non è solo quello di mera informazione, ma anche di contribuire alla formazione delle opinioni e coscienze dei lettori. E secondo Lei, le parole riportate nel Suo articolo che opinioni possono costruire in merito alla disabilità e al lavoro? Le rilegga ancora e forse capirà. E capirà che quel dipendente ha tradito anche lei, ha tradito la sua intelligenza, che deve consentirle di formulare un’analisi in merito all’argomento di cui si sta occupando.
Cordialmente
Christian Bruno

In breve
Torneo di Torball
Nel mese di ottobre, la nostra Polisportiva ha organizzato il XVIII Torneo Internazionale di Torball “Città di Torino”, che ha avuto per protagoniste otto squadre di cui tre straniere (provenienti da Austria, Svizzera e Francia). Per l’intera giornata, gli atleti con disabilità visiva si sono sfidati in una disciplina poco nota al grande pubblico, ma molto avvincente. Per chi non lo conoscesse, il Torball è un gioco a squadre nato per favorire un pieno coinvolgimento delle persone cieche e ipovedenti. Si gioca con un pallone sonoro, in un campo delimitato da cordicelle con sonagli. Ascoltando i movimenti del pallone, ciascuna squadra deve cercare di segnare un goal nella porta avversaria.
A fine giornata, il verdetto conclusivo ha premiato l’impegno e la passione della nostra squadra torinese, che si è classificata prima, dopo aver vinto tutte le partite. Complimenti, dunque, a tutti i nostri atleti e al tecnico Dario Vernassa che da anni li segue, insieme ai suoi collaboratori. Una volta di più la Polisportiva ha dimostrato con i fatti il valore dello sport inclusivo.

“I miei occhi per la tua spesa”
Come avevamo annunciato, ha preso avvio il servizio di assistenza alla spesa promosso dall’ipermercato Carrefour di corso Monte Cucco in collaborazione con la nostra sezione UICI Torino. Il mercoledì dalle 9 alle 12 e il giovedì dalle 16 alle 19, le persone cieche e ipovedenti possono fare acquisti con l’aiuto di assistenti Carrefour, che hanno frequentato un percorso formativo organizzato dalla nostra associazione. Il servizio è gratuito. Prenotazioni: 011 70 74 759 oppure 011 70 74 762.

Aggiornamento graduatorie legge 68/99
In questi mesi i centri per l’impiego stanno aggiornando le graduatorie relative alla legge 68/99, cioè la normativa che disciplina l’inserimento professionale delle persone disabili. Tutti gli iscritti agli elenchi di tale legge, dunque, devono presentarsi presso il centro per l’impiego territorialmente competente e fornire alcuni dati utili all’aggiornamento delle graduatorie. Per farlo c’è tempo fino al 28 febbraio.
Maggiori informazioni sul sito www.agenziapiemontelavoro.it

Auguri!
A tutti i nostri soci e amici, e a tutte le persone che quotidianamente si impegnano per una società più equa e inclusiva, i nostri migliori auguri di un sereno Natale e di un 2019 ricco di soddisfazioni.

Sommario della rivista “Il Progresso” n. 1 1-15 gennaio 2019

Attualità- Le spese auto aumentano ancora. Ecco perché (di Giuseppe Cordasco)
Esteri- La Russia, nuova superpotenza agricola
Innovazione- Da acqua a vapore sfruttando l’energia solare
Scienza- La rivoluzione dei semi senza sesso (di Anna Meldolesi)
Benessere- Quando il corpo dice che qualcosa non va (di Francesca Favotto)
Curiosità- Souvenir, come mai piacciono tanto ai turisti (di Vito Tartamella)

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2019 al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Sommario della rivista “Kaleidos” n. 1 1-15 gennaio 2019

Invidia (di Rosa Baldocci)
L’animale maschio (di Antonella Fiori)
Quello che le donne raccontano (di Antonella Baccaro)
Quello che gli uomini non dicono (di Aldo Cazzullo)
Il potere delle lacrime (di Eliana Liotta)
Scopri come prenderlo e lui ti dirà sì (di Tessa Corsini)

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2019 al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Sommario della rivista “Senior” n. 1 gennaio 2019

Passate ormai le feste natalizie dove tutti siamo stati più buoni e pazienti, sereni e felici, disponibili e generosi, torniamo alla realtà della vita di tutti i giorni sperando di conservare, malgrado tutto, la necessaria serenità per cimentarci nell’impegno quotidiano:
Meno male che Senior c’è: rilassante come un massaggio orientale, frizzante come un buon Prosecco, sincero come un fanciullo e affascinante come una bella donna.
Cesare Barca, il granitico direttore, offre: l’editoriale “Il futuro siamo noi”, Una intervista a Fabio Lotti titolare della cooperativa “Yeah!”, risponde ai messaggi lasciati nella segreteria telefonica di Senior e conclude con “A risentirci”.
Maria d’Esposito riprende la consueta rubrica “A cuore aperto”, poesie classiche e dei lettori.
“In viaggio con Patrizia Modica”, alla scoperta della Val Cecina e “In cucina con Patrizia” la ricetta del rotolo alla crema di limone.
Ignazio Cozzoli, mette alla prova le capacità deduttive con “Enigmisticando” gioco senza premi.
Parlami di te è dedicato a Mauro Mazzoni.
Aldo, tornando con la memoria a metà circa del secolo scorso, racconta della raccolta delle olive al suo paese natale.
Massimiliano introduce il documentario “Il processo di Norimberga”, epilogo della seconda guerra mondiale e commenta l’importanza del “Disco music”.
Mauro Corona con “Barbara” rivive momenti per lui indimenticabili.
Di Patrizia Stagni la recensione del romanzo “La grande truffa” di John Grisham.
Per “Un sorriso in + proponiamo “er cassamortaro” con Gigi Proietti.
Di Giuseppe Ferdico “La storia di Europa radio jazz” emittente meneghina.
Sanremo anno 1969 e la proclamazione del vincitore del “Quizzone” edizione 2018 sono curate da Alberto Stagni.
Giusy rende note le provvidenze economiche spettanti per il 2019, a ciechi e ipovedenti.
La redazione propone “Transiberiana”, la più lunga linea ferrata al mondo.

Tutto qui? ma siamo soltanto all’inizio di una nuova avventura e siamo certi che ce ne sarà per tutti: non volete crederci? Abbonatevi subito perché Senior non mente. Richieste di canzoni, musica classica e la rubrica “posta e risposta” coinvolgono i lettori per un numero che apre il nuovo anno promettendo di mantenere l’alto livello di interesse suscitato nei nuovi e vecchi abbonati che esprimono fiducia nella propria associazione e invitano le sezioni territoriali alla divulgazione della loro audiorivista perché Senior è ancora giovane e promettente.

Di seguito il link per ascoltare il sommario:
Audio Player

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2019 al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

C N L P – “Mucho Mojo”, di Joe R. Lansdale

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Mucho Mojo”, di Joe R. Lansdale – Numero Catalogo: 89985

Lo hanno soprannominato Mojo storyteller dal titolo di questo libro. Mojo è un po’ di magia nera con una spruzzata di sesso, ma nella miscela Lansdale c’è anche parecchio horror e l’umorismo non manca mai. Qui c’è perfino lo scheletro di un bambino sepolto sotto il pavimento… Ma andiamo con ordine. Dopo essersi ripresi da una losca disavventura, Hap Collins e Leonard Rine sono tornati alla loro vita di sempre, fatta di lavoretti, ozio e birre ghiacciate. Ma tutto cambia quando uno zio di Leonard muore e lascia il nipote erede di una casa fatiscente e di centomila dollari in contanti. I due si trasferiscono nell’antica dimora e decidono di ristrutturarla per rivenderla a un prezzo ragionevole, ma ben presto fanno la macabra scoperta della creatura sotto le assi. Con l’aiuto non sempre compiaciuto di due poliziotti e il sostegno di una bella avvocatessa di colore, Hap e Leonard scoprono una realtà ancor più agghiacciante: sono ormai dieci anni che, nel mese di agosto, scompare dal quartiere un bambino di colore, povero e figlio illegittimo, spesso di una prostituta. E gli indizi raccolti dai due investigatori sembrano convergere verso personaggi influenti della comunità, i classici insospettabili.

Per effettuare il download degli audiolibri, gli utenti già registrati possono accedere alla pagina del “Libro parlato online” digitando http://lponline.uicbs.it/

C N L P – “La guerra segreta”, di Max Hastings

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “La guerra segreta”, di Max Hastings – Numero Catalogo: 89654

Questo libro si occupa di alcune delle persone più affascinanti che presero parte alla Seconda guerra mondiale. Un esercito di uomini e donne che, non sparando un solo colpo, influirono profondamente sull’esito degli eventi: spie, crittoanalisti, guerriglieri che condussero una guerra segreta per carpire informazioni e strategie del nemico. Dalla leggendaria GC&CS, la Government Code and Cypher School di Bletchley Park che fu il più importante fulcro dello spionaggio del conflitto e che attraverso la creazione delle «bombe» elettromeccaniche di Alain Turing, e la conseguente decifrazione del traffico di «Enigma», inferse un duro colpo al sistema di comunicazioni della Germania; alla produzione di materiale dell’«Ultra», la complicata operazione di decrittazione dei messaggi delle macchine cifranti da parte dei geniali matematici e linguisti britannici e americani che permise al direttivo alleato di pianificare le proprie campagne e operazioni nella seconda metà della guerra con una precisione che a nessun comandante militare era mai stata consentita nella storia; ai crittoanalisti di Nimitz nel Pacifico; alle reti di spie dell’«Orchestra rossa» operanti nell’impero nazista per conto dell’Unione Sovietica, fino ai Cinquecento di Washington e di Berkeley – un piccolo esercito di americani di sinistra che si prestarono a fare da informatori per lo spionaggio sovietico, Max Hastings riscostruisce in queste pagine la storia di una guerra in cui spionaggio e operazioni clandestine assunsero un’importanza mai avuta in precedenza.

Per effettuare il download degli audiolibri, gli utenti già registrati possono accedere alla pagina del “Libro parlato online” digitando http://lponline.uicbs.it/