Autore: Mario Barbuto
Il 16 ottobre ricorre la Giornata Nazionale
del Cane Guida che l’Unione celebrerà in due distinti momenti a carattere
nazionale a Messina e a Firenze e con tante iniziative territoriali in decine
di città italiane.
La Giornata e le celebrazioni sono
soprattutto una occasione per instaurare e proseguire il dialogo con i
cittadini e con le istituzioni per confermare e ribadire il ruolo prezioso
svolto da questi amici a quattro zampe nella vita quotidiana di tantissimi
ciechi e ipovedenti e per sollecitare le autorità, il Governo e il Parlamento a
porre speciale attenzione al tema, provvedendo a fornire le necessarie risorse
alle Scuole e agli utenti.
I tempi di attesa per avere un Cane
Guida, infatti, superano spesso i due anni dalla richiesta e rendono
intollerabilmente lungo il periodo nel quale un cieco è costretto a privarsi
della propria guida e a rinunciare in tutto o in parte alla propria
indipendenza personale.
Le Scuole di addestramento in Italia si
contano sulle dita di una mano e operano spesso in condizioni di ristrettezza
finanziaria e di carenza di mezzi e di strutture, prevalentemente grazie all’impegno,
spesso volontario, degli operatori, degli addestratori e degli amministratori,
costretti a fare i conti con le dure leggi del Bilancio: spese di gestione,
oneri di allevamento e reperimento cuccioli, mantenimento, addestramento e cura
dei cani.
La formazione di un Cane Guida comincia
praticamente dalla nascita. Anzi, dal momento della selezione degli esemplari
da accoppiare alle fattrici preposte alla riproduzione.
Dopo i primi due mesi di vita con la
mamma, i cuccioli vanno presso famiglie affidatarie che curano la loro
educazione di base, iniziando quel lungo e complicato cammino che porterà alla
formazione di un Cane Guida, in genere in un percorso complessivo di 18-24
mesi.
All’età di un anno circa, i cani
ritornano alla Scuola e iniziano il vero e proprio addestramento specifico che
al termine li condurrà a condividere le proprie giornate con una persona priva
di vista, in quella che diventerà una vita di simbiosi pressoché totale.
Qualche anno fa, abbiamo voluto
conferire il Premio Braille proprio a una famiglia affidataria, perché fosse il
segno della nostra riconoscenza e gratitudine verso le tante persone che
offrono il proprio impegno, la propria disponibilità e il proprio amore,
accogliendo un cucciolo per quegli otto, dieci mesi, propedeutici all’addestramento
vero e proprio.
Ho già avuto modo anche di persona di
constatare con quale affetto e con quale dedizione queste persone si dedicano
al proprio compito educativo, sebbene consapevoli che dovranno presto privarsi
della compagnia e della presenza del cucciolo loro affidato, preparandosi
dunque a quello strappo dell’anima e a quella ferita del cuore, a causa di una
separazione, necessaria e prevista, dopo alcuni mesi di convivenza che
sviluppano legami forti tra cane ed essere umano.
Le lacrime che accompagnano spesso il
giorno di questa separazione, sia pure nella consapevolezza e con la gioia di
aver reso un nobile servizio e compiuto un grande gesto d’amore, segnano il
momento in cui il cucciolo torna a Scuola e lascia definitivamente le persone
affidatarie che lo hanno accolto, accudito e coccolato nei primi mesi di vita.
Qui a Scuola ha inizio ora l’addestramento
specifico, grazie al lavoro di istruttori competenti e qualificati che offrono
tutta la loro professionalità per una decina di mesi che condurranno il cane,
se tutto va bene, a divenire la guida inseparabile di un cieco per gli anni
avvenire.
Un processo articolato e complesso che
richiede mezzi, spazi, competenze, dedizione… Un percorso a ostacoli tra fasi
di socializzazione, esami clinici e comportamentali, faticosi momenti di
addestramento, indirizzati a questi fantastici esseri a quattro zampe, pronti a
donare a una persona non vedente tutto il loro amore incondizionato e tutte le
loro abilità, rendendone più facili le giornate, più ricca la vita sociale, più
intense le relazioni umane.
L’emozione gioiosa dei non vedenti nel
momento in cui ricevono il proprio cane, basta da sola a ripagare delle fatiche
e delle difficoltà quotidiane nella conduzione, gestione e amministrazione di
una Scuola di addestramento per Cani Guida.
Abbiamo ancora dinanzi a noi le immagini
forti dell’ultima consegna di quattro cani, svoltasi in luglio a Palermo, nella
prestigiosa sede del Parlamento siciliano. Abbiamo nelle orecchie le parole
commosse dei non vedenti assegnatari; nel cuore, il loro racconto di questo
incontro “fatale” tra una zampa fedele e una mano amica, per
costruire insieme una Storia di vita.
A Firenze, e più precisamente a
Scandicci, la Scuola della Regione Toscana festeggia i novant’anni della
propria attività, segnati da consegne di centinaia e centinaia di Cani Guida
che hanno recato sollievo, conforto e indipendenza ad altrettanti ciechi in
Italia.
A Messina, nella sede prestigiosa del
dipartimento di medicina veterinaria dell’Università, l’incontro tra
istruttori, operatori, studenti, docenti e cittadini tutti, a sancire una
alleanza intorno a un progetto di vita che recherà luce, gioia e autonomia a
tante persone in difficoltà nel muoversi per recarsi al lavoro e per ogni altra
incombenza della vita quotidiana.
Ecco dunque a caratterizzare la nostra
Giornata Nazionale del Cane Guida, lo slogan che illustra la condivisione che
si instaura e si sviluppa ogni qualvolta un cane e un conduttore entrano in
simbiosi:
“La tua zampa, la mia mano… la
nostra Storia!”.