Presentazione candidatura, di Giuseppe Lapietra

Autore: Giuseppe Lapietra

XXIV CONGRESSO NAZIONALE UICI

Giuseppe Lapietra: candidato al Consiglio Nazionale

Breve scheda di presentazione

In occasione di un veloce incontro su Zoom dei 32 candidati al prossimo Consiglio Nazionale, il Presidente Barbuto ha proposto che ci presentassimo ai congressisti e, naturalmente, ai soci tutti attraverso una breve scheda informativa.

Ecco la prima fatica non prevista, ho pensato lì per lì;

Sì, perché non c’è cosa più imbarazzante che parlare di sé, anche se è sicuramente doveroso informare i tanti che non mi conoscono almeno su qualche aspetto del mio impegno che può risultare utile nella futura progettualità associativa.

Vengo, quindi,brevemente all’essenziale.

Sono socio dell’Unione, iscritto ininterrottamente dal 1958, anno della mia prima elementare frequentata nella scuola speciale dell’Istituto per Ciechi Messeni Localzo di Rutigliano, in provincia di Bari.

Tale vicenda personale ha reso in me esistenzialmente inscindibili l’UICI e la battaglia per l’istruzione, al punto da avvertire come dovere morale e civile aver cura dei piccoli e giovani non vedenti di oggi.

Tanti amici si sono spesi e continuano a spendersi per questa nobile causa; non posso che ammirarli e ringraziarli tutti, indipendentemente dai convincimenti che ciascuno nel tempo ha maturato. Non credo proprio che la nostra associazione necessiti di improbabili competizioni “accademiche” per stabilire primazie in tale ambito.

Sono oggi davvero convinto che abbiamo idee, progetti e persone con tutti i requisiti per offrire risposte convincenti, realistiche e durature.

Non sono un pedagogista e confesso di provare molto disagio nell’essere definito tiflologo, fors’anche perché definizione inflazionata ed abusata oltre ogni decenza.

La mia formazione è stata essenzialmente filosofico/scientifica; ho insegnato filosofia e storia nei Licei della mia provincia e, come tanti tra noi, ho sempre dato il mio contributo professionale e di esperienza vissuta nei vari corsi di specializzazione snodatisi creativamente a partire dal 1985.

Una volta in pensione, mi sono e sono stato sottoposto ad una terapia intensiva di impegno continuativo nel settore che mi era più congeniale e così mi è stata affidata la responsabilità di coordinare la Stamperia Braille presso il Centro messeni di Rutigliano, svolgere attività di consulenza e trovare soluzioni funzionali all’annosa fornitura molto ritardata dei testi scolastici.

Alle migliaia di studenti ed insegnanti che ho incontrato nel mio cammino, con l’imprescindibile rigore dell’insegnamento/apprendimento, ho cercato di trasferire il faticosissimo coraggio di insegnare la libertà, come titola Michela Marzano su “La Stampa” di domenica 18 ottobre in un drammatico e lucidissimo articolo sull’assassinio di Samuel Paty, nostro collega francese, martire del suo insegnamento.

Bene ed onesto è chiarire a tutti i valori di cui ci nutriamo e che ci contraddistinguono anche nella nostra operosità sperabilmente meno drammatica.

Adoro discutere, approfondire, riflettere; ma non sopporto l’inconcludenza operativa nel concepire il nuovo possibile. Prediligo una teoria di fatti, sperimentabili alla luce degli inevitabili errori, tentando sempre di non scadere nella sciatteria consuetudinaria.

La Direzione Nazionale UICI ha ritenuto di potermi impegnare nella nostra commissione nazionale istruzione ed ho riposto molte aspettative, forse troppe, nel compito affidatomi.

Successivamente, con la firma del Protocollo MIUR/UICI, ha ritenuto opportuno inserirmi nel previsto Comitato Paritetico.

Proprio tale ruolo mi ha reso pienamente consapevole delle enormi difficoltà che riscontriamo nella formazione e nell’aggiornamento del personale docente in materia tiflodidattica.

In tal senso ho deciso di rompere gli indugi e di arrischiarmi nel porre la parola fine alle interminabili diatribe sulle ipotesi progettuali in tema di formazione.

Posso affermare che oggi è definito un piano essenziale di formazione base da cui non prescindere a qualsiasi livello per fornire un utile contributo nell’educazione ed istruzione dei minorati della vista, anche in presenza di complicanze aggiuntive.

Per il secondo anno scolastico, sappiamo bene quanto fragile e problematico, stiamo sperimentando un Corso Base Online di formazione Tiflodidattica affidato alla mia responsabilità, ma soprattutto, questo è l’elemento caratterizzante, all’opera premurosa e sapiente di un Collegio dei Docenti che ho voluto formare e mettere a disposizione della scuola italiana interessata alle nostre problematiche.

Credetemi, la mia soddisfazione scaturisce dal far operare in un progetto omogeneo comune tante splendide professionalità che già individualmente ci onorano con il loro impegno.

Questo è il vero valore aggiunto di cui essere fieri per ipotesi di più alto e stabile livello ed in questo campo spero di dare il mio contributo.

Con l’augurio di poter al più presto uscire dall’angoscia e dai pericoli che ci pervadono, sono sicuro che mostreremo coraggio e lungimiranza, come li ebbero i nostri padri fondatori che, pur non del tutto usciti da una pandemia molto più devastante e terrorizzante, nel 1920 in condizioni molto più drammatiche costituirono la nostra associazione e non avevano certo le formidabili alternative oggi a nostra disposizione..

Giuseppe Lapietra

Presentazione candidatura, di Sergio Prelato

Autore: Sergio Prelato

Piccola biografia

Sergio Prelato.

Sono nato a Torino, il 25 ottobre 1965.

Affetto da una patologia visiva, causa di un’ipovisione importante, frequento le scuole dell’obbligo presso l’ex Istituto per ciechi di Torino e mi diplomo in massofisioterapia a Padova nel 1984.

In seguito all’abilitazione di centralinista vengo assunto in Banca Unicredit presso cui presterò servizio per 32 anni.

Dall’agosto 2017 mi occupo a tempo pieno presso l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Torino di problemi e progetti legati all’abbattimento di barriere architettoniche e sensoriali, su cui ho speso quasi venti anni di esperienza sul campo.

Sposato, padre di una figlia di 11 anni, vivo a Bruino in provincia di Torino.

Passioni

Ho già pubblicato con piccole case editrici i seguenti libri: Cronache dalla Ciecagna nel 2006 (Editore Elena Morea); Colpo di stato a Ciecagna nel 2008 (Editore Elena Morea); Pianeta Ciecagna (raccolta di Cronache e Colpo in un unico volume) nel 2014 (End Edizioni); L’inquisizione: Pre-Giudizio Universale a Ciecagna nel 2016 (End Edizioni); libri scritti a sei mani, romanzi ironici sulla disabilità visiva da chi la vive in prima persona.

Ho Pubblicato recentemente un romanzo, questa volta molto serio, scritto a quattro mani “Girotondo con la Follia”, EUROPA EDIZIONI 2020. Interessi di una vita: gli scacchi, a cui mi sono dedicato per anni; il canottaggio, sport che pratico ancora; i libri di fantascienza le cui pagine mi hanno accompagnato attraverso la vita, sin dai banchi della scuola elementare.

Unione e incarichi

Coordinatore in vari mandati del comitato autonomia e mobilità della sezione di Torino, mi sono occupato dell’installazione di semafori sonori, ho contribuito insieme al mio gruppo di lavoro e su mandato dei vari consigli sezionali, alla progettazione della Stazione sotterranea di torino porta susa completata, di Peba piani abbattimento barriere architettoniche, progetti di accessibilità della metropolitana di Torino, contribuito alla progettazione della Torre Regione Piemonte.

Non sono mancati interventi in ospedali e luoghi privati aperti al pubblico.

Facendo parte del comitato regionale autonomia e mobilità, ho partecipato a proposte di modifica di documenti su temi legati al trasporto pubblico.

In ambito regionale come comitato ho collaborato alla stesura di un libro intitolato “per vedere oltre” , su temi legati all’accoglienza di turisti non vedenti.

Consigliere sezionale dal 2010 al 2015.

Consigliere regionale nel 2014.

Consigliere nel 2014 presso l’irifor di torino.

Attualmente Consigliere sezionale neo eletto e referente per le questioni legate all’autonomia e mobilità.

Priorità programmatica

Stimolare l’erogazione di maggiori fondi sul bando che periodicamente il ministero delle infrastrutture bandisce su progetti a livello nazionale per installazioni di semafori sonori. Senza fondi non si fanno passi avanti sull’autonomia.

Grazie per il vostro tempo.

Presentazione candidatura, di Armando Paviglianiti

Autore: Armando Paviglianiti

Non credo agli oroscopi però, se mi capita, seguo le previsioni e, quando mi conviene provo a crederci. Questo per dire a chi crede all’astrologia, che essendo del segno del capricorno, presento specifiche caratteristiche come: affidabilità, caparbietà, abnegazione, attaccamento al lavoro, lealtà, sensibilità, qualità che credo di aver messo anche a disposizione della “mia Associazione (l’UICI)”, che mi ha dato tanto e verso la quale sento il dovere morale di restituire con gratitudine ciò che ho ricevuto nella stessa misura ed anche più.

QUESTO SONO IO

Armando Paviglianiti di Reggio Calabria, nato nel 1949, felicemente sposato e con due figli ormai cresciutelli. Perché dico questo?  Perché il mio percorso lavorativo e di impegno nel sociale hanno comportato una mia ridotta presenza in famiglia, impegno assecondato, condiviso, compreso ed apprezzato prima da loro e poi, anche dai tanti amici e colleghi di lavoro. Il mio pane quotidiano, da quando nel 1995 ho assunto per la prima volta il ruolo di consigliere provinciale della Sezione di Reggio Calabria, è stato quello di vivere nei problemi e con i problemi delle persone con disabilità visiva e delle loro famiglie, mettendoci con amore tutte quelle qualità necessarie, per la risoluzione dei problemi, ma rimettendoci anche sonno e salute a volte. La gratificazione non è mancata, anche se piccoli incidenti di percorso, legati ad incomprensioni, insuccessi e reazioni smisurate, mi hanno fatto tanto male ma mi hanno formato e temprato per prepararmi al futuro impegno. Così dal 2000, per 3 mandati consecutivi, ho ricoperto l’incarico di Presidente Sezionale. Dal 2015 ad oggi ho ricoperto il ruolo di Consigliere Regionale e di Vice Presidente Regionale dell’I.RI.FO.R.; oggi sono componente della Direzione Regionale UICI Calabria.

La carica di Presidente Sezionale UICI, ha comportato la necessità di dover conseguire alcuni attestati ed accreditamenti, per poter operare nella progettazione, formazione e selezione nei progetti di Servizio Civile Nazionale. Ma un Presidente Sezionale UICI è anche Presidente dell’I.RI.FO.R. per cui, il compito di progettare, organizzare e coordinare iniziative che vanno dai corsi di informatica, ai corsi di autonomia e mobilità, ai corsi di formazione di base per l’insegnamento alle persone con disabilità visiva,  ai Campi scuola ecc. ecc.: non è stato e non è uno scherzo.

Nell’ambito della Biblioteca multimediale “Augusto Romagnoli” della Sezione, ho collaborato alla codifica ed alla stampa in Braille di testi scolastici ed altro. Per operare con cognizione di causa, ho conseguito l’attestato di partecipazione ai vari corsi di Dirigente Sportivo organizzati dal CONI Regionale Calabria. Quest’ultima necessità, è collegata all’inizio del mio compito di consigliere provinciale, addetto allo sport e tempo libero.

Ho così fondato l’associazione sportiva “A.S.D. REGGINA UIC” ONLUS, di cui sono ancora oggi Presidente da ben 25 anni. Nel’ambito del tempo libero, ho organizzato diversi e variegati momenti di aggregazione nonché gite culturali e ricreative anche all’estero (Grecia, Spagna, Bosnia, Repubblica Ceca), iniziative ben partecipate ed apprezzate. Nel contempo, sono stato componente della Commissione Nazionale sport e tempo libero. Qualcuno scrisse: “un presidente per tutto”.

QUESTO SONO IO

Ho conseguito l’attestato di Centralinista presso l’Istituto “Florio e Salomone“ di Palermo e successivamente ho proseguito gli studi musicali, presso l’Istituto “F. Cavazza” di Bologna diplomandomi in pianoforte e, in seguito, l’Abilitazione all’insegnamento della Musica quale vincitore del Concorso a Cattedra nell’anno 1986.  Sono seguiti: 1984 Concerto pianistico presso il Teatro Odeon di Reggio Calabria; 1986 concerto pianistico presso il “Modigliani Club” Centro Internazionale D’Arte Reggio Calabria. Per un certo numero di anni ho insegnato privatamente musica ottenendo significative soddisfazioni: ho preparato diversi alunni che hanno successivamente superato gli esami di ammissione al Conservatorio di musica “F. Cilea” di Reggio Calabria; insegnamento che ho dovuto abbandonare per ovvi motivi, dal momento che ho assunto l’incarico di Presidente Sezionale.

QUESTO SONO IO

Ho lavorato per 5 anni come centralinista telefonico, presso la Camera di Commercio di Reggio Calabria; successivamente presso il Banco di Roma della mia città dove ho fatto una grande e significativa esperienza. Favoloso il rapporto con i colleghi ma, soprattutto, splendido il rapporto con la clientela che mi ha riconosciuto professionalità, disponibilità e simpatia, nel ruolo che ricoprivo. Grazie alla stima conquistata nell’ambiente di lavoro, ho ricoperto incarichi sindacali, prima quale segretario aziendale nella filiale in cui lavoravo, poi quale coordinatore Regionale e, successivamente componente del “Comitato Aziendale Centrale”. Tenevo assemblee nelle varie filiali, illustravo le piattaforme contrattuali, avviavo azioni di lotta a difesa dei lavoratori Bancari insieme alle altre sigle sindacali, rappresentando in tutti i tavoli di lavoro ed in ogni occasione le potenzialità in possesso del lavoratore non vedente se adeguatamente munito degli strumenti necessari per svolgere le mansioni affidate.

QUESTO SONO IO

Se credete in me, per quello che ho cercato di rappresentarvi, al prossimo congresso nazionale votatemi. Mi sono candidato su sollecitazione di tanti amici, ma lo desidero fortemente per mettere a disposizione la mia esperienza e il mio impegno a favore della UICI e della causa dei non vedenti di tutta Italia, in un ruolo nuovo, con la certezza di poter dare ancora tanto alla nostra organizzazione; sappiate che lo farò con l’impegno consueto che negli anni di vita associativa mi ha contraddistinto, con umiltà e amore. Grazie        

Presentazione candidatura, di Chiara Calisi

Autore: Chiara Calisi

Presentare se stessi non è affatto semplice: solitamente, di te, parlano gli altri. Raramente ho presentato me stessa, in quanto persona semplice e molto riservata. In ogni caso, intendo farmi conoscere: ecco, brevemente, il mio passato e il mio presente, con uno sguardo colmo di speranze, di gioie e di sogni verso il futuro.

Sono una donna non vedente giovane, tale mi sento.

Ho goduto del prezioso dono della vista solo nei primissimi anni di vita: il morbillo, tanto amico, è venuto a farmi visita ed ha compiuto il suo dovere.

Con la vivacità di tutti i bimbi, mi sono affacciata alla scuola dell’infanzia molto presto, presso l’istituto Provinciale “Messeni”, a Rutigliano, paese in cui risiedo, dove ho trascorso anche la mia fanciullezza, frequentando la scuola elementare.

Grazie ai miei formatori, fra i quali merita una doverosa attenzione il prof. Pasquale Capozza, ho presto cominciato a manifestare alcune connotazioni del mio carattere: tenacia, rigore, spirito di adattamento, lealtà, coerenza, disponibilità, anche e soprattutto nelle situazioni più scomode e difficili. Tali caratteristiche mi appartengono ancor’oggi, anche se, in una società prevalentemente caratterizzata da pressapochismo, le stesse rappresentano forse difetti, non pregi. Non intendo però cambiare: grazie al mio temperamento, considero la mia esistenza un’opportunità ed una sfida che, quotidianamente, affronto con enormi sacrifici e con immenso piacere.

Con la mente impegnata a riflettere sul mio percorso di studi, emerge ancor vivo il ricordo del mio cuore, che batteva per l’ansia di conoscere nuove situazioni e vivere esperienze diverse, allorquando, per la frequenza della scuola media inferiore,  ho intrapreso i miei studi presso l’Istituto Statale “Augusto Romagnoli di Roma, quando la struttura formativa viveva i suoi tempi d’oro. Non potrò mai dimenticare il prezioso contributo elargito, per la mia formazione umana e professionale, da illustri tiflopedagogisti e docenti (Ceppi, Banchetti, Mazzeo, Ciocchetti ed altri); a loro, comunque presenti e vigili durante la mia crescita, si sono uniti, successivamente, altri eccellenti ed affermati tiflopedagogisti (Bizzi, Capirci, Natoli, Sassi), mentre frequentavo il Corso Statale di Specializzazione biennale per gli educatori dei minorati della vista, sempre presso l’Istituto “Romagnoli”, dopo aver conseguito il diploma di maturità presso l’Istituto Magistrale Statale, nella scuola pubblica e, fortunatamente, senza sostegno. A tutti i miei formatori, non esclusi quelli che ci hanno lasciato, anche prematuramente, dei quali conservo un indelebile e piacevolissimo ricordo, rivolgo la mia profonda gratitudine, la mia stima, il mio affetto e il mio rispetto.

Giovanissima, sempre accompagnata da vivo e coinvolgente entusiasmo, ho cominciato ad insegnare nella scuola elementare, in qualità di docente di sostegno, superando un Pubblico Concorso.

Ho sempre privilegiato il lavoro in team; per tale ragione, raramente sono stata l’insegnante dell’alunno disabile; spesso, sono stata docente della classe, con interscambio di ruoli.

Lavorare per garantire a tutti gli alunni le migliori opportunità di crescita non è stato semplice: mi hanno senz’altro aiutato le competenze acquisite nel corso degli studi, il significativo grado di autonomia raggiunto, la continua ricerca tiflopedagogica, rivolta a cogliere il meglio della metodologia cosiddetta comune, per integrarla e fonderla con quella specifica, al fine di promuovere un effettivo processo di apprendimento inclusivo. Mi hanno sostenuto, poi, le connotazioni caratteriali sopra menzionate; tutto ciò, però, poggiava, ovunque e comunque, su un pilastro in cemento armato: la ferrea volontà di cambiamento e di progresso, calibrata sui singoli alunni, unici e irripetibili.

Sostenuta dal mio spirito di abnegazione, per oltre quindici anni, quasi sempre in volontariato:

  • ho condiviso le mie esperienze umane e professionali con le famiglie degli alunni disabili visivi, con i docenti impegnati nell’integrazione scolastica ed extrascolastica, con le istituzioni coinvolte nel processo di formazione e di crescita dei medesimi alunni, in qualità di responsabile UICI provinciale e regionale del Settore Istruzione;
  • ho progettato, diretto e coordinato alcuni campi estivi educativo-riabilitativi, ai quali hanno partecipato anche bimbi e studenti con disabilità plurime di grado medio.

Con notevole impegno, su incarico dell’UICI, ho elaborato i primi progetti italiani, relativi:

  • all’attuazione di corsi di formazione e di aggiornamento, da me diretti e coordinati, riservati ai docenti di ogni ordine e grado di scuola;
  • all’espletamento delle attività integrative extrascolastiche pomeridiane.

Sono altresì cresciuta e mi sono arricchita, partecipando attivamente e consapevolmente:

  • alla formazione di centinaia di docenti, che hanno frequentato corsi di specializzazione polivalente;
  • al Gruppo H e al GLIP, presso l’ex Provveditorato agli Studi di Bari, per molti anni;
  • a numerosi Gruppi di Lavoro, istituiti presso alcune scuole per la verifica e la valutazione di Progetti educativi sperimentali;
  • alla Commissione Nazionale Istruzione dell’UICI, coordinata dall’illustre e compianto Preside Tioli;
  • alla valutazione dei giovani disabili visivi durante gli esami di iscrizione all’Albo Professionale dei centralinisti telefonici, quale rappresentante della Regione e del Ministero dell’istruzione;
  • all’espletamento del ruolo di consulente tiflologo, PER CIRCA SEI ANNI, presso un Centro di Consulenza tiflodidatticaistituito dalla BIC;
  • all’espletamento del ruolo di tutor in un corso di formazione professionale, riservato a giovani disabili visivi, da impegnare come addetti alle pubbliche relazioni e al centralino.

Mio malgrado, con inimmaginabile tristezza, per rettitudine morale e professionale, ho lasciato l’insegnamento nella scuola primaria, dopo circa un ventennio, non potendo aiutare, efficacemente, alunni ipovedenti; tuttavia, non ho mai smesso di studiare e di insegnare; infatti:

  • ho continuato e continuo a svolgere attività di consulenza presso famiglie e scuole, che direttamente mi coinvolgono, prescindendo dalla presenza di alunni disabili;
  • sono docente formatore, per il secondo anno scolastico, nei Corsi Base di Tiflodidattica, organizzati dall’IRIFOR Nazionale.

Ho sperimentato con interesse e piacere di crescere, anche il ruolo di impiegata presso il CNT, che mi ha garantito l’opportunità di elevare le mie competenze:

  • nella ricerca di nuovi sussidi ed ausili, per alunni disabili visivi;
  • nella loro validazione e sperimentazione;
  • nella dimostrazione delle loro modalità di utilizzo e tanto altro ancora.

Attualmente, per continuare ad imparare, sono impiegata, nella pubblica Amministrazione, con mansioni diverse.

Mi auguro di poter offrire il mio umile contributo anche in contesti per me nuovi: non mi spaventa lavorare, neppure imparare. Sono a disposizione, per offrire il mio tempo, le mie competenze ed il mio impegno, nei tempi e nei modi ritenuti utili.

Vorrei collaborare per garantire ai nostri alunni, in modo omogeneo, su tutto il territorio nazionale:

  • pari opportunità di crescita, commisurate ai bisogni specifici di ciascuno;
  • percorsi di potenziamento, laddove indispensabili, da svolgersi in centri comuni, oppure in strutture appositamente individuate;
  • servizi qualificati e mirati, integrati e coordinati, erogati dagli Enti collegati all’UICI.

Una rete di servizi e di interventi opportunamente creata e potenziata, stabile nel tempo e ugualmente diffusa su tutto il territorio italiano, garantirebbe, a coloro che operano nel campo specifico, l’opportunità di formare cittadini consapevoli non solo dei loro diritti, ma anche dei loro doveri. Con profonda stima, rivolgo il mio sincero e sentito grazie, al sig. Presidente Nazionale, per la preziosa opportunità, che mi ha concesso.

Presentazione candidatura, di Stefano Salmeri

Autore: Stefano Salmeri

Sono nato a Pontedera il 14 novembre del 1959 e da quel giorno ho stretto un legame irreversibile con la cecità.

Dal 1970 al 1974 ho frequentato l’Istituto Romagnoli, dove ho avuto la fortuna di avere come maestro alle elementari Vincenzo Ciocchetti e come preside Enrico Ceppi, alla cui scuola mi onoro di appartenere sotto il profilo tiflopedagogico ed epistemologico. Dal 1974 al 1979 ho frequentato il liceo classico Michele Amari di Giarre (CT); il 2 aprile del 1984 mi sono laureato in Lettere moderne e il 25 novembre del 1985 in Filosofia, presso l’Università di Catania.

Dal 1987 al 2006 sono stato professore di Filosofia e Storia nei licei, come vincitore di concorso; dal 2006 sono professore associato di Pedagogia generale e sociale presso l’Università di Enna “Kore”; il  30 marzo del 2017 ho conseguito l’abilitazione a professore ordinario.

Nel 1991 ho vinto la borsa di studio per Tiflologi bandita dall’UICI sede centrale di Roma.

Dal 1990 al 1995 sono stato consigliere provinciale della sezione UICI di Catania e coordinatore della Commissione istruzione; dal 1990 al 2006 sono stato componente del Gruppo H del Provveditorato di Catania, in rappresentanza dell’UICI, in qualità di esperto tiflologo; dal 1992 al 1994 sono stato pedagogista dell’Istituto per ciechi “A. Gioeni” di Catania; dal 1996 al 1999 sono stato componente del Comitato di Gestione del Centro Regionale Culturale per non vedenti di Catania, come rappresentante della CGIL.

Dal 2016 sono vicepresidente regionale dell’IRIFOR Sicilia; dal 2017 sono componente del CDA della Stamperia Regionale Braille di Catania; nel 2017, su segnalazione del Presidente Nazionale Mario Barbuto, sono stato nominato componente del NIS.

Ho pubblicato, tra l’altro, quattro monografie sulla disabilità visiva e una trentina di articoli (alcuni anche su “Tiflologia per l’Integrazione”). 

Ho dato la mia disponibilità a candidarmi a consigliere nazionale perché la mia esperienza rispetto alle questioni educative potrebbe essere utile nell’azione quotidiana dell’Unione, nella consapevolezza comunque e con l’umiltà di avere molto da imparare da chi ha alle spalle lunghi anni di lotta e di lavoro sul campo in ambito associativo. Avendo insegnato prima nei corsi polivalenti, poi nelle SISSIS, nei PAS e nei TFA sono stato e sono a contatto con il mondo della scuola e con la realtà dei nostri ragazzi, ma il polso della situazione lo si ha veramente quando si scende in campo immergendosi e contaminandosi, intrecciando rapporti diretti con le famiglie e con i soci; so bene che in questo caso non vanno adottati atteggiamenti giudicanti e/o censori ed è indispensabile l’ascolto attivo che, oserei dire, deve diventare necessariamente produttivo.

La situazione oggi è resa ancora più drammatica dal covid 19 che amplifica e moltiplica le criticità per noi disabili visivi, nella scuola, nel mondo del lavoro e nella vita sociale in generale. L’emergenza sanitaria richiede ed impone una rimodulazione e una ricalibrazione degli stili di vita perché i cambiamenti non risultano sempre facilmente metabolizzabili per chi nel quotidiano deve affrontare le insidie di una partecipazione attiva volendo essere cittadino con pari dignità. E le criticità si moltiplicano per i soggetti più fragili, cioè per chi ha una disabilità complessa e viene privato degli interventi (educativi, riabilitativi, di supporto scolastico). Credo perciò che sia mio dovere, anche etico, se il Congresso lo riterrà opportuno, mettermi in gioco per cercare di accompagnare il cambiamento, in un lavoro di gruppo e di cooperazione, soprattutto con chi ha sviluppato tante competenze a livello associativo, a partire dal nostro Presidente Nazionale Mario Barbuto.  

A livello operativo posso garantire all’UICI una collaborazione con le Società pedagogiche (SIPED e SIPES), con i Rettori delle Università Italiane (CRUI) e con i direttori di Dipartimento e delle Strutture di Scienze della formazione primaria (CUNSF) sia per elaborare accordi di programma e progetti, sia per rivedere i programmi dei TFA aumentando le ore per i sensoriali. Inoltre, individuando università disposte ad ascoltare le nostre esigenze e distribuite organicamente sul territorio nazionale, posso offrire la mia disponibilità affinché si sviluppi anche nel mondo accademico una maggiore sensibilità rispetto alle questioni tiflologiche.

Presentazione candidatura, di Antonio Quatraro

Autore: Antonio Quatraro

Mi presento:

sono diversamente giovane (1946). Ho studiato al S. Alessio di Roma, dove ho conseguito il diploma di pianoforte e la maturità classica. A Firenze mi sono laureato in storia e filosofia, e ho iniziato a lavorare come insegnante di musica presso l’istituto di Firenze. Poi sono stato insegnante di sostegno agli inizi dell’integrazione. Poi ho insegnato tiflologia nei vari corsi di specializzazione per insegnanti di sostegno pubblici e privati, e ancora oggi tengo laboratori nell’ambito dei corsi universitari di specializzazione.

Da giovane ho avuto la possibilità di imparare l’inglese, il francese ed il tedesco, trascorrendo qualche mese ogni anno presso istituzioni o famiglie dei rispettivi Paesi. Poi ho iniziato lo studio del russo e cinese, a suo tempo, utilizzando l’optacon, quel marchingegno che converte in segnali tattili, lettere e segni grafici.

Fin da ragazzo mi piaceva giocare con il meccano e tutto ciò che è tecnologia continua ad affascinarmi.

Subito dopo il mio arrivo a Firenze (1967) ho conosciuto i dirigenti locali della nostra unione, Vincenzo Ventura, Luigi Borrani, Matteo Allocco, e Giuseppe Fucà.

Ho avuto anche piccoli incarichi, tra cui ricordo con nostalgia la rivista “Sonorama”, mensile di informazione registrato su nastro magnetico. Poi “il portavoce”, sia su nastro che su audiocassette.

Nel 1975, in collaborazione con Paolo Graziani del CNR, con l’ECAP, una agenzia formativa di derivazione sindacale, abbiamo realizzato il primo corso per programmatori ciechi, dove si studiava il linguaggio Fortran ed il linguaggio Cobol.

In quegli anni ho potuto visitare i principali centri europei: Gran Bretagna, Germania, ecc..

Ho partecipato attivamente al movimento del 68, entrando in confronto dialettico con i dirigenti di allora. Il punto che ci divideva era l’integrazione scolastica, ed è comprensibile, considerando il fatto che a Firenze c’era l’Istituto nazionale dei ciechi, quello fondato da Nicolodi.

Ho preso parte attivamente al passaggio dei compiti e del patrimonio dell’Istituto di Firenze agli Enti Locali. Fu una pagina di storia molto appassionata, per usare un eufemismo. A beneficio dei più giovani debbo precisare che – siamo alla fine degli Anni Settanta – tutto il personale dipendente dell’istituto fu favorevole al passaggio al comune di Firenze, in quanto le finanze dell’Istituto erano in sofferenza, mentre la prospettiva di uno stipendio sicuro risultò preferibile.

In quegli anni, insieme al prof. Eliseo Ventura, figlio del preside Vincenzo Ventura, andavamo a visitare le famiglie e le scuole in quasi tutta la Toscana, con lo spirito dei pionieri, per  promuovere, con consigli e con la testimonianza, l’idea che si potesse evitare il ricovero in istituto, ottenendo comunque buoni risultati.

A Firenze avevamo alcuni ottimi esempi di successo: Il prof. Carlo Monti, docente di filosofia presso un liceo fiorentino, non aveva mai messo piede in un istituto per ciechi. E non era l’unico esempio che portavamo a conferma delle nostre idee.

Poi entrai nel consiglio direttivo della sezione di Firenze e lì organizzamo i primi stages, invernali ed estivi, rivolti ai nostri ragazzi e, in alcuni casi, con la presenza dei genitori.

Sempre negli Anni ’80 ho collaborato con Paolo Graziani alla realizzazione del programma Italbra, oggi adottato dai principali centri di trascrizione. Un programma allora davvero all’avanguardia, pensato per ottenere trascrizioni in Braille professionali, ossia rispettose delle potenzialità e dei limiti connessi con la lettura tattile. Non è quindi un semplice copiatore, né un traduttore automatico, ma è uno strumento che facilita il lavoro di scrittura e di adattamento tiflologico svolto dal trascrittore qualificato, in funzione delle caratteristiche del Braille, che, in questo caso, va considerato non solo come un codice, ma come un vero linguaggio, nel senso che ha questo termine in espressioni come “il linguaggio del cinema”, “il linguaggio della TV”, e simili.

A partire dagli Anni 2000, per conto della sezione di Firenze, o della Biblioteca di Monza,  ho partecipato con vari ruoli alla progettazione europea, in settori di nostro interesse. Promozione di pari opportunità nel lavoro, sui diritti di cittadinanza attiva, scambi giovanilli, progetto LAMBDA per la matematica, vari progetti per rendere accessibili spartiti musicali, fra cui Play2, Contrapunctus, music4vip, per lo studio delle lingue con formazione a distanza.

Insieme al prof. Eliseo Ventura abbiamo scritto il testo “Il Braille: un altro modo di leggere e di scrivere”, che, se il tempo me lo consentirà, vorremmo aggiornare.

Agli inizi del ‘2000 ho curato, per conto della Biblioteca di Monza, alcune guide (per genitori, come si leggono le immagini tattili, informatica), e ho curato qualche traduzione dall’inglese di atti di importanti convegni internazionali sull’istruzione e l’educazione dei ciechi e degli ipovedenti.

Faccio parte del comitato di redazione della “Rivista di Tiflologia”, del consiglio di amministrazione del Club Italiano del Braille”, e del consiglio di amministrazione della Biblioteca Italiana dei ciechi di Monza.

Per 15 anni ho presieduto la sezione di Firenze e negli ultimi 5 anni il consiglio regionale Toscano; sono stato coordinatore della commissione studi musicali e ho curato la rubrica Musical-mente su Slashradio web; faccio parte anche della commissione nazionale per  l’accessibilità dei beni artistici e culturali, coordinata da Fernando Torrente.

Cosa penso di fare?

Più ci penso e più mi spavento! Perché il lavoro con i soci, pur con le sue frustrazioni, mi dava grande soddisfazioni, soprattutto quando mi salutavano per strada o, magari dopo tanto tempo che non ci vedevamo, ringraziandomi per un consiglio, o perché li avevo aiutati a trovare lavoro. Quello vale più di qualsiasi emolumento, vi assicuro.

Poi, nel consiglio regionale, sono diminuiti i contatti con i soci, ed aumentati a dismisura gli incontri nelle stanze del potere, dove si parlava dei massimi sistemi, si esponevano i nostri obiettivi ideali, e si tornava con tanti sì. Ma ti accorgevi che i mesi passavano, e questi sì rimanevano un ricordo. Poi capisci che non è sempre cattiva volontà, ma più spesso è la complessità dei suoni da accordare, delle norme che ti vincolano. Diciamo che i frutti sono più lenti da venire.

Un programma nasce da un sogno, ma richiede la fatica quotidiana di confrontarsi con la realtà.

Fare un programma significa comperare un debito!

Significa prepararsi alla frustrazione dei tempi lunghi, delle battute di arresto, ma anche scommettere che due e due, in matematica, fanno sempre quattro, ma nella vita, a volte fanno tre, ma possono fare anche cinque!

Significa partire da quello che si ha, valorizzarlo fino in fondo, e cercando le opportunità, che a volte sono anche superiori alle aspettative.

Per quello che mi riguarda, inizierò come apprendista, perché nessuno nasce imparato!

Quindi chiederò aiuto a quelli più anziani di servizio in questo incarico.

Il programma è già stato scritto e scritto chiaro dal presidente, e quindi io metterò a disposizione quello che posso fare per realizzarlo.

Mi farebbe piacere dare il mio contributo nel campo dell’istruzione, ivi compreso ovviamente gli studi musicali, perché ognuno ha un pallino, almeno uno!

E sull’istruzione penso che dovremmo valorizzare quello che abbiamo, che sono:

le decine di giovani formati bene, che lavorano con soddisfazione nei settori più vari e anche più impensati. Diceva S. Agostino “si iste et illa, cur non ego”?

cioè: se ce l’ha fatta tizio e caio, perché io no?

Pensate che i ragazzi che frequentano le scuole di tutti sono circa 3 mila. Avere 3 mila consigli di classe preparati a dovere è un sogno; avere 3 mila bravi insegnanti di sostegno, o meglio, 3 mila consigli di classe preparati, non è pensabile, fin quando la normativa sulle assegnazioni è quella che è.

Il prof. Schindele, che negli anni 70 fu fra i primi a pubblicare una ricerca sui vari modelli di scolarizzazione negli USA (ne individuò ben 12), diceva che l’insegnante di sostegno è un po’ come il medico: lo stretto necessario e il minimo indispensabile. Prima se ne può fare a meno e meglio è.

Valorizzare e potenziare i nostri centri di consulenza, che dovrebbero conoscere ogni singolo caso per essere di aiuto alla nostra rete (centri trascrizioni, centri per la riabilitazione visiva e simili, équipes per i campi estivi, o per l’intervento precoce), centri di alta specializzazione (Lega, Serafico ecc.), agli operatori del territorio (assistenti sociali, neuropsichiatri infantili, ecc.). Studiare i casi riusciti meglio, e mi riferisco a giovani non vedenti, ipovedenti e pluriminorati, che, grazie ad una costellazione di circostanze favorevoli (famiglia prima di tutto, operatori sensibili e preparati, servizi di supporto efficienti, e perché no un po’ di fortuna), ora lavorano con soddisfazione nei settori più diversi (ricerca, turismo, tecnologia, insegnamento, ecc.).

Valorizzare i campi estivi, ed estenderli ad altri periodi dell’anno, perché sono per molti ragazzi l’unico momento in cui possono condividere dubbi, trucchi e anche sotterfugi e scherzi, fra pari. Loro, a differenza di noi che abbiamo frequentato gli istituti, vivono la loro particolarità in solitudine, così come la vivono le loro famiglie.

Bene i corsi di aggiornamento di IRIFOR, i progetti sulla genitorialità, e ogni altra iniziativa volta a migliorare le abilità e le capacità nei vari settori (mobilità, tecnologie), ecc.

In estrema sintesi, quindi:

non possiamo pensare di avere sempre e comunque gli insegnanti adatti, ma, come siamo obbligati oggi con il covid19:

  • diffondere informazioni serie e realistiche sulle nostre necessità;
  • lavorare sui casi singoli, ossia sulle famiglie, sugli insegnanti, gli operatori del territorio, utilizzando anche la comunicazione a distanza, una sorta di Tiflo SOS, dove è utile;
  • organizzare momenti di aggiornamento rivolti alle varie figure che ci interessano maggiormente;
  • preparare materiale audiovisivo efficace e facilmente comprensibile, non come surrogato dei corsi, ma come opportunità di informazione e di aggiornamento;
  • predisporre un vero e proprio standard che fissi i parametri minimi per una istruzione accettabile, e su questo rivendicare dallo Stato i mezzi necessari, in termini di personale e/o di finanziamento.

Esempio: si stabilisce che per un bambino di anni xxx con minorazione visiva totale e senza altre minorazioni è importante avvalersi di personale con determinate competenze: se si trova meglio, ma se non si trova, finanziare la persona che svolga questo compito in accordo con la scuola.

Un discorso simile vale per i pluriminorati. Fare rete con centri specializzati di eccellenza che abbiamo; formare e aggiornare la scuola e gli operatori del territorio (assistenti sociali, neuropsichiatri infantili, ecc.), in modo da ridurre sempre più la necessità di recarsi presso centri lontani per periodi lunghi. Ovviamente, siccome l’Italia è varia, là dove è necessario, la famiglia deve poter usufruire dei servizi di alta specializzazione, che peraltro già lavorano in rete con il territorio.

La scuola dovrà anch’essa mettersi in rete con i centri del territorio là dove esistono, affinché l’educazione di questi nostri compagni meno fortunati, non sia né un parcheggio, né una pietosa ipocrisia, ma, come dovrebbe essere per tutti, un tempo di gioia e di serenità, e un tempo di crescita.

Io ho avuto la fortuna di conoscere direttamente più di una famiglia, e più di un caso di ragazzi con pluriminorazione, e da loro ho imparato che la vita è molto più varia di quello che noi possiamo immaginare,  e che quello che per noi è triste e spaventoso, può non esserlo per altri. Conosco ragazzi che, forse, nei nostri istituti, sarebbero rimasti al palo, e che invece suonano magnificamente. Conosco ragazzi che vanno ogni giorno presso centri di socializzazione, dove non si annoiano e dove fanno la loro strada.

Anche sul lavoro qualche parola:

con la legge 68/99 e con gli sviluppi delle tecnologie si stanno chiudendo molte porte per noi, ma si potrebbero aprire delle autostrade.

Pensiamo solo cosa potrebbe significare una tecnologia concepita secondo i principi della accessibilità per tutti, principi ben codificati, quindi non da inventare.

Proviamo ad applicare l’accessibilità a: trasporti, spazi interni (scuole, uffici pubblici), libri di testo…

E pensate a cosa potrebbe significare se certi buoni esempi (assunzione di soggetti autistici presso ditte ad alta specializzaziohne, non presso istituzioni caritative), potesse essere presa a modello.

Ancora si preferisce spendere milioni di euro in interventi assistenzialistici e risarcitori, mentre, investendo molto meno in denaro e molto più in cervello, le cose cambierebbero.

In conclusione quindi, penso che il motto di Nicolodi “uomini fra uominini”, oggi debba essere declinato “cittadini fra cittadini, in una società di pari”.

Questo è scritto nella Costituzione, questo dice la convenzione ONU. Questo è il sogno di tutti noi.

E chi meglio di noi è in grado di guidare la nostra comunità nazionale verso questa nuova era?

 Un’èra di civiltà, di umanità.

Io spesso dico che la forma più elevata di intelligenza è la solidarietà.

Grazie a chi è arrivato a leggere fino a qui.

Antonio Quatraro

Pistoia – Presentazione progetto “Uno sCanner per la città”

Si informa che il giorno 23 ottobre c.m. alle ore 16.00 si terrà la presentazione del progetto “Uno sCanner per la città” realizzato in compartecipazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, attraverso la piattaforma on line zoom al link:

https://zoom.us/j/96550491677

Gli sCanner ambientali per ipovedenti e non vedenti che saranno presentati, con tecnologia LIDAR, permettono di sentire le dimensioni e la distanza degli ostacoli o semplicemente di esplorare un ambiente senza mai toccare nulla. Possono leggere gli ambienti fino a 10 m di distanza. Attraverso l’acquisto di questi sCanner daremo modo ai non vedenti di acquisire maggiore autonomia negli spostamenti evitando gli ostacoli e le persone che incontrano durante il tragitto. È inoltre di grande aiuto negli spazi interni per evitare sedie, tavoli e trovare le porte aperte. Questo ausilio risulta anche molto importante nel distanziamento sociale richiesto per fronteggiare l’emergenza da Covid 19.

Verranno donati dieci sCanner ad altrettanti Soci della nostra Associazione di Pistoia.

Durante la presentazione interverrà un rappresentante della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

Programma delle celebrazioni del Centenario a Genova, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care amiche, cari amici,

in allegato potete trovare il programma dettagliato delle celebrazioni del Centenario a Genova.

Sono confermati:

sabato 24 ottobre ore 19.15, ingresso al teatro Carlo Felice.

Domenica 25 ottobre ore 17.00, Basilica Santa Maria delle Vigne per la consegna della campana Aurelia.

Lunedì 26 ottobre ore 10.00, presso lo STARHOTELS President, per la cerimonia di emissione e annullo del francobollo del Centenario.

A tutti i partecipanti raccomandiamo l’osservanza rigorosa delle misure di protezione sanitaria e in particolare:

–          l’uso continuativo della mascherina protettiva delle vie respiratorie;

–          il rispetto del distanziamento al chiuso e all’aperto;

–          la continua sanificazione delle mani tramite lavaggi frequenti e uso di gel disinfettanti.

In attesa di incontrarci, ringrazio di cuore quanti vorranno onorare l’Unione con la propria presenza e invio un grande abbraccio collettivo.

Programma Centenario UICI Genova accessibile.pdf

Presentazione candidatura, di Angelina Pimpinella

Autore: Angelina Pimpinella

In occasione del prossimo congresso nazionale che si terrà da 5 all’8 Novembre 2020 dopo un percorso nel ruolo di componente della direzione nazionale UICI ho deciso di ricandidarmi. Desidero presentarmi per coloro che non hanno avuto modo di conoscermi: mi chiamo Angelina Pimpinella ho 62 anni mi sono laureata in pedagogia e vivo la condizione di persona sordocieca con impianto cocleare. In questi anni ho prestato la mia collaborazione presso il centro regionale S. Alessio margherita di Savoia in qualità di coordinatrice del gruppo delle persone sordocieche. Vengo da una lunga esperienza all’interno dell’UICI; prima di entrare nella direzione nazionale gestivo un ufficio di consulenza per le persone sordocieche e pluridisabilità psicosensoriale. Partecipavo ai consigli nazionali in questo ruolo di consultente. Ho collaborato anche all’interno della commissione nazionale pluridisabilità che in questi ultimi 5 anni ho coordinato. In questi 5 anni di lavoro come dirigente nazionale ho avvito il progetto della “Network Pluridisabilità” a cui tengo molto in quanto credo che getti le basi per un lavoro coordinato e operativo sul tutto il territorio nazionale. Sono arrivata a questa conclusione in quanto dopo aver fatto dei seminari inter-regionali è stata evidente la differenza di servizi, da qui la necessità di uno strumento operativo come la network. Si sono anche attivati dei corsi di formazione in collaborazione con I.RI.FO.R per sensibilizzare e far conoscere le problematiche di comunicazione dei sordociechi. Abbiamo iniziato a ponderare le carenze della legge 107 su cui ancora c’è tanto lavoro da fare. Ho continuato la  mia rappresentanza nell’unione europea dei sordociechi collaborando con i loro vari progetti. Per tutte queste iniziative che ho sopra scritto ho deciso di ricandidarmi in quanto il percorso della realizzazione di queste attività è ancora lungo e per questo desidero dare ancora il mio contributo.

Alto Adige – 500 anni dalla morte di Raffaello, 100 anni dalla nascita di UICI

Bolzano, Raffaello parte 3
per chi non avesse letto o volesse rivedere le prime due parti, le trovate ai link subito sotto:

“Raffaello parte 1”: http://giornale.uici.it/alto-adige-500-anni-dalla-morte-di-raffaello-100-anni-dalla-nascita-di-uici/

“Raffaello parte 2”: http://giornale.uici.it/alto-adige-500-anni-dalla-morte-di-raffaello-100-anni-dalla-nascita-di-uici2/

Locandina dell'evento

Questo evento è ricco anche di approfondimenti ed eventi collaterali, che stimolano il visitatore ad un percorso di approfondimento sul tema.

RAFFAELLO
Capolavori tessuti
Fortuna e mito di un
grande genio italiano
Progetto dell’Ufficio Cultura
Ripartizione Cultura Italiana
Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige RAFFAELLO

Gli approfondimenti e gli eventi collaterali

“RAFFAELLO Capolavori tessuti” è anche un ricco programma di eventi e conferenze con incontri pubblici in orario serale e incontri in orario mattutino pensati soprattutto per gli studenti.
Per tutte le conferenze e viste guidate si richiede la prenotazione del posto centrotrevi@provincia.bz.it o tel. 0471 300980.

Venerdì 9 ottobre 2020, ore 18.00 Centro Trevi (TREVILAB) – Lab 3
Luigi Bravi presidente Accademia Raffaello Urbino
“L’Ottocento, un secolo raffaellesco nella città di Urbino”
A cura di Società Dante Alighieri, Comitato di Bolzano

Sabato 10 ottobre 2020, ore 12.00 – 18.00 Centro Trevi (TREVILAB)
Giornata inaugurale con:
• dalle 12.00 alle 16.30 – Visite guidate in italiano e in tedesco ogni 30 minuti – si consiglia la prenotazione
• dalle 12.00 alle 18.00 Foyer – Annullo postale speciale di Poste Italiane
• ore 17.00 Lab 3 – Concerto di Claudio Astronio al clavicembalo
“Trasfigurazione”. La musica per tastiera al tempo di Raffaello (su prenotazione)

Giovedì 15 ottobre 2020, ore 18.00 Centro Trevi (TREVILAB) – Lab 3
Sara Paci docente di storia del costume e della moda, Firenze – Fashion Institute of Technology, N.Y.
“Raffaello e gli Arazzi della Sistina, un capolavoro in competizione con Michelangelo”

Venerdì 16 ottobre 2020, ore 11.00 luogo da stabilire
Sara Paci docente di storia del costume e della moda, Firenze – Fashion Institute of Technology, N.Y.
“Raffaello e la Moda: dettagli di vesti e tessuti dai dipinti e disegni dell’Urbinate” (per gli studenti)

Venerdì 23 ottobre 2020, ore 18.00 Auditorium via Dante, Bolzano
Giornata della Dante 2020
Consegna premi alle scuole vincitrici del Premio di Cultura “Raffaello, il personaggio e le opere”
A cura di Società Dante Alighieri, Comitato di Bolzano

Mercoledì 28 ottobre 2020, ore 15.00 Museo Civico di Chiusa
Visita guidata al Tesoro di Loreto con Marina Mascher

Sabato 7 novembre 2020, ore 15.00 Centro Trevi (TREVILAB) – Lab 3
“Knitting in public in onore di Raffaello” accompagnato da letture di e su Raffaello a cura di Mara Da Roit e da musica rinascimentale a cura di Massimo Leonardo Prandini

Giovedì 12 novembre 2020, ore 17.00 Centro Trevi (TREVILAB) – Lab 3
Juliette Ferdinand, Università degli Studi di Verona
“Harmonie et Grâce dans la peinture de Raffaello Sanzio, génie de la Renaissance” in lingua francese
a cura Ufficio Bilinguismo e lingue straniere, Centro Multilingue in collaborazione con Palladio.
È richiesta la prenotazione:
centromultilingue@provincia.bz.it

Lunedì 16 novembre 2020, ore 18.00 Centro Trevi (TREVILAB) – Lab 3
Marta Cucchia, titolare del laboratorio tessile “Giuditta Brozzetti” di Perugia
“La tessitura in Italia centrale” accompagnata da dimostrazioni al telaio

Martedì 17 novembre 2020 ore 10.00 Centro Trevi (TREVILAB) – Lab 3
Marta Cucchia, titolare del laboratorio tessile “Giuditta Brozzetti” di Perugia
“La tessitura in Italia centrale” accompagnata da dimostrazioni al telaio (per gli studenti)

Giovedì 19 novembre 2020, ore 20.00 Teatro Cristallo, Bolzano
Costantino D’Orazio, storico dell’arte, curatore, volto e voce RAI, scrittore e saggista
“Raffaello. Il giovane Favoloso”, conferenza spettacolo teatrale con Flora Sarrubbo
Una produzione del Teatro Stabile Bolzano

Martedì 24 novembre 2020, ore 16. 00 – Centro Trevi (TREVILAB) – Lab 3
Conferenza sull’arte di Raffaello di Patrizia Zangirolami, coordinatore generale CLS
A cura di CLS Consorzio Lavoratori Studenti

Mercoledì 25 novembre 2020, ore 18.00 – Centro Trevi (TREVILAB) – Lab 3
Marco Carminati giornalista e scrittore, responsabile delle pagine d’arte dell’inserto culturale Domenica del Sole 24 ore, storico dell’arte, Bergamo
“Raffaello pugnalato – storie, viaggi e peripezie dei capolavori del Maestro”
A cura della Biblioteca Provinciale Italiana Claudia Augusta, Bolzano

Giovedì 10 dicembre 2020, ore 18.00 Centro Trevi (TREVILAB) – Lab 3
Antonio Forcellino, restauratore, storico d’arte, saggista e scrittore, Roma
“Raffaello e i suoi allievi negli arazzi sistini: un nuovo modo di creare”
In collaborazione con l’Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano

Martedì 15 dicembre 2020 Centro Trevi (TREVILAB), ore 18.00 – Lab 3
Finissage della mostra
Interviene Anna Cerboni Baiardi, curatrice dell’esposizione, professoressa associata di Museologia e Critica Artistica e del Restauro Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

Maggiori informazioni su conferenze, relatori e eventi collaterali:
http://www.provincia.bz.it/cultura

SONO POSSIBILI VARIAZIONI AL PROGRAMMA