Enna – Uici, il Braille e la dignità dei non vedenti

Si è svolta ieri nell’Università Kore di Enna, con importanti ospiti e la partecipazione di duecento studenti, la celebrazione siciliana della Giornata nazionale del Braille

“Che il buon Dio salvi questo mondo e fermi i cannoni”.

Nel saluto del rettore Gianni Puglisi, collegato da remoto, la crisi Ucraina è stata evocata ieri nel corso della Giornata siciliana del Braille, celebrata nell’Università Kore di Enna.

Per il secondo anno consecutivo, come ha ricordato Stefano Salmeri, non vedente e docente di Pedagogia generale e sociale dell’Ateneo.

Che, ha detto Puglisi, ha una “vocazione” per i corsi di Sostegno, tanto che c’erano duecento studenti del Corso di Laurea in Scienze della formazione primaria a seguire con interesse gli interventi su questo “alfabeto tattile, strumento di lettura e scrittura che ha aperto il mondo della Cultura ai non vedenti” come ha detto, in collegamento web, il presidente regionale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, Gaetano Renzo Minincleri.

“Abbiamo imparato attraverso le mani – ha detto – grazie a questi sei puntini. Un metodo miracoloso se ci ha consentito di avere oggi tanti insegnanti, tanti studiosi tra i non vedenti”.

Sempre via web la vicepresidente nazionale Uici Linda Legname, ha ribadito che “Il Braille è un alfabeto, uno strumento che consente importanti processi d’inclusione e d’accrescimento culturale”.

Per parlare della “vocazione” della Kore è poi intervenuta, in presenza, Alessandra Lo Piccolo, docente di Didattica e Pedagogia speciale della Kore e coordinatrice del Corso di specializzazione per il Sostegno agli alunni con disabilità giunto ormai al settimo ciclo.

“L’Ateneo – ha detto – ha da sempre perseguito una collaborazione con il territorio all’interno di un percorso ampio che tiene conto sia dei deficit sensoriali ma anche di altre forme di disabilità”.

Scuola e Università poi, ha affermato Salmeri, che ha condotto l’incontro, “devono chiedere sempre il massimo per non mortificare gli studenti, uccidendone le potenzialità”.

È seguito l’intervento di Nicola Stilla, presidente del Club italiano del Braille e vicepresidente della Biblioteca nazionale Regina Margherita di Monza, che ha sottolineato come la Giornata nazionale sia fondamentale “per richiamare l’attenzione delle Istituzioni ma anche degli studenti che magari domani saranno docenti, sull’importanza di questo alfabeto che, dopo quasi duecento anni, rimane l’unico sistema di scrittura e lettura diretta a disposizione dei ciechi”.

“Le nuove tecnologie – ha confermato Santino Di Gregorio, presidente Uici di Enna – non possono sostituire il codice Braille, che, invece, si integra con periferiche tifloinformatiche come sintesi vocali, screen reader, display e stampanti braille, mettendoci in condizione di leggere in autonomia testi, elaborati, sussidi didattici e professionali”.

Il Braille, insomma, ha detto Salmeri, “non è un semplice sistema di lettoscrittura, perché ha consentito ai non vedenti di diventare cittadini del mondo con pari dignità”.

Ecco perché, come hanno sottolineato tutti gli intervenuti, a cominciare da Francesca Oliveri vicepresidente regionale dell’Uici, non vedenti e ipovedenti devono conoscerlo obbligatoriamente.

Foto panoramica della platea

Foto al tavolo degli oratori

Pubblicato il 25/02/2022.

Imperia – Incontro nella scuola per celebrare la Giornata nazionale del Braille!

In questo periodo di Carnevale nel quale, come recita il detto “ogni scherzo vale”, il 21 febbraio è un giorno molto serio ed importante per tutte le persone che hanno problemi alla vista poichè, grazie alla Legge 126 del 3 agosto 2007, è la giornata nazionale del Braille istituita appositamente per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questo codice di comunicazione.

Questa data è stata prescelta in quanto coincidente con la Giornata Mondiale della Difesa dell’Identità Linguistica promossa dall’Unesco.

L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Onlus-APS della sezione territoriale di Imperia, che posta sotto la vigilanza del Ministero dell’Interno esercita le funzioni di rappresentanza e di tutela degli interessi morali e materiali delle persone cieche e ipovedenti a essa riconosciute con le relative leggi, proprio in occasione di questa sostanziale ricorrenza negli scorsi anni aveva organizzato incontri nelle scuole della nostra Provincia per far conoscere questo fondamentale metodo di scrittura per i non vedenti, ma purtroppo a causa delle restrizioni governative per contrastare la diffusione della Sars-Cov-2 ultimamente non era stato possibile.

Quest’anno invece, grazie al rallentamento della pandemia, si è potuto organizzare un riuscitissimo incontro in presenza presso i locali dell’Istituto Fermi-Polo-Montale di Ventimiglia che per motivi organizzativi si è svolto ieri mattina 24 febbraio.

 La delegazione UICI imperiese, formata dal Presidente Fabrizio D’Alessandro, dal Vice-Presidente Cesare Longordo e dalla Consigliera Patrizia Fedrighi, ha incontrato nell’aula magna del complesso scolastico circa 40 studenti delle classi terze dell’indirizzo Socio Sanitario – Servizi alla persona, di cui circa la metà interessati anche al corso OSS appena iniziato.

 A grandi linee è stato esposto tutto il mondo delle persone con difficoltà visive e le relative problematiche, ma in particolare è stata l’occasione per informare i partecipanti dell’esistenza del geniale sistema inventato nell’Ottocento da Louis Braille e della rivoluzione culturale che esso ha portato nelle vite delle persone video lese. Infatti il 21 febbraio di ogni anno si celebra questa ricorrenza al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza del sistema di Lettura e Scrittura utilizzato dalle persone con disabilità visiva di tutto il mondo e di quanti sono coinvolti direttamente o indirettamente nelle loro vicende”, anche perchè  il Braille è considerato come una parte essenziale della vita delle persone non vedenti e ipovedenti per i loro Diritti umani e per l’inclusione Sociale. In effetti, da quando esiste, la scrittura Braille ha permesso a centinaia di migliaia di persone con problematiche visive in tutto il mondo di studiare, di inserirsi nel tessuto sociale, di contribuire al progresso, alle arti, allo sviluppo di un pensiero critico. Altresì generazioni di lavoratori (fisioterapisti e centralinisti telefonici, ma anche insegnanti, avvocati, musicisti ed esperti in molti altri ambiti) hanno potuto formarsi e conseguire i titoli di studio necessari, usando questo codice e continuando a utilizzarlo nello svolgimento della loro professione.

Prima di questa invenzione, attualmente accettata a livello globale come sistema universale, l’Educazione e la Formazione delle persone non vedenti di tutto il mondo era pressoché inesistente. Fino a quel momento, infatti, i ciechi non avevano alcuna possibilità di leggere e scrivere in autonomia, serviva qualcuno che lo facesse per loro, conseguentemente non potevano accedere, se non per interposta persona, al patrimonio librario, né potevano ambire a quella preparazione culturale indispensabile per svolgere incarichi di responsabilità e interagire compiutamente con l’ambiente circostante.

Il Braille dunque è un sistema di Scrittura e Lettura in Rilievo che utilizza sei punti per rappresentare alfabeti, numeri, simboli, note musicali e i simboli matematici e scientifici. Tramite il Tatto la persona appositamente formata riesce a leggere ciò che è scritto sul foglio.

Con lo sviluppo e l’avanzare delle tecnologie, le persone affette da cecità adesso possono utilizzare il Braille anche mediante dispositivi elettromeccanici collegati a Computer e Smartphone.

Nonostante tutto, Il Braille è ancora oggi l’unico strumento di apprendimento diretto e autonomo per un disabile visivo, l’unico applicabile a qualsiasi disciplina del sapere, come ad esempio per la musica o le lingue straniere, come tale indispensabile per insegnare a chi non vede e dare loro istruzione, lavoro, cultura, cioè il diritto a essere cittadini tra i cittadini ed è per questo che va valorizzato e diffuso maggiormente tra gli insegnanti, le famiglie, il personale di assistenza e tutta la collettività. Infatti sarebbe basilare aumentare la diffusione di questo prezioso alfabeto, a partire dal potenziamento della formazione che dovrebbe riguardare l’intero corpo docente per una didattica sempre più efficace e inclusiva e da un’attività di sensibilizzazione culturale su questo argomento, ma c’è ancora molta strada da fare anche sotto il profilo dell’informazione agli utenti. Le scritte in Braille dovrebbero ad esempio essere apposte su un numero crescente di categorie merceologiche di prodotto, come è stato nel caso dei farmaci, delle pulsantiere degli ascensori più recenti e come capita ogni tanto sui detersivi, l’olio e il vino”.

Con l’avvento dell’informatica e con gli straordinari progressi nelle nuove tecnologie si tende a pensare che la scrittura in rilievo ormai sia superata, invece il mondo digitale è un’ulteriore occasione di rilancio per l’alfabeto tattile. Infatti i dispositivi Braille collegati con i PC o con gli smartphone permettono di accedere all’universo della rete come: siti di informazione, giornali, ma anche libri e contenuti su qualsiasi argomento diventano, letteralmente, a portata di mano.

La diffusione delle nuove tecnologie hanno anche fatto sì che si diffondesse l’errata convinzione che il Braille fosse divenuto obsoleto e ormai inutile perché può essere sostituito da software con sintesi vocali e audiolibri, strumenti estremamente importanti per un cieco o un ipovedente, ma assolutamente non in grado di eguagliare questo mezzo di lettura che garantisce totale privacy e discrezione.

In questi ultimi tempi infatti, vi è la tendenza ad insegnare sempre meno il Braille nelle scuole, forse per difficoltà degli insegnanti nell’apprenderlo o più probabilmente perché è meno faticoso ed immediato ricorrere all’utilizzo di una sintesi vocale. Il guaio è che se il Braille non lo si apprende nell’infanzia, quando i polpastrelli sono molto più sensibili al tatto, poi sarà sempre più difficile raggiungere una buona fluidità nella lettura! C’è il rischio, quindi, che molti bambini ciechi possano restare semi-analfabeti, ignari dell’esatta ortografia delle parole e di come è composta la pagina di un libro. Inoltre il solo dato sonoro, pur utilissimo, non è sufficiente alla conoscenza profonda della realtà. A partire dalla scuola primaria i bambini hanno bisogno di confrontarsi con il testo scritto per imparare la grammatica. Per apprendere una lingua straniera inoltre è fondamentale capire come sono scritte le parole e come è costruita la frase, ecco perché il Codice Braille ha un ruolo insostituibile nel percorso formativo.

Inoltre la lettura diretta ha anche una funzione mnemonica ossia ciò che si sta cercando di comprendere resterà più facilmente impresso nella propria memoria.

Proprio con lo scopo di promuovere iniziative per divulgare e far conoscere questo codice di scrittura, in Italia è stato fondato il Club Italiano del Braille che sostiene anche economicamente il museo dedicato a Louis Braille, situato nella sua città Natale, a Coupvray, in Francia.

Inoltre in Italia esiste un interessantissimo museo dedicato agli strumenti utilizzati per scrivere in Braille e alla sua storia. Si trova presso l’Istituto dei Ciechi di Milano dove si possono vedere strumenti, macchine speciali, libri stampati per i ciechi e materiali tiflodidattici, che testimoniano la trasformazione avvenuta nella scuola dell’Istituto, dall’uso della scrittura visiva in rilievo a quella in codice Braille e dove viene conservata anche una delle prime dattilobraille utilizzata dalla scrittrice sordocieca Hellen Keller per scrivere la storia della sua vita».

Qualche cenno storico su questo geniale inventore.

Il francese Louis Braille nacque, il 4 gennaio 1809, a Coupvray, località non lontana da Parigi. Il padre era un modesto artigiano che viveva fabbricando finimenti per cavalli. A 3 anni, giocando nel laboratorio paterno, il bimbo si ferì gravemente ad un occhio con una lesina e nonostante le premurose cure dei genitori, la conseguente infezione si estese rapidamente anche all’altro occhio, portandolo nel giro di un anno alla cecità assoluta.

A 10 anni, Louis fu accolto nell’Istituto Reale per i Giovani Ciechi di Parigi (INJA – Institut National des Jeunes Aveugles), fondato nel 1784 da Valentin Haüy. Lì manifestò molto presto le sue straordinarie qualità, suscitando lo stupore degli insegnanti, soprattutto per la capacità di concentrazione.

In quel momento si guardava con estrema attenzione all’invenzione di Charles Barbier de La Serre, ex ufficiale di artiglieria, che aveva ideato un sistema detto di “scrittura notturna”, costituito da punti in rilievo i quali, a suo dire, avrebbero consentito ai militari di leggere al buio, per non essere individuati dai nemici. Barbier pensò quindi di far testare la sua invenzione proprio agli allievi dell’Istituto per i Ciechi di Parigi.

Quel sistema, però, risultava piuttosto complesso e poco pratico, perché fondato su due colonne parallele di sei puntini ciascuna. E tuttavia, l’esperimento fu accolto con entusiasmo dai giovani allievi, alcuni dei quali – tra cui Braille – iniziarono una corrispondenza con Barbier utilizzando il suo laborioso metodo.

Rispetto ai numerosi tentativi precedenti per far leggere i ciechi, Barbier aveva introdotto una novità molto significativa per chi avrebbe dovuto leggere con le dita: aveva cioè sostituito i punti in rilievo al tratto continuo (ovviamente in rilievo), utilizzato da Valentin Haüy per stampare i primi volumi per i suoi alunni. A quel punto la speranza di poter trovare un modo per scrivere adatto ai ciechi e un’innata attitudine per la ricerca metodica condussero Braille, pur ancora adolescente, ad intuire il valore che avrebbe potuto assumere, per sé e per i suoi compagni, la disponibilità di un sistema di scrittura semplice e razionale.

Egli, dunque, riconobbe certamente il suo debito verso Barbier de La Serre, ma è esclusivamente a lui che va il merito di essere riuscito ad ottenere risultati definitivi, dopo alcuni anni di studio tenace e sistematico sulla posizione convenzionale di punti impressi su cartoncino. Era il 1825, Braille aveva 16 anni e il suo sistema poteva dirsi virtualmente compiuto.

Nel 1829 pubblicò l’opera Procedimento per scrivere le parole, la musica e il canto corale per mezzo di punti in rilievo ad uso dei ciechi ed ideato per loro, con la quale fece conoscere la scrittura da lui inventata, che è quella ancora oggi utilizzata dai ciechi di tutto il mondo (compresi i dialetti africani, la lingua araba e persino quella cinese).

Braille morì il 6 gennaio 1852 a soli 43 anni e riposa nel Pantheon di Parigi, dove la sua salma è stata spostata in occasione del centenario della sua morte ovvero nel 1952!

Pubblicato il 25/02/2022.

Concorsi pubblici: come funzionano e come partecipare

Nell’intento di sfruttare ogni occasione utile per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità visiva, è necessario percorrere, con coraggio e determinazione, tutte le strade possibili. Una di queste è rappresentata dalla partecipazione ai concorsi pubblici, sia quelli riservati agli iscritti nelle liste speciali, di cui alla L. 68 del 99, sia quelli aperti alla generalità degli interessati.

Indubbiamente, le criticità in questo ambito non mancano: immotivate esclusioni dai bandi di concorso al titolo della minorazione visiva, scarsa conoscenza della normativa riguardante le persone con disabilità, problemi di accessibilità al momento di affrontare la prova e via dicendo; tuttavia, rileviamo con soddisfazione tra i nostri associati che non mancano i ragazzi che sono riusciti a trovare una occupazione grazie al superamento di un concorso pubblico.

Molto spesso, quindi, non è la voglia di mettersi in gioco che manca, ma una visione d’insieme che permetta di capire cos’è un concorso pubblico e come è possibile vincerne uno. Prendendo le mosse da questa maggiore consapevolezza, siamo ad auspicare una più assidua presenza di candidati con disabilità visiva fra i partecipanti ai concorsi. 

Per approfondire questa importante tematica, il Gruppo di Lavoro 1, della Sede Nazionale, che si occupa del settore, ritiene opportuno organizzare un incontro on line aperto a tutti gli interessati.

L’incontro, coordinato dal nostro Mario Girardi, è fissato per:

giovedì 17 marzo ore 15.00.

Per partecipare è sufficiente cliccare sul seguente link di zoom

Argomento: Concorsi pubblici: come funzionano e come partecipare.

Ora: 17 mar 2022 03:00 PM Roma

Entra nella riunione in Zoom

https://zoom.us/j/99032989670

ID riunione: 990 3298 9670

Un tocco su dispositivo mobile

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+39 069 480 6488 Italia

+39 020 066 7245 Italia

ID riunione: 990 3298 9670

Trova il tuo numero locale: https://zoom.us/u/a7Xd4r4W1

A seguire, programma dettagliato della giornata.

Giovedì 17 marzo 2022

ore 15.00 Presentazione delle finalità dell’incontro.

Mario Girardi, componente della Direzione Nazionale e coordinatore GdL1.

ore 15.15 Saluto del Presidente Nazionale.

ore 15.30Come si accede e come si svolgono i concorsi pubblici”. Inquadramento generale e principale normativa per la partecipazione delle persone con disabilità ai concorsi pubblici”. Franco Lepore, componente GdL1.

ore 15.50Fasi di approccio alla partecipazione ai concorsi pubblici: dove reperire gli avvisi dei bandi relativi ai concorsi pubblici, come prepararsi ad affrontare le prove d’esame”.

Stefano Tortini e Valter Calò, componenti GdL1.

ore 16.20Svolgimento delle prove di esame, rapporti con la commissione esaminatrice, principali ausili utilizzabili nei concorsi pubblici, problematiche che si possono presentare nel corso delle prove e come affrontarle”.

Gabriele Colantonio, GdL1.

ore 16.40 Testimonianze a confronto. Spazio ad alcuni nostri associati che hanno trovato lavoro, superando un concorso pubblico.

ore 17.10 Dibattito.

ore 18.00 Conclusioni, Mario Girardi.

Pubblicato il 24/02/2022.

Piemonte – “Musica in evoluzione”

IRIFOR Piemonte conclude il ciclo di quattro incontri di socializzazione venerdì 25 febbraio 2022 dalle ore 17.30 alle 19.30 con l’appuntamento “Musica in evoluzione” in cui avremo ospite live da New York l’artista non vedente Noé Socha, chitarrista blues ed armonicista. Nel corso dell’incontro sarà data inoltre dimostrazione delle più diffuse piattaforme per l’ascolto di musica e podcast in streaming.

Info e iscrizioni:

https://www.uicpiemonte.it/incontri-online-di-socializzazione-musica-in-evoluzione

Pubblicato il 24/02/2022.

Catanzaro – I ragazzi a contatto con il Braille

Un incontro arricchente, di quelli che davvero segnano il passo nell’educazione delle giovani generazioni, ha visto protagonisti gli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Casalinuovo ed i membri della sezione catanzarese dell’Unione Italiana Ciechi; l’occasione è stata data dall’imminenza delle celebrazioni per la giornata nazionale del Braille fissata al 21 febbraio 2022. L’istituto Casalinuovo diretto da Maria Riccio è da tempo avvezzo ad iniziative analoghe tanto che l’anno passato gli alunni che lo frequentano hanno ricevuto il primo premio nel concorso promosso da UICI “Sfioro con le dita ed ogni cosa prende vita”. Una grande occasione, quella pensata, organizzata e resa possibile grazie alla sinergia operata dalla dirigenza dell’Istituto del quartiere marinaro e dai vertici catanzaresi di UICI guidati da Luciana Loprete, i ragazzi coinvolti, frequentanti le classi seconde e terze, hanno avuto la fortuna di compiere un percorso formativo utile a far prendere loro coscienza della cecità, delle sue implicazioni e dell’importanza del sistema di lettura per non vedenti realizzato dal francese Louis Braille nel XIX secolo. Sostenuti dalle docenti Anna Juli, Giovanna Costantino, Emanuela Foceri, Paola Scalzo, Antonella Brancatisano, Mariateresa Varano, Ilenia Giampà, gli alunni della secondaria di primo grado della Casalinuovo hanno accolto i membri del sodalizio che tanto fa a beneficio dei non vedenti del territorio provinciale con l’esecuzione di canti e poesie. Di contro, hanno ricevuto in dono l’opportunità di “toccare con mano” il sistema di scrittura e lettura Braille, l’alfabeto n rilievo che grazie al suo inventore, cieco egli stesso, ha ridato speranza e possibilità di integrazione ed interazione con i propri simili a quanti vivono la drammatica condizione di cecità. Un momento di grande pathos per tutti, per i ragazzi, entusiasti di potersi confrontare con questo metodo di lettura e scrittura cosi diverso da quello che adoperano comunemente, per i rappresentanti dell’Unione nazionale ciechi, felici di poter, anche attraverso una mostra itinerante di ausili tiflodidattici, erudire e sensibilizzare le giovani generazioni rispetto alla condizione della cecità, e per Maria Riccio, dirigente scolastica di uno tra gli istituti più inclusivi ed integranti del territorio. Estremamente soddisfatta anche Silvana Voci, referente BES della Casalinuovo, promotrice dell’iniziativa. “L’IC di cui facciamo parte- ha dichiarato- sede di CTS e Scuola Polo per l’inclusione, da sempre è impegnata sul territorio al fine di garantire, attraverso formazione ed acquisto di ausili e sussidi, il successo formativo a tutti ed a ciascuno oltre che la piena partecipazione alla vita scolastica. Per tutti noi è stato estremamente emozionante cogliere l’entusiasmo dei nostri ragazzi di fronte al sistema di lettura e scrittura Braille. Un grande risultato perchè l’allenamento tecnico- didattico ha concretamente permesso loro di empatizzare con chi vive la cecità”.

Pubblicato il 24/02/2022.

Cagliari – Notiziario n. 8 del 23 febbraio 2022

Lunedì 7 marzo 2022  dalle ore 17,00 alle ore 19,00, presso la nostra sede Uici di Cagliari,  Marta Proietti Orzella e Francesco Civile, avvieranno  un nuovo Laboratorio Teatrale avanzato di 30 ore complessive  a favore del medesimo gruppo che ha frequentato il primo Laboratorio di base per cui la  partecipazione è prevista  a titolo gratuito. Invitiamo  tutte e tutti  a volersi iscrivere entro e non oltre la data di avvio. In allegato i moduli di iscrizione e la privacy

Martedì 8 marzo 2022 dalle ore 16,00 alle ore 17,30, presso la nostra sede Uici di Cagliari, Sara Pisu avvierà il Laboratorio  artistico-espressivo destinato a persone cieche e ipovedenti. L’attività prevede lo svolgimento di  20 lezioni da un’ora e mezzo  ciascuna e sarà rivolta ad un gruppo composto da 10/12 persone di qualunque fascia d’età. La partecipazione è prevista a titolo gratuito. Tutte le socie e i soci  interessati sono inviati ad iscriversi   entro e non oltre l’8 marzo 2022. In allegato i moduli di iscrizione e la privacy

Giovedì 3 marzo 2022 alle  ore 16,30,  la socia scrittrice, Roberta Gatto, presenterà il corso di  Editing e scrittura creativa. L’iniziativa, con finalità trasversali, si articolerà  in 20 lezioni da 2 ore ciascuna, per complessive 40 ore, a favore di un gruppo di socie e soci composto  da un minimo di 3 ad un massimo di 8 persone. Ciascun partecipante dovrà disporre di un PC con sintesi vocale e accesso alla rete wi-fi e possedere un’ottima conoscenza della lingua italiana. Il corso si svolgerà  presso la sede Uici. La partecipazione non prevede alcun costo di iscrizione.

Lunedì 28 febbraio 2022 alle ore 16,00 è stata programmata una riunione del Consiglio direttivo della  Sezione Territoriale Uici di Cagliari  presso la Sede di Via del Platano, 27 a Cagliari,   per discutere e deliberare sui seguenti  punti all’ordine del giorno:

1)      Approvazione verbale consiliare seduta precedente;

2)      Ratifica  delibere della Presidente;

3)      Anagrafica Soci;

4)      Comunicazione della Presidente;

5)      Predisposizione Bilancio consuntivo 2021 e relativi documenti previsti dalle disposizioni regolamentari vigenti di cui all’art. 8 del Regolamento amministrativo contabile;

6)      Organizzazione Giornata Ludica inclusiva – 5 marzo 2022

7)      Varie ed eventuali.  

Per le socie e i soci  che desiderassero partecipare a distanza, indichiamo le credenziali per il collegamento su Zoom:

https://us02web.zoom.us/j/84757109389?pwd=ZGFYQkI5dlpHMk9JZHRPdkx3MzJqdz09

ID riunione:  847 5710 9389

Passcode: 230621

Siamo a completa disposizione per qualsiasi chiarimento o ulteriore informazione.

Sezione Territoriale di Cagliari

Via del Platano, 27 – 09131Cagliari

tel. 070 523422 notiziario telefonico 070 513575

e-mail:uicca@uiciechi.it uicica@pec.it

ALLEGATI:

All. 1 – modulo iscrizione LAB TEATRALE

All. 1 – modulo iscrizione PERCORSO ARTISTICO

ALL 2 – PRIVACY TEATRO

ALL 2 – PRIVACY – PERCORSO ARTISTICO

Pubblicato il 24/02/2022.

Il braille, una luce nell’universo… Un racconto di esistenze

Autore: Pierfrancesco Greco

XV Giornata Nazionale del Braille

Grandi contenuti ed emozioni nel simposio, inerente al sistema di letto-scrittura che da due secoli regala ai non vedenti di tutto il mondo l’opportunità di studiare, lavorare, essere parte attiva della società, organizzato dai Consigli regionali UICI di Puglia e Calabria e tenutosi martedì scorso. “Un importante momento di condivisione valoriale”, hanno dichiarato i promotori.

Dare spazio, respiro, forza alla sensibilizzazione universale sui temi dell’accesso al sapere, alla conoscenza dell’immanente, alla comprensione e alla costruzione di ciò che si vuole essere, andando oltre ogni ostacolo, confutando ogni preclusione, abbattendo ogni vallo: temi, questi, afferenti in maniera diretta alla sfera del braille, di cui lo scorso 21 febbraio s’è celebrata la XV Giornata Nazionale, nell’ambito della quale, la mattina di giorno 22, s’è svolto un simposio, dal tema “Il braille: una storia di punti … Libertà e riscatto umano raccontati dal Mezzogiorno”, promosso e organizzato dai Consigli Regionali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. “Un importante momento di condivisione valoriale tra due territori, tra due sezioni regionali della nostra grande famiglia associativa, le quali, attraverso questa sorta di gemellaggio, intendono offrire un esempio di collaborazione sui temi, sui principi e sulle azioni concrete che, ci auguriamo, sia prodromo di un’innovativa modalità operativa basata sul confronto delle proposte, sullo scambio delle idee, sulla sintesi da trovare nelle misure, nelle azioni, negli interventi a favore dei nostri associati e di tutti i non vedenti e pluriminorati”, hanno evidenziato le promotrici e i promotori dell’evento, a cui hanno dato forte impulso la dottoressa Annamaria Palummo, Consigliere Nazione dell’UICI, e la professoressa Chiara Calisi, Consigliere Nazionale UICI e componente dei gruppi di lavoro e istruzione; un evento orientato a porre all’attenzione del senso comune la centralità, l’intangibilità, la sacralità dell’umana aspirazione a essere parte attiva, pensante, cosciente della propria individualità, delle proprie capacità, delle proprie peculiarità contestualmente alle assise della società contemporanea, in una prospettiva solidaristica e universale, ove la persona realizza se stessa in un consesso comunitario, ove la valorizzazione della summenzionata individualità non si traduce nell’apologia dell’individualismo, che genera isolamento, bensì nella maturazione di una coscienza collettiva cementata dalla comune condizione d’umanità, intesa sia come insieme di donne e uomini che vivono e amano nello stesso punto dell’universo sia come sentimento che dovrebbe indurre ognuno a trovare nell’altrui felicità la strada della propria crescita e della propria felicità. Strada che ha nel braille una delle corsie preferenziali e su cui il convegno ha acceso il faro dell’attenzione, dell’interesse attraverso la partecipazione, da remoto, di dirigenti e rappresentanti associativi, esperti e studenti: pensieri, riflessioni, voci le quali hanno trovato compendio in un segmento temporale che è stato possibile seguire sulle pagine facebook di UICI Calabria e UICI Puglia e che ha pienamente assunto quei crismi di richiamo universalista di cui si è scritto pocanzi, in linea, del resto, col messaggio insito nella Giornata Nazionale del Braille, o meglio, nella data che gli estensori della legge n. 126 del 3 agosto 2007, con cui si è istituita la ricorrenza, hanno designato per la celebrazione annuale, il 21 febbraio, ovvero simultaneamente con la Giornata internazionale della Lingua Madre, decretata nel 1999 dall’Unesco per promuovere e salvaguardare l’identità e, nel contempo, la diversità linguistica e culturale. Una coincidenza non casuale e decisamente significativa che pone nella giusta luce la sconfinata portata del braille nella storia della nostra della nostra realtà sensibile: pur non essendo propriamente né un linguaggio né, tanto meno, una lingua, il braille apre le porte alla comprensione, alla lettura alla scrittura alla diffusione di ogni lingua, delle scienze, delle espressioni artistiche e culturali, e permette, letteralmente, di toccare le parole; e poi, alla stregua dei linguaggi e delle lingue, è una stella che viene incontro alla caratteristica precipuamente connotante il genere umano, ovvero la socialità; senza la condivisione delle lingue l’uomo, l’animale sociale per eccellenza, risulterebbe snaturato nella propria essenza, privato del proprio senso, del proprio tempo, dei propri spazi. Allo stesso modo, senza il braille la vita di chi non ha la possibilità di apprezzare con gli occhi l’alba del nuovo giorno risulterebbe defalcata,  chiusa all’interlocuzione, al sapere, al mondo. Quel mondo che il braille porta nelle mani e nella vita, nei giorni e nelle sensazioni, negli impegni e nei sogni di chi tocca i salvifici puntini e di chi li incide. Tocco e incisione che, per i non vedenti, equivalgono alla lettura e alla scrittura, proprie di chi riesce a catturare la luce del mondo con i propri occhi: ecco, il braille, questo alfabeto, questo codice, questo sistema è “la luce di chi non vede”, come spiegato esaustivamente in un filmato realizzato dall’Istituto dei ciechi di Milano, in cui il professore Rodolfo Masto, Presidente della Federazione Nazionale Pro Ciechi, il professore Giancarlo Abba, Docente tiflopedagogista, la professoressa Paola Bonomi, Docente tiflologa e il professor Franco Lisi, Direttore scientifico del summenzionato Istituto, hanno focalizzato l’attenzione,  tra i tanti tratti caratteristici del Braille, su quello che, senza ombra di dubbio, è il principale: la capacità di unire l’astratto al concreto, come fa la musica, che, infatti ha anch’essa carattere universale. E il Braille è veramente qualcosa di universale, come evidenziato nel corso dei lavori anche dal dottor Antonio Giampietro, moderatore del seminario, dalla dottoressa  Palummo, dalla professoressa Calisi, dal dottore Paolo Lacorte, dal dottor Nicola Stilla e dal professor Giuseppe Lapietra: un codice che, con i suoi 6 puntini, con le 64 combinazioni che essi riescono a formare è internazionalmente adoperato come sistema di letto scrittura per rappresentare le lettere dell’alfabeto, i numeri, la punteggiatura, i simboli matematici, le note e gli altri segni musicali. Ecco, incontriamo di nuovo la musica, la quale, proprio come il braille “riempie la vita”, ha osservato Annamaria Palummo, “non conosce confini – ha aggiunto Paolo Lacorte, Presidente dell’UICI Puglia – e può essere appreso da tutti, a prescindere da differenze linguistiche e culturali”. “Un codice che per i non vedenti è semplicissimo da leggere e scrivere – ha affermato Nicola Stilla, Presidente del Club del braille –  ma a cui, in ogni caso, possono accostarsi anche i vedenti, per i quali, pur nell’impossibilità di leggere attraverso il solo tocco dei puntini, è comunque stimolante addentrasi in una dimensione suggestiva, in seno alla quale importante non è imparare le combinazioni a memoria, quanto, piuttosto, entrare nei meccanismi della regolarità di un sistema logico”. Meccanismi “che si integrano perfettamente – ha affermato Rodolfo Masto – con le risorse informatiche, le quali non devono essere viste come fattori che superano il braille, ma che, al contrario, ne esaltano le meravigliose potenzialità, che, inizialmente,  furono avversate, anche nelle scuole: nei primi anni, ovvero in quelli successivi alla sua ideazione, il braille era visto come qualcosa di segreto”, anche sovversivo, e, in effetti, era ed è vero, vista la rivoluzione che esso ha innescato, in senso di liberazione dei ciechi dal giogo della non conoscenza. Una rivoluzione che in Italia “è arrivata nel 1863, a Milano, attraverso una corrispondenza da Marsiglia; e da allora – ha proseguito Masto – gli istituti sono diventati la culla di questo sistema di lettoscrittura, oggi tanto importante per i Bambini, per noi tutti e che, nel capoluogo lombardo, ha prestigioso presidio nel  Museo del braille”, ove si preserva, si alimenta e da cui si diffonde il faro che questo codice ha accesso nella storia; un faro che non è soggetto alla consunzione del tempo e che nel tempo risulta sempre nuovo, adattabile alle novità.  Al riguardo, alquanto interessanti si sono rivelate le considerazioni proposte dal professor Giuseppe Lapietra, componente della Direzione Nazionale UICI, già Direttore dei Corsi di formazione e di aggiornamento organizzati dall’IRIFOR nazionale: “considerazioni prescindenti da specifici e analitici riferimenti, per così dire, al glorioso Braille tradizionale cartaceo, ancor oggi fondamentale nell’educazione ed istruzione dei ciechi. Una perplessità sempre più pressante ci lascia attoniti allorché ,spesso esplicitamente, molte volte come scontato sottinteso, si diffondono vere e proprie corbellerie tese a sentenziare il definitivo superamento del nostro sistema di riscatto culturale, in ragione dell’affermarsi dell’informatica applicata alla didattica. Ripetere innumerevoli volte una stupidaggine, con ogni evidenza, non la rende magicamente pregevole, per cui certe sgraziate sirene non ci hanno mai blandito. Le vivaci, creative e robuste iniziative, che anche quest’anno si sono svolte ovunque nel nostro Paese, hanno contribuito a mettere ordine nei pensieri e a discernere il vero dal falso. Abbiamo fatto uso intensivo delle piattaforme comunicative digitali e così raggiunto un numero enorme di nostri concittadini con le nostre irrefutabili argomentazioni e convinzioni basate sull’esperienza e la conoscenza. Penso che ciò costituisca il risultato più significativo dei nostri sforzi. Che si tratti di una vera e propria battaglia culturale non ancora definitivamente vinta l’avvertiamo in tanti e, a maggior ragione, occorrerà contrastare i luoghi comuni con approfonditi studi innovativi e nuove metodologie che diano maggiore solidità agli interventi scolastici specifici rivolti ai non vedenti e agli ipovedenti. Ho scritto questi appunti di riflessione utilizzando il sistema Braille touch screen ormai implementato su smartphone e, pur affascinato dagli enormi progressi di cui siamo attivi testimoni, non è mai superfluo ribadire che la tecnica e le tecnologie che pur hanno un valore intrinseco, non possono nulla senza l’educazione; non possono dare alcun contributo all’affermazione, alla crescita e all’istruzione dei non vedenti, se non sorrette da precisi impegni educativi ben concepiti, ben congegnati ed indirizzati. Sapere che esistono innumerevoli materiali ed ausili didattici specifici, averli visti e considerare bastevole ciò e, tuttavia, non sapersene servire utilmente, nell’attività quotidiana di insegnamento, costituisce un problema di non poco conto, che scaturisce dalla formazione approssimativa e generica del personale docente preposto. Al riguardo, quasi irrilevante risulta la distinzione tra insegnanti legalmente in possesso di titolo di specializzazione e insegnanti che ne siano sprovvisti, con riferimento alle competenze per gli alunni con minorazione visiva. Naturalmente, gli sviluppi delle tecnologie informatiche hanno aggiunto ulteriori inadeguatezze alla loro preparazione: non è affatto raro assistere ad un capovolgimento di ruoli tra docente e discente non vedente. Francamente, si resta interdetti nel constatare che, ai nostri giorni, proprio quando si è ormai sbriciolato il muro di incomunicabilità tra sistema Braille di lettoscrittura e modalità visiva, proprio oggi che il Braille informatico, in strutturale continuità con il Braille ottocentesco, è pienamente osmotico e sinergico rispetto ai sistemi informatici, in quanto basato su una logica binaria, proprio oggi che abbiamo acquisito la tensione e il dovere di rispettare i piccoli non vedenti nel loro sacrosanto diritto di persone necessitanti di un rigoroso riconoscimento dell’importanza decisiva di far loro acquisire una mentalità Braille, si rischia di smarrire tale via con surrogati vacui e facilistici puramente uditivi. Si ha quasi l’impressione che si voglia una rivincita sul tatto, come se fosse troppo disturbante, inadatto, innaturale per l’atavica assimilazione del conoscere con tutto ciò che è visivo. Eppure, sovente, spirito letterario e cultura scientifica hanno posto l’accento supremo sul profondo valore degli occhi della mente, a prescindere dal visivo sensibile. Gli esperimenti mentali di galileiana memoria, per l’appunto fatti con gli occhi interiori, ne sono un’altissima attestazione nel campo della metodologia scientifica. Ma come è spiegabile tanta difficoltà nel far accettare il nostro Braille come conquista storico-culturale? Qui non si tratta del rifiuto delle acquisizioni sancite dal diritto internazionale e recepite nelle norme nazionali; in gioco è il diritto naturale di una minoranza umana priva della vista di leggere e scrivere con i magici puntini tattili, invece che con grafie analogico/visive. Ma non è forse il tatto uno dei nostri sensi? Che cosa c’è di innaturale nel nostro modo di leggere? Certo, il Braille parla fortemente al tatto, non alla vista. Proprio in ciò sta la rivoluzione copernicana di Louis Braille: se consideriamo tutti i tentativi settecenteschi e ottocenteschi di dare soluzione al problema di far leggere e scrivere i ciechi, possiamo dire che avevano il loro limite invalicabile nel pensare necessari ai ciechi semplicemente adattamenti più o meno appropriati della scrittura visiva. Louis Braille indossa una lente innovativa e, per l’appunto, con gli occhi della mente si aggrappa all’ancora solidissima della logica matematica binaria. Che la conoscesse o meno ha poca importanza. Non ci risultano specifici studi delle opere di Nepero, né sembrerebbe aver avuto contatto col filosofo e geniale matematico tedesco Gottfried Wilhelm von Leibniz, che studiò per primo tale sistema di numerazione e ne fu il suo formidabile inventore. Per lungo tempo su questi studi prevalse l’oblio. Si ricordi, però, che da tali accquisizioni si affacceranno all’orizzonte le grandi scuole di logica matematica del novecento, con la nascita del calcolatore elettronico. Ora, ed è ciò che ci interessa, noi comunque possiamo constatare che Louis Braille nel primo trentennio del XIX secolo se n’è servito magistralmente, aderendo tra l’altro operativamente a una essenzialità “economica” nell’evitare qualsiasi inutile spreco funzionale di motricità, dato che il tatto è una sorta di vista ridotta a zero. A tal guisa, ci tornano sempre alla mente le parole di Pierre Villey che, nel 1909, a un secolo dalla nascita di Louis Braille, affermò che “il braille è la rivolta del tatto contro il dominio prepotente dell’occhio”. In realtà, questa dirompente espressione sancisce l’irrinunciabile affermazione di un diritto civile da conquistare, pur nell’alterità del nostro sistema rispetto alla consuetudine. Ma, come si suol dire, il cuore forte si vede alla distanza, dato che la forma delle cose è nella durata, direbbe Bergson. In effetti, qual è stato il miracolo che Louis Braille ci ha donato a distanza di poco meno di due secoli? Presto detto: è stato sufficiente aggiungere 2 puntini, per trasformare le 2 colonnine parallele di 3 puntini in colonne di 4 puntini e l’anello conoscitivo si è perfettamente chiuso. Ecco, braille e informatica sono sposi felici e anche litigarelli, naturalmente. Però sanno svolazzare stretti stretti nei medesimi byte anche sulle nuvole delle memorie. Poi, con una formidabile cura dimagrante il braille ha finito per avere lo stesso peso, diciamo così, del simbolo visivo. Ma oggi, siccome i vedenti si sono messi a imitare i servizi storici dei ciechi e s’ingozzano di audiolibri, ci vogliono nuovamente convincere che il nostro leggere, il nostro braille, anche quello informatico, quello labile, è una inutile fatica da accantonare. Silenzio, per favore, richiederebbe Marcel Proust ne Il Tempo Ritrovato: ogni lettore, quando legge, legge se stesso; l’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che senza libro non avrebbe forse visto in se stesso. E allora: fateci leggere, fate leggere – ha chiosato Lapietra, al termine di un intervento copioso di riferimenti metaforici che hanno stillato una passione non disgiunta da una marcata efficacia comunicativa – chi desidera raccogliersi e far riposare l’udito per afferrare le idee con il nostro tatto e non farle fuggir via, perché leggere è altro dal sentir leggere”. Insomma, il braille non ha affatto abdicato al suo ruolo apicale, ovvero quello di essere il miglior sistema per diffondere il sapere tra i non vedenti, per diventare protagonisti della cultura. “Un sistema d’incredibile attualità e adattabilità – ha osservato Pietro Testa, Pesidente dell’UICI Calabria – che s’integra perfettamente nelle dinamiche della rivoluzione digitale”, proseguendo il suo cammino lungo la strada tracciata dal suo inventore, che ha aperto gli orizzonti dei diritti ai non vedenti di tutto il mondo e di ogni tempo, permettendo alle bambine e bambini privi della vista di percorrere la strada della cultura, della conoscenza, dell’istruzione. Ecco la magia dei puntini, di questo codice comunicativo che non è confinato nell’ambito relazionale di chi vive il limite sensoriale ma che, in effetti, pur non essendo una lingua, unisce e mette in relazione tutto il mondo: una “non lingua” che parla tutte le lingue del mondo, con i suoi numeri, con la sua scienza, con la sua musica, con la sua arte, con la sua bellezza. Un codice che non è solo la via maestra verso il superaramento del buio e l’accesso al patrimonio culturale e scritto dell’umanità, architrave di ogni espressione di civiltà, ma che è capace di mettere in comunicazione emozioni, intuizioni, parole che, grazie a questo sistema – “elaborato nella prima metà dell’Ottocento dal genio animante Louis Braille, alfiere assieme ad Helen Keller, che accompagnò Braille nel suo ultimo viaggio verso il Pantheon di Parigi, e a tanti altri della forza, del coraggio, della determinazione con cui va affrontata la mancanza della vista”, ha evidenziato la vicepresidente nazionale dell’UICI Linda Legname – escono dal recinto del’Io, diventano fattore comune, diventano cultura: cultura del progresso, del confronto, del dialogo, cultura di pace anche, in un tempo agitato da ansie e inquietudini, ove la lenta uscita dalla fase pandemica è, in queste ore sferzata, da folate tempestose recanti la gelida prospettiva della guerra, di quell’assurdità che appare una piaga che non si rimargina; una piaga che, come tutte le sciagure della storia, è cagionata dall’ottusità, dalla chiusura, dalla mancanza di adeguati canali comunicativi, che lascia la scena della ribalta a chi è avverso a ogni eventualità di dialogo. In questo senso, la salvaguardia delle identità linguistiche appare in tutta la sua imprescindibile importanza: essa non marca visioni settarie, bensì apre i pensieri, le considerazioni individuali alle altrui visioni, agli altrui interessi, alle altrui prospettive, per trovare la convergenza su nuovi obiettivi, nuove scoperte, per conoscere nuovi volti, per donare e abbracciare nuovi sospiri, fondamentali sia per i destini del mondo e dell’evoluzione della Grande Storia, sia, per la dignità, la realizzazione e la serenità di ogni persona, delle tante piccole storie che vanno a comporre l’immenso mosaico del creato. E l’identità del braille è un sospiro che è pervaso dalla vocazione universalistica di cui si sta qui discorrendo e che nel convegno di ieri ha trovato espressione nelle riflessioni proposte dai partecipanti, i quali, collegati da varie aree del mezzogiorno hanno dato slancio a un confronto in cui l’eco delle irrisolte questioni riguardanti le criticità storicamente zavorranti le vicende del meridione italiano – concernenti un campo più largo di quello relativo alle disabilità, la cui complessità, in ogni caso, non risulta certo alleggerita dalle dinamiche in cui si dibatte il contesto socio-territoriale di riferimento – è stato accompagnato dal vitale soffio di speranza scaturito  dalle esperienze e dalla determinazione dei giovani che sono intervenuti: giovani studenti, i quali, collegati da diciassette istituti scolastici sparsi tra Puglia e Calabria – nello specifico hanno preso parte all’iniziativa la classe II della Scuola Primaria Don Milani, Plesso di Platania, presso Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, la classe III della Scuola Primaria di Carapelle, provincia di Foggia, la classe IV della Scuola Primaria Ampolo di Surbo, presso Lecce, la classe IV della Scuola Primaria Vespucci di Vibo Valentia, la classe V della Scuola Primaria Falcone di Copertino, presso Lecce, la classe I  della scuola secondaria di primo  grado, IC Manzoni, di San Pancrazio Salentino, presso Brindisi, la classe II della Scuola Secondaria di primo grado IC di Papanice, provincia di Crotone, la classe III  della Scuola Secondaria di primo grado IC Corrado Alvaro, di Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, la classe III della Scuola Secondaria di primo grado Devitofrancesco G. XXIII, di Grumo Appula, in provincia di Bari, la classe I della Scuola Secondaria di secondo grado ITC Palma, di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, la classe II della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto Alberghiero Perrone, di Castellaneta, in provincia di Taranto, la classe IV della Scuola Secondaria di secondo grado Liceo Artistico Preti Frangipane, a Reggio Calabria, la classe IV della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto alberghiero Liside, a Taranto, la classe V della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto De Nobili, a Catanzaro, la classe V della Scuola Secondaria di secondo grado Liceo Troya, di Andria, la classe V della Scuola Secondaria di secondo grado Liceo Tedone di Ruvo, presso Bari, le classi V, A e B, della Scuola Secondaria di secondo grado Istituto Morvillo Falcone, indirizzo Socio-Sanitario, di  San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi – , sono stati i veri protagonisti della mattinata e che con curiosità e spontaneità hanno offerto un rigoglioso esempio di matura sensibilità e una toccante testimonianza di effettiva integrazione, discorrendo, raccontando, ponendo, unitamente alle insegnati e agli insegnati che quotidianamente li seguono con amorevole cura – e i quali hanno degnamente rappresentato durante i lavori una categoria che è decisiva nella costruzione di un futuro mondato dalla morale solidaristica e inclusiva – quesiti circostanziati in merito all’ambito del braille e della disabilità visiva, permettendo agli autorevoli relatori di esplicitare efficacemente le loro considerazioni; considerazioni rispetto a cui le ragazze e i ragazzi, molti dei quali non vedenti, si sono relazionati con acribia, offrendo un emozionante affresco di didattica, di amicizia, di consapevolezza in merito ai postulati etici che devono regolare una società desiderosa di migliorare se stessa. “Siamo contenti che Alessia possa leggere come tutti noi … È bello condividere con lei questo fantastico metodo fatto di puntini”; “Emiliano, ha imparato a scrivere con il punteruolo e la tavoletta e anche con la dattilobraille, ottimizzando il proprio lavoro scolastico e iniziando a studiare la musica. Tutto ciò ha favorito l’instaurazione di un bellissimo rapporto d’empatia con i suoi compagni, i quali sono affascinati dai suoi doni innati, tra cui l’orecchio assoluto, che, certamente, gli sarà utile nel coltivare la sua passione per il pianoforte, con cui delizierà il nostro cuore, proprio come fa ora, con la sua presenza”; “ la nostra compagna Bianca, ci ha fatto da tutor alla scoperta dei sensi diversi dalla vista”; “Cristian, grazie al braille, è riuscito a integrarsi benissimo con il resto della classe e, ogni giorno, non ha alcuna difficoltà nell’affrontare il lavoro scolastico. Per noi insegnanti è motivo di grande soddisfazione constatare, giorno dopo giorno, i risultati che scaturiscono da questa bellissima sinergia determinatasi tra il bambino, noi e i suoi compagni, i quali grazie a lui stanno scoprendo questo sistema, questo metodo, questo codice che, anche per i vedenti, è un mondo affascinante, da conoscere e vivere insieme.  Sì, insieme, vedenti e non vedenti, rendendo fattuale quell’integrazione e quell’inclusione che a volte resta solo fattore verbale, convegnistico”; “Alessandro disegna le sue emozioni, descrivendole con i puntini”; “Daniele, è un appassionato della lingue e della musica, che vive con il braille insieme con noi”; “La classe, oltre a palesare interesse per il braille, ha voluto sperimentare la dimensione del buio, al fine comprendere le sensazioni di Saim, per vivere in comunità queste sensazioni, facendo sì che, seppure per poco tempo, siano state le sensazioni di tutti; sensazioni da ricordare e da vivere ancora, per sentirci più vicini, gli uni agli altri”: queste sono solo alcune delle testimonianze che hanno impreziosito la mattinata di ieri; queste le voci, questo il Mezzogiorno che ieri ha raccontato storie di libertà, di riscatto; un Mezzogiorno che ha trovato la via del riscatto, in questo caso, attraverso il braille, e anche attraverso la passione, l’applicazione, lo slancio empatico; un Mezzogiorno che potrebbe essere il volano di un riscatto complessivo della complessiva realtà socio-terrtoriale a cui si faceva prima cenno, in congruenza con la logica filantropica della crescita collettiva, che trova solido fondamento nel benessere di ogni individuo, senza che nessuno sia lasciato indietro. E il braille, “questo strumento di inclusione sociale, che apre opportunità per una vita viva, variegata, grondante cittadinanza attiva, la cui celebrazione oggi, con questo confronto tra le voci di Puglia e Calabria, tra le scuole di queste due Regioni, ci lascia un bel messaggio di cooperazione”, ha asseverato Rosa Barone, assessore al welfare  della Regione Puglia, messaggio “che  dovrebbe essere d’insegnamento per la politica su come fare squadra” ha aggiunto Vincenzo Di Gregorio, consigliere regionale pugliese, è nato proprio per questo, per non lasciare nessuno indietro: “questo sistema di letto scrittura – ha spiegato Giancarlo Abba – va considerato dal punto di vista pedagogico ed educativo, come elemento determinante nell’ambito scolastico, ove permette a chi non vede di apprendere e interagire analogamente agli altri e di risultare, quindi, decisivo nella crescita intellettuale”. Una considerazione, questa, a cui Abba ha accompagnato una riflessione: “spesso si sente dire «i bambini ciechi possono andare a scuola». Ecco, questo verbo, “possono”, non mi piace, perché i bambini non «possono» bensì devono andare a scuola, dove hanno il diritto di ricevere e accrescere nel miglior modo possibile il proprio bagaglio culturale e la propria personalità, lasciando libero sfogo all’intelligenza, all’intuito”, a quei fattori che ben si confanno alla natura del sistema braille, che “nasce da un’azione intelligente, da un’intuizione di un giovane che, partendo da un codice militare, ha costruito un codice, un alfabeto basato su una logica rigorosa”. Ovviamente, fondamentale è il ruolo degli insegnanti, “che devono essere in possesso di un’adeguata preparazione riguardo al braille, la cui conoscenza generalizzata, in particolare da parte di chi insegna,  fa sì che esso non diventi qualcosa di marginale ma che, al contrario, consolidi la sua posizione di centralità nella dimensione culturale; e poiché si sta nel mondo attraverso la dimensione culturale, il braille pone la bambina e il bambino cieco al centro del mondo”. Del resto, le bambine e i bambini ciechi hanno tutto per costruirsi un futuro di felicità e gratificazioni, personali e professionali: “C’è, infatti, un’abilità specifica, non un’abilità diversa; c’è l’abilità di decifrare i puntini, di scrivere col punteruolo, di digitare la dattilo braille, di adoperare gli strumenti informatici o digitali, tutte azioni che sono analoghe a quelle che, da vedente, compie chi usa la penna, chi scrive al computer, chi si destreggia col telefonino. Insomma – ha concluso Abba – , promuovere, insegnare, conoscere il braille è un attestato di riconoscimento” per coloro i quali saranno a pieno titolo e con pieni diritti cittadini del domani. “Sì – ha aggiunto Franco Lisi – è proprio così: il braille è qualcosa di unico, è l’unico codice di letto scrittura per i non vedenti che fa costruire relazioni umane alla pari; e, quando si legge e scrive come gli altri, si entra nell’alveo della vera inclusione”, in senso universalistico. Sì, questo sistema apre veramente, le porte dell’universo, di tale dimensione assoluta che abbiamo incontrato tante volte in queste righe; questo sistema, “che – come ha sintetizzato Lapietra  – uniforma le varietà di grafie, che, con logica matematica, parla non agli occhi ma al tatto e che col tatto avvicina tantissimo le sensazioni di chi non vede a quelle che percepiscono coloro i quali hanno a disposizione il senso visivo”, è veramente il presupposto di un nuovo mondo, di un mondo migliore, quello che l’UICI da centouno anni cerca di costruire, in sinergia con le altre associazioni e con le istituzioni. Una sinergia che in Calabria e Puglia ha permesso di raggiungere risultati lusinghieri e, fino a pochi anni fa, impensabili: “con l’UICI la collaborazione è proficua – ha, al riguardo affermato il dottor Francesco Forliano, Dirigente Tecnico Coordinatore presso l’Ufficio scolastico regionale della Puglia -; il nostro compito è supportare attività Unione e dare sussidi e ausili per eliminare ogni barriera e introdurre facilitatori, setting d’aula adeguati, formare operatori qualificati a seguire i nostri ragazzi, ad adoperare i sussidi e cogliere le infinite potenzialità che offre l’integrazione tra il braille e l’informatica, di cui si è diffusamente parlato poco fa”; un settore d’azione, questo, ove si innesta “la rete dei servizi messi a disposizione e dei sussidi previsti, a livello scolastico, anche dall’Ente Regionale – ha specificato la dottoressa Laura Liddo dirigente dipartimento welfare della Regione Puglia – per i disabili della vista, con la collaborazione dell’UICI, volti a valorizzare le varie peculiarità”. “Peculiarità che oggi – ha argomentato Annamaria Palummo – si sono espresse nelle relazioni e negli interventi degli ospiti che hanno onorato questa iniziativa e, soprattutto, nella gioia, nella vivacità, nell’innocenza, nell’intelligenza che ci hanno regalato le bimbe e i bimbi che hanno impreziosito questi attimi passati insieme; quella che si va a concludere è stata un’iniziativa molto significativa sotto il profilo della sensibilizzazione e della divulgazione; un’iniziativa da replicare, come hanno già auspicato i tanti amici che hanno parlato prima di me. In queste tre ore passate insieme abbiamo, innanzitutto, avuto il palesamento, che qui è stato verbale ma che ogni giorno è fattuale, della relazione che si dispiega con gli operatori e organismi che lavorano con i nostri alunni non vedenti e ipovedenti. Oggi, in questa nostra iniziativa congiunta, che ha avuto un carattere sperimentale, è emersa, attraverso gli interventi e le domande delle studentesse e degli studenti, la necessità di competenza da parte delle scuole; necessità che ci spinge a cercare l’interazione con le scuole anche per il futuro, in altre occasioni, e con i luoghi ove è conservata e sedimentata la materia del braille, come il Museo di Milano, avvicinando il mondo dell’educazione anche agli ambiti e alle pratiche più articolate, più ostiche, che, con applicazione, dedizione e metodo possono essere affrontate con profitto dai nostri ragazzi non vedenti. E, poi, oggi abbiamo fatto qualcosa di nuovo: abbiamo coniugato due esperienze, abbiamo fatto lavorare insieme due organismi regionali della nostra Unione; una collaborazione che ha dato luogo a un incontro storico, da cui, lo reitero, è emersa la richiesta, da parte delle scuole, di formalizzare un sapere e pure una pratica, un metodo per sistematizzare, contestualmente alla realtà dei non vedenti e della società nella sua interezza – di cui tutti, ricordiamocelo, vedenti e non vedenti, facciamo parte – un modo di lavorare e vivere che dia la giusta rilevanza a ogni specificità. Specificità, ovvero unicità, assecondando la quale non si sbaglia mai; del resto, per raggiungere le nostre mete basta abbandonarsi a quello che si sente, a quello che si è dentro; anche quando si legge il braille occorre lasciarsi andare, in quel caso abbandonandosi al tatto. Certo, da vedente è difficile fare ciò … Però, se proviamo ad abbandonarci al nostro naturale istinto di stare insieme, che poi è un sentimento, possiamo condividere la percezione della magia, che esce dai puntini, che esce da noi stessi, che entra in noi stessi”. “Ora – ha concluso Chiara Calisi – abbiamo più spunti, rispetto a ieri, più idee, anche più entusiasmo per dare spazio, per porre nella giusta luce la quotidianità di chi, attraverso l’insegnamento e l’apprendimento del braille, abbatte ogni giorno il buio e, con esso, tutte le barriere che si frappongo fra noi e la pienezza della vita. Oggi abbiamo saputo cogliere l’occasione per fare un bel passo, soprattutto culturale, verso l’autonomia e l’integrazione; certamente ce ne saranno altre, ce ne dovranno essere altre, perché ogni occasione è utile per apprendere, per migliorare, per crescere, insieme, tutti insieme”. E per guardare lontano, per volare verso l’infinità delle opportunità che l’Universo può dare.

Pierfrancesco Greco

Pubblicato il 24/02/2022

Pubblicazione rivista “Voce Nostra” n. 4 16-28 febbraio 2022

Si comunica che in data 24 febbraio 2022 è stata inserita nel sito la rivista “Voce Nostra” n. 4 16-28 febbraio 2022 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 21 febbraio 2022.

Il link diretto per il prelievo è il seguente:

http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2677

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

Attualità (a cura di Vincenzo Massa)

Perché da queste pagine… (di Antonio Russo)

Tempo di «Poesia tattile» al Museo Omero di Ancona

Medicina- Ansia patologica e attacchi di panico: un disturbo comune

In cucina- Conchiglie al pesto di cavolo nero

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2021 al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Pubblicato il 24/02/2022.

Braille: Storia di una rivoluzione

Un evento dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) e del Club Italiano del Braille celebra il pilastro fondamentale per l’istruzione e l’inclusione dei ciechi.

Tra i presenti il Ministro alle disabilità Erika Stefani, il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso, il senatore Matteo Salvini

Si è svolto il 22 febbraio u.s. a Roma l’incontro promosso dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e dal Club Italiano del Braille per ribadire l’importanza dell’alfabeto Braille come strumento universale e ancora insuperato nel mondo per consentire ai ciechi di leggere, scrivere e comunicare.

Dall’incontro è emersa la necessità di continuare a diffondere la conoscenza del Braille, rafforzare la formazione degli operatori del mondo della scuola che lo insegnano e dare maggiore attenzione all’integrazione di questo strumento con le tecnologie assistive. L’incontro ha infatti messo in luce come il Braille sia a tutt’oggi la base per qualsiasi processo di istruzione e inclusione culturale di un non vedente. Straordinaria e vivace la lettura a due voci e due mani del Presidente Barbuto e del giornalista e scrittore Gian Antonio Stella su un frammento della storia di Blind Tom tratto dal Libro “Diversi”, letta prima sulla carta e poi su un display Braille tecnologico sincronizzando con lo schermo. Un tuffo tra le origini e il futuro del Braille: dalla tavoletta al tablet.

L’evento, moderato dal Presidente del Club Italiano del Braille, Nicola Stilla, ha preso il via con i saluti di alcuni rappresentanti istituzionali quali il Ministro per le disabilità Erika Stefani e il sottosegretario al Ministero dell’istruzione, Rossano Sasso. Presente anche il senatore Matteo Salvini.

“Ringrazio il Presidente Barbuto e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti  per questo invito – ha commentato il Ministro alle disabilità Erika Stefani – a questo importante evento che riconosce il ruolo e l’importanza di un sistema che è riuscito a garantire diritti fondamentali anche a distanza di secoli. Il Braille deve essere considerato strumento di cittadinanza e non invece, una semplice, mera compensazione della menomazione. Questo è l’approccio culturale che deve ispirare politiche mirate e tese a garantire i diritti essenziali tra cui il diritto allo studio e all’accesso all’informazione e alla cultura”.

“Veniamo da due anni di deprivazione culturale, una catastrofe educativa. In questo panorama i ragazzi disabili hanno sofferto ancora di più, perché si sono trovati in un ambiente poco favorevole” ha dichiarato il sottosegretario al ministero dell’istruzione, Rossano Sasso. “Appena insediato il Governo Draghi, giusto un anno fa, facemmo un intervento per garantire che anche in zona rossa gli studenti disabili potessero frequentare la scuola in presenza. Il minimo che potessimo fare. Stiamo lavorando per garantire a questi ragazzi la continuità didattica, perché in Italia aumentano gli studenti disabili ma non aumentano in misura adeguata gli insegnanti di sostegno, che io preferisco chiamare d’inclusione. La politica deve dimostrarsi all’altezza, in questa come in altre sfide. Ad esempio impedendo che a Milano un’eccellenza e un modello come la scuola di via Vivaio, frequentata senza distinzione da studenti ciechi e ipovedenti e da ragazzi senza disabilità, possa essere sradicata per mere questioni di cassa. Ma anche usando adeguatamente le risorse del Pnrr, che devono andare a incrementare i livelli d’inclusione”.

“Se al Governo abbiamo ottenuto dei risultati positivi a beneficio delle persone con disabilità, lo dobbiamo soprattutto alle proposte e ai suggerimenti di associazioni come l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti” ha commentato il senatore Matteo Salvini che ha anche indossato la maglietta dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti con la scritta in Braille con lo slogan del convegno “Insieme, leggiamo il mondo”. “C’è ancora tanto altro da fare, anche per migliorare la Pubblica Amministrazione che non sempre facilita la vita a tutti i cittadini. Noi ci siamo, a partire dal ministro Erika Stefani”.

Durante l’incontro hanno trovato spazio anche alcune storie simbolo di sfida, vittoria e inclusione anche grazie al sistema Braille che ha permesso esperienze di apprendimento e di integrazione particolarmente toccanti. A partire da quella del direttore d’orchestra e pianista Luigi Mariani che ha spiegato l’importanza del Braille anche nello studio della musica, eseguendo alcuni brani. Significativa la storia raccontata da Francesca Piccardi responsabile del Centro di consulenza tiflodidattica dell’Umbria su come il Braille abbia consentito a Chiara, una bambina cieca con disabilità aggiuntive gravi, di entrare nel mondo della scuola imparando a scrivere con una dattilobraille speciale adattata alla sua particolare disabilità e poi a leggere, concludendo con successo il suo percorso scolastico e oggi frequenta il primo anno di liceo. Come strumento di comunicazione universale il Braille non poteva poi non dispiegare tutta la sua forza nell’apprendimento delle lingue straniere, come ha spiegato Alessandra, studentessa del corso di laurea in lingue orientali all’Università di Napoli, nata con una gravissima forma di cecità, per la quale il Braille è stato uno strumento imprescindibile per portare avanti il suo percorso di studi. La lettura di poesie in persiano e turco, unite attraverso il Braille, ha regalato un esempio dal vivo dei progressi compiuti propri grazie al Braille che supera qualsiasi confine linguistico.

L’incontro è poi proseguito con una riflessione sulla complessità e sull’efficacia dei percorsi formativi dedicati ai non vedenti e sul tema la vice presidente ha messo in guardia sui rischi connessi alla povertà educativa minorile. L’UICI sta attuando un progetto finanziato da “Con i bambini” di durata triennale rivolto a minori con disabilità visiva (ciechi e ipovedenti) anche in presenza di disabilità aggiuntive dislocati su cinque regioni italiane Lombardia, Lazio, Campania, Toscana, Sicilia. Le attività in corso riguardano l’integrazione scolastica ed extra scolastica per accrescere le condizioni di pari opportunità dei minori con disabilità con un focus sul potenziamento delle professionalità degli operatori che quotidianamente sono in contatto con loro, lo sviluppo di percorsi personalizzati, l’attivazione di metodologie di lavoro innovative.

Il convegno ha offerto anche l’occasione per condividere una panoramica internazionale sulla diffusione del Braille nel mondo, esplorando il dialogo tra Braille e lingue straniere, anche molto distanti dalla nostra cultura come il giapponese o il cinese, evidenziando anche l’integrazione del sistema con le tecnologie, come le barre braille di nuova generazione o i display avanzati che si stanno diffondendo in tutto il mondo.

Tra le molteplici applicazioni pratiche del metodo Braille, infine, è stato ribadito quanto questo sistema sia particolarmente efficace nell’apprendimento delle materie tecnico-scientifiche, matematiche e linguistiche, come ricordato dal Presidente del Club Italiano del Braille, Nicola Stilla, che ha posto l’accento sulla necessità di valorizzare un sistema universalmente conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo e che può perfettamente integrarsi con le tecnologie più moderne, pur restando insuperato come strumento di base.

Locandina XV Giornata Nazionale del Braille

Pubblicato il 23/02/2022.

Enna – La XV Giornata Nazionale del Braille della sezione UICI

Autore: Anna Buccheri

Il 21 febbraio 2022, la sezione UICI di Enna ha celebrato la XV Giornata Nazionale del Braille insieme al Liceo di Scienze Umane “Napoleone Colajanni” della città.

La Dirigente Scolastica del liceo, Prof.ssa Maria Silvia Messina, ha aperto l’incontro, che si è svolto su piattaforma MEET, con i saluti a tutti gli intervenuti e in particolare ai docenti e agli studenti coinvolti tra i quali alcuni in DAD a causa del Covid. Ha quindi ringraziato il Presidente UICI di Enna, Santino Di Gregorio, per aver coinvolto in un evento altamente formativo il Liceo di Scienze Umane su una tematica così importante come il Braille e, oggi, il Braille e le tecnologie.

Anche il Prof. Giuseppe Marino, nel suo ruolo di Collaboratore della Dirigente Scolastica, ha sottolineato l’importanza della giornata che crea l’occasione per promuovere nuove conoscenze capaci di rendere quanto più inclusiva la società.

La vice-Presidente Nazionale UICI, Linda Legname, dopo aver portato i saluti del Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto, ha tracciato un profilo dell’uomo Louis Braille, studente e poi educatore all’Istituto di Parigi, della sua ricerca di un sistema di lettura e scrittura adatto ai disabili visivi, che andò perfezionando fino alla fine dei suoi giorni, sistema che fu riconosciuto solo dopo la sua morte, mentre fu osteggiato quando Braille era in vita.

Il Presidente Di Gregorio ha ringraziato la scuola per l’ospitalità: la Dirigente Scolastica, i Collaboratori della Dirigente Scolastica, i docenti e gli studenti delle due classi quarte direttamente coinvolti, in particolare si è rivolto agli studenti che sono i destinatari privilegiati del messaggio. Ha ringraziato inoltre le operatrici ASACOM, i genitori e i Consiglieri UICI di Enna collegati e ha portato i saluti del Presidente Regionale UICI, Gaetano Minincleri. Ha ricordato la legge che ha istituito la Giornata Nazionale del Braille, la n. 126 del 3 agosto 2007, quindi ha evidenziato l’importanza del sistema Braille, vivo oggi più che mai, oggi che è anche adattato alle nuove tecnologie che risultano complementari e mai alternative. Ha sottolineato la necessità di una preparazione specifica degli insegnanti che accompagnano i bambini e i ragazzi nel loro percorso scolastico e ha fatto rilevare che oggi il Braille ha guadagnato una visibilità sempre più diffusa nel quotidiano: dalle scatole dei farmaci, agli elettrodomestici, all’etichetta di certi prodotti alimentari (come l’acqua Levissima), alle mappe tattili di stazioni, aeroporti e uffici postali. Sollecitato da una domanda del Prof. Marino, il Presidente Di Gregorio ha puntualizzato che il Braille è utilizzato in tutto il mondo inclusi i paesi orientali e che è fondamentale per lo studio delle lingue.

La tiflologa dell’UICI di Enna, Adriana Marta Zocco, ha presentato il codice Braille a partire dal casellino e dalla specularità, la tavoletta, il punteruolo, la dattilobraille, il display Braille, il Braille informatico. Ha mostrato quindi come impugnare il punteruolo, come fissare la carta nella tavoletta e come si scrive. È passata poi a scansionare un testo, tratto dal Gennariello, lo ha corretto,  adattato e stampato in Braille. A questo punto la socia Alba Di Vita, giovane laureata all’Università di Enna Kore in Lingue, ha letto il testo trascritto in Braille, mentre la Dottoressa Zocco faceva vedere in video il testo in nero. 

Ancora su sollecitazione delle domande del Prof. Marino, il Presidente Di Gregorio ha menzionato il cubaritmo, sussidio fondamentale alla scuola primaria, mentre la Dottoressa Zocco dopo aver mostrato in video il cubaritmo ha fornito informazioni sui programmi di matematica che consentono di studiare alla pari dei compagni anche ai ragazzi delle scuole secondarie di primo e di secondo grado.

A questo punto della mattinata, come da programma, si è passati alla visione del film Rosso come il cielo del 2005, ispirato alla storia vera di Mirco Mencacci, montatore del suono.

Al film è seguito un dibattito con domande sia degli studenti che delle docenti di Lettere delle due classi, Professoressa Giuseppina Bulgarello e Professoressa Domenica Failla. All’interno del dibattito ha preso forma un progetto: trasformare questa giornata in un primo segmento di un percorso che dalla premiazione dei tre migliori elaborati redatti dagli studenti che oggi hanno partecipato alla giornata il 3 aprile prossimo in occasione dell’Assemblea di primavera dei Soci della Sezione UICI di Enna si concluderà con una visita al Polo Tattile Multimediale di Catania in cui sono ospitati il Museo Tattile Borges, il Bar al buio e il Giardino sensoriale.

L’obiettivo della giornata, che il Presidente Di Gregorio ha perseguito con tenacia e passione, con paziente costruzione e chiarezza di intenti, è quello di dare agli studenti l’idea dell’importanza del Braille e delle opportunità anche lavorative e non solo culturali, sociali e di comunicazione che il codice Braille offre. L’impegno costante e primario della sezione UICI di Enna è infatti rivolto al territorio sul quale opera con azioni di forte impegno civile e si attua principalmente lungo due direttrici: di prevenzione, consulenza e presa in carico con i due ambulatori oculistici di cui uno pediatrico; culturale come costruzione di un modo diverso di guardare alla disabilità al di là di stereotipi e di pregiudizi consolidati mostrando i modi altri che rendono parte del tutto, cittadini tra i cittadini, padri e madri come gli altri, lavoratori come tutti, sportivi e intellettuali.

Ecco perché la Giornata Nazionale del Braille può aprirsi a sempre nuove modalità di comunicazione e di approcci proprio come il Braille che sa sposare tecnologie e condividerne sperimentazioni senza per questo perdere la propria forza e la propria specificità.

Anna Buccheri

Pubblicato il 23/02/2022