Torino – Comunicati del 13 novembre 2015

COMUNICATI DEL 13 NOVEMBRE 2015
1) Assemblea ordinaria dei Soci
2) Comitato Centralinisti – presenza settimanale
3) Nuove tessere disabili per il trasporto regionale
4) La sede UICI Torino a disposizione dei soci
5) Il Comitato Pari Opportunità incontra i soci
6) Nasce la mail “dilloalpresidente”: un prezioso strumento di dialogo
7) Accompagnamenti UNIVoC
8) Calendario delle attività del Circolo dell’Amicizia tra Ciechi e Vedenti

Assemblea ordinaria dei Soci
E’ stata indetta per sabato 21 novembre alle ore 9,30 presso i locali di Via Nizza 151 la seconda Assemblea Annuale dei soci Uici Torino con il seguente Ordine del Giorno:
1) Nomina del Presidente dell’Assemblea, del segretario, del Vicepresidente, di n. 5 scrutatori (di cui due non vedenti che conoscano il braille), e n. 3 questori;
2) Approvazione del verbale dell’assemblea precedente;
3) Lettura ed approvazione della Relazione programmatica per l’anno 2016;
4) Lettura ed approvazione del Bilancio preventivo 2016;
5) Variazioni al Bilancio preventivo – esercizio 2015;
6) Varie ed eventuali.
Come previsto dallo statuto avranno diritto di voto i soci che siano in regola con l’iscrizione al nostro sodalizio per l’anno in corso. Chi non l’avesse ancora fatto potrà regolarizzare la propria posizione associativa il giorno stesso dell’assemblea. Ricordiamo che non è prevista la possibilità di farsi rappresentare a mezzo delega. Data l’importanza di questo appuntamento per la vita associativa della nostra sezione, confidiamo in un’ampia partecipazione da parte degli iscritti. Al termine dell’assemblea sarà possibile, per chi lo desidera, pranzare insieme presso il Ristorante “La Capricciosa” in Via Genova n. 13 a Torino. Per ciascun socio e per un suo accompagnatore il costo è di 22 Euro, in quanto usufruiranno di un contributo da parte della Sezione, mentre è di 32 Euro per eventuali terze persone. Per il pranzo è necessario prenotarsi, contattando i nostri uffici entro lunedì 16 novembre. Di seguito i menù.

MENU’ MARE
Aperitivo della casa con gnocco fritto
ANTIPASTI: Cocktail di gamberi in salsa aurora
Carpaccio di polpo
Insalata di mare calda
PRIMI: Penne al salmone
Risotto ai frutti di mare
SECONDO: a scelta fra Fritto misto con Patate fritte o Filetto di branzino in crosta di patate con
insalata mista
DESSERT: Torta della casa (con crema pasticcera e scaglie di torrone)
1/4 di vino – 1/2 di acqua
Caffè – limoncello

MENU’ TERRA
Aperitivo della casa con stuzzichini
ANTIPASTI: Gnocco fritto con affettati misti
Vitello Tonnato
Flan di melanzane in crema di parmigiano
PRIMI: Penne alla capricciosa
Risotto al radicchio
SECONDO: a scelta fra Scaloppine di vitello con melanzane e scamorza con patate al forno o
Milanese di pollo con patatine fritte
DESSERT: Torta della casa (con crema pasticcera e scaglie di torrone)
1/4 di vino – 1/2 di acqua
Caffè – limoncello

Comitato Centralinisti
A partire dal 23 novembre, ogni lunedì dalle ore 17.00 alle 18.00, a turno, un componente del Comitato Centralinisti sarà presente negli uffici sezionali, a disposizione dei colleghi per dare informazioni, erogare consulenze, o anche per un normale scambio di opinioni su tutto quanto gravita intorno alla professione del centralinista. In questo modo speriamo di dare supporto e individuare soluzioni ai piccoli e grandi problemi che si possono incontrare, e che – se affrontati da soli – possono sembrare insormontabili. Quindi non esitate a contattarci e a venire in sede per incontrare il nostro Comitato!

Nuove tessere disabili per il trasporto regionale Cambiano modalità e criteri di assegnazione. Le vecchie “tessere gialle” vanno sostituite

Sono in arrivo importanti cambiamenti in materia di mobilità. La Regione Piemonte infatti ha avviato le procedure per ridefinire modalità e criteri di assegnazione delle tessere di libera circolazione per disabili. Le vecchie “tessere gialle” saranno presto sostituite con una smart card Bip (Biglietto Integrato Piemonte). In base alla nuova delibera potranno accedere al servizio, tra gli altri, i ciechi assoluti e i ciechi ventesimisti (e in questi casi la gratuità del viaggio è estesa anche a un eventuale accompagnatore), i disabili con una percentuale di invalidità uguale o superiore al 67% (se l’invalidità è del 100% è prevista la gratuità per l’accompagnatore). Restano purtroppo esclusi, almeno per il momento, gli ipovedenti gravi, con residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi. Se queste persone riescono a dimostrare una percentuale di invalidità uguale o superiore al 67% dovrebbero poter comunque accedere al servizio. In ogni caso la nostra sezione si batterà con tutte le forze per ottenere una normativa più equa e inclusiva, che comprenda anche gli ipovedenti gravi.
Nelle prossime settimane la Regione avvierà un processo di verifica dei requisiti per gli aventi diritto. Dal 16 novembre al 15 dicembre sarà possibile inoltrare le richieste di sostituzione della tessera. Le nuove smart card Bip entreranno in funzione dal 1 febbraio 2016, avranno validità annuale e un costo di 15 € a carico del richiedente. Le richieste di sostituzione e di emissione dovranno essere inoltrate attraverso un applicativo on-line o, in alternativa, spedite per posta con un modulo disponibile in rete. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare il nostro sito internet oppure a contattare la segreteria negli orari d’ufficio.

La sede UICI Torino a disposizione dei soci Cari Soci, vi informiamo che, a partire dal mese di novembre, ogni primo giovedì utile del mese la sede di corso Vittorio Emanuele II n. 63 chiuderà alle ore 20.00. Dalle 18.00 alle 20.00, infatti, i locali sezionali saranno a disposizione di tutti: comitati, commissioni e settori di lavoro interni alla sezione, gruppi di soci che volessero organizzare iniziative o riunirsi per discutere, o anche solo per incontrarsi, scambiare quattro chiacchiere, divertirsi… insomma, qualsiasi forma di aggregazione potrà aver luogo in sede!
Quest’orario prolungato verrà osservato per venire incontro a tutti coloro che lavorano o comunque hanno necessità di riunirsi nel tardo pomeriggio e non possono prima delle ore 18.
Per riunioni con particolari esigenze logistiche (tavoli, sedie, eccetera), è preferibile avvisare per tempo la segreteria allo 011/535567.

Il Comitato Pari Opportunità incontra i soci Il Comitato Pari Opportunità UICI Torino lancia una nuova occasione di dialogo e confronto. A partire dal 6 novembre, ogni venerdì, dalle 17 alle 18, nella nostra sede di corso Vittorio Emanuele 63, un componente del Comitato, a rotazione, sarà disponibile per incontrare, anche telefonicamente, chiunque abbia quesiti da sottoporre, proposte da suggerire o semplicemente voglia conoscere le tante attività che la nostra sezione organizza a sostegno delle donne con disabilità visiva. Ci auguriamo che la proposta sia accolta con favore dalla base associativa.

Nasce la mail “dilloalpresidente”: un prezioso strumento di dialogo Una casella di posta aperta a suggerimenti e nuove idee.
Nasce una nuova, preziosa opportunità di dialogo col presidente UICI Torino, l’avvocato Franco Lepore.
E’ stata infatti attivata la casella di posta elettronica dilloalpresidente@uictorino.it, uno strumento dedicato a soci e amici che vogliano porre quesiti, segnalare iniziative, avanzare suggerimenti o critiche (purché costruttive) relative alla vita associativa del nostro sodalizio e più in generale alla condizione dei disabili visivi.
Le e-mail verranno lette personalmente dal Presidente, che risponderà nel più breve tempo possibile, compatibilmente con gli impegni lavorativi e istituzionali. Fin dalla sua elezione alla guida dell’UICI Torino, l’avvocato Lepore ha espresso il desiderio di consolidare un sano confronto con i soci, intercettando esigenze, proposte e desideri da tradurre in iniziative concrete. Ma perché questo sia possibile serve la collaborazione di tutti. L’iniziativa “dilloalpresidente” va proprio nella direzione di un contatto diretto, immediato, personale e informale: ci auguriamo che sia accolta con favore dalla base associativa.

Accompagnamenti UNIVoC
Si informa gli utenti che le richieste di accompagnamento potranno essere rivolte alla signora Laura, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 19 dal lunedì al venerdì, telefonando al numero 011/859523 o cellulare 333/7773309 oppure alla signora Stefania al numero 338/3173605.

Calendario delle attività del Circolo dell’Amicizia tra Ciechi e Vedenti Il Circolo dell’Amicizia tra ciechi e vedenti con sede presso la Famija Turineisa in Via Po 43 a Torino comunica il programma delle proprie attività:

Lunedì 16 Novembre – RIUNIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO

Mercoledì 18 Novembre – SALONE TURCHESE ORE 21 – LA FAMIJATURINEISA presenta La Corale Na vira di Asti. In programma un repertorio vario che spazia dalla musica popolare alla musica anni venti.

Mercoledì 25 Novembre – SERATA DEDICATA AL GIOCO Pensando di farvi cosa gradita proponiamo la “Ruota della Fortuna”, un gioco di squadra sempre coinvolgente, per mettere alla prova la vostra abilità ed il vostro intuito. Ricchi premi ai vincitori.

Domenica 29 Novembre – PRANZO SOCIALE
Un appuntamento molto importante del nostro Circolo, per dar vita ad un incontro conviviale fra iscritti, parenti ed amici, con la speranza di rivederci in tanti. Prenotazioni da Vito 011/7412838 e Rina 011/6615044.
La segreteria UICI onlus
Sezione provinciale di Torino

Torino – Notiziario audio 011News

E’ in rete la nuova edizione del notiziario audio 011NEWS, n. 41/2015 del 13/11/2015.
Di seguito il link:

Tra gli argomenti trattati
* Congresso nazionale UICI: alla guida dell’associazione riconfermato Mario Barbuto. Francesco Fratta, una colonna della nostra sezione, eletto in Consiglio Nazionale
* Si svolgerà a inizio dicembre la rassegna CinemAccessibile, un’occasione per riflettere sulla disabilità attraverso il linguaggio dei film. L’UICI Torino è impegnata in prima linea
* Cambiano modalità e criteri di assegnazione della tessera regionale di libera circolazione per disabili. Vanno in pensione le tessere gialle, sostituite da nuovi contrassegni. Restano esclusi dal servizio gli ipovedenti gravi: la nostra sezione pronta a lottare per una normativa più equa

Grazie e buon ascolto

Bolzano – 41 Torneo di Torball a Bolzano il 14 novembre 2015

Sportivi provenienti da cinque paesi europei a Bolzano in occasione del 41. Torneo Internazionale VSS-Raiffeisen di Torball

Il Torneo Internazionale di Torball per non vedenti a Bolzano sabato 14.11.2015 vedrà la sua 41esima edizione. 7 squadre femminili e 10 squadre maschili disputeranno in due tornei distinti le loro competizioni. Con la presente Vi invitiamo cordialmente a partecipare alla nostra manifestazione sportiva.
Data: sabato, 14.11.2015
Luogo: competizioni: Liceo Classico “Carducci”, via Manci 8.
premiazione: Centro Ciechi St.Raphael, Bolzano, vicolo Bersaglio 36
Programma: ore 8.45: saluto ed inizio tornei
ore 9.00 – 18.00 circa: disputa delle partite dei due tornei
ore 19.45: cena, premiazione ed intrattenimento
Le squadre partecipanti sono:
Femmine: Maschi:
Clerment-Ferant F ASD OMERO Bergamo I
ISC Viktoria Dortmund D ISC Viktoria Dortmund D
BSV München D BSV München D
BSS Tirol A BSS Tirol A
VBSC Vorarlberg A GS Trento I
GSDNV Bolzano 1 I VBSC Vorarlberg A
GSDNV Bolzano 2 I BSC Zürich CH
GSDNV Bolzano1 I
GSDNV Bolzano2 I
GSDNV Bolzano3 I
Il Torball è uno sport di squadra per persone cieche ed ipovedenti. Ogni team è composto da tre giocatori. Tutti i giocatori portano occhiali neri non trasparenti. Sui due lati corti di un campo di gioco rettangolare viene posizionata una porta. Si gioca con un pallone sonoro (500 g). Il pallone deve essere lanciato in modo da passare sotto tre corde le quali sono posizionate al centro del campo sull’altezza di 40 cm.
L’obiettivo del gioco è di far entrare il pallone nella porta della squadra avversaria, schivando i loro difensori. Con il successivo lancio del pallone la difesa assume il ruolo di attaccante. Durante il gioco in palestra è richiesto assoluto silenzio, data la concentrazione richiesta ai giocatori per potersi orientare tramite il senso dell’udito.
La possibilità di effettuare un goal con ogni lancio, le azioni acrobatiche di difesa e la velocità del gioco fanno sí che il Torball è uno sport molto avvincente.

Info:
Innerhofer Annemarie, responsabile Sezione Torball: Tel. 347-7565700
Gatscher Franz, Presidente: Tel. 349-6200051
www.torball.it

Fish – Stabilità, povertà e disabilità: timori infondati?

Il disegno di legge di stabilità prevede interventi mirati alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale con la futura costituzione di uno specifico Fondo e l’elaborazione di un Piano che progressivamente garantisca livelli essenziali di assistenza (al momento non definiti).
“Chi come FISH si occupa di disabilità non può che essere sensibile ad interventi in questa direzione, ben sapendo che la stessa disabilità è uno dei primi determinanti della povertà, dell’impoverimento e dell’esclusione sociale. – dichiara Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Poniamo, quindi, la massima attenzione a queste misure anche se i contorni non sono ancora ben definiti.”
Lo stesso disegno di legge, infatti, impone successivi provvedimenti legislativi “di riordino della normativa in materia di trattamenti, indennità, integrazioni di reddito e assegni di natura assistenziale o comunque sottoposti alla prova dei mezzi, anche rivolti a beneficiari residenti all’estero, nonché in materia di accesso alle prestazioni sociali, finalizzati all’introduzione di un’unica misura nazionale di contrasto alla povertà e alla razionalizzazione degli strumenti e dei trattamenti esistenti.”
“Anche se in legge di stabilità gli intenti sono molto generici e non vi è una espressa delega al Governo a legiferare – prosegue Falabella – ci è noto che lo stesso Governo, su tali temi, presenterà un collegato recante specifiche deleghe per regolamentare ciò che la legge di stabilità delinea: una riforma complessiva delle provvidenze assistenziali.”
Di qui i timori di FISH: “Le nostre aspettative sono rivolte a ulteriori sostegni all’inclusione sociale delle persone con disabilità e al contrasto al loro impoverimento. Al contrario temiamo che questa istanza sia agli antipodi rispetto a quanto potrebbe accadere e cioè che si colga l’occasione per trasferire parte delle provvidenze attualmente erogate per l’invalidità alle misure per la povertà. Oppure che nulla si preveda per chi si trova in stato di indigenza che già percepisca indennità di accompagnamento o una pensione di invalidità civile. Si perderebbe così l’occasione di ripensare in modo equo l’attuale sistema di welfare e di protezione sociale.”
Prima che si diffondano informazioni distorte o, peggio, che si concretizzino i timori palesati, FISH chiede una netta precisazione al Governo e il coinvolgimento già in questa fase di elaborazione di norme di estremo rilievo per milioni di italiani.

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
www.fishonlus.it
www.facebook.com/fishonlus
twitter.com/fishonlus

Vallo della Lucania, questa sarà la piazza della Provincia di Salerno dove sarà celebrata la Giornata del diabete, di Vincenzo Massa

Autore: Vincenzo Massa

Il 14 novembre si celebra la Giornata mondiale dedicata a una malattia che colpisce 347 milioni di persone nel mondo si svolgerà a Vallo della Lucania la manifestazione promossa dalla provincia di Salerno
In occasione della giornata mondiale del diabete la sezione provinciale UICI di Salerno, in collaborazione con IAPB Italia, ha promosso una serie di iniziative che vedranno la città di Vallo della Lucania protagonista. Sabato novembre, infatti, si partirà da piazza Vittorio Emanuele della città vallese con la distribuzione del materiale informativo predisposto per questa occasione. Alle 10 ci sarà l’incontro dibattito nella sala comunale, grazie anche al patrocinio dell’amministrazione locale, con il seguente programma: alle ore 10 l’introduzione del presidente provinciale UICI di Salerno darà il via ai lavori. A seguire gli interventi degli esperti dott, Emilio Conti oculista, dott. Dino Liguori   cardiologo, dott. Aniello Nicoletti diabetologo, il tema “ Retinite diabetica”. Ai partecipanti sarà data la possibilità di porre domande agli esperti mentre le conclusioni saranno affidate al presidente regionale UICI Campania Vincenzo Massa. La giornata proseguirà nel pomeriggio con le visite gratuite di prevenzione contro la retinite diabetica. Una giornata intensa e di grande impegno per la sezione salernitana dell’Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti che richiama l’attenzione su un grande tema qual è il diabete e le sue conseguenze sulla vista della singole persone. Appuntamento, dunque, sabato dalle 9 per scoprire che cos’è la retinite diabetica e ricevere qualche consiglio pratico su come tenere sotto controllo questa malattia.

Agrigento – Campagna di prevenzione della retinopatia diabetica (14 novembre 2015)

Molte malattie oculari, tra cui la retinopatia diabetica, possono passare inosservate.
Una visita periodica dal tuo oculista può prevenire o curare eventuali patologie degli occhi.

TI ASPETTIAMO:
Sabato 14 novembre 2015 (ore 9.30)
c/o Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
(Sezione prov.le di Agrigento)
Via Imera 280 – 92100 Agrigento

· Conferenza informativa aperta al pubblico
Verrà distribuito un opuscolo informativo sulla patologia
Si effettueranno gratuitamente anche controlli oculistici
A cura dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – Sezione Italiana onlus in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (Sezione prov.le di Agrigento)

Comunicato stampa
Diabete più in vista
Superate le 60 città italiane aderenti alle iniziative dedicate alla prevenzione di una malattia oculare che colpisce moltissimi diabetici

Troppi zuccheri nel sangue possono far pagare un conto salato alla nostra vista. Il diabete, se non diagnosticato, può provocare gravi danni alla retina. Per la prima volta in Italia sono state superate le 60 città aderenti alle iniziative organizzate dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus, in collaborazione con le Sezioni provinciali dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti.
L’occasione è data dalla Giornata mondiale del diabete che si celebra il 14 novembre. L’obiettivo è la prevenzione e la diagnosi della retinopatia diabetica. Per questo si terranno conferenze informative aperte al pubblico, verrà distribuito un opuscolo informativo sulla patologia e in dodici città si effettueranno gratuitamente anche controlli oculistici.
Il diabete è in forte crescita. Secondo l’Oms nel mondo ci sono 347 milioni di malati e, stando alle stime dell’Istat, in Italia soffrono di diabete oltre tre milioni di persone. Nel nostro Paese e nelle altre nazioni industrializzate la retinopatia diabetica è la prima causa di cecità in età lavorativa (20-65 anni). Però spesso la perdita della vista è evitabile. Dopo 20 anni di diabete più del 90% dei diabetici presenta una retinopatia.
“La retinopatia diabetica – ha affermato l’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente della IAPB Italia onlus – è una malattia diffusissima in Italia e nel mondo, i cui danni sono però prevenibili: una diagnosi tempestiva consente di salvare la vista, purché si consultino gli specialisti e si osservino rigorosamente le cure. Il diabete è una malattia correlata anche alla cattiva alimentazione, specialmente quando è eccessiva (al contrario della xeroftalmia, legata alla malnutrizione, causata da una carenza di vitamina A).
Ancora una volta, pertanto, teniamo a ribadire che la prevenzione salva la salute e, con essa, anche il bene della vista”.
Quando si è diabetici i controlli medici periodici sono indispensabili non solo per preservare la salute oculare, ma anche altre parti del corpo quali i reni, i piedi, il cuore e i nervi periferici.

La mia proposta dopo il Congresso: L’”Authority della Tiflologia”, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Cari amici, unitamente al successo entusiasmante del Presidente Barbuto che è il successo di tutti noi che ci riconosciamo nel suo progetto di rinnovamento, si è trattato di un Congresso davvero esaltante e coinvolgente.
Infatti, massiccia è stata la partecipazione dei delegati e non, elevata la qualità del dibattito durante i gruppi di lavoro, ma soprattutto abbiamo vissuto una grande “festa” di democrazia.
La cosa che mi è più piaciuta è stata la conferma, laddove ce ne fosse stato bisogno, che noi dell’UICI siamo una classe dirigente seria, matura e responsabile, orgogliosa del proprio presente e passato, ma anche fiduciosa nel futuro e consapevole che a nessuno di noi è dato fermarsi “sulla riva del fiume” senza il rischio di essere travolti dalla “corrente” dei veloci cambiamenti di oggi. Quando parlo e scrivo dell’UICI, naturalmente, non parlo né scrivo di “sesso degli angeli”, ma della qualità della vita dei minorati della vista italiani che, se non opportunamente “guidati”, rischiano quotidianamente l’esclusione sociale.
Dentro la parola Unione, infatti, ci stanno i veri bisogni di persone in carne ed ossa : i non vedenti. Sono essi donne, uomini, bambini ed anziani, che spesso si rivolgono alle nostre sezioni ed Enti collegati, come “ultima spiaggia, ultimo appiglio, ultima speranza” per non fare naufragio.
Dunque, io sono convinto che la “mission” del nuovo Consiglio Nazionale è proprio quella di dare adeguata visibilità a tali bisogni, dando risposte concrete alle esigenze dei nostri soci e più in generale di tutti i ciechi ed ipovedenti italiani.
Queste risposte concrete corrispondono alla “montagna” di cose, che il Consiglio Nazionale dovrà fare insieme a noi nei cinque anni del mandato che è chiamato ad assolvere.
Sfogliando pagina dopo pagina la fitta agenda che ci viene consegnata da Chianciano relativamente ai nostri “impegni” associativi prossimi futuri, a mio modesto avviso, non potremo trascurare la voce disperata dei tanti, tantissimi genitori dei ciechi pluriminorati, che hanno creduto e credono ancora (specie dopo l’acquisto da parte della Federazione dell’immobile di Via Pollio) nella possibilità di realizzare, a Roma, un Centro di Alta Specializzazione per il recupero funzionale e la riabilitazione dei loro figli.
Deve essere, quindi, per noi un “imperativo” categorico la presa in carico di tale problema dei nostri più sfortunati “fratelli” ciechi pluriminorati, perché non vengano più considerati solo “oggetti” di pietismo, ma “soggetti” di diritto.
Non potremo nemmeno dimenticare le istanze degli anziani ciechi, che rivendicano il diritto alla fruizione del loro tempo libero nel miglior modo possibile, attraverso lo svolgimento di attività socio-ricreative e di svago dal grigiore della loro monotona quotidianità, vivendo pure importanti momenti di condivisione e d’integrazione con coetanei “normovedenti”.
Non potremo, inoltre, abbandonare i giovani non vedenti disoccupati, che all’UICI chiedono di aiutarli a superare le barriere dei tradizionali impieghi dei minorati della vista (centralinismo e massofisioterapia), adoperandosi nell’attivazione di Corsi di Formazione professionali al fine di favorire il loro inserimento in attività lavorative di maggiore responsabilità e gratificazione (addetti al protocollo, alla gestione di banche dati, al Call-Center, al telemarketing,ecc….). Dovremo altresì prodigarci al massimo per riqualificare efficacemente i nostri “vecchi” centralinisti e massofisioterapisti. Senza trascurare, ovviamente, le interessanti ed innovative opportunità lavorative che ci vengono fornite dal recente “Jobs Act”.
Non potremo infine eludere l’appello accorato degli studenti non vedenti che frequentano la scuola “normale”, i quali chiedono all’Unione ed agli Enti collegati di supplire alle carenze dello Stato, potenziando il servizio di assistenza tiflodidattica e tiflopedagogica (fornitura dei materiali speciali e dei libri di testo in tempi utili e ragionevoli), assicurando loro la continuità del sostegno e l’accesso alle attività integrative scolastiche, parascolastiche, culturali e sportive.
A mio parere, sono queste le iniziative più urgenti che i nuovi organi “unioneschi” non si potranno esimere dall’intraprendere.
Ma, da operatore della scuola e referente dei progetti tiflologici della Federazione Pro Ciechi, come ho più volte sottolineato al Congresso, faccio un accorato appello al Presidente Mario Barbuto ed ai vertici associativi perché si trovino le soluzioni didattiche ed organizzative più efficaci ed efficienti per migliorare la qualità dell’offerta formativa ed il sistema del supporto scolastico dei nostri alunni.
Al riguardo, mi permetto di suggerire e di sottoporre all’attenzione del nuovo Consiglio Nazionale e della nuova Direzione alcune proposte che io ritengo utili e funzionali affinché l’Unione in stretta sinergia operativa e con la fattiva collaborazione della Federazione, dell’I.Ri.Fo.R e della BIC possa davvero rilanciare il processo d’integrazione degli studenti disabili visivi nella scuola di tutti.
L’indifferibile necessità di fare “fronte comune” con la Fish e la Fand, inducendo il Governo a sposare la “causa” dell’istituzione del “ruolo” del sostegno, perché non sia più caratterizzato dagli elementi critici dell’ambiguità e della precarietà.
2) L’altrettanto cogente esigenza di ottenere dal Parlamento il varo di una legge volta al riconoscimento giuridico della figura professionale del Tiflologo, fino ad oggi addirittura priva di un albo professionale e che io ho definito il vero “convitato di pietra” del Congresso.
3) Infine, la creazione ed il riconoscimento da parte del MIUR di un’”Authority della Tiflologia” e cioè di un Board molto snello ed agile di cinque o sei esperti del settore, provenienti dai nostri Enti collegati, dalle facoltà universitarie di Scienze della Formazione, da Enti nazionali di formazione di comprovata e consolidata affidabilità, ecc.
La mia idea è quella di dare vita ad una vera e propria Fondazione, finanziata dal MIUR e dai privati e deputata alla progettazione dei percorsi formativi dei futuri docenti ed operatori del sostegno e di aggiornamento continuo di quelli già in servizio.
Concludendo, io credo che su tali interventi legislativi non possiamo più derogare e transigere, se vogliamo un’effettiva inclusione scolastica capace di garantire da un lato la migliore preparazione e formazione possibile dei docenti di sostegno, e dall’altro il diritto allo studio ed il pieno successo formativo dei “ragazzi ciechi”, per dirla alla Romagnoli.

Oltre il Congresso, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Penso che da qualunque parte si guardi, se lo si fa con equilibrio, il Congresso appena concluso si possa definire storico.
Non si era mai vista tanta gente partecipare anche a proprie spese e poi il nuovo statuto, le mozioni, i documenti delle sezioni di lavoro e un Consiglio nazionale a tinte rosa.
Comunque penso che pur storica, questa pagina bella e gratificante ci debba impegnare con celerità in un’azione di ripartenza più che veloce visti i problemi che vi sono sul tavolo.
Abbiamo la Legge di stabilità che procede a grandi passi, le tematiche della scuola e quelle del lavoro ma poi abbiamo i tanti progetti posti in essere dall’Irifor e dobbiamo porre in essere un’azione che porti al superamento di tanti steccati burocratici i quali ingessano l’azione delle Sezioni.
Penso che da tutti noi dovrà venire una spinta per il superamento della contabilità attuale per andare verso un sistema più semplice e soprattutto più trasparente come la partita doppia.
Ci dobbiamo, tutti insieme impegnare affinché le regole interne vengano maggiormente rispettate a ogni livello perché, dobbiamo essere persone degne di rispetto anche all’esterno.
Auspico che i nuovi dirigenti nazionali eletti dal Congresso e la relativa nascente Direzione Nazionale, pongano in essere un nuovo metodo di lavoro che sia più aperto al dialogo e soprattutto più trasparente.
Devo dire che sono fiducioso e spero si vedano subito i segnali di una inversione di tendenza come si sono visti al Congresso.
In quella sede, non vi era mai stata tanta libertà di parola e non mi pare che ai delegati sia stato coartato il voto da parte di nessuno.
Per la questione delle minoranze, se cinque anni fa fossero state accolte le nostre proposte, le cose sarebbero state diverse ma comunque le minoranze a mio avviso dovrebbero superare un certo quorum per entrare negli organi.

Centro di Documentazione Giuridica – Legge 104: chi assiste una persona con handicap può passare con priorità dal full time al lavoro part-time lo prevede il Jobs Act per chi assiste un convivente portatore di grave handicap, di Paolo Colombo

Il decreto attuativo 15 giugno 2015, n. 81 (entrato in vigore il 25 giugno 2015) ha reso possibile, per i soggetti indicati dalla suddetta legge, poter ottenere con priorità la trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale.
L’art. 8 del decreto attuativo concede il passaggio da full time a part time (su accordo delle parti risultante da atto scritto) a categorie determinate di lavoratori, come ad esempio quelli del settore pubblico e privato affetti da patologie oncologiche nonché da gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti, per i quali residui una ridotta capacità lavorativa accertata da una commissione medica dell’ASL territorialmente competente.
Anche il lavoratore che non sia direttamente affetto da tali malattie, ha comunque diritto ad ottenere con priorità questa trasformazione se le patologie oncologiche o gravi (cronico-degenerative ingravescenti) riguardano il coniuge, i figli o i suoi genitori; lo stesso avviene in caso il lavoratore assista una persona convivente con totale e permanente inabilità lavorativa con connotazione di gravità (ex art. 3, comma 3. legge 104/92) che necessita di assistenza continua poiché non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
La priorità del passaggio del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, è riconosciuta anche nel caso la richiesta venga avanzata da un lavoratore o da una lavoratrice con figlio convivente di età non superiore a tredici anni o con figlio convivente portatore di handicap ai sensi dell’art. 3 della legge n. 104/92.
I soggetti di cui all’art 3 della legge ivi citata, sono coloro che hanno subito una minorazione, singola o plurima, che abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, rendendo necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione.
A tali situazioni è riconosciuta la connotazione di “gravità” che determina la priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici.

Paolo Colombo

Siena – Visto! Numero 8 novembre 2015

Insieme tutto è possibile
C’è la parola “insieme” ad aprire il motto della due giorni organizzata dall’Unione italiana ciechi e
ipovedenti di Siena .
“Insieme” per scalare le vette più difficili, “Insieme” per imparare l’uno dell’altro e l’uno dall’altro. “Insieme” perché, come ha spiegato il presidente Massimo Vita, le cose non si devono fare per i disabili, ma insieme ai disabili”.
E così “Insieme per le pari opportunità” non è più solo uno slogan ma un obiettivo possibile da raggiungere.
Il secondo Memorial Maria Ramira Scarpellini è la dimostrazione di tutto questo. E’ l’unione di persone volenterose per la fase della preparazione, ed è l’unione di cuori disponibili nel giorno della realizzazione. Perché fantini, dirigenti di contrada, carabinieri, polizia, vigili del fuoco, giornalisti e medici, ogni anno dimostrano di averlo davvero questo cuore buono.
Il campo ha decretato la vittoria delle Forze dell’ordine, al termine di una combattuta finale contro i medici oculisti allenati da “mister” Frezzotti, mentre fantini e dirigenti di contrada si sono vendicati a suon di gol sulle penne spesso taglienti dei giornalisti senesi.
Schermaglie, qualche calcio e tanti sorrisi e strette di mano. E la voglia di capire, di immedesimarsi nelle problematiche dell’altro, come quando il presidente dell’associazione stampa Andrea Sbardellati e il fantino Dino Pes si sono cimentati, bendati, in un match di showdown.
Pochi giorni prima il presidente Massimo Vita aveva invitato a riflettere su quanto le barriere più importanti siano proprio quelle ideologiche. “Tra chi vede c’è una paura ancestrale del buio – aveva
detto Vita – ecco perché c’è, di fondo, una mancanza di cultura sulla disabilità visiva”.
Il volerci provare, il volersi immedesimare, è stato forse il gesto più bello di una manifestazione ormai entrata nel cuore dei senesi. Se ci fosse stato qualche posto occupato in più in tribuna sarebbe stato davvero tutto perfetto….
Susanna Guarino

Brick·a·Braille – Sistema didattico modulare
Che cos’è?
Brick-a-Braille è un insieme di dispositivi didattici costruiti con mattoncini LEGO, accompagnati da un metodo didattico specifico, per insegnare ai bambini non vedenti o ipovedenti la spazialità, la lateralizzazione e l’alfabeto Braille. L’idea chiave è rendere tangibile la suddivisione in decadi dei simboli dell’alfabeto Braille e la loro intrinseca struttura modulare, facilitando il processo di apprendimento anche per bambini in età prescolare.
I soliti sussidi didattici per i non vedenti sono spesso datati e poco invitanti.
Invece, usare il materiale LEGO piace a tutti ed divertentissimo per i bambini! I colori degli elementi favoriscono l’integrazione dei non vedenti o degli ipovedenti con gli altri bambini della classe.
Come è nato?
Recentemente c’è stato un certo fermento sul web intorno alle parole “LEGO” e “Braille”, ma in questo caso non stiamo parlando di un dispositivo elettronico, anche se il nome dell’inventore Daniele Benedettelli è per lo più conosciuto nella comunità web per le sue creazioni LEGO robotiche.
Il sistema Brick-a-Braille è l’implementazione di Daniele dell’idea rivoluzionaria di Massimo Vita che, oltre a essere il Presidente della sezione di Siena dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, è un fan dei LEGO e costruisce incredibili modelli originali riconoscendo i pezzi LEGO al tatto.
Il metodo didattico è stato sviluppato da Valentina Morrone, insegnante con grande esperienza con i bambini non vedenti.
Maggiori informazioni sul sito: http://robotics.benedettelli.com/braille/
Come funziona?
Tutti i simboli dell’alfabeto Braille sono composti da una matrice 3×2 di punti che possono essere in rilievo o meno. Questi 64 simboli sono suddivisi in decadi, gruppi di dieci simboli ciascuna.
Nella maggior parte dei simboli Braille, questi 6 punti possono essere suddivisi in un sottogruppo di 2×2 punti, e in un altro sottogruppo dei rimanenti 2 punti.
I simboli Braille del sistema Bricka-Braille sono costruiti usando elementi modulari che possono essere manipolati e assemblati, e sfruttano i tipici bottoncini dei pezzi LEGO come punti in rilievo.
Alcuni di questi elementi modulari presentano su un lato un motivo tattile diverso per ciascuna decade, il che permette ai non vedenti di riconoscere al tatto la decade di appartenenza del simbolo costruito con tali elementi.
Tutti questi simboli possono essere disposti ordinatamente su una tabella dai bordi spioventi.
Per insegnare ai bambini i concetti di spazio, destra/sinistra, alto/basso, il metodo fa uso di una versione ingrandita di una cella Braille per gli esercizi preliminari.
Infine, una volta che i bambini hanno imparato l’alfabeto Braille usando i simboli modulari, possono cominciare a leggere e a scrivere incastrando degli elementi conici LEGO su una tavoletta suddivisa in celle 2×3.
Come averlo?
Il metodo didattico sarà rilasciato gratuitamente in formato stampabile e come sito Wiki, mentre i dispositivi verranno distribuito in kit a seguito di una campagna di crowd funding.

TI CONSIGLIO UN FILM
Cosa succede se mescoli cinque emozioni con un ingrediente segreto?
Gioia, tristezza, rabbia, paura e disgusto, queste le cinque emozioni fondamentali o primarie che lo psicologo statunitense Paul Ekman, individua come guide del nostro sentire e comportarci nel mondo.
Tutti questi elementi vitali danzano nella testa di Riley, una ragazzina di 11 anni, andando a costituire l’avvincente trama dell’ultimo film della Disney Pixar dal titolo “Inside out”.
Proviamo adesso insieme a navigare fuori e dentro queste emozioni che ognuno di noi, in modo più o meno consapevole, attraversa ogni giorno.
La paura ad esempio ci permette di evitare i pericoli, può salvarci la vita, ci fa agire con prudenza, ma se diventa troppa e pervasiva trasformandosi in panico ci paralizza.
Se pensiamo alla rabbia, è indubbio che può essere una preziosa molla per aiutarci a reagire nelle varie situazioni della vita, è un’efficace alleata nella lotta in caso di ingiustizie, quando però è eccessiva e mal gestita diviene ira distruttiva e senz’altro fa del male a noi stessi e a chi ci sta intorno.
Similmente il disgusto potrebbe apparire sconveniente e maleducato in qualche circostanza, ma d’altra parte è proprio questa emozione che ci consente di discriminare ciò che ci piace, togliendo di mezzo ciò che al contrario non ci è gradito, dal cibo che mangiamo fino ad arrivare alle scelte grandi della nostra vita.
Prendendo infine in considerazione il binomio gioia/tristezza, sfido chiunque a non scegliere la gioia: quell’emozione che ci fa sorridere, vivere con entusiasmo e brio, è grazie a lei che apprezziamo gli aspetti della vita quotidiana e gli avvenimenti importanti. Non può però esserci solo gioia, altrimenti essa sarebbe una maschera che copre tutti gli altri colori dell’emotività, un’euforia cieca e incosciente che ci renderebbe più pazzi che pieni di vita. Ecco allora che abbiamo bisogno anche della tristezza, la quale ovviamente non deve essere la costante tinta spiacevole della nostra vita, se così fosse sarebbe solo tutto nero e angosciante, ma nella giusta dose rappresenta un motore essenziale per analizzare le situazioni difficili, facendoci mobilitare risorse e trovare strategie opportune per affrontarle.
Sarà proprio la “collaborazione” tra la gioia e la tristezza a far crescere Riley, ad insegnarle che può cambiare idea, fare scelte giuste e diventare più matura e consapevole.
La danza di queste 5 emozioni nel capolavoro di casa Disney ci schiude uno stupendo spaccato su come funziona il collegamento tra la nostra testa e il comportamento, accomunandoci in parte anche con il mondo animale che condivide con noi tutta la forza dell’emotività.
“Inside out” ci insegna che nessuna emozione è negativa o positiva come ci potrebbe sembrare a prima vista, ma viceversa sono tutte importanti.
In ogni ricetta che si rispetti però, oltre ai 5 elementi fondamentali di base fin qui descritti, non può
mancare l’ingrediente segreto, quel di più rappresentato dal personaggio di Bing Bong: senza di lui Riley resterebbe imprigionata, bloccata, incapace di sbocciare.
Per sapere che cosa si inventerà Bing Bong, versare qualche lacrima e diventare un po’ più consci di come funziona il nostro cervello, non vi rimane altro da fare se non guardare “Inside out”, un film godibile da bambini ed adulti in modo diverso ma ugualmente profondo e arricchente.
Elena Ferroni

IMMAGINI E PAROLE
di Martina Medori e Rossella Miccichè
Due amiche, una comune passione per il cinema, la letteratura e il racconto di come le parole diventano immagini. In questo numero ci parlano del film La casa degli spiriti, tra esoterismo e realtà La pellicola di Bille August “La casa degli spiriti” del 1993 si ispira al primo romanzo della scrittrice cilena Isabelle Allende, pubblicato nel 1982 e tradotto in italiano l’anno successivo.
La storia si ambienta in una non precisata zona del Cile e attraversa un arco di tempo che dagli anni
Venti giunge fino al 1973, anno del colpo di Stato di Pinochet.
La trama ruota attorno al personaggio di Esteban Trueba e alle tre generazioni di donne che hanno fatto parte della sua esistenza.
All’inizio della vicenda Esteban, fidanzato della bella Rosa, figlia della famiglia alto borghese Del
Valle, sogna di costruirsi un futuro solido con lei e lavora duramente in miniera per raggiungere il suo obiettivo. Ma i suoi desideri vengono infranti dalla morte accidentale della ragazza, avvelenata per errore al posto del padre, mira dei suoi oppositori politici. Dunque l’uomo decide di trasferirsi nella sua tenuta di campagna “Le Tre Marie”, restaurata grazie alle fatiche degli anni di lavoro da minatore.
Gestisce la tenuta con pugno di ferro mettendo al lavoro i mezzadri che abitavano i dintorni, approfittando a volte delle loro debolezze e, soffrendo la solitudine, violentandone le donne.
Matura poi l’idea di volersi sposare a ogni costo e torna dalla famiglia Del Valle a chiedere la mano della sorella minore di Rosa, Clara.
Interpretata da Meryl Streep, il personaggio di Clara è sicuramente la figura centrale di tutta la narrazione.
La ragazza è una creatura particolare, con il dono della chiaroveggenza e la capacità di far levitare gli oggetti. Vive rinchiusa nel suo mondo, tra le sue fantasie fuori dall’ordinario. Nella sua vita matrimoniale con Esteban e nell’educazione dei figli che verranno poi, Clara riesce costantemente a tenersi distante e al di sopra della rigidità caratteriale del marito e del suo atteggiamento calcolatore e venale. Trasferitisi alle Tre Marie, la sorella di Esteban, Fèrula, finora dedita totalmente alla cura della ormai defunta madre, entrerà a far parte della loro famiglia. La donna, da sempre privata di qualsiasi tipo di affetto, si lega in modo profondo e quasi morboso alla cognata, dedicandole tutte le sue cure e attenzioni. Esteban, sempre più geloso di questo connubio, arriverà a cacciare di casa la sorella, che morirà in seguito completamente in solitudine. Intanto, Clara aveva dato alla luce Blanca, ma dopo alcuni anni il padre la manda in collegio per farle avere un’educazione consona al suo status sociale e per allontanarla dall’amato figlio del mezzadro Pedro Segundo García. Durante una lite tra i due coniugi, Clara, nell’intento di difendere la figlia, viene colpita in viso dal marito e decide in quel momento di chiudersi nel suo silenzio e non rivolgergli più la parola, trasferendosi definitivamente nella casa dell’ ”angolo” in città.
Blanca continua a incontrare ogni estate Pedro Terzo e avrà da lui una figlia, Alba. Nonostante le controversie tra padre e figlia, la bambina ha un rapporto speciale con il nonno, soprattutto in seguito alla morte di Clara, avvenuta pochi anni dopo la sua nascita.
Nel frattempo Esteban decide di candidarsi per la destra e ottiene la carica di senatore, ma i conservatori subiscono una clamorosa e inaspettata sconfitta che li porterà a organizzare e portare a termine un colpo di Stato, avvenuto precisamente nel 1973.
Si viene a creare nel Paese un clima di terrore causato dal potere dittatoriale delle forze militari che coinvolgerà anche la stessa famiglia Trueba, tanto che Esteban sarà costretto a far fuggire la figlia e il compagno Pedro Terzo in Canada. Abbandonato dalla sua stessa fazione politica e ormai anche dalla famiglia, Esteban finirà per morire in solitudine, con il fantasma di Clara come unica compagnia.
Il film è abbastanza fedele al libro, anche se alcuni dettagli e personaggi di un certo peso sono modificati o omessi allo scopo di rendere più scorrevole la pellicola stessa.
Grazie alle musiche di Hans Zimmer vengono evocate le atmosfere insieme magiche, esoteriche (come nella scena in cui Ferula appare da fantasma a tutta la famiglia riunita) e crude, e la fotografia di Jorgen Persson mediante le infinite e brulle vallate cilene esprime con forza la potenza silenziosa, sublime e terrificante di quella terra e delle vite che si snodano intorno alla sua storia travagliata.

La giornata del cane guida
Una giornata per celebrare un già di per sé nobile compagno di vita che, in questo caso, svolge un compito ancora più nobilitante: essere gli occhi del proprio padrone.
Ecco perché siamo giunti quest’anno alla decima Giornata Nazionale del cane guida.
Un modo per celebrarlo e per rendere i non vedenti consapevoli di una grande opportunità e i vedenti di come rapportarvisi. Ad esempio: sapevate che il cane guida ha il diritto di entrare in qualsiasi luogo aperto al pubblico? Impedire loro l’accesso, significa, come ha tenuto a specificare il Presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti ONLUS, Mario Barbuto “una violazione dei nostri diritti umani basilari”.
Il cane guida presta il proprio livello di attenzione visiva alla persona non vedente. Diventa uno strumento per orientarsi nel mondo. Potremmo dire che assolve a tre grandi funzioni: visiva, socializzante e affettiva.
Vede e presta attenzione per il padrone. A differenza del bastone bianco non si scontra con l’ostacolo, non fa barriera tra il non vedente e il mondo, ma diventa un tramite. E chiaramente la funzione affettiva. Chiunque di noi, disabile e non, che ha un cane, sa che posto importante occupa nel nostro cuore. Tutti noi quando ci troviamo in difficoltà, o semplicemente ci sentiamo tristi, sappiamo che c’è qualcuno a quattro zampe in grado di strapparci un sorriso. Infatti l’UICI della Toscana, in collaborazione con la Scuola Nazionale cani guida per ciechi di Scandicci, sarà nelle scuola media Dino Compagni per presentare il ruolo del cane guida e i suoi diritti.
Vi aspettano i cani guida e i loro padroni in Piazza della Repubblica, per dimostrare, grazie agli addestratori, come disabile e cane vengano reciprocamente adattati l’uno all’altro e per rispondere alle vostre domande o semplicemente per regalarvi un sorriso e sì, anche una buona dose di scodinzolii!
Selene Bisi Fineschi
L’articolo e la fotografia sono stati ripresi da SienaNews del 16 ottobre 2015 – http://sienanews.it/salute/la-giornata-del-cane-guida/

Sette note solidali nella Chiocciola
E’ stata la contrada della Chiocciola ad ospitare “Sette note solidali”, serata di solidarietà che ha visto l’esibizione del Coro della sezione. “Abbiamo accettato con piacere la richiesta dell’Unione ciechi di usare la nostra sala delle vittorie per una serata di beneficienza, ed è stata un’occasione particolare e molto gradita”, ha commentato il priore Mauro Sani.
“La solidarietà – ha proseguito Sani – è uno dei valori che coltiviamo nella nostra contrada e l’associazione è stata bravissima ad organizzare questo appuntamento”.
Marta Marini, nota mandolinista, e Lisetta Luchini, cantante di musica popolare, hanno incantato il pubblico con la loro graditissima esibizione e Mario Ghisalberti ha fatto ridere con le sue barzellette.
Ma il momento clou della serata è stata l’esibizione del Coro dell’Unione ciechi, che attendeva con ansia questa performance pubblica dopo settimane e settima di prove.
Del Coro fanno parte soci di tutte le età, ed anche due mamme che hanno voluto cimentarsi nel canto insieme ai figli.
Il “Concerto di Musica e Parole” ha riscosso grandi applausi, ed una menzione speciale è andata alla più giovane cantante del Coro, Lucia, al più anziano, Vincenzo, a Federico e alle mamme.
La serata era con ingresso ad offerta e il ricavato sarà destinato ai servizi di accompagnamento, socializzazione e consulenza che la sezione offre a tutti i disabili visivi della provincia di Siena.
Susanna Guarino

SPENNELLATE DI CUCINA
di Fabrizio Mazzieri
Il cavolfiore
Le bianche e compatte giuncate del cavolfiore hanno fatto parte della dieta europea fin dall’antichità.
I romani li conoscevano e li apprezzavano, chiamandoli cauliflora.
Nel XII secolo, in Spagna, venivano coltivati spesso, allo stesso tempo a Cipro e in Italia, venivano selezionate varietà più grosse.
Il cavolfiore sembra essere arrivato dal medio oriente, è tipicamente invernale da novembre a febbraio, anche se oggi in commercio si trova tutto l’anno.
Il cavolfiore fa parte della famiglia delle crocifere, insieme a broccoli e cavoli, e più nello specifico alla varietà brassica oleracea.
Questo ortaggio ha un basso contenuto calorico, in quanto contiene pochissimi grassi e carboidrati; è ricco di sali minerali (potassio, ferro, fosforo e rame) vitamina A e vitamina C.
Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che il cavolfiore, la verza, i broccoli e i cavoletti di Bruxelles hanno proprietà antiossidanti.
Spesso il consumo di questi ortaggi viene limitato dal fatto che durante la bollitura emanano un odore molto forte e particolare che si diffonde in tutta la casa.
Una curiosità, per evitare questo inconveniente, prendete una fetta di pane con tanta mollica la imbevete di aceto e la mettete insieme all’acqua di cottura.
Crostini con cavolfiore
Ingredienti:
1 cavolfiore di circa 1kg,
8 fette pane toscano,
2 spicchi d’aglio,
olio extravergine di oliva,
sale e pepe.
Preparazione: Lavate e lessate il cavolfiore in acqua bollente e salata, fino a quando risulti cotto ma non spappolato. Abbrustolire le fette del pane strofinarle con l’aglio, metterle in un vassoio adagiarci sopra il cavolfiore tagliato a spicchi. Condire con l’olio sale pepe aceto a piacere

Cavolfiore conservato
Ingredienti:
2 Kg di cavolfiore,
un litro di aceto,
un quarto di vino bianco,
pepe in grani,
una scorzetta di limone,
3 foglie di alloro,
una stecca di cannella,
foglie di dragoncello.
Preparazione: Pulite 2 Kg di cavolo e dividetelo in cimette. Fate bollire un litro di aceto con un quarto di vino bianco, 10 grani di pepe, una scorzetta di limone, 3 foglie di alloro, una stecca di cannella e una presa di sale.
Immergete le cimette e scolatele 5 minuti dopo la ripresa del bollore.
Sistemate in 3 vasi di mezzo litro, unite qualche foglia di dragoncello e coprite di olio. Chiudete i vasetti, unendo, se occorre, altro olio se occorre e conservare per 3 mesi in luogo buio

Polpettine di cavolfiori
Ingredienti: 2 piccoli cavolfiori, oppure uno grosso, 60 g di pecorino grattugiato, un uovo, un ciuffo di prezzemolo, 3 cucchiai di capperi sott’aceto, pangrattato, olio extravergine d’oliva, 2 spicchi di aglio, olio per friggere, sale e pepe.
Preparazione: Dividete i cavolfiori a cimette, lavatele accuratamente e lessatele in acqua bollente salata per circa 8-10 minuti finché saranno tenerissime; scolatele, mettere in una padella antiaderente con l’aglio intero e 3 cucchiai di olio e fatele saltare schiacciandole ripetutamente con una forchetta finche avrete ottenuto un purè omogeneo. Eliminate l’aglio, insaporite il purè con sale e pepe e togliete il recipiente dal fuoco.
Trasferite il purè in una ciotola capiente, lasciatelo intiepidire, poi incorporate l’uovo, il pecorino, i capperi e il prezzemolo tritati, e 4 cucchiai di pangrattato fino ad ottenere un composto abbastanza sodo. Copritelo e lasciatelo riposare per mezz’ora in frigo. Riprendete il composto, prelevandolo a piccole porzioni, e formate con le mani tante polpettine della dimensione di una noce. Passate nel pangrattato mescolato con un po’ di prezzemolo tritato e friggetele in olio ben caldo finché saranno dorate. Servitelo decorandolo con foglie di belga

Dona un’ora del tuo tempo per il volontariato a favore dei disabili visivi.
Per farlo chiama il numero 0577 46181 o visita il sito www.uicisiena.org

Il baseball che ha conquistato l’America vedenti tanto da non essere riconosciuto sport paraolimpico.
Questa è la storia di una donna e della sua passione per un diamante. Lo so, il pensiero va immediatamente alle pietre preziose, quelle così belle da lasciare letteralmente a bocca aperta.
Un altro diamante, però è in grado di suscitare forti emozioni, stiamo parlando di quello tracciato con la terra rossa su un prato verde, specialmente per chi pratica il baseball per ciechi.
Francesca, la protagonista, si è appassionata nel 2004 cominciando a seguire partite e allenamenti per cominciare a giocare l’anno successivo.
“Il BXC è nato da un idea di Alfredo Meli, un ex giocatore di baseball di Bologna, che
radunò alcuni ex-atleti, che
avevano giocato con lui,
assieme ad alcuni non vedenti
della sua città”.
“Tutti insieme cominciarono a
sperimentare come poter adattare
questo bellissimo sport alla
fruizione da parte dei non vedenti.
La sperimentazione andò avanti dal
1994 al 1997, quando venne
organizzato il primo campionato
con tre squadre”.
“Nel 1998 nasce l’associazione Italiana Baseball per Ciechi; questo sport inizia ad essere praticato
sempre di più fino ad arrivare alle otto squadre del campionato attuale” sorride Francesca.
Poi riprende: “Il baseball comincia a diffondersi in tutta Europa: sono nate squadre in Francia, in Germania e pian piano si sta ampliando sempre di più”.
La forza del baseball per ciechi è nelle squadre, che sono formate da un mix di uomini, donne; vedenti e non vedenti.
Racchiudendo così in se stesso un magnifico esempio di inclusione sociale.
“Questo è uno dei motivi che mi ha spinto a praticare il BXC” dichiara la protagonista, a confermare il tutto.
A questo punto si dipana quella che è la parte più interessante di tutta la chiacchierata.
“Due giocatori italiani, uno di Roma e l’altro di Milano sono andati in America, la patria del baseball, ad insegnare il BXC.
Quello praticato negli U.S.A. era uno sport troppo assistito da vedenti tanto da non essere riconosciuto sport paraolimpico.
Quando gli americani hanno giocato il nostro baseball, durante una partita a Central Park (New York); gli statunitensi hanno esclamato: That’s Baseball! (Questo è il baseball!). Un po’ come se un bolognese andasse a Napoli per insegnare a fare “‘a pizz’”. Il BXC è all’80% uguale a quello per normodotati. La squadra in cui gioca la protagonista di questa intervista è la Fiorentina BXC che quest’anno ha vinto il campionato e la Coppa Italia, tanto che è stata ricevuta in Comune e premiata dall’assessore allo sport Andrea Giani.
La squadra parteciperà anche al “gran galà dei diamanti”, manifestazione nazionale dove vengono premiate le vincitrici dei campionati di tutta Italia.
Ora che per impegni personali, come il lavoro e la necessità di avere le domeniche libere da trascorrere con il suo ragazzo e gli amici, Francesca sta per appendere le scarpette al chiodo siamo sicuri che la passione per quel diamante di terra rossa rimarrà per sempre dentro di lei.
In conclusione Francesca invita tutti gli sportivi a provare questa bellissima attività.
Antonio Garosi

Una questione di vita che si fa passione
“Insieme con noi e non per noi.”
Questo è il motto che ho fatto mio da quando sono nella responsabilità di dirigente associativo.
Mi pare un motto che segnala con semplicità la nostra linea di comportamento nel relazionarsi con l’opinione pubblica.
Questo motto è un principio della convenzione O.N.U. sui diritti delle persone con disabilità.
Spesso mi chiedo se ho scelto quello che faccio o se sono stato condizionato da tanti esempi di uomini e donne che ho incontrato nella mia vita.
L’associazione che ha reso Cittadini i ciechi e gli ipovedenti in Italia è per tutti noi una ragione di vita che si è trasformata in passione.
Io frequento questa famiglia dal lontano 1975 e il dirigente che mi fece amare l’associazione fu Enzo Tomatis il quale mi disse: “tu devi dare agli altri quello che altri hanno dato a te.”
Quella consegna fu per me come un vaccino che si inoculò nel mio sangue e ha fatto in modo che io mi impegnassi anima e corpo per il futuro della categoria.
Non so se ho dato tutto quello che potevo ma so per certo che quanto ho dato l’ho dato con il mio massimo impegno e la mia massima passione.
Lavorare con passione è determinante per far fronte alle mille problematiche che i disabili visivi affrontano nel quotidiano.
Oggi che ci apprestiamo a vivere un congresso nazionale importante sento, come tutti i dirigenti, una grande responsabilità che impegna cuore e ragione al fine di dare all’associazione un futuro pieno di soddisfazioni a ciechi e ipovedenti, a sordo ciechi e a ciechi e ipovedenti con minorazioni aggiuntive.
In questi giorni sto anche preparando la relazione programmatica per la nostra assemblea di novembre e sinceramente provo sensazioni contrastanti perché la programmazione è sempre difficile ma lo è ancora di più in mancanza di risorse certe e costanti.
Tuttavia, sono più che convinto che facendo conoscere l’associazione e la categoria, potremo proporre alla gente di scegliere noi per i loro atti di liberalità e per il volontariato a nostro favore.
In questa occasione voglio ribadire quanto l’associazione ha garantito ai disabili visivi dalla sua fondazione a oggi.
Aurelio Nicolodi fu colui che riuscì a comprendere quanto fosse importante riunire i disabili visivi sotto un’unica bandiera per sconfiggere uniti il buio della incapacità giuridica.
Chi non vedeva era considerato incapace di agire e veniva considerato persona da tenere nascosta magari negli ospizi.
Nicolodi e dopo di Lui Paolo Bentivoglio posero al centro della politica associativa l’istruzione e il lavoro.
Non mi soffermo sulle mille battaglie: sull’occupazione di sala Borromini, sui tanti scioperi contro gli attacchi all’indennità di accompagnamento.
Segnalo che tutti i presidenti che hanno guidato questa nostra famiglia e con loro i gruppi dirigenti hanno saputo interpretare l’evoluzione dei tempi guidando la categoria in mari molto tempestosi.
Si sono fatti anche errori spesso poco comprensibili in termini di rapporto tra dirigenti nazionali, dirigenti locali e soci.
Siamo per troppo tempo, rimasti chiusi nel nostro guscio quasi timorosi e non lo abbiamo fatto solo nei confronti di persone non appartenenti alla categoria ma anche nei confronti dei disabili visivi e questo, soprattutto negli ultimi dieci anni ci ha portato a un dimezzamento dei soci.
Oggi però soffia un venticello nuovo perché un nuovo gruppo dirigente si fa avanti e lo vedremo a Chianciano dal cinque all’otto novembre.
Siamo difronte a un congresso molto al femminile e con tre candidati alla presidenza nazionale.
Chi scrive ha da tempo scelto il suo candidato ma certamente tutti i tre candidati sono rispettabili e contribuiranno alla sempre maggiore volontà di riscatto della categoria.
Un’assise congressuale che si rispetti deve programmare il futuro cercando di saperlo anticipare, se possibile, ma certamente cercando di predisporsi a coglierne le sfide che annuncia e noi in tanti anni di storia siamo stati capaci di fare tutto questo.
Abbiamo saputo sostituirci al pubblico quando questo mostrava di non essere capace ad affrontare le emergenze sociali; ci siamo impegnati in attività formative, riabilitative e di sostegno psicologico quando in Italia non se ne parlava ancora e così abbiamo lanciato la sfida della prevenzione per offrire ai cittadini un mezzo per evitare la cecità o l’ipovisione.
Spero che anche questo congresso di Chianciano saprà dire parole chiare sul futuro della categoria e dell’associazione.
Mi piace salutare il congresso con quanto scrisse un amico per l’occasione del mio diploma:
“Caro Massimo, hai superato una delle tante prove della vita e di questo ne sono contento e mi complimento con te. Voglio però ricordarti di non tenere solo per te questo successo ma di condividerlo con chi questi successi fa fatica a conseguirli. Il tuo impegno deve essere a favore degli ultimi perché ultimo non sei”.
Io auguro all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di essere sempre vicina a chi è ultimo in una società che gli ultimi li emargina.
Massimo Vita