La Commissione OSI è morta?, di Nunziante Esposito

Autore: Nunziante Esposito

Tante persone mi stanno telefonando perché, avendo notato che nella circolare del Presidente Nazionale Mario Barbuto non c’è la Commissione OSI, mi pongono questa domanda. La risposta è senz’altro no.
Premessa.
Per chi ci conosce da tanti anni, sa anche che siamo rimasti i soliti e restiamo a disposizione per le esigenze associative, perché come tecnici dell’accessibilità siamo stati formati proprio per questo motivo.
Con le ultime vicende associative, Congresso, elezione dei componenti la Direzione Nazionale e gli incarichi ai coordinatori delle varie Commissioni Nazionali, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti ha avuto un bel rinnovo nei suoi dirigenti e non solo.
Infatti, uno dei cambiamenti è proprio l’eliminazione della Commissione OSI come tale, ma è stata trasformata in Gruppo OSI, un gruppo tecnico con la possibilità di inserire al suo interno persone preparate sui controlli di accessibilità dei siti e dei software.
Oltre a cambiare nome che è stato trasformato da Commissione OSI in Gruppo OSI, è stato cambiato anche il coordinatore. Infatti, il coordinamento di tale Gruppo è stato affidato al componente la Direzione Nazionale Sig. Vincenzo Zoccano che riorganizzerà il Gruppo OSI secondo le direttive ricevute.
Mi è venuta voglia di scrivere una breve storia a grosse linee per questa Commissione speciale, se vogliamo un po’ strana e fuori dai canoni associativi, perché dalla sua costituzione ne ho fatto parte, dedicando al lavoro fatto nei quindici anni di durata, tutta quella attenzione e quella passione che serve per le cose importanti per la nostra autonomia.
In sostanza sono molto orgoglioso di aver fatto parte per tanti anni di questo gruppo di tecnici e, interpretando sicuramente anche il pensiero degli altri, penso che saranno orgogliosi anche tutti gli altri per averne fatto parte.
Ciò premesso, spero di non annoiarvi con un po’ di storia associativa. Si, proprio storia associativa, visto che questa commissione ha scritto una bella pagina per l’accessibilità dei siti Internet e non solo. infatti, gli ultimi traguardi già raggiunti sono il software accessibile per il dispositivo di Firma Digitale di Poste Italiane ed i quattro registri digitali on-line per gli insegnanti nelle scuole di ogni ordine e grado. Inoltre, tra non molto, è previsto per il 15 Gennaio la prima apertura ai dipendenti, abbiamo quasi concluso il lavoro per il sito di EsseLunga che a metà dicembre dell’anno scorso stavamo ancora lavorando io e Massimiliano Martines, ipovedente della ex Commissione.
Ma vediamo come abbiamo iniziato e come abbiamo portato avanti il lavoro che ci ha sempre entusiasmato fin dall’inizio, quando Internet che diventava grafico era una novità e con i nuovi screen-reader siamo partiti come Donchisciotte contro i mulini al vento.
E, manco a dirlo, tante persone, anche all’interno della nostra associazione, non ci hanno mai considerati utili alla causa accessibilità, anzi, il più delle volte ci hanno anche contrastato. Ma non importa, tanto sono poi i risultati che mettono in evidenza il lavoro svolto per 15 anni. Forse avremmo dovuto lavorare molto meno ad aiutare tanti tecnici programmatori a fare accessibilità e avremmo dovuto fare più pubblicità multimediale per far conoscere il nostro lavoro che, per lo più è stato fatto in sordina e senza enfasi.
Purtroppo, proprio perché si tratta del Web, solo evidenziando attraverso le pagine internet certe cose si riesce a far rumore e a farsi considerare all’improvviso esperti di accessibilità, devo convenire che l’errore commesso è stato quello di mancata pubblicità idonea all’importanza dell’argomento e del lavoro che è stato fatto .
Però, nel frattempo abbiamo fatto concretamente tantissima divulgazione teorica e pratica dell’accessibilità dei siti e dei software Web e non ci siamo limitati solo a creare un sito con il quale mettere alla berlina chi non faceva accessibilità. Il sito lo abbiamo sempre avuto ed è ancora in funzione e lo sarà fino a quando non lo chiuderemo: http://www.uiciechi.it/osi/ e non contiene nemmeno tutto il lavoro fatto negli anni: un sito serio che ha mostrato a tanti webmaster cosa non fare per impedire ai ciechi e agli ipovedenti di usufruire del Web. Abbiamo sbagliato, dovevamo fare una semplice pagina dove evidenziare i buoni ed i cattivi e, secondo alcuni, avremmo fatto meglio ed avremmo ottenuto più risultati. Ma, rimanendo concreti come lo siamo sempre stati, vediamo negli anni cosa è stato fatto.
Anche se non sembra essere passato tanto tempo, sono passati ben 15 anni ed i componenti, io compreso, abbiamo tutti un bel gruzzolo di anni in più.
Un altro motivo per cui sto scrivendo questa breve storia è per testimoniare a tanti giovani il lavoro fatto in tanti anni, perché non è farsi fare un sito, fare un sondaggio, fare reclami stupidi all’agenzia dell’accessibilità che si risolvono i problemi. Tanti anni mi hanno insegnato che se non si affrontano i problemi in modo adeguato con chi ha la possibilità di nascondersi dietro al dito, non si arriva da nessuna parte. Infatti, basta che un Webmaster può addurre problemi di sicurezza e si è fregati in partenza se non sappiamo come indurlo a fare accessibilità.
Quando nel 2000 fummo chiamati dal Presidente di allora, Prof. Tommaso Daniele, demmo la disponibilità a fare dei test ai siti più di 40 persone e dopo qualche incontro preliminare per organizzare il lavoro, facemmo i test ai siti che scegliemmo noi stessi di testare.
Ricordo che in questi incontri preparatori, quando ci si consultava tra noi, quasi nessuno aveva La linea ISDN che consentiva di viaggiare a 64 bit al secondo e usavamo tutti i modem che promettevano 36 K bit al secondo, ma quasi mai raggiungevano tali velocità.
Ragazzi, come è cambiata la nostra vita, ormai siamo pressoché sempre connessi e quasi sempre usiamo la banda larga e qualche volta quella larghissima.
Terminati i test che facemmo con tanta cura e passione con le attrezzature che avevamo, quasi mai completamente adeguate al lavoro da fare, venne organizzato il convegno di Palermo nel mese di Aprile del 2001.
In quella occasione, quando i responsabili della Pubblica Amministrazione chiesero al nostro Presidente di avere un Gruppo di persone contenuto con cui interloquire ed avere un certo filtraggio delle richieste di accessibilità, il Prof. Tommaso Daniele ci invitò a partecipare a tale Gruppo che inizialmente fu chiamato Gruppo di contatto. Tra le persone che alzarono la mano, furono scelti: Gaetano Contestabile, Giuseppe Fornaro, Nunziante Esposito, Massimiliano Martines e Massimo Vettoretti.
Dopo pochi mesi, chiedemmo ed ottenemmo di fare un corso per imparare l’HTML riferito all’accessibilità ed il dott. Salvatore Romano che ci coordinava, ci fece organizzare un corso adeguato ad apprendere cognizioni di accessibilità che in quel periodo cominciavano a essere richieste per consentire a tutti di usufruire di quello che offriva Internet.
A Roma, per la partecipazione al corso che si tenne nella sede IRIFOR di allora, dei cinque componenti scelti al Convegno di Palermo, ne arrivarono solo quattro, perché nel frattempo il componente Massimo Vettoretti decise di non partecipare ne al corso, ne al Gruppo. Tanto per darne notizia, fu nel 2001 che fu costruito l’attuale sito http://www.uiciechi.it/ e fu proprio l’ingegnere Lorenzo Foti che lo stava costruendo a farci il corso.
Dopo poco tempo la Direzione nazionale decise di modificare il Gruppo di contatto in Commissione OSI e fummo invitati a Roma a partecipare alla prima riunione di Commissione con la quale stabilimmo assieme al dott. Salvatore Romano come iniziare a lavorare per l’accessibilità.
Inizialmente avevamo molte richieste di partecipazione ai convegni nei quali dovevamo parlare di accessibilità, ma devo dire che erano altri tempi ed i rapporti tra noi e la sede centrale erano soggetti a timbri, protocolli e lungaggini varie, nonché alle decisioni della Direzione Nazionale e il permesso per partecipare al convegno arrivava quasi sempre dopo che il convegno era terminato.
Migliorati questi rapporti, i quattro componenti della Commissione OSI cominciarono a partecipare ai convegni, riportando i problemi che cominciavamo ad avere nella navigazione dei siti a causa della grafica spinta che si cominciava ad inserire nelle pagine HTML.
Le manifestazioni che si svolgevano sul territorio nazionale erano tante per cui si andava a parlare di accessibilità a turno. Tra i convegni più importanti, abbiamo partecipato a quelli del Web-it che si tenevano a Padova, a quelli che si tenevano alla fiera di Milano e tanti altri in giro per l’Italia, per parlare di accessibilità pressoché ovunque, perché non c’era un convegno al quale non eravamo invitati.
Quando nel 2004 fu approvata la legge 4/2004, chiamata anche “Legge Stanca”, sembrava aver risolto tutti i problemi per l’accessibilità dei siti e non solo. Praticamente ci eravamo solo illusi, per non aver fatto i conti con una legge che, non sanzionando praticamente nessuno, ne tantomeno obbligava a fare accessibilità se i siti venivano fatti in casa, praticamente, è stata fino ad un paio di anni fa completamente inutile. Non è che ora ci protegge, ma dopo aver adeguato i decreti attuativi, abbiamo l’agenzia dell’accessibilità che interviene e, quando si tratta di siti pubblici, obbliga a fare accessibilità secondo la legge.
Dopo i primi cinque anni, sollecitato da tante parti, il Presidente Daniele integrò un quinto componente della commissione con un consigliere della sezione di Roma Alessandro Baldi, e due nostri conoscenti, Nicola Ferrando e Luca Davanzo, che frequentavano assieme a noi l’unica lista tecnica esistente per i disabili visivi: UicTech.
Quando si è insediata la nuova Commissione OSI, decidemmo con il dott. Salvatore Romano di allargare le attività di cui ci dovevamo occupare, per cui è stato creata la pagina Osservatorio Siti Internet, http://www.uiciechi.it/osi/, venne creata la lista di Yahoogroups, uic-helpexpress, venne avviato il servizio telefonico su numero verde, e decidemmo anche di dividerci i compiti per lavorare meglio producendo test di accessibilità per chiunque ce li chiedeva.
Di lavori ne abbiamo fatti tanti, basta guardare sul sito OSI, e, tra essi ne abbiamo seguiti alcuni di una certa importanza per l’autonomia dei ciechi e degli ipovedenti italiani. Tra quelli che ricordo di più, anche perché li ho seguiti personalmente assieme agli altri componenti della commissione, mi fa piacere ricordare:
– Partecipazione al Gruppo IRIFOR per la firma digitale accessibile, quella ottenuta da Infocert e che non ci hanno più aggiornata e che non possiamo più usare.
– Accessibilità dei dispositivi ATM di Poste Italiane, che, ufficiosamente ho saputo che sono ancora in costruzione.
– Accessibilità dei bancomat parlanti che tante banche stanno usando da anni.
– Accessibilità degli ATM a guida vocale degli uffici postali, lavoro terminato ed in fase di attuazione su tutto il territorio.
– Accessibilità dei siti del Governo, della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
– Accessibilità di tanti siti e, grazie al nostro contributo assieme a quello di altre associazioni, abbiamo contribuito a rendere più accessibile il Web in generale.
– Accessibilità dei CMS, che abbiamo contribuito a renderli più accessibili, collaborando con programmatori Web che in quel periodo lavoravano nelle comunità di sviluppo di Plone, WordPres, Drupal e Joombla, i più diffusi CMS del Web.
– Personalmente ho personalizzato il CMS ItCms Vigile con il quale ho programmato i siti UICI di Napoli e della Campania.
Negli ultimi cinque anni i lavori si sono un po’ rallentati, forse perché siamo ancora aumentati di numero o forse perché qualche componente del gruppo si era impegnato per altre cose associative, o perché qualcuno si era scocciato, o perché qualcun altro riteneva questo gruppo inutile, alla fine solo perché la passione per l’accessibilità era ed è innata in alcuni di noi, forse abbiamo ottenuto i risultati migliori.
Infine, proprio mentre la commissione OSI terminava il suo mandato come commissione, abbiamo avuto la fortuna di ottenere i risultati migliori e proprio quando personalmente non me lo sarei più aspettato.
Le attività, al momento del Congresso cessate quasi completamente, sono state portate avanti fino a metà Dicembre, concludendo nell’ultimo anno tre importantissimi lavori:
– 4 registri scolastici accessibili: Spaggiari, ARGO, AXIOS e Nuvola.
– Firma Digitale di Poste Italiane Accessibile.
– Sito di e-commerce EsseLunga accessibile.
Chiuso il 2015 con questi importanti risultati, rimasti quasi tutti nel Gruppo OSI, siamo in attesa che il coordinatore del gruppo ci faccia conoscere gli altri componenti che si aggiungeranno a noi e che ci dia le direttive per continuare il lavoro che la Direzione Nazionale ed il Presidente Mario barbuto hanno previsto per questo gruppo di tecnici.
Quindi, tirando le conclusioni, la Commissione OSI non è affatto morta, anzi, si è rinnovata, si è rinforzata e continuerà a lavorare per rimanere a guardia della cosa più importante che dobbiamo superare in questo momento: l’accessibilità che non è più quella dei soli siti Internet. Infatti, il discorso accessibilità riguarda sempre ed anche i siti Internet, ma non riguardando più solo i siti, c’è bisogno di stare all’erta per quella individuata in tutte le cose che la rivoluzione tecnologica in atto già da qualche anno ci ha fatto temere, mettendoci in crisi esistenziale, con il rischio di farci restare esclusi da questo processo di rinnovamento epocale che vede tutti i dispositivi interconnessi in rete.

Nunziante Esposito
nunziante.esposito@uiciechi.it

Pubblicato in OSI

Intervista a Nunziante Esposito, di Giorgia Filippi

Autore: Giorgia Filippi

Di seguito qualche domanda generale per indagare il campo degli ebook accessibili

• Per iniziare vi chiederei di presentarvi brevemente: chi è l’UIC e in che posizione si pone nei confronti del mondo dell’editoria accessibile?

Fin dall’inizio dell’anno 2000, l’unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha messo in campo un gruppo di disabili visivi per verificare quello che stava ormai accadendo con la grafica spinta, per farlo presente alle autorità preposte.

La grafica che cominciava a farla da padroni, causava problemi insormontabili per le tecnologie assistive per l’utilizzo di tutto quello che si usufruiva tramite il computer: programmi graficamente accattivanti, Internet con molta grafica e con effetti speciali, e quanto di grafico si cominciava a programmare dando ampio spazio alla fantasia. Ovviamente, senza considerare il danno che si faceva a chi la vista non la possedeva, o per chi l’aveva molto carente. Ci siamo sempre battuti per far comprendere i problemi di accessibilità e, quasi sempre, aiutando i programmatori a programmare in modo accessibile.

Avendo avuto sempre un occhio di riguardo sull’accessibilità a 360 gradi, in qualsiasi occasione si riesce sempre a far capire quali sono i nostri problemi e, molto spesso, anche come risolverli.

. Oltre a fornire supporto a tutti i webmaster dei siti internet per far comprendere loro i problemi che avevano ciechi ed ipovedenti con la navigazione Internet, ci siamo sempre occupati dell’accessibilità anche per i software e gli applicativi Web.

Quando sono cominciati a circolare i primi E-book, sono cominciate anche le prime illusioni. Infatti, pensando ad un libro digitale, la mente è stata portata a pensare subito che avendo un libro digitale, non era più necessario usare un OCR, con tutti gli errori e i problemi di un riconoscimento ottico di caratteri. Ci eravamo sbagliati e anche di molto. Infatti, non essendoci un software accessibile per poter leggere un libro digitale, sono cominciati problemi seri con i produttori di questo tipo di libro. Oggi abbiamo la possibilità di leggere tramite il software di Adobe e, precisamente, tramite Adobe Digital Edition che da un paio di anni è stato prodotto anche in lingua italiana.

Tuttora, con i libri digitali i problemi si verificano ancora e, per lo più dipende dalla produzione di libri digitali che si possono aprire solo con il software proprietario e, generalmente, questi tipi di software non sono accessibili con le tecnologie assistive usate abitualmente dai disabili visivi.

Essendo cieco assoluto, utilizzo uno screen-reader con sintesi incorporata ed avendo perso la vista da adulto all’età di 43 anni, non uso il display Braille collegato al computer e comandato dallo screen-reader. L’utilizzo di questa periferica di Input/output, tante volte, aiuta a leggere anche quello che non viene riprodotto in voce con una sintesi vocale comandata dallo screen-reader, il che facilita non poco la fruizione dei libri e del computer in genere.
Comunque, pur essendo un dispositivo molto importante per avere un supporto alla lettura molto più efficace, e al di la che personalmente non utilizzo il linguaggio braille, questi ausili sono molto costosi e la spesa non è mai totalmente sostenuta dalle ASL di appartenenza, il che rende la disponibilità di questa tecnologia assistiva ad appannaggio solo di chi ha risorse economiche sufficienti, penalizzando tutti gli altri disabili visivi.

In ogni caso, se i libri digitali non sono leggibili con un software accessibile, i disabili visivi, e soprattutto i ciechi assoluti, non possono leggerli in piena autonomia e, tante volte, bisogna trasformarli in file leggibili, operazione che, oltre a comportare la perdita di tempo per eseguirla, non sempre è possibile.

• Qual è la vostra personale definizione del termine “inclusione”?

Quello che oggi si addolcisce con il termine inclusione, per noi è il diritto di avere pari opportunità con chi, usando un termine che non gradisco molto, viene definito normodotato. Infatti, è difficile far capire che un cieco assoluto gli mancano solo gli occhi e che tutti gli altri sensi li usiamo come tutto il resto della popolazione.

Se ci fermiamo un attimo e pensiamo a chi, per essere ignorante in materia, ci procura tutti i problemi di accessibilità per tutte le cose digitali che usiamo, ci viene di pensare che molto probabilmente ci vogliono fare un dispetto. Ovviamente non è così, perché il più delle volte chi ci procura questi problemi, ignora le regole più banali per evitarlo ed addirittura se ne dispiace quando ne viene a conoscenza. Eppure, il lavoro per fare accessibilità non aumenta se si pensa in modo accessibile: per esempio, programmare un sito accessibile non comporta nessun lavoro in più se si fa accessibilità fin dalla progettazione. Lo stesso dicasi per tutte le altre cose digitali che usiamo e che, se non programmate accessibili, mettono in crisi le tecnologie assistive che usiamo.

Nonostante sono più di 10 anni che abbiamo la legge 4/2004 sull’accessibilità, oltre ad avere tanta attenzione e sensibilità intorno al mondo della disabilità, tutto ciò non si traduce in un vero vantaggio per i disabili e in particolare per noi disabili della vista.

Il vantaggio di cui parlo è solo quello di avere l’accessibilità, quindi nessun favore particolare, ma solo avere la possibilità di usare tutto come lo usano tutti, perché abbiamo delle tecnologie assistive che ce lo permetterebbero, e solo così potremmo anche noi veramente vivere l’inclusione sociale.

• Inclusione, accessibilità, partecipazione culturale, progettazione universale – Libri digitali: esiste, secondo voi, una connessione?

Soprattutto dopo la larga diffusione dei device mobili touch-screen accessibili, quali iPhone, iPad e gli smartphone Android, è tutto inglobato in un unico discorso, quindi, fare progettazione accessibile significherebbe per tutti, disabili visivi compresi, avere l’opportunità di non essere esclusi da un discorso globale di informazione ed accesso alla cultura.

Per questo motivo, tutto quanto elencato sopra fa parte di uno stesso discorso: progettare con l’accessibilità in testa per non escludere nessuno.

• Sarebbe più vantaggioso, sia in termini qualitativi che quantitativi (tempo, denaro, etc…), rendere accessibile un contenuto pre-esistente o crearne uno ex novo?

Quando si cerca di rendere accessibile qualche prodotto che non lo è, generalmente, si ha un costo in termini di lavoro, e quindi di spesa, molto più oneroso di quando si progetta direttamente accessibile. Però, in certi casi, ci vuole veramente poco a modificare e rendere accessibile quello che non lo è. Per esempio, anche se in ogni caso si spende di più, se si tratta di un sito: se programmato suddividendo contenuti e grafica tramite i fogli di stile (CSS), si può intervenire e modificarlo con poco lavoro.

Quando però un sito non è programmato con questa suddivisione, conviene farlo ex-novo e si spende sicuramente meno.

Comunque, rifare tutto nuovo non è sempre possibile, ma la valutazione va sempre fatta, anche perché si può fare in modo che, progettando il nuovo accessibile, lo si può mantenere accessibile anche quando si dovrà modificare in futuro, proprio perché viene fatto con una progettazione accessibile.
• A che livello siamo in Italia, ad oggi, con lo sviluppo dell’editoria digitale accessibile?

L’editoria accessibile è tuttora un punto interrogativo, perché non c’è ad oggi uno standard per tutti gli e-book, per cui si può acquistare un libro digitale e leggerlo senza problemi con le tecnologie assistive, tanto lo si può trovare completamente inaccessibile e non avere nessuna possibilità di leggerlo. Avere uno standard e, al contempo, avere un software unico ed accessibile come attualmente abbiamo Adobe Digital Edition in italiano, sarebbe ragionevolmente possibile parlare di editoria accessibile. In Italia è stato realizzato il progetto LIA (Libri Italiani Accessibili) che è importante, ma non risolve completamente il problema, proprio per la mancanza di uno standard di produzione.

• Come definireste lo stato degli ebook ad alta accessibilità allargando il ragionamento su piano internazionale?

Il discorso è già allargato a livello internazionale, perché, avendo la possibilità di acquistare via internet sui siti internazionali come Amazon, se non si realizza uno standard internazionale unico ed accessibile, non possiamo mai parlare di editoria accessibile.

• Ha senso parlare di tutto questo? Ha senso investire energie alla ricerca di una soluzione in questo campo o si sta cercando di risolvere un problema che nella realtà quotidiana non sussiste?

Sono 23 anni che ho perso la vista e quando nel 1994 ho avuto il mio primo computer con uno screen-reader con sintesi vocale, pur se all’epoca si usava il sistema operativo MS-DOS, mi sono sempre adoperato per cercare di leggere i testi cartacei con il computer ed uno scanner, una fatica enorme, soprattutto per le correzioni, per non restare ignorante con tutte le evoluzioni che si sono avute a partire dagli ultimi anni di fine secolo scorso.
Ciò premesso, trovo oltremodo fuori luogo che tutto quello che nasce digitale e già accessibile, perché il testo che si scrive al computer lo è già e senza sforzi, per le necessità commerciali e di copyright si rendono i testi inaccessibili, ignorando completamente le esigenze di chi non vede.
Mi chiede se ha senso parlare di tutto questo e se ne vale la pena fare gli investimenti di energia in questo campo. Al di la del fatto che questi sono problemi reali che solo chi la cecità la possiede nel cervello può non rendersi conto dell’importanza che riveste l’accessibilità dei libri per disabili visivi ed anziani, in realtà, ne dobbiamo parlare molto, anzi, lo dobbiamo gridare a tutti che non si può impedire a chi ha avuto la sfortuna di non avere la vista di informarsi ed istruirsi con la possibilità di farlo senza nessuno sforzo. Infatti, basterebbe non nascondersi dietro al dito e consentire di avere il testo accessibile. E parlo di quello semplice, quello digitale che viene scritto al computer dall’autore.

Invece, si preferisce inventarsi il programma dedicato, quasi sempre inaccessibile alle tecnologie assistive e creare ai disabili visivi e agli anziani tutti i problemi di accessibilità che viviamo tutti i giorni.

Grazie per la collaborazione.
Giorgia Filippi

giorgia@filippiverdello.it.

Il Museo Omero sfiora le 25.000 nel 2015

ANCONA – Il Museo Tattile Statale Omero di Ancona conferma anche per l’anno 2015 il suo trend positivo grazie ai suoi 24.209 ingressi: è il museo più visitato in città e, a livello regionale, si posiziona dopo il Castello di Gradara, il Palazzo ducale di Urbino e la Rocca di Senigallia.
Un museo per tutti dalla forte valenza didattica con un 70% del pubblico formato da scuole e famiglie, nonché operatori e studenti dall’Italia e dall’estero.
Un Museo al servizio della città e del territorio e un modello unico al mondo in termini di approccio multisensoriale all’arte capace di richiamare l’interesse del turista mantenendo una costante attenzione per le fasce più deboli della popolazione.
Tra gli eventi del 2015 che hanno contribuito al risultato si ricordano per la loro importanza le mostre Dirà l’argilla di Paolo Annibali e Il Rinascimento oltre l’immagine in collaborazione con il Museo Bellini di Firenze.
Recenti riconoscimenti sono venuti proprio dalla stampa e dal pubblico internazionale: il Museo Omero è stato segnalato come meta turistica nelle Marche per il 2016 (agenzia stampa www.blastingnews.com sulla scia di un articolo del The Guardian);  è stato premiato da un importante sito asiatico di viaggi (www.lianorg.com) come attrazione turistica “top choice 2016” in Italia ed è fra le prime cose da fare in Ancona su www.tripadvisor.it , il sito turistico di riferimento per molti viaggiatori.

Reggio Emilia – Successo per la cena al buio

Grande partecipazione per la cena al buio a sostegno del progetto “SoundSight Training” di Irene Lanza, che coinvolge anche l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Reggio Emilia: presenti al Circolo Arci Pigal di Reggio Emila più di 120 persone, per un’esperienza unica, fatta di emozioni sensoriali e di forte valenza sociale.

Erano più di 120 i partecipanti alla cena al buio organizzata domenica 17 gennaio al Circolo Arci Pigal di Reggio Emilia, a sostegno del progetto “SoundSight Training” di Irene Lanza, che ha come obiettivo lo sviluppo di un software open source che, grazie al suono, aiuti i non vedenti ad ecolocalizzarsi e a muoversi con maggiore autonomia nella quotidianità. L’obiettivo della campagna di crowdfunding è quello di raccogliere 250mila euro entro Febbraio 2016.

“Le nostre cene al buio sono sempre esperienze uniche e piene di emozioni sensoriali – afferma Chiara Tirelli, Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Reggio Emilia. Siamo molto soddisfatti della grande partecipazione alla cena di domenica, soprattutto perché siamo riusciti a veicolare un messaggio di condivisione di esperienze di vita, per quanto riguarda le difficoltà delle persone non vedenti. La cena, infatti, è stata l’occasione per sensibilizzare tutti i partecipanti sui diversi ostacoli che ognuno di noi  deve affrontare ogni giorno nello svolgimento delle proprie attività quotidiane. Siamo contenti che esperienze come quelle di “SoundSight Training” crescano nel nostro territorio e incontrino i bisogni dei nostri soci. Continueremo a monitorare lo svolgimento del progetto, dando la nostra disponibilità a nuovi eventuali test del suono”.

“È stato davvero emozionante vedere così tante persone unite nel sostenere “SoundSight Training” – dichiara Irene Lanza, ideatrice del progetto. Quello che più mi ha stupito è stata la loro curiosità e la loro voglia di sfidare se stessi, non solo a mangiare un pasto completo ma anche ad orientarsi nello spazio, a muoversi con il bastone, evitando ostacoli e riconoscendo le persone. La maggior parte dei partecipanti ha voluto esperimentare molte di queste attività e ha capito quanto il suono risulti di vitale importanza nel momento in cui si è costretti a rinunciare alla vista. “SoundSight Training ha proprio l’obiettivo di enfatizzare e allenare le nostre capacità uditive e chi ha partecipato domenica alla cena al buio ne conosce l’importanza”.

Torino – “La cura di sé”: un corso di cosmesi per unire persone cieche e vedenti

E anche il make-up diventa accessibile
L’apparenza non è tutto, ma di sicuro un aspetto ordinato e gradevole aiuta a star meglio con se stessi ed è un buon biglietto da visita per la vita di relazione. Questo vale, ovviamente, anche per chi non vede o vede poco. Ecco perché, dopo il successo dell’edizione 2014, l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino ha deciso di riproporre, con una nuova formula, il progetto “La cura di sé”. Si tratta di un corso di cosmesi rivolto sia a disabili visivi che a persone vedenti. Il laboratorio, che si focalizza in particolare sulla cura del viso, può essere un utile strumento per aiutare i partecipanti a prendere coscienza del proprio aspetto e a valorizzare quei tratti di bellezza presenti in ogni fisionomia.
Il corso
In dieci incontri teorico-pratici da un’ora e mezza ciascuno, i partecipanti scopriranno i segreti per un volto curato e lucente: si parlerà di automassaggio, trattamenti anti-età, prodotti detergenti (compresi quelli “bio” fatti in casa), strategie per truccarsi, relazioni tra stato della cute e alimentazione. A guidare il corso sarà Vesselina Soldatova, esperta di cosmesi e cura della pelle. L’iniziativa è organizzata dal Comitato Pari Opportunità UICI Torino, in collaborazione con l’I.Ri.Fo.R. (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione), nell’ambito del Progetto “Insieme per un sorriso” inserito in “Motore di ricerca: comunità attiva” della Città di Torino.
Chi ha detto che una donna cieca non si possa truccare da sola?
Spesso l’esperienza quotidiana è più utile di ogni teoria. «Molti pensano che il make-up e la cura del viso siano fuori dalla portata di una persona cieca» racconta Titti Panzarea, vicepresidente UICI Torino e componente del Comitato Pari Opportunità. «Posso dimostrare il contrario. Io ho imparato a truccarmi grazie all’amicizia con le mie colleghe vedenti. Non è semplicissimo e ci vuole un po’ di pratica, ma si può fare. Nel tempo, poi, ho pensato che la mia esperienza potesse essere utile anche ad altre donne con disabilità visiva. Da qui è nata l’idea di organizzare corsi specifici».
Porte aperte a tutti
Rispetto ad analoghe iniziative organizzate in passato, l’edizione 2016 presenta un’importante novità. Accanto ai soci UICI (che avranno la priorità nelle iscrizioni) il corso è aperto anche a partecipanti esterni, con e senza disabilità visiva. In questo modo l’associazione cerca di ampliare gli orizzonti e di promuovere quell’incontro tra persone cieche e vedenti che sta alla base della piena e autentica integrazione. Non solo. «Proposte di questo genere» spiega ancora Panzarea «vengono di solito rivolte a un pubblico femminile. In questo caso, però, i temi sono tanti: non si parla solo di trucco, ma più in generale di cura del viso e della pelle. Se ci sono uomini interessati, le porte sono aperte anche a loro».
Quando e dove
Gli incontri si svolgeranno ogni mercoledì (a partire dal 27 gennaio) dalle 16.30 alle 18 nei locali UICI Torino (c.so Vittorio Emanuele II 63). La quota di partecipazione è di 30 Euro e dovrà essere versata al momento dell’iscrizione. Per questioni logistiche il laboratorio sarà attivato se ci saranno almeno 8 iscrizioni e potrà essere aperto a un massimo di 12 partecipanti. Per iscriversi c’è tempo fino a lunedì 25 gennaio. Le iscrizioni si raccolgono direttamente negli uffici UICI Torino (c.so Vittorio Emanuele II, 63), aperti tutti i giorni dal lunedì al venerdì (orario 9-13; 14-18). Per informazioni è possibile telefonare al numero 011 53 55 67.

Comunicato Stampa

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti si associa a tutti coloro che hanno intrapreso la battaglia con gli albergatori per chiedere loro di rispettare la legge che riguarda l’accesso dei cani guida negli alberghi.
A tal proposito si tiene a sottolineare che l’Unione si è battuta in Parlamento ottenendo con grande soddisfazione la legge che ha consentito l’accesso dei cani per ciechi negli esercizi pubblici e nei luoghi aperti al pubblico, impegnandosi fortemente per l’applicazione omogenea della normativa e dialogando in particolar modo con Federalberghi.
L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti non può che condividere il merito del comunicato stampa emanato dalla FISH nazionale con cui da tempo collabora con sinergia di intenti rispetto ai temi di comune interesse, pur rimanendo, tuttavia, in prima linea per la tutela dei diritti dei non vedenti e degli ipovedenti italiani.

Calcio a 5 b2/3: Pesaro vince la Supercoppa

Un’altra grande soddisfazione per l’Invicta Pesaro che a Giugliano batte l’Asd Non e IpoVEDenti Napoli conquistando la Supercoppa italiana di calcio a 5 categoria B2/3. Finale equilibrata nel primo tempo che termina a reti inviolate, anche se i marchigiani falliscono un calcio di rigore.
Nella ripresa la svolta con la doppietta di Daniele Del Canto e la rete di Daniele Mastracci che fissano il punteggio sul 3-0.
La Fispic si congratula con entrambe le squadre che hanno dato vita ad una gara intensa ed emozionante al centro sportivo “Italia 90” via San Francesco a Patria a Giugliano. Dunque, l’Invicta Pesaro aggiunge un altro trofeo alla propria bacheca che negli ultimi quattro anni si è arricchita con ben 3 scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe.

Vedere con il suono – progetto “Soundsight Training”

Il 24 gennaio a partire dalle h. 10,00, a Parma, si svolgerà un evento speciale: la prima manifestazione di Scherma per Ciechi e Vedenti.
Non è una novità assoluta; in tante parti d’Italia si fanno da tempo gare integrate, ma questa manifestazione, oltre ad essere la prima sul territorio, avrà un significato particolare: sarà di supporto alla campagna di crowdfunding per il progetto SoundSight Training, che si propone di migliorare la vita dei non vedenti attraverso un software che “allena” il senso dell’udito a riconoscere le eco caratteristiche di ogni ambiente o materiale, permettendo una maggiore autonomia di movimento. Questo software non si sostituisce in alcun modo all’utilissimo lavoro degli istruttori professionisti, ma si propone come strumento didattico innovativo e, soprattutto, utile a chi non ha un insegnante a portata di mano.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, la dottoressa Irene Lanza, co-progettista del software, spiegherà e darà una dimostrazione pratica del funzionamento del SoundSight.
Ore 10.00 Manifestazione di Scherma
PALESTRA “LA FARNESIANA”
Centro Polisportivo “E. NEGRI”
Str.llo Cardani 19 – Parma (zona Campus Universitario)
Atleti Schermidori Non Vedenti e Vedenti di:
Accademia Schermistica Fiorentina
M° Alberto Bruni
A.S.D. Club Scherma la Farnesiana
M° Marco Melli
Al Dse’vod
Maschera di Parma premierà gli Atleti Schermidori

Ore 15.30 Convegno “VEDERE CON IL SUONO” CIRCOLO CULTURALE “G. DELEDDA” – Strada Baganzola 7 – Parma
PROGRAMMA
Saluti Istituzionali
Introduce: A. CONTINI – Medico, Vice Presidente “G. Deledda”
Intervengono:
IRENE LANZA – Co-titolare “Progetto SoundSight Training”
MARCO Manca – Medico, CeRN, Co-titolare “Progetto SoundSight Training” LUCIA CALANDRINO – Unione Italiana Ciechi Firenze
Daniele Ferrari – Gruppo Musicale “THE VINTAGE”
Coordina: ANTONIO G. PIRISI – N.P.I. “G. Deledda”
CON IL PATROCINIO DI:
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
BANCO DI SARDEGNA S.p.A. BPER: Gruppo
FASI Federazione Associazioni Sarde in Italia

Musei da toccare: Mercoledì 20 gennaio Galleria d’Arte Moderna Roma

1° appuntamento di gennaio con MUSEI DA TOCCARE. Visite tattili e comunicazione sensoriale
L’accessibilità museale come superamento delle barriere architettoniche e sensoriali

mercoledì 20 gennaio dalle ore 11.00 alle 13.00
Galleria d’Arte Moderna – via Francesco Crispi, 24

Dal 25 novembre 2015 in quattro Musei d’Arte Moderna e Contemporanea della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali – MACRO, Museo di Roma a Palazzo Braschi, Galleria d’Arte Moderna e Museo Napoleonico – è attivo un servizio di visite guidate gratuite su prenotazione in cui è proposta l’esplorazione tattile di sei opere selezionate dalle collezioni permanenti di ciascun Museo. Per ogni opera sono state elaborate schede storico-descrittive che potranno essere consultate e scaricate online.

PROGRAMMA
visite tattili
dalle ore 11.00 alle 13.00

Gennaio 2016
mercoledì 20 alla Galleria d’Arte Moderna, via Francesco Crispi, 24
mercoledì 27 al Museo di Roma, Piazza di S. Pantaleo, 10
Febbraio 2016
mercoledì 3 al MACRO, Via Nizza, 138
mercoledì 10 alla Galleria d’Arte Moderna, via Francesco Crispi, 24
mercoledì 17 al Museo Napoleonico, Piazza di Ponte Umberto I, 1
mercoledì 24 al Museo di Roma, Piazza di S. Pantaleo, 10

prenotazione obbligatoria allo 060608