Silvia Mattia vincitrice del I Festival Mondiale per i Ciechi “Sounds from the Heart”, Redazionale

Autore: Redazionale

Silvia Mattia, l’artista non vedente vincitrice nel 2007 del concorso canoro nazionale indetto dall’Unione e della quale sempre l’Unione stessa ha prodotto il primo disco “Ama!”, ha vinto il prestigioso I Festival Mondiale per i Ciechi “Sounds from the Heart” organizzato dai club Lions della città di Cracovia (Polonia), tenutosi dal 18 al 20 novembre 2013. La cantante italiana si è aggiudicata il terzo premio del concorso, dopo Grazvydas Sidiniauskas della Lituania e Anna Rossa della Polonia. Il concorso ha visto la partecipazione di circa trenta artisti, provenienti da Italia, Islanda, Lituania, Polonia, Romania, Stati Uniti, Svezia, Ucraina e Ungheria. Un plauso particolare va ai club Lions italiani che si sono mobilitati per garantire la partecipazione di quattro artisti del nostro paese.
Sul sito del concorso http://lionsfestival.jordan.pl/en/home è possibile prendere visione di due filmati del festival.

Al Macro di Roma workshop “La Mimica Facciale” con Felice Tagliaferri, Redazionale

Autore: Redazionale

ROMA. Il Macro, il Museo d’Arte Contemporanea di Roma, presenta giovedì 16, venerdì 17 e sabato 18 gennaio il workshop “La Mimica Facciale” condotto dall’artista Felice Tagliaferri, in collaborazione con il Cirps, il Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile de l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Il workshop, che nasce nell’ambito di ‘StArt-Sustainable Art’, progetto dedicato alla conoscenza dell’arte contemporanea e all’integrazione sociale, è rivolto a persone adulte con disabilità e non, che saranno coinvolte dall’artista nella realizzazione di un autoritratto in argilla. A conclusione delle tre giornate, sabato 18 gennaio alle ore 11.00, è in programma un incontro con l’artista, aperto al pubblico, in cui sarà possibile dialogare con lo scultore e confrontarsi sull’esperienza del workshop.

Colleferro: Centro di ascolto, Redazionale

Autore: Redazionale

“Si comunica che presso la rappresentanza sede dell’UICI di Colleferro (Rm), in Via Nobel 1, è stato istituito un servizio di “Centro di ascolto” aperto a tutti i soci. Il servizio è gestito dalla dott.ssa Luisa Tedesco, professionista in counseling, la quale, previo appuntamento, sarà disponibile per un ascolto attivo e attento ad ogni problematica, personale, relazionale ed emotiva.

Tale servizio si svolgerà ogni giovedì dalle 15,00 alle 18,00. Per appuntamenti, chiamare la dott.ssa Luisa Tedesco: 346/6892253”.

Valutazioni e considerazioni in merito al Servizio Civile, a cura dei Volontari del S.C.N. 2012/2013

Autore: a cura dei Volontari del S.C.N. 2012/2013

Al Consiglio Provinciale U.I.C.I.  Roma                       
                                                                                            c. a. del Presidente Dott. FRITTELLI Giuliano
                                                                                                           Via Mentana, 2/B – 00185 ROMA                                                                             
                                                                       e p.c..     Al Presidente Nazionale U.I.C.I.
                                                                                                                  Prof. DANIELE Tommaso
                                                                                                           Via Borgognona, 38 – 00187 ROMA
                                                                                         Al Presidente del Consiglio Regionale U.I.C.I. Lazio
                                                                                                                 Prof.ssa Annita VENTURA
 Via Collalto Sabino, 14 – 00199 ROMA
Alla Redazione del “Il Corriere dei Ciechi”
                                                                                                           Via Borgognona, 38 – 00187 ROMA
                                                                                                                Al Delegato U.I.C.I. Tivoli
                                                                                                                Sig. VENE Carlo
            Vicolo della Viola, 12 – 00019 TIVOLI
                                                                                                               
OGGETTO: VALUTAZIONI E CONSIDERAZIONI IN MERITO AL SERVIZIO CIVILE                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        NAZIONALE SVOLTO PRESSO U.I.C.I. SEZ. PROV. ROMA – DELEGAZIONE TIVOLI. I Volontari del S.C.N. 2012/2013
                                                                                                       

Egregio Sig. Presidente,
Signore e Signori Consiglieri,

in occasione del termine della nostra esperienza nel Servizio Civile Nazionale presso la sede distaccata di Tivoli, ci è sembrato doveroso, nonché vivamente sentito, esprimere con questa, seppur breve, lettera la nostra gratitudine nei confronti del presidente Giuliano Frittelli, del Vice Presidente Marcello Iometti, di tutti i Consiglieri e per ultimo, ma non ultimo, nei confronti del Sig. Carlo Vene e di tutte quelle persone che hanno contribuito, in un modo o nell’altro, all’ottima riuscita di questo progetto; un ringraziamento sentito va alla pazienza e gentilezza del Sig. Marco del Carobbo, all’indubbia professionalità della Sig.ra Antonietta Fancello ed alla puntuale disponibilità delle Sig.re Anna e Laura.

Probabilmente nessuno di noi volontari avrebbe mai immaginato, partecipando al bando per l’anno di servizio civile dell’Unione Italiana Ciechi, il forte impatto emotivo e umano che avrebbe avuto questa esperienza; e, certamente, non avremmo mai immaginato che questa realtà, per un caso più unico che raro, avrebbe fatto parte delle nostre vite per ben due anni. Ed è proprio grazie a questo inaspettato prolungamento del nostro servizio che abbiamo potuto respirare più a fondo questa quotidianità fatta di persone coraggiose, combattive e dinamiche, che hanno fatto dell’altruismo, della solidarietà e della cooperazione i cardini principali del proprio modus vivendi.
A stretto contatto con persone che hanno reali difficoltà abbiamo avuto la possibilità di capire quanto siano futili i nostri piccoli drammi quotidiani e di apprezzare, quindi, gli aspetti davvero importanti della vita. Ogni singolo individuo che abbiamo conosciuto grazie a questo progetto ci ha insegnato qualcosa di personale e unico, trasmettendoci parte della propria forza interiore e positività.

Ci sembra doveroso e corretto cercare di far capire quanta stima noi volontari nutriamo nei confronti del Sig. Carlo Vene che è stato per noi una fonte d’ispirazione e un insostituibile compagno di viaggio che non ha mancato mai di essere incoraggiante e presente e che ha saputo equilibrare alla perfezione l’autorità ed il rigore, derivanti dal ruolo da lui ricoperto presso la nostra sede distaccata, e la comprensione e la sensibilità, derivanti dalla sua grande umanità. Il Sig. Carlo Vene, grazie anche alla sua decennale esperienza, ci ha saputo motivare ulteriormente coinvolgendoci in numerose iniziative benefiche, grazie alle quali abbiamo potuto non solo aiutare concretamente il prossimo, ma anche dare spazio alla nostra creatività e sensibilizzare ed informare tutte le persone con le quali siamo entrati in contatto.

In questi due anni, noi volontari abbiamo avuto modo di conoscerci meglio ed intensificare il nostro spirito di gruppo, creando dei rapporti d’amicizia continuati aldilà di ciò che concerne il progetto a cui abbiamo partecipato; amicizia e stima reciproca che hanno contribuito ad aumentare il clima di serenità e, certamente, la produttività dell’intero gruppo.

Siamo fermamente convinti che qualsiasi strada prenderà la nostra vita, non dimenticheremo mai questa esperienza di vita unica e irripetibile che ci ha profondamente segnati e umanamente arricchiti, poiché, come recita il motto che scherzosamente abbiamo creato: “In servizio un anno, volontari sempre”.

RingraziandoVi nuovamente per questa esperienza che senza di voi non sarebbe stata possibile, vi ringraziamo anticipatamente per la vostra attenzione e cogliamo l’occasione, date le imminenti festività natalizie, di porVi i nostri più sinceri auguri, con la certezza che continuerete a svolgere un’ottima collaborazione con i futuri gruppi di volontari in Servizio Civile Nazionale.

Cordiali saluti,  

I Volontari del S.C.N. 2012/2013

 ANGELINI Giacomo

CAMPANA Domenico

FRANGIONE Rosaria

MARCHIONNE Mauro

PALLANTE Matteo

SCIROCCHI Simone

SIMONE Marta

Prevenzione e sport ad Ercolano, di Mario Mirabile

Autore: Mario Mirabile

SABATO 18 E DOMENICA 19 GENNAIO 2014
 ERCOLANO – l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti nei giorni 18 e 19 gennaio 2014 metterà in campo una intensa attività che comprenderà screening oculistici gratuiti e una manifestazione sportiva.

      Sabato 18 gennaio 2014 dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00 i cittadini potranno sottoporsi a check up oculistici gratuiti grazie ad una unità mobile oftalmica che stazionerà in Corso Italia nei pressi della Farmacia Cozzolino. Questa iniziativa nasce dalla consapevolezza che Molte patologie oculari, se non diagnosticate tempestivamente , possono causare seri abbassamenti della vista e nei casi più gravi anche portare alla cecità. In Italia, nonostante le diverse campagne informative di profilassi visiva, esistono ancora sacche di popolazione dove la cultura della prevenzione non è pienamente arrivata e la presenza di un ambulatorio oftalmico mobile sul territorio consentirà a molti cittadini di sottoporsi ad uno screening oculistico. L’iniziativa verrà organizzata grazie al contributo della “Farmacia Mario e Ciro Cozzolino” sita ad Ercolano in Corso Italia n.  5/7 e ci si avvarrà di oculisti individuati dalla Clinica Oculistica dell’Azienda Ospedaliera della Seconda Università di Napoli.
     
Sabato 18 gennaio 2014 a partire dalle ore 14.00 e domenica 19 gennaio 2014 a partire dalle ore 08.00, presso la palestra dell’Istituto di Istruzione A. Tilgher sito in via Casacampora ad Ercolano si svolgeranno le gare relative alla II giornata del campionato di serie Bi di Torball, uno degli sport più praticati dai non vedenti. Nelle appassionanti sfide si affronteranno le seguenti squadre: A.P.D. Picena N.V., A.S.D. Ciociaria N.V., USSCRD Capitanata Foggia,  A.S.D. Perugia torball, A.S.D. C.U.S. Foggia e A.S.D. Real Vesuviana. La Manifestazione sportiva è organizzata dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e dall’A.S.D. Real Vesuviana, con il patrocinio del Comune di Ercolano.
 
      Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla Rappresentanza di Ercolano dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sita in via 4 Novembre 240 – Ercolano; tel. 0810482594 – 3476049301

Blindsight Project produce l’audiodescrizione de “La Grande Bellezza” per Moviereading (Da Dvd), Redazionale

Autore: Redazionale

ROMA 9 GENNAIO 2014
Blindsight Project ha prodotto e realizzato l’audiodescrizione di un film straordinario che, grazie a MovieReading, sarà fruibile anche da casa in dvd:
il film scelto è “LA GRANDE BELLEZZA” di Paolo Sorrentino, già sottotitolato (vedi MovieReading), pluripremiato e in corsa per gli Oscar, ma finora inaccessibile a chi ha problemi di vista in quanto basato quasi tutto sulle splendide immagini con cui il regista è riuscito sapientemente a tracciare “il ritratto di questa società decadente che si nasconde dentro i palazzi romani, mai visibile agli occhi di un comune mortale, sempre staccata dalla realtà…”
L’audiodescrizione è stata realizzata da Chiara Sfregola (audiodescrittrice e Resp. Area Accessibilità Cultura e Spettacolo Blindsight Project) e Laura Raffaeli (cieca e presidente di Blindsight Project), la consulenza artistica è del fotografo Edoardo Cicconi, la voce narrante è della bravissima doppiatrice e dialoghista Antonella Giannini. Blindsight Project ha prodotto l’audiodescrizione, incisa presso la RoyFilm, per MovieReading. LEGGI TUTTO: http://blindsight.eu/news/il-film-la-grande-bellezza-finalmente-audiodescritto/.
Sarà finalmente possibile fruire tutti insieme dello stesso film anche da casa, scaricando semplicemente l’app di MovieReading sul proprio smartphone e successivamente l’audiodescrizione del film scelto: MovieReading dal vostro smartphone o tablet si sincronizzerà con l’audio del dvd (o del cinema), e l’audiodescrizione si ascolterà al momento giusto dal vostro auricolare!
BUONA VISIONE!
Blindsight Project – onlus per disabili sensoriali
Sito: http://blindsight.eu

Dalla pelle al cuore. affettività, sessualità e amore: parlarne si può!, di Massimiliano Penna

Autore: Massimiliano Penna

Si è svolto sabato 16 e domenica 17 novembre presso il Novo Hotel Brescia Due a Brescia il seminario dal titolo “Dalla pelle al cuore. Cecità ed ipovisione: sessualità, affettività, diritti e amore. Come passare dagli stereotipi e tabù ad una cultura di condivisione?”, organizzato dalla Presidenza Nazionale dell’U.I.C.I. (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) ONLUS su proposta della Commissione Nazionale per le Pari Opportunità uomo-donna della stessa U.I.C.I. e dall’I.RI.FO.R. (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) ONLUS in collaborazione con il Consiglio Regionale Lombardo dell’U.I.C.I., la Sezione Provinciale U.I.C.I. di Brescia e l’I.Ri.Fo.R. della Lombardia.
Il seminario, che già nel titolo lascia intravvedere gli obiettivi prefissati e lo spirito con cui è stato concepito, è stato fortemente voluto con uno scopo ben preciso: accostare 2 tematiche (la disabilità e l’affettività/sessualità) che spessissimo vengono visti come 2 mondi a se stanti, quasi antitetici e per loro natura inaccostabili.
Le tematiche proposte non sono state affrontate in modo astratto proponendo una serie di teoremi sganciati dalla realtà, poiché i diversi relatori hanno proposto argomenti inserendoli nella realtà di tutti i giorni.
Grazie ad un percorso ben preciso tracciato da figure altamente qualificate, le relazioni presentate hanno fornito ai presenti svariati spunti per il dibattito che ne è seguito, nel quale si è potuto discutere con estrema naturalezza di argomenti come affettività, sessualità e amore che, spiace sottolinearlo, spessissimo sono considerati come “preclusi” alle persone affette da deficit visivo per via del loro handicap.
Dal confronto è invece emersa una forte volontà di confrontarsi su dette tematiche, smentendo tutti quei preconcetti che inducono a considerare la persona non vedente o ipovedente priva di aspirazioni affettive.
Partendo da una presentazione di quella che è la situazione attuale dal punto di vista delle discriminazioni verso le donne con disabilità, sono state poi affrontati diversi argomenti fra i quali il femminicidio, il dolore nella donna nelle sue varie sfaccettature, per arrivare al tema “sessualità e disabilità”.
Quanto alle discriminazioni verso le donne con disabilità, emerge una situazione non propriamente positiva. Sovente infatti la donna con disabilità viene vista come “sexless”, ovvero priva di una propria femminilità, o addirittura priva di una precisa identità sessuale dal punto di vista dell’affettività. La donna con disabilità viene addirittura ritenuta incapace di intraprendere una eventuale vita matrimoniale in quanto non in grado di prendersi cura della propria famiglia per via del proprio handicap. Da ciò discende un notevole svilimento della figura femminile che, al contrario, si è sempre rivelata punto di riferimento nell’ambito famigliare, nonché parte estremamente attiva in quanto ricca di risorse interiori in quel mondo sconfinato e variegato come quello dei rapporti interpersonali in generale.
I motivi che inducono ad una concezione così intrisa di pregiudizi non sono di facile comprensione. Essi hanno profonde radici culturali che risalgono all’antichità. La loro identificazione non è impresa facile, ma si può affermare che alla radice vi sia la difficoltà di confronto, unita ad una mancanza di dialogo per paura di confrontarsi col “diverso” che in questo caso è rappresentato dalla disabilità visiva. Al confronto si sostituisce la commiserazione e la compassione verso la persona non vedente o ipolvedente, che viene identificata col deficit stesso ancor prima di conoscerne i modi di fare, le aspirazioni e  e i diversi lati del carattere.
In una società pervasa dalla “corporeità”, si è portati a credere che la persona affetta da deficit visivo non possa esprimersi pienamente nella sfera affettiva proprio perché, a causa del deficit visivo stesso, non ha la percezione del mondo circostante. Secondo tale concezione il “non vedere” impedirebbe di provare sensazioni, di provare attrazione, e di esprimere appieno la propria affettività nell’ambito di un rapporto a 2, quasi che la mancanza della vista comporti una percezione limitata anche di se stessi. Al contrario, come chiaramente confermato dalle varie relazioni svolte, in particolare dal dott. Marco Rossi, l’unico vero ostacolo è costituito dalla sottovalutazione di se stessi. L’affettività va oltre la semplice attrazione fisica, e il vero motore che possa davvero alimentare un rapporto è rappresentato dalla “fantasia” intesa come curiosità verso l’altro che stimola a conoscerne tutti gli aspetti.
Non v’è dubbio che il percorso che porti ad un vero cambiamento culturale sarà lungo e tortuoso. Sarebbe pura utopia pensare di sconfiggere dall’oggi al domani i pregiudizi riguardanti le persone affette da deficit visivo e la loro affettività, ma occasioni come questa non possono che far da stimolo ad un costante dialogo, linfa vitale per giungere a quella “cultura condivisa” come auspicato dagli organizzatori e lasciarsi alle spalle quel modo di pensare che induce a considerare la sessualità e l’affettività come argomenti tabù se riferiti alle persone disabili.

 

Opportunità lavorative per i disabili visivi nella società postindustriale: l’impegno dell’I.Ri.Fo.R. nella ricerca di nuove prospettive di lavoro per i nostri giovani, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Il mercato del lavoro caratterizzato, fino alla fine degli anni 80, dallo sviluppo industriale e da una costante crescita occupazionale, ma tutto sommato in lenta trasformazione sul piano dell’organizzazione del lavoro e dove la “popolazione” dei disabili visivi presentava una maggior percentuale di ciechi assoluti, è entrata in crisi e la figura dell’operatore telefonico, dopo aver garantito l’occupazione dei disabili visivi per oltre mezzo secolo, rischia di scomparire.
Con il profilo professionale, oggi risulta inadeguato anche il modello formativo di quegli anni mirato ad “addestrare” allo svolgimento di professioni “standardizzate”.
Nell’attuale contesto lavorativo sempre più complesso, in veloce e costante evoluzione e mutamento, con professioni che si concretizzano applicando modalità operative e procedure in continua evoluzione che, a seconda dei contesti, possono realizzarsi in condizioni molto diversificate tra loro e dove l’impiego delle nuove tecnologie è determinante, non si tratta tanto di individuare percorsi formativi riferiti a specifici profili professionali, occorre innanzitutto rendere il disabile visivo capace di “muoversi” in questo contesto, fornendogli le competenze di base necessarie: una buona autonomia personale nel muoversi e nell’utilizzo degli “strumenti” per il lavoro, lo sviluppo di capacità di relazioni positive e una buona conoscenza e competenza nell’uso delle nuove tecnologie.
Queste ultime, che pervadono ormai ogni professione, hanno ampliato a dismisura la possibilità di “accesso” ed elaborazione dei documenti e possono consentire oggi ai non vedenti una operatività “alla pari”, in lavori prima impensabili permettendone l’inserimento in molteplici “situazioni di lavoro”.

Si tratta di cercare la possibilità di inserimento in “situazioni” e non “in nuove professioni”: è in questo che sta la profonda differenza nell’inserimento dei disabili visivi nella nuova organizzazione del lavoro nella società postindustriale, tranne rarissime eccezioni, non si tratta più di individuare specifici profili professionali “di massa” e di predisporne i percorsi di formazione, ma piuttosto della ricerca di quelle “situazioni operative” nelle quali il disabile visivo che abbia i titoli di studio e/o accademici previsti per l’esercizio della professione, possieda le competenze e le capacità di base sopra indicate possa esprimere appieno le sue capacità lavorative.
È questa la modalità di approccio al problema adottata dall’I.Ri.Fo.R. nella ricerca di nuove opportunità di lavoro per i disabili visivi. Questo modello operativo, che muove dalla valutazione delle capacità individuali, se è vero che apre nuove opportunità lavorative ai ciechi assoluti ,è ancor più vero che è l’unica idonea a favorire il collocamento degli ipovedenti, categoria, questa, percentualmente sempre più numerosa tra i disabili visivi e ancora troppo spesso dimenticata. Vale la pena di ricordare che, in questi anni, a questi nostri amici, essendo impedito l’accesso a causa dell’elevato residuo visivo ai corsi per centralinisti e fisioterapisti, spesso è stata preclusa ogni possibilità di lavoro, mentre, al contrario, per loro le situazioni di lavoro nelle quali essi potrebbero essere “lavoratori alla pari” dei normovedenti, sono decisamente superiori, in particolare nell’ambito delle professioni a non elevata specializzazione.
Questa modalità operativa fondata sull’attenzione allo sviluppo e sulla valorizzazione delle capacità individuali mirata alla individuazione delle “situazioni operative” che possano rappresentare una specifica opportunità di lavoro per l’individuo, potrà anche incrementare il numero dei “collocamenti mirati” per quei soggetti che, oltre alla disabilità visiva, abbiano anche qualche difficoltà aggiuntiva e per i quali, quasi mai vi sono state prospettive concrete di inserimento lavorativo.
Per questo era necessario “guardare oltre”, senza continuare a “crogiolarsi” sui successi di un passato, anche se “glorioso”, e superare quei” modelli formativi” che non sono più idonei per rispondere ai bisogni occupazionali di oggi, operando una vera e propria “rivoluzione copernicana” nel metodo di ricerca. Non partire più dallo studio di specifici profili professionali sui quali sviluppare percorsi formativi coi quali preparare i disabili visivi all’inserimento lavorativo, ma, muovendo da un “bilancio delle competenze” del soggetto, svilupparne le capacità e prepararlo a “potersi adattare” alla situazione lavorativa nella quale concretamente si esplica una determinata professione e per far ciò con successo, per procedere alla ricerca e individuazione delle situazioni lavorative idonee al collocamento, occorre operare in stretta collaborazione tra associazioni di disabili e con le associazioni datoriali, le organizzazioni sindacali, gli ordini professionali ed in sinergia con i servizi sociali ed i centri per l’impiego e le Società per il lavoro interinale del territorio.
È questo il metodo applicato dall’I.Ri.Fo.R. nella sua ricerca di nuove opportunità lavorative di nicchia ad alta qualificazione da offrire ai giovani laureati con disabilità visiva. In collaborazione con l’Associazione italiana di fonetica forense, un gruppo di periti e alcuni laboratori di fonetica operanti per diversi tribunali e l’Università della Calabria, per primi nel nostro paese dove le intercettazioni telefoniche ed ambientali sono trascritte da persone prive di preparazione specifica, abbiamo formato il primo gruppo di giovani laureati a svolgere il lavoro del “Tecnico dell’analisi e trascrizione di segnali fonici e di gestione della perizia di trascrizione in ambito forense”,: questa la denominazione data alla qualifica dalla regione Toscana all’atto del suo riconoscimento. Allo stesso modo, collaborando con la prima Società di mediazione iscritta nell’elenco degli enti riconosciuti per la mediazione civile istituito nel 2010 presso il Ministero della Giustizia e con il loro Ente di formazione, abbiamo preparato all’esercizio della nuova professione di “mediatore civile e commerciale” un altro gruppo di laureati con disabilità visiva.
Infine per fornire nuove opportunità ai nostri giovani, in stretta collaborazione con una società “sviluppatrice” di questo prodotto in Italia, stiamo valutando l’accessibilità digitale di una “piattaforma” per help desk così da consentire anche ai disabili visivi lo svolgimento di questa nuova professione .

Con la stessa metodologia di lavoro “in rete “, con il progetto “Occhio allo svantaggio” realizzato con i finanziamenti del P.O.R. Sardegna, abbiamo realizzato una sperimentazione per tentare il reinserimento di un gruppo di disabili visivi adulti con bassa scolarizzazione collaborando con le associazioni datoriali e gli EELL e le aziende pubbliche e private della provincia del Medio Campidano. Con essi abbiamo sviluppato un percorso di formazione di base utile a reinserire nel mondo del lavoro alcuni disabili visivi ultra quarantenni di quel territorio e privi di specializzazione e a bassa scolarizzazione.
Questo nostro impegno tuttavia, stante il particolare momento di crisi, non ha prodotto gli effetti sperati: nonostante la preparazione dei disabili visivi e l’individuazione delle “situazioni di lavoro” possibili, gli ostacoli al loro effettivo inserimento lavorativo non mancano, oltre alle difficoltà generali derivanti dalla attuale “depressione” dell’offerta lavorativa, causa questa della difficoltà di inserimento degli amici sardi, vi sono state specifiche cause per il permanere di difficoltà negli inserimenti lavorativi.
In particolare per i tecnici trascrittori forensi, il maggior ostacolo è rappresentato dalla mancata istituzione (voluta) da parte del Ministero della Giustizia di uno specifico elenco di Periti tecnici forensi da mettere a disposizione dei tribunali dal quale i giudici debbano attingere per poter disporre di “esperti qualificati” all’interpretazione delle intercettazioni e dalla “non accessibilità” di alcuni sofware normalmente utilizzati per l’analisi e l’elaborazione dei segnali audio.
Per i neo mediatori civili la recente obbligatorietà della mediazione civile e la sua successiva eliminazione avvenuta nel 2012da parte della CC, a causa di un ricorso alla Corte Costituzionale e ripristinata solo da agosto 2013, interrompendo il diffondersi e lo sviluppo nel ricorso a questa modalità di risoluzione delle controversie, ne sta ritardando l’occupazione.
Il maggior ostacolo al concreto inserimento dei disabili visivi, che mette a rischio il loro inserimento socio-lavorativo, non ha nulla a che fare con la crisi occupazionale, ma dipende unicamente dalla mancanza di una cultura dell’accessibilità digitale, cosa che in una organizzazione del lavoro basata sull’utilizzo delle nuove tecnologie, ne impedisce l’accesso a molte “situazioni di lavoro” resta a prescindere dalle capacità e competenza dei singoli individui.
La non “accessibilità digitale” di molti sofware gestionali e delle piattaforme digitali utilizzati nei processi di lavoro e nella gestione dei servizi aziendali, preclude di fatto ai disabili visivi professioni quali il “recupero crediti”, la “gestione ed analisi dati”, l’operatore di help desk , solo per ricordarne alcune e questo solo perché i prodotti informatici utilizzati continuano ad essere progettati senza rispettare le norme sull’accessibilità digitale.
Luciano Paschetta

La mancanza di specificità e l’inaccessibilità informatica, l’impegno dell’U.I.C.I. per il superamento di questi due ostacoli all’inclusione scolastica dei nostri ragazzi, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Responsabile operativo Commissione nazionale istruzione

Mentre il processo di inclusione scolastica è ormai una realtà generalizzata e consolidata in tutto il paese, restano alcuni aspetti critici nell’inclusione dei disabili visivi che, in questi ultimi anni si sono venuti acutizzando.
I ragazzi ciechi o ipovedenti gravi rappresentano una piccola minoranza in relazione alla totalità dei disabili frequentanti i diversi ordini di scuola: su oltre 200.000 ragazzi con disabilità presenti nella scuola, essi sono meno di 5.000. Una piccola minoranza con però specifici bisogni educativi. Purtroppo, però, in una società dove, badando spesso più alla quantità che alla qualità ,”contano i numeri”, è sempre più difficile far conoscere i bisogni dei piccoli gruppi. Così, via via negli anni, le necessità educative specifiche dei disabili visivi sono state “oscurate” dai bisogni derivanti dal gruppo di maggioranza rappresentato dai soggetti con difficoltà di apprendimento: si è passati dai corsi di formazione monovalenti specifici sulla disabilità, a quelli polivalenti dove la trattazione degli aspetti tiflologici si ridusse a una piccola parte del monte ore complessivo, per passare alle SIS dove a volte l'”informazione” (non si può certo parlare di formazione) sulla disabilità visiva si riduceva a una decina di ore.
Questo, nonostante l’impegno dell’U.I.C.I. e delle organizzazioni ad essa vicine (Biblioteca Italiana per i ciechi, Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi, I.Ri.Fo.R.), per fornire consulenza e formazione a genitori e docenti, rende oggi spesso inadeguate le loro conoscenze e competenze specifiche nell’educazione dei disabili visivi.
Precisato che una recente ricerca svolta a livello nazionale dall’I.Ri.Fo.R. ha evidenziato che oltre il 43% dei ragazzi con problemi di vista inseriti nei vari ordini di scuola, presenta anche altre disabilità, è indispensabile rifocalizzare la formazione dei docenti sui problemi specifici nell’educazione del non vedente o dell’ipovedente grave, sapendo che essi non sono quelli derivanti dalle difficoltà di apprendimento, ma dalla sua impossibilità a utilizzare la vista: per comunicare, per la propria autonomia personale, di lavoro e di movimento.
L’intervento di sostegno deve essere in grado di focalizzare l’azione educativa dei genitori prima, e l’azione didattica dei docenti poi, al superamento di questi problemi e deve porsi come obiettivi primari:
– l’insegnamento di un codice e di un metodo di lettura e scrittura capace di rendere autonomo lo studente nel suo lavoro;
– l’educazione all’autonomia personale nella gestione del lavoro didattico (prendere appunti, redigere il diario, svolgere prove scritte, studiare le lezioni, ecc.);
– l’educazione all’autonomia di movimento (sapersi muovere autonomamente nell’aula, nell’andare ai servizi, nel muoversi all’interno della scuola, fino ad arrivare a essere capace di percorrere autonomamente il percorso casa-scuola).

In presenza di un ragazzo con disabilità visiva senza altri problemi, non si tratta quindi di attuare una didattica differenziata, né di “semplificare” o ridurre gli insegnamenti, né di esonerarlo da qualche tipologia di prova o dalla frequenza di alcune discipline, ma di saper fornire al ragazzo con disabilità visiva ed ai suoi docenti, gli strumenti e le indicazioni perché egli possa seguire in “pari opportunità” le lezioni con i compagni.

Un grande strumento di “pari opportunità” per il disabile visivo è rappresentato dalle TIC: il loro utilizzo, rendendolo completamente autonomo nella lettura e nella elaborazione scritta dei testi “in nero”, (gli stessi utilizzati dai normovedenti), gli consente la comunicazione diretta con compagni e docenti.
L’uso del PC permette al cieco e all’ipovedente grave di scrivere, e correggere autonomamente, un qualsiasi testo che sarà immediatamente leggibile da chiunque, parimenti gli rende possibile consultare un libro digitalizzato, un sito in internet, un messaggio di posta elettronica leggendoli direttamente in braille attraverso il display braille collegato al suo computer o ascoltandoli con la sintesi vocale, il che, in una società sempre più “digitalizzata”, lo rende sempre più autonomo. Tutto risolto quindi.
Purtroppo no, la battaglia per l’inclusione assomiglia alle fatiche di Sisifo: quando si pensa di aver risolto un problema, esso torna a ripresentarsi nuovamente ed in modo più preoccupante. È questo che sta succedendo nell’utilizzazione delle nuove tecnologie spesso “non accessibili” utilizzate nel processo di “dematerializzazione” delle nostre scuole con l’acquisto di sofware per i registri elettronici non accessibili, con la realizzazione di siti non accessibili, con l’introduzione di LIM non accessibili e con l’adozione di libri digitali non accessibili.

La promozione della formazione tiflopedagogica e della “cultura dell’accessibilità”: questi i due fronti che hanno caratterizzato il nostro impegno nell’anno appena trascorso con pressioni politiche sul MIUR ed interventi tecnici in tutte le sedi: osservatorio permanente sull’inclusione scolastica, seminari e convegni.

Relativamente alla formazione, concretamente nel 2013, dopo anni di assenza di significative iniziative di aggiornamento specifiche, abbiamo ottenuto:
– l’avvio, con finanziamento da parte del Ministero, di cinque Master/corsi di perfezionamento su Didattica e Psicopedagogia per alunni con disabilità sensoriali, rivolti a docenti di sostegno e curriculari, che saranno avviati nel mese di gennaio/febbraio nelle Università statali di Torino, Venezia, Bologna, Bari e nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli;
– l’attivazione di due Master di I livello per “assistenti alla comunicazione per disabili sensoriali”, promosso uno dall’Università La Sapienza di Roma e l’altro in FAD realizzato dall’Università IUL di Firenze;
– la realizzazione con l’I.Ri.Fo.R., di un corso di 116 ore, (cinque moduli in FAD intervallati da quattro in presenza), per la formazione tiflopedagogica di base dei docenti educatori, che ha visto la partecipazione di circa ottocento iscritti.

Mentre, relativamente all’accessibilità, i nostri interventi in tutte le direzioni, hanno cominciato a dare i primi importanti risultati sul piano normativo:
– nel Decreto 169 (“Decreto crescita 2.0 “convertito in legge il 12.12. 2012) dedicava l’intero articolo 9 rendendo più cogenti le norme sull’accessibilità;
– il Dm del 20 marzo 2013, pubblicato sulla GU lo scorso ottobre, ha reso operative le nuove indicazioni, aggiornando il precedente regolamento della “Legge Stanca”;
– il Decreto MIUR 26.03.2013 sui libri di testo digitali, contiene uno specifico allegato sulle condizioni di accessibilità dei libri di testo.
Si tratta ora di passare dalla “norma” alla “prassi”.
In questo senso fanno ben sperare le due giornate di approfondimento sull’editoria digitale e scolastica tenutesi al MIUR nel mese di dicembre: nell'”Incontro di informazione e formazione per Dirigenti Scolastici e docenti delle 20 scuole appaltanti, rappresentanti delle 38 Scuole 2.0 e degli Uffici Scolastici Regionali”, presenti gli editori, la specifica sezione sulle caratteristiche dell’accessibilità dei prodotti digitali rappresenta un importante segnale verso una reale attenzione al superamento del problema.
Luciano Paschetta

“Uiciechi.it”, di Nunziante Esposito

Autore: Nunziante Esposito

Oggi l’informatica è diventata per i disabili visivi quasi indispensabile.
Infatti, usando il computer un disabile visivo può fare cose che solo pochi anni fa erano molto difficoltose o addirittura impensabili.
Il miglioramento è dovuto sia alla sensibilizzazione prodotta dall’Unione Italiana Ciechi in collaborazione con altri enti ed associazioni, sia per il miglioramento continuo delle tecnologie assistive come screen-reader muniti di sintesi vocale e degli ingranditori di schermo, anch’essi con la possibilità di farli usare assieme ad una sintesi vocale.
Per aiutare tutti coloro che usano il computer, l’Unione Italiana Ciechi produce un giornale informatizato che si chiama UICIECHI.IT.

Questo giornale informatizzato viene pubblicato sul sito U I C: http://www.uiciechi.it

Nella sezione servizi, sottopagina Stampa associativa, sottopagina consultazione riviste.
Inoltre, il giornale può essere richiesto gratuitamente su cd-rom, inviando un fax all’ufficio stampa, al numero: 0 6699 88 338 o, in alternativa, una e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica: ustampa@uiciechi.it

Al suddetto indirizzo di posta, può essere richiesto l’invio del giornale anche nella propria casella di posta elettronica.

Si sottolinea che su questo giornale vengono pubblicati sia articoli scritti da disabili visivi, per l’utilizzo dei programmi più usati con le tecnologie assistive e del sistema operativo, sia articoli prelevati da siti specializzati per tenere aggiornati i lettori su tutte le novità che ci interessano da vicino.

In futuro si spera di poter continuare a fornire questo giornale che viene inviato gratuitamente per posta elettronica, ma anche su supporto ottico (CD Rom), per poter fornire uno strumento di riferimento per l’informatica a tutti i disabili visivi.

Nunziante Esposito
Direttore del giornale Uiciechi.it
Dell’Unione Italiana Ciechi.
e-mail:
nunziante.esposito@uiciechi.it