Il Forum Nazionale del Terzo Settore con il forum di Reggio Calabria contro la ‘sospensione dei diritti’- di Luciano Squillaci

Autore: Luciano Squillaci

Roma 15 aprile 2014 – Era un anno fa quando il Forum del Terzo Settore esprimeva la sua vicinanza al terzo settore di Reggio Calabria per la drammatica situazione che stavano vivendo le organizzazioni sociali, che avevano annunciato  la chiusura di molti servizi resi per conto del Comune a causa di ritardi e mancati pagamenti che ne rendevano impossibile il proseguimento delle attività. Un anno dopo la situazione sembra non essere cambiata e ci ritroviamo ancora una volta davanti all’annuncio di sospensione dei servizi di assistenza dal prossimo 28 aprile.

Sappiamo bene quanto il terzo settore locale abbia stretto i denti e tentato di resistere giorno dopo giorno, mese dopo mese, per non negare assistenza scolastica e domiciliare a cittadini disabili, anziani o in situazioni di discriminazione. Tuttavia comprendiamo come questa scelta così forte si renda necessaria per le organizzazioni e gli operatori sociali qualificati che non ricevono garanzie né tutele, né tantomeno, lo stipendio da troppi mesi. Ci auguriamo che il Comune reggino ascolti questo ultimo disperato appello del Forum di Reggio Calabria rispettando gli impegni assunti e mettendo al primo posto i diritti dei cittadini.”
Così il Portavoce del Forum del Terzo Settore, Pietro Barbieri.

 


A seguire il comunicato diffuso dal Forum del Terzo Settore reggino:

 

COMUNICATO STAMPA

Dal 28 aprile si sospendono i servizi di assistenza alle fasce deboli nel Comune di Reggio Calabria

 

Reggio Calabria, 15/04/2014

 

Nei giorni scorsi abbiamo invocato l’urgenza di un intervento da parte Commissione Straordinaria del Comune di Reggio Calabria per il pagamento delle mensilità pregresse dovute agli organismi senza fini di lucro (associazioni e cooperative) che gestiscono servizi di natura sociale per conto del Comune. Ad oggi quel grido è rimasto inascoltato ed inevitabilmente ci troviamo costretti a comunicare che dal prossimo 28 aprile i servizi di assistenza saranno sospesi.

In data odierna le organizzazioni del Terzo Settore che svolgono attività di assistenza hanno inviato ai Commissari, alle Politiche Sociali, agli utenti ed alle famiglie, una nota con cui si comunica tale dolorosa decisione.

Lo scorso 6 marzo, a seguito di una riunione del tavolo istituito con il Forum e con la CISL FP, la struttura Commissariale aveva assunto l’impegno di pagare perlomeno le prime due mensilità del 2014, considerando che il 2013, come ormai tristemente noto, risulta bloccato a causa della sentenza della Corte dei Conti sul piano di rientro. Tale impegno è stato però disatteso. Le motivazioni che ci sono state date, seppure in via informale, è che i servizi verso i più deboli e fragili non rientrerebbero tra quelli considerati “essenziali”.

La già gravosa condizione delle organizzazioni e degli operatori sociali coinvolti, che si trovano in alcuni casi ad avere oltre 7-8 mensilità di stipendi arretrati, raggiunge oggi livelli di disperazione. Una situazione insostenibile che condanna le strutture alla chiusura.

Il Terzo Settore ha provato in ogni modo, cercando di “resistere un altro mese” e poi “un altro ancora” a fronte degl’impegni assunti, divenuti in seguito speranze ed oggi triste realtà che catapulta le organizzazioni in una condizione assai peggiore dei mesi scorsi.

Per tali motivi, a seguito di una dolorosa assemblea, il coordinamento cittadino del Forum del Terzo Settore ha assunto l’inevitabile decisione di comunicare al Comune di Reggio Calabria ed alle famiglie degli utenti, la sospensione dei servizi a far data dal prossimo 28 aprile.

Una sospensione che interesserà i centri diurni, le strutture di accoglienza, l’assistenza scolastica e domiciliare per disabili ed anziani. Tutte quelle “povertà” che in città oggi rischiano di divenire ancor più invisibili.

 

Occorre a precisare in modo chiaro che si tratta di una decisione molto sofferta e che non è una forma di protesta, ma una ineluttabile necessità. Il Forum e gli enti del Terzo Settore non fanno proteste sulla pelle dei cittadini più deboli e fragili! Se si è giunti a questa decisione è perché lo sforzo di mantenere in vita i servizi senza ricevere il dovuto pagamento e senza, soprattutto, alcuna garanzia futura, è ormai divenuto insostenibile per ognuna delle organizzazioni.

Realtà ormai chiuse in una forbice letale tra esposizione debitoria con le banche e la paradossale “regola del DURC” che, da un lato impone come è giusto una regolarità nella contribuzione, ma dall’altro non si preoccupa di costringere gli enti locali a pagare con un minimo di puntualità le spettanza dovute.

Il Terzo Settore sarà pronto a recedere da tale decisione ed a scongiurare la sospensione dei servizi solo se, come auspichiamo, il Comune rispetterà gli impegni assunti procedendo al pagamento del dovuto e quando tutti i cittadini, soprattutto i più deboli, saranno a pieno titolo considerati “essenziali” per Reggio Calabria.

FISH- Falsi invalidi? Una sentenza storica per le persone con vera disabilità

Autore: Redazionale

Una giornata “storica” il 9 aprile scorso. Il TAR del Lazio si è pronunciato, con sentenza n. 3851/2014, sul giudizio avviato da ANFFAS Onlus (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilità Intellettiva e/o relazionale), con l’intervento ad adiuvandum della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) contro una serie di messaggi e circolari con cui l’INPS, fra il 2011 e il 2012, ha disciplinato i controlli dei Piani straordinari di verifica sui cosiddetti “falsi invalidi” per 500.000 persone.

La sentenza, giunta dopo ben tre anni di dura battaglia nelle aule giudiziarie, riconosce, come già ampiamente denunciato da ANFFAS e FISH, che le modalità adottate dall’INPS per le verifiche straordinarie sono state illegittimità e lesive dei diritti delle vere persone con disabilità e sconfessa – ancora un volta – anche i dati forniti dall’Istituto in materia.

Infatti, a partire dal 2011, dopo aver già effettuato 300mila controlli nei due anni precedenti, l’INPS, in via unilaterale ed anche in contraddizione rispetto alle garanzie previste dalla normativa statale, ha modificato progressivamente le modalità delle verifiche straordinarie stabilendo di far rientrare, nei controlli a campione, anche gli invalidi per i quali era già stata precedentemente prevista una rivedibilità.

Così facendo il numero delle revoche, alla fine dei controlli “straordinari”, è risultato artificiosamente elevato: sono state sommate anche le posizioni comunque già considerate rivedibili e, in larga misura, in ogni caso destinate a revoca.

Senza dire che, poi, tale attività ha distolto l’impegno dell’INPS da quello che effettivamente aveva richiesto il Parlamento: controllo, in aggiunta all’ordinaria attività di revisione, delle situazioni determinate molti anni addietro.

Si sarebbero dovuti effettuare ben altri controlli, oltre che, per esempio, evitare di visitare persone da decenni ricoverate in strutture a causa della loro disabilità – sicuramente non “falsi invalidi”- con tutti i gravosi, inutili ed ulteriori costi delle visite per l’INPS, oltre ai disagi per i cittadini.

I dati finali, come pure la millantata incidenza dei cosiddetti “falsi invalidi” effettivamente individuati dall’Inps, sono risultati “gonfiati” e forieri solo di costi per l’Amministrazione, che sembrano addirittura aggirarsi intorno ai 30 milioni di euro!

Il TAR ha anche accolto gli ulteriori rilievi di ANFFAS e FISH circa la non equiparabilità tra le visite di revisione ordinaria, di competenza prioritaria della Commissione ASL (primo punto di riferimento territoriale per il Cittadino), e quelle straordinarie di competenza esclusiva dell’INPS.

Con tale modalità imposta dall’INPS, infatti, è stata impedita la visita presso le Commissioni Asl più vicine al Cittadino, costringendolo per la revisione ordinaria anche a trasferimenti di decine e decine di chilometri da casa e non garantendo quel doppio controllo che evitasse le sviste di una sola commissione.

Il TAR ha anche appurato che è mancata la tutela alle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale: infatti mentre i medici nominati da ANFFAS erano presenti nelle Commissioni ASL, questi erano esclusi dalle verifiche straordinarie dell’INPS, lasciando prive di specifica tutela le persone con tali tipologie di disabilità.

Ma non è tutto. Dal 2012 INPS ha incluso nelle verifiche straordinarie non solo le condizioni di invalidità, ma anche quelle di handicap (ex Legge 104/1992) senza averne una copertura normativa (giunta solo a fine 2012).

Anche in questo caso il TAR ha riconosciuto le doglianze sollevate da ANFFAS e FISH ed ha pienamente chiarito che si sono usate, almeno fino al 2013, le visite di verifica straordinaria per degli scopi che la norma statale non riconosceva: eliminare certificazioni per lo stato di handicap che erano e sono cosa ben diversa da quelle per riconoscere l’invalidità civile e le relative provvidenze economiche.

Inoltre, seppur non accolto con la sentenza in discorso, un importante chiarimento è stato quello relativo al riconoscimento dell’efficacia del Decreto ministeriale 2 agosto 2007 che fissa l’esenzione da visite di revisione o verifiche straordinarie in caso di patologie “stabilizzate o ingravescenti”, principio che, nel corso degli anni successivi al ricorso e proprio per impulso di questo, sembra in via di progressiva acquisizione da parte dell’INPS.

Al momento sono in corso attenti approfondimenti, da parte di FISH e ANFFAS, sulle ricadute dirette per le persone con disabilità che si sono viste revocare le provvidenze economiche in forza di quelle disposizioni amministrative dichiarate illegittime.

Si tratta quindi di un sentenza fondamentale perché mette in discussione le modalità delle verifiche già realizzate, mettendo al tempo in dubbio anche quelle successive al 2012.

L’interesse dell’Associazione e della Federazione non è certo quello di contrastare l’individuazione dei falsi invalidi, ma di fare in modo che siano rispettati i diritti fondamentali delle vere persone con disabilità e che i controlli siano condotti con le opportune garanzie, in modo efficace e mirato, evitando inutili disagi e vessazioni.

Per questo ANFFAS e FISH si augurano e richiedono con forza che Governo e Parlamento chiariscano e riformino non solo il piano di verifica sugli accertamenti, ma anche l’intero sistema di accertamento di invalidità civile, stato di handicap e disabilità che risulta ormai obsoleto, farraginoso ed inefficiente.

Tale riforma è prevista nel programma biennale d’azione che il Governo stesso si è impegnato a mettere in atto per garantire il rispetto dei diritti umani delle persone con disabilità.

Lucentis o Avastin? (di Angelo Mombelli)

Autore: Angelo Mombelli

età.  L’Antitrust ha multato le società Novartis e Roche, ma il problema non è ancora risolto.

Una delle patologie che è causa di cecità o di grave  ipovisione  nei paesi occidentali è la degenerazione maculare correlata all’età; si stima che in Italia siano circa un milione le persone interessate. Sovente si tratta di un fenomeno bilaterale, che ovverosia colpisce entrambi gli occhi. Interessando soprattutto persone anziane, il basso residuo visivo conseguenza della patologia non consente loro una vita autonoma.

L’evoluzione di una delle forme di degenerazione maculare, ovvero quella di tipo essudativo o umido, può essere bloccata con una terapia varata nel 2011 e basata su un farmaco che, iniettato nell’occhio, ostacola la formazione di vasi vascolari. Il farmaco in questione si chiama Lucentis ed è prodotto dal celeberrimo marchio Novartis. Nel frattempo, e casualmente, si è scoperto che un altro farmaco, registrato per cure oncologiche che nulla hanno a che fare con l’occhio, risulta ugualmente efficace nell’arginare la formazione di capillari nell’occhio, ricoprendo quindi la stessa funzione di Lucentis: il farmaco in questione si chiama Avastin ed è prodotto dal marchio Roche. Lucentis ha un costo di 900 euro per iniezione, e la terapia consta di circa dieci iniezioni in tre anni. Avastin invece, ha un costo molto più contenuto di 80 euro a flacone e con un flacone è possibile effettuare 40 iniezioni. Due euro a iniezione contro i 900 di Lucentis! Sembra evidente che, presumendo una parità di risultati, tra Avastin e Lucentis il primo risulti molto più conveniente del secondo. A questo punto però nasce il problema…

Le disposizioni di legge prevedono infatti che un farmaco, prima di essere immesso sul mercato, debba essere testato in trials medici secondo un protocollo internazionale alquanto rigido; alla fine di questa  procedura, esso viene quindi registrato per una specifica patologia e potrà essere utilizzato unicamente per la terapia legata a quest’ultima. Nel nostro caso, l’unico farmaco sperimentato e quindi registrato per la cura della degenerazione maculare senile di tipo umido è appunto Lucentis. Avastin, invece, sperimentato e registrato per terapie oncologiche, può essere utilizzato soltanto nell’ambito di quelle.

L’efficacia di Avastin nella cura della degenerazione maculare è stata riconosciuta in tutto il mondo, benché alcuni sostengano possa avere effetti collaterali, che tuttavia devono essere ancora dimostrati. Malgrado questo, i nostri oculisti richiedono solo ed esclusivamente Lucentis perché non è loro consentito di infrangere il protocollo, né tantomeno essi intendono assumersi responsabilità per l’uso di Avastin, farmaco non registrato allo scopo.

Tutto ciò ha ricadute pesanti sulla sanità pubblica, e naturalmente sui pazienti: il costo notevole di Lucentis crea infatti problemi al Servizio Sanitario Nazionale, con il risultato che alcune Asl, per limitare la spesa legata a Lucentis, autorizzano la terapia in un solo occhio del paziente e comunque solo quando il residuo visivo dell’interessato è ancora elevato. Il costo elevato della terapia con Lucentis, di fatto, rende quest’ultima scarsamente accessibile ai pazienti.

Finalmente, dopo lunghe e sterili discussioni, il problema è esploso: gli organismi interessati a risolvere la questione sono finalmente intervenuti.

La delibera dell’Antitrust

Su denuncia della Soi (Società Oftalmologica Italiana) e di un’associazione di cliniche private (Aiudapds), alla quale si sono unite anche la Regione Emilia Romagna e l’Associazione Altroconsumo, nonché a seguito delle opportune indagini effettuate dalla Guardia di Finanza, il 27 febbraio scorso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (la comunemente detta Antitrust) è intervenuta, con una delibera shock, comminando una multa di 92 milioni e 90,5 milioni di euro rispettivamente a Novartis e a Roche; la motivazione? «I due gruppi si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di molte altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti».

L’Antitrust precisa altresì che il danno al Servizio Sanitario Nazionale può essere quantificato in 45 milioni di euro per l’anno 2012, e che per il futuro si prevede un esborso fino a 600 milioni di euro l’anno.

Un dato riportato nella delibera dell’Antitrust fa tristemente riflettere: da una parte, oltre il 30% delle azioni della Roche è detenuto da Novartis, dall’altra Roche controlla l’azienda Genentech, la quale ha sviluppato sia Avastin che Lucentis; pertanto Roche ottiene importanti royalties da Novartis sulla vendita di Lucentis. Ogni commento a riguardo è superfluo!

Novartis risponde

Per conto della nostra Iapb ho avuto l’opportunità di partecipare lo scorso 28-29 marzo ad un convegno organizzato da Novartis, dal titolo «Alleati per la salute»; benché il tema centrale fosse un altro, il problema Avastin-Lucentis è stato lungamente dibattuto all’inizio dell’incontro.

La Novartis ha precisato: primo, che Lucentis è stato utilizzato da oltre due milioni e mezzo di persone nel mondo con esiti brillanti, secondo, che è composto da una molecola umana la cui preparazione è complessa e ciò giustifica il suo notevole costo, terzo, che il farmaco, restando in circolo per sole due ore, non ha effetti collaterali sui pazienti; al contrario Avastin non è mai stato testato per patologie oculari e la molecola che lo compone non è ovviamente la stessa di Lucentis; inoltre, le probabilità di effetti secondari di Avastin sono maggiori rispetto a Lucentis, perché il farmaco rimane in circolo nel paziente molto più a lungo.

Per concludere, Novartis ritiene la propria condotta corretta e ligia ai protocolli internazionali per la produzione e la diffusione dei farmaci, nonché pienamente orientata alla tutela della salute dei pazienti.

L’immissione sul mercato e il relativo costo di Lucentis – precisa Novartis – sono stati inoltre regolarmente concordati con Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco), ovvero quell’ente che nel nostro paese, fra le altre cose, monitora la procedura di sperimentazione dei farmaci e ne concorda i costi sul mercato. In Italia, precisiamo, soltanto dopo la verifica da parte dell’Aifa è possibile commercializzare i farmaci con addebito della spesa al Servizio Sanitario Nazionale.

In un comunicato stampa, pubblicato sui giornali e sul sito web dell’azienda, Novartis ribadisce la trasparenza delle procedure seguite e l’efficacia di Lucentis, senza però mai nel merito del confronto tra i due farmaci.

La posizione della Società Oftalmologica Italiana

Il Presidente della Soi (Società Oftalmologia Italiana) Matteo Piovella, è da tempo strenuamente impegnato nella diatriba Avastin-Lucentis. A più riprese, ha incontrato la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Le richieste esposte a quest’ultima si possono così sintetizzare:

Piovella richiede innanzitutto che Aifa renda pubblici i risultati del monitoraggio da essa effettuato per ben 18 mesi circa Avastin, i quali, dice l’oculista, non hanno dato esiti circa la pericolosità del farmaco, per altro già utilizzato in tutto il mondo per la cura della degenerazione maculare senile.

Chiede poi che, in linea con molti altri paesi del mondo, venga modificata la norma che in Italia oggi  pone fuori-legge gli oculisti che utilizzano Avastin assumendosene la responsabilità.

Propone infine una modifica della legge che attualmente non consente il frazionamento di un farmaco in dosi mono-uso; in tal modo, i costi per l’utilizzo di Avastin scenderebbe ulteriormente avendo i medici la possibilità di acquistare le mono-dosi e non l’intero flacone da 40 dosi.

Il problema Lucentis-Avastin, precisa Piovella, non è un caso isolato, ma rispecchia l’annosa questione che investe l’utilizzo off-label dei farmaci, ovverosia l’utilizzo di quei prodotti come Avastin, validi per la cura di una patologia per la quale non sono però registrati. L’oculista fa un esempio che riguarda un’altra patologia oculare e che coinvolge i due farmaci in questione: un ragazzo di vent’anni affetto da maculopatia in conseguenza di una miopia elevata si trova in un impasse, poiché, né Avastin né Lucentis, pur efficaci nella terapia, sono registrati per questa patologia, e in più Avastin è messo al bando da Aifa perché ritenuto pericoloso; egli è quindi, di fatto, condannato alla cecità. Ecco un caso esemplare di «cecità di Stato», come lo definisce Matteo Piovella.

Ad ogni modo, Aifa ha preannunciato una querela contro la Soi perché nel comunicato di quest’ultima, e in altri precedenti, si lascia intendere una collusione dell’Agenzia con le case farmaceutiche.

Parla la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin

In un’intervista rilasciata a Repubblica all’inizio del marzo scorso, la Ministra Beatrice Lorenzin afferma di aver accolto il problema. Nell’interesse della salute pubblica intende rapidamente proporre una legge per regolamentare l’utilizzo off-label dei farmaci (come Avastin, ad esempio) e impedire così casi analoghi a quello Novartis-Roche denunciato dall’antitrust. La Ministra inoltre pone l’attenzione su Aifa, affermando di voler riorganizzare l’assetto dell’Agenzia, anche considerato che il prossimo giugno scade l’attuale mandato e si dovrà provvedere al rinnovo delle cariche. La Ministra ritiene che Aifa debba «essere composta da professionisti di alto profilo che si dedichino a tempo pieno all’agenzia regolatoria e non facciano anche altro, come succede adesso».

Quindi?

Quindi il problema… resta. Inutile dire che condivido in pieno quanto la Signora Ministra afferma; spero solo che abbia la forza politica per realizzare i suoi propositi e limitare quindi i casi di «cecità di Stato» denunciati dal Presidente della Soi. Per quanto concerne Aifa, avevo già segnalato in un precedente articolo gli inesplicabili ritardi nella registrazione di alcuni farmaci, con gravi ricadute sulla salute dei cittadini. Ad ogni modo, mi si permetta di soffermarmi sull’aspetto economico della questione: con i tempi che corrono, seicento milioni di euro l’anno per la cura di una sola patologia oculare sono, comunque sia, inaccettabili; mi auspico che i nostri parlamentari si attivino per risolvere il problema ed evitare casi analoghi: ciò avrà una ricaduta positiva non solo sulla salute degli italiani, ma anche su quella del Bilancio dello Stato!

Bolzano- Grande successo per i giocatori bolzanini di torball ai campionati italiani, di Innerhofer Annemarie

Autore: Innerhofer Annemarie

Nella prossima stagione 2 squadre maschili nel massimo campionato e

2 squadre maschili del Gruppo Sportivo Dilettantistico Non- e Semivedenti Bolzano (Gsdnsb) giocheranno nella prossima stagione 2014/2015 nella massima serie del Campionato Italiano di Torball. Questo in quanto di recente ad Ascoli la squadra di serie B, Bolzano II si è aggiudicata il secondo posto salendo così in serie A. Bolzano I invece ha disputato in casa ad inizio marzo l’ultima giornata dei campionati di Serie A e si è posizionato a metà classifica. Il fine settimana scorso a Napoli ha preso il via il campionato femminile, durante il quale la nostra squadra ha già raggiunto un ottimo punteggio. Ciò fa sperare che durante la seconda e ultima giornata, in maggio a Lanciano, le donne possano portarsi anche questa volta lo scudetto a Bolzano.

Info: Innerhofer Annemarie, Responsabile del settore Torball – tel. 347-7565700 www.torball.it

Napoli-Abete Cup di calcio a 5 (di Mario Mirabile)

Autore: Mario Mirabile

Napoli – Con la disputa delle ultime 3 partite si è conclusa la «Abete Cup», una bella manifestazione sportiva incentrata sul calcio a 5 per ciechi assoluti. L’evento è stato voluto fortemente dall’Asd Real Vesuviana  e dal suo  Presidente Giuseppe Fornaro ed organizzata grazie all’imprescindibile contributo di Nino Pappalardo e Giovanni Abete. La manifestazione, le cui gare si sono disputate presso il Soccher 5 di Barra, ha visto la partecipazione di 4 squadre: l’Asd Uici Bari, l’Asd Napoli Real Vesuviana, l’Asd Disabili Roma 2000 e l’Ascus Lecce che si è aggiudicata il torneo. Passando alle 3 partite disputate, nella prima l’Ascus Lecce ha superato la squadra della Real Vesuviana con un perentorio 3-0 con 2 reti di Cervelli e un calcio di rigore trasformato da Peluso; nella seconda partita la rappresentativa salentina ha bissato il successo battendo per 4 – 0 la squadra del Bari. Nella terza e ultima partita, con la squadra del Lecce già sicura di aver vinto il torneo, l’Asd Disabili Roma 2000 ha superato per 3 – 1 la Real Vesuviana con una doppietta spettacolare del capitano Censi e la rete di Lilli; per i partenopei è andato a segno Zungri.

Al termine delle gare, in un clima di festa, alla presenza del Presidente della Fispic Sandro Di Girolamo, si è effettuata la premiazione delle 4 squadre e di Massimo Cervelli quale miglior giocatore del torneo. A prescindere dal risultato sportivo, il torneo è stato caratterizzato dalla presenza di diversi media locali e nazionali che hanno dato grande risonanza alla manifestazione cercando di focalizzare l’attenzione sull’importanza che ha l’attività motoria per i disabili visivi.

 

XX Edizione Maratona di Roma. Anche l’Unione era in corsa! (di Mirella Gavioli e Alfio Pulvirenti)

Autore: Mirella Gavioli e Alfio Pulvirenti

Anche quest’anno, per la terza edizione consecutiva, i Fisioterapisti e Massofisioterapisti non vedenti e ipovedenti, hanno contribuito alla prestazione volontaria di assistenza riabilitativa, rivolta alle migliaia di atleti che hanno partecipato all’evento sportivo, svoltosi a Roma lo scorso 23 marzo.

La «squadra» è stata rappresentata da Samantha De Rosa e Marco Gerometta dal Friuli, Mirella Gavioli, Elisabetta Sisti, Matteo Comi, Piercarlo Borsa, Claudio la Corte dalla Lombardia, Lucia Napolitano e Gianluca Bologna dalla Toscana, Alfio Pulvirenti ed Emanuele Mormino dal Lazio, Francesco Ciardone, Mariangela di Donato, Leone Pantolfi, Giuseppe lo Vetro dall’Abbruzzo e da Nicola Mancuso dalla Basilicata. A capitanare i 16, era la Responsabile Organizzativa del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale Uici Mirella Gavioli, affiancata dai Componenti Alfio Pulvirenti, intuitore della preziosa opportunità e curatore in loco delle attività e delle relazioni con gli organizzatori Aifi, da Samantha De Rosa e Francesco Ciardone, preziosi referenti per il gruppo, così come lo sono stati i 4 «amici» vedenti che si sono messi a piena disposizione per la gestione di tutte le attività svolte nei 2 giorni di permanenza nella città capitolina. L’accoglienza in loco e la disponibilità espressa dalle educatrici professionali Valentina Massimi e Laura Mostarda che hanno accompagnato con competenza e a titolo gratuito il gruppo durante il soggiorno, hanno garantito un valore aggiunto, a tutti i vari aspetti che questa esperienza ha offerto ai suoi protagonisti.

L’organizzazione, curata nei dettagli da Gavioli e Pulvirenti, prevedeva nel pomeriggio di sabato, che tutta la squadra potesse fruire di un tour della «Città eterna» mediante il pullman scoperto e munito di audioguide descrittive, coniugando l’effetto delle emozioni generate dalla bellezza artistica e culturale dei monumenti, con quello della brezza e del tramonto.

E dopo la cultura… non poteva mancare l’appuntamento conviviale all’insegna della buona cucina romana, apprezzata ancor di più per l’accoglienza e per il servizio del personale, adeguato alle esigenze di chi ha difficoltà visive.

Giuliano Frittelli, Presidente della sezione romana dell’Uici, si è recato al ristorante dal nome significativo «Dagli amici miei», per esprimere ai Soci d’oltre regione, il proprio benvenuto, congratulandosi con i presenti per la forte motivazione che ha spinto a questa numerosa partecipazione, significativa non solo per i professionisti della fisioterapia ma, in quanto costituisce un messaggio di concreta inclusione nella società per tutti i disabili visivi.

Pulvirenti, quale «patron di casa», rinnovando il proprio benvenuto a tutti, ha presentato al Presidente Frittelli, la costituzione del gruppo, valorizzando l’impegno e la volontà di fare di questa iniziativa, un simbolo ed un punto di slancio di una categoria di professionisti, che possa essere d’esempio per una diversa considerazione, sia all’interno che all’esterno dell’Unione.

Mirella Gavioli, a nome del Comitato Tecnico Scientifico, e a nome dei Soci Fisioterapisti e Massofisioterapisti, nell’apprezzare l’amico Giuliano per le parole di riconoscimento ed incoraggiamento per il lavoro svolto, ha speso importanti espressioni di gratitudine nei confronti di tutti i presenti, ciascuno per il proprio ruolo, per la volontà e per l’impegno economico e non solo, profuso per rendere questi momenti, oltre che divertenti, ricchi di un significato che va ben oltre l’atto pratico della massoterapia.

La domenica, 23 marzo, alle 07.30, incuranti della pioggia, la squadra si è riunita con i Colleghi Soci Aifi-Lazio, per raggiungere assieme le postazioni assegnate sul percorso di gara, dove hanno collaborato fino alle 15 circa, nel prestare «soccorso» agli atleti che, raggiungendo il traguardo carichi di fatica muscolare, hanno riconosciuto nel massaggio, la miglior risposta, definendolo un servizio utile e fantastico!

L’obiettivo è stato centrato. I Colleghi con disabilità visiva si sono spontaneamente relazionati sia con gli atleti, comunicando con loro in varie lingue, sia con Colleghi e studenti, intessendo relazioni reciprocamente proficue.

L’organizzazione congiunta fra Uici ed Aifi, basata sulla crescente reciproca considerazione, ha rappresentato un passo ulteriore nell’evoluzione delle relazioni fra le due associazioni.

La Direzione Nazionale dell’Uici, accogliendo la proposta del comitato di categoria, deliberando un contributo economico, ha consentito la realizzazione della stampa del logo Uici, a fianco di quello Aifi, su tutte le magliette indossate dai più di 100 colleghi impegnati.

Il gesto è stato apprezzato ed accolto positivamente sia dal Presidente Nazionale Aifi, Antonio Bortone, sia dalla Presidente Aifi-Lazio, Paola Caruso, condividendone l’obiettivo ed il significato.

Tanta strada è stata percorsa dai Colleghi dei precedenti Comitati per favorire «l’unificazione» di tutta la categoria professionale e tanta ne sta percorrendo il Comitato attuale.

Il feed-back positivo, è stato rappresentato dalla totale assenza di polemica e dall’entusiasmo palesemente espresso da tutti i protagonisti, fisioterapisti Uici ed Aifi, accompagnatori, educatrici, organizzatori e atleti, riconoscendo nell’impegno e nelle competenze professionali ed interpersonali messe in campo, un valore che va ben oltre la professione.

Lo speaker della manifestazione, descrivendo il personale volontario impegnato a fornire assistenza agli atleti, ha messo in risalto la presenza dei fisioterapisti appartenenti all’unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti.

L’auspicio quindi, è che anche per il prossimo anno, la squadra arricchita da nuovi elementi, sia nuovamente presente e motivata ad esprimere con la propria opera, un messaggio di forza e di coraggio affinché, «distinti ma non distanti», tutti assieme, si possa contribuire al progresso e alla cultura della meravigliosa professione «di fisioterapista».

Milano-Due ori e un argento di Martina Rabbolini al Meeting interregionale lombardo di nuoto “Città di Busto”

Autore: Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano

Baseball per ciechi: Divisione della posta fra Lampi e Patrini

Si sono disputati ieri, sabato 5 aprile, presso il campo Gurian di Malnate due incontri valevoli per il XVIII Campionato Italiano di baseball per ciechi (Girone Ovest).

I Lampi Milano hanno riportato una vittoria (9 a 3) e una sconfitta (5 a 7) contro i Patrini Malnate

Nell’altro incontro di oggi pomeriggio (Roma – Acquacetosa) il Bologna White Sox ha conquistato due vittorie (11 a 1 e 15 a 2) contro la Roma All blinds raggiungendo così la Fiorentina in testa alla classifica del Girone Est.

Risultati e classifiche

Girone Ovest

1. Lampi Milano punti 6 – media 750

2. Tigers Cagliari 4 – 500

3. Patrini Malnate 2 – 250

4. Thunder’s Five Milano 0 – 000

Risultati

9 marzo a Cagliari, Tigers Cagliari – Patrini Malnate 8 a 4 e 7 a 3;

23 marzo a Malnate (VA), Patrini Malnate – Thunder’s Five Milano non disputata causa maltempo

30 marzo a Bovisio Masciago, Lampi Milano – Tigers Cagliari 17 a 4 e 15 a 3;

5 aprile a Malnate (VA), Patrini Malnate – Lampi Milano 3 a 9 e 7 a 5

prossimo turno

13 aprile a Milano (ore 12:00 presso il campo Kennedy): Thunder’s Five Milano – Tigers Cagliari

Girone Est

1. Bologna White Sox 8 – 1000

2. Fiorentina punti 8 – media 1000

3. Roma All blinds0 – 000

4. Cvinta Ravenna 0 – 000

Risultati

16 marzo a Roma, Roma All blinds – Fiorentina 6 a 7 e 2 a 3

23 marzo a Bologna, Bologna White Sox 8 a 5 e 15 a 3

30 marzo a Firenze, Cvinta Ravenna – Fiorentina 2 a 7 e 3 a 7;

6 aprile a Roma, Bologna White Sox – All blinds Roma 11 a 1 e 15 a 2

Prossimo turno

13 aprile a Bologna (ore 10:00 presso il Campo Leoni): Fiorentina – Bologna White Sox

Questa mattina Martina Rabbolini ha partecipato alla dodicesima edizione del meeting interregionale lombardo di nuoto “Città di Busto”, che si è svolto presso la piscina MANARA a Busto Arsizio conquistando due ori e un argento.

Di seguito il dettaglio delle gare:

50 stile 37,98 prima classificata classe S11;

100 stile 1.22,89 seconda classificata S11 con tempo personale migliorato di circa 5 secondi;

100 rana 1.42,50 prima classificata stabilendo il record italiano di categoria ragazzi classe S11.

Nei 50 stile, 100 stile e 100 rana ha centrato i tempi limiti di qualificazione per gli Europei di Eindhoven che si svolgeranno in Agosto. 

Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS

Via Vivaio, 7

20122 Milano

tel/fax: +390276004839

Email: info@gsdnonvedentimilano.org

IL MEDIATORE CIVILE: UNA PROFESSIONE IN CRESCITA, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Come è noto l’Istituto  per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione – I.Ri.Fo.R.,  nell’ambito della ricerca di nuove opportunità lavorative per i disabili visivi,  ha realizzato  l’anno scorso , con la società DECONFLIT (già Bridge mediation italy) il primo corso per “Mediatore Civile e Commerciale” per persone con disabilità visiva, purtroppo però, contemporaneamente allo svolgimento del  corso, una sentenza di anticostituzionalità ,  che annullava l’obbligatorietà della mediazione,  ne aveva reso ancor più difficile   il suo affermarsi nel contesto socioculturale italiano, smorzando così  anche gli entusiasmi di quel gruppo di giovani che aveva visto in questa professione una nuova occasione di inclusione sociale.

.  Dopo il ripristino dell’obbligatorietà avvenuta nello scorso autunno, però, stiamo ora  assistendo ad un vero boom della mediazione.

Il Sole 24 Ore di Lunedi 10 marzo , scriveva  che le 26.000 domande di mediazione depositate nell’ultimo trimestre del 2013, rappresentano il 66% in più rispetto al resto dell’anno, grazie alla nuova disciplina introdotta dal D.L.69/2013 (“Decreto del Fare”, che va a modificare il D.lgs.28/2010 che aveva introdotto in prima battuta la disciplina della mediazione obbligatoria).  Una nuova normativa  che prevede un’obbligatorietà mitigata, ovvero limitata al primo incontro informativo gratuito, e l’assistenza obbligatoria dei legali durante tutto il procedimento, ma tuttavia sufficiente a far crescere il numero di coloro che, comprendendone l’efficacia, scelgono la mediazione in alternativa alla causa. Questo forse anche in forza del fatto che la nuova disciplina tra l’altro prevede l’automatica esecutività dell’accordo di mediazione sottoscritto anche dai legali delle parti, senza l’obbligo di ulteriore vaglio del Presidente del Tribunale, semplificando la procedura e con un ulteriore risparmio di  alcune decine di  euro e di tempo  per le parti.
L’articolo evidenzia poi come, nelle procedure ove si registra l’adesione della parte invitata in mediazione, e quindi si svolge materialmente la procedura, il tasso di raggiungimento di un accordo è molto elevato, e si attesta sul 42.4%.

Consideriamo tutto questo motivo di nuova speranza per il gruppo di giovani laureati ciechi che ha accettato di mettersi in gioco per dimostrare che quella del mediatore è una nuova , importante occasione di lavoro per i disabili visivi.

Siena- Quando il futuro è già qui di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

 

Dopo l’elezione a grande maggioranza di Mario Barbuto alla Presidenza Nazionale si è sviluppato un flebile dibattito su come rinnovare l’associazione.

Molto interessante è stato leggere l’intervista di Mario e l’intervento alla riunione online dei Quadri Dirigenti.

Per dire il vero, nella riunione dei quadri dirigenti si sono sentiti anche interventi palesemente adulatori e, a mio avviso, poco sinceri.

Mi sarei atteso qualche stimolo in più dai dirigenti locali visto che l’associazione vive un momento estremamente delicato.

Ora ci apprestiamo ad assistere al prossimo Consiglio Nazionale e spero si chiarisca la situazione di stallo in cui si trova la Direzione Nazionale.

In particolare, ribadisco, che i dirigenti bocciati dal Consiglio Nazionale, dovrebbero rimettere il proprio mandato nelle mani del Presidente per aprire un dibattito serio sulla loro presenza in direzione.

Per essere chiaro, come di consueto, penso che il Vice Presidente dovrebbe essere indicato dal nuovo Presidente Nazionale.

Il prossimo Consiglio Nazionale avrebbe dovuto e potuto nominare la commissione statuto ma temo che sarà un consiglio che si consumerà nella, sia pur importante, celebrazione di Tommaso Daniele.

Spero avremo la possibilità di leggere con qualche anticipo la relazione morale per rifletterci anche se essa è poco rilevante ai fini del nostro dibattito per il futuro.

Il prossimo Consiglio Nazionale dovrà nominare i direttori dei periodici associativi e mi auguro che nello scegliere le persone non si guardi solo alla Direzione o al Consiglio Nazionale e soprattutto che si evitino i cumuli di incarichi.

In conclusione, pongo una domanda:

si è davvero sviluppata una riflessione sull’autofinanziamento?