DIMISSIONI IRREVOCABILI DALLA CARICA DI PRESIDENTE NAZIONALE

Autore: Prof. Tommaso Daniele

Carissimi,

con qualche giorno di anticipo sulla data fissata, il 28 febbraio, comunico la mia volontà di dimettermi irrevocabilmente dalla carica di Presidente Nazionale.

La nostra Unione ha bisogno di un Presidente che sia nel pieno delle proprie energie e non so se basterà con i tempi che corrono.

Ho sempre dichiarato che sarei rientrato a condizione di recuperare il cento per cento delle mie capacità, ma ancora non ci siamo: sto meglio, molto meglio, ma non sono in grado di garantire la qualità e la quantità del lavoro di prima.

Non è stata una scelta facile: 28 anni di impegno associativo non si cancellano con un colpo di spugna. Ho vissuto questo ultimo periodo tra stati di animo diversi: da una parte la gioia per la speranza di poter rientrare, dall’altra la tristezza per la possibilità di dover abbandonare.

Ora, però, sono sereno; ritengo di aver fatto ancora una volta gli interessi dell’Associazione. Ho voluto seguire l’esempio di Benedetto XVI, speriamo che l’Unione trovi un altro Papa Francesco!

Queste mie dimissioni non vogliono essere un addio, possono essere solo un arrivederci. Potrei continuare a lavorare per l’Unione in posizione di minori responsabilità, compatibili, quindi, con la salvaguardia della mia salute.

Metterò a disposizione del nuovo Presidente la mia pluriennale esperienza.

A proposito di nuovo Presidente, nel mio intervento al Convegno di Brescia del 16 novembre 2013, quasi un presentimento di ciò che stava per accadermi, feci la seguente dichiarazione: “A chi mi chiede di preparare qualcuno per il dopo Daniele rispondo che non lo farò per rispetto ai delegati al Congresso previsto per l’autunno del 2015”. Poi ho aggiunto “inoltre non voglio prestare il fianco a chi sostiene che io abbia instaurato una monarchia assoluta, costoro potrebbero dire a buon diritto che l’ho trasformata in una monarchia ereditaria”.

Sarò coerente con questa dichiarazione. Inoltre, ritengo che il Consiglio Nazionale sia sufficientemente maturo per fare le sue scelte.

Ora consentitemi una nota nostalgica.

E’ stato bello lavorare per l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e portare un po’ più in alto le sue bandiere. E’ stato bello lavorare per l’Unione Europea dei Ciechi e rappresentarla al Consiglio d’Europa.

E’ stato bello lavorare per la FAND, per il FID e rappresentarlo nel movimento europeo dei disabili.

Credo di aver ricevuto molto di più di quanto abbia potuto dare.

E’ stato bello scoprire che al di là della cecità ci sono altre minorazioni che meritano la nostra attenzione. L’unità di tutti i ciechi, l’unità di tutti i disabili, ecco i valori che mi sento di raccomandare al mio successore al quale auguro di amare l’Unione e di servirla con la stessa intensità, con lo stesso amore con i quali l’ho amata e servita io. Amore ed intensità ampiamente ripagati dalla base associativa, ne ho sentito l’abbraccio in questi giorni della mia convalescenza. Per me è stato come un bagno caldo, sentirmi inondato da tanto affetto.

E’ l’ora dei ringraziamenti. Potranno mai le parole esprimere appieno il sentimento di gratitudine che ho dentro? Ritengo proprio di no. Faccio, quindi, appello alla vostra capacità di immaginazione.

Mi rivolgo, quindi, a tutti i soci, ai Presidenti Provinciali ed i loro Consigli, ai Presidenti Regionali ed i loro Consigli, all’Assemblea dei Quadri, al Consiglio Nazionale, alla Direzione Nazionale, ai dipendenti e collaboratori della sede centrale e a quelli periferici. A tutti dal profondo dell’anima i sensi della mia gratitudine per avermi consentito di essere il vostro leader per così lungo tempo e per aver contribuito con il vostro impegno quotidiano alla crescita e al prestigio della nostra Unione. Terrò tutti in un solo abbraccio, siamo stati una grande famiglia.

Ora, vado via in punta di piedi così come sono venuto 28 anni fa. Non è un addio, è solo un arrivederci. Dicono che in ogni bandiera c’è sempre un’anima, in quella dell’Unione c’è qualcosa di più, c’è un’anima speciale che incanta, che affascina. E’ come il primo amore, non si scorda mai. Auguro al mio successore di poterla portare sul pennone più alto dei palazzi di Roma in modo che il sole possa baciarla ogni giorno all’alba.

Il vostro

 

Tommaso Daniele

 

 

21 febbraio 2014

Parma: Giornata sulla neve a Pratospilla, di Stefano Curti

Autore: Stefano Curti

“L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, sezione di Parma, in collaborazione con la UISP Area Neve di Parma e il patrocinio del Comune e della Provincia organizza, per Domenica 23 febbraio 2014, una straordinaria giornata sulla neve.
L’iniziativa intende promuovere tra le persone con grave disabilità visiva, soprattutto tra i più giovani, le attività sportive, in particolare quelle legate al mondo della neve, agevolmente praticabili negli impianti sciistici presenti sulle montagne parmensi, col fine di sollecitare ciascuno dei partecipanti a sviluppare e consolidare la propria autonomia personale, indispensabile strumento per l’integrazione sociale dei ciechi e degli ipovedenti.
L’iniziativa, estesa ad altre associazioni del territorio che si dedicano alla cura e al benessere di persone con diverse disabilità, sarà inoltre una straordinaria occasione per giovani e adulti diversi per vivere assieme la stessa emozionante esperienza, una giornata sulla neve durante la quale incontrarsi, conoscersi e confrontarsi sulle difficoltà derivanti dalle differenti disabilità, sull’impegno personale e sulle risorse necessarie per affrontarle e vincerle, conquistando per sé e per gli altri, ogni giorno, uno spazio e un sorriso in più.
A Prato Spilla, saranno presenti giovani promesse dello sci regionale e particolarmente di quello parmense.
Domenica 23 febbraio 2014, si partirà da Parma la mattina alle 8, per raggiungere il rifugio di Prato Spilla attorno alle 10.
I partecipanti, suddivisi in gruppi, con maestri, guide e accompagnatori, potranno dedicarsi a:
1. Sci di fondo.
2. Passeggiata con le ciaspole per il bosco.
3. Primo approccio con la neve sulle piste della scuola di sci.
4. I più ardimentosi potranno cimentarsi con la discesa e lo slittino.
Alle 13,30 è previsto un pranzo frugale presso il rifugio.
Dopo, chi lo desidera potrà tornare sulle piste per un’oretta.
La partenza da Prato Spilla è prevista per le ore 17, per giungere a Parma attorno alle ore 19”.
Stefano Curti

Imperia: VII giornata nazionale del Braille!, Redazionale

Autore: Redazionale

Incontro dell’Unione Italiana Ciechi provinciale per la 7a giornata nazionale riservata al ‘Braille’
Ha incontrato, grazie all’interessamento della maestra Piera Amerio, gli alunni della classe IV/B della scuola elementare primaria Nazario Sauro di Castelvecchio di Imperia per parlare del grande inventore francese.
Oggi ricorre la 7a giornata Nazionale riservata al Braille istituita dal Parlamento italiano con la legge 126 del 3 agosto 2007 per ribadire l’importanza di questo fondamentale alfabeto per le persone con problemi alla vista.
A tal proposito, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Onlus, sezione provinciale di Imperia, ieri ha incontrato, grazie all’interessamento della maestra Piera Amerio, gli alunni della classe IV/B della scuola elementare primaria Nazario Sauro di Castelvecchio di Imperia per parlare del grande inventore francese, spiegare come si utilizza il Braille nella lettura e nella scrittura, esporre i progressi tecnologici e le attività che possono essere svolte da coloro che hanno problematiche visive. Il Presidente sezionale Cesare Longordo ha introdotto e ha moderato l’incontro, il Socio Giancarlo Vitale ha dimostrato come si scrive in Braille con la tavoletta e come si legge con le dita leggendo magistralmente la favola del leone e del topo, mentre il Vice-Presidente sezionale Fabrizio D’Alessandro ha risposto alle tante domande e ha raccontato la vita di Louis Braille che per completezza riportiamo. Egli nacque a Coupvray il 04 gennaio del 1809. Suo padre, Simon-René Braille, era un sellaio e all’età di tre anni il giovane Louis si infortunò all’occhio sinistro nell’officina paterna. A causa dell’estendersi dell’infezione perse la vista anche all’occhio destro e divenne cieco. A 10 anni vinse una borsa di studio alla Institution des Jeunes Aveugles (Istituto per giovani ciechi) a Parigi. Si trattava di uno dei primi centri specializzati per persone non vedenti, ma le condizioni di vita non erano delle migliori. Ai ragazzi della scuola veniva insegnato a leggere con il metodo di Valentin Haüy che consisteva nel leggere attraverso il tatto i caratteri della stampa in nero, ma messi in risalto da un filo di rame posto sull’altro lato del foglio. Questo metodo però non permetteva alle persone di scrivere.
Fin da ragazzo dimostrò di essere un abile suonatore di organo e infatti si esibiva nelle cerimonie religiose. Nel 1821 un militare, Charles Barbier de la Serre, visitò la scuola e descrisse un metodo per trasmettere messaggi in rilievo basato su dodici punti usato dalle forze armate per i dispacci notturni e ciò ispirò Louis il quale inventò il metodo basato sui sei punti che porta ancora il suo cognome. Il beneficio più rilevante rispetto al metodo Haüy era che permetteva sia di leggere sia di scrivere. Più tardi Braille ideò un’estensione del metodo per la matematica (Nemeth Braille) e per le note musicali (Codice musicale Braille). Nel 1827 divenne professore presso lo stesso istituto dove era ricoverato. Louis Braille morì di tubercolosi a Parigi il 06 gennaio del 1852. Il professore, per la sua rivoluzionaria invenzione, dal 1952 è sepolto presso il Pantheon a Parigi. Nel 2009, duecentenario della sua nascita, sia l’Italia che il Belgio gli hanno dedicato una moneta commemorativa da due Euro.

Non occorre permesso per abbattere barriere, a cura di Paolo Colombo

Autore: a cura di Paolo Colombo

Il permesso per abbattere le barriere architettoniche non occorre. A stabilirlo è la terza sezione penale della Corte di Cassazione con sentenza n. 38360 del 18 settembre 2013. La Suprema Corte ha, poi, sottolineato che per quanto concerne la definizione di «barriere architettoniche» per i soggetti disabili, deve ricordarsi che: «le opere funzionali all’eliminazione delle barriere architettoniche sono solo quelle tecnicamente necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e non quelle dirette alla migliore fruibilità dell’edificio e alla maggior comodità dei residenti» (si veda anche Tar Campania, Salerno, sez. 2, 19 aprile 2013, n. 952; Tar Abruzzo, Pescara, sez. 1, 24 febbraio 2012, n. 87; Tar Abruzzo, L’Aquila, sez. 1, 8 novembre 2011, n. 526). Ai sensi dell’art. 6, comma 1, lettera b), del Dpr n. 380 del 2001, tali opere rientrano nell’attività edilizia libera qualora «consistano in interventi volti all’eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di rampe o di ascensori esterni, ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell’edificio».

Qualora vi sia, invece, la realizzazione di rampe o ascensori esterni o manufatti che comunque comportino un’alterazione della sagoma dell’edificio, trattandosi di opere non ricomprese nell’art. 10 trova applicazione l’art. 22 dello stesso Dpr, a norma del quale sono realizzabili mediante denuncia di inizio attività gli interventi non riconducibili all’elenco di cui all’art. 10 e all’art. 6.

I giudici osservano, poi, che a tale disposizione si sovrappone oggi l’art. 19 della Legge n. 241 del 1990, come modificato dal Dl n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 122 del 2010, il quale consente che, per le opere soggette a Dia ordinaria, si proceda, in via semplificata, con Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Tale è l’interpretazione autentica data dall’art. 5, comma 2, lettera c), del Dl n. 70 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 106 del 2011, il quale prevede che: «Le disposizioni di cui all’articolo 19 della Legge 7 agosto 1990, n. 241 si interpretano nel senso che le stesse si applicano alle denunce di inizio attività in materia edilizia disciplinate dal Dpr 6 giugno 2001, n. 380, con esclusione dei casi in cui le denunce stesse, in base alla normativa statale o regionale, siano alternative o sostitutive del permesso di costruire».

a cura di Paolo Colombo (coordinatore del Centro di Documentazione Giuridica)

Campionati Italiani Assoluti Invernali, a cura del Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS

Autore: a cura del Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano

I prossimi Campionati Italiani Assoluti Invernali si terranno sabato 22 e domenica 23 febbraio a Como. La nostra giovane nuotatrice Martina Rabbolini parteciperà, nella categoria S12 (ipovedenti), alle seguenti gare: 100 dorso e 100 farfalla,. IMPIANTO GARA : Piscina Comunale Muggiò (Como), Piazza Atleti Azzurri

 

Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS

 

Caserta: La scherma anche per i ciechi e gli ipovedenti della provincia di Caserta, di Vincenzo Grillo

Autore: Vincenzo Grillo

La scherma per disabili visivi è una nuova disciplina che ha una forma pionieristica che sta assumendo sempre di più una concretezza nel mondo dello sport per disabili. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Caserta da sempre impegnata nella promozione dello sport come momento associativo e di benessere della persona, intuisce che, il progetto posto in essere grazie all’interessamento del consigliere dell’U.N.I.Vo.C. di Caserta sig. Rosario Benenati e la disponibilità del “Club Scherma San Nicola” nella persona dell’avvocato Vincenzo Agata (Vice Presidente del club scherma) si è certi che si potrà fare molta strada insieme. Gli atleti non vedenti, infatti, possono sviluppare al meglio le proprie potenzialità, accrescendo il proprio livello di orientamento e mobilità. L’attività schermistica può essere svolta sin da bambini, oltre che da giovani e da adulti. Infatti, le lezioni individuali e di gruppo per i non vedenti non presentano particolari differenze con quelle normalmente svolte in sala. Tecnici sportivi che si occupano di disabili hanno verificato la effettiva praticabilità e gli effetti positivi che produce la scherma nel soggetto disabile visivo che la pratica: maggiore sicurezza, migliore concentrazione, aumento dell’autostima. Giovedì 13 febbraio appena trascorso si è tenuta una dimostrazione pratica presso il Club scherma San Nicola.

La dimostrazione ha coinvolto 8 soci della locale sezione U.I.C.I. Caserta, che hanno potuto constatare e verificare direttamente in pedana le sensazioni di un’attività così nobile ed antica come la scherma. Si tratta di uno sport che si pratica senza correre alcun rischio e che prevede una preparazione atletica   utile per un sano sviluppo fisico. Gli interessati si possono rivolgere all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Caserta, che già promuove sport  per tutti, come tiro con l’arco con la società arcieri normanni di Aversa, difesa personale con l’associazione MEISEI JUKU, di Caserta. Per ulteriori info contattare il consigliere U.I.C.I. allo sport sig.  Vincenzo Grillo

grillovincenzo1@gmail.co

Giornata Nazionale del Braille, Redazionale

Autore: Redazionale

Regione Molise

Provincia di Campobasso

Comune di Campobasso

Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Sez. Provinciale di Campobasso

Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche

Borghi d’Eccellenza

Torball Team Campobasso

Comitato Italiano Paralimpico

 

Giornata Nazionale del Braille

 

Simposio Associativo della diSparità

21 Febbraio 2014 ore 17.00

Con la partecipazione di

Giuseppe Trieste (Campione Paralimpico e Presidente di Fiaba Onlus)

Prof. Marco Condidorio (Presidente Uici Regione Molise)

On. Laura Coccia (Atleta)

Alessandra Celletti (Pianista)

presso Uici Sez. Prov.le CB Via Palombo, 14-Campobasso

Impegno personale e scelte associative, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

All’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti devo tanto, tantissimo… Per certi versi, tutto…       L’istruzione, il lavoro, le soddisfazioni professionali, l’integrazione sociale, sono i frutti più preziosi che questa nostra Associazione mi ha donato nell’arco dei quarantacinque anni di mia appartenenza.       Per quanta dedizione io possa mettere nel servirne gli scopi e gli obiettivi, non sarò mai in grado di ricompensare per intero l’Unione di tutto il bene che da essa ho ricevuto.       Il bene di vivere una vita pressoché normale, di conservare tutta la mia dignità di persona e di cittadino, di godere di una autonomia personale straordinaria, nonostante il grave handicap dovuto alla minorazione visiva.       Bambino del profondo Sud, ho trovato a Catania, la mia città d’origine, un istituto che mi ha accolto per otto anni e ha provveduto alla mia istruzione di base, dotandomi degli strumenti per affrontare un più impegnativo corso di studi a Bologna, città del Nord vagheggiata e temuta allo stesso tempo.       Bologna, una città che mi ha catturato con il fascino delle sue architetture e il calore della sua gente, offrendomi un titolo, una casa, un lavoro, una vita sociale degna di essere vissuta.       Un lavoro in posizione apicale nel più importante e famoso istituto dei ciechi d’Italia, che mi ha regalato esperienze professionali e relazioni umane straordinarie. Gestire un bilancio annuale di alcuni milioni di Euro; amministrare un patrimonio immobiliare di qualche centinaio di unità urbane e agricole; coordinare un gruppo di una trentina di dipendenti e collaboratori impegnati in attività tanto diverse quali la formazione professionale, il supporto all’integrazione scolastica, la produzione e distribuzione di ausili tiflotecnici; la produzione e distribuzione di prodotti librari, le iniziative culturali, sportive e del tempo libero.       Una città, Bologna, dove ho avuto l’onore, la gioia e la soddisfazione di essere eletto nel consiglio comunale, nel quale ho lavorato come vice presidente della commissione Bilancio e come componente della commissione servizi sociali.       Una città dalla quale ha preso il via il mio impegno associativo circa quarant’anni or sono, nelle  varie e successive funzioni di presidente provinciale, vice presidente regionale, componente del Consiglio Nazionale e della Direzione Nazionale.       Proprio in quest’ultimo ruolo, tra l’altro, ho avuto dal presidente Daniele l’incarico di creare il sistema informatico dell’Unione, del quale mi reputo molto modestamente una specie di papà e grazie al quale, già nel 1995 la nostra Associazione risultava dotata di un proprio sito internet e di una rete di posta elettronica estesa alle sedi regionali e alle sezioni provinciali.       Per motivi professionali e associativi ho anche avuto l’opportunità di viaggiare molto all’estero e di entrare in contatto con numerose e variegate realtà del mondo delle organizzazioni per ciechi e per ipovedenti in Europa, in America e in Africa, dando così ulteriore corpo al mio personale bagaglio di esperienze e di conoscenze nel settore.       Oggi, pertanto, come mai in passato, credo sia venuto per me il tempo di porre la mia modesta persona e la mia umile esperienza al servizio dell’Unione in modo totale e al livello più alto, restituendo così, almeno in parte, con il lavoro e con l’impegno, quanto di prezioso ho ricevuto nel corso di una intera esistenza.       Già quattro anni fa, con la candidatura a presidente che incontrò il favore di un terzo dei delegati in congresso, ho avuto modo di muovere i primi, timidi passi, di questo nuovo percorso, sia pure, a quel tempo, da una posizione che mi ha posto talvolta in dissonanza relativamente ad alcuni specifici atti e orientamenti dell’azione associativa del momento.       Oggi, tuttavia, diversamente da allora, si tratta di assumere e svolgere un ruolo del tutto differente, per il quale mi ritengo umilmente preparato, dinanzi alla possibilità concreta di essere chiamato alle più alte responsabilità, al più grande onore e al maggior onere che si possano immaginare nella nostra famiglia associativa.       Un ruolo che impegnerebbe tutto me stesso, anima e corpo, nello svolgimento del compito più arduo, più faticoso e più esaltante della mia vita.       Quel ruolo al quale sono pronto a dedicare tutto il mio tempo e tutte le mie energie, operando di concerto con gli altri, mediante un lavoro di squadra che ci veda fattivamente impegnati e coinvolti alla pari verso i comuni traguardi.       Come ha detto e scritto più volte Tommaso Daniele, è tramontato il tempo dell’uomo solo al comando. Mai più dunque, un presidente solitario, unico traino di un pesante rimorchio; al contrario, invece, un gruppo dirigente, compatto, operoso, determinato, alla guida dell’Unione, al servizio della causa dei ciechi e degli ipovedenti italiani.       L’Unione, per fortuna, è una struttura associativa fondata su princìpi democratici, grazie ai quali, le più alte cariche si raggiungono solo con il consenso e con il sostegno delle maggioranze, auspicabilmente ampie, significative e qualificanti.       La mia disponibilità è totale, il mio impegno, garantito; sempre che gli organi associativi preposti vogliano giovarsene, manifestando le proprie scelte meditate e consapevoli, nelle forme, nei tempi e con le modalità democratiche previste dal nostro statuto.       Sarà il tempo, a darmi e a darci presto una risposta.

Mario Barbuto

DARE FORMA – Sei incontri per conoscere la scultura e le arti contemporanee Seminario a cura del prof. Roberto Cresti

Autore: a cura del prof. Roberto Cresti

Il Museo Omero di Ancona organizza un seminario, a cura del Prof. Roberto Cresti,  docente di storia dell’arte contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Macerata, saggista e traduttore. Si tratta di sei incontri che si svolgono i venerdì pomeriggio con orario 15.30 – 18.30 presso la collezione del Museo Omero (sala contemporanea) dal 7 marzo al 6 giugno 2014. L’iscrizione è aperta a tutti. Iscrizioni entro il 4 marzo 2014. Numero massimo 30 partecipanti. Quota di partecipazione: 50 euro, gratuito per disabili. Rilascio attestato di partecipazione. Con la collaborazione organizzativa de Le Ossa Editrice – Coordinamento: Fabrizio Baleani

PROGRAMMA

7 MARZO, ore 15.30-18.30 Charles Baudelaire nemico e padre della scultura moderna. August Rodin e Medardo Rosso: l’antico moderno fra XIX e XX secolo.

21 MARZO, ore 15.30-18.30 Umberto Boccioni e Constantin Brancusi: il volume e la linea. Arturo Martini: memorie tattili della terra etrusca.

4 APRILE, ore 15.30-18.30 La linea classica del Novecento italiano: Francesco Messina. Dino Garrone e l’arte in Italia fra gli anni Venti-Trenta .

9 MAGGIO, ore 15.30-18.30 Lucio Fontana: dal purismo allo spazialismo. Inquietudini plastiche: Marino Marini e Pietro Consagra.

23 MAGGIO, ore 15.30-18.30 Lo specchio della tecnica: Arnaldo Pomodoro. Nanni Valentini: il frammento e la totalità nell’epoca atomica.

6 GIUGNO, ore 15.30-18.30 Ritorno alla manualità: Mimmo Paladino Francesco Roviello: la scultura appenninica tra le Marche e la Toscana.

ROBERTO CRESTI Dopo aver insegnato storia dell’arte, estetica, filosofia dell’immagine e didattica dell’arte nelle Accademie di Belle Arti è attualmente Ricercatore e Docente di Storia dell’Arte Contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Macerata. Saggista e traduttore, è autore di cataloghi e di altre pubblicazioni nell’ambito dell’estetica, della critica e della storia dell’arte. Ha collaborato a cataloghi e pubblicato numerosi saggi, tra cui “La trasparenza dei Baffi. Marcel Duchamp e la Gioconda” e “Antico Futuro. Metamorfosi di un’avanguardia” per i tipi de Le Ossa Editrice. Ha tradotto I Sonetti di John Keats per i tipi di Garzanti.

MODALITA’ DI ISCRIZIONE Attestato di partecipazione: con almeno 15 ore di frequenza (5 incontri su 6). Per l’iscrizione al corso è necessario far pervenire alla Segreteria Servizi Educativi del Museo la scheda d’iscrizione scaricabile dal sito. La spedizione potrà essere effettuata tramite: e-mail: didattica@museoomero.it fax: 071 28 18 35 8

MODALITA’ DI PAGAMENTO Si può pagare tramite: Versamento sul conto corrente postale intestato a: Comune di Ancona – Museo Tattile Statale Omero Ancona; c/c n° 84747070; oppure Bonifico a Banco Posta – Ufficio Centrale Piazza XXIV Maggio, 60123 Ancona, IBAN IT89L0760102600000084747070; dall’estero IBAN IT 89L0760102600000084747070; Codice BIC/SWIFT BPPIITRRXXX CIN L; Causale (obbligatoria): Iscrizione Seminario DARE FORMA – Museo Omero

NOTE Le adesioni seguiranno un criterio di ammissione riferito all’ordine cronologico di arrivo delle domande d’iscrizione. Non è previsto il rimborso della quota.

INFO Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana Banchina Giovanni da Chio, 28 – 60121 Ancona tel 071 2811935 www.museoomero.it info@museoomero.it

Siena: Convocazione Consiglio sezionale 21 febbraio 2014, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Il consiglio sezionale è convocato per il giorno 21 febbraio p.v. alle ore 15.00 presso i locali sezionali con il seguente ordine del giorno:

 

1.      Approvazione verbale seduta precedente

2.      Comunicazioni del Presidente

3.      Variazione al bilancio preventivo 2014

4.      Approvazione conto consuntivo 2013

5.      Convocazione assemblea

6.      Acquisto programma di protocollo elettronico archiviazione dati: esame preventivi

7.      Acquisto firma digitale

8.      Settimana mondiale del glaucoma

9.      Legato sig.ra Fuschino provvedimenti

10.    Approvazione delibere d’urgenza

11.    Varie ed eventuali

 

Il Presidente

Massimo Vita