Due ciechi atleti tentano ascesa al Re di Pietra, testimonianza di Livio Tesio

Autore: Livio Tesio

Allora proviamo.
Fiore un amico da tanto tempo. Lui vende olio ma sa vendere utopie: “perché non portiamo i nostri amici ciechi sul Monviso?” Fiore per fortuna è anche il Vice Presidente del CAI di Peveragno e sa sempre coinvolgere gli amici volontari quando necessita.
Domenico ed il Maestro pensano che la pensione o almeno un pezzo di tempo della stessa possa essere regalato agli altri: costruiscono tappe per avvicinarci al Monviso.
Claudio è un Educatore attento e capace: sa creare gruppo ed alleanze
Gianfranco è il Sindaco (era) della Boarelli , Presidente dell’assemblea del Consorzio e pensa più avanti: 150 anni fa una donna su Viso oggi è tempo che il Viso sia per tutti.
Nasce così un’idea, un gruppo, una utopia.
Arrivano tante adesioni. Le sezioni CAI :di Saluzzo che regala anche la maglietta commemorativa a tutte le partecipanti femmine, di Racconigi, di Savigliano. Troviamo Seba Audisio e Mario Cedro con la loro montagna-terapia.
Molti volontari. I muli di Luciano.
Si fanno i 5 trekking di preparazione, ci si conosce, ci si confronta.
E poi……
Poi si è al Quintino. Ore 3 e 30 sveglia. Ore 4 si parte. Emozione, paura, pensieri, fiducia….Piera e Gigi i più determinati.
Al Passo delle Sagnette arrivano le Guide Daniele Maccagno e Paolo Pernigotti insieme a Luca Maccagno, fratello di Daniele e ottimo alpinista. Tutti vengono per …..non so, sicuramente non per denaro, forse, come sostiene Gianfranco, per scrivere una nuova storica pagina del Monviso.
Io, Fiore, Diego, Marco, Monica abbiamo accompagnato più volte i non vedenti sui sentieri di montagna ma dall’Andreotti in su prendono in mano la situazione le guide. Guardo Piera e Gigi e mi chiedo come facciano a salire su tutte quelle pietre, li vedo inciampare, sbattere contro gli ostacoli, anche io inciampo mi lamento. Loro nulla , un passo dopo l’altro attaccati alla corda di Daniele e Paolo.
Si sale, si fatica.” Volete che ci fermiamo, nessuno ce lo ha ordinato?” Piera zittisce Fiore: “sono arrivata fino a qui ed ora si arriva in cima”. Le guide danno il loro assenso: sono dentro all’utopia anche loro.
La storia finisce in un pianto di emozione collettivo. Tutti in cima, si commuovono anche 3 ragazze della forestale che arrivano con noi dalla via Est.
Non so quanti pensieri mi siano passati nella testa in quel momento.Troppi? Nessuno?
Poi la lunghissima discesa e la risalita alle Sagnette. Il Rifugio Quintino Sella all’alto, sono le 20: arriviamo.
Al Quintino sono in tanti, facce di amici, colleghi, ragazzi.
Trovo Mario con il quale 25 anni fa salii sull’Argentera Nord. “Mario domani ci facciamo una foto su Viso Mozzo.” 25 anni dopo, ancora su una montana, ancora ad allargare orizzonti.
Ho ancora il tempo di emozionarmi un po’ guardando 2 ragazzi della comunità, un ragazzino ed una ragazzina correre in cima alla vetta e dimenticarsi delle cose brutte della vita.
Poi è una leggera pioggerellina,la lunga discesa, Claudio che ci aspetta al Pian del Re, i pulmini.
Ma oggi è qualcosa di più. E’ aver provato ad aprire strade, orizzonti, pensieri…..è aver provato a regalarci, tutti, una sana felicità. E’ aver sempre più la convinzione che bisogna provarci, che nel mondo ci sono un sacco di belle persone, che lo star bene nasce dal sentirsi vivi e che adesso…… bisogna pensare a qualcosa per il prossimo anno.

Grazie

Livio Tesio

 

Contributi dei lettori: Città metropolitane, una risposta da dare, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Come molti di voi sapranno, il prossimo anno entrano in funzione le città metropolitane e questa nuova organizzazione amministrativa certamente porterà delle novità nella strutturazione territoriale. In un primo momento ci sarà certamente confusione ma comunque vada, nulla sarà come adesso.
Penso che noi dovremmo prepararci per evitare che alla incertezza organizzativa del nuovo ente pubblico, si aggiunga la nostra inadeguatezza almeno strutturale.
Credo che sarebbe utile costruire le sezioni metropolitane per attrezzarci in modo adeguato.
Qualcuno potrebbe obiettare che per costruire le sezioni metropolitane, ci serve una modifica statutaria.
A me pare che questo non sia necessario se la faccenda viene concordata.
Le sezioni che si devono accorpare dovrebbero deliberare in tal senso e il consiglio regionale deliberare la soppressione delle sezioni interessate e la realizzazione di una nuova sezione, che noi dovremo chiamare provinciale, per rispetto allo statuto vigente.
Dopo questa procedura, il consiglio nazionale si dovrebbe esprimere e la cosa sarebbe completata.
Spero che dalla prossima riunione dei quadri dirigenti si possa compiere un passo verso questa direzione se davvero si vuole che l’associazione sia al passo con i tempi e in qualche modo, una volta tanto, li anticipi.
In questo modo daremmo anche una risposta alla esigenza di semplificazione della nostra struttura organizzativa e avendo un territorio più vasto, si possono anche più facilmente reperire dirigenti che si impegnino nella conduzione associativa.
Auspico che questa mia riflessione possa provocare un dibattito su questo tema molto importante.

Massimo Vita

Sala Telefonica UICI 98 90 50: IERI, OGGI, DOMANI.

IERI, OGGI, DOMANI.

 

La val di Rabbi e il molino Ruatti.Sì, ieri, oggi, domani: bastano tre parole per riassumere l’intera storia dell’uomo, le sue conquiste, le sue realizzazioni e il suo progresso. Tre parole soltanto perché, lo si voglia o no, lo si comprenda o meno, il nostro presente scaturisce dal passato e si proietta nel futuro.

 

La sala telefonica 98 90 50 dell’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ne è pienamente consapevole e favorisce perciò proposte, come quella che vivremo mercoledì 3 settembre cogliendo l’intuizione di una giovane e bella neolaureata in pedagogìa con specializzazione nell’educazione sociale, Margherita Mengon, che ci parlerà della val di Rabbi e del molino Ruatti fornendo dati storici e geografici soffermandosi altresì sul valore umano e artistico dell’habitat e sul significato socialmente rilevante di uno dei pochissimi molini ad acqua ancora esistenti.

 

Margherita ci farà conoscere il valore socioculturale del molino Ruatti situato appunto nella stupenda val di Rabbi,piccola perla trentina nel parco nazionale dello Stelvio situata accanto alla val di Sole.

 

Potremo così conoscere il significato reale e il valore di una semplice macchina costruita nell’ottocento, gelosamente conservata e restaurata nel 2004, divenuto oggi un museo etnografico di rilievo particolarmente idoneo per promuovere incontri culturali e artistici.

 

Diciamo dunque no al dilagante e assurdo concetto che il rinnovamento avviene attraverso la cosiddetta “rottamazione”, ma sosteniamo invece la necessità di l’esistente rendendolo sempre più funzionale per rappresentare le realizzazioni del passato, le sole che permettono oggi di vivere la situazione umana in cui siamo immersi permettendoci di sperare in un futuro migliore.

 

Non lasciamoci sfuggire l’occasione di questo incontro che sono certo ci farà cogliere un nuovo respiro e un attimo di gradevole stupore conoscendo, grazie a Margherita, altre meraviglie che il nostro “bel paese” riesce, malgrado tutto, a conservare

 

Per quanti volessero indicazioni per partecipare possono telefonare al sottoscritto o agli amici che si prodigano generosamente per il funzionamento corretto della sala telefonica virtuale Nunziante Esposito e Pino Servidio.

 

A mercoledì, dunque, alle ore 18, non mancate.

 

                                                                              Cesare Barca.

 

Ipovisione e fotografia un binomio possibile.

Ipovisione e fotografia un binomio possibile.

 

In questo articolo vorrei raccontare la mia esperienza e trarre qualche conclusione.

 

Qualche anno fa su segnalazione di una mia amica decisi di seguire un corso di fotografia, sul momento mi chiesi: ma cosa me ne faccio? Poi dissi, beh visto che la patologia mi permetteva di utilizzare completamente il residuo visivo, accettai con entusiasmo.

 

I risultati furono eccezionali, non solo imparai le tecniche base della fotografia (allora analogica), si utilizzavano ancora le diapositive chiamate in gergo (le dia), ma anche l’equipaggiamento era molto semplice, la macchina fotografica era assolutamente manuale, si trattava di una reflex, cioè una macchina in cui era possibile sostituire gli obbiettivi secondo le esigenze di ripresa che si presentavano. Il corso si completava con due uscite per testare quanto si era imparato in classe, una per quanto riguarda la fotografia di viaggio e di ambiente e l’altra in studio, con delle modelle per verificare le tecniche di scatto con flash e ritrattistica.

 

Ora sto usando una macchina simile ma digitale, però in futuro aggiornerò quanto imparato qualche anno fa applicando le tecniche alla fotografia digitale con un corso apposito, in quanto oggi si lavora di più sul post ripresa, quindi con i software di fotoritocco. Però anche per questi è necessario conoscerne l’utilizzo dal punto di vista fotografico più che intrinsecamente informatico.

 

Cosa mi rimane di quel corso?

 

Beh la soddisfazione di avere imparato qualche cosa di nuovo, aver imparato a capire cosa c’è dietro uno scatto, e soprattutto di saper applicare quelle regole per poter scattare delle buone foto.

 

Però credo che, vi sia qualche cosa di più di profondo, ritengo che questo corso mi ha permesso di vedere le cose in maniera diversa e sotto un altro aspetto. Ora quando giro per le città e nella mia stessa città riesco a scovare di posti e luoghi che diversamente non noterei, in più credo che per un ipovedente sia importante imparare a vedere, e quindi sfruttare a pieno ed in un modo diverso il residuo visivo.

 

Ho voluto raccontare la mia esperienza nella speranza sia utile agli altri ipovedenti e sfatare un vecchio tabu, secondo il quale ipovisione e fotografia siano incompatibili, Secondo me a certe condizioni non lo sono affatto anzi aiutano ad imparare a vedere le cose che ci circondano in maniera diversa.

 

Massimiliano Martines

 

Gli ipovedenti e l’organizzazione UICI

Gli ipovedenti e l’organizzazione UICI: riflessioni.

 

Le vacanze hanno un duplice scopo, quello primario di riposare e ricaricare le batterie, il secondo è quello di riflettere su alcuni argomenti e o attività che seguiamo durante l’anno. Questo articolo è il frutto del secondo scopo.

 

In tutti questi anni di collaborazione con l’Unione, prima a livello locale e poi a livello nazionale, mi sono sempre chiesto per quale ragione gli ipovedenti hanno così scarsa incisività nella vita associativa, e qui non mi riferisco solo ed unicamente alle cariche istituzionali, che in questo momento sarebbe il caso (come da più parti si fa notare) di ottimizzare e o ridurre, ma a livello di gestione dei bisogni degli stessi ipovedenti. Spesso e volentieri si fatica ad affrontare i problemi di questi individui che risultano essere davvero complicati in quanto non si conoscono a sufficienza.

 

Non vi alcun dubbio che parte della causa di questo risultato è dovuto alla scarsa partecipazione degli individui stessi, che non percepiscono questa organizzazione adeguata ai loro bisogni.

 

Il punto su cui vorrei focalizzare l’attenzione ora non sono le cause di cui ho accennato, in quanto probabilmente si rischia di scrivere cose già risapute e quindi di scarso interesse. Qui vorrei porre l’attenzione sull’organizzazione operativa. Attualmente la struttura nazionale è costituita dalle varie commissioni / comitati di lavoro, i quali si occupano delle varie tematiche. All’interno di questi organi spesso non vi è un ipovedente o una ipovedente a parte alcune accezioni: es Commissione OSI e magari alcuni altri casi. Quindi l’idea potrebbe essere quella di inserire un ipovedente (se disponibile) in ogni Commissione o eventuale organismo operativo, in modo tale che quel determinato argomento possa essere seguito in prima persona sotto ogni aspetto. Qui anticipo la domanda legittima, che ne facciamo della Commissione Ipovisione? Se dal punto di vista organizzativo si dovesse ritenere necessario fare una sintesi di tutte le tematiche, quindi si potrebbe pensare alla creazione di un organismo operativo ad hoc in cui fare confluire i componenti ipovedenti dei veri gruppi di lavoro, i quali si dovranno occupare di dare le priorità ed organicità nell’affrontare i vari problemi. Ovviamente quanto ho espresso è un’idea che sicuramente dovrebbe essere elaborata in relazione alla futura organizzazione che questa associazione si vuole dare al suo interno.

 

Spero che questo piccolo contributo sia foriero di dibattito costruttivo.

 

Massimiliano Martines

 

Convocazione Assemblea Nazionale Quadri Dirigenti – Tirrenia sabato 27 settembre ore 15 e domenica 28 settembre ore 9.

Autore: Mario Barbuto

 

COMUNICATO N. 144

PROT 11320/2014/28/08

 

Questo comunicato è presente in forma digitale sul Sito Internet: http://www.uiciechi.it/documentazione/circolari/main_circ.asp

OGGETTO: Convocazione Assemblea Nazionale Quadri Dirigenti – Tirrenia sabato 27 settembre ore 15 e domenica 28 settembre ore 9.

L’Assemblea Nazionale dei Quadri Dirigenti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti è convocata  a Tirrenia  presso il  Centro studi e riabilitazione  “Le Torri” per i  giorni sabato 27 settembre ore 15,00 e domenica 28 settembre ore 9 per discutere sul seguente

ORDINE DEL GIORNO

 

  1. Procedure e proposte relative alla riformulazione dello Statuto Sociale e dei Regolamenti.
  2. Proposte per una gestione patrimoniale più efficace ed efficiente;
  3. Proposte e modalità di organizzazione del XXIII Congresso Nazionale.

L’Assemblea, come di consueto, verrà trasmessa tramite la nostra radio web www.uiciechi.it/radio/radio.asp . Chi lo desidera potrà inviare  brevissimi interventi utilizzando l’apposito modulo on line della Rubrica “Parla con l’Unione”. Nei limiti del possibile, tali interventi verranno letti in Assemblea.

Le spese di soggiorno, degli aventi diritto e dell’eventuale accompagnatore, sono a carico della Presidenza Nazionale.  Quelle di viaggio, compresi i transfert dalla stazione/aeroporto agli alberghi, sono a carico delle strutture di appartenenza dei partecipanti.

Cordiali saluti.

Mario Barbuto

Presidente Nazionale

 

Parla con l’Unione- Giovedì 18 settembre 2014 dalle ore 15,00 alle ore 17,00

Autore: Mario Barbuto

COMUNICATO 141

PROT 11313/2014/28/08

Questo comunicato è presente in forma digitale sul Sito Internet: http://www.uiciechi.it/documentazione/circolari/main_circ.asp

 Oggetto: Parla con l’Unione – Giovedì 18 settembre 2014 dalle ore 15,00 alle ore 17,00.

 

Giovedì 18 settembre, alle ore 15.00 l’On. Giovanni Battafarano sarà ospite della nostra radio web nell’ambito della rubrica “Parla con l’Unione” www.uiciechi.it/radio/radio.asp.

Con il suo prezioso supporto, terremo una conversazione sui temi del lavoro, del collocamento, della formazione, dell’impiego, della gestione delle graduatorie riservate e dell’applicazione della legge 68/99.

L’On. Battafarano,  particolarmente esperto della materia, ha accolto la nostra sollecitazione e si è reso disponibile per fornire il suo contributo di conoscenza e di esperienza.

Sarà possibile rivolgere domande nel corso della trasmissione, secondo le modalità usuali: utilizzare l’apposito form alla predetta pagina o inviare una e-mail, anche nei giorni precedenti la trasmissione, all’indirizzo diretta@uiciechi.it  oppure contattarci durante la trasmissione ai recapiti telefonici 06/69988353 o 06/6791758.

Mi permetto di raccomandare a tutte le strutture regionali e territoriali una qualificata partecipazione che veda anche la presenza dei responsabili del settore lavoro e in particolare dei centralinisti telefonici.

Vive cordialità.

Mario Barbuto

Presidente Nazionale

 

PN (ts)

 

Agrigento: iniziativa mare sicuro, Redazionale

Autore: Redazionale

Sabato 30 agosto 2014, ore 10,00 si organizzerà presso la Lega Navale di Sciacca in collaborazione con Stefano Turturici delegato dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Agrigento una giornata dedicata alla sicurezza in mare.

Si spiegheranno le regole per una sicura balneazione, la giornata prevede un’uscita in mare con un’imbarcazione della Lega Navale e a chiusura ci sarà il pranzo presso il ristorante sito alla Lega Navale.

Per adesione contattare UICI di Agrigento.
uicag@uiciechi.it
tel. 0922 605724-25

MOSTRA PASSAGGI Le parole dell’umanità attraverso la cultura ebraica, Redazionale

Autore: Redazionale

31 agosto – 14 dicembre 2014
Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana, Ancona Mostra multisensoriale a cura di Andrea Sòcrati

INAUGURAZIONE Domenica 31 agosto ore 19.
Intervengono:
Aldo Grassini, Presidente Museo Tattile Statale Omero Manfredo Coen, Presidente Comunità Ebraica Ancona Ram Ozeri, Responsabile Biennale Arte Ebraica Contemporanea di Gerusalemme Con la partecipazione della cantante Maria Grazia Barboni.

Una mostra del Museo Tattile Statale Omero in collaborazione con la Comunità Ebraica di Ancona.

Un viaggio multisensoriale che accompagna il pubblico attraverso le millenarie e ricchissime suggestioni della cultura ebraica per ritrovarsi in quella che Marc Chagall definiva la quarta dimensione. Un mondo sottosopra dove all’anima, affrancata dal contingente e dal quotidiano, si rivela l’incanto del mondo.

Un grande patchwork di stoffa, (non una barriera), ci accoglie e vuole essere attraversato, per accompagnarci metaforicamente in quel viaggio interiore necessario per raggiungere una possibile differente dimensione, una quarta dimensione che metta il “mondo sottosopra”, dando spazio al sogno e all’immaginazione. Questo si propone l’installazione ideata e realizzata da Andrea Sòcrati, titolata appunto, Passaggi.

Quattro artisti di Gerusalemme portano in mostra la terra, i suoni, gli umori di Israele, con quattro opere: Chana Cromer, The Distaff Side, ispirato a “La donna di carattere” dal Libro dei Proverbi, in tema con la XV edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica (14 settembre 2014); Ruth Schreiber, Love letters, lettere in porcellana con ispirate alle lettere lasciate nelle fenditure del Muro occidentale di Gerusalemme; Andi Arnovitz, Construct/Destruct. attraverso mattoni serigrafati con e sulle pietre della città vecchia ricorda il Tempio di Salomone; Neta Elkayan, artista tra musica e arti figurative, audio dal titolo Abuhatzeira, dedicato al rabbino El Yaakov Abuhatzeira.

Tre artisti che lavorano nelle Marche intervengono con incontri aperti al pubblico per raccontarsi e presentare le loro opere: Francesco Colonnelli, Giulietta Gheller e Bruno Mangiaterra.

L’adozione per alcune opere in mostra dalla tecnologia NFC, oltre ad esaltarne la multisensorialità favorirà l’accessibilità alle persone con disabilità, come nello spirito e nella missione del Museo Omero.

La mostra è inserita nel calendario del Festival Adriatico-Mediterraneo, con il sostegno dell’Ambasciata Israeliana di Roma e in collaborazione con la Biennale di Arte Ebraica Contemporanea di Gerusalemme e l’Associazione “Per il Museo Tattile Statale Omero”
Onlus e si svolge con il contributo del Servizio Civile Nazionale e del Servizio Volontario Europeo.

INFORMAZIONI
Periodo: 31 agosto – 14 dicembre 2014.
Orari: Fino al 15 settembre: dal martedì al venerdì ore 18 – 22; sabato e domenica ore 10 – 13; 18 – 22.
dal 16 settembre al 14 dicembre: dal martedì al sabato 16 – 19; domenica e festivi 10 – 13 e
16 – 19.

INGRESSO LIBERO
Sono previste visite guidate e attività laboratoriali a cura dei Servizi Educativi del Museo Tattile Statale Omero. Prenotazione obbligatoria. Costo di 3 euro a persona, esclusi disabili, docenti e accompagnatori.

LINK: http://www.museoomero.it/main?p=mostre-2014-passaggi-cultura-ebraica

Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana Banchina Giovanni da Chio, 28 60121 Ancona Tel + 39 071.2811935 Fax + 39 071.2818358 Email info@museoomero.it – didattica@museoomero.it
Sito: www.museoomero.it
Sito vocale 800 20 22 20

Una bussola per orientarsi- La legge 104 del 1992 e il quadro dei diritti dei disabili e dei loro familiari -seconda parte-, di Paolo Colombo

Autore: Paolo Colombo

Rubrica per genitori

Eccoci al secondo appuntamento con l’avv. Paolo Colombo-responsabile del Centro di Documentazione Giuridica e componente della Direzione Nazionale dell’UICI-che ci aiuterà a conoscere e comprendere quanto è previsto dalla legge 104/1992 (Legge-quadro per l’assistenza , l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) in tema di permessi lavorativi spettanti ai genitori di minori con disabilità.

Dopo il compimento del terzo anno e sino al compimento del diciottesimo anno di vita del bambino la madre lavoratrice o, in alternativa, il padre (che deve produrre al datore di lavoro entro 10 giorni una dichiarazione da cui risulta la rinuncia parziale o totale della madre a tale diritto), anche in caso di adozione, hanno diritto per l’assistenza di figlio disabile (ovvero anche parenti o affini entro il secondo grado, -in precedenza per norma introdotta dalla legge 183/210 entro il terzo grado- qualora i genitori siano anch’essi affetti da patologia invalidanti o siano deceduti o mancanti. D.lgs. 119/ l’art. 33 della legge 104/92 el’art. 33 del d.lgs. 151/2001), in situazione di gravità accertata dai competenti organi (2) e non ricoverati (nel ricovero sono compresi i ricoveri ospedalieri o in strutture adibite all’accoglimento degli handicappati seppur come centro riabilitativo diurno – vedi messaggi INPS 228 e 256 del 4 gennaio 2006), a tre giorni di permesso al mese (4), anche frazionati a mezza giornata o a ore sino al massimo delle 18 ore mensili (messaggio INPS 15995/2007), cumulativamente (l’alternatività non influenza il numero complessivo massimo dei giorni e di ore di permesso fruibili al mese). In successivo messaggio (INPS n.16866/2007) viene precisato che, fermo restando il diritto a tre giorni al mese di assenza 2011 che modifica indipendentemente dall’orario giornaliero o settimanale, il limite delle 18 ore opera per coloro che hanno un debito orario di 36 ore alla settimana in 6 giorni lavorativi. Pertanto in caso di differente distribuzione oraria del debito orario settimanale ovvero di orario normale di lavoro settimanale eccedente o inferiore alle 36 ore, la quantificazione del massimale orario mensile di permessi orari fruibili mensilmente verrà così determinato: orario normale di lavoro settimanale diviso il numero dei giorni lavorativi settimanali moltiplicato 3.
I tempi di utilizzo dei tre giorni di permesso mensile, anche frazionati a mezza giornata o a ore, che spettano di diritto in base alla legge 104/92, non rientrano nella discrezionalità del datore di lavoro, ma vengono scelti dall’avente diritto secondo le proprie necessità. L’indicazione dei giorni durante i quali si intende fruire dei permessi deve, di norma, essere comunicata in tempo utile per consentire di provvedere alla sostituzione e all’organizzazione del lavoro, a meno che il permesso non venga richiesto per improvvise ne sopravvenute necessità connesse alla disabilità. In tal caso la comunicazione va fatta prima dell’inizio del servizio.
Infatti, se da un lato la scelta dei giorni di fruizione dei permessi mensili deve contemperare la necessità di buon andamento dell’attività imprenditoriale e il diritto all’assistenza del disabile, dall’altro canto va tenuto presente che le esigenze di tutela del disabile prevalgono sempre sulle necessità dell’impresa in caso di improcrastinabili richieste di assistenza
Ministero del Lavoro – Interpello n. 31 del 6 luglio 2010
Se il ricovero viene interrotto per garantire delle visite specialistiche o delle terapie da effettuarsi all’esterno della casa di riposo ovvero presso strutture adeguate all’assistenza sanitaria o riabilitativa, tale ipotesi non può essere ricondotta alla previsione di cui all’art 33 e precisamente – non ricoverato in istituti specializzati a tempo pieno -. Infatti nella circostanza, in cui il disabile debba recarsi al di fuori della struttura che lo ospita per effettuare delle visite e/o delle terapie si interrompe il requisito del tempo pieno del ricovero e si determina il necessario affidamento del disabile all’assistenza del familiare il quale, ricorrendone gli altri presupposti di legge, avrà diritto alla fruizione dei permessi (interpello Ministero del Lavoro 20 febbraio 2009 numero 13 e messaggio INPS 28 maggio 2010 numero 14480), ovviamente con la documentazione rilasciata dalla struttura che attesti le visite e/o le terapie effettuate.
Ricordiamo che la circolare INPS numero 155 al punto 3 prevede in ottemperanza a quanto previsto all’articolo 24 delle legge 183/2010 altre eccezioni:
ricovero a tempo pieno di un disabile in situazione di gravità in stato vegetativo persistente e/o con prognosi infausta a breve termine;
ricovero a tempo pieno di un minore con disabilità in situazione di gravità per il quale risulti documentato dai sanitari della struttura ospedaliera il bisogno di assistenza da parte di un genitore o di un famigliare, ipotesi peraltro già prevista per i bambini fino a 3 anni di età (circolare INPS numero 90 del 23 maggio 2007 al punto 7).
Con l’interpretazione dell’art. 33, comma 3 della legge 104/1992 e dell’art. 20 legge 53/2000, nell’ipotesi in cui un solo lavoratore presti assistenza a più individui portatori di handicap, il limite dei tre giorni mensili di congedo parentale previsti dalla legge 104/92 riguarda ciascun singolo individuo portatore di handicap, e pertanto il lavoratore che assiste più disabili può cumulare i giorni di permesso riconosciuti per ogni singolo portatore di handicap in situazione di gravità e non ricoverato a tempo pieno con prestazioni disgiunte (si intende per prestazione -disgiunta- quando la prestazione di due o più soggetti portatori di handicap può essere assicurata solo con modalità e in tempi diversi). In particolare, in precedenza, prima della circolare INPS numero 90/2007, i permessi disgiunti erano possibili solo se le cure erano contemporaneamente esclusivee continue per ciascun soggetto (5).
L’articolo 24 commi 2 e 3 della legge 183/2010 avrebbe attenuato l’importanza dei requisiti di -esclusività- e di -continuità- quali presupposti essenziali ai fini della concessione dei benefici per l’assistenza al disabile in situazione di gravità. Infatti per l’abrogazione parziale dell’articolo 20 comma 1 della legge 53/2000 i requisiti della continuità e della esclusività verrebbero meno.
Ne conseguirebbe che i permessi ex lege 104/1992 spetterebbero anche a chi, come nel caso di residenza in una località diversa, non si possa dimostrare la continuità della assistenza in quanto residente in comune diverso da quello dell’assistito.
Tuttavia secondo la circolare Brunetta (Dipartimento Funzione Pubblica circolare 13 del 6 dicembre 2010) sarebbe meglio tipizzato il concetto di esclusività dell’assistenza con la regola che i permessi possono essere accordati, salvo la previsione espressa di alcune eccezioni, ad un unico lavoratore (referente unico).
In casi di speciale gravità dell’handicap, qualora il dirigente del Centro medico legale ravvisi la effettiva necessità del bambino a cure che non possono essere garantite durante le sole ore dell’allattamento, è possibile cumulare i permessi orari ex lege 104/92 e i riposi orari per allattamento come da DLgs 151/01 per lo stesso figlio portatore di handicap (messaggio INPS n. 11784).
Secondo la Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro (Interpello numero 41 del 15 maggio 2009) i permessi lavorativi ex art. 33 della Legge n. 104/1992 non spetterebbero ai tutori o amministratori di sostegno di persone con handicap in situazione di gravità.
I permessi sono coperti in base all’ articolo 19 lettera a) della legge 53/2000 da contribuzione figurativa (6).
In caso di contratto a part-time verticale, il numero dei giorni di permesso spettanti va proporzionalmente ridotto.
I permessi sono retribuiti e danno diritto alla maturazione dell’anzianità di servizio, ma non facevano maturare né le ferie e né la tredicesima (Informativa INPDAP numero 30/03). Con decorrenza 29 agosto 2003, data di entrata in vigore del decreto legislativo 216/2003 che introduce condizioni di maggior favore in base all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo numero 151/01 i permessi dal lavoro, mensili e orari, per l’assistenza a famigliari disabili non dovrebbero più decurtare né le ferie, né la tredicesima mensilità (Ministero del lavoro parere protocollo n. 15/0001920/04 poi sospeso e sottoposto al vaglio dell’Ufficio legislativo per l’impatto che ne potrebbe derivare).
La circolare numero 208 dell’8 marzo 2005 del Dipartimento della funzione pubblica-Ufficio per il personale della pubblica amministrazione, supportata dal parere favorevole dell’Avvocatura generale dello Stato (parere numero 142615 del 2 novembre 2004) precisa che la tredicesima mensilità dei dipendenti pubblici non subisce decurtazioni o riduzioni per il fatto di aver usufruito dei permessi previsti dalla legge per assistere i portatori di handicap all’ articolo 33 commi 2 e 3 della legge 104/92 (7). La lettera circolare del Ministero del lavoro 2 febbraio 2006, facendo riferimento al parere n. 3389/2005 emesso dalla sezione seconda del Consiglio di Stato ribadisce che non soggette a decurtazione le ferie e la tredicesima mensilità quando i riposi e i permessi previsti dall’art. 42 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 non sono cumulati con il congedo parentale.
Sono utili ai fini del trattamento di quiescenza, non sono invece valutabili né ai fini del trattamento di fine servizio (indennità premio di servizio ed indennità di buonuscita) né del TFR (Circolare n. 11 del 12 marzo 2001 della Direzione Centrale Prestazioni Previdenziali).

Casi particolari:
LAVORO NOTTURNO
Per l’art.17 della legge 5 febbraio 1999 numero 25 il lavoro notturno non deve essere obbligatoriamente prestato dalla lavoratrice o dal lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile.
TRASFORMAZIONE DEL CONTRATTO DI LAVORO
La legge di riforma del Welfare al comma 44 punto d) 3 prevede che il lavoratore o la lavoratrice convivente di età non superiore ai 13 anni o con figlio convivente con handicap come da articolo 3 della legge 104/1992 abbia la priorità nella richiesta di trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale.
SCELTA DELLA SEDE DI LAVORO
Il genitore che assiste con continuità un figlio disabile ha diritto (art. 33 della legge 5 febbraio 1992 n. 104) a scegliere -ove possibile- la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferito ad altra sede senza il suo consenso.
Inoltre da tenere presente che qualora un lavoratore pubblico con una situazione familiare già esistente che dà diritto ai permessi “ex lege” n. 104/1992, accetti un posto di lavoro fuori dalla propria sede e, di conseguenza, venga lì trasferito, non può poi rivendicare, in via prioritaria, il trasferimento nella vecchia sede per assistere il familiare handicappato (Cassazione sentenza numero 23526 del 2 novembre 2006).
Va inoltre tenuto presente (Tar Lazio sentenza 8639/2005) che la norma che prevede il diritto del parente di un disabile alla scelta della sede di lavoro, non contempla il diritto al trasferimento in corso di rapporto di lavoro ai fini dell’avvicinamento al famigliare bisognoso di assistenza. Il criterio ispiratore della decisione di accordare o meno il beneficio del trasferimento è quello di tutelare le situazioni di assistenza già esistenti, mentre esigenze successivamente insorte a causa della sopravvenienza di uno stato di disabilità non possono trovare soddisfazione in virtù dell’applicazione della previsione legislativa all’art. 33, comma 5, della legge n. 104/92. In particolare, la concessione del beneficio di cui all’art. 33, comma 5, della legge n. 104/92 non può in alcun caso prescindere dal riscontro di una già esistente situazione di assistenza continuativa ovvero dall’attualità dell’assistenza, sicché non può essere concesso ai dipendenti che, non assistendo con continuità un familiare, aspirino al trasferimento proprio al fine di poter instaurare detto rapporto di assistenza continuativa.
Il diritto del genitore o del familiare lavoratore che assiste con continuità un handicappato, di scegliere la sede lavorativa più vicino al proprio domicilio e di non essere trasferito ad altra sede senza il suo consenso, non si configura come un diritto assoluto o illimitato perché detto diritto non può essere fatto valere allorquando, alla stregua della regola di un equo bilanciamento tra i diritti, tutti con rilevanza costituzionale, il suo esercizio finisca per ledere in maniera consistente le esigenze economiche, produttive o organizzative del datore di lavoro e per tradursi, soprattutto nei casi in cui si sia in presenza di rapporti di lavoro pubblico, con l’interesse della collettività.
Cassazione Civile Sez.Unite numero 7845 del 27 marzo 2008
E’illegittimo il trasferimento del lavoratore che assiste un familiare portatore di handicap anche non grave, qualora l’azienda non abbia prodotto alcun motivo che, in un bilanciamento degli interessi, possa giustificare la perdita di cure da parte del soggetto debole.
In particolare, il diritto del lavoratore a non essere trasferito ad altra sede lavorativa senza il suo consenso (articolo 33 comma 5 della legge 104/92) non può subire limitazioni anche allorquando la disabilità del familiare non si configuri come grave risultando la sua inamovibilità – nei termini in cui si configuri come espressione del diritto all’assistenza del familiare comunque disabile – giustificata dalla cura e dall’assistenza da parte del lavoratore al familiare con lui convivente, sempre che non risultino provate da parte del datore di lavoro – a fronte della natura e del grado di infermità (psico-fisica) del familiare – specifiche esigenza datoriali che, in un equilibrato bilanciamento tra interessi, risultino effettive, urgenti e comunque insuscettibili di essere diversamente soddisfatte.
Corte di Cassazione sez. Lavoro – Sentenza numero 9201 del 7 giugno 2012
L’articolo 24 della legge 183/2010 prevede ora che il lavoratore ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina non più al domicilio del lavoratore che presta assistenza, ma al domicilio della persona da assistere.

Avv. Paolo Colombo
Responsabile Centro di Documentazione Giuridica “G. Fucà”
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