Napoli: “Occhio ai bambini” – Campagna di prevenzione delle patologie oculari, di Mario Mirabile

Autore: Mario Mirabile

La Sezione di Napoli dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e la Sezione Italiana dell'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (I.A.P.B.), in collaborazione con l'Assessorato alla Scuola del Comune di Napoli, organizzano dal 19 al 30 novembre 2012 una campagna di prevenzione delle patologie oculari rivolta ai bambini frequentanti la scuola dell'infanzia.

A partire da lunedì 19 novembre , l'unità mobile oftalmica dell'Unione Italiana dei ciechi e degli Ipovedenti di Napoli sarà presente presso 5 scuole del territorio napoletano consentendo agli oculisti di visitare circa 600 bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni.
Questa iniziativa nasce dalla consapevolezza che in Italia, nonostante le diverse campagneinformative di profilassi visiva, esistono ancora sacche di popolazione dove la cultura della prevenzionenon è pienamente arrivata e, dunque, il progetto "Occhio ai bambini", attraverso l'informazione e uncontrollo visivo, mira proprio a tutelare la vista dei più piccoli.

L'obiettivo del check up è l'individuazione precoce delle patologie nella fascia d'età 3-6 anni, cheinterferiscono con il processo di acquisizione dell'immagine compromettendo un normale sviluppo dell'apparato visivo. Vi sono, infatti, anomalie visive che si presentano precocemente e che possono rimanere sconosciute: prime fra tutte, l'ambliopia ("occhio pigro da non uso"). Come è noto, non sempre i bambini riferiscono di avere dei disturbi; sottoponendoli, invece, a un esame che prevede dei semplici test di valutazione del normale sviluppo dell'apparato visivo, del suo corretto funzionamento sia in termini di acuità visiva che di motilità, ogni anomalia che si presenti può essere corretta precocemente evitando che permanga per tutta la vita.

L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti da tempo è impegnata a portare avanti progetti tesi alla prevenzione delle patologie oculari, che se non diagnosticate tempestivamente, possono causare danni a volte irreparabili.

L'oculista di riferimento è il Prof. Vittorio Bongiorno.

Nelle sotto elencate scuole verrà svolta l'attività di prevenzione:
48° Circolo Didattico Madre Claudia Russo (Barra) 19-20/11/2012
Istituto comprensivo 72 Palasciano (Pianura)  21-22-23/11/2012
Virgilio IV (Scampia)       26-27/11/2012
Istituto Comprensivo 78 Cariteo Italico (Fuorigrotta) 28-29/11/2012;
Istituto Comprensivo Russo (Pianura)   30/11/2012.

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a:
Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, via S. Giuseppe dei Nudi 80,
80135 – Napoli.
Tel. 081/5498834-50 fax 0815497953
e-mail uicna@uiciechi.it
Mario Mirabile cell. 3393456120

Costruttori di siti internet ed altro ancora, di Patrizia Onori

Autore: Patrizia Onori

Molti non vedenti ed ipovedenti sono in grado di realizzare siti internet in totale autonomia, avvalendosi di programmi informatici completamente accessibili alle tecnologie assistive disponibili: partendo da tale presupposto, ormai certo, questa attività è indicata come uno dei principali sbocchi lavorativi per chi non vede o vede poco, in sostituzione di quelle occupazioni tradizionali che oggi stanno ormai scomparendo.

Nell'ambito del recente dibattito sulle nuove opportunità lavorative per i disabili visivi, le proposte relative a questa professione sono giunte da più parti, segno che questa è una delle strade percorribili con maggiori possibilità di successo.
Attenzione, però, ai facili entusiasmi: proporre, infatti, ad un datore di lavoro di assumere un webmaster minorato visivo o presentarsi presso un'impresa per ottenere un appalto nel campo della progettazione e nella gestione del sito internet può risultare, per usare una frase oggi di moda, "non competitivo". Il datore di lavoro o l'imprenditore, potendo scegliere tra una vasta gamma di "esperti informatici" reali o autoproclamatisi tali, sarà indotto inevitabilmente ad optare per la persona vedente, che, tra l'altro, è in condizione di gestire con maggiore facilità le parti grafiche del portale.
E' chiaro, quindi, che, se si dovesse realizzare a pieno l'obiettivo dell'accesso dei minorati della vista alla professione in discorso, i vantaggi occupazionali reali potrebbero essere limitati o, comunque, inferiori alle aspettative, a causa di un mercato del lavoro troppo selettivo. Per "battere la concorrenza", occorre offrire qualcosa di più, un servizio più articolato, che tenga conto delle esigenze specifiche dell'impresa, del professionista, del lavoratore autonomo o dell'associazione per conto del quale il sito internet è realizzato.

Navigando in internet, mi sono imbattuta casualmente in un portale che eroga proprio questo tipo di servizi, il sito "professionisti.it": nel messaggio pubblicitario, rivolto ad una specifica clientela, si legge che 20 mila persone ogni anno cercano un avvocato sul web. Non so se tale dato sia inventato o sia il frutto di statistiche realizzate con i gestori dei motori di ricerca, ma quello che importa davvero è che, da queste informazioni, ho tratto lo spunto per alcune riflessioni sulla situazione occupazionale dei disabili visivi.

Si potrebbe esplorare un mondo nuovo, costituendo imprese commerciali o, meglio, cooperative sociali, all'interno delle quali operano esperti in diverse discipline, ofrendo servizi web che vanno dalla realizzazione del sito internet del cliente alla gestione delle newsletter periodiche che questo intende inviare, alla raccolta ed elaborazione di dati statistici e tanto altro ancora.
Un numero sempre maggiore di operatori economici è consapevole che la rete virtuale è diventato il mezzo più efficace per far conoscere i propri prodotti e servizi: partendo da questo presupposto, i minorati della vista, ciascuno in base alle proprie attitudini specifiche, ma riuniti in una o più realtà economiche come le cooperative sociali e, in qualche caso, affiancati da normodotati, possono raggiungere traguardi che in solitudine sarebbero solo un'illusione.

E perché non offrire, accanto ai servizi web, anche un servizio di call center polifunzionale gestito da disabili visivi, per quei clienti che non vogliono attivarne uno specifico nella loro azienda? In fondo le strutture necessarie per tutto ciò sono relativamente poco costose: servono alcuni locali, dei computer, qualche linea telefonica e, soprattutto, tanta voglia di lavorare, affermarsi, dimostrando alle persone incredule e cosiddette normali che non vedere o vedere poco è solo un difetto fisico, spesso facilmente superabile!

Patrizia Onori

Il Forum del Terzo Settore: il welfare diventi una priorità per il Governo, di Anna Monterubbianesi

Autore: Anna Monterubbianesi

Roma 07 novembre 2012 – Si sta delineando, in questa settimana, la nuova versione della 'Legge di Stabilità 2013'. Il Forum del terzo Settore, che nelle scorse settimane ha posto l'attenzione sulle gravissime ripercussioni sociali di alcuni provvedimenti contenuti nel DDL, ribadisce con forza che le istanze sollevate vengano accolte nel testo definitivo al varo del Parlamento.
"Abbiamo riscontrato alcuni significativi passi avanti, effetto delle iniziative di protesta e delle proposte portate nelle audizioni con le Commissioni e con i gruppi parlamentari – dichiara il Portavoce del Forum, Andrea Olivero – ma non sono sufficienti. E' necessario ora vigilare affinché le tante richieste che ancora non hanno ricevuto una risposta vengano tradotte nel nuovo testo e infine approvate. Si tratta di temi sostanziali per il terzo settore, che riguardano moltissimi cittadini, e che devono diventare una priorità anche per il Governo. Basti pensare al fondo di 900 milioni di euro da destinare alle politiche sociali, che da un lato sembra essere stato ripristinato, dall'altro non è ancora ben chiaro come questi fondi saranno articolati, lasciando aperti, allo stato attuale, troppi punti interrogativi su quello che sarà il nuovo testo di legge." 
Ci sono alcuni temi prioritari che il Forum ha già sottoposto all'attenzione del Governo, e che ad oggi sembrano essere stati stralciati, ma sui quali è necessario tenere alta l'attenzione: dall'ulteriore drastico taglio dei fondi nazionali per le politiche sociali, all'effetto combinato dell'aumento di un punto dell'IVA e diminuzione di un punto dell'IRPEF per  le fasce di reddito più basso, all' aumento dell'Iva di 6 punti percentuali sulle prestazioni socio-sanitarie ed educative delle cooperative sociali, accompagnato da un taglio lineare del 10% per cento dei contratti in essere nel settore sanitario. Ancora, il provvedimento che fissa un tetto di 3 mila euro alle detrazioni e la soglia minima di 250 euro per le spese deducibili e detraibili, con effetti retroattivi dal 1 gennaio 2012, provvedimento che avrebbe l'effetto di disincentivare le donazioni per il terzo settore, in un momento in cui ce ne è maggiormente bisogno.
"Ribadiamo ancora una volta – prosegue Olivero – che è necessario non contrapporre il welfare al risanamento economico, ma rilanciare e ripensare il welfare come un importante motore di sviluppo per il nostro Paese. Questo significa introdurre provvedimenti più equi e che tutelino le fasce di popolazione più marginali. Ci auguriamo che Governo e Parlamento siano in grado di trovare soluzioni soddisfacenti e che non ci riservino altre spiacevoli sorprese."
Anna Monterubbianesi
 

Gorizia- Attività culturale – ricreativa della Sezione UICI nel 2012, di Irena Gulin

Autore: Irena Gulin

La Sezione UICI di Gorizia direttamente o attraverso il suo Circolo ricreativo, molto attivo da vari anni, ha organizzato varie manifestazioni durante il 2012.  Due sono state le gite giornaliere proposte dal Circolo durante l'anno: una nella laguna di Venezia e l'altra, ancora da effettuare, ai mercatini di Natale e ai presepi di Vicenza e Verona. Ad ogni gita partecipa numerose persone non vedenti e vedenti che trovano molto positivo il connubio tra cultura e attività ricreativa. Così nella laguna di Venezia hanno visitato le isole di San Francesco del Deserto e il convento francescano, Torcello e la storica basilica, Burano e i merletti. Il tutto è stato completato da un ottimo pranzo a base di pesce.
 La Sezione invece ha organizzato la gita sociale di largo respiro, che ha portato quest'anno i soci in Bretagna e in Normandia con una breve sosta anche a Parigi. Il viaggio è durato otto giorni con larga partecipazione di soci ed amici anche da altre Sezioni regionali e addirittura da Brescia. Le località visitate sono state molte ma citiamo le principali: Vannes, Carnac, Locronan, Ploumanach, Saint Malò, Mont Saint Michel, Baieaux, Rouen e Parigi.  La visita ai menhir di Carnac ha ricordato la storia antichissima, le cattedrali, le chiese, le abbazie e i calvari la storia medievale, le spiagge di Normandia purtroppo la storia moderna. Dal punto paesaggistico invece non si possono dimenticare la costa bretone, i suoi promontori e le sue scogliere.
Il Circolo ha inoltre organizzato durante l'anno incontri, conferenze e pomeriggi ricreativi, gare di briscola, riunioni conviviali e quant'altro. Una delle manifestazioni più gradite dai soci e dagli amici è stata sicuramente la gara di pesca sportiva svoltasi in maggio, che si organizza ormai da 36 anni. E' stato un momento di aggregazione con altre categorie di disabili che hanno partecipato e partecipano sempre a questa giornata. Circa un'ottantina di persone, tra soci, amici e disabili dell'AIAS si sono ritrovate insieme in questa giornata di sport ma anche di svago ed hanno potuto confrontarsi in discorsi frivoli ma anche seri riguardanti la loro disabilità.

Il Presidente Sezionale
Sig.ra Irena Gulin

Permessi 104, di Raffaele Manzoni

Autore: Raffaele Manzoni

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con interpello n. 24 dell'1.8.2012, ha fornito , in risposta ad interpello presentato dalla  Federambiente (Federazione Italiana Servizi Pubblici Igiene Ambientale), il proprio parere in merito alla problematica concernente le modalità di fruizione del diritto ai tre giorni mensili di permesso ex art. 33, comma 3, L. n. 104/1992.  Il quesito verteva sulla possibilità di riproporzionare il permesso in questione, in base alla prestazione lavorativa effettivamente svolta, qualora il dipendente fruitore dei suddetti permessi abbia legittimamente beneficiato di altre tipologie di permessi o congedi a lui spettanti (quali permesso sindacale, maternità facoltativa, maternità obbligatoria, malattia, congedo straordinario invalidi ecc.
) e si sia, pertanto, assentato dal lavoro nell'arco del mese di riferimento. La Federambiente chiedeva, inoltre, se il dipendente che inoltri istanza di permesso ex L. n. 104/1990 per la prima volta nel corso del mese (ad es. il giorno 19) abbia diritto ad un riproporzionamento del diritto in questione ovvero lo stesso debba essere fruito in misura intera.
Si ricorda che il diritto a tre giorni di permesso mensile ex L. n. 104/1992 spetta al coniuge, parente o affine entro il secondo grado, ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Il Ministero ha ritenuto, nella risposta, nelle ipotesi in cui il dipendente, nel corso del mese, fruisca di altri permessi quali ad esempio permesso sindacale, maternità, malattia ecc., che non sia possibile effettuare  un riproporzionamento del diritto ai permessi ex L. n. 104, in quanto trattasi comunque di assenze "giustificate", riconosciute per legge come diritti spettanti al lavoratore. L'intento di garantire alla persona con disabilità grave una assistenza morale e materiale adeguata, anche attraverso la fruizione, da parte di colui che la assiste, dei permessi mensili di cui all'art. 33, della L. n. 104/1992, non sembra possa subire infatti una menomazione a causa della fruizione di istituti aventi funzione, natura e caratteri diversi.
Il principio sopra enunciato ha trovato, peraltro, conferma nella risposta ad interpello n. 21/2011 – riferita alla problematica relativa al riproporzionamento dei permessi indicati in oggetto in base ai giorni di ferie usufruite nel medesimo mese – proprio in virtù della diversa ratio sottesa agli istituti delle ferie e ai permessi di cui al citato art. 33. Ne consegue che il principio espresso dall'INPS con circ. 128/2003 – richiamata dall'istante – secondo cui viene concesso un giorno di permesso ogni dieci giorni di assistenza continuativa e, per periodi inferiori a dieci giorni, non si ha diritto a nessuna giornata, non sembra trovare applicazione nell'ipotesi prospettata. Viceversa, nella diversa ipotesi in cui il dipendente presenti istanza ex L. n. 104/1992 per la prima volta nel corso del mese (ad esempio nel giorno 19), appare evidentemente possibile operare un riproporzionamento del numero dei giorni mensili di permesso spettanti, in base ai criteri indicati dall'Istituto.
 
Prof . Raffaele Manzoni

 

Salerno, una lunga campagna di prevenzione della cecità per promuovere la profilassi della vista ed aiturare a conoscere il mondo dei ciechi e degli ipovedenti, di Vincenzo Massa

Autore: Vincenzo Massa

Prevenzione è la parola d'ordine, che il consiglio provinciale IAPB unitamente al consiglio sezionale UICI " L.Lamberti" di Salerno, per una nuova sfida che si propone per favorire e migliorare la profilassi della vista specie fra i ragazzi che troppo spesso continuano ad arrivare al primo controllo della vista. Un gran numero di volontari fra oculisti, ortottisti e assistenti hanno risposto in maniera positiva all'appello della presidenza dell'UICI salernitana in questa lunga iniziativa che si dovrebbe completare entro il 31 gennaio. I primi 15 giorni, sino al 20 novembre, saranno dedicati alla campagna nazionale promossa dall'IAPB Italia a cui Salerno ha aderito e dunque i primi 3 giorni saranno dedicati alla scuola dell'infanzia  di Salerno a cui faranno seguito tappe negli asili di Montecorvino Rovella, Bellizzi, S.Valentino Torio, Battipaglia e Castel S.Giorgio e solo per queste tappe si conta di realizzare circa 1000 controlli. Chiusa questa iniziativa nazionale si partirà con quella territoriale che oltre ad interessare i ragazzi dell scuole elementari prevede momenti di prevenzione sociale con lo stazionamento dell'unità oftalmica presso posti di lavoro o piazze dei paesi specie quelli interni troppo spesso emarginati da un sistema di collegamenti inesistenti. A queste attività esterne sarà abbinata l'attività del gabinetto oculistico sezionale che dall'Open day dell'11 ottobre ad oggi ha realizzato in maniera gratuita circa 300 controlli. I fatti, dunque, più che le parole e sulla concretezza dei dati che saranno elaborati ci confronteremo con le istituzioni, che si continuano a trincerare dietro la parola crisi e tentano allo stesso momento di svilire e sminuire il grande lavoro di sostituzione che l'Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti, svolge in un territorio complesso come quello di Salerno,  unica associazione che continua ad investire e credere sulla salute e il benessere degli occhi che se trascurati possono diventare costi sociali per l'intera collettività. Non intendiamo arretrare di un solo passo per difendere e tutelare la dignità della nostra categoria che in questi mesi è presa d'assalto da facili scoop e poca voglia di verità. Non lasceremo a nessuno la possibilità di demonizzare le nostre difficoltà o peggio essere trattati come vittime sacrificali delle inetezze e inefficienze altrui. Con coraggio siamo, di nuovo, in campo con il delicato problema della prevenzione e profilassi a cui a risposto  "presente" per il momento l'IAPB Italia e il gruppo di volontari che realizzerà questo ambizioso progetto. 
LE DATE DEL MESE DI NOVEMBRE
5-7 – SALERNO
8-9- 10 BELLIZZI
12-S.VALENTINO TORIO
14-17- MONTECORVINO ROVELLA
15-16- BATTIPAGLIA
19-20 CASTEL S.GIORGIO
23-24- CASTELLABATE
 

Vicenza- Firenze accoglie Soci e simpatizzanti dell’Uici, di Armando Veronese

Autore: Armando Veronese

Si è svolta tra sabato 22  e domenica 23 settembre la tradizionale gita sociale d'autunno della sezione vicentina dell'UICI.
 La meta scelta in quest'occasione, non senza qualche titubanza, è stata la città di Firenze con i suoi straordinari tesori artistici. I dubbi riguardavano soprattutto la fruibilità da parte di non vedenti del grande patrimonio d'arte concentrato per gran parte nella Galleria degli Uffizi, costituito quasi esclusivamente da opere pittoriche. In realtà, grazie ad un'oculata scelta delle sale da visitare, curata con molta attenzione dalle nostre due splendide guide, Francesca, che abbiamo avuto modo di apprezzare solo alcuni mesi fa nel corso della gita nei luoghi carducciani, e Marco, prezioso collaboratore in momenti anche preoccupanti nel corso della visita di un paio d'anni fa a Pisa, il percorso fra le opere d'arte incontrate, per citare solo qualche nome,  di Botticelli, Michelangelo e Leonardo, si è rivelato a tratti addirittura entusiasmante, suscitando  in ciascuno una profonda emozione.
 La visita del centro storico, con i capolavori di Piazza della Signoria e della Loggia dei Lanzi, e poi il Duomo, con il campanile di Giotto ed il Battistero, e poi Ponte Vecchio, Palazzo Pitti e Giardino di Boboli hanno completato una due giorni sicuramente memorabile.
 Memorabile non solo per gli incomparabili tesori che Firenze racchiude, che arricchiscono la mente ed ingentiliscono il cuore, ma anche per l'esperienza che ha legato i gitanti intorno ad un'idea, peraltro sollecitata anche dalla Presidenza Nazionale, che si richiama alla celebrazione dell'anno dell'invecchiamento attivo e della solidarietà fra le generazioni. Ebbene questa nostra uscita ha raggiunto lo scopo previsto, in quanto hanno convissuto e condiviso la medesima esperienza ragazzi di trent'anni ed anziani ultraottantenni.
 Si è trattato di un'esperienza emozionante, a volte anche commovente, quella di constatare come in questo caso  l'arte nelle sue forme più sublimi abbia avuto il potere di unire le generazioni, che nella contemplazione dei molti capolavori ha riconosciuto l'espressione di un'umanità senza dubbio connotata dal genio, ma che è la stessa che lega le persone, oltre la data di nascita indicata nella carta di identità. L'arte quindi come ponte che unisce le generazioni: essa  da un lato ne valorizza le caratteristiche peculiari, ma dall'altro le fa partecipi di valori unici e condivisibili come il gusto del bello e la potenza rigeneratrice dell'arte.
 Con il cuore ricolmo quindi di bellezza e di  emozioni, abbiamo intrapreso la strada del ritorno, allietati dagli interventi comici del nostro Giuliano e dalla lettura di alcuni componimenti della nostra Franca, che dopo i racconti di esperienze vissute in terre lontane, stavolta ha raccontato un viaggio più intimo e familiare, dedicando alcune splendide poesie alla figlia ed alla creatura di cui era in attesa. Il Maestro Luciano Lollato ci ha regalato un altro momento entusiasmante facendoci ascoltare un raro cd del grande Toscanini. Straordinari momenti, quelli che si sintonizzano immediatamente con lo stato d'animo di ciascuno e che muovono le corde più nobili e sensibili dei nostri cuori.
 Chiusura quindi in bellezza, con i sentiti ringraziamenti per la preziosa disponibilità del nostro insostituibile consigliere delegato dott. cav. Urbano Bonato,  del consigliere e presidente del Gruppo Sportivo non vedenti, sig. Claudio Dal Santo, dell'impiegata sig.ra Elisa e dell'autista Daniele.
          Arrivo neanche eccessivamente notturno a Vicenza.
  

L'organizzatore
Cav. Uff.le Armando Veronese

Un po’ per gioco e molto per davvero, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Carissimi,

 è appena calato il sipario sulla manifestazione di mercoledì 31 ottobre, organizzata dalla rete di associazioni "Cresce il welfare, cresce l'Italia", un importante evento da archiviare senz'altro con il segno più.
È stato bello, infatti, sfidare la pioggia e trovarsi lì tutti insieme: le associazioni che si riconoscono nella Fand e nella Fish e le numerose sigle sindacali che hanno a cuore le sorti dello stato sociale, sempre meno sociale e sempre più forte con i deboli e debole con i forti, come testimonia l'azzeramento quasi totale dei fondi relativi al sociale, alla non autosufficienza, all'occupazione dei disabili, al servizio civile volontario ed il carattere punitivo delle nuove tabelle di valutazione della disabilità, in particolare nei confronti degli invalidi civili.
È stato bello essere lì e gridare tutti insieme: "Basta con le prepotenze, basta con le ingiustizie, basta con l'affondare sempre più il coltello nelle ferite di chi deve combattere ogni giorno per evitare l'esclusione sociale!".
È stato bello perché, finalmente, sta passando il messaggio che uniti si vice, divisi si perde.
È triste usare i verbi "vincere" e "perdere" nei confronti del Governo e del Parlamento, istituiti per provvedere al benessere dei cittadini e, in particolare, per garantire le pari opportunità ai più deboli, come si deduce da una lettura, anche distratta, degli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione del nostro Paese. E ancora triste è stato aver dovuto constatare che la maggior parte del peso della manovra economica, prevista dalla Legge di Stabilità 2013, verteva particolarmente su una spesa sociale già ridotta all'osso, come dimostrano i dati relativi alla spesa sociale in Europa forniti dall'ISTAT, secondo i quali l'Italia è all'ultimo posto.
Dunque, ancora una volta la fonte a cui attingere a piene mani, l'acqua salvifica necessaria per risanare i conti del nostro Paese, era il mondo della disabilità, con l'assoggettamento all'IRPEF delle pensioni e delle indennità degli invalidi civili, di guerra e per servizio; con una forte diminuzione delle detrazioni e delle deduzioni e con un altrettanto forte aumento dell'IVA al 10% per quei prodotti e quei servizi per i quali veniva applicato il 4%.
Questa volta i Partiti politici, di maggioranza e di minoranza, sono insorti ed hanno imposto o stanno per imporre nella Legge di Stabilità, che sta movendo i primi passi, sostanziali modifiche, che se portate avanti riducono, almeno in parte, i danni.
Dunque, questa volta i Partiti sono insorti, ma viene spontanea la domanda: lo hanno fatto per senso di responsabilità o perché il prossimo aprile si va a votare?
"Qualche volta a pensare male si indovina". Infatti i disabili e le loro famiglie costituiscono pur sempre un importante serbatoio di voti, che può far pendere la bilancia da una parte o dall'altra. Se dobbiamo dar credito all'aforisma andreottiano, siamo autorizzati a pensare che, passate le elezioni, il nuovo Governo, tecnico o politico che sia, ci imporrà la stessa ricetta che ora siamo riusciti a scongiurare proprio per l'imminenza delle elezioni.
È ormai opinione diffusa in Europa – e forse in tutto l'occidente – che una delle principali cause della crisi economica risieda nello stato sociale; un lusso che non ci possiamo più permettere.
Proprio in questi giorni il candidato repubblicano alla carica di Presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che se mai vincesse Obama, l'America farebbe la fine dell'Italia, proprio perché Obama ha tentato di dar vita a qualcosa di sociale nel proprio Paese. L'attacco allo stato sociale, che in Italia ha avuto il suo momento clou nel periodo della lotta ai falsi invalidi, è destinato a durare; poco importa se il risultato di una tale politica sarà un'emarginazione, un'esclusione sociale dei più deboli.
Non possiamo starcene con le mani in mano sulla riva del fiume ad aspettare che un così perverso disegno giunga a compimento e si affermi una visione del mondo diversa dal solidarismo: il fiore all'occhiello della civiltà mediterranea.
Dobbiamo adottare delle contromisure, innalzare delle barriere a difesa della nostra dignità e dei diritti conquistati in tanti anni di dure lotte e di enormi sacrifici; dobbiamo farlo in nome delle garanzie presenti nella Costituzione del nostro Paese, nella legislazione europea, nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
Occorre un diverso approccio strategico, dobbiamo condizionare la politica o fare politica noi stessi, dal momento che i Partiti non ci rappresentano e non tutelano i nostri interessi di parte. Abbiamo due straordinarie occasioni: l'elezioni del prossimo aprile in Italia e il rinnovo del Parlamento europeo nel 2014. Nella prospettiva di questo evento, la Commissione Europea ha dichiarato il 2013 anno della cittadinanza attiva europea per celebrare il XX anniversario dell'inserimento del concetto di cittadinanza attiva nel Trattato di Maastricht. Il concetto di cittadinanza attiva coincide con quello di democrazia e richiede la partecipazione attiva ai processi decisionali della comunità nella quale si vive in  materia di cultura, sviluppo compatibile, non discriminazione, inclusione delle minoranze etniche, disabilità, parità di genere; espressioni, queste, del complesso dei valori che caratterizza il nostro Continente.
Se vogliamo condizionare i Partiti in occasione delle elezioni in Italia e in Europa dobbiamo esercitare il nostro diritto-dovere di cittadini attivi e pretendere di dare il nostro contributo nello scrivere il progetto politico dei Partiti, chiedendo anche ampie garanzie sulle pari opportunità.
Partendo dal concetto che uniti si vince e divisi si perde, è necessario che tutte le Associazioni di disabili, facenti parte e non di Fand e Fish, elaborino una piattaforma rivendicativa comune e la presentino ai Partiti più importanti, sottoscrivendo accordi che contengono precise clausole di salvaguardia degli interessi decifrabili; chiedendo anche di inserire nelle loro liste candidati disabili, sempre che siano disponibili persone valide. Ove non fosse possibile coinvolgere tutti, si farà con chi ci sta. Nell'ipotesi estrema che non si realizzasse nessun tipo di aggregazione, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti dovrà elaborare la propria piattaforma rivendicativa ed entrare in contatto con i candidati del proprio collegio chiedendo garanzie e promettendo sostegno.
Occorre entrare nell'ordine di idee che la vita è tutta una partita di dare e avere, che ci piaccia o no.
Negli ultimi anni ho registrato un'eccessiva distanza tra noi e la politica e questo ha fatto ricadere sulle spalle di pochi il peso delle rivendicazioni associative.
Prima di concludere queste mie riflessioni sui nostri rapporti con la politica, voglio rendervi partecipi di un'idea che da un po' di tempo mi frulla per la testa; ve ne parlo un po' per gioco e molto per davvero.
I Partiti tradizionali sono in grande affanno, il loro indice di gradimento è sceso ai minimi storici. Il movimento della protesta assorbe solo in parte il numero dei delusi e degli scontenti. Nell'ultima competizione elettorale in Sicilia gli astenuti hanno raggiunto  quasi il 50%, la tutela dei più deboli è all'anno zero; ho la sensazione che ci sia lo spazio per tentare qualcosa di nuovo; ad esempio una lista civica che metta insieme l'Italia della solidarietà, il mondo del volontariato, i disabili, i poveri, i disoccupati che, insieme alle loro famiglie, costituiscono un enorme bacino di potenziali elettori.
Sarebbe una bella avventura, una bella scommessa, chissà, forse un grande salto di qualità e di responsabilità; un atto di arroganza che ci avvicinerebbe sempre di più al traguardo delle pari opportunità.
Sarebbe bello smettere di porgere l'altra guancia, di andare con il cappello in mano a chiedere il rispetto dei nostri diritti.
Forse è un sogno, ma ho sempre saputo che un sogno rimane tale se a sognare è uno solo, ma se diventiamo tanti quel sogno diventa realtà. Forse è un'utopia, ma sappiamo anche che le strade della storia sono costellate di grandi utopie. Sgombriamo subito il terreno da possibili equivoci: non sono mosso da ambizioni personali. La mia età, il mio impegno di Presidente Nazionale dell'Unione, a cui non intendo rinunciare per i prossimi tre anni, non me lo consentirebbero. Tuttavia, qualora questa idea che ho esposto, un po' per gioco e molto per davvero, dovesse incontrare un minimo di consenso, ne sarei contento.
C'è un'altra cosa da chiarire: l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti è e rimane apartitica. Chiunque dovesse far parte dell'ipotetica lista civica, lo farebbe a titolo personale, come ogni altro cittadino italiano.
Non vi ho neppure accennato alla montagna di problemi e difficoltà che dovremmo superare qualora tentassimo di attuare una così pazza idea. Rinuncereste prima di cominciare, perdereste prima di combattere e a me non piace perdere senza combattere.
Dunque una pazza idea, che innegabilmente ha qualcosa di rivoluzionario e di logico insieme, proposta da me, che rivoluzionario non sono, fa certamente scandalo; ma si sa che assai spesso la rivoluzione è figlia dell'altrui prepotenza.
Io credo che la nostra classe politica, arroccata nella cittadella del potere, all'ombra del privilegio, voglia far pagare ai più deboli il prezzo della drammatica crisi economica che attraversa il nostro pianeta.
Di fronte ad una così eclatante manifestazione di egoismo e di arroganza, non si può che ripetere, come un ex Presidente della Repubblica: "No, io non ci sto!".

 

IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele

Incontro con il Ministro della Salute, prof. Renato BALDUZZI

Autore: Tommaso DANIELE

Ieri, 8 novembre, il Presidente Nazionale, prof. Tommaso Daniele, ha incontrato alle ore 20,30, il Ministro della Salute, prof. Renato Balduzzi. Il colloquio è stato molto cordiale ed il Ministro ha prestato attenzione alle problematiche esposte, fra le quali quella presente nella lettera che segue:

"Prof. Renato BALDUZZI – Ministro della Salute

OGGETTO: Fisioterapisti.

Gentile Ministro,

            la Legge 29/1994 disciplina, fra l’altro, il collocamento obbligatorio dei “terapisti della riabilitazione”. Tale figura, per effetto della normativa europea, è stata superata e sostituita da quella del “fisioterapista”. Ora, assistiamo all’assurdo che una figura che non esiste più gode del collocamento obbligatorio, mentre la nuova figura ne è priva.

            Nel tavolo tecnico del 25 ottobre 2012, istituito dal Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, la dr.ssa Strano per il Ministero del Lavoro ed il dr. Leonardi per il Ministero della Salute hanno convenuto che il problema si può risolvere con uno scambio di note tra i due Ministeri con le quali si riconosce che il “terapista della riabilitazione” è stato sostituito dal “fisioterapista”.

            Il giorno 13 dicembre ricorre la Giornata Nazionale del Cieco, vorremmo festeggiarla con la notizia che almeno questo problema, che non richiede spesa, sia risolto per quella data.

            Le chiediamo, quindi, di intervenire con il peso della Sua autorità sul dr. Leonardi affinché acceleri l’iter della procedura.

            In fiduciosa attesa, La saluto cordialmente.

IL PRESIDENTE NAZIONALE – prof. Tommaso Daniele"

 

 

 

Quello che avrei voluto dire a Tirrenia, di Nicola Ferrando

Autore: Nicola Ferrando

L'assemblea dei quadri dirigenti è sempre un momento molto atteso, specie quando avviene in un luogo fisico e non tramite la rubrica Parla con l'Unione, in quanto oltre alle parole si possono cogliere i toni, gli umori, le strette di mano dei partecipanti. I temi in discussione il 19 e 20 ottobre, poi, erano di particolare interesse: dal rapporto tra maggioranza e minoranza interna all'emergenza lavorativa, dall'istruzione dei nostri ragazzi ai percorsi tattili, da una forma di autofinanziamento quale può essere la vendita di una moneta commemorativa di Expo 2015 al riordino delle Province ed alle relative conseguenze sulle nostre strutture territoriali. Avrei voluto dire tante cose durante il dibattito, ma vuoi per l'eccessivo numero di persone che sono intervenute vuoi per l'elevato numero di temi in discussione non ne ho avuto la possibilità. Cercherò quindi di riassumere brevemente le mie idee.

Qualsiasi associazione che si definisce democratica vive al proprio interno un dibattito tra diverse posizioni. L'Unione non si sottrae a questo meccanismo. Forse in passato in nome dell'unità associativa si è cercato di nascondere le posizioni minoritarie, costringendo talvolta chi le sosteneva ad azioni eclatanti, con conseguenti azioni disciplinari che in più di una occasione hanno portato ad espulsioni ed alla nascita di nuove piccole associazioni. Con il congresso del 2010 qualcosa è cambiato: mentre prima i dissenzienti erano per lo più singole persone disorganizzate, non in grado di incidere nel dibattito congressuale, nel 2010 si è creato un gruppo attorno a Mario Barbuto, che ha partecipato all'assemblea precongressuale, che ha organizzato una propria assemblea diffusa in diretta tramite internet, che ha fatto circolare documenti. La Presidenza nazionale ha fatto pervenire a tutti i congressisti un cd contenente la presentazione dei candidati che si riconoscevano in Mario Barbuto, candidato presidente. La trasmissione Quota Novanta di Radio Oltre, la web radio dell'Istituto Cavazza, ha proposto interviste a tutti i candidati. Le aspettative erano dunque molto elevate, ci si sarebbe aspettato un esito congressuale che rispettasse il peso dei numeri sul campo. E invece… la partita è finita 20 a 0, ovvero nessun candidato del gruppo Rinnovamento UICI è risultato eletto in Consiglio nazionale. Ciò è accaduto non tanto perché vi sia stata la distribuzione di "pizzini" contenenti liste di nomi da votare, cosa abbastanza normale in questo tipo di elezioni nelle quali ciascuno preferirebbe essere circondato dai propri collaboratori, ma per il modo scientifico con cui la maggior parte dei presidenti regionali ha gestito il controllo del voto da parte dei delegati. Avrei voluto sentire una parola di autocritica da parte dei dirigenti nazionali, avrei voluto sentire una ammissione di colpa per non aver consentito l'elezione di due o tre rappresentanti della minoranza congressuale, che non avrebbero certamente nuociuto al buon funzionamento dell'associazione, ma anzi avrebbero potuto portare il dibattito nelle sedi decisionali. Ora invece l'unico spazio concesso alla minoranza è quello delle assemblee dei quadri, nelle quali tra l'altro la presenza di persone che si riconoscono nel movimento Rinnovamento UICI è del tutto casuale, essendo legata alle simpatie personali dei presidenti provinciali.

Anche da parte degli esponenti del movimento Rinnovamento UICI avrei voluto sentire parole di autocritica, per non aver saputo mantenere il dibattito all'interno degli organi associativi, per aver cercato di cavalcare la procedura di commissariamento dovuta ad un errore interpretativo commesso dai dirigenti nazionali, parlando invece di "magie di bilancio", come se i consiglieri nazionali avessero nascosto dei soldi o se li fossero intascati. Anche il movimento ha fatto un errore di valutazione quando ha chiesto ai consiglieri nazionali di non votare la delibera che revocava la precedente modifica del bilancio. Insomma, errori ce ne sono stati da una parte e dall'altra in questa brutta vicenda, che poteva portare un grosso danno all'Unione Italiana dei Ciechi e a tutti i ciechi italiani.

Anche la vicenda Vettore, il sistema di guida tattile propugnato dall'Unione, a mio avviso non è stata condotta correttamente da parte della minoranza. Tuttavia non possiamo nasconderci le forti pressioni fatte dalla dirigenza nazionale su una decisione non condivisa dalla base associativa. Fortunatamente ora si va verso una soluzione di compromesso, che speriamo possa portare al Vettore quei miglioramenti che lo rendano più stabile sotto la pianta dei piedi, senza perdere la sua attuale maggiore percepibilità rispetto al Loges.

Per quanto riguarda l'emergenza lavorativa dei ciechi, non posso che complimentarmi con i dirigenti nazionali, che hanno saputo costringere il ministro Fornero ad incontrarci e convincerlo a creare un tavolo tecnico, che speriamo possa trovare soluzioni concrete ed immediatamente applicabili per creare nuovi spazi lavorativi per i nostri giovani.

Era difficile prendere una decisione sulla figura del facilitatore della comunicazione, in quanto l'assemblea conosceva compiutamente solo l'opinione della Direzione nazionale e non i motivi che hanno portato la commissione nazionale istruzione ad immaginare una soluzione diversa, con l'affiancamento del facilitatore all'insegnante di sostegno. Credo però che non si possa prescindere dall'esperienza positiva di molte Amministrazioni Provinciali, che vedono nel facilitatore della comunicazione una figura che supporta l'alunno a casa ed in più collabora con l'insegnante di sostegno per la predisposizione del materiale didattico. Occorre a mio avviso creare sinergie tra l'Amministrazione Provinciale e l'Ufficio Scolastico Provinciale, affinché ciascuno metta a disposizione le proprie competenze e vi sia una circolazione di idee e di buone prassi.

Il riordino delle Province è questione di questi giorni: il Governo ha dato alcune indicazioni alle Regioni, ma si è riservato l'ultima parola sulla soppressione delle Province più piccole, cosa che non rifugge da problemi di incostituzionalità. A tutt'oggi non sappiamo quali province spariranno e se le nuove macroprovince avranno le attuali competenze in materia di integrazione scolastica ed inserimento lavorativo. Resta il fatto che il nostro statuto già prevede le sezioni intercomunali, senza rappresentanza legale e con una struttura più snella, quindi forse abbiamo già lo strumento giuridico per mantenere la nostra presenza capillare sul territorio, senza per questo conservare sezioni la cui gestione sta diventando insostenibile, a causa della sempre maggiore difficoltà di reperire i fondi per stipendiare i nostri dipendenti.

La difficoltà sempre crescente per le strutture periferiche di reperire fondi che ne consentano il normale funzionamento sta spingendo la Direzione nazionale a proporre forme di autofinanziamento, che tuttavia incontrano spesso un timido accoglimento da parte dei dirigenti locali. Anche l'iniziativa della moneta celebrativa di Expo 2015 non si sottrae a questo meccanismo. Per una sezione piccola, con 400 soci o meno, è difficile investire 400 euro per comprare 100 monete che poi se tutto va bene renderanno 600 euro, utili per pagare lo stipendio di una dipendente per 10 giornate lavorative. Forse nelle sezioni più grandi, che possono contare su una vasta rete di collaboratori volontari, il discorso è diverso, ed anche iniziative di questo tipo possono contribuire al sostentamento della struttura associativa.

Nicola Ferrando