Costruttori di siti internet ed altro ancora, di Patrizia Onori

Autore: Patrizia Onori

Molti non vedenti ed ipovedenti sono in grado di realizzare siti internet in totale autonomia, avvalendosi di programmi informatici completamente accessibili alle tecnologie assistive disponibili: partendo da tale presupposto, ormai certo, questa attività è indicata come uno dei principali sbocchi lavorativi per chi non vede o vede poco, in sostituzione di quelle occupazioni tradizionali che oggi stanno ormai scomparendo.

Nell'ambito del recente dibattito sulle nuove opportunità lavorative per i disabili visivi, le proposte relative a questa professione sono giunte da più parti, segno che questa è una delle strade percorribili con maggiori possibilità di successo.
Attenzione, però, ai facili entusiasmi: proporre, infatti, ad un datore di lavoro di assumere un webmaster minorato visivo o presentarsi presso un'impresa per ottenere un appalto nel campo della progettazione e nella gestione del sito internet può risultare, per usare una frase oggi di moda, "non competitivo". Il datore di lavoro o l'imprenditore, potendo scegliere tra una vasta gamma di "esperti informatici" reali o autoproclamatisi tali, sarà indotto inevitabilmente ad optare per la persona vedente, che, tra l'altro, è in condizione di gestire con maggiore facilità le parti grafiche del portale.
E' chiaro, quindi, che, se si dovesse realizzare a pieno l'obiettivo dell'accesso dei minorati della vista alla professione in discorso, i vantaggi occupazionali reali potrebbero essere limitati o, comunque, inferiori alle aspettative, a causa di un mercato del lavoro troppo selettivo. Per "battere la concorrenza", occorre offrire qualcosa di più, un servizio più articolato, che tenga conto delle esigenze specifiche dell'impresa, del professionista, del lavoratore autonomo o dell'associazione per conto del quale il sito internet è realizzato.

Navigando in internet, mi sono imbattuta casualmente in un portale che eroga proprio questo tipo di servizi, il sito "professionisti.it": nel messaggio pubblicitario, rivolto ad una specifica clientela, si legge che 20 mila persone ogni anno cercano un avvocato sul web. Non so se tale dato sia inventato o sia il frutto di statistiche realizzate con i gestori dei motori di ricerca, ma quello che importa davvero è che, da queste informazioni, ho tratto lo spunto per alcune riflessioni sulla situazione occupazionale dei disabili visivi.

Si potrebbe esplorare un mondo nuovo, costituendo imprese commerciali o, meglio, cooperative sociali, all'interno delle quali operano esperti in diverse discipline, ofrendo servizi web che vanno dalla realizzazione del sito internet del cliente alla gestione delle newsletter periodiche che questo intende inviare, alla raccolta ed elaborazione di dati statistici e tanto altro ancora.
Un numero sempre maggiore di operatori economici è consapevole che la rete virtuale è diventato il mezzo più efficace per far conoscere i propri prodotti e servizi: partendo da questo presupposto, i minorati della vista, ciascuno in base alle proprie attitudini specifiche, ma riuniti in una o più realtà economiche come le cooperative sociali e, in qualche caso, affiancati da normodotati, possono raggiungere traguardi che in solitudine sarebbero solo un'illusione.

E perché non offrire, accanto ai servizi web, anche un servizio di call center polifunzionale gestito da disabili visivi, per quei clienti che non vogliono attivarne uno specifico nella loro azienda? In fondo le strutture necessarie per tutto ciò sono relativamente poco costose: servono alcuni locali, dei computer, qualche linea telefonica e, soprattutto, tanta voglia di lavorare, affermarsi, dimostrando alle persone incredule e cosiddette normali che non vedere o vedere poco è solo un difetto fisico, spesso facilmente superabile!

Patrizia Onori