Presentazione candidatura, di Francesca Sbianchi

Autore: Francesca Sbianchi

Credo di poter affermare che, in qualche modo, sono cresciuta grazie all’Unione. Quando nel 2011, all’età di 24 anni, sono diventata coordinatrice del Comitato Nazionale Giovani, per la prima volta mi sono “scontrata” con la complessità di un’associazione.  A una persona giovane può sembrare che le cose siano più semplici di quanto sono in realtà. Infatti, all’inizio non ero capace di indirizzare la mia energia e voglia di fare in modo adeguato. Ho voluto, però, continuare a impegnarmi in questo viaggio appena incominciato, imparando a rispettare l’istituzione che rappresentavo e le doverose procedure da mettere in campo nella proposta di iniziative e servizi, per tutelare sia l’associazione, sia le persone che da quei servizi avrebbero tratto giovamento. Grazie al Comitato Giovani, che è stato come una palestra, sono maturata e ho potuto svolgere il ruolo che mi era stato affidato, accompagnata da alcuni “maestri” che mi facevano notare non solo quando sbagliavo, ma anche quando facevo bene le cose.

Guidata dalla mia natura curiosa e intraprendente, mi sono messa in gioco, senza rifiutare le proposte che mi arrivavano, cercando di trarre il massimo dalle opportunità, perché sentivo che era fondamentale, per me e per aiutare gli altri. Posso dire che è stato un vero percorso di formazione, in cui osservavo da vicino il modo di lavorare, attraverso incontri che hanno contribuito a “costruire” le mie competenze e accrescere la consapevolezza dell’importanza della serietà dell’impegno all’interno di una associazione.

Mi sono avvicinata alle attività internazionali, partecipando a scambi giovanili e seminari all’estero che mi hanno permesso di allargare i miei orizzonti e di vivere concretamente ciò che avevo studiato per la mia laurea in Relazioni Internazionali.

Dal 2015 mi sono impegnata a livello locale, in qualità di presidente regionale UICI e I.Ri.Fo.R. dell’Umbria e di consigliere nella sezione territoriale di Perugia: ho lavorato per la costruzione dell’autonomia economica delle realtà territoriali dell’Umbria, concentrandomi su progettazione e fundraising, ottimizzazione della gestione associativa e costruzione di una rete tra le strutture e i dirigenti associativi, oltre a dedicare energie, risorse e passione alla formazione, la sensibilizzazione, i percorsi abilitativi e riabilitativi per le persone con disabilità visiva, gli operatori, gli insegnanti e le famiglie.

Grazie alla fiducia accordatami, sono diventata referente delle politiche giovanili e sono passata da “beneficiaria/utente” delle attività internazionali, a coordinatrice dell’Ufficio Relazioni Internazionali della Presidenza Nazionale. In questi ultimi cinque anni, grande è stato l’impegno nel settore, perché è importante apprendere gli uni dagli altri attraverso lo scambio di buone prassi, aprirsi a più ampie prospettive, ad ambiti e modelli di formazione diversi da cui è possibile ricavare nuovi spunti per la promozione e la tutela dei diritti delle persone con disabilità visiva. Il lavoro è stato declinato in tante attività e iniziative, in collaborazione, tra gli altri, con l’Unione Europea dei Ciechi (EBU), l’Unione Mondiale dei Ciechi (WBU), il Forum Europeo della Disabilità (EDF) e con le Istituzioni europee. Non bisogna dimenticare, infatti, che molte delle normative che possono fare la differenza per le persone con disabilità sono emanate in ambito comunitario. Potrete trovare una relazione sintetica delle attività svolte dall’Unione attraverso il suo Ufficio Relazioni Internazionali nella sezione dedicata del sito UICI.

Prima di accogliere l’invito a candidarmi, mi sono chiesta tante volte se sarei stata all’altezza. Quello che penso di poter dare all’Unione è la passione, l’impegno e la dedizione, la freschezza delle idee che una persona giovane può avere.

Che cosa vorrei per l’Unione nei prossimi cinque anni? So che spetta al Congresso dare l’indirizzo sul percorso da seguire, ma, sia che io venga eletta oppure no, come socia auspico:

  • Che sia una priorità per l’Unione dedicarsi a trovare soluzioni a sostegno dei giovani con disabilità visiva nella ricerca di un’occupazione soddisfacente: si tratta di un elemento essenziale, la cui importanza va al di là dell’indipendenza economica, per permettere ai nostri ragazzi di realizzarsi come persone ed essere cittadini tra i cittadini, uguali agli altri nei diritti e nei doveri, in grado di dare un contributo proattivo alla società. Pur essendo consapevole che c’è una grande maggioranza di soci anziani e che bisogna continuare ad essere loro vicini tutelandone i diritti e fornendo servizi, ritengo che le esigenze dei giovani nell’ambito del lavoro non possano essere trascurate.
  • Che prosegua l’impegno dell’Unione a livello internazionale, rimanendo così aperti, in sinergia e stretto contatto con le principali associazioni europee e mondiali (come anche auspicato dalla Commissione Nazionale per le Relazioni Internazionali nel suo documento reperibile sul sito istituzionale, nella sezione dedicata al 3° seminario tematico di avvicinamento al XXIV Congresso).
  • Che si lavori per creare una cultura dell’ipovisione, per arrivare a un più pieno riconoscimento di questa disabilità “invisibile”, e che si dedichi maggior considerazione e attenzione alle istanze degli ipovedenti, per giungere a una provvidenza economica e a un’accresciuta tutela nella collocazione lavorativa.
  • Che l’I.Ri.Fo.R. entri in rete con altri istituti che si occupano di riabilitazione, formazione e ricerca a livello europeo, con l’obiettivo di conoscere e riportare buone prassi nel territorio e allo scopo di migliorare i percorsi riabilitativi per le persone con disabilità visiva: pur essendo, di per sé, l’I.Ri.Fo.R.  portatore di elevato valore, non bisogna trascurare l’opportunità di aprirsi alle novità e al cambiamento.
  • Che la nostra Presidenza Nazionale continui a essere vicina ai territori, cercando di portarli tutti a poter offrire lo stesso livello di servizi, garantendo, se le condizioni economiche lo permetteranno, la copertura dei costi di almeno un’unità di personale per ogni sezione.
  • Che attraverso l’individuazione di obiettivi comuni, FAND, FISH e le associazioni che ne fanno parte possano rafforzare il Forum Italiano sulla Disabilità (FID), che potrebbe essere l’organismo adatto per arrivare a un movimento della disabilità veramente unitario a tutti i livelli, in ambito internazionale e nazionale.
  • Che si interagisca in rete con le associazioni del Terzo settore, oltre che per acquisire maggiore visibilità, per costruttive e fruttuose “contaminazioni” e collaborazioni.

Per concludere, ritengo che la nostra Unione possa crescere valorizzando appieno le proprie risorse interne per metterle in atto fruttuosamente, rimanendo aperta alla proattiva interazione e collaborazione con le altre associazioni della società civile e sarei onorata di poter dare il mio contributo a questo percorso a beneficio delle persone con disabilità visiva.

Presentazione candidatura, di Adriano Capitolo

Autore: Adriano Capitolo

Sono nato ad Asti il 4 marzo 1970, cresciuto in uno dei 118 piccoli comuni della provincia astigiana.

Vivo a Roatto, in cima a una delle tante colline del Monferrato, dove  risiede  la produzione delle eccellenze vinicole. Appena ventenne, in seguito alle gravi ferite causate da un’esplosione rischiavo  di perdere la vita. Mentre negli stadi si disputavano i mondiali di calcio  “ITALIA 90”, io mi giocavo la partita più difficile di tutte contro la morte. Ma non era ancora la mia ora! I medici e il buon Dio fecero miracoli, così mi salvai. 

Qualche giorno dopo l’operazione agli occhi, l’oculista che mi visitò, dopo aver rimosso le bende non poté fare altro che pronunciare l’infausta sentenza: cecità assoluta da entrambi gli occhi. A quel punto mi crollò il mondo addosso. Mi resi conto  che  non avrei mai più rivisto la luce del giorno.  Il  volto dei miei genitori e  delle mie sorelle  e quello  della mia  ragazza erano ormai  preclusi per sempre. Anche il  viso  del  mio primo nipote, che sarebbe nato da li a poco, era perso. La mia vita era ormai distrutta, i miei sogni, i miei progetti, le mie passioni, tutto finito in quel terribile boato. Scoppiai in un interminabile pianto interrotto solo da singhiozzi e che finì  solo quando, ormai stremato senza più lacrime e con l’effetto dell’ulteriore dose di morfina, mi addormentai. L’affetto e l’amore della famiglia, la vicinanza delle amicizie e le persone che conobbi  durante il ricovero  mi  aiutarono a uscire   da quell’incubo. Ricordo tutti i  ragazzi e le  ragazze della mia età e non solo, accomunati da un destino crudele che ci aveva portato via una o più parti del nostro corpo e allo stesso tempo la spensieratezza e la gioia di vivere, tipica della gioventù! 

Grazie  a  loro trovai la forza di reagire e non lasciarmi trascinare nel baratro della depressione. Quante volte allora come  ora, mi sono sentito dire che sono stato  fortunato! Come no……! Ho solo perso la vista, la mano destra e parzialmente la sinistra!

Se non è fortuna questa!

Prima di essere dimesso, iniziai un lungo percorso riabilitativo fatto di sedute  concentrate principalmente sulle funzioni percettive e tattilo plantari nonchè vestibolari. 

 Non fu facile riappropriarsi dell’equilibrio senza più nessun riferimento visivo, ma pian piano  con la fisioterapia, tornai ad acquisire una posizione eretta, e con l’ausilio di supporti ripresi a deambulare.

Tornato a casa dopo giorni e giorni di esercizio e sedute di fisioterapia, di nascosto, camminando lentamente, appoggiandomi ai muri entrai in garage. A tentoni, Tra le auto parcheggiate, cercai   di riconoscere la mia ford fiesta. Brancolando nel buio Per un tempo che sembrava infinito, urtando dappertutto,  avevo l’impressione di essere una pallina in un flipper. Dopo un po’,  con il braccio, che tenevo davanti a me, cercando di proteggere le ferite, urtai  contro lo   spoiler che riconobbi essere quello della mia Ford acquistata subito dopo aver conseguito la patente, un anno e mezzo prima.

 Ci girai intorno tenendo il braccio appoggiato alla carrozzeria e raggiunsi la portiera, che, con quel che era rimasto della mano sinistra, ancora con le bende a proteggere le ferite, con fatica e non poco dolore riuscì ad aprire. Seduto al posto di guida, cercai i pedali, d’istinto il piede destro si posò  sull’acceleratore. In quella posizione mi sentivo come se avessi visto, avevo ben presente la posizione di tutti i comandi, allungai il braccio sinistro fino a raggiungere il volante che cercai di afferrare, mentre con il destro mi dirigevo verso la leva del cambio per controllare che non vi fosse la marcia inserita. Nel tentativo di afferrarne il pomello, mi resi conto che non avevo più la mano. Tanta era la voglia di sentire il rombo del motore che ci passai sopra e spostando il braccio verso il volante andai a cercare la chiave che sapevo di trovare già inserita nel nottolino. Intanto, nel dubbio che il cambio non fosse in folle e come buona regola di sicurezza con il piede sinistro premevo la frizione, mentre con la  destra cercavo la chiave per avviare, ma era ancora quella mano che non avevo più ad impedirmi  di ruotare la chiave fino all’accensione. Continuai ad ignorare tutti quei segnali che contrastavano  inesorabilmente con   la mia passione per la meccanica e i motori. Iniziai a premere l’acceleratore come se il motore fosse acceso, ad ogni colpo di acceleratore risuonava nelle mie orecchie il sound di quegli alti e bassi che vedevo dalle oscillazioni della lancetta del contagiri.

Ma fu chiaro che quei momenti erano solo delle suggestioni. La realtà era che non avrei avuto  più alcuna autonomia. Avevo perso la libertà di andare a prendere la fidanzata, di andare al cinema, in  discoteca, non avrei più potuto uscire con gli amici, andare a giocare a biliardo, o a vedere i rally. In quel momento si aprì una nuova profonda ferita nel mio cuore e scoppiai  nuovamente a piangere.  La mia vita non l’avrei più vissuta da protagonista ma solo da spettatore!

 Era un giorno di fine settembre quando mi presentarono l’unione italiana ciechi, i servizi che offriva, le molteplici attività che organizzava. Mi parlarono del Braille, del sintetizzatore vocale oltre che dei numerosi ausili tattili o vocali per l’autonomia dei ciechi. In quel momento mi sentii  mancare il respiro, tutto riconduceva alla cecità, a quella condizione nella quale in quel momento di grande fragilità psicologica mi chiedevo se valesse la pena vivere. Quel mio stato di sofferenza non passò certo inosservato, tante vero che insistettero più volte nell’invitarmi a partecipare agli incontri dove avrei potuto conoscere persone nuove con le quali scambiare esperienze di  vita. Infine nel presentarmi i percorsi formativi finalizzati all’occupazione. trovai anche lavoro, infatti dal 14 luglio 1993 sono alle dipendenze dell’amministrazione provinciale di Asti, dove ancora oggi svolgo la mansione di centralinista e collaboro con i colleghi dell’ufficio relazioni con il pubblico. Con il passare dei mesi, la dipendenza da altri che mi accompagnavano quotidianamente a lavoro, inizio a pesarmi tanto che sentivo sempre più forte la voglia di potermi muovere autonomamente. Nel 1995, frequentai  il 1º corso di orientamento e mobilità  organizzato  dall’unione italiana ciechi di Asti. Immensa era la gioia che provai al termine di quel percorso che mi  insegno a muovermi con il bastone, ad orientarmi, ad utilizzare gli autobus e i treni. Avevo recuperato molta di quella libertà che “di botto”, nel vero senso della parola, avevo perso il 14 giugno di cinque anni prima. Così ritrovai  l’autostima, la sicurezza e la voglia di vivere. 

  Nel 1996 Venni eletto consigliere sezionale. In questi 24 anni dopo il secondo mandato da consigliere dell’Unione e della FAND di  entrambe sono stato eletto presidente. Ho inoltre ricoperto l’incarico di presidente dell’IRiFor, del comitato IAPB e di vice presidente dell’UNIVoC. Mentre a  livello regionale sono stato consigliere e successivamente presidente del Consiglio Regionale,  Presidente dell’IRi For e componente della FAND Piemonte. Attualmente sono presidente del Comitato IAPB di Asti, componente dell’UNIVoC, componente della Direzione Regionale UICI e vice presidente della FAND Piemonte.

Evidentemente l’incontro con l’Unione Italiana Ciechi segnò l’inizio della mia seconda  vita.

Credo nell’importanza del lavoro di gruppo, infatti dal 2000 mi occupo di autonomia: coordinatore del comitato provinciale e dal 2005 coordinatore a livello regionale.  I primi progetti, non solo cronologicamente ma anche perché disponibili su tutto il territorio nazionale, sono stati gli SMS vocali sviluppati con la TIM e successivamente  i  bancomat con guida vocale,implementati con   l’alta leggibilità sviluppati in sinergia con Intesa Sanpaolo e la società NCR. Ho promosso l’istituzione della commissione abbattimento barriere architettoniche e sensoriali presso la provincia di Asti. In tale ambito come componente ho offerto consulenze per la progettazione accessibile di numerose opere:

Istituto scolastico Andriano, la prima scuola che ancora oggi in Piemonte è l’unica ad essere totalmente accessibile. 

Il MOVICENTRO (stazione degli autobus)  E MOVILINEA (fermate dei bus)di Asti e provincia.

Sono inoltre stato delegato a rappresentare l’ente, partecipando alla stesura dei piani di zona per i servizi socio-assistenziale E al tavolo per lo sviluppo del turismo accessibile presso la regione Piemonte.

Come rappresentante UICI ho inoltre dato consulenze all’ASL , per il nuovo ospedale “CARDINAL MASSAJA” e per le case della salute. Al Comune di Asti per la zona 30, gli uffici anagrafe e servizi sociali oltre che per alcuni  attraversamenti pedonali con semafori acustici ed ancora per l’istallazione dei dispositivi audio visivi per gli annunci sugli autobus. Ho contribuito all’istallazione del percorso tattile presso l’agenzia 1 della CR Asti. La vocazione vinicola nel 2006 ha portato   alla  realizzazione di etichette in braille. Grazie alle 1000 bottiglie di “Barbera d’Asti”, donate da una cantina si realizzò un’etichetta celebrativa del 60º di fondazione della sezione astigiana che riportava le scritte in braille.

A livello regionale con il costante coinvolgimento dei componenti il comitato, ho promosso e contribuito alla realizzazione del manuale delle Best Practice per l’accoglienza turistica ” PER VEDERE OLTRE”, www.uicpiemonte.it.  

Ho collaborato con il politecnico di Torino contribuendo alla redazione del manuale “PROGETTARE PER TUTTI”, edizione 2011, Aracne editore.

Ho dato consulenze a RFI e 100STAZIONI per l’accessibilità delle principali stazioni piemontesi e alla Regione Piemonte per il costruendo grattacielo.

Ho promosso e collaborato ad organizzare con il finanziamento dell’Anci Piemonte, quattro seminari formativi per tecnici e progettisti in tema di abbattimento barriere, P.E.B.A. e P.A.U. 

Ho per anni partecipato all’osservatorio regionale per il trasporto. in tale ambito ho avuto la possibilità di contribuire alla stesura del capitolato d’appalto per la gara di assegnazione del servizio di trasporto pubblico locale.

Ho partecipato, su delega della FAND NAZIONALE, alle consultazioni e audizioni presso l’autorità di regolazione dei trasporti per la definizione del regolamento sanzionatorio per le violazioni dei regolamenti UEE. 

Come vice presidente regionale della FAND, ho promosso l’istituzione del tavolo per il miglioramento  dell’accessibilità e fruizione del TPL, dal quale, è talaltro scaturita l’attività ispettiva. Inoltre ho partecipato al tavolo regionale per la definizione delle nuove linee guida per i progetti di vita indipendente contribuendo ad inserire tra i beneficiari anche i disabili sensoriali.

O più volte partecipato a consultazioni di organi legislativi regionali esprimendo pareri e proponendo emendamenti.

Nel 2008 con il supporto e la partecipazione della Commissione Nazionale o organizzato, Inserendola nel programma di “MONDIORING”, manifestazione cinofila di carattere mondiale, la “Giornata Nazionale del cane guida”, ad Asti.

Non sono mancate le occasioni di progettare  oltre che in campo riabilitativo, corsi di orientamento e mobilità, informatica, cucina, autonomia personale e domestica con programmi individualizzati per pluriminorati.

Di formazione per insegnanti di sostegno e assistenti extra scolastici.

Per la prevenzione della cecità, mi sono dedicato a screening itineranti, rivolti alla popolazione adulta ma anche ai bimbi della scuola materna per la prevenzione dell’ambliopia. In questo ambito ho conosciuto le complesse dinamiche di partecipazione ai bandi di enti pubblici e fondazioni private.   

Partecipando alla commissione tripartita ho promosso un corso di aggiornamento per centralinisti occupati, che, pur essendo previsti dalla legge 113 in Piemonte non erano mai stati realizzati prima. Il corso è stato finanziato con il fondo sociale europeo. 

Recentemente  ho organizzato un corso online per  l’utilizzo del home banking di Banca intesa, tramite l’app “MOBILE”.  Ho  trovato anche il tempo da dedicare a quella che è sempre stata una passione, la velocità! A 27 anni ho messo per la prima volta gli sci ai piedi con i quali ho pian piano preso confidenza scendendo dalle più facili alle più adrenaliniche piste nere fino a partecipare a delle gare di gigante.

Ho pedalato con il tandem, ho provato l’ebbrezza del volo con il deltaplano e successivamente ho  volato con apparecchi ultraleggeri. Non  poteva mancare la passione per i motori, che mi ha portato alla guida di un Go cart sul circuito della pista winner, non disdegnando le più lente e faticose camminate estive sui sentieri di montagna. 

Avendo perso la mia autonomia  personale e quindi la libertà di movimento, e dopo averla faticosamente recuperata, ritengo che senza autonomia non vi può essere una vita indipendente.

 Per questo ritengo che l’accessibilità del trasporto pubblico e della tecnologia touch screen dovranno essere una priorità.

Grazie per avermi letto.

Presentazione candidatura, di Vincenzo Massa

Autore: Vincenzo Massa

Amiche ed amici, sintetizzare in poche parole le attività e le esperienze è difficile ma, proverò a farlo, cercando di esprimere le sensazioni e le emozioni che mi pervadono nel presentare la mia candidatura a tutti voi. La mia vita è stata costellata di incontri ed episodi che, al momento, sembravano slegati dal contesto che stavo vivendo ma che, in seguito, hanno segnato una svolta per la mia vita. La mia natura di albino, con implicazioni gravi di ipovisione, fino al diploma non ha mai pesato sulla mia vita ed il mio modo di essere, grazie a compagni di scuola straordinari e insegnanti che dallo scrivere alla lavagna hanno aggiunto, per loro sensibilità, l’accompagnamento della voce al loro racconto. Finito quel periodo è arrivato il momento di fare i conti con la realtà e l’accettazione dei limiti che la condizione fisica mi poneva. Arriva la scelta di frequentare il corso di centralinista, mandando in soffitta il sogno di fare della radio libera il mio lavoro e, da quel momento, parte il mio viaggio nel mondo dell’Unione. Durante la frequenza del corso da centralinista, molto spesso, il punteruolo era sostituito da un fischietto perché, in quegli anni difficilissimi, le manifestazioni di protesta erano quasi quotidiane. Frequentando la sezione napoletana dell’Unione, ho avuto la fortuna di conoscere un grande presidente, il compianto Francesco Coppola, che spesso mi faceva partecipare, come osservatore, ad iniziative nazionali UIC, facendomi vivere anche la grandissima esperienza congressuale e da lì il fu quasi normale trovarmi nella rappresentanza della penisola sorrentina, aiutare l’allora rappresentante zonale ad assistere i soci. Una bella esperienza durata qualche anno fino a quando ho incontrato la donna della mia vita, Pierangela, donna straordinaria, all’epoca vice sindaco della sua città, Sapri, impegnata nel sociale, con la passione in comune delle radio libere, lei dirigeva ed era proprietaria di Radio Golfo Sapri, storica emittente del golfo di Policastro, cambiavo città, cambiavo provincia e la mia iscrizione all’UIC passava da Napoli a Salerno. In quegli anni di grande impegno sindacale, l’Unione era presente, prima per lo sciopero di tutti i centralinisti dell’allora Banco di Napoli, grazie a quell’azione molti lavoratori della categoria riuscirono ad andare in pensione con condizioni molto favorevoli sino al 1997, poi per la presenza costante nei miei discorsi e nei lavori preparatori alle piattaforme contrattuali per il contratto dei bancari. Piccoli segnali certo ma si parlava anche del nostro sodalizio. Nel 1995 la vita regala alla mia famiglia la gioia grande dell’arrivo di Ermelinda una figlia meravigliosa e straordinaria che Pierangela ha arruolato, dopo pochi anni, come volontaria accompagnatrice, anche se in quegli anni era la Cisl, che mi aveva affidato nel 1995 l’incarico di responsabile zonale del golfo di Policastro, a tenermi impegnato in un’esperienza che mi ha dato tanta formazione ed esperienza. Nel 1997, dopo che la crisi economica del 1992-93 ci aveva privato della radio, vengo accolto nella grande famiglia dell’ordine dei pubblicisti, grazie al lavoro di corrispondente dal golfo di Policastro. In quegli anni l’UIC sembrava quasi essersi allontanata dalla mia vita ma nel 2000, grazie alla Cisl, mi trovo ad essere in commissione per l’esame della qualifica di centralinisti, che si svolgeva presso la sede dell’associazione di Salerno. Un altro grande presidente ,il compianto Tommaso Sica, mi invita come esperto ad un’assemblea provinciale dei centralinisti, prima di coinvolgermi come consigliere provinciale, poi come vice presidente sezionale e consigliere regionale, dove ho la fortuna di incontrare il prof. Pietro Piscitelli che mi ha aiutato a conoscere l’associazione, accompagnandomi poi nell’esperienza di presidente sezionale e ,al contempo ,inserendomi nell’ufficio di presidenza regionale per conoscere un altro livello della nostra associazione, con la responsabilità della gestione. I 10 anni di presidenza provinciale all’UICI di Salerno, compresi gli 8 di presidente provinciale della FAND, sono stati meravigliosi e fantastici , mi hanno consentito di entrare in tantissime case di nostri soci.La provincia di Salerno la giravo in continuazione perché ho sempre ritenuto che il  primo compito di un dirigente fosse quello di ascoltare, conoscere  andando  a bussare alle porte di casa dei soci più bisognosi, per far capire che l’Unione non dimentica nessuno. Anche se l’impatto iniziale era stato forte, l’organizzazione del raid in pedalò del 2005, cosa che si ripeterà poi nel 2010, e l’ospitalità nella mia provincia di quello in tandem, nonostante fossi stato appena eletto, i settori del lavoro, dell’istruzione, della prevenzione della cecità, il rilancio delle attività delle rappresentanze, sono state un banco di prova molto importante. Dal 2007 la direzione del centro di trascrizione regionale e la responsabilità del campo di riabilitazione estiva hanno assorbito il pochissimo tempo libero che restava delle mie giornate. Nel 2009 riuscivo a concludere il percorso universitario con la laurea in Scienze della Comunicazione, la realizzazione di un altro sogno. In quegli anni l’incontro con tanti ragazzi e con le loro famiglie, molto spesso il primo incontro vedeva quasi sempre mamme piangenti, mi rendeva sempre più consapevole che il primo nemico da battere era la solitudine e quindi ci voleva più tempo e attenzione nell’ascolto. Grazie alla catena di rapporti istituzionali e alle tante manifestazioni organizzate sul territorio, la sede provinciale riacquistava autorevolezza e visibilità, finanziamenti per nuove progettualità sperimentali e, dopo tanti anni di zero assoluto, un buon numero di avviamenti al lavoro. Siamo al 2015 quando vengo eletto presidente UICI della Campania, con una situazione drammatica da affrontare e problemi in tutti i settori aggravati dal grave scenario economico di tutto il paese con il quale facevamo i conti da anni. Nello stesso anno il congresso riconferma alla presidenza Mario Barbuto che, in un pomeriggio del 2016, mi intrattiene in un colloquio sui problemi associativi e mi propone di collaborare con il collegio dei sindaci nazionali dell’I.Ri.For., cosa strana di quella telefonata è stata la domanda conclusiva “Quanto ti manca per andare in pensione?”. Quella telefonata mi è ritornata alla mente nel 2018 quando il presidente Barbuto mi ha dato, anche se in circostanze tristissime perché ci aveva appena lasciato l’amico Francesco Fratta, l’onore di poter coordinare l’attività del centro nazionale del libro parlato, mentre da qualche mese collaboravo attivamente al Corriere dei Ciechi. Un anno esaltante di lavoro che mi ha consentito di conoscere tantissime persone e sezioni della nostra Unione. Gli impegni aumentavano perché la responsabilità nazionale richiedeva una presenza fissa e costante a Roma, era appena stato avviato il progetto di distribuzione del libro parlato attraverso le sedi territoriali e si stava iniziando ad approntare il centro di registrazione nazionale su Modena. A questo aggiungiamo la voglia di riaprire una finestra su l’esterno con la ricerca sul territorio nazionale di nuovi donatori di voce ed uno degli strumenti utilizzati è stato quello di essere presenti con gli altri enti dell’Unione a mostre e fiere nazionali. Nel 2019 arriva il passaggio all’ufficio stampa, a quel punto il pensionamento non può più essere rimandato, e si apre la sfida della comunicazione interna ed esterna. Qualche piccolo cambiamento nella realizzazione delle riviste, quella più rilevante del Corriere dei Ciechi ha portato alla completa produzione interna di questo fondamentale organo ufficiale dell’Unione, valorizzando collaborazioni e risorse interne. La ricostruzione di rapporti esterni con i media ci ha consentito di recuperare spazi di attenzione su tutti i canali media nazionali e locali, senza trascurare i canali social.  L’aumento degli abbonati alle riviste, unitamente al contributo sull’editoria, ci spingono ad immaginare che abbiamo intrapreso la strada giusta per veicolare le idee, i messaggi e i progetti della nostra Unione. Quando, come dice il presidente Barbuto, mi hanno fatto lo “scherzo” di candidarmi al consiglio nazionale, le sensazioni e le emozioni sono state tante. In primo luogo so bene che mi candido a non essere più rappresentante di un solo territorio ma bensì di 107 per cui le questioni affrontate dovranno trovare soluzioni, possibilmente, per tutti. Non da meno è l’onore di essere rappresentante nazionale di un’autorevole e storica associazione qual’è l’Unione. Ancora una volta non mi chiederò il perché di questa nuova chiamata ma proverò, in silenzio, a mettere a disposizione del progetto associativo del presidente Barbuto, le competenze e le esperienze sin qui maturate. In silenzio e con grande umiltà continuerò a lavorare ,affinché nei prossimi 5 anni l’Unione possa raggiungere quanti più traguardi è possibile per completare quella trasformazione e riposizionamento che le consentano di raggiungere quelle pari opportunità a cui si sono ispirati i nostri padri fondatori, cento anni fa, continuato con forza e passione da tanti uomini e donne che hanno dedicato la loro vita a questa causa. Una responsabilità grande a cui manca un tassello importantissimo da parte di tutti voi signori congressisti, il vostro gradimento e l’accettazione della mia candidatura, attraverso il conferimento del vostro sostegno ed il vostro consenso che ricambierò con la passione, il lavoro e la lealtà verso questo straordinario progetto di “Insieme per l’Unione”. Grazie a tutti per la fiducia che vorrete accordarmi.

Presentazione candidatura, di Nicola Stilla

Autore: Nicola Stilla

Sono Nicola Stilla, sono nato ad Altomonte, in provincia di Cosenza, il 30 dicembre del 1962 e ho perso la vista a nove anni a causa di un glaucoma congenito. Sono iscritto all’Unione dal 1978.

Dal 1982 al 2015, anno in cui sono andato in pensione, ho svolto la professione di centralinista telefonico in diversi istituti bancari, prima in provincia di Pavia poi a Milano. Sempre nel 1982 ho inaugurato la mia attività politica all’interno dell’Associazione, come consigliere della Sezione provinciale di Pavia, per poi ricoprirne la carica di Presidente dal 1991 al 2005. Dopo sette anni di vice-presidenza regionale, nel 2005 sono stato eletto Presidente del Consiglio Regionale Lombardo dell’Unione, ruolo che ho ricoperto per tre mandati, fino al settembre 2020.

In tale veste, ho potenziato la struttura regionale, implementandone le risorse umane ed economiche, con lo scopo di rafforzarne il ruolo nei confronti degli Enti pubblici e privati della regione Lombardia e di farne una struttura di efficace supporto alle attività delle nostre strutture territoriali.

In questi quindici anni di presidenza regionale, ho seguito con passione i lavori della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) lombarda, che ho avuto l’onore di presiedere dal 2012 al 2020. Nel periodo della mia presidenza, la FAND ha consolidato il proprio ruolo di rappresentanza verso gli Enti pubblici e privati ed avviato un proficuo rapporto di collaborazione con Regione Lombardia: tale rapporto ha portato alla costituzione di un’ATS per la gestione di importanti progetti (SpazioDisabilità e ExpoFacile) per conto dell’amministrazione regionale.

Durante la mia carriera associativa, ho svolto svariati incarichi negli enti collegati all’Unione, come il Consiglio di Amministrazione I.Ri.Fo.R. della Lombardia, del quale ho ricoperto la carica di Presidente per i quindici anni della mia presidenza regionale U.I.C.I., e del quale sono ora Direttore Scientifico Regionale per volontà dell’attuale dirigenza; fin dai primi mesi del mio incarico in qualità di presidente dell’I.Ri.Fo.R. Lombardo mi sono impegnato a dare nuova linfa all’attività dell’Istituto, soprattutto nell’organizzazione di iniziative di carattere riabilitativo rivolte ai soci più giovani, dalla prima infanzia all’adolescenza. Oggi I.Ri.Fo.R. ha un’attività continuativa e costante: mi preme qui ricordare un progetto  che ho voluto fortemente ed oggi rappresenta un servizio apprezzato e conosciuto, quello di Intervento Precoce, rivolto alle famiglie con piccoli con disabilità visiva in età prescolare. Sempre nell’ambito dell’I.Ri.Fo.R., dal 2011 al 2015 sono stato Componente del Consiglio di Amministrazione Centrale.

Dal 2008 sono Presidente del Club Italiano del Braille: fin dall’inizio ho operato affinché il Club organizzasse, in occasione della Giornata nazionale del Braille (di cui alla legge dello Stato n. 126/2007), almeno un’iniziativa pubblica di sensibilizzazione della popolazione in merito all’utilità e all’attualità del codice Braille. Oggi l’appuntamento con le celebrazioni della Giornata Nazionale è diventato un appuntamento fisso in almeno due città del territorio nazionale.  

Parallelamente alla mia attività all’interno dell’Unione, ho ricoperto incarichi anche in altri contesti associativi ed istituzionali: dal 2007 sono Presidente dell’Associazione Italiana Amaurosi Congenita di Leber (IALCA), che si occupa di promuovere la conoscenza e la ricerca connessa a questa rara malattia causa di minorazione visiva. Come Presidente, ho contribuito organizzando iniziative e convegni ed istituendo una borsa di studio in memoria del fondatore dell’associazione. Dal 2005 al 2015, sono stato inoltre Componente del Comitato Scientifico del Centro di Neuroftalmologia dell’età evolutiva per minorati della vista dell’Istituto Neurologico “Casimiro Mondino” di Pavia, e del Comitato Scientifico del Centro di Riabilitazione Visiva per Ipovedenti della Fondazione “Salvatore Maugeri” di Pavia.

Oltre ad aver conservato la presidenza del Club del Braille e dell’Associazione IALCA, attualmente, sono Consigliere Delegato del Consiglio Regionale lombardo dell’Unione, Consigliere della Sezione territoriale di Brescia e, come sopra esposto, Direttore Scientifico dell’I.Ri.Fo.R. regionale. Infine, ricopro attualmente il ruolo di Commissario Straordinario della Sezione territoriale di Monza Brianza.

Ho deciso di candidarmi al Consiglio Nazionale dell’Unione nella lista “INSIEME PER L’UNIONE” – MARIO BARBUTO – PRESIDENTE NAZIONALE perché, sulla base dell’esperienza maturata nei vari anni di militanza nell’Unione, ritengo di poter dare un contributo all’associazione anche a questo livello, soprattutto nell’ambito dell’Istruzione, della riabilitazione e dei problemi delle persone con disabilità complessa. Offro quindi la mia disponibilità e, qualora essa sarà condivisa dalle delegate e dai delegati al 24° Congresso nazionale dell’Unione, assumerò l’incarico con la passione, la dedizione e il senso di responsabilità che hanno da sempre caratterizzato la mia vita associativa.

Presentazione candidatura, di Samantha De Rosa

Autore: Samantha De Rosa

Il presente testo è rivolto a tutti i congressisti, chiamati a scegliere i nuovi componenti del Consiglio Nazionale subentrante. A tal proposito, è mio desiderio redigere questa nota, anche in considerazione del fatto che taluni membri di codesto consesso, non hanno ancora avuto modo di fare la mia conoscenza; mi pregio pertanto di menzionare i seguenti dati:

Nome: Samantha

Cognome: De Rosa

Età: A tutt’oggi non ho raggiunto il mezzo secolo!

Percorso di studio: ho frequentato la scuola primaria e secondaria, nel periodo in cui venivano poste le basi per l’avvio dell’inclusione scolastica. La strada indubbiamente appariva in salita, poiché molte procedure oggi consolidate all’interno del sistema scolastico, erano all’epoca totalmente da implementare. Nonostante ciò, ho conseguito la licenza linguistica con ottimi risultati. Solo a metà anni 90 ho frequentato il corso di fisioterapia a Firenze, a conclusione del quale, ho subito trovato l’impiego che svolgo attualmente.

Altre occupazioni: sono molto dedita alla pratica sportiva, non elencherò tutte le discipline a cui mi sono avvicinata, accenno solo che nel 2010 ho iniziato a frequentare un corso di judo, e nel 2016 mi è stata conferita, a fronte di un esame regionale, la cintura nera 1° dan. L’anno successivo ho potuto sperimentare la scherma per non vedenti, che mi ha dato l’opportunità di svolgere attività agonistica ed inoltre, in virtù di un progetto dedicato, mi è stato consentito di prendere parte alla delegazione italiana che, di concerto con altre quattro nazioni, ha elaborato un regolamento univoco, al fine di un potenziale inserimento nelle discipline paralimpiche.

Anche il canto è una mia grande passione. Nel 2014 ho visto la realizzazione di un sogno che da tempo tenevo nel cassetto: partecipare in qualità di artista al Premio Braille!

La candidatura a consigliera nazionale rappresenterà un banco di prova nel quale mettermi in gioco, come già precedentemente fatto in qualità di consigliera sezionale, nonché componente del comitato nazionale giovani e successivamente del comitato nazionale fisioterapisti e massofisioterapisti, settori che ho pertanto avuto modo di approfondire. Auspico quindi di potermi cimentare anche in altri ambiti, così da crescere assieme alla squadra che si formerà, mettendomi a disposizione di tutti coloro che necessitano un sostegno.

Lealtà, buona volontà, dedizione e confronto saranno i pilastri del mio operato.

Presentazione candidatura, di Linda Legname

Autore: Linda Legname

CANDIDATA AL CONSIGLIO NAZIONALE

LISTA “INSIEME PER L’UNIONE” – MARIO BARBUTO – PRESIDENTE NAZIONALE

Sono nata a Gela, nella Sicilia più meridionale, su quelle spiagge d’Italia che guardano l’Africa di là dal mare. Sono cresciuta ipovedente da sempre. In un mondo dove la cecità era ignorata e nel quale ho dovuto abituarmi a usare il mio modesto residuo per vivere una vita da “vedente”. Ho frequentato l’Università e ho preso la laurea in Scienze della Formazione nel 2007, quando già lavoravo da diversi anni come centralinista in ospedale, prima a Enna e poi a Gela. Il diploma di centralinista l’ho preso in un corso intensivo a Siracusa nel 1997in una esperienza personale che mi ha portato per la prima volta a contatto con i ciechi e i loro problemi di mobilità, studio, lavoro… I miei problemi di vista mi hanno condotto a frequentare da sempre ospedali e oculisti, fino al 2011 quando ho dovuto sottopormi a un intervento delicatissimo per salvare i miei occhi. In quel periodo entrai in contatto con l’Unione, in particolare a Caltanissetta dove conobbi Alessandro Mosca e Renzo Minincleri che mi hanno tenuto per mano nei miei primi passi dentro la nostra associazione. Entrai nel Consiglio sezionale e divenni vice presidente, come responsabile della rappresentanza di Gela.

Ricordo quella rappresentanza che mi diede all’impatto una stretta al cuore per il senso di immobilità e di rassegnazione che vi regnava. Troppe spese, pochissimi risultati, frequentazione minima. Tanto che Minincleri, allora Commissario della sezione di Caltanissetta,  mi accordò un breve periodo di verifica dopo il quale avremmo dovuto procedere alla chiusura in caso la situazione non avesse dato segni di cambiamento. Con la passione che mi riconosco, mi gettai a capofitto in quell’impresa, per risollevare le sorti della rappresentanza gelese e soprattutto con il desiderio di offrire a tanti nostri soci di quel territorio il punto di riferimento che meritavano. Soprattutto presi a occuparmi della scuola e dei nostri alunni, dando senso a una vocazione di sempre. Cominciammo consulenze nelle scuole frequentate da bambini e ragazzi ciechi e ipovedenti e ponemmo attenzione particolare per la pluridisabilità aggiunta alla cecità, che cominciavo a constatare molto più frequente di quanto si possa immaginare. La rappresentanza fu mantenuta. Cambiammo sede e raccogliemmo presto decine e decine di adesioni che oggi ancora manteniamo. Nell’ultima assemblea, per esempio, ben una quarantina di soci sono venuti a votare, molto di più di tante altre grandi e medie sezioni del nord e del sud. Nel 2015 fui rieletta in Consiglio a Caltanissetta e fui riconfermata vice presidente. Ma una sera di fine agosto del 2014 era accaduto un episodio strano: il presidente nazionale Mario Barbuto era venuto in visita al nostro campo estivo della Sicilia per trascorrere un paio di giorni insieme a noi e ai ragazzi. Nel corso di uno spettacolo ideato dai ragazzi e dagli operatori, il presidente prese la parola per salutare i presenti e tra l’altro parlò della necessità di rinnovare i quadri associativi. Buttò lì una battuta dicendo che Linda Legname poteva ben figurare nel futuro Consiglio Nazionale e, perché no, anche in Direzione? Dimenticai presto quell’episodio, presa nella quotidianità dei problemi della sezione e della sua Rappresentanza di Gela, ma nel settembre, a un paio di mesi dal congresso, il presidente mi propose la candidatura al Consiglio Nazionale. Di lì l’elezione in Congresso e, sempre su proposta del presidente, la successiva elezione nella Direzione nazionale dell’Unione.

Cinque anni intensi dei quali devo essere grata per sempre all’Unione per avermi consentito di fare tanta esperienza, imparare molto del nostro mondo associativo e della realtà che ci circonda. All’inizio forse la prova più difficile. Certamente la più dura. Commissario straordinario del Consiglio Regionale della Sicilia dal marzo 2016 al maggio 2017. Subito opposta ai mostri sacri dell’Unione.  Contrastata, combattuta e osteggiata da loro con ogni mezzo e in ogni modo. Solo la vicinanza attiva e solidale dell’intero corpo associativo e in primis del Consiglio Nazionale e della Direzione mi hanno permesso di andare avanti a passo deciso e di raggiungere gli obiettivi che mi erano stati assegnati. Circa tremila soci/non soci cancellati dagli anagrafici sezionali. Contributi regionali pubblici incrementati. Stamperia regionale mantenuta sotto il controllo dell’Unione e inizio della battaglia per la salvezza del Centro Helen Keller di Messina a rischio bancarotta. Oggi il centro è ritornato a vivere.

Iniziata con circa due anni di ritardo la mia attività vera a li vello nazionale, grazie a una conoscenza personale tra i senatori della Repubblica, ottenemmo la presenza dell’Unione al tavolo tecnico del ministero della salute sulla prevenzione della cecità e il presidente volle che fossi io stessa a rappresentare la nostra Associazione in quella sede, insieme all’altro componente della Direzione adoriano Corradetti, con il quale cominciai a condividere il coordinamento della commissione ipovisione. Il risultato favorì la mia inclusione nel “dipartimento Politico” dell’Unione dove mi occupai in particolare del recupero del finanziamento alla Federazione pro ciechi per la realizzazione del Centro per la pluridisabilità. Dall’inizio del 2018, per incarico della Direzione, cominciai a occuparmi di progettazione e raccolta fondi. Presto ci venne approvato dal ministero del lavoro il progetto “Net-In Campus” del valore di circa 460 mila Euro relativo ai nostri campi abilitativi estivi. Con la raccolta fondi cominciammo a sviluppare alcune, piccole campagne soprattutto in occasione del 5 X1000 e del periodo di Natale. Nel febbraio del 2019, a seguito di un accordo operativo tra Biblioteca di Monza e Federazione pro ciechi, promosso dalla nostra presidenza nazionale, ho assunto l’incarico di coordinamento dei Centri di Consulenza Tiflodidattica per favorire una gestione unitaria e interventi omogenei sull’intero territorio nazionale. Verso la fine del 2019, ci è stato approvato il progetto che abbiamo voluto denominare “Bloom Again: tutti i sensi hanno colore”, del valore di 2,4 milioni di Euro, con il quale stiamo coinvolgendo cinque nostri consigli regionali e alcuni mediapartners di grande prestigio come la Biblioteca di Monza, gli istituti dei ciechi di Milano, Bologna, Genova e Roma, la Federazione pro ciechi e altri ancora. Oltre 570 utenti minori coinvolti e tante utili risorse trasferite sul territorio. Da marzo 2020 ho coordinato la commissione Istruzione, risollevando forse lo spirito e la voglia di fare dei suoi componenti. Ho deciso di riproporre la mia candidatura al prossimo congresso, nella speranza che i congressisti vogliano considerarla con benevola indulgenza e positivo riscontro, perché ritengo di dover proseguire la mia esperienza associativa in ambito nazionale, dove abbiamo attivato tante iniziative e dobbiamo raccogliere i semi, tirare i fili dii quanto abbiamo seminato e costruito. Per i risultati raggiunti, devo ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine e che mi hanno aiutato in questi anni sotto il profilo professionale e umano, in primo luogo il mio Presidente. Se il congresso mi concederà la possibilità di proseguire questa mia esperienza associativa per un secondo quinquennio, umilmente ritengo di poter dare ancora qualcosa all’Unione e contribuire, nel mio piccolo piccolo, certo insieme agli altri, a raggiungere quegli obiettivi che tutti noi consideriamo essenziali come percorsi più certi e garantiti di inclusione scolastica, risposte più credibili e dignitose per la pluridisabilità grave, una Unione che metta al centro della sua attenzione i soci, i ciechi, gli ipovedenti e i loro problemi.

Tanta è ancora la strada da fare e, con modestia e umiltà, ritengo di poter ancora offrire la mia spalla, la mia mano, la mia passione al servizio di una causa nata cento anni fa e che si esaurirà solo quando la cecità sarà bandita dal mondo.

Presentazione candidatura, di Giuliano Frittelli

Autore: Giuliano Frittelli

Sono Giuliano Frittelli nato nel 1964 a Viterbo, ho frequentato l’Istituto per ciechi Augusto Romagnoli di Roma, una realtà indimenticabile, dove ho acquisito la voglia di fare, trovare soluzioni, e di come e quanto sia importante essere autonomi per una persona non vedente o ipovedente.

Dopo gli studi ho cominciato a lavorare in vari ambiti, pubblici e privati, ognuno dei quali mi ha formato in differenti settori, consentendomi di acquisire competenze sempre diverse, e grazie all’attività sindacale svolta, ho compreso l’importanza di una rappresentatività nell’ambito lavorativo e non solo.

Durante quello stesso periodo essendo appassionato di computer e tecnologia, frequentai uno dei primi corsi di informatica presso l’Istituto Cavazza di Bologna, dove compresi subito che la tecnologia giocava un ruolo fondamentale nel supportare molte attività delle persone non vedenti, e così cominciai sin dagli anni ‘80 a collaborare con le associazioni di settore, avendo l’opportunità di testare e sperimentare nuovi ausili man mano che essi venivano realizzati.

Ricordo l’emozione, la prima volta in cui ho potuto leggere una pagina di un libro acquisita tramite uno scanner.

Se fino a quel momento vedevo l’Unione come punto di riferimento, arrivò il giorno in cui ho capito che anche io potevo aggiungere il mio contributo e la mia esperienza acquisita fino ad allora.

Così nel 2005 decisi di candidarmi ed entrai nel Consiglio della Sezione Provinciale di Roma.

Mi dedicai alle riviste sezionali, applicando le nuove tecnologie e rafforzando il loro ruolo di mezzo per veicolare e scambiare informazioni tra associazione e iscritti.

L’allora Presidente Prof. Marcello Iometti, mi assegnò il compito di organizzare corsi e insegnare informatica ai soci, ma anche far conoscere gli ausili, facendo comprendere loro come utilizzarli, insomma da quel momento fui sobbarcato di richieste da parte di soci, che desideravano di poter accrescere la propria autonomia nelle attività quotidiane.

Ho sempre pensato che essere Presidente Sezionale a Roma fosse molto impegnativo, e quando nel 2010 i soci di Roma mi hanno dato il proprio consenso, eleggendomi, mi resi subito conto, di quanto fosse vero, ma al contempo mi resi anche conto di quanto fosse fondamentale partecipare alla causa comune, per trasferire ad altri non vedenti e ipovedenti, quelle opportunità che fino ad all’ora l’Unione aveva offerto a me, o per difendere quei diritti che l’Unione aveva conquistato per me.

Ebbene mi appassionai, e presi a cuore molte situazioni, così da quel 2010 ad oggi sono Presidente della Sezione di Roma.

Nel tempo ho ricoperto altri incarichi associativi che mi hanno consentito di agire in uno spettro più ampio, consentendomi di acquisire ulteriori competenze, in particolare:

  • Sono stato Vice Presidente Regionale nell’ultima consigliatura;
  • ho ricoperto l’incarico di Vice Presidente della Fand di Roma;
  • sono stato componente del Comitato di Programmazione e Sorveglianza del Centro Regionale S. Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi;
  • in ambito nazionale sono stato: nel 2010 componente della Commissioni Ausili e Tecnologia e dal 2015 al 2020 componente delle Commissioni Autonomia e Servizio Civile.

Credo che sia importante lavorare in team, perché in squadra si possono trovare più soluzioni, esaminando vari punti di vista e suddividendo il lavoro.

I risultati ottenuti mi hanno dato ragione.

Ad esempio alcuni dei risultati più apprezzati dai soci di Roma, sono stati:

  1. il nuovo trasporto disabili, che pur con le sue criticità, ha permesso a tutti i nostri soci che ne avevano diritto e che ne hanno fatto richiesta, di averlo;
  2. stimolare i vari musei di Roma sull’accessibilità culturale favorendo una sana concorrenza che ha consentito ad oggi di avere una buona scelta culturale fruibile da tutti, e che in futuro favorirà il turismo accessibile nella nostra città;
  3. alcuni corsi per il personale sanitario del Policlinico Umberto I sulla disabilità visiva.

Oltre ai grandi temi istituzionali, e di segretariato sociale, la mia attività di Presidente territoriale si è concentrata sui servizi ai soci, compilazione di modulistica, supporto digitale (richiesta Spid, richiesta carta d’identità elettronica, aggiornamento servizi on line, formazione, ecc).

Grazie ai nostri volontari siamo riusciti, in questa fase emergenziale e drammatica, oltre a fornire accompagnamenti, a effettuare consegna farmaci, ritiro ricette, e spesa alimentare.

Ho sempre ritenuto che ascoltare i nostri soci sia fondamentale perché fa parte del nostro essere unione. Cercare di stare vicino ai nostri anziani facendogli conoscere i nuovi ausili, e soprattutto ascoltandoli.

Oltre ai grandi temi istituzionali, vorrei portare in ambito nazionale:

AUTONOMIA

1) esportazione del protocollo d’intesa tra Roma capitale e le associazioni dei disabili sull’accessibilità dei trasporti pubblici, già portato nell’ambito della Regione Lazio. Potrebbe diventare uno strumento di lavoro importante anche per le altre regioni;

2) partecipare ai tavoli dove vengono scritti i parametri di riferimento nazionali sui mezzi di trasporto, strumenti tecnici ecc;

3) cercare di trovare soluzioni di usabilità per ciechi e ipovedenti nell’ambito degli elettrodomestici, favorendo le attività quotidiane dei nostri soci.

SANITÀ

  1. Il tema della sanità come ben sapete è stato sempre importante, ma oggi è diventato fondamentale. L’accesso al pronto soccorso per un non vedente o per un ipovedente è drammatico se non assistito, trovando spesso personale non formato sulla disabilità visiva;
  2. importante è anche la formazione del personale sanitario riguardo alla disabilità visiva, oggi molto superficiale;
  3. accessibilità degli strumenti sanitari informatici, come del resto prevista dalla Legge Stanca.

LAVORO

  1. Potenziamento dei tirocini per disabili, permettendo ai nostri ragazzi di conoscere il mondo del lavoro e sfatare alcuni pregiudizi che ostacolano l’ingresso verso le attività produttive;
  2. cercare di ricreare la commissione tripartita nelle regioni, tra centro dell’impiego, aziende, associazioni, consentendo un approccio più organico e funzionale ai centri per l’impiego e alle graduatorie del collocamento;
  3. formazione dei nostri soci in attesa di occupazione per dare maggiori opportunità lavorative.

SUPPORTO AI TERRITORI

  1. Servizi di consulenza nazionali, che aiutino i dirigenti locali nel loro lavoro;
  2. un centro per gli acquisti nazionale che consenta di avere costi agevolati, su utenze e forniture di strumenti;
  3. convenzioni, con altre realtà di supporto;
  4. alleggerimento delle attività amministrative delle sezioni.

RIABILITAZIONE

  1. Cercare di sostenere con più efficacia tutti coloro che perdendo la vista hanno necessità di un sostegno a 360 gradi (psicologico, tecnico, riabilitativo).

Ringrazio tutti i dirigenti locali e nazionali che sino ad oggi hanno messo le loro competenze e il loro tempo a disposizione di noi tutti e ci hanno permesso di crescere e di dare dignità ai non vedenti e ipovedenti.

Un ulteriore ringraziamento va ai volontari, ed ai nostri dipendenti senza dei quali non potremmo portare avanti nessuna iniziativa.

Sono un Presidente di provincia, anche se opero su Roma, perché credo che la trama principale del nostro tessuto associativo siano i soci e il rapporto con essi.

Concludo queste poche righe dando la mia disponibilità e se vorrete io ci sarò.

Presentazione candidatura, di Alina Pulcini

Autore: Alina Pulcini

Sono Alina Pulcini, ho 51 anni, sono nata e vivo a Civitanova Marche, una bella cittadina affacciata sull’Adriatico, in provincia di Macerata. Sono laureata in Lettere Moderne e Scienze del Servizio Sociale e lavoro nel Centro per l’Impiego della mia città.

Sono iscritta all’Unione da circa 25 anni, introdotta da Vanda Dignani alla quale dedico un pensiero affettuoso e riconoscente. Sono stata Consigliera nella Sezione Territoriale di Macerata e mi sono occupata in prevalenza di giovani, sport e turismo. Sempre per Macerata sono stata nel consiglio di amministrazione dell’I.Ri.Fo.R mentre dal 2015 e fino al mese scorso ho ricoperto il ruolo di Presidente regionale dell’Uici delle Marche.

Grazie a questo incarico ho avuto la possibilità di toccare con mano la condizione in cui vivono le persone non vedenti e ipovedenti della mia regione, ho conosciuto e approfondito i loro problemi, gli ostacoli grandi e piccoli che ognuno affronta ogni giorno. E con tutti i mezzi che come Unione abbiamo avuto a disposizione, ho cercato di attenuarli e, quando possibile, di risolverli. Ogni momento comune, dall’evento culturale a quello sportivo, dal corso formativo ai tirocini lavorativi, è stato prezioso e ha accorciato le distanze nei confronti dei nostri obiettivi.

Nel corso di questi anni ho accresciuto le mie competenze sia dal punto di vista normativo che nel rapporto con le istituzioni, con il mondo dell’associazionismo e con la rete del Terzo Settore: attori indispensabili per creare punti di forza necessari a costruire un Paese che sia davvero per tutti.

Prediligo il lavoro di squadra e la collaborazione e questo mio modus operandi l’ho tradotto nella gestione quotidiana della presidenza regionale, nel rapporto con le sezioni territoriali e nei confronti dei diversi partners che di volta in volta hanno collaborato ai numerosi progetti portati a termine.

Ho molto a cuore i nostri giovani, la loro autonomia e il loro diritto all’istruzione: credo che l’inclusione scolastica sia uno dei temi più importanti su cui impegnarsi, specialmente in un periodo tanto complesso come quello che stiamo affrontando a livello globale. Perché da una buona istruzione dipende spesso il destino di una vita: tutti i giovani devono avere la possibilità di accedere a ogni grado di istruzione, con gli stessi strumenti.

E’ molto importante, poi, garantire loro una adeguata formazione che segua gli studi a cui si sono dedicati: trampolino di lancio per il mondo del lavoro che, grazie alla tecnologia sempre più presente nel nostro quotidiano, oggi apre nuovi mondi e possibilità impensabili fino a qualche anno fa.

Credo molto nella comunicazione e nei nuovi strumenti che la facilitano. Nel corso del mio mandato come presidente della UICI delle Marche ho dedicato lavoro e risorse specifiche alla comunicazione e alla gestione dei social: intuizione che si è rivelata preziosa soprattutto nella scorsa primavera quando, nel momento in cui ci siamo ritrovati tutti chiusi in casa, soli con le nostre paure, le attività promosse in rete sono state vissute come spazi di profonda condivisione, riuscendo spesso ad alleviare l’isolamento quotidiano causato dal Covid 19.

Ho accettato con entusiasmo la sfida a candidarmi per il Consiglio Nazionale e, se me ne sarà data la possibilità, metterò le mie competenze ed esperienze al servizio dell’Unione, indipendentemente dalla mia elezione.

Il secondo secolo della nostra Unione sta muovendo i primi passi faccia a faccia con una crisi senza precedenti che aggiunge complessità ai già tanti traguardi ancora da raggiungere. Credo sia compito di ognuno di noi offrire il proprio contributo affinché i diritti delle persone non vedenti e ipovedenti siano sempre parte dell’agenda di Governo, ad ogni livello, in ogni singola istituzione.

Presentazione candidatura, di Barbara Leporini

Autore: Barbara Leporini

In qualità di candidata alla carica di consigliere nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, eccomi qua per presentarmi e raccontarvi qualcosa di me.

Sono toscana, vivo a Lucca dove sono nata, e lavoro a Pisa. Ho una formazione in informatica, con una laurea in vecchio ordinamento in Scienze dell’Informazione, una laurea specialistica in Informatica, ed un dottorato di ricerca in Informatica, titoli tutti acquisiti presso l’Università di Pisa. Ho ottenuto anche una idoneità a professore di II fascia al Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa.

Fin dall’inizio del dottorato, svolgo attività di ricerca in informatica presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa, dove sono ricercatore in Informatica presso l’istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione (ISTI).

Svolgo da molti anni per enti pubblici e privati attività di docenza su tematiche di accessibilità e tecnologie volte a favorire l’autonomia delle persone con disabilità. In particolare, all’Università di Pisa sono attualmente docente titolare del corso di “Tecnologie Assistive per la didattica” nel corso di laurea di Informatica Umanistica, e sono codocente nel corso di “Tecnologie Didattiche per l’Inclusione” nel corso di laurea di Scienze della Formazione Primaria. Sono relatore in numerose tesi di Informatica Umanistica, lavori che consentono di approfondire con gli studenti stessi molte tematiche sull’accessibilità.

Inoltre, partecipo come esperto di accessibilità in molteplici commissioni e gruppi di lavoro, attività che mi ha consentito di portare tematiche di accessibilità in numerosi ambiti e settori a vari livelli.

Venendo all’ambito associativo, ho iniziato all’età di 23 anni come docente nei corsi di alfabetizzazione informatica e di aggiornamento per l’I.Ri.Fo.R., prima a livello locale, poi regionale e nazionale, sia per persone non vedenti, che persone vedenti che operano a favore della categoria. Dal 2008 ricopro il ruolo di direttore nell’agenzia formativa I.Ri.Fo.R. Regionale accreditata presso la Regione Toscana, e sono componente del CDA dell’I.Ri.fo. Regionale e provinciale.

Nell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, sono stata consigliere provinciale e regionale, fino a ricoprire il ruolo di vice presidente regionale (dal 2007 al 2010) e di presidente regionale (nel quinquennio 2010-2015).

A partire dall’esperienza maturata in questi anni nell’associazione, sono ora a presentare la mia candidatura a consigliere nazionale. Le motivazioni che mi portano a questa candidatura sono dettate dalla convinzione di dare la propria disponibilità a contribuire, per quel che sarà possibile, alle attività utili per la categoria. Credo nell’associazione, e per questo ho sempre cercato di esserci e collaborare.

Negli anni 2000 ho avuto modo di rappresentare da un punto di vista tecnologico l’Unione in numerosi tavoli tecnici e gruppi di lavoro su accessibilità presso la Presidenza del Consiglio e Ministeri. Tra questi, ricordo i lavori della commissione tecnico-scientifica che hanno portato alla definizione e stesura delle linee guida di accessibilità della cosiddetta Legge Stanca, così come i lavori delle audizioni mirate all’uso di tecnologie e metodologie per incrementare l’autonomia delle persone con disabilità visiva. Mi piacerebbe molto poter portare tale esperienza in analoghe situazioni, ciò al fine di poter contribuire a vari livelli in ambito di accessibilità e diritti.

Presentazione candidatura, di Rodolfo Masto

Premessa

Care colleghe e Cari colleghi congressisti, in un clima di grande confusione e incertezza causati dall’aggravarsi dell’emergenza sanitaria e dalla conseguente crisi economica siamo responsabilmente chiamati a scegliere chi guiderà l’Unione a livello nazionale nei prossimi cinque anni.

Le modalità previste per questo congresso non ci consentono il contatto fisico, ma l’amicizia e la stima reciproche ci faranno superare anche questa difficile situazione mettendoci nella condizione di operare le scelte migliori nel superiore interesse dei Ciechi italiani.

Fortunatamente, tra le tante incognite, dovute anche al particolarissimo momento il Presidente Mario Barbuto ha accettato di ricandidarsi, assicurando all’Unione la necessaria continuità amministrativa e una lungimirante guida politica anche nei prossimi anni.

Condividendo il disegno strategico di Mario, relativamente al futuro dell’Unione, ho accettato con entusiasmo e riconoscenza di far parte della sua lista.

Con questo spirito vi sottopongo il mio curriculum, affermando fin d’ora che la professionalità l’esperienza maturate saranno come sempre al servizio dell’Unione sempre e comunque.

ESPERIENZA PROFESSIONALE

1992-2002         Responsabile dei rapporti con la Pubblica Amministrazione della Società Agip Petroli S.p.A. in Lombardia – Gruppo ENI

1988-1992         Coordinatore del settore permessualistico (rilascio di permessi, autorizzazioni, concessioni, ecc.) dell’Agip Petroli di Milano – Gruppo ENI

1977-1987         Vice capo servizio distribuzione della Società Covengas, in seguito denominata Agip Covengas

1972-1977         Impiegato Settore Servizi Generali Covengas (Shell poi ENI)

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

1970-1971         Diploma Istituto Professionale per Ciechi “Carlo e Giulia Milani” di Brescia

1972-1973         Seminari formativi a cura del Gruppo Royal Dutch (Shell)

dal 1974            Formazione periodica presso Centro Studi Castelgandolfo a cura del Gruppo ENI

COMPETENZE PERSONALI

Competenze comunicative

Dal 1992 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti (elenco dei Pubblicisti). Ha collaborato e collabora con numerosi periodici e mensili, in particolare:

  •   è Direttore responsabile del periodico “Lucemagazine”
  • è stato componente del comitato di direzione del periodico “Vincere”, Direttore responsabile del periodico “Vivereinsieme” e ha collaborato con “Vivere Oggi” (testata del Comune e della Provincia di Milano specializzata nelle tematiche rivolte all’assistenza degli anziani, al disagio giovanile e all’integrazione degli handicappati)

Competenze organizzative e gestionali attuali in Enti pubblici e Organismi privati

  • Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano Onlus
  • Presidente del Consiglio di Amministrazione della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi Onlus
  • Componente della Commissione Centrale di Beneficenza della Fondazione Cariplo
  • Componente del Consiglio di Amministrazione di Banca Intesa San Paolo Assicura
  • Componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione LIA – Libri Italiani Accessibili Onlus
  • Componente della Consulta per le persone con disabilità del Comune di Milano

Competenze organizzative e gestionali concluse in Enti pubblici e Organismi privati

  • Presidente del Consiglio Direttivo dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Milano Onlus
  • Componente del Consiglio Regionale Lombardo dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus
  • Commissario Straordinario e legale rappresentante dell’Istituto dei Ciechi di Milano
  • Presidente della Fondazione “Golgi-Cenci”, ente che svolge attività di ricerca scientifica sull’invecchiamento cerebrale, con particolare riguardo per i meccanismi dell’invecchiamento normale del cervello e per quelli delle malattie responsabili del declino cognitivo e motorio degli anziani, finalizzata allo studio di soluzioni di cura.
  • Componente del Consiglio di Amministrazione del Club del Braille, sezione italiana.
  • Presidente dell’Associazione regionale delle Aziende di Servizi alla Persona lombarde
  • Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda di Servizi alla Persona (A.S.P.) “Golgi-Redaelli”, già Amministrazione delle II.PP.A.B. di Milano, dopo aver ricoperto dal dicembre 1999 all’aprile 2004 la carica di Presidente del Collegio Commissariale e legale rappresentante delle II.PP.A.B., Istituzioni pubbliche di Assistenza e Beneficenza ex E.C.A. di Milano
  • Responsabile dell’Ufficio Milanese di rappresentanza dell’Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità.

ULTERIORI INFORMAZIONI

Riconoscimenti e premi

  • Nel dicembre 2017 è stato conferito il Premio MI’mpegno
  • Nel marzo 2009 è stato insignito dell’Onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
  • Nel giugno 2008 gli è stato conferito il Premio Milano Produttiva dalla Camera di Commercio di Milano
  • Nel mese di aprile 2008 l’Esercito Italiano gli ha conferito l’Attestato di Benemerito
  • Nel gennaio 2007 gli è stato conferito il premio “Il Campione” per la cultura, istituito dai City Angels in collaborazione con i Caporedattori dei quotidiani milanesi
  • Nel maggio 2006 il CONI gli ha conferito l’Attestato di Riconoscenza
  • Nel mese di febbraio 2005 è stato premiato dall’Ordine degli Avvocati e dei Procuratori di Milano con la consegna del Sigillo di San Gerolamo
  • Nel gennaio 2005 gli è stato conferito il Premio Aurelio Nicolodi e la Medaglia d’Oro dell’Unione Italiana Ciechi
  • Nell’aprile 2004 gli è stata conferita la Medaglia d’Oro al merito della Sanità Pubblica dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
  • Nel gennaio 2003 una giuria composta dai Caporedattori dei maggiori quotidiani gli ha conferito il Premio “Angelo dell’Anno”
  • Nel giugno 1999 gli è stato conferito il Premio “La Lombardia per il Lavoro 1999” dalla Regione Lombardia
  • Nel dicembre 1999 gli è stato conferito l’Attestato di Benemerenza Civica del Comune di Milano
  • Nel dicembre 1996 gli è stato conferito il Diploma e la medaglia d’oro di Riconoscenza dalla Provincia di Milano
  • Nel luglio 1996 è stato insignito dell’Onorificenza di Grande Ufficiale dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scàlfaro.