Il volontariato nei tempi del covid e Univoc di Benevento, di Clelia De Falco

Autore: Clelia De Falco

L’anno 2020 sarà ricordato come quello in cui il Coronavirus avrà chiarito all’umanità il concetto di abbattimento delle barriere. Purtroppo è strano a dirsi, ma è così. Il Covid 19 ha cambiato il mondo, sconvolto abitudini e famiglie, minato equilibri e cannibalizzato l’attenzione man mano si diffondeva, causando criticità in ogni ambito e mostrando tutte le fragilità organizzative, strutturali e reattive dei sistemi governativi, provando che non è il potere dei grandi e la sete di ricchezza a contare, bensì l’essenziale, poiché basta solo una piccola particella di genoma per fermare tutto il mondo. Ha attecchito ovunque, senza barriere, senza preconcetti o snobismo, e rallentato drasticamente l’economia mondiale, ma non ha mai fermato la solidarietà. La solidarietà infatti, come la filiera alimentare e i trasporti, non ha subito alcun rallentamento, mostrandosi come un bisogno essenziale, Indispensabile come respirare, soccorrendo e salvando milioni di vite, e aggregando task force di volontari, determinati al compimento di quella missione sintetizzata in auto muto aiuto. Durante la fase 1 e 2 anche l’Univoc di Benevento è stata costretta a bloccare le attività avviate, e che stavano a cuore a molti Soci della Unione Ciechi di Benevento, come gli incontri settimanali presso il centro del volontariato sul movimento consapevole e sulla ginnastica posturale, o come la gita nella natura dell’oasi WWF a Pannarano. Nelle fasi più restrittive del lockdown, si è attivata presso gli assessorati delle politiche sociali, del volontariato e presso il comando dei vigili urbani, per reperire e distribuire più volte ai soci in difficoltà, le mascherine chirurgiche che in quei giorni era quasi impossibile trovare. È stato frustrante assistere al senso di paura e sospetto dei tanti che fino a poco prima non esitavano a farsi sostenere, ma comprendendo il loro stato d’animo, abbiamo provato ad affiancarli diversamente, con telefonate e suggerimenti sul distanziamento e sulla sanificazione degli oggetti e della casa. L’incertezza del futuro sulla situazione pandemica, non ci consente una pianificazione chiara delle attività. Tanta è la paura che ancora riscontriamo nei non vedenti, specie nei più anziani, che giustamente aprono le porte di casa con reticenza, sacrificando molte necessità per timore di un contagio. Non pensavamo di rallentare così drasticamente e ne abbiamo sofferto, specialmente perché avevamo ricominciato da poco e l’entusiasmo unito alle tante idee in programmazione risultavano una ottima combinazione per raggiungere risultati ambiziosi. Comunque, non ci siamo fermati. Abbiamo solo modificato l’affiancamento attenendoci alle disposizioni di legge. Sostenere il bisogno dell’altro è senso civico ed equilibrio e dove c’è equilibrio c’è l’armonia che abbatte ogni differenza, un po’ come un piccolo sistema solare, che con il calore della stella riscalda tutti i pianeti, indifferente alle loro diversità e attenta solo a mantenerli vivi e in orbita con la forza di gravità. I cultori della solidarietà, come le associazioni di volontariato, non possono fare a meno dell’energia che ne traggono e non temono il Covid. Consapevoli di combattere contro un nemico invisibile, ci adegueremo all’evolversi dei tempi e delle conquiste che solo uniti otterremo, sicuri di essere dalla parte della ragione. Riusciremo a superare questa criticità chiamata Coronavirus, grazie alla rete di scienziati scesi in campo, grazie alla forza della solidarietà e allo spirito umano, in quanto essere vivente, che magari può piegarsi al cospetto di un parassita come il Covid 19, ma non si spezzerà mai. Torneremo più forti di prima e il Tempo, da sempre galantuomo, lo dimostrerà.