FAND – Scuola e disabilità: non cambia la legge e nemmeno le responsabilità, di Alberto Fontana e Nicola Stilla

Autore: Alberto Fontana e Nicola Stilla

Un’errata interpretazione di un passo della Legge di Stabilità ha recentemente alimentato dubbi sulle competenze per la gestione dei servizi a supporto dell’inclusione scolastica. FAND e LEDHA: il compito spetta a Province e Città Metropolitana.

Negli ultimi giorni, dagli uffici delle Province e della Città Metropolitana sono emerse alcune voci, confermate inizialmente dai dubbi espressi da alcuni rappresentanti istituzionali durante incontri e riunioni. La voce ricorrente è che vi sia un passaggio della Legge di Stabilità, approvata dal Parlamento alla fine del 2015, che sembrerebbe ri-assegnare alle Regioni la competenza dei servizi a supporto del diritto allo studio di alunni e studenti con disabilità conferita alle ex Province. Si tratta del servizio di assistenza alla comunicazione – compresi il servizio tiflologico e la fornitura di testi scolastici – per alunni e studenti con disabilità sensoriale di ogni ordine e grado di scuola; assistenza per l’autonomia e trasporto per studenti di scuole superiori e corsi di formazione professionale. Un’interpretazione che LEDHA e FAND ritengono assolutamente priva di fondamento. Il passaggio “incriminato” della Legge si stabilità (n.208/2015, punto 947), infatti, afferma che “le funzioni relative all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche e sensoriali (…) sono attribuite alle Regioni a decorrere dal 1° gennaio 2016, fatte salve le disposizioni legislative regionali che alla predetta data già prevedono l’attribuzione delle predette funzioni alle province, alle città metropolitane (…)”. Questo è esattamente il caso della Regione Lombardia. Che ha provveduto per tempo a emanare disposizioni legislative di attribuzione di tali funzioni, rientranti tra le funzioni degli Enti di area vasta definite “non fondamentali” dalla Legge Delrio (v. L.56/2014, art. 1, comma 89), confermandole in capo rispettivamente alle ex Province con la Legge Regionale 19/2015 (art. 2, comma 1) e alla Città Metropolitana di Milano con la legge Regionale 32/2015 (art. 2, comma 2). Come FAND e LEDHA chiediamo quindi con forza ai rappresentanti delle Province lombarde e della Città Metropolitana di Milano di prendere atto delle loro responsabilità. E di adoperarsi in ogni modo per adeguare i servizi già offerti in quest’anno scolastico alle effettive esigenze degli alunni e studenti con disabilità. Inoltre chiediamo loro di adoperarsi in ogni modo affinché questi servizi siano garantiti per il prossimo anno scolastico per tutti i ragazzi a partire dal primo giorno di scuola. Le associazioni rimarranno a disposizione degli enti territoriali, in piena collaborazione nel richiedere i finanziamenti. Ma senza più entrare nel gioco del rimbalzo delle competenze, già ripetutamente confermate anche dai Tribunali. Come associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità e dei loro familiari, chiediamo alla Direzione Generale Istruzione della Regione Lombardia di enunciare in forma scritta la corretta interpretazione della normativa, coerentemente con quanto affermato in diversi incontri, e di definire delle linee guida (definendo standard minimi) per l’omogeneizzazione dei servizi su tutto il territorio regionale. A Regione Lombardia, Province e Città Metropolitana chiediamo di attivarsi in tempi brevissimi per una ricognizione complessiva della situazione, in particolare in merito al fabbisogno rilevato e alle risorse (statali e regionali) effettivamente disponibili, al fine di garantire che il prossimo anno scolastico la campanella suoni per tutti il primo giorno di scuola.

Alberto Fontana (Presidente LEDHA) e Nicola Stilla (Presidente FAND)