Cefalù – Presentazione del libro di Tommaso Di Gesaro “Colori nella penombra” pubblicato da Spazio Cultura Edizioni, di Peppino Re

“Il messaggio principale del mio libro a tutti quelli che avranno la pazienza di leggere fino in fondo è di non arrendersi, di seguire i propri obiettivi indipendentemente dagli ostacoli, che vanno affrontati e superati”.

Mercoledì 21 novembre nel pomeriggio eravamo in tanti nella sala dedicata a Michele Perriera, un prof. Palermitano, un artista che davvero si è potuto considerare “uomo libero”, che ha portato nella nostra città il bello del teatro e della recitazione.
Accanto a me diverse persone non vedenti che conoscevano Tommaso da una vita, curiose e speranzose di trovare in questa presentazione, una foto di personaggio che ha vissuto pienamente il nostro mondo associativo e, che, quindi, parlando di sé ne avrebbe messo a fuoco aspetti e situazioni. Mi punto però sulla immagine e sulla persona di Lia, una fila avanti a me. Quella signora lo ha seguito da sempre, e me la sarei immaginato in prima fila.
Il clima è quello della grande festa, e anch’io non ho voluto essere da meno presentandomi in vestito, come tanti lì.
Finalmente Enzo Gueli, caporedattore di radio Rai presenta la serata, e Nicola Macaione, l’editore, racconta il ruolo che ognuno ha avuto nella creazione di questo libro anche in formato audio-libro, quindi le musiche di Salvo Capizzi, la voce di Laura Ephrikian che legge, il montaggio di Giacomo Cuticchio, il disegno della copertina di Stefano Canzoneri e come ognuno di essi si sia entusiasmato per quel testo e abbia dato il proprio contributo con grande partecipazione emotiva.
E finalmente Tommaso racconta i quattro anni che ci sono voluti per scrivere la sua vicenda e della demotivazione seguita per il disinteresse mostrato da altri editori cui si era rivolto, e la gioia di essere arrivati alla pubblicazione odierna. Precisa che il suo vero messaggio è quello di convincere tutti che gli ostacoli vanno combattuti e superati, che non bisogna arrendersi e lottare, andare avanti.
Intanto Laura Ephrikian ci fa ascoltare l’introduzione, quella per cui ognuno di noi che arrivato a un punto alto della sua vita, vorrebbe sottrarre al tempo il privilegio di cancellarci. Ognuno di noi vorrebbe conservare qualcosa e lasciarlo ad altri, magari ai più cari.
Dopo una esecuzione musicale con due magnifiche chitarre, si svolge un bel dialogo in cui Gueli intervista Tommaso e gli fa uscire quel anelito di libertà, di composta ma ferrea determinazione, quella capacità di cogliere i movimenti del sociale e del personale che tutti gli riconosciamo come forza profonda, e che gli merita l’attenzione e la stima dei presenti.
Poi un altro ascolto con la voce di Laura Ephrikian, quel momento dell’adolescenza in cui l’autore dell’opera scopre la cecità come peso, sente attorno a sé la minaccia della discriminazione che lo separa dai coetanei. Fatica e vive di radio come finestra sul mondo e fuga da Isnello, una finestra che gli racconta di un mondo capace di trafiggere il Presidente degli stati Uniti John Kennedy, l’imperatore pro tempore del mondo. E allora l’umana preoccupazione di non farcela, di non trovare una donna con cui fare famiglia capace di sopportare tutto ciò, e quindi la decisione di farsi prete, di sublimare, di trovare al suo interno un modo per esserci, da protagonista. Il colloquio con don Carmelo,suo padre, comunista e anticlericale, con la delusione nel cuore, e Tommaso che ritiene di non farcela a vivere questa vita e insiste su questa scelta. Don Carmelo cede, ma la chiesa no, non lo vorrà.
Come non ricordare per me il dramma filosofico di san Tommaso che, volendo andare dai domenicani, fu contrastato dal padre e dalla sua famiglia. Ma tenne duro e fu forse il più grande filosofo del medioevo. Come non pensare ai miei tanti alunni che volevano seguire questa vocazione, e al mio dolore e al tenue tentativo di scoraggiarli, per poi accettare e sperare che loro potessero essere un vero aiuto per il popolo.
Dopo un altro brano di chitarre, Enzo Gueli lancia alcuni interventi: Gigi Di Franco,, l’amico di sempre, con cui Tommaso ha diviso da quando io lo conosco gioie e dolori, successi e fallimenti, sogni e realtà, e l’aneddoto citato nel libro del precipitare in piscina del costa verde per la scarsità di vista, ma da alcuni letto come un tuffo liberatorio dopo una estenuante campagna elettorale. Poi Renzo Minincleri, presidente del Consiglio regionale U.I.C.I. della Sicilia, che, con il suo potente realismo chiarisce che i guai e le discriminazioni e le porte chiuse e le radio di Di Gesaro sono quelle che incontrano quasi tutti i ciechi e a cui ognuno reagisce come può e come sa. E infine Bianca che chiede le motivazioni profonde del libro, che Tommaso riespone.
Non posso nascondere che anch’io avevo la mia domanda, ma che non mi sono sentito di fare in quel momento. Avrei voluto chiedergli dell’amicizia, di come diventa importante per noi anche per il bisogno di aiuto, ma diventa occasione per parlare e ascoltare l’altro e sentirsi reciprocamente insieme. Ma, per questa volta è andata.
Alla fine la serata scivola sulla solidarietà, su Laura e i suoi viaggi in Africa e sul suo lavoro per i bambini africani. Così Tommaso ha il suo libro che io ho comprato per leggerlo con chi avrei voluto con me in quel pomeriggio; chi vi ha collaborato sarà soddisfatto e Gigi potrà confermare la sua scelta. Ha puntato su una grande persona, capace anche di scrivere un libro, non solo qualche articolo delle sgangherate leggi regionali mai troppo applicate.
Colori nella Penombra, un’altra testimonianza di un non vedente che sente di incoraggiare amici e lettori verso la volontà di vivere a pieno la propria vita. Incontrando Tommaso lo si sente come un uomo mite, poco incline al contrasto, sereno e pronto a riflettere. Dunque, da dove prendere quello spirito guerriero che serve per vivere realizzandosi? Ma, guardandolo meglio, affiora un uomo che voleva fare politica e l’ha fatta; voleva fare l’avvocato come libera professione, e lo sta ancora facendo; voleva creare attorno a sé affetti, famiglia e un gruppo, e vi è riuscito. Per cui, il suo messaggio, forse, va letto, nel trovare la propria strada e seguirla, per… fare uscire questi colori dalla penombra.

Cefalù 25/11/2018