da
Ilgazzettino.it del 5 maggio 2020
Incassare
sportivamente il gol. È l’invito al Comune del consigliere Franco Roccon (Civiltà
bellunese Liga veneta Repubblica) sulla condanna in Appello per la
discriminazione dei non vedenti sulle scale di Lambioi. «Andare in Cassazione
per la questione delle scale mobili di Lambioi interdette alle persone cieche
con i cani guida sarebbe sbagliato – dice Roccon -. Chi pagherebbe quel grado
di giudizio? Il Comune ne fa una questione di principio quando questo
comportamento va di per sé a penalizzare una categoria, come quella dei non
vedenti, che non ne ha certamente bisogno».
LA
QUESTIONE.
Il
consigliere Franco Roccon ne fa una questione che merita di essere sviluppata
nel prossimo consiglio comunale. «Palazzo Rosso – sottolinea Roccon – non può
permettersi di buttare via soldi, in questo contesto storico. Parliamo di una
sentenza che dichiara incompetente il Tribunale di Belluno sulle domande
proposte dalle persone che hanno agito», rincara il consigliere di opposizione.
«Una sentenza che dichiara come gli atti compiuti dal Comune e dalla Bellunum
il 9 maggio 2015 sono atti discriminatori, tanto che la Corte condanna il
Comune a risarcire con 500 euro ciascuno le persone che hanno portato la
questione in tribunale prosegue Franco Roccon -. La Corte d’appello inoltre
ordina al Comune e alla Bellunum la cessazione della condotta discriminatoria,
consentendo di accedere al parcheggio tramite scale mobili con i cani guida, disponendo
la rimozione del cartello posto all’ingresso delle scale mobili». Motivi,
quelli ricordati dal consigliere, che già di per sé giustificherebbero il
lasciar perdere la questione. «Ne parlerò nella sede opportuna, studierò un odg
o un’interrogazione, perché ricorrere in Cassazione a mio avviso non avrebbe
proprio senso. Sarebbe caricare i cittadini di costi inutili».
LA
CAUSA.
Era il maggio 2015 quando il gruppo di amici con disabilità visive (Alessandra Bragagnolo, Ilaria Frenez, Fernando Giacomin, Mauro Quintavalle, Laura Raffaeli, Massimo Vettoretti, Nadia Zanella, Simona Zanella) provenienti da varie parti d’Italia, accompagnati dai loro cani guida, vanno a Belluno. Arrivati al parcheggio di Lambioi, vengono bloccati dagli addetti dell’impianto delle scale mobili: la scala viene arrestata e viene impedito ai non vedenti di salire da quel punto verso il centro città. La società Bellunum s.r.l., gestore dell’impianto, in accordo con l’amministrazione comunale, aveva affisso all’ingresso un cartello in cui si vietava l’accesso all’impianto non solo a cani da compagnia ma anche ai cani guida. Un cartello, secondo il gruppo di amici, in palese contrasto con la legge dello Stato 37/1974, che garantisce il libero accesso dei cani guida ovunque. La vicenda arriva prima in tribunale a Belluno, dove le richieste dei non vedenti, vengono rigettate. Dop o anni di battaglie legali nei giorni scorsi la sentenza della Corte d’appello di Venezia. Tutte le istanze presentate con il ricorso in appello sono state accettate arrivando alla condanna dell’amministrazione comunale e della Bellunum srl per la violazione delle leggi sopra riportate.
Federica Fant