Io ho prenotato il mio Drone, di Pino Bilotti

Autore: Pino Bilotti

Prendendo spunto di un articolo del sole 24 Ore apriamo una finestra nel futuro e cominciamo a pensare che può succedere; di essere trasportati a destinazione da soli  con un'auto in piena autonomia.
I Droni, cioè velivoli di cielo, terra e mare automatici, che si muovono guidati dal computer.
Nati in ambiente militare, i Droni stanno in realtà trovando rapidamente applicazione nei settori civili.
Gli esempi più appariscenti sono le auto che si guidano da sole: un insieme di videocamere e sensori permette al computer di bordo di prendere decisioni non solo sulla guida ma anche sul percorso migliore da seguire e sul tipo di strada da percorrere.
Se da due anni Google ha reso celebre il tema, facendo percorrere oltre 140mila miglia alla sua automobile nella Bay Area, inclusi San Francisco e il Golden Gate bridge, i progetti ci sono in realtà da molto tempo.
Darpa (Defense advanced research projects agency), l'agenzia governativa Usa del dipartimento della Difesa che negli anni Sessanta ha progettato internet, organizza dal 2004 il Grand Challenge, la sfida per riuscire ad avere entro il 2015 un'auto che si guida da sola.
Ma dagli anni Settanta ci provano sia il Giappone che la Germania e l'Italia.
Da noi c'è stato il progetto Argo dell'Università di Parma, che ha realizzato le "Mille miglia in automatico" con hardware di comune uso (montato su una Lancia Thema) e che oggi ha creato il Viac international challenge.
Tuttavia, non va dimenticato il progetto europeo Eureka Prometheus (dal 1986 al 1995).
Però, dopo tanta buona ricerca, non è mai nato nessun progetto industriale.
Unico sbocco: il programma spaziale che ha usato alcune di queste ricerche per le varie rover inviate su altri pianeti.
Google (e altre aziende) sperano invece di cogliere una nuova ondata di opportunità offerte dal bisogno di dominare i flussi di traffico delle smart city: secondo Google gli incidenti mortali su strada calerebbero del 40 per cento.
Ma se il robot che guida su gomma dà inquietudine al grande pubblico, il drone su rotaia è più "amichevole".
Soprattutto per treni e metropolitane.
Le moderne linee vengono sempre più spesso realizzate senza bisogno dei macchinisti in cabina, e all'aeroporto di Heathrow è stato costruito un sistema di "ovetti" per 4 persone senza pilota che trasferiscono i passeggeri dal gigantesco parcheggio al Terminal 5, orchestrando una complessa serie di precedenze, svincoli e differenti destinazioni".
Allora, siamo pronti ?
Le nostre città ci potranno vedere viaggiare da soli e diventare autonomi. Le tecnologie e la ricerca diventa sempre più vicina alle persone non vedenti; dai percorsi  tattili informatizzati e parlanti, i cellulari con gli iPhone sempre più accessibili e gestiti  con comandi vocali.
Allora cominciamo a pensarci perché quello che sembrava irranggiungibile nel prossimo futuro diventa realtà.
Una trasformazione  tecnologica che vedrà i non vedenti sempre più liberi e autonomi e io ho già prenotato il mio Drone.

Pino Bilotti

Lettera al Presidente della Repubblica, di Santo Graziano

Autore: Santo Graziano

Egr. Sig. Presidente della Repubblica,
ieri si è celebrata la giornata internazionale del disabile.
Si legge che "Quest'anno il tema della stessa è Rimuovere le barriere per creare una società inclusiva ed accessibile per tutti".
Nell'occasione Ella non ha mancato di mostrare la Sua sensibilità verso il tema. Leggo fra l'altro che abbia detto: "Nella difficile situazione finanziaria ed economica che il Paese attraversa e che ha purtroppo acuito le condizioni di disagio delle categorie più deboli, ogni sforzo deve essere compiuto per preservare e sviluppare gli importanti risultati già ottenuti per assicurare un effettivo sostegno alle persone con disabilità".
Leggo inoltre su Repubblica, se non ho male interpretato, che Ella fra l'altro non ha mancato di sottolineare l'importanza del problema dell'inserimento nel mondo del lavoro delle persone disabili.
A prescindere da una mia errata interpretazione sono convinto comunque che Ella condivida questa priorità. Perciò mi permetto di richiamare la Sua attenzione su un grave fatto di esclusione di cui si starebbe rendendo colpevole la Pubblica Amministrazione e che stride parecchio sia con lo spirito della giornata di cui sopra che con quello della legislazione del nostro Paese: Costituzione, Legge 104/92, Legge Stanca.
In questi giorni è in atto la fase di preselezione relativa al concorso a 12.000 cattedre. Il Ministero ha attivato una piattaforma ove i candidati possono esercitarsi e venire a conoscenza dell'intero pacchetto di quiz dal quale verrà estratto quello delle prove d'esame.
Sig. Presidente, quella piattaforma, purtroppo, risulta inaccessibile alle tecnologie assistive utilizzate dai non vedenti; il che ha come conseguenza che appunto i candidati affetti da tale minorazione vengano esclusi dalla possibilità di conoscere l'intero pacchetto di quiz e di sottoporsi alle esercitazioni alla stregua degli altri. Ciò li pone in situazione di evidente svantaggio e discriminazione, palesando l'inaccessibilità di una piattaforma di cui si avvale la Pubblica Amministrazione.
In secondo luogo per tale prova è stato assegnato ai candidati disabili un tempo aggiuntivo (legge 104/92) di quindici minuti. Tale misura, sig. Presidente, non tiene in adeguata considerazione la notevole differenza di tempi richiesti dalla lettura silenziosa adottata da tutti i candidati e quella ad alta voce a cui dovranno ricorrere i partecipanti ciechi, ipovedenti o con gravi difficoltà di letttura. Fra l'altro i quiz non sono tutti di natura testuale, alcuni sono di tipo grafico, diagrammi ecc.
Ella comprende benissimo come la descrizione orale di un siffatto quesito richieda un tempo molto maggiore che non quello della comune osservazione visiva; questo elemento perciò finirebbe per assumere un ruolo quindi ulteriormente discriminante.
Visto lo stato avanzato delle operazioni, non mi resta che chiederLe molto gentilmente di adoperarsi affinché i candidati ciechi, ipovedenti e con gravi difficoltà di lettura vengano ammessi direttamente alla successiva fase di selezione. Questo non per un privilegio, ma per far fronte all'inadeguatezza con cui la Pubblica Amministrazione si è trovata ad affrontare un simile problema, con l'augurio che in analoghe occasioni successive la stessa possa giungervi meglio attrezzata dal punto di vista tecnologico e con una maggiore attenzione alla conoscenza dei differenti tempi necessari per l'espletamento di simili prove d'esame, nel rispetto dello spirito della Legge 104/92.
Desidero precisarLe infine che non sono uno dei candidati, né parente o amico di qualcuno di loro, ma più semplicemente un docente cieco in quiescenza, che da semplice cittadino segue le vicende della scuola del nostro Paese, e che ha a cuore il fatto che la selezione del personale docente venga operata nella maniera più efficace possibile: senza discriminare alcuno, se pur in maniera involontaria come in questo caso, perché ciò potrebbe far perdere l'acquisizione di risorse intellettuali utili, come purtroppo è già avvenuto in precedenti circostanze.
Con stima.
Santo Graziano

I soci a scuola di Unione, Redazionale

Autore: Redazionale

L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha avviato, con il finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il progetto "formazione dei membri dell'associazione sulla mission dell'Unione".
Questo progetto è l'ideale prosecuzione del progetto conclusosi nel luglio scorso riguardante la formazione dei quadri associativi, e mira al recupero della spinta ideale e dei motivi fondanti che hanno portato alla nascita nel 1920 dell'allora Unione Italiana dei Ciechi. Motivi fondanti che si concretano nella piena "integrazione sociale" e nella integrale conquista delle "pari opportunità". L'attività formativa, che verterà in particolare sulla storia, sulle conquiste e sui nuovi traguardi che l'Unione si è prefissa, anche con particolare attenzione al complesso fenomeno dell'ipovisione si svolgerà fino all'agosto del 2013 e coinvolgerà tutti i soci, in modo da renderli partecipi della vita dell'Associazione, in modo da farne dei "missionari" della ragion d'essere dell'Unione.
Il corso sarà presentato dal Presidente Nazionale dell'Unione, professor Tommaso Daniele, e dal responsabile del progetto in diretta audio (www.uiciechi.it/radio/radio.asp) il 20 dicembre alle ore 9.
 

Sintesi dei lavori del Consiglio Nazionale, a cura di Vitantonio Zito

Autore: a cura di Vitantonio Zito

Nei giorni 30 novembre e 1 dicembre presso l'hotel Nova Domus in Roma si è riunito, in seduta ordinaria, il Consiglio Nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti presieduto dal presidente prof. Tommaso Daniele con la collaborazione del vice presidente avv. Giuseppe Terranova, del segretario generale dr. Luigi Giametta e del vice segretario generale dr. Alessandro Locati.
Espletate le formalità di rito, il Presidente ha riferito al Consiglio sulle conseguenze della crisi sul funzionamento e sulle attività dell'Unione e si è soffermato sui problemi occupazionali dei ciechi e degli ipovedenti.
Proseguendo i lavori, il Consiglio ha esaminato ed approvato all'unanimità la seconda variazione al Bilancio di Previsione esercizio finanziario 2012 ed il Bilancio di Previsione esercizio finanziario 2013.
Dopo un ampio e approfondito dibattito, il Consiglio ha approvato all'unanimità anche la Relazione Programmatica sull'attività dell'Unione per il 2013; si è soffermato a lungo sulla proposta della Direzione relativa al riordino dei servizi dell'Unione gestititi dalla Sede Centrale sia a livello nazionale sia a livello periferico; ha preso atto dei riferimenti del Presidente sulla legge di stabilità; e si è interessato  dello stato dell'arte del Tavolo tecnico istituito dal Ministero del Lavoro per un'adeguata soluzione dei problemi occupazionali dei ciechi e degli ipovedenti; si è occupato della campagna a favore dell'accessibilità; ha esaminato la situazione relativa alle adesioni al Patronato Anmil; ha preso atto dei riferimenti su di un corso di fund raising; ha esaminato attentamente il ricorso di un socio della Sezione di Torino, nonché un ricorso presentato dalla Seione provinciale di Palermo, decidendo di respingerli. A conclusione dei lavori ha conferito la qualifica di socio onorario a: geometra Mauro Naccega, dr. Stefano Borrello, signor Guido Sorrenti della Valle d'Aosta; dr.ssa Maura Meschi di Chiavari e sig. Cesare Celani di Ascoli Piceno.
Vitantonio Zito

 

CONFERENZA STAMPA Mercoledì 12 dicembre 2012 – ore 11:30, Redazionale

Autore: Redazionale

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
ONLUS
CONFERENZA STAMPA Mercoledì 12 dicembre 2012 – ore 11:30
C/o Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Presidenza Nazionale
Via Borgognona 38 – 00187 Roma
I CIECHI E GLI IPOVEDENTI
SUBISCONO UNA NUOVA ESCLUSIONE SOCIALE
Coordina:
Luisa Bartolucci
Componente dell'Ufficio di Presidenza dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Intervengono:
Tommaso Daniele
Presidente Nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Saluto
Cristina Mussinelli
Responsabile Progetto LIA
Progetto LIA: dalla formazione alla fruizione del libro accessibile
Simonetta Pizzuti
Rappresentante dell'Osservatorio Siti Internet (OSI)
Accessibilità dei siti pubblici e di pubblico interesse: stato dell'arte
Daniela Floriduz
Docente e Componente Commissione Istruzione
Scuola: gli strumenti e il loro grado di accessibilità
Barbara Leporini
Ricercatrice e Presidente Consiglio Regionale UICI Toscana
Nuovo decreto ministeriale per i requisiti di accessibilità della legge Stanca: novità e riflessioni
Flavia Cristiano
Responsabile del Centro Italiano per il Libro e la Cultura del MIBAC
La conferenza stampa sarà trasmessa in diretta audio sul sito dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
all'indirizzo http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp
Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
ONLUS
I ciechi e gli ipovedenti
subiscono una nuova esclusione sociale
Le nuove tecnologie, salutate dai ciechi e dagli ipovedenti come potenziale strumento
di maggior autonomia ed indipendenza, in molti casi si sono rivelate, al contrario,
strumento di esclusione sociale, perché attuate senza alcuna attenzione alle necessità ed
alle peculiarità dei minorati della vista.
Ancora una volta l'inadempienza dello Stato è causa di emarginazione, tanto più grave
perché colpisce la parte più debole dei suoi cittadini, non rispettando o non facendo rispettare
leggi che esso stesso ha promulgato.
La legge n. 4/2004 (c.d. legge Stanca) a tutt'oggi non ha prodotto i frutti sperati,
rimanendo inaccessibile la maggior parte dei siti internet pubblici o di pubblico
interesse, col risultato di escludere da molti servizi proprio coloro che più ne hanno bisogno.
L'istituzione del registro elettronico degli insegnanti non ha minimamente tenuto
conto dell'esistenza di professori e genitori ciechi e ipovedenti, mostrando una volta di più
l'insensibilità dello Stato per la formazione e la cultura. Ulteriore riprova è l'uso sempre
crescente di libri elettronici il cui utilizzo risulta praticamente nullo da parte di persone con
handicap visivo.
Finanche le audiodescrizioni dei programmi televisivi, nonostante il contratto di
servizio Stato-RAI, sono assolutamente carenti sia quantitativamente sia
qualitativamente.
A causa dell'indisponibilità della sintesi vocale, l'autonomia nell'uso della maggior
parte dei bancomat e postamat risulta impossibile, provocando grave danno ad un reale
svolgimento dell'inalienabile indipendenza personale di ciascun individuo.
Negli uffici pubblici e privati ci si ostina ad utilizzare strumenti elimina code che,
segnalando le informazioni solo a livello visivo, non permettono a ciechi ed ipovedenti di
usufruire correttamente del servizio.
Anche nel privato delle proprie abitazioni la mancanza di accorgimenti tecnici,
assolutamente di facile realizzazione, non permette l'uso degli elettrodomestici se non a
persone prive di qualsivoglia deficit visivo.
Questi sono solo alcuni tra i più eclatanti esempi di come l'introduzione della
tecnologia, senza alcuna attenzione alle diverse necessità e peculiarità di ciascun individuo,
sta portando ad una nuova esclusione sociale.
 

ENAC lancia una APP gratuita per passeggeri con disabilità e a mobilità ridotta, di Loredana Rosati

Autore: Loredana Rosati

Oggi, 3 dicembre, in occasione della “Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità”,
l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile si fa promotore di un’iniziativa legata alla realizzazione di
un’applicazione multimediale che nasce con l’obiettivo di diffondere informazioni pratiche sull’utilizzo
del mezzo aereo da parte dei passeggeri con disabilità o a mobilità ridotta (PRM).

 

L’applicazione – App – potrà essere scaricata gratuitamente e utilizzata a partire dal gennaio 2013 su
tre diverse piattaforme: Apple, Android e Windows Phone.

Sarà disponibile nella versione in italiano, inglese, spagnolo e francese.

 

Il progetto si affianca a numerose altre iniziative realizzate dall’Enac in applicazione e a supporto
delle normative comunitarie volte a facilitare l’utilizzo del mezzo aereo alle persone con disabilità o a
mobilità ridotta, ricorrendo ai vari strumenti di comunicazione più in uso.

 

I contenuti della App costituiranno una guida multimediale in grado di fornire informazioni sul tema
dell’assistenza speciale e riprendono i temi già trattati nelle sezioni dedicate sul sito dell’Enac
www.enac.gov.it.

 

L’applicazione, infatti, affiancherà il passeggero in modo diretto e efficace, utilizzando uno degli
strumenti più in voga nella comunicazione moderna, al fine di mettere in evidenza le tutele e i diritti
che spettano ai passeggeri a ridotta mobilità.

Tra i contenuti della App, ricordiamo:

. Cosa è l’assistenza speciale e a chi è rivolta;
. Chi sono i passeggeri a mobilità ridotta (PRM);
. A chi e quando si deve richiedere l’assistenza;
. Chi fornisce l’assistenza in aeroporto e in volo;
. Cosa accade se l’assistenza non è stata richiesta;
. Cosa fare in caso di assistenza negata o non adeguata;
. Consigli pratici.

Per informazioni: Loredana Rosati – Capo Ufficio Stampa – E-mail: l.rosati@enac.gov.it

 

Handimatica l’ICT per la disabilità, di Massimiliano Martines

Autore: Massimiliano Martines

A cadenza biennale Bologna ospita la fiera che è ormai il punto di incontro tra operatori, aziende ed utilizzatori di tecnologia per le disabilità motorie e sensoriali.  Sappiamo tutti quanti e quali passi in avanti la tecnologia ha fatto in questi anni. Da un lato si è resa più user friendly e dall'altro è stata la fucina di soluzioni, il cui scopo è stato ed è quello di rendere accessibile il mondo che ci circonda.
In questa edizione sono stati sottolineati grazie ai diversi convegni e workshop, l'ormai onnipresenza dei dispositivi portatili, che da qualche tempo hanno e stanno sostituendo le postazioni fisse e la necessità di rendere accessibile le risorse web, che in questi anni hanno avuto uno sviluppo tumultuoso. Purtroppo a questa espansione esponenziale del web non ha quasi mai corrisposto una corrispondenza altrettanto positiva in termini di accessibilità ed usabilità.
Interessante anche l'iniziativa della presentazione del sito videoingranditori.org,  http://www.videoingranditori.org/;  in cui il sottoscritto collabora in sinergia con Corrado Siri e Franco Frascolla. Il sito  raccoglie un nutrito database di materiale di lenti e videoingraditori, da tavolo e portatili con le relative schede tecniche, nonché uno spazio dedicato alla APP Android/Apple, che sfruttano la funzione di fotocamera e che permettono di simulare una lente di ingrandimento. 
Davvero opportuna anche l'iniziativa di Universal Access, in cui grazie all'apporto e le competenze di Alessio Lenzi ed Elisabetta Barsotti è stato possibile verificare sul campo le potenzialità del nuovo IOS6, che fra le altre cose integra l'assistente vocale SIRI in lingua italiana. 
Davvero un peccato che questa sia una delle poche iniziative stabili e cadenzate. Ritengo che eventi del genere debbano essere più numerose. Solo in questo modo si potranno palesare le potenzialità che la tecnologia offre alle aziende alle scuole ed ai disabili stessi.   

Massimiliano Martines

Permessi 104, di Raffaele Manzoni

Autore: Raffaele Manzoni

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con interpello n. 24 dell'1.8.2012, ha fornito , in risposta ad interpello presentato dalla  Federambiente (Federazione Italiana Servizi Pubblici Igiene Ambientale), il proprio parere in merito alla problematica concernente le modalità di fruizione del diritto ai tre giorni mensili di permesso ex art. 33, comma 3, L. n. 104/1992.  Il quesito verteva sulla possibilità di riproporzionare il permesso in questione, in base alla prestazione lavorativa effettivamente svolta, qualora il dipendente fruitore dei suddetti permessi abbia legittimamente beneficiato di altre tipologie di permessi o congedi a lui spettanti (quali permesso sindacale, maternità facoltativa, maternità obbligatoria, malattia, congedo straordinario invalidi ecc.
) e si sia, pertanto, assentato dal lavoro nell'arco del mese di riferimento. La Federambiente chiedeva, inoltre, se il dipendente che inoltri istanza di permesso ex L. n. 104/1990 per la prima volta nel corso del mese (ad es. il giorno 19) abbia diritto ad un riproporzionamento del diritto in questione ovvero lo stesso debba essere fruito in misura intera.
Si ricorda che il diritto a tre giorni di permesso mensile ex L. n. 104/1992 spetta al coniuge, parente o affine entro il secondo grado, ovvero entro il terzo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Il Ministero ha ritenuto, nella risposta, nelle ipotesi in cui il dipendente, nel corso del mese, fruisca di altri permessi quali ad esempio permesso sindacale, maternità, malattia ecc., che non sia possibile effettuare  un riproporzionamento del diritto ai permessi ex L. n. 104, in quanto trattasi comunque di assenze "giustificate", riconosciute per legge come diritti spettanti al lavoratore. L'intento di garantire alla persona con disabilità grave una assistenza morale e materiale adeguata, anche attraverso la fruizione, da parte di colui che la assiste, dei permessi mensili di cui all'art. 33, della L. n. 104/1992, non sembra possa subire infatti una menomazione a causa della fruizione di istituti aventi funzione, natura e caratteri diversi.
Il principio sopra enunciato ha trovato, peraltro, conferma nella risposta ad interpello n. 21/2011 – riferita alla problematica relativa al riproporzionamento dei permessi indicati in oggetto in base ai giorni di ferie usufruite nel medesimo mese – proprio in virtù della diversa ratio sottesa agli istituti delle ferie e ai permessi di cui al citato art. 33. Ne consegue che il principio espresso dall'INPS con circ. 128/2003 – richiamata dall'istante – secondo cui viene concesso un giorno di permesso ogni dieci giorni di assistenza continuativa e, per periodi inferiori a dieci giorni, non si ha diritto a nessuna giornata, non sembra trovare applicazione nell'ipotesi prospettata. Viceversa, nella diversa ipotesi in cui il dipendente presenti istanza ex L. n. 104/1992 per la prima volta nel corso del mese (ad esempio nel giorno 19), appare evidentemente possibile operare un riproporzionamento del numero dei giorni mensili di permesso spettanti, in base ai criteri indicati dall'Istituto.
 
Prof . Raffaele Manzoni

 

Un po’ per gioco e molto per davvero, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Carissimi,

 è appena calato il sipario sulla manifestazione di mercoledì 31 ottobre, organizzata dalla rete di associazioni "Cresce il welfare, cresce l'Italia", un importante evento da archiviare senz'altro con il segno più.
È stato bello, infatti, sfidare la pioggia e trovarsi lì tutti insieme: le associazioni che si riconoscono nella Fand e nella Fish e le numerose sigle sindacali che hanno a cuore le sorti dello stato sociale, sempre meno sociale e sempre più forte con i deboli e debole con i forti, come testimonia l'azzeramento quasi totale dei fondi relativi al sociale, alla non autosufficienza, all'occupazione dei disabili, al servizio civile volontario ed il carattere punitivo delle nuove tabelle di valutazione della disabilità, in particolare nei confronti degli invalidi civili.
È stato bello essere lì e gridare tutti insieme: "Basta con le prepotenze, basta con le ingiustizie, basta con l'affondare sempre più il coltello nelle ferite di chi deve combattere ogni giorno per evitare l'esclusione sociale!".
È stato bello perché, finalmente, sta passando il messaggio che uniti si vice, divisi si perde.
È triste usare i verbi "vincere" e "perdere" nei confronti del Governo e del Parlamento, istituiti per provvedere al benessere dei cittadini e, in particolare, per garantire le pari opportunità ai più deboli, come si deduce da una lettura, anche distratta, degli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione del nostro Paese. E ancora triste è stato aver dovuto constatare che la maggior parte del peso della manovra economica, prevista dalla Legge di Stabilità 2013, verteva particolarmente su una spesa sociale già ridotta all'osso, come dimostrano i dati relativi alla spesa sociale in Europa forniti dall'ISTAT, secondo i quali l'Italia è all'ultimo posto.
Dunque, ancora una volta la fonte a cui attingere a piene mani, l'acqua salvifica necessaria per risanare i conti del nostro Paese, era il mondo della disabilità, con l'assoggettamento all'IRPEF delle pensioni e delle indennità degli invalidi civili, di guerra e per servizio; con una forte diminuzione delle detrazioni e delle deduzioni e con un altrettanto forte aumento dell'IVA al 10% per quei prodotti e quei servizi per i quali veniva applicato il 4%.
Questa volta i Partiti politici, di maggioranza e di minoranza, sono insorti ed hanno imposto o stanno per imporre nella Legge di Stabilità, che sta movendo i primi passi, sostanziali modifiche, che se portate avanti riducono, almeno in parte, i danni.
Dunque, questa volta i Partiti sono insorti, ma viene spontanea la domanda: lo hanno fatto per senso di responsabilità o perché il prossimo aprile si va a votare?
"Qualche volta a pensare male si indovina". Infatti i disabili e le loro famiglie costituiscono pur sempre un importante serbatoio di voti, che può far pendere la bilancia da una parte o dall'altra. Se dobbiamo dar credito all'aforisma andreottiano, siamo autorizzati a pensare che, passate le elezioni, il nuovo Governo, tecnico o politico che sia, ci imporrà la stessa ricetta che ora siamo riusciti a scongiurare proprio per l'imminenza delle elezioni.
È ormai opinione diffusa in Europa – e forse in tutto l'occidente – che una delle principali cause della crisi economica risieda nello stato sociale; un lusso che non ci possiamo più permettere.
Proprio in questi giorni il candidato repubblicano alla carica di Presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che se mai vincesse Obama, l'America farebbe la fine dell'Italia, proprio perché Obama ha tentato di dar vita a qualcosa di sociale nel proprio Paese. L'attacco allo stato sociale, che in Italia ha avuto il suo momento clou nel periodo della lotta ai falsi invalidi, è destinato a durare; poco importa se il risultato di una tale politica sarà un'emarginazione, un'esclusione sociale dei più deboli.
Non possiamo starcene con le mani in mano sulla riva del fiume ad aspettare che un così perverso disegno giunga a compimento e si affermi una visione del mondo diversa dal solidarismo: il fiore all'occhiello della civiltà mediterranea.
Dobbiamo adottare delle contromisure, innalzare delle barriere a difesa della nostra dignità e dei diritti conquistati in tanti anni di dure lotte e di enormi sacrifici; dobbiamo farlo in nome delle garanzie presenti nella Costituzione del nostro Paese, nella legislazione europea, nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
Occorre un diverso approccio strategico, dobbiamo condizionare la politica o fare politica noi stessi, dal momento che i Partiti non ci rappresentano e non tutelano i nostri interessi di parte. Abbiamo due straordinarie occasioni: l'elezioni del prossimo aprile in Italia e il rinnovo del Parlamento europeo nel 2014. Nella prospettiva di questo evento, la Commissione Europea ha dichiarato il 2013 anno della cittadinanza attiva europea per celebrare il XX anniversario dell'inserimento del concetto di cittadinanza attiva nel Trattato di Maastricht. Il concetto di cittadinanza attiva coincide con quello di democrazia e richiede la partecipazione attiva ai processi decisionali della comunità nella quale si vive in  materia di cultura, sviluppo compatibile, non discriminazione, inclusione delle minoranze etniche, disabilità, parità di genere; espressioni, queste, del complesso dei valori che caratterizza il nostro Continente.
Se vogliamo condizionare i Partiti in occasione delle elezioni in Italia e in Europa dobbiamo esercitare il nostro diritto-dovere di cittadini attivi e pretendere di dare il nostro contributo nello scrivere il progetto politico dei Partiti, chiedendo anche ampie garanzie sulle pari opportunità.
Partendo dal concetto che uniti si vince e divisi si perde, è necessario che tutte le Associazioni di disabili, facenti parte e non di Fand e Fish, elaborino una piattaforma rivendicativa comune e la presentino ai Partiti più importanti, sottoscrivendo accordi che contengono precise clausole di salvaguardia degli interessi decifrabili; chiedendo anche di inserire nelle loro liste candidati disabili, sempre che siano disponibili persone valide. Ove non fosse possibile coinvolgere tutti, si farà con chi ci sta. Nell'ipotesi estrema che non si realizzasse nessun tipo di aggregazione, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti dovrà elaborare la propria piattaforma rivendicativa ed entrare in contatto con i candidati del proprio collegio chiedendo garanzie e promettendo sostegno.
Occorre entrare nell'ordine di idee che la vita è tutta una partita di dare e avere, che ci piaccia o no.
Negli ultimi anni ho registrato un'eccessiva distanza tra noi e la politica e questo ha fatto ricadere sulle spalle di pochi il peso delle rivendicazioni associative.
Prima di concludere queste mie riflessioni sui nostri rapporti con la politica, voglio rendervi partecipi di un'idea che da un po' di tempo mi frulla per la testa; ve ne parlo un po' per gioco e molto per davvero.
I Partiti tradizionali sono in grande affanno, il loro indice di gradimento è sceso ai minimi storici. Il movimento della protesta assorbe solo in parte il numero dei delusi e degli scontenti. Nell'ultima competizione elettorale in Sicilia gli astenuti hanno raggiunto  quasi il 50%, la tutela dei più deboli è all'anno zero; ho la sensazione che ci sia lo spazio per tentare qualcosa di nuovo; ad esempio una lista civica che metta insieme l'Italia della solidarietà, il mondo del volontariato, i disabili, i poveri, i disoccupati che, insieme alle loro famiglie, costituiscono un enorme bacino di potenziali elettori.
Sarebbe una bella avventura, una bella scommessa, chissà, forse un grande salto di qualità e di responsabilità; un atto di arroganza che ci avvicinerebbe sempre di più al traguardo delle pari opportunità.
Sarebbe bello smettere di porgere l'altra guancia, di andare con il cappello in mano a chiedere il rispetto dei nostri diritti.
Forse è un sogno, ma ho sempre saputo che un sogno rimane tale se a sognare è uno solo, ma se diventiamo tanti quel sogno diventa realtà. Forse è un'utopia, ma sappiamo anche che le strade della storia sono costellate di grandi utopie. Sgombriamo subito il terreno da possibili equivoci: non sono mosso da ambizioni personali. La mia età, il mio impegno di Presidente Nazionale dell'Unione, a cui non intendo rinunciare per i prossimi tre anni, non me lo consentirebbero. Tuttavia, qualora questa idea che ho esposto, un po' per gioco e molto per davvero, dovesse incontrare un minimo di consenso, ne sarei contento.
C'è un'altra cosa da chiarire: l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti è e rimane apartitica. Chiunque dovesse far parte dell'ipotetica lista civica, lo farebbe a titolo personale, come ogni altro cittadino italiano.
Non vi ho neppure accennato alla montagna di problemi e difficoltà che dovremmo superare qualora tentassimo di attuare una così pazza idea. Rinuncereste prima di cominciare, perdereste prima di combattere e a me non piace perdere senza combattere.
Dunque una pazza idea, che innegabilmente ha qualcosa di rivoluzionario e di logico insieme, proposta da me, che rivoluzionario non sono, fa certamente scandalo; ma si sa che assai spesso la rivoluzione è figlia dell'altrui prepotenza.
Io credo che la nostra classe politica, arroccata nella cittadella del potere, all'ombra del privilegio, voglia far pagare ai più deboli il prezzo della drammatica crisi economica che attraversa il nostro pianeta.
Di fronte ad una così eclatante manifestazione di egoismo e di arroganza, non si può che ripetere, come un ex Presidente della Repubblica: "No, io non ci sto!".

 

IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele