Una bussola per orientarsi- Imparare e insegnare a fare facendo, di Angelo Fiocco (prima parte)

Autore: Angelo Fiocco

Rubrica per genitori.

In questo numero, con l’aiuto del dott. Angelo Fiocco – Presidente dell’Istituto per Ciechi L. Configliachi di Padova -, inizieremo a conoscere il bagaglio di risorse insite nel nostro patrimonio genetico, a cui attingiamo inconsapevolmente nell’agire quotidiano e che è bene valorizzare quando si educano bambini con disabilità visiva.
Pensare di riassumere in qualche pagina gli interventi educativi più salienti da rivolgere al bambino con deficit visivo grave o totale sarebbe presuntuoso, e autorizzerebbe il lettore a dubitare a priori circa la buona fede e l’attendibilità di chi scrive. Attraverso le considerazioni che seguono, desidero solo proporre alcuni spunti di riflessione a proposito delle interazioni che meritano a mio avviso particolare attenzione in un rapporto costruttivo tra genitori e figli, nonché alcuni stimoli a verificare anzitutto su noi stessi la portata delle molteplici risorse insite nel nostro bagaglio genetico, delle quali ci serviamo con sistematicità in tutte le fasi dell’esistenza. Un’educazione efficace non può prescindere dalla conoscenza di esse, a maggior ragione quando è destinata a soggetti le cui facoltà sensoriali risultano parzialmente compromesse.

Sulla magnolia in giardino un merlo canta ininterrottamente dall’alba al tramonto. E’ la stagione degli amori, mi dico, mentre lo ascolto modulare il suo cinguettio secondo uno schema che mi pare ripetersi in maniera sequenziale. Ne ignoro il significato, però non mi sfugge che quello è un linguaggio strutturato e finalizzato.
Da chi avrà imparato a volare, a costruirsi il nido, a sfamarsi, a cantare?
Non ho dubbi che l’istinto e i caratteri ereditari propri della specie alla quale appartiene siano stati determinanti nella sua crescita, ma so pure che ha appreso non poco osservando ed imitando i comportamenti dei suoi genitori, similmente a quanto avviene per gran parte degli individui, compresi i cuccioli d’uomo che alla nascita sanno manifestare – quando tutto va bene – soltanto i bisogni primari, e che per crescere e apprendere a vivere dipendono più di ogni altra specie dalle figure genitoriali, cioè dagli adulti.
Mi sorprendo a chiedermi che ne sarebbe già stato di quella bestiola se fosse nata cieca o se, come me, lo fosse diventata in tenerissima età, e la risposta si palesa subito nel gatto in cerca di uno spuntino, nel formicaio ai piedi del tronco, nella civetta che aggredisce dall’alto, giacché l’imponenza dell’albero non garantisce alcuna certezza a chi ne abita la cima, e mi appare evidente che, privata della vista, la bestiola non avrebbe scelta tra diventare facile preda nel nido o cadere presto o tardi a terra sfinita.
Per fortuna, almeno qui da noi, i cuccioli d’uomo nati con gli occhi spenti o che ne perdono troppo presto l’uso godono di una rete di protezioni che non li lascerà certo morire d’inedia, tuttavia il semplice accudimento durante i primi mesi e i primi anni di vita non basta ad assicurare loro pari opportunità sul piano dello sviluppo fisico e intellettivo.
Ma forse che i loro coetanei normovedenti imparano autonomamente a camminare, a relazionarsi con gli altri e l’ambiente, a trarre dalle esperienze compiute deduzioni utili ad affrontarne altre nuove, ad elaborare il concetto di sé e della propria identità quali elementi distinti e distintivi, unici e irripetibili?
Ovviamente no, e sebbene la vista possieda prerogative bastevoli a stimolarli ad interagire con quanto di visibile li circonda, li sollecitiamo col sorriso a sorriderci e ad osare, poi a dirigersi gattonando verso una meta precisa, in seguito a trasformare le lallazioni in parole, più avanti a manipolare e plasmare, ad abbozzare i primi disegni, a far finta che… e, progredendo, a tradurre le parole in segni grafici, a vestire di esse i sentimenti e i pensieri, a misurare, contare e numerare, ad osservare i mille e mille fenomeni che si accompagnano al trascorrere della vita e del tempo.
Quanto di tutto ciò è proponibile al bambino che non vede o vede troppo poco per affidarsi alla sua percezione visiva?
Quasi tutto, purché siamo disposti a scoprire in noi stessi e a valorizzare il bagaglio di risorse e di potenzialità cui attingiamo – il più delle volte inconsapevolmente – nell’agire quotidiano, nonostante l’immediatezza caratterizzante la vista. In che modo?

Potremmo cominciare familiarizzando con il tatto, magari mentre giochiamo col nostro cucciolo che ha bisogno di avvertirci presenti. Quante cose abbiamo appreso a fare per gioco da piccoli, scrutando e imitando chi si occupava di noi!…
Soffermiamoci ad esplorare uno qualsiasi degli oggetti dedicati a lui o a lei, sia tenendolo tra le mani, sia dopo averlo appoggiato su una superficie piana. Sfioriamolo lentamente con i polpastrelli – soprattutto di pollice, indice e medio – di ambedue le mani, quindi stringiamolo tra pollice e indice e ancora nel pugno. Infine soppesiamolo con calma sul palmo aperto e rivolto verso l’alto della mano che usiamo più di frequente.
Già che ci siamo, perché non saggiare più a fondo le nostre abilità percettive? Dai, afferriamone un altro con la mano libera e indugiamo ad analizzare il peso di entrambi come se dovessimo appropriarcene. Qualora non riscontrassimo differenze apprezzabili, non desistiamo e invertiamone il posto, tornando a soppesarli con cura.
Può accadere che il risultato non si manifesti al primo tentativo, talmente si è portati a sopravvalutare il canale visivo a scapito degli altri, ma se avremo la costanza di ripetere l’esperimento, non tarderemo ad accorgerci che l’esplorazione tattile riserva anche a chi vede vantaggi inattesi, che abituandoci a dosare adeguatamente l’intensità dello sfioramento, della digitopressione e della prensione, arriveremo ad acquisire le informazioni quantomeno essenziali in merito a ciò che tocchiamo intenzionalmente (dimensioni, forma, grado di compattezza, stato termico, tipo di materiale, ecc.), che si tratta insomma di un’attività che vale la pena approfondire per poi motivare, convinti, il piccolo ad avvalersene coscientemente al fine di allargare la propria sfera conoscitiva.

Un percorso analogo a quello appena accennato andrebbe intrapreso alla scoperta dell’udito, iniziando col discriminare gli attributi di un determinato suono-rumore: intensità, acutezza, gravità, limpidezza, sovrapposizione di più elementi costitutivi, provenienza, ecc..
Più tardi potrà rivelarsi interessante capire come il variare della distanza tra noi e la fonte sonora ne modifica la percezione, in particolare riguardo all’esattezza della sua localizzazione. Sarà pertanto utile ripetere la prova – meglio se a occhi chiusi – mentre ruotiamo il corpo di 45°, 90°, ecc., fino a completare un angolo giro, così da cogliere il mutare della provenienza e dunque della possibilità di localizzare la fonte a seconda della posizione che via via assumiamo rispetto ad essa.
Una volta sicuri di padroneggiare tale esperienza, cominceremo a proporla gradualmente al bimbo servendoci della nostra voce o di un suono-rumore che sappiamo essergli familiare e gradito, tenendo presente che non starà a lui ruotare il proprio corpo, ma che saremo noi a decidere da dove lanciargli lo stimolo.
Osserviamo da ultimo che la capacità di discriminare e localizzare due o più fonti sonore diminuisce con l’aumentare della distanza da esse. Per interiorizzare questo concetto, poniamoci di fronte a due carillon (ma vanno bene pure due sveglie, due cellulari o le casse acustiche di un riproduttore audio) sistemati lateralmente rispetto al punto centrale di ascolto e distanti almeno 2-3 metri l’uno dall’altro, quindi azioniamoli e sinceriamoci di sentirne distintamente uno per orecchio. Ora cominciamo ad allontanarci, seguendo per quanto possibile la perpendicolare intersecante il piano su cui stazionano le due fonti sonore; noteremo che più ce ne discostiamo, più esse sembrano avvicinarsi tra loro fino a mescolarsi, dando luogo ad una illusione acustica che, in assenza della vista, diviene una variabile costante da valutare allorché ci si muove in autonomia.

E che cosa sappiamo dell’olfatto?
Probabilmente poco, anche se tramite esso ci confrontiamo ogni giorno con le necessità e le situazioni più disparate: dall’igiene personale all’acquolina che ci sale in bocca sulla soglia di una pasticceria, dalla carta patinata della rivista che sfogliamo nella sala d’attesa di un professionista alle scarpe nuove nelle quali non entriamo – accidenti! – giusto per un pelo, dalla cimice intrappolata tra la tenda e il vetro in soggiorno al tegame dimenticato sul fuoco in cucina, dal dopobarba o la colonia del/della collega al pullover zuppo dopo un acquazzone improvviso, dalle grate degli scantinati nel centro storico agli scappamenti dei motorini vecchi o scarburati. Gli esempi sono innumerevoli, tantissimi a portata di mano, ma noi, quale ruolo riserviamo agli odori e all’organo deputato a captarli?
Non è semplice insegnare a fiutare o, se preferiamo, ad annusare, tuttavia dobbiamo ammettere che la gamma di informazioni veicolate dall’olfatto è assai più vasta di quanto siamo soliti ritenere, e dunque convenire sull’opportunità di guidare il piccolo ad affinarne l’uso sperimentandone insieme le svariate implicazioni che, assimilate nel tempo, gioveranno ad ampliare sensibilmente la sua autonomia.
A differenza delle esperienze uditive e tattili, quelle olfattive presuppongono fin dall’inizio un approccio e una partecipazione coerenti, in quanto le reazioni soggettive non sempre sono univoche. E’ perciò consigliabile cominciare a proporle al bambino a partire da quando ci sono chiare le sue modalità di interagire con noi, sotto forma di attività ludica, ricordando che tra le prerogative dell’olfatto è assente quella relativa alla localizzazione a distanza.
(Continua)

Angelo Fiocco – tiflologo, specializzato nell’insegnamento agli alunni disabili visivi

Libri per ciechi esenti da copyright: firmato il trattato di Marrakech, di Maurizio Molinari

Autore: Maurizio Molinari

Il documento contiene eccezioni alla proprietà intellettuale per i libri destinati a persone con disabilità visiva, a patto che si rispetti il diritto d’autore. Al via le ratifiche. Oggi solo il 5% dei libri pubblicati è accessibile.
BRUXELLES. Si avvicina il giorno storico in cui si stabilirà il principio secondo cui i libri in versione accessibile per i non vedenti (ovvero in audio, Braille, caratteri ingranditi o versione elettronica) saranno esenti da Copyright. A gennaio avevamo riportato di come ci fossero speranze, sotto la presidenza greca dell’Unione
Europea, che l’UE stessa firmasse il Trattato di Marrakech che contiene eccezioni alla proprietà intellettuale per i libri destinati ai ciechi, agli ipovedenti e agli impossibilitati alla lettura su formato cartaceo. E la firma è puntualmente arrivata il 30 aprile, salutata con entusiasmo dalla European Blind Union, l’organizzazione
che rappresenta i non vedenti europei, e dal Commissario per il Mercato Interno, il belga Michel Barnier.
Il trattato di Marrakech, adottato nel giugno 2013 dall’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, prevede un’eccezione obbligatoria al Copyright per le associazioni di ciechi
e ipovedenti e per le biblioteche che producano, distribuiscano e rendano disponibili libri in formati accessibili, a patto che tali associazioni si premurino di rispettare il diritto d’autore, facendo
in modo che i testi prodotti e distribuiti siano destinati a un pubblico di soli disabili visivi o persone che non possano leggere su carta. Inoltre il trattato sancisce che tali libri possano essere scambiati, a livello transnazionale, fra organizzazione e organizzazione. Ciò vuol dire, ad esempio, che se un ente autorizzato
(ci si riferisce così alle associazioni nel trattato) in Argentina dispone di decine di migliaia di libri in Braille o audio in spagnolo, questi libri potranno essere distribuiti legalmente a tutti i ciechi che, in America Latina, in Spagna o nel mondo, conoscano quella lingua. Ciò ovviamente, a patto che i paesi coinvolti nella
libera circolazione dei testi abbiano ratificato il trattato. In altre parole, il Trattato di Marrakech è un vero e proprio documento che regola l’import-export di libri accessibili.
La European Blind Union stima in 285 milioni i ciechi in tutto il mondo e afferma che solo il 5% dei libri che vengono pubblicati è oggi disponibile in versione accessibile. L’obiettivo dell’UE, per bocca del direttorato generale Mercato Interno della Commissione, è raggiungere il 100%. Il Trattato di Marrakech – una volta ratificato dagli Stati membri – sarà di beneficio soprattutto ai non vedenti e ipovedenti dei paesi in via di sviluppo, laddove la carenza di libri accessibili è più drammatica.

Ma cosa succede dopo la firma? Ora inizierà il processo di ratifica da parte dei singoli paesi che fanno parte dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, e una volta che almeno venti fra essi avranno completato tale processo, il trattato entrerà ufficialmente in vigore e sarà vincolante. “La nostra campagna non finisce qui – ha dichiarato Wolfgang Angermann, presidente dell’Unione Europea dei Ciechi – ora dobbiamo spingere tutti gli Stati membri dell’Unione Europea a ratificare il trattato nel minor
tempo possibile. Ci complimentiamo con la presidenza greca dell’UE per il passo avanti fatto con la firma, ma ora starà alla prossima presidenza italiana di spingere tutti i ventotto paesi europei a un’immediata ratifica. Infine non è solo importante che il trattato venga ratificato in Europa. Deve entrare in vigore nel maggior numero di paesi possibile in tutto il mondo perché solo così se ne aumenterà esponenzialmente l’efficacia e si porrà fine alla carestia endemica di libri che affligge ciechi e ipovedenti”.
Maurizio Molinari
Da Redattore Sociale del 04-05-2014

 

IL LAVORO E’ LUCE CHE RITORNA – Mario Barbuto

UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI

 

IL LAVORO E’ LUCE CHE RITORNA

 

Comunicato stampa

 

Queste poche parole, pronunciate tanti anni fa da uno dei “padri fondatori” dell’Unione Italiana Ciechi, sono ancora oggi, per noi, il modo più efficace per celebrare la Festa del Lavoro.

 

I ciechi e gli ipovedenti italiani desiderano manifestare in questo primo maggio tutta la loro vicinanza con i milioni di lavoratori che celebrano oggi la loro festa.

 

Ci sentiamo fraternamente vicini a chi il lavoro è costretto a difenderlo tutti i giorni; a chi ancora non ce l’ha e lo cerca disperatamente; a chi è costretto ad accettare condizioni di pesante disagio, pur di portare a casa un salario spesso striminzito e inadeguato.

 

Vogliamo anche richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle migliaia e migliaia di persone con disabilità che il lavoro non riescono a trovarlo perché devono sommare alle difficoltà di tutti, il pregiudizio ancora troppo diffuso verso la propria condizione fisica o sensoriale, anche quando questa non comprometterebbe lo svolgimento regolare di una attività lavorativa.

 

Vogliamo sollecitare i datori di lavoro pubblici e privati a mantenere atteggiamenti aperti e ricettivi verso quanti si avvicinano al mondo del lavoro pur in presenza di una qualche disabilità che occorre superare con azioni positive comuni, invece che escludere a priori chi ne è portatore.

 

Vogliamo invocare in questo giorno di celebrazione del lavoro, interventi strutturali del Governo, del Parlamento e delle Regioni, per offrire anche alle persone con disabilità le pari opportunità di inclusione nel tessuto lavorativo del Paese, secondo i princìpi di civiltà, di umanità e di progresso ai quali deve ispirarsi l’azione della società e delle istituzioni.

 

Noi ciechi e ipovedenti italiani, insieme  a tutti gli altri lavoratori, desideriamo ricordare in questo giorno che il Lavoro è il mezzo più nobile ed efficace di inclusione e di uguaglianza dei cittadini e che l’esclusione e la discriminazione fondate sul pregiudizio, costituiscono ragione di conflitto sociale e offendono addirittura la dignità delle persone.

 

Auspichiamo e ci auguriamo dunque in questo giorno di festa e di riflessione che la Luce del lavoro possa davvero illuminare presto anche la vita quotidiana di tanti tra noi che ancora attendono, molto semplicemente, di poter guadagnare il proprio diritto a un’esistenza normale: persone tra le persone, cittadini tra i cittadini.

 

Mario Barbuto

 

Presidente Nazionale Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

 

via Borgognona 38 – 00187 Roma – 06.699.883 – 06.6789.463

 

Le parole in confusione, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Rettifica a “Redattore Sociale” – Tecnologia nemica, per i ciechi “anche radio e tv diventano off-limits”

Spett.le Redazione,

a proposito dell’articolo sopra indicato, che riprende una mia conversazione con un vostro cortese redattore,
ritengo opportuno puntualizzare alcuni concetti che rischiano di presentarsi in modo alquanto confuso:
Vi sarei grato, pertanto, se voleste pubblicare tali precisazioni.

EDITORIA BRAILLE
Spesso si tende a metterla in contrapposizione a quella audio, mentre, a mio avviso, le due modalità si integrano e si completano.
Rimango comunque piuttosto scettico verso quelle pubblicazioni di editoria Braille a cadenza soprattutto settimanale, o addirittura quotidiana, che pretendono, in pochissime paginette, di offrire ai ciechi una opportunità informativa.
Esse infatti, arrivano in grande ritardo e sono quantitativamente così striminzite da non giustificare il costo e lo sforzo.
La mia personale impressione è che a volte vengono attivate con il precipuo scopo di poter riscuotere il finanziamento ministeriale riservato all’editoria speciale.

Il nostro servizio denominato “Evalues”, offre ai ciechi, in tempo reale, le edizioni integrali di numerosi quotidiani a carattere nazionale e locale in versione elettronica digitale, consentendo a ciascun utente di fruirne nel modo che più ritiene congruo: tramite lettura vocale, Braille o con caratteri ingranditi.

Per l’editoria scolastica la nostra preoccupazione è duplice:
a) il margine di tempo davvero ristretto a disposizione delle nostre organizzazioni specializzate dal momento della scelta del testo da parte del Consiglio di Classe, a quando esso deve essere consegnato all’alunno non vedente o ipovedente in versione Braille o a caratteri ingranditi;

b) il rischio di esclusione dei nostri alunni che potrebbe derivare dall’adozione dei libri di testo nel formato Ebook, considerato che la maggior parte dei software di lettura di tali testi non risponde alle norme sull’accessibilità, risultando quindi scarsamente utilizzabile da parte delle persone non vedenti o ipovedenti.

Mario Barbuto
Presidente Nazionale Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

Una bussola per orientarsi- Ruolo e importanza del sostegno psicologico nell’affrontare le problematiche affettive, relazionali e familiari connesse alla perdita della vista, di Giovanna Virga

Autore: Giovanna Virga

In questo numero ci occuperemo del delicato tema della perdita parziale o totale della vista e del ruolo significativo che ha il sostegno psicologico nell’affrontare le problematiche connesse a questo evento traumatico sia per la persona direttamente interessata dal deficit sia per la sua famiglia.
Il ruolo del sostegno psicologico risulta di particolare importanza nell’ambito della prevenzione e in particolare durante il momento diagnostico. La diagnosi di cecità spesso si accompagna a sentimenti di rabbia, perdita di autostima, depressione, che in alcuni casi possono sfociare in un profondo isolamento e chiusura in se stessi dal quale non sempre si riesce ad uscirne da soli. Ritengo opportuno sottolineare l’importanza dell’età di insorgenza della malattia, che differenzia il nostro lavoro, infatti la tipologia di intervento sarà differente se ci troviamo a lavorare con un bambino o con un adulto con il quale si interviene anche, nell’ ambito professionale, dovendo quest’ ultimo impostare il suo percorso lavorativo, oltre ad affrontare il dolore e la sofferenza di avere perso la vista. La richiesta di un intervento psicologico consiste nell’ offrire uno spazio di riflessione e di confronto, un occasione di lettura dei bisogni e delle esigenze che si sono determinate in seguito alla dolorosa perdita totale o parziale della vista. Ferita questa molto dolorosa spesso difficile da rimarginare. La mia esperienza nell’ambito della prevenzione, mi dice, che spesso alla perdita della vista si accompagnano aspetti emotivi, affettivi e relazionali, che necessitano la presenza di uno psicologo che possa strutturare un intervento di supporto al fine di favorire non tanto l’accettazione ma piuttosto la possibilità di adattarsi alla nuova difficile e dolorosa situazione.
Il lavoro con i bambini comporta un intervento di rete tra la famiglia la scuola e le istituzioni presenti sul territorio, supportando il piccolo nel difficile percorso di integrazione scolastica, sono ricorrenti all’interno dei colloqui le domande relative alla possibilità di stabilire buoni rapporti di amicizia che continuino al di là dell’orario scolastico, “mi piacerebbe uscire con i miei compagni, andare a prendere una pizza con loro, fare una passeggiata o lo sport insieme.” Spesso si osserva la difficoltà di trovare occasioni di incontro fuori dalla scuola come momenti di crescita e di confronto. Più complesso e articolato è il lavoro con coloro che perdono la vista in età adulta, qui si presentano problematiche che si ripercuotono sulle relazioni familiari personali lavorative. Dovere fare i conti con una nuova realtà che implica la riduzione della propria autonomia e libertà nei movimenti, apprendere un nuovo metodo di lettura e di scrittura, imparare ad utilizzare la sintesi vocale di un computer, pensare alla possibilità di adattarsi ad una nuova situazione lavorativa, rappresentano solo alcuni degli aspetti da affrontare nel ambito del sostegno psicologico.
Occorre quindi, lavorare sulle risorse della persona piuttosto che sui suoi limiti valorizzare i punti di forza, le sue competenze al fine di mettere in atto valide strategie di adattamento alla nuova difficile e dolorosa situazione.
La perdita totale o parziale della vista, comporta una disabilità visiva che implica una difficoltà nelle abilità correlate all’uso della vista, difficoltà di movimento, di orientamento e mobilità nei luoghi e negli ambienti non familiari, difficoltà di lettura. Occorre prendere coscienza delle proprie disabilità e intervenire sull’handicap, cioè sullo svantaggio sociale mettendo il non vedente nelle migliori condizioni possibili per poter esprimersi nel campo scolastico, lavorativo, familiare, sociale, per ottenere una migliore qualità della vita. Per realizzare tali condizioni è necessario notevole impegno da parte della persona che quotidianamente vive la disabilità con coraggio e impegno per la realizzazione di obiettivi e traguardi sempre nel rispetto della propria dignità.
Imparare a convivere con la malattia, significa trovare strumenti e strategie valide al fine di realizzare tutte quelle condizioni necessarie che ci permettono di svolgere il nostro ruolo come studenti, professionisti, lavoratori, genitori superando lo sconforto la rabbia e il dolore che non si presentano solo al momento diagnostico, ma che spesso riaffiorano nelle nostre giornate più difficili e che necessitano di grande impegno e coraggio.
La diversità e le differenze sono un valore da sfruttare e su cui fondare il proprio senso di identità l’ handicap visivo rappresenta solo una parte della nostra vita e non il tutto, un aspetto della nostra personalità ma non la sua totalità, e non si deve negare l’ esistenza unica di ognuno dei propri bisogni, vissuti, emozioni..
L’handicap visivo rappresenta una parte problematica della vita del non vedente ma non l’intera sua esistenza, il conflitto tra il desiderio di essere autonomi e il bisogno in questo di dipendere dall’altro, possono determinare ansia, depressione, rabbia che possono portare alla chiusura in se stessi e all’ isolamento, pertanto dobbiamo parlare di comportamenti reattivi, e non di tratti costitutivi della personalità.

Dott.ssa Giovanna Virga –
Psicologa dell’Equipe socio – medico –psico – pedagogica dell’Istituto dei Ciechi “I. Florio e A. Salamone” di Palermo. Componente del gruppo di lavoro per il Sostegno Psicologico ai Genitori dei ragazzi ciechi e ipovedenti.
Email: virgagiovanna@alice.it

 

storie di straordinaria normalità , Redazionale

Autore: Redazionale

Martedì 6 maggio 2014 – dalle ore 8.30 alle ore 10.30, nell’aula 201 dell’Università degli Studi di Milano in via Festa del Perdono 3, nell’ambito del corso di Diritto costituzionale della Prof.ssa Marilisa D’Amico – verranno proiettati due brevi filmati che raccontano la “straordinaria quotidianità” affrontata da persone non vedenti.
Questa iniziativa si propone di contribuire alla diffusione della cultura dell’inclusione, obiettivo che presuppone in primo luogo la conoscenza, troppo spesso ignorata, della vita quotidiana delle persone con disabilità.
La proiezione dei due filmati sarà seguita da un dibattito, al quale, con Marilisa D’Amico, parteciperanno anche Giuseppe Arconzo, Delegato del Rettore alle disabilità dell’Università degli Studi di Milano, nonché Nicola Stilla, Luisa Bartolucci ed Erica Monteneri in rappresentanza dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.
L’evento – che testimonia la volontà dell’Università Statale di essere protagonista nella concreta affermazione dei diritti delle persone con disabilità – è aperto a tutti gli interessati.

STORIE DI
STRAORDINARIA NORMALITÀ
Ragionando di Costituzione e Inclusione
Ne discutono:
MARILISA D’AMICO
(Professore ordinario di Diritto costituzionale nell’Università degli Studi di Milano;
Vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa)
NICOLA STILLA
(Presidente del Consiglio Regionale Lombardo
dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti)
LUISA BARTOLUCCI
(Componente dell’Ufficio di Presidenza Nazionale
dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti)
ERICA MONTENERI
(Componente del Consiglio Direttivo della Sezione di Milano
dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti)
GIUSEPPE ARCONZO
(Delegato del Rettore per le disabilità e l’handicap;
Ricercatore di Diritto costituzionale nell’Università degli Studi di Milano)
Università degli Studi di Milano
Martedì 6 maggio 2014 h. 8.30 -10.30
Aula 201 – Via Festa del Perdono, 3 – Milano

 

Sintesi dei lavori della Direzione Nazionale del 12 aprile, di Claudio Romano

Autore: Claudio Romano

Il 12 aprile, presso il Centro Studi e Riabilitazione “Giuseppe Fucà” di Tirrenia, si è riunita, in seduta ordinaria, la Direzione Nazionale presieduta dal presidente Mario Barbuto con la collaborazione del vice presidente Giuseppe Terranova e del segretario generale facente funzioni Alessandro Locati.

1) In apertura dei lavori, il Presidente ha riferito le seguenti comunicazioni:
a) all’interno della Commissione Lavoro della Camera dei deputati, si sta costituendo un gruppo ristretto per accelerare l’iter della proposta di legge per riformare la legge 113/85; nei primi giorni della prossima settimana, è programmato un incontro tra lo stesso presidente Barbuto e la presentatrice della citata proposta di legge l’onorevole Gribaudo;
b) nei giorni scorsi si sono svolti incontri con alcuni parlamentari per capire quale percorso e quali possano essere gli strumenti più utili per giungere alla modifica di alcune norme penalizzanti le persone con disabilità ed in maniera particolare i non vedenti del nuovo regolamento I.S.E.E. Nel merito, la FAND ha concordato con la predetta azione e nello stesso tempo, è sostanzialmente contraria alla proposta di indire un referendum abrogativo delle menzionate norme come proposto dalla FISH;
c) analoga azione di sensibilizzazione dei gruppi parlamentari è in corso per consentire la presentazione di un provvedimento legislativo che stabilisca il rifinanziamento della Biblioteca Regina Margherita di Monza;
d) al fine di riproporre con determinazione al Governo ed in particolare al Ministero dell’Istruzione la ormai purtroppo nota problematica dell’inaccessibilità dei registri elettronici e dei testi scolastici, è in agenda un incontro con il Sottosegretario del citato Ministero onorevole Greggi;
e) è stato rinnovato per un ulteriore triennio il protocollo d’intesa tra l’Unione ed il Ministero delle Attività culturali per confermare e sviluppare attraverso le sempre più apprezzate ed interessanti trasmissioni della rubrica “Parla con l’Unione”, la preziosa collaborazione già in essere volta alla diffusione delle conoscenze in ambito artistico/culturale;
f) è stata rinnovata la convenzione tra l’Unione e l’Associazione italiana editori per la stampa braille dei libri scolastici da parte della Biblioteca di Monza;
g) il 3 aprile scorso si è tenuto al Senato a cura dell’I.Ri.Fo.R. un seminario organizzato per la presentazione del manuale relativo al corso di “perito fonico non vedente” promosso dalla sede toscana dell’istituto e riconosciuto dalla Regione Toscana; l’iniziativa ha riscosso un significativo successo sottolineato anche dalla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso;
h) a seguito della trasmissione “L’Arena” di domenica 6 aprile sui “falsi ciechi” condotta dal giornalista Massimo Giletti alla quale ha fatto seguito un comunicato stampa del presidente Barbuto, saranno assunte ulteriori “ferme” ed opportune iniziative affinché la RAI consenta all’Unione di chiarire in maniera corretta tutta la problematica connessa al tema dei veri e supposti falsi ciechi;
i) il rinnovato Consiglio d’amministrazione della Federazione delle Istituzioni pro Ciechi ha confermato Rodolfo Masto quale presidente e Hubert Perfler quale vice presidente della Federazione;
j) è stato rinnovato il Consiglio d’amministrazione del Club Italiano del Braille la cui Presidenza sarà affidata ancora a Nicola Stilla;
k) dopo le dimissioni di Tommaso Daniele da presidente del F.I.D., si profila la nomina di Rodolfo Cattani a ricoprire tale incarico.

2) Successivamente, la Direzione:
a) per quanto attiene alla necessità di rimodulare sotto il profilo organizzativo la Direzione Nazionale, ha concordato unanimemente che come stabilito dallo statuto dell’Unione, al presidente nazionale “spetta” di proporre alla Direzione la composizione del nuovo ufficio di presidenza resosi necessario dopo l’elezione di Mario Barbuto alla carica di presidente dell’Unione. Tale proposta verrà formalizzata nella prossima riunione della Direzione prevista per il 15 maggio; nella medesima circostanza, verranno anche ridefiniti alcuni incarichi di settore all’interno della stessa Direzione. In argomento, il vice presidente Terranova e la componente Bartolucci, si sono dichiarati disponibili a “rimettere'” a disposizione del presidente la loro carica di componenti dell’attuale Ufficio di Presidenza;
b) valutata la richiesta del presidente del Consiglio regionale della Sardegna volta a sollecitare un intervento della sede centrale per consentire al commissario straordinario della sezione di Sassari di poter continuare il suo mandato, ha deciso di rinviare allo stesso Consiglio regionale, l’adozione di una appropriata decisione;
c) considerata la necessità di affrontare complessivamente la situazione della stampa associativa, ha deliberato di prorogare al 31 dicembre 2014 la convenzione con la stamperia di Catania e di nominare un gruppo di lavoro ad hoc costituito da Barbuto, Bartolucci, Loche e Salvatore Romano;
d) preso atto dei problemi evidenziati dalla società Immaci (titolare del Lev) per quanto riguarda la propria segreteria, stabilisce di esternalizzare tale servizio;
e) ha nominato un gruppo di lavoro composto da Ceccato, Claudio Romano, Terranova e dal presidente del Consiglio della Liguria Tambuscio, per la valutazione e la definizione dei criteri di assegnazione del fondo sociale 2014;
f) in ordine al nuovo assetto territoriale e per meglio approfondire le conseguenze derivanti dalla legge da poco approvata dal Parlamento relativamente al riordino delle Province dopo l’emanazione della citata legge, ha nominato la presidente della sezione di Pesaro Mencarini, il presidente della sezione di Genova Saltarel, il presidente della sezione di Piacenza Taverna e il vice presidente Terranova componenti di un apposito gruppo di lavoro; il gruppo verrà completato con la nomina dei rappresentanti del Consiglio Nazionale convocato nel pomeriggio i cui lavori proseguiranno nella mattinata del giorno successivo;
g) ha deliberato di confermare i contributi ai centri territoriali del Libro Parlato di Sassari, Modena e Brescia;
h) ha deciso di accogliere la proposta del Comitato nazionale giovani mirata ad organizzare un convegno aperto ai comitati giovani del territorio per dibattere e condividere tematiche ed esperienze in ambito europeo ed alla relativa progettazione;
i) ha convenuto di “studiare” come organizzare il “rilancio” della radio web dell’Unione nell’ambito della quale saranno previste trasmissioni di vario genere. Tra l’altro, per offrire più informazioni e maggiori approfondimenti relativamente alle decisioni della Direzione, si è convenuto di fissare nei giorni seguenti ad ogni riunione, spazi informativi condotti dal presidente;
j) ha stabilito di autorizzare i gestori del centro “Fucà” di Tirrenia a compiere alcuni interventi straordinari alla struttura: in particolare al rifacimento della copertura della terrazza della torre “A” e all’impianto di climatizzazione della torre “B”. Inoltre, ha incaricato Ceccato di svolgere il compito di “interfaccia” tra i gestori del centro ed il presidente nazionale per quanto attiene alle eventuali esigenze di interventi di manutenzione straordinaria che si rendessero necessari alla normale conduzione del centro;
k) considerate le diffuse e serie difficoltà riscontrate dalle strutture provinciali a far svolgere le perizie estimative del patrimonio dall’Agenzia del territorio di competenza come deciso dalla Direzione nella sua riunione del 20 giugno 2013 (vedere circolare 168/2013), ha deliberato che tale documento potrà essere come in passato, redatto e sottoscritto quale perizia giurata da un tecnico abilitato (seguirà apposito comunicato);
l) ha condiviso la proposta di organizzare la XIX Edizione del Premio Braille a Roma tra la metà di ottobre e la metà di novembre introducendo auspicabili novità nell’organizzazione dell’evento;
m) ha nominato Loche, Paschetta e Terranova quali componenti della commissione per la valutazione degli elaborati del concorso europeo sul Braille organizzato dall’Unione Europea dei Ciechi e sponsorizzato dalla ditta Onkyo e dalla rivista “Braille Mainichi” giapponesi (vedere circolare 35/2014).

3) Concludendo l’impegnativa seduta, la Direzione ha trattato alcune pratiche inerenti alcuni contenziosi e diverse altre pratiche relative al patrimonio.
In argomento, considerata la fondamentale importanza che riveste il tema “patrimonio associativo”, ha ritenuto indispensabile dover compiere a breve, i dovuti approfondimenti circa tutti i complessi aspetti del caso e di definire linee guida da considerare nell’assumere per il futuro, ogni decisione di merito.

Claudio Romano

Tommaso Daniele Presidente Onorario, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Ho il piacere di comunicare che il Consiglio Nazionale, riunito a Tirrenia il 12/13 aprile u.s., in forma solenne, ha conferito a Tommaso Daniele il titolo di Presidente Onorario

– per l’impegno impareggiabile profuso nel corso degli anni della propria presidenza
– per il miglioramento delle condizioni di vita dei ciechi e degli ipovedenti italiani
– per i risultati ineguagliati conseguiti dall’Unione sotto la sua guida.

Il Presidente Onorario, Tommaso Daniele, avrà facoltà di intervenire, dietro semplice invito, con pieno diritto di parola, alle riunioni degli organi associativi su tutto il territorio nazionale.
Cordiali saluti.
Mario Barbuto
Presidente Nazionale

 

Ordine del Giorno del Consiglio Nazionale Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, p. Il Consiglio Nazionale, Il Presidente Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Il Consiglio Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, riunito in data 12/13 aprile 2014, in merito alla trasmissione televisiva di RAI UNO “L’Arena”, del 6 aprile scorso, condotta dal giornalista Massimo Giletti, protesta vibratamente per le modalità di conduzione, apparse poco chiare e piuttosto superficiali che rischiano di diffondere false informazioni ed errati convincimenti nel pubblico dei telespettatori relativamente ai delicati temi dei cosiddetti “falsi ciechi” e addirittura del diritto a percepire l’indennità di accompagnamento.

Il Consiglio, inoltre, esprime sconcerto e disappunto per le modalità poco professionali con le quali è stata esclusa dalla trasmissione la presidenza nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, cioè la maggiore organizzazione di rappresentanza di ciechi e ipovedenti in Italia, deputata per legge a tutelarne gli interessi morali e materiali.

Il Consiglio, pertanto, chiede che venga ripristinata quanto prima la più corretta informazione sul tema, secondo le finalità di servizio pubblico svolto dalla RAI, offrendo all’Unione e ad altri soggetti che si ritenga utile aggiungere, un adeguato spazio televisivo tramite il quale poter fornire al vasto pubblico   le informazioni più ampie e complete, nel rispetto della dignità di tutti e a tutela di una fascia di cittadini posta oggi sotto accusa nella trasmissione in parola, con una faciloneria tanto semplicistica, quanto inaccettabile.

p. IL CONSIGLIO NAZIONALE
Il Presidente – Mario Barbuto

 

Colpo di scena: sconfessata la linea politica dell’ex presidente dimissionario prof. Daniele in occasione della elezione del nuovo presidente, di Vincenzo D’Alberto e risposta di Mario Barbuto, Presidente Nazionale

Autore: Vincenzo D'Alberto e risposta di Mario Barbuto, Presidente Nazionale

La linea politica e di programmazione decisa dal Congresso Nazionale e che si sarebbe dovuta concludere l’anno prossimo al termine dei 5 anni, è stata praticamente sconfitta e rinnegata dagli stessi Dirigenti che l’avevano scelta e votata Si chiude un 25ennio di storia associativa all’insegna del lungo periodo Daniele e Co. E’ quanto è emerso dal risultato della elezione a Presidente nazionale dell’Unione che ha visto contrapposti l’Avv. Terranova (continuatore della linea programmatica Daniele) e il Dott. Barbuto (oppositore storico della linea Daniele e Unione).
Sta di fatto che la linea è stata minata soprattutto dall’interno della Direzione N. tradendo così lo spirito congressuale e i risultati raggiunti sul piano dell’unità associativa e dei programmi, per mero opportunismo di maniera e di trasformismo.
Si apre un periodo difficile e pieno di incognite sul futuro dell’ Unione, che un primo risultato lo ha già raggiunto: si presenta spaccata all’opinione pubblica. Si ringrazia per l’ospitalità!

Un giovane aspirante Socio Vincenzo D’Alberto
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Caro Vincenzo,
ogni opinione, naturalmente, deve avere diritto di cittadinanza e spazio sui nostri mezzi di comunicazione.

I tuoi argomenti mi offrono l’occasione per chiarire a te, e a eventuali pochi altri, che non esiste alcuna spaccatura della nostra Unione dinanzi all’opinione pubblica.

Abbiamo proceduto secondo le indicazioni statutarie, esattamente come si fece ventotto anni fa, quando fu eletto per la prima volta il presidente Daniele.

Non riesco a leggere alcun “mero opportunismo” nell’episodio, ma più semplicemente una leale competizione tra due candidati che ha dato un risultato chiaro, consentendo la prosecuzione del cammino intrapreso non già quattro anni fa, ma ben novantaquattro anni or sono, cioè quando l’Unione è stata fondata per difendere e tutelare i diritti dei ciechi italiani.

Chiunque sia e sarà in futuro il presidente e il gruppo dirigente nazionale, nessuno si sognerà mai di venir meno a questo mandato, ricevuto dai padri fondatori e continuato con successo e onore fino a oggi.

Ti ringrazio e ti auguro ogni bene, con l’auspicio che tu abbia, nel frattempo, trasformato il titolo di “aspirante” in socio effettivo.

Se così è, benvenuto nella nostra grande famiglia.

Mario Barbuto
Presidente