COMUNICATO STAMPA – SIGNOR BELPIETRO: SULLA PELLE DELLE PERSONE NON SI GIOCA!!!

COMUNICATO STAMPA.

 

SIGNOR BELPIETRO: SULLA PELLE DELLE PERSONE NON SI GIOCA!!!

SI VERGOGNI E CHIEDA SCUSA!

 

Come presidente dell’Unione Italiana ciechi e Ipovedenti, intendo sollevare una vibrata protesta nei confronti del giornalista Maurizio Belpietro che stamattina sul suo “giornale”, esce con titoloni che annunciano tagli dell’ultimo momento nella legge di stabilità sui servizi destinati ai ciechi.

 

La notizia, ovviamente, è falsa. Peggio, viene diffusa sulla base di tabelle superate da giorni che rivelano soltanto l’incompetenza o la malafede di chi la divulga.

 

Maurizio Belpietro non si cura affatto dello sconforto e della frustrazione che semina, con la sua notizia falsa, nell’animo di centinaia e centinaia di migliaia di ciechi e ipovedenti italiani.

 

Egli si preoccupa soltanto di fare cassetta, di sollevare scandalo, di vendere qualche copia in più. Noi invece, che abbiamo lavorato con pazienza e abbiamo sofferto le pene dell’inferno, seguendo ogni momento l’intero percorso della legge di stabilità, noi ciechi e ipovedenti d’Italia, signor Belpietro, non le permettiamo di venire a turbare la serenità della nostra domenica con notizie false che giovano soltanto al suo tornaconto personale.

 

Appellandomi alla sua etica professionale, se ancora ne conserva un frammento, mi attendo da Lei le scuse formali da rivolgere a tutti i ciechi e ipovedenti italiani, con lo stesso spazio e lo stesso clamore che ha inteso riservare alla falsa notizia pubblicata stamattina su Libero.

 

Mario Barbuto – Presidente Nazionale.

Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

via Borgognona 38 – 00187 Roma.

 

Un incontro carbonaro? No: Un confronto aperto a tutti e proposte programmatiche alla luce del sole per il prossimo XXIII congresso nazionale!, a cura del Gruppo di Coordinamento UICI Rinnovamento

Autore: a cura del Gruppo di Coordinamento UICI Rinnovamento

Lo scorso 15 e 16 novembre, su iniziativa del Movimento UICI Rinnovamento, si è svolto a Napoli un convegno dal titolo: “XXIII Congresso Nazionale dell’U.I.C.I.: quali idee? Su quali gambe?
L’intenzione dichiarata degli organizzatori è stata quella di promuovere un confronto ampio ed aperto a tutti, aderenti o meno al movimento, sui principali temi che riguardano i ciechi e gli ipovedenti italiani, al fine di mettere a fuoco i nodi problematici di particolare urgenza e di giungere alla formulazione di proposte da sottoporre all’attenzione dell’intero corpo associativo e da portare poi, quale contributo, all’interno del futuro dibattito congressuale.
I lavori, svoltisi a ritmo serrato, in tutta la giornata del 15 e nella mattinata del 16, hanno portato alla stesura di sette documenti, che nelle prossime settimane verranno divulgati attraverso la stampa associativa nazionale, quale il giornale uici, e su diverse liste di discussione dedicate a specifiche problematiche di ciechi e ipovedenti.
Le questioni affrontate nel corso del convegno, sono state introdotte ciascuna da una scheda predisposta dal lavoro preparatorio di diversi gruppi tematici formatisi in vista dell’appuntamento napoletano, e sono state sintetizzate nei documenti di cui sopra. Esse hanno riguardato le politiche per il lavoro; l’accessibilità, la tecnologia e la mobilità; ipovedenti e riabilitazione; l’istruzione e la cultura; gli anziani e le politiche intergenerazionali; la pluridisabilità; le pari opportunità nell’organizzazione associativa.
La discussione è stata caratterizzata da numerosi quanto puntuali interventi dei convenuti, consiglieri, presidenti di sezione e regionali e semplici soci, provenienti da varie regioni del nord e del sud Italia, segno che, se vi sono ancora persone disposte ad affrontare a spese proprie, nel week end, lunghi viaggi e un faticoso soggiorno, la passione associativa è ancora viva. E ciò lascia ben sperare per le sfide e le difficoltà che ci troviamo a dover affrontare nel presente e che ci aspettano nel prossimo futuro.
Dopo aver ricevuto, nella mattina del 15, il breve saluto del componente la Direzione Nazionale Paolo Colombo e nel pomeriggio l’importante contributo al dibattito sul tema dell’istruzione da parte del direttore nazionale dell’I.Ri.Fo.R, Luciano Paschetta, nella mattina del 16 il Presidente Nazionale Mario Barbuto è intervenuto con un’ampia e articolata esposizione dei principali motivi di preoccupazione verso il degrado culturale incoraggiato da certe campagne mediatiche e verso gli atteggiamenti del Governo nei nostri confronti, nonché delle criticità organizzative e strutturali interne da affrontare con la dovuta urgenza e determinazione e della grande battaglia per il lavoro da sostenere con convinzione e lungimiranza.
Il convegno di Napoli ha conseguito due importanti risultati:
in primo luogo ha saputo indicare un metodo di lavoro, basato sul confronto aperto e sulla partecipazione collettiva, capace di procedere attraverso gruppi più ristretti e momenti assembleari, all’elaborazione di proposte articolate e argomentate, e al contempo sintetiche. In secondo luogo ha mostrato che le istanze di rinnovamento sono sempre più sentite e diffuse, e che il movimento che se ne fece promotore a partire da Prato, alla vigilia dello scorso congresso, è quanto mai vivo e propositivo, e sa e vuole essere interlocutore di tutti coloro che, pur da posizioni differenti, ma rifiutando chiusure pregiudiziali e la discutibile prassi degli accordi preventivi su nomi e cariche, sono pronti a mettersi in gioco per rendere l’Unione sempre più forte, più dinamica e più aperta alle sfide del futuro.

Segnaliamo in fine che la due giorni di Napoli è stata trasmessa in diretta da Radio oltre dell’Istituto Cavazza, e ripresa in streaming dalla radio della sede centrale, e che è possibile scaricare il podcast dell’intero convegno dal sito di Radiooltre.

UICI Rinnovamento
Gruppo di coordinamento

Eugenio Saltarel
Maurizio Albanese
Irene Balbo
Katia Caravello
Angelo Fiocco
Francesco Fratta
Giovanni Taverna

XXIII Congresso Nazionale dell’Unione: un po’ di chiarezza e rilancio DI UN PROGETTO, Nicola Stilla

Autore: Nicola Stilla

Lo scorso 23 settembre, io e Mario Barbuto, abbiamo diffuso un comunicato congiunto con il quale prendevamo atto che “nonostante gli sforzi compiuti da entrambi per trovare un accordo” non sussistevano più le condizioni per il raggiungimento di quell’”auspicata intesa” che ci avrebbe consentito di individuare un candidato comune alla carica di Presidente Nazionale al XXIII Congresso della nostra Unione.

La conclusione di quel progetto è stata per me un momento difficile ed in qualche modo doloroso, considerando che, solo sei mesi prima, in vista dell’elezione del Presidente nazionale da parte del Consiglio nazionale convocato in via straordinaria per il 15 marzo,
per determinare le condizioni che avrebbero consentito di far vincere il “cambiamento” sulla “continuità”, avevo deciso di condividere un percorso con Mario promuovendo e sostenendo la sua candidatura alla Presidenza Nazionale del nostro sodalizio con l’impegno comune di individuare insieme un metodo per scegliere successivamente il candidato unitario alla presidenza nazionale per il 23° Congresso entro la fine del corrente anno.

Non intendo e non mi interessa con questo articolo suscitare polemiche, né replicare punto per punto alle diverse posizioni espresse sulla stampa associativa e su alcune liste; voglio solo ricordare alcuni passaggi del percorso iniziato l’11 gennaio 2014 a Milano e proseguito il 2 marzo a Bologna, per riprendere infine i contenuti dell’articolo “L’Unione che vorrei – 2015 l’anno del cambiamento” con il quale nel mese di gennaio 2014, annunciavo la mia candidatura alla carica di Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in vista del prossimo Congresso Nazionale.

Nel documento intitolato Le Ragioni di una Scelta, il 2 marzo scorso, a Bologna, presenti una ventina di amici dirigenti, io e Mario Barbuto lanciavamo la candidatura di Mario alla Presidenza Nazionale con le seguenti parole
“Le dimissioni forzate e inattese del Presidente Tommaso Daniele hanno causato una accelerazione di quel processo di ricambio e di rinnovamento da intraprendere a partire dall’appuntamento congressuale del prossimo anno.
Mario Barbuto e Nicola Stilla, entrambi disponibili a candidarsi in Congresso, da alcuni mesi hanno intrapreso un percorso comune e condiviso di elaborazione di un programma e di individuazione di un metodo per giungere alla designazione di una candidatura unitaria alla carica di Presidente Nazionale.
Questo percorso continuerà con le modalità e con i tempi necessari già ipotizzati, intendendo promuovere e favorire numerosi momenti di confronto, con una vasta partecipazione di tutta la dirigenza e della parte più attiva della base associativa”.

Nel mio intervento di presentazione della candidatura di Mario Barbuto al Consiglio Nazionale del 15 marzo scorso, mettevo in evidenza gli stessi concetti del documento del 2 marzo e ribadivo alcuni principi per una gestione collegiale e condivisa della nostra organizzazione, con alcuni obiettivi da perseguire nei 18 mesi che ci separavano allora dal XXIII Congresso. Se una valutazione degli obiettivi potrà essere fatta solo a conclusione del mandato, il fatto che il “Gruppo 2 marzo” non sia più stato convocato né consultato credo dia, invece, esauriente riscontro circa l’auspicata, ma mancata, gestione collegiale; per quanto concerne le motivazioni per cui l’accordo non potrà proseguire, ognuno, se vorrà, leggendo i documenti pubblicati sul mio blog (www.lunionechevorrei.blogspot.it), potrà conoscere i fatti per come sono maturati e per come realmente sono.

Dunque, si riparte e voglio ribadirlo: non sono e non sarò interessato alla polemica; sono e sarò interessato soltanto al confronto sulle questioni reali ed al futuro della nostra associazione!!

Per ciò che mi riguarda, avvierò la campagna elettorale nei prossimi mesi, ben consapevole dello svantaggio che avrò rispetto al Presidente Nazionale in carica. Non credo di sorprendere se dico che il Presidente dispone di mezzi, possibilità ed opportunità per girare legittimamente l’Italia “isole comprese” ; Comunque sia, voglio provarci ugualmente perché credo che l’Unione meriti una politica diversa e una gestione che affronti concretamente i problemi con vera collegialità e non solo a parole; voglio provarci perché sono sicuro che la nostra organizzazione è matura per scegliere democraticamente il suo Presidente Nazionale senza che venga meno l’unità associativa che per me rimane un bene da difendere, perseguire e conseguire.
Voglio provarci, infine, perché sono convinto che la nostra organizzazione abbia bisogno di aria nuova, di modelli organizzativi diversi dal passato, di interpretare e se possibile anticipare i mutamenti sociali ed istituzionali che incombono e non mi pare davvero che si stia cambiando verso.

Chiarito, spero una volta per tutte, quello che c’era da chiarire, d’ora in poi mi limiterò a scrivere periodicamente alcune riflessioni finalizzate ad aprire un confronto con tutti coloro che lo vorranno e acquisire eventuali contributi per la definizione di una bozza di programma da sottoporre a tutti i dirigenti in carica, a quelli che lo diventeranno dopo il rinnovo degli organi provinciali e regionali ed ai Delegati Congressuali.
Cercherò inoltre di presenziare quando mi sarà consentito, a tutti gli eventi associativi sia di carattere nazionale che locale, in modo da essere presente laddove si dibatteranno le tematiche che stanno a cuore dei Soci e dei Dirigenti della nostra organizzazione per avviare un serio e fattivo confronto con tutte le persone che lo vorranno.

Per costruire la bozza del mio programma, affinché tutti possano dare concretamente il proprio contributo di idee, ho pensato ad una serie di strumenti; momenti e occasioni di confronto e di dibattito che dovranno essere il fulcro di un impegno capace di ridare slancio all’azione associativa dove i news media potranno giocare un ruolo ancorché non determinante e dove le idee e l’innovazione di ciascuno contribuiscano a far crescere la consapevolezza di tutti.
Quello slancio ideale e sostanziale che la – collaborazione condivisa – aveva lasciato intravvedere, ma che gli opportunismi pare abbiano definitivamente affossato.
E’ mia intenzione infatti voler costituire gruppi di studio che elaborino il programma da sottoporre all’attenzione ed al contributo di tutti i Soci.

Al di là di come saranno strutturati i gruppi di studio, ritengo che, a monte, si debba definire una –strategia che sappia interpretare con obiettivi chiari e definiti, con percorsi innovativi ed aderenti ai nuovi processi sociali ed istituzionali, una realtà dinamica che metta in discussione i consueti punti di riferimento.
Dobbiamo saper declinare Istruzione, lavoro, scuola, ipovisione, tecnologia e quant’altro in ipotesi di lavoro, identificabili con quel futuro che già stiamo vivendo senza quelle ovvietà che fanno sempre più parte di un passato, sicuramente glorioso, ma evidentemente da contestualizzare ed aggiornare alla luce della – nuova Unione – che vorremmo costruire.

I referenti dei gruppi saranno individuati tra coloro che offriranno la loro disponibilità per la definizione della bozza di programma di lavoro per il prossimo quinquennio; i gruppi dovranno completare il proprio lavoro entro la fine di gennaio 2015 in modo che, entro febbraio, sia possibile elaborare un documento complessivo da sottoporre all’attenzione e alla discussione della base associativa.
Concluso questo primo percorso, si dovrà aprire una discussione più ampia ed approfondita su due questioni prioritarie la riorganizzazione della nostra Unione e la gestione del patrimonio legata anche alla questione dell’autofinanziamento.
Per quanto concerne la riorganizzazione, fermo restando il principio dell’unità associativa e la garanzia della partecipazione delle minoranze alla vita associativa a tutti i livelli, dovranno essere individuate nuove strategie per il coinvolgimento delle persone non vedenti e ipovedenti, delle loro famiglie, dei sostenitori, ecc. ecc. in modo da ampliare la base associativa. Occorrerà inoltre individuare strategie adeguate per la riorganizzazione delle strutture a tutti i livelli, prevedendo un potenziamento dei Consigli Regionali, la riorganizzazione delle strutture provinciali ed una riqualificazione della Sede Centrale, passando per la valorizzazione del personale di quest’ultima e la gestione di nuovi servizi a sostegno delle strutture periferiche, all’insegna di una gestione davvero collegiale che sia capace di coinvolgere, soprattutto nelle scelte fondamentali e strategiche a livello nazionale, tutte le strutture territoriali.

Relativamente al patrimonio e all’autofinanziamento, è opportuno evidenziare come la carenza di risorse ordinarie in rapporto alle effettive esigenze gestionali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, determini problemi strutturali del bilancio della Sede Centrale. In
particolare, prendendo ad esempio i consuntivi degli ultimi anni si evidenzia che le entrate relative a contributi statali (ordinari e straordinari) rappresentano circa il 60% del totale delle risorse. E’ significativo il tasso di incidenza dei contributi statali straordinari (pari al 42%), che segna il problema dell’incertezza futura sugli equilibri economici generali:
l’Unione genera autonomamente circa il 40% delle risorse occorrenti
Il delicato ed imprescindibile tema delle risorse impone piena consapevolezza e priorità assoluta; occorre lavorare parallelamente, su due binari: da una parte le iniziative di autofinanziamento, dall’altra gli interventi sulla spesa. Per quanto riguarda le prime occorre pensare ad iniziative nuove e moderne, anche in collaborazione con gli enti di emanazione dell’Unione.
A ciò andrà aggiunta una nuova politica di gestione del patrimonio, affinché esso possa generare un maggior profitto dell’attuale. L’aggiornamento e la riqualificazione del nostro personale sarà poi fondamentale in questo processo perché permetterà di essere più efficienti nel conseguire gli obiettivi prefissati.
Oggi, in un periodo di penuria di risorse e di crisi generalizzata, dobbiamo lavorare affinché la solidarietà, diventi un valore prioritario tale da costituire un buon esempio di buona prassi anche al di fuori della nostra associazione.
La cornice che tutti insieme con serietà dobbiamo contribuire a costruire, evitando i pressappochismi e le facilonerie, dovrà contenere un “quadro” capace di farci immaginare un domani migliore; una visione d’insieme che vorrei, fortemente vorrei costruire insieme a voi, alle migliori intelligenze presenti nell’Unione e nella società, con l’umiltà della consapevolezza di dover superare grandi difficoltà, ma con la determinazione di contribuire con molti di voi a costruire davvero – l’Unione che vorrei -.
I pochi spunti sopra esposti rappresentano la base sulla quale muovere i primi passi per la definizione di un progetto complessivo che preveda anche la rimodulazione dello Statuto Sociale della nostra Unione e dei necessari aggiustamenti in attesa di una riscrittura complessiva che dovrà necessariamente dettare il prossimo Congresso.
Una sfida questa perché differentemente dal passato, non dovrà trattarsi di una semplicistica rivisitazione della nostra carta statutaria ma davvero, dovremmo saper interpretare, condividere e identificare un – modello – che, finalmente, ci consenta di superare i segni del tempo che tutti ravvisiamo nel nostro statuto.
Questo complesso lavoro, però, non dovrà distrarci dalle questioni oggi sul tappeto a partire dalla scuola, per non dimenticare il lavoro e non sottovalutare il rischio di perdere quasi totalmente i finanziamenti che lo Stato ha assicurato fino ad oggi per la gestione dei nostri servizi e per consentirci di assolvere il nostro ruolo di rappresentanza e tutela degli interessi dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
Insomma, voglio lavorare per garantire una casa comune e diversa anche per coloro che verranno dopo di noi.

Proprio per questo motivo ho assicurato al Presidente Nazionale la piena lealtà ed il rispetto degli accordi sottoscritti il 2 marzo per lo meno su quei punti allora concordati e solo se saranno condivisi. Diversamente ognuno si assumerà le proprie responsabilità e ne risponderà a tutta l’associazione nelle sedi istituzionali.
Concludo ribadendo che solo una vera gestione collegiale potrà evitare che la nostra associazione sia messa nell’angolo dalle scelte della politica del Governo e del Parlamento.

Per contatti:
– E-mail: presidente@uicilombardia.org
– Cell.: 335-52 34 655
– Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100008498836298

Incredibile ma vero- Il femminicidio, di Cesare Barca

Autore: Cesare Barca

Non è facile né tanto meno semplice soffermarsi a riflettere sul femminicidio, un brutto neologismo semantico che vuole indicare tutte quelle sciagurate circostanze in cui una donna viene uccisa da un uomo. Soltanto soffermandoci a riflettere si viene assaliti da un brivido e il sangue si raggela pensando come sia tanto diffuso questo guasto sociale che intende annientare l’identità femminile attraverso l’assoggettamento fisico e psicologico e non ci conforta sapere che tali comportamenti possono scaturire da sovrastrutture ideologiche di matrice patriarcale.
Si tratta dunque di “violenza di genere” inaccettabile, una piaga sociale che deve essere necessariamente sanata non solo attraverso l’istituzione a livello mondiale della giornata contro la violenza sulle donne fissata per il 25 novembre e nemmeno attraverso l’assunzione simbolica del colore arancione per evidenziare la brutalità del fenomeno, ma necessita che anche in Italia si costituisca un osservatorio nazionale che non si limiti a fornire i dati numerici, ma sappia sostenere e incrementare comportamenti sociopolitici utili per combattere questo comportamento disumano.
Certo, la violenza sulle donne esiste da sempre ed è segnalata da un testo inglese del 1801, ma ciò non significa che non sia davvero giunto il momento per scrivere a caratteri cubitali la parola” fine”. In tale direzione esiste la convenzione di Istanbul del 2011 adottata dall’Italia soltanto il 16 luglio 2013, ma per essere vincolante dovranno aderirvi almeno dieci stati europei.
Siamo insomma ancora lontani dalla comprensione reale del fenomeno e dal conseguente raggiungimento delle pari opportunità. Proprio per questo sarà con noi la Dott:ssa Erica Monteneri psicologa, responsabile per la Lombardia quale membro della commissione nazionale che si occupa di superare ogni ostacolo che impedisca il conseguimento della parità giuridica e sociale tra uomo e donna.
La relazione sarà tenuta come sempre nella sala telefonica degli anziani 98 90 50 venerdì 12 novembre alle ore 18.
Sono certo che la proposta sarà favorevolmente accolta dalle donne, ma voglio sperare che siano presenti molti uomini che avvertono l’urgenza inderogabile di conoscere il problema nelle sue pieghe più nascoste e nella sua cruda realtà.

Come è ormai consuetudine per accedere alla sala virtuale telefonica è necessario conoscere il pin di ingresso e per questo siamo a disposizione di quanti vorranno telefonarci o scriverci
Se saremo in molti potremo dimostrare, per così dire, che esiste veramente la possibilità di superare ogni disparità sociale.
Cesare Barca

Email: cesarebarca@alice.it tel.045 83 00 282
Nunziante Esposito email: Nunziante. Esposito@alice.ittel.349 67 23 351
Pino Servidio email: Giuseppe.servidio@alice.it tel.80 82 002

PREMIO LOUIS BRAILLE 2014 – XIX EDIZIONE, Redazionale

Autore: Redazionale

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS ha il piacere di invitarla alla XIX edizione del Premio Louis Braille 2014, che si terrà presso il Teatro Sistina, in Via Sistina 129 – Roma, lunedì 15 dicembre 2014 alle ore 20,30.

Nel corso della serata saranno premiati: Nicola Zingaretti (Presidente Regione Lazio); Unicoop Firenze; Giorgio Rognetta (In memoriam); Famiglia Parisi/Faini (Famiglia affidataria di cani guida).

Nel corso della serata si esibiranno: Luca Barbarossa; Cristiano De André; Ron; Antonella Ruggiero.

Presentano: Claudia Andreatti; Enzo Decaro.

La manifestazione sarà ripresa da Rai Uno e trasmessa la sera del 24 dicembre.

Ingresso libero fino a esaurimento posti. Prenotazione consigliata entro il 12 dicembre.
ustampa@uiciechi.it
06.699.88.376

I biglietti potranno essere ritirati presso la biglietteria del Teatro Sistina a partire dalle ore 19,00 del giorno 15 dicembre oppure nei giorni immediatamente precedenti presso la Presidenza Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in Via Borgognona 38.

Si ringrazia Banca Popolare di Vicenza per aver contribuito alla realizzazione di questa edizione del Premio Braille.

 

INVITO

La Giornata Internazionale per i diritti delle persone con disabilità e il grido di dolore dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, di Chiara Giorgi

Autore: Chiara Giorgi

Il 3 Dicembre prossimo andremo dai prefetti in tutta Italia per manifestare al Governo le nostre preoccupazioni!

La Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità, istituita dalle Nazioni Unite, quest’anno è dedicata al tema dello sviluppo sostenibile, con un’attenzione particolare alla tecnologia. La tecnologia è infatti incorporata in ogni aspetto della vita quotidiana, e nel tempo, ha sollevato gli standard di vita delle persone in tutto il mondo e il loro accesso a beni e servizi e ha aumentato notevolmente la connettività tra le persone e il loro accesso alle informazioni.

Lo sanno bene i ciechi e gli ipovedenti, che sempre di più, grazie ai nuovi strumenti tecnologici, riescono a svolgere in piena autonomia attività che prima non erano alla loro portata o, se lo erano, richiedevano uno sforzo e delle capacità particolari.

Quest’anno però, il 3 dicembre 2014, ha un sapore amaro per l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

“Da settimane denunciamo pubblicamente come la nostra associazione rischia di chiudere – dichiara il presidente nazionale dell’Unione, Mario Barbuto.
Fin dal 1920, anno di fondazione, l’Unione ha fiancheggiato le pubbliche autorità, non di rado sostituendosi a esse, per soccorrere i ciechi in ogni angolo del Paese, portando loro la cultura, il lavoro, l’istruzione, la fiducia in se stessi e la voglia di farcela nonostante tutto. Nonostante l’handicap gravissimo, riconosciuto come tale anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.”

“Non abbiamo trovato l’attenzione e il supporto che ci aspettavamo per combattere questa battaglia, che è una battaglia di civiltà e non riguarda sono i ciechi e gli ipovedenti ma l’insieme del nostro Paese”, continua Barbuto. “E’ anche per questo che ho scritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio, e cercheremo di consegnargliela di persona il 3 dicembre. Contestualmente, i nostri presidenti regionali e provinciali si stanno organizzando per consegnare la lettera anche ai prefetti di tutta Italia.”

Siamo perfettamente consapevoli – si legge nella lettera aperta al premier Renzi – che le pesanti condizioni economiche del Paese impongono scelte difficili e selezioni dolorose. Tali scelte, tuttavia, non possono essere pagate con il prezzo più amaro proprio da noi ciechi e ipovedenti, già tanto provati dalle sofferenze e dalle privazioni che la sorte maligna ci ha voluto riservare.
Dopo esserci adattati alla durezza di una esistenza vissuta nel buio; dopo aver già sopportato i tagli di tutte le leggi finanziarie degli ultimi anni; saremo ancora noi, i ciechi e gli ipovedenti italiani, chiamati a pagare il prezzo tanto amaro di una ulteriore riduzione di risorse pari all’80%, come previsto nell’attuale legge di stabilità, in discussione in Parlamento?
Questo taglio, purtroppo, se praticato, penalizzerà irrevocabilmente la nostra presenza sul territorio e la nostra attività di tutela che riguarda oltre un milione di cittadini, nonostante una legge dello Stato attribuisca all’Unione tale compito precipuo e fondamentale. (…)

Quei quattro, cinque milioni di Euro che ci vengono tolti, infatti, mentre per lo Stato non significano praticamente nulla, per noi, invece, rappresentano l’unica possibilità di offrire gratuitamente un aiuto concreto su tutto il territorio nazionale:
* formazione professionale e accompagnamento al lavoro;
* azioni riabilitative rivolte a bambini e ragazzi pluriminorati;
* fruizione della lettura e accesso alla cultura tramite il nostro servizio del Libro Parlato;
* consulenza scolastica per famiglie e insegnanti;
* sperimentazione e diffusione delle nuove tecnologie;
* addestramento alla mobilità e all’autonomia personale;
* supporto e conforto per tante persone anziane e sole;
* diritto allo sport, al tempo libero, alla normalità;
* in poche parole, insomma, diritto alla vita.

Ma c’è di peggio!
Con quel taglio che frutterebbe al Bilancio dello Stato la miseria di quattro spiccioli, si rischia di condannare addirittura a morte la nostra Associazione.
Oltre cento sedi in tutta Italia, riconosciute come le “case dei ciechi”; un patrimonio di esperienze, di competenze, di umanità, accumulato in un secolo di storia e posto gratuitamente al servizio del Paese; il futuro stesso nostro e soprattutto delle giovani generazioni, dei nostri ragazzi che credono ancora in una esistenza normale di inclusione, cittadini tra i cittadini. (…)

“Lo scorso 30 novembre, è stato votato alla Camera un ordine del giorno che impegna il Governo a garantire le necessarie risorse per l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – conclude Barbuto. Siamo preoccupati, ma anche fiduciosi che il nostro grido di dolore verrà ascoltato e l’Unione potrà continuare a lavorare per la tutela dei ciechi e degli ipovedenti italiani”.

Convegno “Storia e funzione sociale della radio”. Roma 4 dicembre 2014 – ore 9.15, di Luisa Bartolucci

Auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (ICBSA). Via Michelangelo Caetani, 32

Nell’ottobre del 1924 viene trasmesso il primo annuncio radiofonico. Da allora, la radio è diventata grande. Una cosa è subito evidente: nonostante i suoi novant’anni, la radio vive oggi un periodo di rinnovata giovinezza e continua ad essere, tra i mezzi di comunicazione, uno dei più amati, amato ancora di più dai ciechi e dagli ipovedenti, che hanno adottato la radio come il mezzo per eccellenza, perfettamente accessibile.
Quasi un secolo di radio è un periodo abbastanza lungo che consente di fare bilanci ed esprimere giudizi sulla differenza tra la radio di oggi e quella di ieri. Se ne parlerà in occasione del Convegno “Storia e funzione sociale della radio” in programma a Roma il 4 dicembre 2014 (c/o Auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, Via Michelangelo Caetani 32 – ore 9,15) organizzato dalla Presidenza Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, in collaborazione con l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi e Radio Capital.
L’evento ha già ottenuto il patrocinio da parte del Senato della Repubblica, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, nonché della Regione Lazio.
Pensando di far cosa gradita riportiamo di seguito il programma dell’evento e l’invito. Quanti fossero interessati a partecipare alla manifestazione, sono pregati di segnalare il proprio nominativo all’Ufficio Stampa, sig.ra Mariolina Lombardi, ai seguenti recapiti: 06.699.88.376, ustampa@uiciechi.it.
L’evento verrà trasmesso in diretta tramite Slashradio, la radio ufficiale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS. Per collegarsi sarà sufficiente digitare uno dei seguenti link: http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp; http://www.hostingshoutcastpanel4.com:2199/tunein/unione.asx
Invitiamo le nostre strutture a dare la massima diffusione al presente comunicato.

Storia e funzione sociale della Radio – Roma, 4 dicembre 2014, di Chiara Giorgi

Autore: Chiara Giorgi

L’UNIONE ITALIANA CIECHI E IPOVEDENTI FESTEGGIA I 90 ANNI DELLA RADIO
Roma, 4 dicembre 2014– ore 9,15

c/o Auditorium Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi
Via Michelangelo Caetani 32
Nell’ottobre del 1924 viene trasmesso il primo annuncio radiofonico. Da allora, la radio è diventata grande. Una cosa è subito evidente: nonostante i suoi novant’anni, la radio vive oggi un periodo di rinnovata giovinezza e continua ad essere, tra i mezzi di comunicazione, uno dei più amati.
Amato ancora di più dai ciechi e dagli ipovedenti, che hanno adottato la radio come il mezzo per eccellenza, perfettamente accessibile in autonomia, senza bisogno di intermediari o attrezzature specifiche supplementari.

Quasi un secolo di radio è un periodo abbastanza lungo che consente di fare bilanci ed esprimere giudizi sulla differenza tra la radio di oggi e quella di ieri. Se ne parlerà in occasione del Convegno “Storia e funzione sociale della radio” in programma a Roma il 4 dicembre 2014 (c/o Auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, Via Michelangelo Caetani 32 – ore 9,15) organizzato dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, in collaborazione con l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi e Radio Capital.

Numerosi gli interventi in programma: Franco Monteleone, docente di Storia e Critica della Radio e della Televisione all’Università di Roma Tre, racconterà la radio come il vero mezzo del secolo; Massimo Pistacchi, Direttore dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, presenterà il rapporto tra l’Istituto e la radio. Le nuove tecnologie radiofoniche saranno esaminate da Stefano Pogelli (regista di Radio Rai e responsabile del laboratorio di restauro dell’archivio sonoro), mentre Fabrizio Scrivano, professore associato di Letteratura Italiana presso l’Università di Perugia racconterà il rapporto tra letteratura, radio e lettura.
Dell’arte raccontata alla radio ne parlerà Elisabetta Borgia Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale – Centro per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio del MIBACT, mentre Ilario di Giovambattista, il direttore editoriale di Radio Radio parlerà della loro esperienza di talkradio. E ancora si affronterà il ruolo e la funzione sociale di Radio Vaticana nel mondo (Rosario Tronnolone, redattore di Orizzonti Cristiani), nonché il ruolo della radio nella ricostruzione del tessuto nazionale con Gioachino Lanotte (docente e storico della canzone italiana).
Umberto Broccoli interverrà nel pomeriggio su “La mia radio tra parole ed emozioni”, mentre Edoardo Buffoni (capo redattore di Radio Capital) parlerà del lavoro alla radio tra notizie, commenti, interviste, satira e dialoghi con gli ascoltatori e Baba Richerme, inviato speciale di Radio Rai, racconterà il rapporto tra il cinema e la radio.

La Tavola rotonda su “Ruolo e funzione della radio tra presente e futuro” prevista nel pomeriggio di giovedì 4 dicembre, vedrà la partecipazione di Stefano Benedetti (giornalista editore di Città Celeste), Manuela De Vito (conduttrice e autrice Radio Capital), Isabella Eleodori (conduttrice Radio R101), Ida Guglielmotti (conduttrice programmista/regista Radio InBlu), Alessandro Mannozzi (conduttore radiofonico e giornalista), Renato Rappo (già nei GR e TG RAI), Baba Richerme (inviato speciale Radio RAI), Marco Sabene (giornalista Radio RAI), Betty Senatore (conduttrice Radio Capital), coordinati da Luisa Bartolucci, Componente della Direzione nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

INVITO

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

con il Patrocinio della Regione Lazio

con la collaborazione dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi e di Radio Capital

ha il piacere di invitare la S.V. al Convegno “Storia e funzione sociale della radio” che si terrà a Roma il 4 Dicembre 2014 alle ore 9.15 presso l’Auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi in Via Michelangelo Caetani 32.

PROGRAMMA

9.15
Apertura dei lavori
Luisa Bartolucci
Direzione Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

9.20
Saluto di Massimo Pistacchi
Direttore Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (ICBSA)

9.35
Saluto di Mario Barbuto
Presidente Nazionale Unione Italiana dei ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

9.50
Saluto di Anna Maria Buzzi
Direttore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale (MIBACT)

10.00
Interventi delle autorità presenti

10.15
Franco Monteleone
Docente di Storia e Critica della Radio e della Televisione all’Università di Roma Tre
“La radio: il vero mezzo del secolo”

10.50
Massimo Pistacchi
Direttore dell’ICBSA
“L’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi e la radio”

11.20
Stefano Pogelli
Regista di Radio Rai e responsabile del laboratorio di restauro dell’archivio sonoro
“Radio e nuove tecnologie: un felice binomio in continua evoluzione”

11.50
Fabrizio Scrivano
Professore associato di Letteratura Italiana presso l’Università di Perugia
“La letteratura, la radio, la lettura”

12.20
Elisabetta Borgia
Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale – Centro per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio – MIBACT
“Conversazioni d’arte: l’arte raccontata alla radio”

12.35
Ilario Di Giovambattista
Direttore Editoriale Radio Radio
Radio Radio: la talk radio

13.00
Rosario Tronnolone
Redattore di Orizzonti Cristiani
“Ruolo e funzione sociale di Radio Vaticana nel mondo”

13.20
Pausa

14.30
Gioachino Lanotte
Docente e storico della canzone italiana
“Cronache dalla liberazione. Il ruolo della radio nella ricostruzione del tessuto nazionale”

15.00
Umberto Broccoli
Autore televisivo, conduttore radiofonico, scrittore
“La mia radio tra parole ed emozioni”

15.30
Edoardo Buffoni
Capo redattore di Radio Capital
“Lavorare alla radio tra notizie, commenti, interviste, satira e dialoghi con gli ascoltatori”

16.00
Baba Richerme
Inviato speciale di Radio Rai
“Raccontare il cinema alla radio”

16.30
Tavola rotonda
“Ruolo e funzione della radio tra presente e futuro”

Partecipanti:
Stefano Benedetti (giornalista editore di Città Celeste)
Manuela De Vito (conduttrice e autrice Radio Capital)
Isabella Eleodori (conduttrice Radio R101)
Ida Guglielmotti (conduttrice programmista/regista Radio InBlu)
Alessandro Mannozzi (conduttore radiofonico e giornalista)
Renato Rappo (già nei GR e TG RAI)
Baba Richerme (inviato speciale Radio RAI)
Marco Sabene (giornalista Radio RAI)
Betty Senatore (conduttrice Radio Capital)

Moderatore
Luisa Bartolucci
Direzione Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

«La Radio è il teatro della mente»
Steve Allen

Nonostante i suoi novant’anni, la radio vive un periodo di rinnovata giovinezza e continua ad essere, tra i mezzi di comunicazione, uno dei più amati.
Quasi un secolo di radio è un periodo abbastanza lungo: consente di fare bilanci ed esprimere giudizi sulla differenza tra la radio di oggi e quella di ieri.

 

03 home page INVITO

 

 

Giornata contro la violenza sulle donne, Redazionale

Autore: Redazionale

Comunicato EBU
Unione Europea dei Ciechi
comunicato stampa
Parigi, 25 novembre 2104

Il diritto di vivere libere dalla violenza – sapevate che….?

Oggi 25 novembre 2014, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’EBU lancia una campagna di sensibilizzazione a sostegno del diritto delle donne e delle bambine non vedenti a vivere libere dalla violenza.
La violenza contro le donne con disabilità è ancora difficile da monitorare e da affrontare. Questo è in parte dovuto al fatto che le donne con disabilità non appaiono nei campioni  delle ricerche generali sulla relazione tra violenza e genere. Tuttavia, i dati resi disponibili da una ricerca  specifica dimostrano che le donne con disabilità sono soggette a diverse forme di abuso caratterizzate da valori particolarmente elevati: più spesso, più a lungo, in più modi e da parte di più persone.
Lo sapevate che questo vale anche per le donne non vedenti e ipovedenti? Il progetto Daphne, svolto dall’EBU nel 2003, lo ha dimostrato. Oltre alle diverse forme di violenza di genere di cui possono cadere vittima le donne vedenti, le donne cieche e ipovedenti si confrontano anche con la violenza legata alla disabilità. Questi e altri fattori fanno sì che le donne cieche e ipovedenti siano esposte a un rischio altissimo di subire abusi. Essere cieche o ipovedenti significa dover dipendere da altri per ricevere supporto o assistenza in determinate attività; avere una disabilità visiva significa anche avere molte meno possibilità di fuggire, di reagire contro un’aggressione o di trovare aiuto. Alle donne cieche e ipovedenti sono offerte molte meno garanzie per la loro sicurezza e sono meno propense a denunciare gli abusi. A ciò si deve aggiungere che per questo gruppo di persone non esistono né programmi né servizi o, se ci sono, essi risultano estremamente limitati o non accessibili e gli operatori che vi lavorano spesso non sono a conoscenza dei rischi specifici e delle necessità che comporta un deficit visivo.
Questa situazione richiede un intervento da parte di tutti coloro che si occupano di disabilità, di coloro che lavorano nei servizi sanitari, sociali e di altro tipo, della polizia e anche della società nel suo insieme, iniziando con un’azione di sensibilizzazione. Per quelle organizzazioni membro che   non hanno ancora organizzato una campagna di sensibilizzazione sulla violenza legata alla disabilità visiva, l’EBU ha preparato del materiale rivolto agli operatori, alle organizzazioni nazionali dei ciechi e degli ipovedenti e alle donne con disabilità visiva.
La documentazione informativa della campagna è costituita da un volantino e due fascicoli dal titolo “Il diritto di vivere libere dalla violenza”. Il primo fascicolo si propone di sensibilizzare gli operatori dei servizi e dei programmi che aiutano le vittime di violenza. Il miglioramento delle conoscenze  da parte degli operatori riguardo l’elevata vulnerabilità e le esigenze specifiche delle donne con disabilità visiva consente loro di migliorare il loro intervento, proteggendo e assistendo le (potenziali) vittime in modo efficace. Il secondo fascicolo ha lo scopo di sensibilizzare le bambine e le donne con disabilità visiva e le loro organizzazioni sul loro diritto fondamentale a vivere libere dalla violenza.
Entrambi i fascicoli sono uno strumento utile per capire l’importanza di come riconoscere i segni della violenza, cosa si può fare e in che modo aiutare le donne con disabilità visiva tramite la cooperazione con i servizi di sostegno e i programmi di prevenzione. L’EBU esorta le organizzazioni associate e tutti coloro che leggeranno questo messaggio ad aderire a questa campagna e intervenire a sostegno del diritto delle bambine e delle donne con disabilità visiva a vivere libere dalla violenza.
Come?
Scarica i fascicoli e condividi le informazioni pubblicate su http://www.euroblind.org/working-areas/women/#ipack (in inglese)
Per ulteriori informazioni si prega di contattare l’ufficio dell’EBU:  ebu@euroblind.org.
Ricorda: Ogni bambina e donna cieca e ipovedente in Europa ha il diritto di vivere libera dalla violenza e la tua azione può realmente salvare una vita !!
L’Unione Europea dei Ciechi
L’Unione Europea dei Ciechi (EBU) è un’organizzazione europea non governativa e senza scopo di lucro fondata nel 1984. È uno dei sei organismi regionali dell’Unione Mondiale dei Ciechi. Protegge e promuove gli interessi dei non vedenti e degli ipovedenti in Europa. Attualmente opera all’interno di una rete di organizzazioni nazionali dei non vedenti in 44 paesi europei.

Noi “eroi della quotidianità”! Giornata dell’infanzia all’Istituto dei ciechi di Milano, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

La mattina del 20 Novembre 2014, c’erano davvero tantissimi bambini all’Istituto dei Ciechi di Milano che, in occasione della 25° Giornata Internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza ha ospitato Luis Sepúlveda.
L’incontro con lo scrittore cileno (in carcere durante la dittatura di Pinochet), considerato il re delle favole per bambini, è stato l’appuntamento più originale, in una location altrettanto originale, dell’edizione 2014 della grande kermesse culturale “Bookcity” (con oltre 600 happenings in una settimana).
L’iniziativa ha altresì rappresentato la tappa conclusiva della mostra itinerante “A spasso con le dita” della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi.
Introducendo l’evento, il Cav. Rodolfo Masto, Presidente della Federazione ha spiegato ai presenti: ”A SPASSO CON LE DITA nasce nel 2010 dalla collaborazione fra la Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi e Enel Cuore (la Onlus di Enel dedicata al sociale) al fine di promuovere le potenzialità culturali dell’editoria tattile per l’infanzia su tutto il territorio nazionale.
A SPASSO CON LE DITA ha permesso, tra il 2010 e il 2012, la creazione e la distribuzione gratuita di 5000 libri tattili a biblioteche pubbliche, ospedali pediatrici e istituzioni culturali. Un’operazione editoriale complessa, unica al mondo, la quale ha prospettato un nuovo modo di pensare le pubblicazioni per l’infanzia”.
Ha proseguito la Dott.ssa Novella Pellegrini, Segretaria Generale di EnelCUORE Onlus: “Le pubblicazioni tattili hanno riscosso immediatamente un grande successo, così nel 2013 EnelCuore Onlus e la Federazione hanno deciso di promuoverle più concretamente, progettando un evento itinerante ad hoc, e lanciando una nuova pubblicazione a cura dell’illustratore Dario Moretti. Entrambe queste iniziative, l’evento e il libro tattile, hanno come filo conduttore le Parole della Solidarietà, un progetto di ridefinizione del concetto di solidarietà che EnelCuore Onlus ha intrapreso per festeggiare i suoi dieci anni di impegno nel sociale.
A SPASSO CON LE DITA è diventata così, una esposizione di 12 tavole tattili d’artista ispirate ad altrettante Parole della Solidarietà. Un piccolo museo tattile a misura di bambino, con opere da toccare e con le quali interagire. 12 piccoli capolavori realizzati da illustratori e artisti noti, che diventano lo spunto per una serie di laboratori didattici e ludici pensati per introdurre il pubblico alle potenzialità dell’illustrazione multisensoriale”.
”Questa mattina i bambini con cui ho parlato mi hanno detto che il diritto principale per loro è il gioco. E’ un diritto bellissimo, ma ci sono anche tanti altri diritti che devono essere garantiti in tutto il mondo, il diritto all’istruzione per esempio” ha poi dichiarato il Dott. Mario Barbuto, Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. “L’UICI ha quasi 95 anni, ma non per questo deve essere considerata vecchia e “fuori moda” dal Governo italiano che, sembra voglia tagliarci i fondi necessari alla nostra sopravvivenza”.
“Cari bambini, negarci quei soldi, ha continuato Barbuto, significa negare agli oltre 3000 vostri coetanei minorati della vista, che frequentano la scuola dell’obbligo, il diritto ad avere un libro come voi (anche se in Braille), il diritto a stare con voi in classe, il diritto allo studio.
E senza il “fondamentale” diritto all’istruzione, per i ciechi, c’è solo il ritorno alla miseria, all’emarginazione ed all’ignoranza del passato”!
All’evento è anche intervenuto l’Avv. Giuseppe Guzzetti, Presidente della Fondazione Cariplo e dell’Acri, che ha esordito dicendo: “ Parlare di Fondazioni e di solidarietà a dei fanciulli come voi, per persone come me che non sono abituate a farlo, è davvero difficile. E ciò sembra ancora più arduo, se si pensa alla gravissima crisi morale, sociale ed economica che sta attraversando persino il tanto decantato “ricco” Occidente.
Ragazzi, considerate solo che, secondo recenti stime della Commissione Sanità del Parlamento Italiano, circa 3800000 bambini italiani non hanno i necessari mezzi di sussistenza e dunque non possono nutrirsi adeguatamente, soffrendo la fame!
A tal proposito, l’esistenza di Fondazioni come Cariplo è importante ed utile per sostenere economicamente iniziative finalizzate a costruire un futuro degno di una società che non rinuncia a “combattere” per l’eguaglianza di tutti, per i diritti dei bambini e dei giovani di oggi e di domani, perché voi bambine e bambini, voi ragazze e ragazzi rappresentate non solo il nostro presente, ma soprattutto il nostro futuro”.
Tra le autorità presenti, ovviamente, pure il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che ha tenuto a sottolineare al numeroso pubblico: “Oggi festeggiamo la Giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza e Luis Sepúlveda, che ha scritto tre favole molto celebri per bambini, non poteva che essere ospite graditissimo per Milano”!
“Siamo orgogliosi di ospitare oggi uno scrittore così importante come Luis Sepúlveda”, ha spiegato. “Bambini,  ascoltate bene le sue parole, perché lui saprà portarvi in mondi lontani.
Per quanto ci riguarda, Sono convinto che una città per i bambini sia una città per tutti. Questo è il nostro impegno che abbiamo assunto fin da subito con iniziative concrete”. “Molti dei ragazzi presenti oggi, infatti, ha concluso il Sindaco Pisapia, sono stati al Mu.Ba. il Museo dei Bambini, inaugurato lo scorso gennaio alla Rotonda della Befana”.
L’intervista
Infine, i noti e bravi giornalisti de La Repubblica Natalia Aspesi e Bruno Arpaia si sono intrattenuti con Luis Sepúlveda in una chiacchierata davvero stimolante e ricca di spunti culturali.
.”Sono davvero commosso a vedere tutta questa gente qui per me”, ha affermato subito Luis Sepúlveda, prima di presentare il suo ultimo libro “La trilogia dell’amicizia” edito da Guanda. “Per me è davvero bello essere qui, soprattutto in una giornata così importante per tutti i bambini anche non vedenti. Io, infatti, ho molto rispetto dei bambini, per questo ho cominciato a scrivere favole, perché ritengo che sia il modo più spontaneo ed immediato per tutelare e difendere i loro diritti.
Scrivere, secondo me, significa dare la voce a chi non ce l’ha. Io non penso d’essere arrogante e presuntuoso quando dico di voler prestare la mia voce agli altri attraverso le mie opere. Infatti, dare voce ai più deboli, come i bambini, nei miei libri nonè solo un impegno estetico, ma anche e soprattutto un impegno etico, un imperativo morale!
Nella trilogia, per la gioia di tutti i fan grandi e piccini dello scrittore cileno, ci saranno “ Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” e “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”.
L’amicizia è l’elemento che accomuna tutti e tre i racconti, simbolica da questo punto di vista, dato il luogo dove ci troviamo, è senz’altro la Storia che ci narra del gatto che perde la vista e che diventa amico del suo tradizionale acerrimo “nemico” topo, che gli presta gli occhi : “Per me l’amicizia è una cosa importantissima”, ha spiegato Sepúlveda. “Un amico è come un fratello e una sorella, si crea un legame fortissimo”.
Ma perché sono gli animali i protagonisti delle sue storie? “Perché a me piacciono tantissimo gli animali, specialmente i gatti”, ha proseguito l’autore. “Umanizzare questi animali, dando loro dei comportamenti tipici degli uomini, mi aiuta molto a capire meglio questi atteggiamenti, questi legami che si creano”.
Nell’ultima favola scritta da Sepúlveda, la protagonista è una lumaca che scopre il piacere di andare piano piano nel mondo. Come nasce questa storia? “Un giorno, mio nipote di 7 anni aveva in mano una piccola lumaca e la fissava, poi mi chiese ‘nonno, perché le lumache vanno così piano? A quel punto io non potevo spiegarglielo scientificamente, è un bambino, così gli ho risposto ‘adesso lasciami pensare, la risposta ti arriverà molto lentamente. Poi mi sono messo a scrivere, è così è nata la storia.
Io credo fortemente nel proverbio che recita: “chi va piano, va sano e va lontano”. Con ciò, non voglio dire che non credo nel progresso, nelle innovazioni tecnologiche come ad es. Internet, la multimedialità, ecc…
Non ho fiducia invece in una certa idea di “progresso” tutta basata sull’efficienza ad ogni costo e sulla velocità vertiginosa, che finisce per escludere e discriminare i più deboli, come i bambini ed i disabili, che hanno il passo più lento e più corto.
Chiamatemi pure antiquato e nostalgico, ma io spero ancora in una società più giusta e solidale, fondata sui diritti umani. Per questo scrivo favole, perché il mio sogno è quello di un mondo migliore, dove prevalgano il rispetto reciproco, la stima tra le persone e l’uguaglianza tra gli uomini, grandi e piccini. Questo è vero progresso!”.
Nonostante l’Istituto dei Ciechi fosse pieno di bambini in attesa di poter farsi firmare una copia della loro favola preferita, Luis Sepúlveda ha confessato “Io sono una persona molto timida, e un po’ mi imbarazza stare qui davanti a tutti voi. Non mi sento una persona straordinaria”, ha continuato lo scrittore, “ma so di avere un dono, quello di sapere raccontare storie e lo faccio con grande entusiasmo. Ma per me rimane un lavoro come un altro”. Come è nata questa sua grande passione per i libri? “Da piccolo ero un avido lettore, molto selettivo. Però cercavo libri con un linguaggio diretto e allo stesso tempo poetico, che mi permettessero di viaggiare con la fantasia in altri mondi. Confesso che il mio amore per i libri è nato con un grande autore italiano: Emilio Salgari. Ma non mi sento un eroe come Sandokan. Io sono un uomo assolutamente normale, che vuole e spera in un mondo altrettanto “normale” fondato sulle pari opportunità.
Ebbene, cari amici, anche noi disabili visivi italiani non siamo assolutamente né dei fenomeni da baraccone, né eroi straordinari (alla Sandokan, per intenderci), come sensazionalisticamente gli altri spesso, sbagliando, ci considerano.
A me piace invece dire che siamo più semplicemente degli “eroi della quotidianità”che, nonostante le difficoltà contingenti ed i limiti legati alla nostra disabilità, ci sforziamo di vivere la nostra vita quotidiana con “straordinaria dignità e normalità”!