Le ragioni di una… richiesta d’incontro al Presidente Nazionale, di Nicola Stilla

Autore: Nicola Stilla

Nel gennaio del 2014 scrissi un articolo che fu pubblicato dalla nostra stampa; si intitolava “l’Unione che vorrei”. Circa venti mesi prima della celebrazione del 23° Congresso Nazionale, con quell’articolo, resi noto che a quel Congresso, mi sarei candidato alla Presidenza Nazionale dell’Unione.

Due mesi dopo, il sottoscritto e l’attuale Presidente Nazionale, nel documento “Le ragioni di una scelta” dichiaravamo, tra l’altro, di essere entrambi interessati a candidarci in occasione del 23° Congresso Nazionale alla carica di Presidente Nazionale.

I passaggi che sono seguiti a quel documento li ho ricordati nel mio articolo “XXIII Congresso Nazionale dell’Unione: un po’ di chiarezza e rilancio DI UN PROGETTO” pubblicato sempre dalla nostra stampa nel dicembre scorso; in quell’ultimo articolo ho inteso rilanciare la mia candidatura a Presidente Nazionale della nostra organizzazione.

Scusandomi per aver dovuto fare il riassunto delle puntate precedenti, tornato al presente, permettetemi una riflessione: credo sia del tutto legittimo che qualcuno abbia potuto ritenere prematuro il mio annuncio di candidatura, ma credo altrettanto legittimo pensare che altri, quell’annuncio, lo faranno solo quando converrà loro farlo. Come dire… tutto ciò fa parte di un normale confronto, di una normale competizione; se è vero che a pensare male si fa peccato però qualche volta s’azzecca, è probabile che qualcuno faccia anche un po’ di tattica (candidature ad orologeria?), pure quella perfettamente legittima.

Allora dov’è il problema?

Un problema è che nella quasi secolare storia dell’Unione, o per lo meno negli ultimi decenni, non ci si è mai trovati in presenza di più candidature alla carica di Presidente Nazionale; ha fatto eccezione il Congresso del 2010: di questo va dato atto e merito all’amico Mario Barbuto, allorché egli, ad un paio di mesi dal Congresso, decise di candidarsi a quella carica e giustamente chiese di poter “correre” disponendo di “pari opportunità” rispetto al candidato Tommaso Daniele.

In risposta al mio articolo del dicembre scorso, Mario Barbuto così, tra l’altro, scriveva:
“Voglio ribadire, comunque che io non ho ancora preso alcuna definitiva decisione sulla mia eventuale candidatura. Solo se l’Unione riterrà che io possa essere ancora utile e se personalmente mi riterrò davvero all’altezza del compito immane che attende il presidente nei prossimi cinque anni, potrò considerare una mia eventuale candidatura”.

Caro Mario, vedi, questo è il nocciolo del problema: tu dici ”solo se l’Unione riterrà che”. Nell’incontro che ti ho chiesto il mese scorso (sarebbe stato bello trasmetterlo in streaming) ti avrei domandato: che cosa vuoi dire quando scrivi “Solo se l’Unione riterrà che”?
Chi stabilisce che cosa significa questa tua affermazione se non disponiamo di regole per dare a tutti la possibilità di capire quando e come l’Unione ritiene legittima una candidatura??

Correttamente, mi hai fatto notare che il nostro Statuto ed il nostro Regolamento non prevedono in proposito norme che possano darci un indirizzo a cui fare riferimento; è proprio perché consapevole di quella assenza di regole, che ti ho chiesto di poterti incontrare; a quella richiesta mi hai risposto che era prematuro.

In attesa dei tuoi tempi (ognuno ha i suoi), serenamente, mi sovviene di interrogarmi così: era davvero troppo presto cercare (sottolineo cercare) di ragionare tra amici, ed ancor meglio tra gentiluomini, per trovare una modalità magari condivisa per darci da qui al Congresso strumenti ed opportunità tali da garantire ai candidati già “in campo” ed a quelli che eventualmente verranno, le possibili (e sottolineo possibili) “pari opportunità” per competere?

Una Precisazione…

Lasciamo ora da parte le candidature annunciate e quelle in divenire, e mi sia consentito, senza polemica, di fare una precisazione circa il rammarico del Presidente Nazionale per il fatto che, mentre era aperta in Parlamento la partita della legge di stabilità, qualcuno pensasse alla propria candidatura. Come se una cosa potesse impedire od ostacolare l’altra. Il Presidente sa, o dovrebbe sapere, che mentre riproponevo la mia candidatura, ho procurato – tra l’altro, e sottolineo tra l’altro! – un incontro a Roma con Matteo Salvini, al quale ha partecipato anche lo stesso Presidente, con qualche componente della Direzione Nazionale. A Roma si era molto impegnati per la legge di stabilità, e non solo per quella? Beh, anche sul territorio ci si è mossi per la legge di stabilità e il Presidente Nazionale questo lo sa molto bene; come sa molto bene che anche localmente non si è lavorato solo per quella. La mia agenda è a disposizione…

Allora, dov’è il problema?

Un Dubbio…

Caro Presidente, forse pensi che fare la “vittima”, evocando “gufi” alla Renzi e biasimando coloro i quali perdono il proprio tempo a candidarsi mentre tu sei oberato di lavoro, possa essere di qualche utilità per accattivarsi oggi la simpatia e il consenso, domani i voti, magari del 23° Congresso Nazionale?

Chi vivrà vedrà…
Nicola Stilla

L’accesso agli studi musicali per le persone con disabilità visiva: la tradizione e le prospettive offerte dalle nuove tecnologie, Redazionale

Autore: Redazionale

CONVEGNO

Verona, 27 febbraio 2015
Ore 15:00
Sala dei Cavalieri
Palazzo Ridolfi, in stradone Maffei 3 Verona

Contesto di riferimento
Sebbene la musica, in quanto arte dei suoni sia totalmente accessibile ai non vedenti, gli studi musicali, in Italia, in Europa e nel resto del mondo, sono in rapida decadenza.
Il metodo Braille (1829) fu inventato ed applicato fin dall’inizio proprio alla musica, per dare cioè la possibilità ai ciechi di “leggere e scrivere” la musica, e non solo di suonare o cantare esclusivamente ad orecchio.
Fino alla fine degli anni Settanta gli studi musicali hanno dato a migliaia di ciechi in Europa la possibilità di affermarsi in campo concertistico, o di lavorare talvolta con risultati eccellenti come maestri di musica; centri di produzione musicali e biblioteche musicali per ciechi fiorivano in ogni Paese Europeo, anche nei Paesi più piccoli.
Le nuove tendenze in campo metodologico e didattico, e l’affermarsi del modello di scolarizzazione integrata, al di là delle buone intenzioni, hanno contribuito a determinare un abbandono degli studi musicali.
La tendenza ad utilizzare una grande varietà di fonti, spesso difficilmente prevedibili (fotocopie, ritagli di riviste, informazioni reperibili in rete non sempre accessibili), non facilita il compito degli studenti con disabilità visiva e dell’insegnante, considerando la maggior lentezza dei canali non visivi (tatto e udito), rispetto alla vista e la necessità di predisporre in tempo utile il materiale di lavoro, in modo da “tenere il passo”, con la classe; sappiamo infatti quanto questo è importante, sia ai fini della autostima, sia per l’immagine dell’alunno con disabilità presso i compagni, con le note implicazioni sul processo di apprendimento e sul livello di inclusione.
Venendo al tema specifico degli studi musicali, o più precisamente dell’alfabetizzazione musicale, va precisato che l’ostacolo principale è costituito forse dalla distanza fra la notazione musicale comune (per i vedenti) e la notazione musicale Braille, unico strumento che consente un accesso diretto e personale allo spartito musicale, qualitativamente equivalente con la lettura visiva.
Infatti, mentre è abbastanza agevole e veloce ottenere la versione Braille di materiale testuale, dove gli elementi iconico o pittografici non siano prevalenti, lo stesso non si può dire per gli spartiti musicali.
La notazione musicale comune, infatti, visualizza lo spartito nella sua struttura e nei suoi elementi caratterizzanti (omofonia / polifonia, disegno melodico, presenza di moduli ritmici, rapporti fra le parti, presenze di segni dinamici, agogica, ornamenti, eccetera); la disposizione dello spartito sulla pagina stampata corrisponde al funzionamento della vista, che è il senso del panorama e della globalità.
Il tatto per contro è il senso della prossimità e della piccola estensione; preferisce di gran lunga operare con schemi e modelli semplici, lineari e facilmente concettualizzabili.
Per queste ragioni l’informazione musicale, nella pagina Braille, è disposta come nella pagina letteraria, ossia su righe consecutive, che vanno lette da sinistra a destra, l’una dopo l’altra. E come se ciò non bastasse, i segni Braille non possono in alcun modo richiamare alla mente il loro significato musicale, In altri termini, note, pause, alterazioni, ed ogni altro simbolo musicale, sono rappresentati in Braille con simboli che non hanno alcun legame logico o emotivo con il loro significato. Tutto quindi viene affidato al lavoro di interpretazione, che deve tener conto di un complesso di regole molto precise, ma non certo semplici, e soprattutto molto demotivanti specie per i principianti.
La pagina musicale Braille, anche per il lettore esperto, somiglia molto ad una città ricca di punti di interesse, ma senza vetrine e senza insegne, per cui il musicista può ritrovare tutti gli elementi dello spartito solo nel momento in cui il dito lettore si imbatte in quel determinato segno; un po’ come guidare nella nebbia più fitta. Il lettore non vedente quindi non dispone di un sistema di localizzazione comodo e veloce, come il suo collega vedente.
Questo stato di cose, ossia la distanza fra le due notazioni, la caratteristica dello spartito Braille, assimilabile ad una sorta di scatola nera come abbiamo detto, richiederebbe la reperibilità di personale esperto in grado di insegnare, soprattutto in fase iniziale.
Le principali conseguenze sono gli alti costi ed i tempi lunghi di produzione di materiale Braille, difficoltà di comunicazione didattica fra insegnanti, soggetto non vedente e soggetto normovedente.
A questa difficoltà relativa alla notazione, se ne aggiunge un’altra, legata alle peculiarità del canale tattile: a differenza dell’esecutore vedente, il non vedente non è in condizioni di leggere e suonare contemporaneamente, salvo il caso del canto e del solfeggio, in quanto le mani del non vedente sono il suo strumento di lettura.
Sulla base delle considerazioni su accennate, non è troppo difficile immaginare che gli studenti di musica siano ormai poche mosche bianche, che magari hanno un familiare musicista, o particolarmente dotati, o ancora hanno la fortuna di incontrare una costellazione di circostanze favorevoli, ma sono eccezioni che purtroppo confermano la regola.
Per altro verso la normativa sui conservatori musicali non prevede l’impiego di una qualunque figura di supporto, sostegno o mediazione didattica nel caso di studenti non vedenti, a differenza di quanto avviene per l’Università. Ciò non esclude ovviamente lodevoli eccezioni peraltro conosciute troppo poco.
Nonostante tutti questi ostacoli, non mancano esempi di interpreti non vedenti, anche celebri, e un notevole numero di persone che si dedicano alla musica, ma, dobbiamo ribadirlo, in questo campo pur così significativo, il principio delle pari opportunità sembra offuscato, mentre si fa ricorso a soluzioni tampone, fra cui ricordiamo l’apprendimento ad orecchio e la cosiddetta musica parlata, che altro non è se non la descrizione verbale, dal vivo o registrata, dello spartito musicale; imparare ad orecchio e musica parlata si possono combinare in varie maniere, ma non riescono a riprodurre la precisione e la flessibilità della lettura diretta attraverso il Braille.

La tecnologia e le nuove prospettive
Nel corso degli anni, soprattutto grazie ai fondi europei, sono stati realizzati vari programmi software ed alcuni servizi online, che fanno parte di un mosaico ispirato al principio delle “pari opportunità” nell’accesso agli studi musicali, le cui tessere più significative sono:
– il progetto PLAY2 (2001-2003), che ha prodotto fra l’altro la prima versione del programma Braille Music Editor, oggi distribuito dalla Biblioteca Italiana per i Ciechi di Monza, e uno dei pochi risultati di progetti europei che ha avuto un qualche seguito;
– il progetto Ebrass (2004-2005), che ha realizzato una piccola ma preziosa biblioteca musicale online;
– il progetto Contrapunctus (2006-2009), che ha realizzato il formato Braille music xml, il software Braille Music Reader e il software Resonare.

Tutti questi progetti hanno potuto trarre beneficio da alcune circostanze esterne favorevoli:
a) la realizzazione del formato Music xml, ossia di un linguaggio descrittivo formalizzato, specifico per descrivere uno spartito musicale utilizzando informazioni digitalizzate, quindi elaborabili da un computer; Music Xml è uno standard di fatto, compatibile con oltre 100 pacchetti commerciali di editoria musicale;
b) l’affermarsi ed il perfezionarsi delle cosiddette tecnologie adattive e delle tecnologie assistive, ossia di quei programmi e di quegli apparati che consentono al non vedente di interagire con il computer in maniera efficace e confortevole. Tali tecnologie consentono di utilizzare contemporaneamente ed in maniera molto flessibile diversi canali sensoriali: vista, tatto ed udito. In tal modo, ad esempio lo spartito musicale può essere ascoltato, in tutto o in parte, a parti separate, per frammenti significativi; leggerlo in Braille, su carta o su display, a seconda delle necessità; stamparlo in Braille o in notazione comune; leggerlo visivamente (per l’insegnante o il collega vedente).

Il team europeo che ha lavorato insieme per oltre 10 anni si è sforzato di ottimizzare le possibilità offerte dalla tecnologia e dall’ingegno (software), ispirandosi ad alcune idee forza:
a) sostituire per quanto possibile le funzioni visive che entrano in gioco nella lettura di uno spartito musicale, o attraverso il software, oppure utilizzando le apparecchiature in maniera appropriata;
b) arricchire di riferimenti validi la città senza vetrine e senza insegne di cui si parlava sopra, trasformandola così in una città navigabile con le risorse disponibili;
c) ridurre al minimo le barriere di comunicazione fra la persona non vedente (che può essere lo studente, ma anche l’insegnante, il direttore di coro, e la persona vedente -allievo, insegnante, corista ).
I progetti succitati hanno aggiunto nel tempo le singole tessere al mosaico, che ora, a buon diritto, può essere considerato un vero e proprio ambiente didattico inclusivo interattivo, plurisensoriale e necessariamente multimediale per gli studi musicali, capace quindi di costituire una opportunità, di inclusione scolastica e sociale, fino ad oggi del tutto inimmaginabile.

L’ultimo progetto Europeo, in ordine di tempo, MUSIC4VIP ha tentato di rispondere alla necessità di costruire tutti gli strumenti didattici, in termini di unità didattiche, manuali, corsi pilota, che dovrebbero, secondo le nostre aspettative, mettere a frutto il lavoro svolto in oltre dieci anni, consegnando alle giovani generazioni, ma anche a tutte le persone non vedenti d’Europa e fuori d’Europa, uno servizio completo che consenta loro finalmente di far rinascere la importante tradizione degli studi musicali.

Per concludere con una metafora, fino ad oggi gli sforzi sono stati dedicati a costruire l’automobile (il software), e l’autostrada (il formato Braille Music XML), ma mancavano gli autisti, o meglio, non esisteva la patente di guida. Ora abbiamo anche quella!
E per il futuro?
Per prima cosa occorre mantenere il software didattico aggiornato, anche in relazione alle nuove piattaforme mobili.
Occorrono ora norme efficaci, che diano concretezza ai buoni principi, che riconoscano anche allo studente non vedente il diritto di avere insegnanti preparati; abbiamo bisogno di diffondere i risultati e di migliorarli, il che richiede non solo risorse economiche, ma richiede impegno da parte del Sistema Scolastico. Occorre infine attivare le energie vive fra insegnanti, dirigenti, amministratori, le stesse famiglie, perché la storia dell’umanità è fatta anche di processi reversibili. E se la musica era in auge fino a 40 anni fa, perché non può tornare? Non perché ogni cieco sia anche un bravo musicista, ma per dare a tutti i ciechi la opportunità di studiare musica come i vedenti.
Tolstoy diceva che “la bellezza salverà il mondo”, e la bellezza per i ciechi è prima di tutto musica.

Il convegno è aperto a:
– Musicisti non vedenti
– Rappresentanti delle associazioni dei ciechi
– Famiglie di ragazzi ciechi
– Docenti delle scuole musicali e dei conservatori di musica
– Autorità scolastiche
– Responsabili politici locali
– Assistenti scolastici
– Stampa specializzata (rivista per gli insegnanti, per i musicisti
Con il contributo di

Interventi

15:05 Saluto di Benvenuto
Prof. Matteo Sansone
(Dirigente Scolastico Liceo Montanari)

15:00 Saluto delle Autorità presenti

I Sessione

Moderatore Prof. Giuseppe Nicotra
(Ufficio Interventi educativi UST di Verona)

15:15 Alfabetizzazione musicale e la sua importanza per una formazione efficace degli studi per i non vedenti.
Prof. Antonio Quatraro
(Presidente IRIFOR Firenze)

15:30 Musica Braille e nuove tecnologie, soluzioni didattiche musicali possibili grazie alle nuove tecnologie
M° Luigi Mariani
(docente cieco di pianoforte conservatorio di musica statale di Torino)

15:45 L’educazione musicale dei ciechi nel Regno Unito e le prospettive future grazie alle nuove tecnologie
Mr. Jonathan Darnborough
(Director of Studies in Music Departmental Lecturer in Music – Oxford University)

16:00 Nuove tecnologie per la produzione dei testi musicali in formato Braille elettronico
Prof. Giovanni Bertoni
(Arca progetti srl)

16:15 Le codifiche musicali e le implicazioni didattiche pratiche per i giovani non vedenti
Dott. Nadine Baptiste
(IRIT – University Paul Sabatier Toulouse) 16:30 Produzione dei testi musicali in Braille, l’esperienza della biblioteca polacca Edwina Kowalika
Ms. Helena Jakubowska
(Presidente biblioteca musicale Braille EK)

16:45 Le nuove tecnologie per la musica accessibile: come queste nuove opportunità possono essere sfruttate in modo da aumentare il livello di motivazione verso gli studi musicali nelle giovani generazioni
M° Direttore Leopoldo Armellini (Direttore Conservatorio di Musica di Padova)

17:00 L’accesso agli studi Musicali per i non vedenti in Germania
M° Horst Großnick
(Istituto dei ciechi di Colonia)

17:15 Pausa

II Sessione

17:30 Tavola Rotonda
Partecipanti: tutti i relatori
Ogni partecipante può avere solo 3 minuti per la sua risposta.

Q1 Qual è l’innovazione più rilevante introdotta dalle nuove tecnologie?
Q2 Quali possono essere le aspettative in termini di miglioramento delle legislazioni nazionali in materia di studi di musica per gli studenti non vedenti?
Q3 in che modo il progetto MUSIC4VIP ha contribuito alla cittadinanza europea?

18:30 Discussione Aperta

19:30 Conclusioni
Prof. Antonio Quatraro
19:30 – 20:30 Concerto pianistico di giovani musicisti ciechi
Per ulteriori informazioni contattare via email: giuseppe.nicotra@istruzioneverona.it

Lecco-Ricordando Carlo Bonacina , di Andrea Sala

Autore: Andrea Sala

Ciao Carlo!

Sapevamo che non eri in forma, ma non avremmo mai pensato che te ne saresti andato così in fretta! Ti pensiamo nella casa del Padre, in piedi, gustandoti delle belle passeggiate, perché questa è la richiesta che ci capitava spesso di sentirti esprimere al Signore.

“Perché la disabilità non sia un alibi al nostro disimpegno”;  questo era il monito che ripetevi frequentemente a te stesso e a tutti noi ; parole che ora risuonano più forti e chiare e che vogliamo imprimere ancora di più nella nostra  mente e nel nostro cuore.

E’ impossibile elencare tutti gli impegni e le attività che hanno costellato la tua intensa esistenza; la tua partecipazione alla vita dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, del Movimento Apostolico Ciechi, della Casa del cieco di Civate, è sempre stata caratterizzata dal tuo entusiasmo, dalla tua intraprendenza, dalla tua attenzione per chi è solo e per chi ha il passo più lento.

Non potremo mai dimenticare la tua presenza carismatica, la tua serietà, il tuo desiderio di essere sempre là dove si promuovono la dignità e i diritti dei più deboli, la cultura dell’incontro e dell’inclusione. Accanto a tutto ciò, porteremo sempre con noi, il tuo essere sempre positivo e aperto agli altri, la tua cordialità, il tornare spesso alle tue radici contadine ed il tuo amore per la natura, la tua allegria e la tua battuta sempre pronta, le tue parole d’incoraggiamento e di sostegno per ciascuno di noi.

Sia pur nella tristezza e nello smarrimento, la fede nel Signore risorto che hai sempre testimoniato, ci fa dire con forza che tu sei nella pienezza della vita, nella pace, nei cieli nuovi e nella terra nuova, nelle braccia del Padre.

Ora ti chiediamo di stare vicino al cammino di ciascuno di noi e di accompagnare l’impegno delle nostre realtà associative, sempre teso a costruire l’autentica civiltà dell’amore.

Per esprimere sentimenti di riconoscenza ed onorare la memoria di Carlo Bonacina, proponiamo agli appartenenti alle realtà associative nelle quali egli ha occupato posti di responsabilità e agli amici, di aderire al progetto di cooperazione internazionale a favore del Centro San Raffaele di Gondar – Etiopia, una scuola – convitto per bambini e ragazzi non vedenti che da anni il movimento apostolico ciechi (MAC) sostiene.

Riportiamo le parole del sindaco di Lecco Virginio Brivio pubblicate sul suo profilo Facebook:

«è scomparso Carlo Bonacina. Ha operato per oltre 30 anni con competenza e affabilità al servizio dei cittadini, presidiando il centralino comunale».

Carlo si è sempre impegnato nella società civile per i diritti dei non vedenti, per l’abbattimento delle barriere architettoniche e non solo, nel mondo del lavoro, dello sport e dell’istruzione.

Carlo Bonacina, presidente storico della sezione provinciale di Lecco dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, vice-presidente della casa del cieco di Civate, nominato membro del suo Consiglio di Amministrazione dall’Arcivescovo di Milano, più volte consigliere nazionale del movimento apostolico ciechi e presidente del gruppo M.A.C. di Lecco

A nome del Consiglio Sezionale

Il Presidente

Andrea Sala

Una  per  tutte,  tutte per una, di Erica Monteneri

Autore: Erica Monteneri

L’anima del presente  attinge forza dal suo passato, così le donne della nostra associazione guardano con reverenza a Carla Colombo, una piccola donna  dai capelli argentati, dall’animo generoso che ha donato tutta la sua vita in difesa dei diritti delle donne non vedenti.

Dagli anni 50 in poi, quando ancora non si parlava di pari opportunità, Carla aveva intuito il grande serbatoio di energia che vi era all’interno del mondo femminile non vedente e aveva riunito attorno a sé un gruppo che fece dell’autonomia e della parità di diritti uomo/donna la sua grande bandiera.

Fu l’anima dei corsi di autonomia personale e domestica, scrisse libri dedicati alle donne per aiutarle nelle loro piccole battaglie pratiche di vita quotidiana e la sua limpida e nitida voce oltrepassò i confini della provincia di Milano, della regione Lombardia per diffondersi alle sezioni di tutta Italia.

Negli ultimi anni fece parte del gruppo di lavoro di due grandi progetti che hanno consolidato il ruolo della nostra associazione a difesa dei diritti dei non vedenti: lo sportello autonomia, volto a supportare i non vedenti che perdono la vista in età adulta e il progetto “Quando il malato non vede che fare” per una migliore assistenza dei non vedenti ospedalizzati da parte del personale socio sanitario.

In considerazione di tutto l’impegno profuso Carla Colombo è stata insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica nel 1999 e fino al 2012 ha militato nella Commissione Probi Viri del nostro ente.

Grazie Carla per aver insegnato con dolce fermezza a noi donne a prendere coscienza delle nostre capacità e di averci trasmesso il coraggio di combattere per realizzare i nostri sogni.

Erica Monteneri

Nella Cattedrale, di Benedetta Boggio

Autore: Benedetta Boggio

 

 

Con piacere vi invitiamo a venire a teatro per lo spettacolo di Riccardo De Torrebruna da un racconto di Carver, un testo in cui si affronta in modo semplice e diretto il significato della parola “vedere” in tutte le sue accezioni

Benedetta Boggio

 

16 17 18 gennaio 2015_h 21,00

 

carrozzerie | n.o.t.

via P. Castaldi 28/a 00153 Roma

Nella Cattedrale

due atti di

Riccardo de Torrebruna

un omaggio a Raymond  Carver e Tess Gallagher

 

da “Cattedrale” di Raymond Carver

interpretato e diretto da Riccardo de Torrebruna

assistente alla regia Chiara Frigo con Emilio Dino Conti, Valentina Chico, Riccardo de Torrebruna

elaborazione musiche Flavio Vezzosi

Riccardo de Torrebruna presenta dal 16 al 18 gennaio 2015 a carrozzerie | n.o.t, Roma  “Nella Cattedrale” spettacolo tratto da uno dei più bei racconti di Raymond Carver.  Secondo Riccardo, che ha curato l’adattamento teatrale e la regia, “Cattedrale” appartiene a quella categoria di racconti che hanno il prodigio della sintesi e la dimensione interiore di un libro sacro. In poche pagine si affronta in modo semplice e diretto il significato della parola “vedere”, con tutte le implicazioni filosofiche e spirituali che l’hanno accompagnata nella storia della cultura e si offre un approccio immediato alla questione della “diversità”, in questo caso di un cieco e alle convenzionali inquietudini che l’accompagnano. Tutto si svolge in una serata in cui Robert, ospite atteso e indigesto allo stesso tempo, sconvolge la routine di una coppia in crisi.

Robert è l’amico cieco con cui Fran, la moglie di Wes, ha da anni un rapporto epistolare di registrazioni a nastro. Un’affinità elettiva che infastidisce Wes e lo riduce ad essere caustico, inospitale, spigoloso, mettendo a nudo la sua aridità. Eppure, la relazione che nasce con il cieco alla fine della serata porta Wes a confrontarsi con i propri limiti e a ritrovare un nesso comune con “l’altro”, ponte inatteso per recuperare se stesso. La regia essenziale crea un contesto intimo e privato, in un equilibrio sottile, sempre sul punto di rompersi, tra i tre protagonisti.  La tensione cresce e ci mette di fronte alla diversità, senza preconfezionare risposte, senza risolversi in una visione consolatoria, trasformandola in un’ opportunità per capire a fondo chi siamo.

 

Il progetto di adattare il racconto a testo teatrale è maturato alcuni anni fa, durante un seminario per attori condotto da Riccardo de Torrebruna a Pavia. La moglie di Carver, la scrittrice Tess Gallagher, ha dimostrato un grande interesse per questa prima versione teatrale italiana del suo lavoro. Finora solo Altman, nel film “America Oggi” si era avvalso della qualità di alcuni dei suoi racconti. In questo percorso il regista romano ha incontrato l’interessamento e l’aiuto di Riccardo Duranti, traduttore e amico di Carver.

Da lui riceve in lettura un racconto della Gallagher, ancora non tradotto né pubblicato in Italia, in cui la situazione viene vista con gli occhi del personaggio femminile. In tal modo, le discordanze con la versione di Carver diventano elementi decisivi per comprendere più a fondo il legame tra la donna e il personaggio del cieco. La natura di questo rapporto ha illuminato di una luce davvero singolare l’impianto narrativo, permettendo a de Torrebruna di scrivere nuovi dialoghi e di creare situazioni che scaturivano in modo del tutto naturale dallo stimolo di questo nuovo elemento.

 

Ufficio stampa e promozione 369gradi

Benedetta Boggio 3332062996 benedetta.bo@gmail.com

Carrozzerie | n.o.t  via P. Castaldi 28 a 00153 Roma

prenotazioni carrozzerienot@gmail.com cell 347 189 1714

 

Messaggio audio di auguri del Presidente Nazionale

Autore: Mario Barbuto

Care amiche e cari amici,

in occasione delle festività di Natale e di fine anno desidero rivolgere con la mia viva voce un breve messaggio di auguri a tutti i dirigenti, i soci, i ciechi e gli ipovedenti di Italia, oltreché a tutto il nostro personale, ai collaboratori e ai volontari della Presidenza Nazionale e di tutte le strutture del territorio.

Il messaggio audio può essere scaricato e ascoltato al seguente link: http://www.uiciechi.it/archiviomultimediale/archivio/AuguriDelPresidente.mp3

Napoli: Provini per scegliere la protagonista di un film, Redazionale

Autore: Redazionale

Istituto Martuscelli 9 gennaio 2014

 

Venerdì 9 gennaio 2014 alle ore 10.00 presso l’Istituto per Ciechi Domenico Martuscelli di Napoli, si svolgeranno i provini per selezionare una ragazza non vedente, o con gravi problemi di ipovisione  che dovrà essere la protagonista di un film. Il regista Renato Pecoriello ed il suo staff cercano una ragazza di età compresa tra 23 e 30 anni dotata di una certa autonomia nei movimenti.

L’iniziativa del regista può essere un’ottima occasione per far comprendere ancora di più all’opinione pubblica quanto una persona non vedente può essere autonoma ed integrata nella società.

 

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla Dott.ssa Gilda Sportelli ai seguenti recapiti: cell. 3475882051 e-mail gildasportelli1979@gmail.com

COMUNICATO STAMPA – SIGNOR BELPIETRO: SULLA PELLE DELLE PERSONE NON SI GIOCA!!!

COMUNICATO STAMPA.

 

SIGNOR BELPIETRO: SULLA PELLE DELLE PERSONE NON SI GIOCA!!!

SI VERGOGNI E CHIEDA SCUSA!

 

Come presidente dell’Unione Italiana ciechi e Ipovedenti, intendo sollevare una vibrata protesta nei confronti del giornalista Maurizio Belpietro che stamattina sul suo “giornale”, esce con titoloni che annunciano tagli dell’ultimo momento nella legge di stabilità sui servizi destinati ai ciechi.

 

La notizia, ovviamente, è falsa. Peggio, viene diffusa sulla base di tabelle superate da giorni che rivelano soltanto l’incompetenza o la malafede di chi la divulga.

 

Maurizio Belpietro non si cura affatto dello sconforto e della frustrazione che semina, con la sua notizia falsa, nell’animo di centinaia e centinaia di migliaia di ciechi e ipovedenti italiani.

 

Egli si preoccupa soltanto di fare cassetta, di sollevare scandalo, di vendere qualche copia in più. Noi invece, che abbiamo lavorato con pazienza e abbiamo sofferto le pene dell’inferno, seguendo ogni momento l’intero percorso della legge di stabilità, noi ciechi e ipovedenti d’Italia, signor Belpietro, non le permettiamo di venire a turbare la serenità della nostra domenica con notizie false che giovano soltanto al suo tornaconto personale.

 

Appellandomi alla sua etica professionale, se ancora ne conserva un frammento, mi attendo da Lei le scuse formali da rivolgere a tutti i ciechi e ipovedenti italiani, con lo stesso spazio e lo stesso clamore che ha inteso riservare alla falsa notizia pubblicata stamattina su Libero.

 

Mario Barbuto – Presidente Nazionale.

Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

via Borgognona 38 – 00187 Roma.

 

Un incontro carbonaro? No: Un confronto aperto a tutti e proposte programmatiche alla luce del sole per il prossimo XXIII congresso nazionale!, a cura del Gruppo di Coordinamento UICI Rinnovamento

Autore: a cura del Gruppo di Coordinamento UICI Rinnovamento

Lo scorso 15 e 16 novembre, su iniziativa del Movimento UICI Rinnovamento, si è svolto a Napoli un convegno dal titolo: “XXIII Congresso Nazionale dell’U.I.C.I.: quali idee? Su quali gambe?
L’intenzione dichiarata degli organizzatori è stata quella di promuovere un confronto ampio ed aperto a tutti, aderenti o meno al movimento, sui principali temi che riguardano i ciechi e gli ipovedenti italiani, al fine di mettere a fuoco i nodi problematici di particolare urgenza e di giungere alla formulazione di proposte da sottoporre all’attenzione dell’intero corpo associativo e da portare poi, quale contributo, all’interno del futuro dibattito congressuale.
I lavori, svoltisi a ritmo serrato, in tutta la giornata del 15 e nella mattinata del 16, hanno portato alla stesura di sette documenti, che nelle prossime settimane verranno divulgati attraverso la stampa associativa nazionale, quale il giornale uici, e su diverse liste di discussione dedicate a specifiche problematiche di ciechi e ipovedenti.
Le questioni affrontate nel corso del convegno, sono state introdotte ciascuna da una scheda predisposta dal lavoro preparatorio di diversi gruppi tematici formatisi in vista dell’appuntamento napoletano, e sono state sintetizzate nei documenti di cui sopra. Esse hanno riguardato le politiche per il lavoro; l’accessibilità, la tecnologia e la mobilità; ipovedenti e riabilitazione; l’istruzione e la cultura; gli anziani e le politiche intergenerazionali; la pluridisabilità; le pari opportunità nell’organizzazione associativa.
La discussione è stata caratterizzata da numerosi quanto puntuali interventi dei convenuti, consiglieri, presidenti di sezione e regionali e semplici soci, provenienti da varie regioni del nord e del sud Italia, segno che, se vi sono ancora persone disposte ad affrontare a spese proprie, nel week end, lunghi viaggi e un faticoso soggiorno, la passione associativa è ancora viva. E ciò lascia ben sperare per le sfide e le difficoltà che ci troviamo a dover affrontare nel presente e che ci aspettano nel prossimo futuro.
Dopo aver ricevuto, nella mattina del 15, il breve saluto del componente la Direzione Nazionale Paolo Colombo e nel pomeriggio l’importante contributo al dibattito sul tema dell’istruzione da parte del direttore nazionale dell’I.Ri.Fo.R, Luciano Paschetta, nella mattina del 16 il Presidente Nazionale Mario Barbuto è intervenuto con un’ampia e articolata esposizione dei principali motivi di preoccupazione verso il degrado culturale incoraggiato da certe campagne mediatiche e verso gli atteggiamenti del Governo nei nostri confronti, nonché delle criticità organizzative e strutturali interne da affrontare con la dovuta urgenza e determinazione e della grande battaglia per il lavoro da sostenere con convinzione e lungimiranza.
Il convegno di Napoli ha conseguito due importanti risultati:
in primo luogo ha saputo indicare un metodo di lavoro, basato sul confronto aperto e sulla partecipazione collettiva, capace di procedere attraverso gruppi più ristretti e momenti assembleari, all’elaborazione di proposte articolate e argomentate, e al contempo sintetiche. In secondo luogo ha mostrato che le istanze di rinnovamento sono sempre più sentite e diffuse, e che il movimento che se ne fece promotore a partire da Prato, alla vigilia dello scorso congresso, è quanto mai vivo e propositivo, e sa e vuole essere interlocutore di tutti coloro che, pur da posizioni differenti, ma rifiutando chiusure pregiudiziali e la discutibile prassi degli accordi preventivi su nomi e cariche, sono pronti a mettersi in gioco per rendere l’Unione sempre più forte, più dinamica e più aperta alle sfide del futuro.

Segnaliamo in fine che la due giorni di Napoli è stata trasmessa in diretta da Radio oltre dell’Istituto Cavazza, e ripresa in streaming dalla radio della sede centrale, e che è possibile scaricare il podcast dell’intero convegno dal sito di Radiooltre.

UICI Rinnovamento
Gruppo di coordinamento

Eugenio Saltarel
Maurizio Albanese
Irene Balbo
Katia Caravello
Angelo Fiocco
Francesco Fratta
Giovanni Taverna

XXIII Congresso Nazionale dell’Unione: un po’ di chiarezza e rilancio DI UN PROGETTO, Nicola Stilla

Autore: Nicola Stilla

Lo scorso 23 settembre, io e Mario Barbuto, abbiamo diffuso un comunicato congiunto con il quale prendevamo atto che “nonostante gli sforzi compiuti da entrambi per trovare un accordo” non sussistevano più le condizioni per il raggiungimento di quell’”auspicata intesa” che ci avrebbe consentito di individuare un candidato comune alla carica di Presidente Nazionale al XXIII Congresso della nostra Unione.

La conclusione di quel progetto è stata per me un momento difficile ed in qualche modo doloroso, considerando che, solo sei mesi prima, in vista dell’elezione del Presidente nazionale da parte del Consiglio nazionale convocato in via straordinaria per il 15 marzo,
per determinare le condizioni che avrebbero consentito di far vincere il “cambiamento” sulla “continuità”, avevo deciso di condividere un percorso con Mario promuovendo e sostenendo la sua candidatura alla Presidenza Nazionale del nostro sodalizio con l’impegno comune di individuare insieme un metodo per scegliere successivamente il candidato unitario alla presidenza nazionale per il 23° Congresso entro la fine del corrente anno.

Non intendo e non mi interessa con questo articolo suscitare polemiche, né replicare punto per punto alle diverse posizioni espresse sulla stampa associativa e su alcune liste; voglio solo ricordare alcuni passaggi del percorso iniziato l’11 gennaio 2014 a Milano e proseguito il 2 marzo a Bologna, per riprendere infine i contenuti dell’articolo “L’Unione che vorrei – 2015 l’anno del cambiamento” con il quale nel mese di gennaio 2014, annunciavo la mia candidatura alla carica di Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in vista del prossimo Congresso Nazionale.

Nel documento intitolato Le Ragioni di una Scelta, il 2 marzo scorso, a Bologna, presenti una ventina di amici dirigenti, io e Mario Barbuto lanciavamo la candidatura di Mario alla Presidenza Nazionale con le seguenti parole
“Le dimissioni forzate e inattese del Presidente Tommaso Daniele hanno causato una accelerazione di quel processo di ricambio e di rinnovamento da intraprendere a partire dall’appuntamento congressuale del prossimo anno.
Mario Barbuto e Nicola Stilla, entrambi disponibili a candidarsi in Congresso, da alcuni mesi hanno intrapreso un percorso comune e condiviso di elaborazione di un programma e di individuazione di un metodo per giungere alla designazione di una candidatura unitaria alla carica di Presidente Nazionale.
Questo percorso continuerà con le modalità e con i tempi necessari già ipotizzati, intendendo promuovere e favorire numerosi momenti di confronto, con una vasta partecipazione di tutta la dirigenza e della parte più attiva della base associativa”.

Nel mio intervento di presentazione della candidatura di Mario Barbuto al Consiglio Nazionale del 15 marzo scorso, mettevo in evidenza gli stessi concetti del documento del 2 marzo e ribadivo alcuni principi per una gestione collegiale e condivisa della nostra organizzazione, con alcuni obiettivi da perseguire nei 18 mesi che ci separavano allora dal XXIII Congresso. Se una valutazione degli obiettivi potrà essere fatta solo a conclusione del mandato, il fatto che il “Gruppo 2 marzo” non sia più stato convocato né consultato credo dia, invece, esauriente riscontro circa l’auspicata, ma mancata, gestione collegiale; per quanto concerne le motivazioni per cui l’accordo non potrà proseguire, ognuno, se vorrà, leggendo i documenti pubblicati sul mio blog (www.lunionechevorrei.blogspot.it), potrà conoscere i fatti per come sono maturati e per come realmente sono.

Dunque, si riparte e voglio ribadirlo: non sono e non sarò interessato alla polemica; sono e sarò interessato soltanto al confronto sulle questioni reali ed al futuro della nostra associazione!!

Per ciò che mi riguarda, avvierò la campagna elettorale nei prossimi mesi, ben consapevole dello svantaggio che avrò rispetto al Presidente Nazionale in carica. Non credo di sorprendere se dico che il Presidente dispone di mezzi, possibilità ed opportunità per girare legittimamente l’Italia “isole comprese” ; Comunque sia, voglio provarci ugualmente perché credo che l’Unione meriti una politica diversa e una gestione che affronti concretamente i problemi con vera collegialità e non solo a parole; voglio provarci perché sono sicuro che la nostra organizzazione è matura per scegliere democraticamente il suo Presidente Nazionale senza che venga meno l’unità associativa che per me rimane un bene da difendere, perseguire e conseguire.
Voglio provarci, infine, perché sono convinto che la nostra organizzazione abbia bisogno di aria nuova, di modelli organizzativi diversi dal passato, di interpretare e se possibile anticipare i mutamenti sociali ed istituzionali che incombono e non mi pare davvero che si stia cambiando verso.

Chiarito, spero una volta per tutte, quello che c’era da chiarire, d’ora in poi mi limiterò a scrivere periodicamente alcune riflessioni finalizzate ad aprire un confronto con tutti coloro che lo vorranno e acquisire eventuali contributi per la definizione di una bozza di programma da sottoporre a tutti i dirigenti in carica, a quelli che lo diventeranno dopo il rinnovo degli organi provinciali e regionali ed ai Delegati Congressuali.
Cercherò inoltre di presenziare quando mi sarà consentito, a tutti gli eventi associativi sia di carattere nazionale che locale, in modo da essere presente laddove si dibatteranno le tematiche che stanno a cuore dei Soci e dei Dirigenti della nostra organizzazione per avviare un serio e fattivo confronto con tutte le persone che lo vorranno.

Per costruire la bozza del mio programma, affinché tutti possano dare concretamente il proprio contributo di idee, ho pensato ad una serie di strumenti; momenti e occasioni di confronto e di dibattito che dovranno essere il fulcro di un impegno capace di ridare slancio all’azione associativa dove i news media potranno giocare un ruolo ancorché non determinante e dove le idee e l’innovazione di ciascuno contribuiscano a far crescere la consapevolezza di tutti.
Quello slancio ideale e sostanziale che la – collaborazione condivisa – aveva lasciato intravvedere, ma che gli opportunismi pare abbiano definitivamente affossato.
E’ mia intenzione infatti voler costituire gruppi di studio che elaborino il programma da sottoporre all’attenzione ed al contributo di tutti i Soci.

Al di là di come saranno strutturati i gruppi di studio, ritengo che, a monte, si debba definire una –strategia che sappia interpretare con obiettivi chiari e definiti, con percorsi innovativi ed aderenti ai nuovi processi sociali ed istituzionali, una realtà dinamica che metta in discussione i consueti punti di riferimento.
Dobbiamo saper declinare Istruzione, lavoro, scuola, ipovisione, tecnologia e quant’altro in ipotesi di lavoro, identificabili con quel futuro che già stiamo vivendo senza quelle ovvietà che fanno sempre più parte di un passato, sicuramente glorioso, ma evidentemente da contestualizzare ed aggiornare alla luce della – nuova Unione – che vorremmo costruire.

I referenti dei gruppi saranno individuati tra coloro che offriranno la loro disponibilità per la definizione della bozza di programma di lavoro per il prossimo quinquennio; i gruppi dovranno completare il proprio lavoro entro la fine di gennaio 2015 in modo che, entro febbraio, sia possibile elaborare un documento complessivo da sottoporre all’attenzione e alla discussione della base associativa.
Concluso questo primo percorso, si dovrà aprire una discussione più ampia ed approfondita su due questioni prioritarie la riorganizzazione della nostra Unione e la gestione del patrimonio legata anche alla questione dell’autofinanziamento.
Per quanto concerne la riorganizzazione, fermo restando il principio dell’unità associativa e la garanzia della partecipazione delle minoranze alla vita associativa a tutti i livelli, dovranno essere individuate nuove strategie per il coinvolgimento delle persone non vedenti e ipovedenti, delle loro famiglie, dei sostenitori, ecc. ecc. in modo da ampliare la base associativa. Occorrerà inoltre individuare strategie adeguate per la riorganizzazione delle strutture a tutti i livelli, prevedendo un potenziamento dei Consigli Regionali, la riorganizzazione delle strutture provinciali ed una riqualificazione della Sede Centrale, passando per la valorizzazione del personale di quest’ultima e la gestione di nuovi servizi a sostegno delle strutture periferiche, all’insegna di una gestione davvero collegiale che sia capace di coinvolgere, soprattutto nelle scelte fondamentali e strategiche a livello nazionale, tutte le strutture territoriali.

Relativamente al patrimonio e all’autofinanziamento, è opportuno evidenziare come la carenza di risorse ordinarie in rapporto alle effettive esigenze gestionali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, determini problemi strutturali del bilancio della Sede Centrale. In
particolare, prendendo ad esempio i consuntivi degli ultimi anni si evidenzia che le entrate relative a contributi statali (ordinari e straordinari) rappresentano circa il 60% del totale delle risorse. E’ significativo il tasso di incidenza dei contributi statali straordinari (pari al 42%), che segna il problema dell’incertezza futura sugli equilibri economici generali:
l’Unione genera autonomamente circa il 40% delle risorse occorrenti
Il delicato ed imprescindibile tema delle risorse impone piena consapevolezza e priorità assoluta; occorre lavorare parallelamente, su due binari: da una parte le iniziative di autofinanziamento, dall’altra gli interventi sulla spesa. Per quanto riguarda le prime occorre pensare ad iniziative nuove e moderne, anche in collaborazione con gli enti di emanazione dell’Unione.
A ciò andrà aggiunta una nuova politica di gestione del patrimonio, affinché esso possa generare un maggior profitto dell’attuale. L’aggiornamento e la riqualificazione del nostro personale sarà poi fondamentale in questo processo perché permetterà di essere più efficienti nel conseguire gli obiettivi prefissati.
Oggi, in un periodo di penuria di risorse e di crisi generalizzata, dobbiamo lavorare affinché la solidarietà, diventi un valore prioritario tale da costituire un buon esempio di buona prassi anche al di fuori della nostra associazione.
La cornice che tutti insieme con serietà dobbiamo contribuire a costruire, evitando i pressappochismi e le facilonerie, dovrà contenere un “quadro” capace di farci immaginare un domani migliore; una visione d’insieme che vorrei, fortemente vorrei costruire insieme a voi, alle migliori intelligenze presenti nell’Unione e nella società, con l’umiltà della consapevolezza di dover superare grandi difficoltà, ma con la determinazione di contribuire con molti di voi a costruire davvero – l’Unione che vorrei -.
I pochi spunti sopra esposti rappresentano la base sulla quale muovere i primi passi per la definizione di un progetto complessivo che preveda anche la rimodulazione dello Statuto Sociale della nostra Unione e dei necessari aggiustamenti in attesa di una riscrittura complessiva che dovrà necessariamente dettare il prossimo Congresso.
Una sfida questa perché differentemente dal passato, non dovrà trattarsi di una semplicistica rivisitazione della nostra carta statutaria ma davvero, dovremmo saper interpretare, condividere e identificare un – modello – che, finalmente, ci consenta di superare i segni del tempo che tutti ravvisiamo nel nostro statuto.
Questo complesso lavoro, però, non dovrà distrarci dalle questioni oggi sul tappeto a partire dalla scuola, per non dimenticare il lavoro e non sottovalutare il rischio di perdere quasi totalmente i finanziamenti che lo Stato ha assicurato fino ad oggi per la gestione dei nostri servizi e per consentirci di assolvere il nostro ruolo di rappresentanza e tutela degli interessi dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
Insomma, voglio lavorare per garantire una casa comune e diversa anche per coloro che verranno dopo di noi.

Proprio per questo motivo ho assicurato al Presidente Nazionale la piena lealtà ed il rispetto degli accordi sottoscritti il 2 marzo per lo meno su quei punti allora concordati e solo se saranno condivisi. Diversamente ognuno si assumerà le proprie responsabilità e ne risponderà a tutta l’associazione nelle sedi istituzionali.
Concludo ribadendo che solo una vera gestione collegiale potrà evitare che la nostra associazione sia messa nell’angolo dalle scelte della politica del Governo e del Parlamento.

Per contatti:
– E-mail: presidente@uicilombardia.org
– Cell.: 335-52 34 655
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