COMUNICATO STAMPA CONVEGNO: “LEGGERE: COME SI PUO’?” 1° ottobre 2015 – ore 9,30 Roma – Via Milano 76 c/o Biblioteca dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario

“Leggere: come si può?” è il titolo del Convegno sulla lettura in programma a Roma il 1° ottobre 2015 presso la Biblioteca dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario. Il Convegno, organizzato dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, in collaborazione con il Centro Nazionale del Libro Parlato, la Biblioteca Italiana per Ciechi “Regina Margherita” e la Fondazione LIA Libri Italiani Accessibili, ha ottenuto il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e della Regione Lazio.

 

“Vogliamo raccontare la storia di un viaggio” – dichiara Luisa Bartolucci, componente della Direzione Nazionale dell’Unione e coordinatrice dei lavori del Convegno. “Ripercorreremo le diverse modalità di lettura per i ciechi e gli ipovedenti: un percorso che parte dal libro in Braille, passa per il Centro Nazionale del Libro Parlato e arriva al formato elettronico. Scrittori famosi, speaker e lettori ciechi e ipovedenti leggeranno alternativamente alcune pagine dello stesso libro, a testimonianza del fatto che molti sono i modi di lettura possibili, tutti altrettanto validi.”

 

Da un’indagine condotta alcuni anni fa per conto dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e dell’Associazione Italiana Editori, in collaborazione con la CNUDD (Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità) su un campione di 1.505 persone (la più estesa mai condotta tra i Paesi Europei), risulta che i ciechi e gli ipovedenti leggono libri tre volte più di chi ci vede bene e che i formati digitali sono sempre più spesso i preferiti, rispetto al Braille e al testo a caratteri ingranditi, in particolare dalle fasce dei più giovani (18-34enni ma anche 35-50enni).

 

“L’accesso alla lettura è per noi disabili visivi un aspetto fondamentale – dichiara Mario Barbuto, Presidente Nazionale dell’Unione. Poter leggere in completa autonomia vuol dire avere le stesse opportunità di tutti per studiare, lavorare e accedere alle differenti modalità di svago”.

 

I destinatari del Convegno sono, da un lato i ciechi e gli ipovedenti che rappresentano la vasta platea dei fruitori primari, ma soprattutto l’intera cittadinanza, il vasto pubblico e gli “addetti ai lavori”, e le autorità competenti in materia, a diverso titolo.

 

Oltre ai rappresentanti della Biblioteca Italiana per Ciechi Regina Margherita di Monza, dell’Associazione Italiana Editori, del Centro Nazionale del Libro Parlato, interverranno, tra gli altri, Mario Tozzi, scrittore, geologo e Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Cristina Mussinelli, Segretario Generale Fondazione LIA, moderati da Ilario Di Giovambattista, Direttore Editoriale di RadioRadio che sarà media partner del Convegno.

 

Susanna Marcellini, giornalista e scrittrice, insieme a Roberto Pruzzo e Sandro Tovalieri, presenteranno il volume “Bomber”. La storia di un numero nove normale (o quasi); Roberto Renga, giornalista e scrittore presenterà il volume “La partita del diavolo” insieme a Chiara Bottini (coautrice) e a Stefano Molinari, mentre Sara Rattaro presenterà il volume “Niente è come te” (Premio Bancarella 2015).

Programma

9.30                 Apertura dei lavori

Luisa Bartolucci

Direzione Nazionale Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

Ilario Di Giovambattista

Direttore Editoriale RadioRadio

 

9.35                 Saluto di Marina Bicchieri

Direttore del Laboratorio di Chimica dell’Istituto Centrale per il Restauro

e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario

 

9.45                 Saluto di Mario Barbuto

Presidente Nazionale Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

 

9.50                 Saluto di Pietro Piscitelli

Presidente Biblioteca Italiana per Ciechi “Regina Margherita”

 

9.55                 Saluto di Cristina Mussinelli

Segretario Generale Fondazione LIA

 

10.00               Mario Tozzi

Scrittore, geologo e Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche

Presentazione del volume

“Tecnobarocco”

 

10.30               Salvatore Romano

Direzione Nazionale Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

Modalità e criticità nell’accesso alla lettura di ciechi e ipovedenti

 

10.55               Giacomo Elmi

Capo Servizio Centro Nazionale del Libro Parlato

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

Centro Nazionale del Libro Parlato: la pagina si fa voce

 

11.10               Susanna Marcellini

Giornalista e scrittrice

Roberto Pruzzo

Opinionista

Sandro Tovalieri

Allenatore

Presentazione del volume

“Bomber”. La storia di un numero nove normale (o quasi)

 

11.35               Coffee break

 

11.45               Maria Rita Zaldini

C.d.A. Biblioteca Italiana per Ciechi “Regina Margherita”

La Biblioteca per Ciechi “Regina Margherita”: una istituzione al servizio dell’istruzione e della cultura

 

12.05               Roberto Renga

Giornalista e scrittore

Chiara Bottini

Scrittrice

Stefano Molinari

Attore

Presentazione del volume

“La partita del diavolo”

 

12.30               Cristina Mussinelli

Segretario Generale Fondazione LIA

Fondazione Lia: lettura accessibile e digitale

 

12.50               Sara Rattaro

Scrittrice

Presentazione del volume

“Niente è come te”

(Premio Bancarella 2015)

 

13.20               Premiazione volontari e speaker del Centro Nazionale del Libro Parlato dell’Unione                    Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS

 

13.35               Presentazione percorso guidato al materiale

della collezione dell’ICRCPAL a cura del Laboratorio di Restauro, Direttore Lucilla Nuccetelli

Conclusioni

Al termine: percorso guidato

LOCANDINA 

Persone con minorazioni aggiuntive. Testimonianze – azioni – prospettive, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Un universo di persone che hanno sempre incontrato una attenzione minore di quanto fosse loro dovuto.
Una realtà umana e sociale che dobbiamo abituarci a tenere sempre in cima alle nostre priorità e verso la quale mai potremo dire di aver fatto abbastanza.
Persone che recano su di sé, insieme alla disabilità visiva, fattore già costitutivo di gravissima minorazione, ulteriori e più gravi limitazioni fisiche, sensoriali e psichiche, tali da richiedere la cura continua, la presenza puntuale, l’azione costante delle istituzioni preposte e della nostra Associazione di tutela.
Istituzioni le quali sono chiamate a predisporre supporto, servizi e azioni positive; Associazione che deve saper assumere su di sé, senza riserve, l’onere della tutela e della rappresentanza, per assicurare a queste migliaia e migliaia di cittadini la dignità della vita, la libertà dal bisogno, la parità dei diritti umani e civili.
Senza dimenticare, infine, l’universo variegato, talvolta contraddittorio e dolente delle famiglie, alle quali troppo spesso viene lasciato il compito della cura e dell’assistenza in un contesto di solitudine sociale e di latitanza istituzionale non più accettabile.
Diciotto mesi or sono, quando ho assunto l’onere della presidenza nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, mi sono prefisso di porre questo tema tra le priorità assolute, chiedendomi innanzitutto quanto avevamo già fatto in termini di azioni positive e quanto fosse ancora da fare per raggiungere gli obiettivi minimi di presenza, di cura, di assistenza.
Grazie all’attività della nostra apposita commissione nazionale, coordinata dal vice presidente Luigi Gelmini, abbiamo messo a punto un programma di ricognizione dell’esistente, tale da darci un quadro della realtà corrente, dei servizi disponibili sul territorio, dello stato reale di difficoltà di tante persone e di tante famiglie.
Nel contempo abbiamo continuato e rafforzato la nostra sia pur modesta azione di supporto soprattutto verso le persone con contemporanea disabilità visiva e uditiva tramite l’organizzazione e il finanziamento di specifici periodi di soggiorno marino e montano, grazie anche all’opera della nostra Angela Pimpinella, ora, finalmente, coordinatrice anche di una commissione nell’ambito dell’EBU European Blind Union.
Come terzo elemento di attenzione, abbiamo profuso ogni nostra immaginabile energia per dare attuazione concreta a una disposizione di legge che ci assegna il compito di edificare e strutturare un “Centro di alta specializzazione dedicato alle persone colpite da cecità e da disabilità aggiuntive, tramite l’intervento operativo della nostra Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi.
Una disposizione di legge che ha stanziato un contributo straordinario di cinque milioni di Euro, purtroppo immobilizzati da quasi dieci anni nel pantano della burocrazia amministrativa delle autorizzazioni edilizie, forse anche a causa di scelte iniziali da parte nostra rivelatesi non proprio adeguate, tanto che l’autorità dello Stato era in procinto di avviare l’azione di recupero e riassorbimento della somma già messa a disposizione del progetto.
Grazie all’impegno solerte di Rodolfo Masto, presidente della Federazione e di Claudio Cassinelli, coordinatore del progetto, i quali mai mi hanno fatto mancare la loro disponibilità e il loro lavoro di supporto, siamo riusciti a portare a termine l’acquisizione della sede del Centro, mediante una operazione di cristallina trasparenza che ci ha visto acquirenti dell’immobile in sede di asta giudiziaria, mentre stiamo per dare inizio ai lavori di ristrutturazione e di adattamento che dovrebbero essere completati nell’arco di alcuni mesi, ponendo finalmente nelle nostre mani un gioiello di struttura di profilo nazionale ed europeo.
Una struttura che vogliamo elevare a punto di eccellenza e di riferimento in ambito scientifico e operativo, confidando sul contributo di idee, di proposte e di managerialità che venga innanzitutto dalle nostre realtà disseminate sull’intero territorio, ma che sappia coniugare e collegare anche tutte quelle organizzazioni nazionali che offrono oggi interventi e servizi di qualità, verso le quali dobbiamo guardare con umiltà e modestia, consapevoli della credibilità che hanno saputo acquisire grazie al loro lavoro, nonché pronti a promuovere ogni utile azione volta alla crescita reciproca, rispettosa e produttiva, nel superiore interesse dell’utenza.
Nei mesi scorsi dunque, abbiamo dato vita a tre incontri seminariali di studio e di approfondimento della tematica, delle risorse e delle prospettive, che si sono tenuti a Verona, a Roma e a Napoli, consentendoci una ricognizione puntuale e dettagliata della realtà del territorio, dalla quale dovremo saper partire per promuovere e coordinare interventi in sede locale e regionale che mantengano sempre e comunque un’impronta di profilo unitario e un’operatività basata su modelli di riferimento dagli standard di qualità elevata, secondo una validazione scientifica di livello europeo.
Dagli incontri succitati, emerge la fotografia di una realtà variegata, pur sempre ricca di risorse e soprattutto sostenuta da una tenace, disperata volontà umana di offrire risposte che abbiano l’impronta dell’adeguatezza, della continuità, della dignità.
Per dare consistenza al lavoro svolto e visibilità all’impegno di tante persone in ogni angolo d’Italia, abbiamo voluto raccogliere le testimonianze in un volume che ne consenta la conoscenza e che offra una panoramica ampia dell’esistente, a disposizione delle famiglie toccate dal problema, dei nostri dirigenti sul territorio, degli operatori sociali e sanitari, degli amministratori locali e regionali, delle autorità politiche a ogni livello.
Un insieme di testimonianze che possa diventare la base del nostro lavoro dei prossimi cinque anni, nei quali il ruolo di rappresentanza e di tutela esercitato dall’Unione deve farsi più pressante, continuativo, efficace, mantenendo il tema delle disabilità aggiuntive al centro di ogni azione associativa in ambito nazionale, territoriale e locale.
Una piattaforma di lavoro che vogliamo consegnare al nostro XXIII congresso di prossimo svolgimento, ma anche un messaggio da trasmettere immediatamente alle autorità politiche del Paese, oltre che un invito a tutte le altre organizzazioni prestigiose che operano nel settore a congiungere competenze, risorse e capacità operative per destinarle, unite, a mettere in atto azioni positive sempre più efficaci ed efficienti, in una prospettiva nuova di collaborazione, di fiducia, di reciprocità nel supporto.
Con questi intenti abbiamo profuso energie nei mesi scorsi; con questi propositi presentiamo le risultanze del nostro pur breve lavoro, perché se ne possano trarre serenamente giudizi, proposte, prospettive, lontani da qualsivoglia autocelebrazione o ambizione egemonica, desiderosi soltanto di tenere al centro della scena, per i prossimi anni, questa delicata tematica .

Mario Barbuto
Presidente Nazionale

Corso di Alta Formazione in “Responsabile di strutture del terzo settore” nel settore della disabilità – 2015/2016, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care tutte e cari tutti, finalmente ci siamo!!!

Il Dipartimento di Sociologia e diritto dell’economia, Scuola di Scienze Politiche, dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, e l’I.Ri.Fo.R (Istituto per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione), in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, organizzano il Corso di alta formazione in “Responsabile per strutture del terzo settore” con particolare  riferimento alle organizzazioni operanti nell’area della disabilità.
Il corso formerà figure professionali di profilo dirigenziale, “responsabili”, atte alla gestione di strutture di terzo settore, con particolare riferimento alle organizzazioni operanti nell’area della disabilità, che acquisiranno competenze manageriali, organizzative e comunicative, tarate sullo specifico delle caratteristiche delle organizzazioni di terzo settore in generale, e delle strutture afferenti all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, in particolare.
I.RI.FO.R. provvederà alla erogazione di venti borse di studio del valore di 2.000 Euro l’una,  che saranno assegnate ai richiedenti che verranno ammessi al corso e serviranno alla copertura degli oneri di iscrizione e di frequenza.
Saranno ammessi al corso fino a un massimo di venti richiedenti di età non superiore a 35 anni, dei quali almeno tredici con disabilità visiva certificata, tutti in possesso di laurea triennale, magistrale e/o quadriennale.
I richiedenti devono essere soci U.I.C.I. “effettivi” se disabili della vista, “sostenitori” se normovedenti.

In proposito, raccomandiamo la massima diffusione di questo comunicato tra tutte le persone potenzialmente interessate, normovedenti, ipovedenti e non vedenti.

I richiedenti, inoltre, devono essere in possesso dei seguenti prerequisiti che verranno accertati in sede di prove di ammissione:
competenze specifiche nell’uso di computer, tablet e cellulari, con i più diffusi prodotti informatici;
uso e conoscenza dei principali socialmedia;
buona conoscenza della lingua inglese;
capacità di orientamento e di mobilità autonoma.

Il corso si terrà a Bologna, avrà inizio il 20 novembre 2015 e comprenderà 210 ore di lezione raggruppate in sei settimane residenziali, di trenta ore ciascuna, tra novembre e marzo 2016, più una settima, conclusiva, a inizio novembre 2016.
Tra aprile e ottobre 2016, inoltre, saranno svolte 240 ore di attività di tirocinio, preferibilmente presso strutture dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti o collegate, comunque sempre vicine alla provincia di residenza dei partecipanti.
Le lezioni si terranno presso la sede del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna e in aule messe a disposizione dall’Istituto “Francesco Cavazza” presso la propria sede.
La frequenza al corso è obbligatoria e darà diritto al riconoscimento di 21 CFU.
Per gli oneri di residenzialità, l’I.RI.FO.R. e l’Istituto “Cavazza” porranno in essere particolari condizioni di favore per agevolare la frequenza dei partecipanti.

Gli obiettivi formativi riguarderanno competenze specifiche in campi e macroaree seguenti:
Legislazione:  sarà indagata la normativa relativa al terzo settore e il suo ruolo nel sistema di Welfare;
Modelli di Welfare: saranno indagati i diversi modelli di Welfare e le possibili connessioni pubblico-privato
Gestione delle risorse umane; con un focus particolare al ruolo dei volontari all’interno dell’organizzazione;
Fund-raising: saranno approfondite le tecniche di raccolta fondi e le modalità di applicazione ai bandi europei (euro progettazione);
Comunicazione e marketing sociale; al cui interno saranno trattati i temi della comunicazione e del marketing digitale, del marketing per il no profit e il ruolo della comunicazione sociale;
Contabilità/amministrazione: come si legge e come si predispone un bilancio delle strutture di terzo settore, come si redigono i registri contabili, come si redige un verbale, ecc…

Gli interessati potranno presentare domanda di partecipazione alla selezione, compilando direttamente on line l’apposito modulo sul sito dell’I.RI.FO.R. all’indirizzo:

www.irifor.eu\formazione\managerterzosettore ,

allegando, inoltre, il proprio CV in formato europeo, le eventuali certificazioni delle competenze linguistiche possedute e ogni altro documento ritenuto utile ai fini dell’ammissione al corso.

La domanda di partecipazione alla selezione potrà essere presa in esame solo se compilata e completata entro le ore ventidue del giorno 23 ottobre 2015.

La selezione si svolgerà entro il 28 ottobre p.v. presso l’Istituto “Cavazza” di Bologna, dove i candidati saranno convocati singolarmente via e-mail.
Alla selezione, provvederà una apposita commissione esaminatrice designata dall’I.RI.FO.R., della quale faranno parte il Direttore del corso, Prof.ssa Roberta Paltrinieri, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e altri esperti delle discipline oggetto delle prove.
Il giudizio della commissione esaminatrice è inappellabile.

Le prove di ammissione mireranno a verificare gli aspetti motivazionali individuali, nonché il possesso dei requisiti richiesti e, unitamente alla valutazione del curriculum, costituiranno gli elementi di selezione per l’ammissione al corso.
L’ammissione al corso sarà comunicata  singolarmente via e-mail agli  interessati , entro il  giorno 10 novembre e l’elenco completo degli ammessi sarà pubblicato, entro la stessa data, sul sito  dell’IRIFOR, all’indirizzo: www.irifor.eu/news.

Con preghiera di massima diffusione, auguro buon lavoro e porgo cordiali saluti
Mario Barbuto

Candidature XXIII congresso, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care amiche, cari amici,

in uno spazio speciale del nostro sito web istituzionale dedicato al XXIII congresso, dal prossimo primo settembre, verranno pubblicati i nominativi delle persone che intendono candidarsi alla carica di presidente nazionale e di consigliere nazionale.

Le candidature per entrambe le cariche sono libere, individuali e non incompatibili tra loro.

Tutti i soci effettivi in regola con il pagamento delle quote associative hanno facoltà di candidarsi, come ho già comunicato nelle note allegate all’invito formale inviato ai congressisti.

A norma di Statuto, le candidature vanno esplicitate in sede di congresso.

Riteniamo tuttavia utile offrire con largo anticipo uno spazio democratico di comunicazione a quanti vogliano proporre la propria candidatura, al fine di favorire un dialogo diretto e tempestivo con i soci e con i congressisti in un contesto informativo aperto alla massima trasparenza.

Chi intende annunciare la propria candidatura, o chi lo abbia già fatto nelle scorse settimane, pertanto, potrà fruire di un proprio spazio autogestito sul nostro sito web, nel quale pubblicare ogni informazione ritenuta utile a favorire la propria elezione in congresso.

A partire dal prossimo 17 settembre, inoltre, la nostra radio web organizzerà trasmissioni a cadenza settimanale che offriranno uno spazio di intervento a quanti abbiano già annunciato la propria intenzione di candidatura.

Il materiale da pubblicare sul sito web (curriculum personale, progetti, proposte, ecc…) dovrà essere inviato alla segreteria della Presidenza Nazionale segreteria@uiciechi.itla quale, comunque, effettuerà le necessarie verifiche di autenticità, prima di autorizzarne la pubblicazione.

I testi dovranno essere redatti in formato accessibile. Vivamente raccomandato il formato doc o docx.

Per la partecipazione alle trasmissioni radio, la segreteria contatterà telefonicamente ciascun candidato e ciascuna candidata per concordare giorni e orari, in modo da predisporre un calendario dettagliato delle presenze da rendere noto con anticipo.

Ricordo infine, per completezza di informazione, le modalità di elezione previste dal nostro statuto, già comunicate ai congressisti:

alla elezione si procederà con due distinte votazioni a scrutinio segreto: una per il Presidente, una per i Consiglieri Nazionali.

Per l’elezione del Presidente Nazionale, sulla scheda si potrà scrivere un solo nominativo, rigorosamente in forma anonima e non riconoscibile, a pena di nullità del voto.

Per l’elezione dei Consiglieri Nazionali, sulla scheda si potranno scrivere da uno a tredici nominativi, sempre in forma anonima e non riconoscibile.

Ciascun elettore potrà votare avvalendosi del sistema comune a matita, o del sistema Braille.

Durante l’operazione di voto, l’elettore può farsi assistere in cabina da un accompagnatore.

Ogni accompagnatore potrà assistere un massimo di due elettori.

L’elettore, così come l’eventuale accompagnatore in cabina, dovrà presentarsi al seggio munito di un valido documento di riconoscimento.

Formulo fin da ora i miei più sinceri e cari auguri ai candidati e alle candidate alle cariche di presidente e di consigliere nazionale, nella certezza che la nostra Unione saprà esprimere il meglio delle proprie risorse e delle proprie qualità umane e associative in ogni persona che riceverà dal congresso l’investitura a dirigente.

 

Mario Barbuto

Presidente Nazionale

Cosa significa rinnovare l’UICI? di Francesco Fratta

Autore: Francesco Fratta

Sono alcuni anni, dalla vigilia del XXII Congresso (Chianciano 2010) che nell’Unione si sente parlare sempre più spesso di “rinnovamento”, un po’ da tutti ormai, tanto che, stando alle sole parole, sembrerebbe ultimamente del tutto scomparsa la parte conservatrice (termine da intendersi non tanto in senso strettamente politico quanto per il suo significato di rigido attenersi a metodi e modalità di rapporto tradizionali con i vari livelli gerarchici e con la base), parte che pure ha sempre avuto un notevole peso nel condizionare la vita della nostra associazione. Peso che si mostrò in maniera schiacciante appunto in quel Congresso, quando – ricordiamolo – chi aveva raccolto, proprio agitando il tema dell’urgenza di un profondo rinnovamento dell’UICI, circa il 30% dei consensi, non riuscì ad avere alcuna rappresentanza in seno agli organi nazionali. Ciò grazie al combinato di norme statutarie e di prassi congressuali consolidatesi nel tempo, che resero possibili quei risultati che tutti ben conosciamo. Nei mesi che seguirono si cercò da parte della dirigenza in carica di archiviare l’accaduto come un episodio legato unicamente all’evento congressuale, dicendo che in fondo tutti erano per il rinnovamento dell’Unione e che pertanto non c’era motivo di mantenere in vita un movimento specificatamente votato a quella causa, e che anzi il farlo avrebbe significato in realtà la malcelata volontà di praticare una frattura nel corpo associativo quanto mai riprovevole e dannosa.
Tuttavia, nonostante le ripetute accuse e le forti pressioni per il suo scioglimento,in particolare durante la presidenza Daniele, il movimento finora non si è sciolto ed ha continuato a produrre documenti, a promuovere incontri di confronto e gruppi di lavoro su varie e importanti tematiche associative,elaborando analisi e proposte, lanciando stimoli e temi di discussione che hanno provocato un dibattito via via sempre più ampio e approfondito (vedi ad es. nelle ultime settimane quello sul ruolo delle sezioni o quello sulla formazione dei dirigenti associativi svoltisi nella lista “uicicongresso”). Insomma, il movimento Uicirinnovamento non solo non ha svolto alcuna azione frazionistica, ma ha fornito un rilevante contributo all’ampliamento e all’innalzamento del livello del dibattito interno che, tra l’altro, ha visto anche il ricoinvolgimento di persone che da tempo si erano allontanate dall’Unione, e penso che siano rimasti ormai in pochi a non voler riconoscere tutto ciò.
Un impatto certamente innovativo, poi, ha avuto l’ascesa alla Presidenza nazionale di Mario Barbuto, il quale, a parte i notevoli e per certi versi insperati risultati ottenuti con la Legge di stabilità 2014, oltre a ricercare nuove e più costruttive modalità di relazione con le altre associazioni di disabili e ad avviare un più stretto e intenso rapporto con la base associativa moltiplicando le occasioni e i momenti di confronto, ha impresso un’indubbia accelerazione al processo di revisione degli statuti dell’UICI e dell’I.Ri.Fo.R., di cui da tempo si sentiva la necessità, dimostrando di essere un presidente pienamente consapevole delle urgenze dei tempi e capace di affrontarle con la determinazione e con gli strumenti giusti.
In questo clima profondamente mutato rispetto a 5 anni fa, ci apprestiamo a celebrare il XXIII Congresso, che dovrebbe sancire, come molti auspicano e si aspettano, una decisiva svolta nella vita della nostra associazione, ed ecco perchè occorre che tutti – e in particolare i delegati – pongano mente a che cosa significhi realmente rinnovare l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti nel momento in cui sceglieranno, con il proprio voto, non solo il Presidente e il Consiglio nazionale, ma anche l’assetto statutario e gli indirizzi di fondo della politica associativa.
A mio avviso quando si parla di “rinnovamento” in relazione ad un sodalizio come il nostro immerso e interagente con una realtà più ampia e complessa, occorre tener presenti almeno tre, o forse quattro elementi: l’assetto organizzativo che si intende dare all’associazione nonché alle relazioni interne a, e tra i vari organi che la compongono attraverso norme coerenti che le disciplinino; la definizione chiara di un orientamento strategico e la scelta coerente del tipo di relazioni esterne con le istituzioni da un lato e con le altre organizzazioni del mondo della disabilità e della società civile dall’altro; l’individuazione delle persone più idonee a guidare il riassetto interno e a portare avanti gli obiettivi strategici e le relazioni esterne; un metodo di confronto e di determinazione delle decisioni che sia quanto più trasparente, democratico ed efficace possibile.
Ora, se immaginassimo di produrre un cambiamento significativo agendo su uno solo degli elementi sopra indicati, ci accorgeremmo subito che non otterremmo se non un mutamento effimero, poco capace di incidere realmente sulla realtà; se, ad esempio, cambiassimo unicamente le persone, in base alla maggior simpatia o fiducia che ci ispirano, lasciando intatti assetto organizzativo, modalità relazionali e gestionali, e obiettivi strategici, avremmo nella sostanza un’associazione non molto diversa da quella che era prima. Lo stesso avverrebbe d’altro canto, se ci concentrassimo unicamente sul rinnovamento dei programmi e delle parole d’ordine senza modificare struttura, metodi e composizione del gruppo dirigente: tutti gli elementi di insoddisfazione e di critica per i metodi impiegati e per il livello di partecipazione che essi consentivano, per gli obiettivi in precedenza mancati e per le criticità che quel gruppo non si dimostrò capace di affrontare, rimarrebbero in campo e metterebbero in evidenza immediatamente la scarsa credibilità del gruppo stesso, facendo cadere ben presto ogni illusione circa la possibilità di conseguire effettivamente la realizzazione di quei programmi, magari bellissimi e del tutto condivisibili. Analogamente, confidare nella potenza in sé innovativa del metodo, pensando che sia possibile ottenere importanti risultati affidandone la messa in atto a persone rimaste per lo più le stesse e intimamente legate a consuetudini radicate e/o costrette ad agire nel quadro di strutture e di gerarchie immodificate, metterebbe in luce impietosamente il velleitarismo e l’inefficacia di una tale scelta. Infine, puntare tutto esclusivamente su modifiche di singole norme statutarie, come si è fatto da vari lustri a questa parte, potrebbe rivelarsi del tutto insufficiente non solo ad impedire il perpetuarsi di cattive prassi comportamentali, il consolidarsi e perfino il cristallizzarsi di posizioni di potere, ma anche a contrastare l’atrofizzarsi della partecipazione e della capacità d’analisi e di proposta politico-culturale cui abbiamo assistito in un passato non molto lontano.
Tutto ciò ci dice che, se vogliamo davvero dare nuovo slancio ed efficacia all’azione politica dell’Unione nel prossimo futuro, non ci basterà scegliere un buon presidente, ma ci sarà bisogno anche di eleggere – nonostante le vecchie regole statutarie entro cui ancora saremo costretti ad operare – un Consiglio nazionale coerente col suo progetto, tenendo conto non solo e non tanto delle dichiarazioni più o meno altisonanti di questo o di quello, e per nulla delle eventuali indicazioni dei cosiddetti capi delegazione, ma unicamente basandosi sul proprio convincimento e sulla propria autonoma valutazione della rispondenza delle qualità politiche, culturali e personali di ciascun candidato al progetto che si sceglierà di sostenere. Anzi, in linea di principio suggerirei di diffidare dei nomi che venissero eventualmente proposti come frutto di accordi fra presidenti regionali, tanto più qualora si pretendesse da parte di questi ultimi una sorta di obbedienza della propria delegazione, come era prassi nei precedenti Congressi. Anche dai comportamenti pratici e dalla storia personale di ognuno, infatti, si possono trarre utili elementi per distinguere più chiaramente chi è in corsa per un reale e profondo rinnovamento dell’Uici, da chi invece è mosso – per altro legittimamente – da ambizioni prevalentemente personali (fatto salvo ovviamente il principio secondo cui tutti possono cambiare, in qualsiasi momento, idea e modo di agire).
Ma un buon presidente e una buona squadra non bastano ancora per imprimere una svolta nettamente risolutiva: occorre appunto anche un buon progetto politico e un quadro statutario chiaro e coerente, con regole che garantiscano partecipazione e democrazia interna e che tutelino adeguatamente le minoranze. Ovviamente, infatti – e noi lo sappiamo bene! – vi possono essere punti di vista differenti sulle scelte e sugli orientamenti strategici, come sull’assetto organizzativo, e tutti meritano il massimo rispetto. Ciò che invece proprio non merita rispetto in una associazione che vuole essere realmente democratica e promuovere la massima partecipazione di tutti, è quella prassi che abbiamo visto tante volte all’opera nei lustri passati, che cooptava ed escludeva, promuoveva e bocciava in base al grado di accettazione della prassi stessa e di sottomissione di ognuno ai suoi registi, in ossequio al principio: “si è sempre fatto così!”. Ecco, la prima condizione imprescindibile per tutti coloro che vogliono davvero, indipendentemente da come la pensano, dar nuova vita alla nostra cara Unione e contribuire ad attrezzarla per affrontare con successo le sfide che abbiamo dinnanzi e raggiungere sempre nuovi traguardi è, a mio parere, il cominciare a dire in modo fermo e convinto: “Non bisogna più che si faccia così!”.
Per questo è indispensabile che i delegati, tutti, eletti o di diritto, abbiano piena consapevolezza del momento che stiamo vivendo, e non si sentano per nulla legati a un presunto “vincolo di mandato”, che per altro statutariamente non esiste, per il quale si debbano credere tenuti a rispettare indicazioni di voto impartite loro da chi non ha alcuna autorità e legittimazione statutaria in tal senso.
Insomma, siamo a metà del guado: ai delegati del XXIII Congresso toccherà scegliere se la futura fisionomia della nostra associazione dovrà restare sostanzialmente quale è stata finora o se si dovrà procedere con risolutezza sulla via da poco intrapresa del suo rinnovamento. si tratta quindi di una scelta che ci riguarda tutti molto da vicino, in quanto ne deriverà un modo di stare e di operare nell’UICI, di cui siamo prima di tutto soci e non semplici spettatori o beneficiari. La responsabilità di come sarà l’Unione che verrà è dunque nostra e solo nostra, per cui ciascuno dovrà affidarsi esclusivamente alla propria intelligenza e alla propria autonomia di giudizio. Questo è il primo indispensabile segno, io credo, che davvero vogliamo un rinnovamento della nostra Unione, e che cominciamo a praticarlo a partire da noi stessi. Solo così la partita congressuale non sarà distorta e quel che ne verrà fuori esprimerà con chiarezza la volontà della maggioranza, certo, ma anche l’orientamento e la consistenza della o delle minoranze, e potremo tutti serenamente riconoscerle, senza timore e senza rancore.

Rubrica di Slash Radio “Chiedi al Presidente”, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care amiche, cari amici,

vi rammento che il 26 agosto dalle 16,30 alle 17,30, andrà in onda la rubrica “Chiedi al Presidente ” tramite il nostro canale web di Slash Radio. La rubrica andrà in onda ogni ultimo mercoledì del mese, sempre dalle 16,30 alle 17,30.
Durante la trasmissione, nel mio ruolo di Presidente Nazionale, risponderò in diretta a tutte le domande che gli ascoltatori vorranno rivolgermi.
Le domande saranno libere, senza filtri e potranno toccare tutti gli aspetti della nostra attività associativa e tutti i temi concernenti la vita dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
Le modalità di contatto per indirizzare le domande o intervenire in trasmissione, sono: email, all’indirizzo chiedialpresidente@uiciechi.it telefono, ai numeri 06/69988353-06/6791758.
Vi attendo numerosi per dare vita a un dialogo diretto che ci aiuti a crescere e a migliorare.

Mario Barbuto

Replica al Presidente Nazionale, di Nicola Stilla

Autore: Nicola Stilla

Caro Mario, non si tratta di campagna elettorale, ma di tutela dei reali interessi delle persone con disabilità in genere, e dei nostri soci in particolare. Ci tengo a precisare che il mio riferimento a “chi parla di disabilità senza tener conto delle necessità reali dei diretti interessati” non è rivolto a te, bensì ai cattivi maestri che già in passato (mi riferisco, ad esempio, alla vicenda ISEE) hanno fatto parlare di sé. Ciò premesso sento l’obbligo di sottolineare che se il tuo intento era quello di ottenere visibilità mediatica probabilmente è riuscito, a costo però di assumerti l’onere di una di una posizione non condivisa né all’interno della nostra Associazione, né all’interno della FAND. Tra l’altro, vorrei precisarti che nessuno in Consiglio Nazionale è intervenuto perché l’argomento non era all’ordine del giorno.
Per quanto concerne le attività atipiche: saranno pure casi limitati, ma credo sia nostro preciso impegno tutelare TUTTE le persone ipo e non vedenti, poche o tante che siano. Inoltre, quello delle professioni atipiche ritengo sia, in prospettiva, un settore da sostenere e promuovere: da lì emergono esempi virtuosi di cui posso anche dirti nello specifico, sennonché mi sorprende che debba essere io a fornirti questi dati.
Il discorso, per quanto mi riguarda, si chiude qui: il materiale sulla questione è sufficiente perché ciascuno abbia la possibilità di elaborare una propria idea in merito, per cui, in futuro, onde evitare polemiche ad oltranza, non intendo replicare.
Nicola Stilla

***Nota del Presidente Nazionale ***

Caro Nicola,
anch’io concluderò con questa brevissima nota lo scambio di opinioni sul tema.
Certo l’argomento non era all’ordine del giorno del Consiglio Nazionale, sebbene ciò non precluda in assoluto a un consigliere di richiamare l’attenzione di tutti su temi che ritenga di elevata importanza.
Faccio tuttavia notare che la Direzione Nazionale del 2 luglio ha svolto una esplicita discussione sul cosiddetto “Jobs Act”, esprimendo un orientamento sostanzialmente favorevole dal quale è poi scaturito perfino un comunicato a uso interno che riepilogava i punti salienti del provvedimento.
Affermare dunque, come fai tu, che l’orientamento della Direzione Nazionale non è condiviso all’interno della nostra Associazione, mi pare piuttosto azzardato, per non dire estraneo alla realtà dei fatti.
Quanto ai casi atipici di ciechi iscritti nelle liste di collocamento e ai numeri che ti chiedevo, la mia domanda era volta a dimostrare senza alcun dubbio che essi sono infinitesimali, se non addirittura inesistenti.
La tua risposta, del resto, conferma questa mia affermazione, testimoniando come si sia voluto soprattutto sollevare un polverone propagandistico niente affatto sostenuto da cifre e da dati reali.
Nel merito, se è vero che in futuro le professioni atipiche potrebbero assumere un ruolo di maggiore importanza anche per la nostra categoria, come tutti auspichiamo, allora sarà altrettanto vero che le chiamate nominative concordate, basate sul principio della persona giusta al posto giusto, potranno offrire prospettive di inclusione lavorativa ben più fondate rispetto a obblighi generici che in questi anni sono stati sempre e sistematicamente disattesi dalle aziende, come dimostrano i dati delle relazioni parlamentari sul tema.
Un sistema misto di chiamate nominative con una piccola percentuale di avviamenti forzosi potrebbe costituire la soluzione basata su un giusto equilibrio.
Questo tuttavia, sarà dibattito dei prossimi anni e non materia di pura propaganda estiva.

Mario Barbuto

Centro Nazionale del Libro Parlato: nuovo servizio segnalazioni

Abbiamo il piacere di comunicare che a seguito delle numerose richieste pervenute da parte dei nostri utenti è stato creato un indirizzo e-mail dedicato esclusivamente alle segnalazioni relative al Centro Nazionale del Libro Parlato dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS. Gli utilizzatori dei servizi del Centro potranno postare all’indirizzo segnalazioni.cnlp@uiciechi.it segnalazioni di disservizi, di disfunzioni relative alla produzione o alla distribuzione, problemi riscontrati sulle opere di primo livello, ma anche, ci auguriamo, osservazioni, indicazioni e segnalazioni positive. L’indirizzo non dovrà essere utilizzato, invece, per la richiesta di opere da produrre o da ricevere, visto che per questo esistono già appositi canali e recapiti ai quali rivolgersi. Chi lo desidererà potrà anche inviare attraverso la posta privata della nostra pagina ufficiale Facebook messaggi, ai quali risponderemo, ma per le segnalazioni è preferibile l’utilizzo dell’indirizzo e-mail che garantisce maggior sicurezza di ricezione e tracciabilità. Cogliamo l’occasione per rammentare che i nostri uffici rimarranno chiusi dal 13 al 23 di Agosto.

Centro Nazionale del Libro Parlato: novità e maggiore interazione, di Luisa Bartolucci

Autore: Luisa Bartolucci

Nel dicembre 2012 abbiamo deciso di aprire un profilo Facebook dedicato al Centro Nazionale del Libro Parlato. A fronte dello scetticismo di molti il profilo ha destato interesse negli utenti, che numerosi si sono iscritti. sono stati anni estremamente proficui, in cui l’utenza ci ha dato molteplici suggerimenti, consigli, ci ha fatto notare eventuali problemi, temporanei disservizi, ma anche ha approvato la nostra linea e quanto via via si andava facendo. Sono state numerose anche le attestazioni di stima, e gli apprezzamenti per il lavoro dei nostri operatori e ciò, naturalmente non può che far piacere, poiché ciò significa aver risposto alle esigenze dei fruitori. Si è trattato di un rapporto al quale, personalmente, ho sempre conferito grande importanza, poiché si è riusciti ad interagire in tempo reale. Abbiamo meglio compreso i gusti del nostro target di riferimento, abbiamo dato notizia e pubblicato immediatamente le nostre novità, insieme a brevi recensioni dei testi prodotti. Ma il profilo è stato anche utile mezzo di divulgazione per l’esterno, infatti avevamo tra i nostri contatti anche scrittori, giornalisti, case editrici. Tutto ciò è venuto meno a causa di segnalazioni che hanno portato Facebook a chiudere il nostro profilo, per altro senza consentirci di migrarlo a pagina, come invece ci è stato fatto fare nel caso di Slash Radio. Non voglio neanche commentare il fatto, mi limito solo a dire che quanti agiscono così non danneggiano certo la struttura o chi temporaneamente se ne occupa, bensì colpiscono e danneggiano gravemente gli utenti e, direi che ciò si commenta da sé. Ma noi non ci perdiamo d’animo: sul nostro giornale elettronico pubblicheremo quotidianamente le nostre novità, le informazioni utili e le recensioni dei libri e/o altre pubblicazioni presenti sul nostro catalogo. Abbiamo, inoltre, grazie al prezioso aiuto del nostro amico e componente il comitato stampa Nunziante Esposito, creato una lista di discussione su yahoogroups, attraverso la quale potrete, egualmente, ricevere informazioni, novità e recensioni, ma servirà anche a scambiarci opinioni e consigli di lettura. Per iscrivervi uicilibroparlato-subscribe@yahoogroups.com. Ma non abbiamo voluto abbandonare neanche Facebook, infatti è stato costituito un gruppo denominato Centro Nazionale Libro Parlato, dedicato al nostro centro. Sarà un prezioso luogo virtuale ove discutere di libri, scambiarci informazioni e conoscere a fondo il CNLP ed i suoi servizi. Abbiamo anche aperto la pagina ufficiale del Centro alla quale vi invitiamo ad aderire mettendo il vostro «mi piace». Ma non finisce qui. Molti tra i nostri utenti che hanno richiesto, o richiedono la registrazione di opere di primo livello attraverso il nostro form, o scrivendo o telefonando, ci hanno rappresentato la necessità di conoscere in tempo reale lo stato di lavorazione dell’opera segnalata. da tempo è stato realizzato uno strumento che consentirà tutto ciò, consultabile facilmente anche dagli utenti tramite internet. I nostri operatori lo stanno testando e, a fine Luglio, il capo del servizio mi ha riferito che effettuate le ultime modifiche, questo strumento sarà a disposizione di tutti, auspicabilmente a partire dal mese di Settembre. Inoltre, a breve, verrà creata una apposita e-mail alla quale l’utenza potrà far pervenire le proprie segnalazioni, alle quali risponderanno, per competenza, i nostri operatori e non solo. Insomma, noi crediamo in un rapporto diretto tra chi opera e chi riceve i nostri servizi, da sempre abbiamo agito affinché vi fosse una crescente interazione. Per concludere desidero anche informare chi legge, che stiamo organizzando in collaborazione con la Biblioteca Italiana per Ciechi Regina Margherita di Monza, nonché con il MIBACT e l’AIE, un convegno dedicato alla lettura e fruizione del libro, al quale è prevista la partecipazione anche di scrittori. Ci stiamo lavorando con passione e ci auguriamo che l’evento incontrerà anche il vostro gradimento.

Luisa Bartolucci

Precisazioni del Presidente Nazionale sull’articolo di Nicola Stilla, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Caro Nicola,
poiché chiamato direttamente in causa, reputo doveroso aggiungere al tuo scritto questa mia breve nota.

Comincio col dire che altri e più corposi argomenti farebbero maggior onore alla tua campagna elettorale.
Ma tant’è…
Siamo già alle parole forti!!!
“Fuga in Avanti”, “grande sconcerto”, “sorpresa”…
Il Presidente Nazionale che parla a nome della disabilità senza averne titolo…
Che compromette i rapporti nella FAND e con i sindacati…
Frena, frena…. Nicola!

Il Presidente Nazionale, dopo avere tentato invano di pervenire a un testo condiviso in ambito FAND, ha ritenuto utile sottoscrivere un documento unitario con FISH e CISL, nel quale sono ripresi in modo pressoché fedele gli argomenti evidenziati in analogo e separato comunicato dell’ANMIL relativo ai decreti sul cosiddetto Jobs Act.
La contrarietà di ANMIC, purtroppo, ha reso impossibile la redazione di un documento comune e di fatto ha tagliato fuori la FAND dal dibattito, facendone sparire la presenza dai media, mentre tutti prendevano posizione sul tema.

Per non trascinare la nostra Unione in questa parabola di totale oscuramento mediatico, il Presidente Nazionale ha ritenuto utile aggiungere la propria adesione al documento unitario con FISH e CISL, esprimendo comunque a chiare lettere la nostra forte contrarietà circa l’istituto della chiamata diretta.
In quel documento, altre e ben più significative omissioni vengono contestate al Governo e ai decreti, ma Nicola, evidentemente, non si è peritato di sottolinearlo.
Quanto alla chiamata nominativa, considerato che dalle relazioni parlamentari e dai dati pregressi ne emerge un ricorso diffuso, stabilizzato, generalizzato ed efficace, ma considerato soprattutto che essa pochissimo potrebbe incidere sul collocamento obbligatorio dei ciechi, il Presidente Nazionale ha ritenuto utile lasciare aperta una porta alla sua applicazione poiché essa non causa di fatto alcun danno sostanziale alla nostra categoria.
In proposito, infatti, vorrebbe elencare, Nicola, ai nostri soci e lettori le attività atipiche rispetto alle quali vi siano ciechi iscritti nelle liste di collocamento, magari dandocene anche il numero?

Prima di sparare fango sul Presidente Nazionale, così, tanto per muovere le acque e fare un po’ di campagna elettorale a buon mercato, mi permetto consigliare a Nicola una più puntuale attenzione, una maggiore serenità di giudizio e soprattutto un più opportuno senso di unità associativa.
Non si conquista la presidenza nazionale attaccando il Presidente in carica sulla stampa senza nemmeno essersi dati pena di verificare quanto accaduto e di stabilire una interlocuzione diretta.
E dire che c’è stata in mezzo perfino una riunione del Consiglio Nazionale nel corso della quale nulla è stato eccepito e nulla il Presidente ha sentito al riguardo.
Se il buon giorno si vede dal mattino!
Be’, meditiamo, gente, meditiamo!!!

Mario Barbuto