Assemblea Generale del Forum Europeo della Disabilità, Atene 25-26 maggio 2013 – Rinnovo delle cariche, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Carissimi,

Desidero informarvi che nei giorni 25-26 maggio 2013 ho preso parte ad Atene, in qualità di Presidente del Forum Italiano sulla Disabilità (FID), all’Assemblea Generale del Forum Europeo della Disabilità  (European Disability Forum – EDF), durante la quale sono state rinnovate le cariche come avviene ogni quattro anni e Yannis Vardakastanis, rappresentante del Consiglio Nazionale delle Persone Disabili della Grecia, è stato riconfermato  Presidente.
Con soddisfazione, ho visto confermata anche la fiducia nei miei confronti con l’elezione a componente del Comitato Verifica Poteri e quella nei confronti degli altri candidati italiani che sono stati eletti:
· Donata Vivanti di Autismo Europa, Vice Presidente;
· Rodolfo Cattani dell’Unione Europea dei Ciechi, Segretario;
· Giampiero Griffo del Forum Italiano sulla Disabilità, componente del Consiglio Direttivo.
Dell’Ufficio di Presidenza fanno parte anche l’altra Vice Presidente Gunta Anca, rappresentante del Consiglio Nazionale della Lettonia e Pat Clarke della Federazione della Disabilità dell’Irlanda in qualità di Tesoriere.
Durante l’Assemblea, alla quale ha partecipato, tra gli altri, Shuaib Chalklen, Relatore Speciale dell’ONU sulla Disabilità, si è parlato degli sviluppi dell’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità a livello nazionale ed europeo, con riferimento in particolare all’articolo 33.
Tra gli argomenti all’ordine del giorno anche un’interessante sessione sulla situazione delle persone con disabilità nei paesi dell’UE più toccati dalla crisi economica e la presentazione del documento EDF sulla Dimensione Sociale dell’Unione Monetaria Europea.
Il Presidente Yannis Vardakastanis ha dichiarato: “In tutti questi anni il movimento europeo della disabilità ha ottenuto grandi conquiste che hanno aperto la strada per una condizione migliore per le persone con disabilità. Oggi, in tempi di crisi, la sfida è più grande che mai. Anche quando la crisi sarà terminata, le sue ripercussioni rimarranno per molti anni. L’UE deve garantire che i diritti fondamentali delle persone con disabilità siano protetti e che si trovi un modo per uscire dalla crisi che non intacchi le misure sociali. La crisi non dovrebbe mettere in pericolo le conquiste ottenute in questi anni. E il movimento della disabilità è qui riunito per ricordare con un’unica voce ai leader europei che niente si può decidere su di noi senza di noi”.

 
Cordiali saluti.

IL PRESIDENTE NAZIONALE
(prof. Tommaso Daniele)

 

Accesso ai libri per ipovedenti, di Aldo Patriciello

Autore: Aldo Patriciello

L’Associazione europea dei ciechi (EBU) ha richiamato ripetutamente l’attenzione sull’importanza della conclusione da parte dell’organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO), di un trattato internazionale vincolante che garantisca alle persone cieche, ipovedenti e con difficoltà di lettura di poter usufruire liberamente dei libri scritti in Braille, a grandi caratteri e in formato audio, prodotti in tutti i Paesi e protetti dal diritto d’autore. Attualmente, le statistiche dicono che solo il 5 % dei libri sul mercato sono accessibili ai ciechi e agli ipovedenti dei paesi sviluppati, e meno dell’1 % dei testi è disponibile per le persone con problemi di vista nei paesi in via di sviluppo.
La Commissione petizioni ha presentato nel gennaio 2012 un’interrogazione alla Commissione europea e al Consiglio europeo per chiedere chiarimenti circa la loro posizione nell’ambito dei negoziati WIPO.
Inoltre, la Commissione petizioni ha redatto una risoluzione che è stata approvata il 16 febbraio 2012 dalla plenaria de! Parlamento europeo, nella quale si chiede ai Consiglio e alla Commissione di promuovere un trattato WIPO giuridicamente vincolante sulla disciplina per il copyright per i libri e le stampe prodotti per i ciechi e ipovedenti.
L’Organizzazione Mondiale per la Proprietà intellettuale (WIPO) sta considerando l’adozione di tale trattato, ma fino a ora alcuni fra i membri europei di tale organizzazione si sono opposti a standard globali e stringenti che sanciscano un tale diritto. Per questo i testi disponibili in formato Braille, a caratteri ingranditi o in digitale, restano sempre troppo pochi e la situazione non è omogenea da Paese a Paese.
In occasione della discussione in Commissione petizioni del 12 luglio 2012, la Commissione europea si è detta pronta a riceverne mandato dal Consiglio europeo per negoziare un trattato WIPO vincolante che garantisca l’accesso ai libri per ciechi e ipovedenti, modificando nettamente la sua posizione precedentemente espressa a favore di un trattato facoltativo.
Tutto ciò premesso, voglia la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Ritiene la Commissione che sia necessario verificare il livello di attuazione di tali policies a livello comunitario?
Ritiene la Commissione che la stipula di un trattato vincolante con la WIPO sia sufficiente a garantire la piena accessibilità ai libri da parte dei ciechi e degli ipovedenti?
Quali eventuali ulteriori passi intende effettuare la Commissione a favore di questa categoria?
Risposta di Michel Barnier a nome della Commissione

Nel mese di ottobre 2012 il Consiglio ha autorizzato la Commissione a negoziare un trattato vincolante con l’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO). li Consiglio ha inoltre determinato le direttive di negoziato per le disposizioni sostanziali del trattato che la Commissione è invitata a seguire nel corso dei negoziati. Nel mese di dicembre 2012 l’Assemblea della WIPO ha deciso di organizzare una conferenza diplomatica a giugno 2013 a Marrakech per concludere i negoziati. Nel frattempo si sono svolte diverse tornate di negoziati preliminari per assicurare l’esito positivo della conferenza diplomatica.
2-3. Secondo la Commissione, il futuro trattato può fornire un contributo significativo per migliorare l’accesso ai libri da parte di non vedenti e ipovedenti, soprattutto se contiene disposizioni che garantiscano la certezza giuridica per quanto riguarda lo scambio transfrontaliera di libri in formato accessibile. La Commissione favorisce inoltre la cooperazione volontaria fra editori e organizzazioni dei non vedenti per assicurare ai gruppi interessati un accesso ai libri quanto più ampio possibile.
Oggetto: Politiche comunitarie per i disabili e gli ipovedenti
Nell’ambito dell’armonizzazione del diritto comunitario con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e in occasione del terzo Parlamento europeo delle persone con disabilità, che si è riunito a Bruxelles il 5 dicembre 2012, il Consiglio dell’Unione europea ha stabilito che dovrebbe essere istituito un quadro per monitorare, proteggere e promuovere ¡’attuazione della Convenzione, che comprenderà la commissione per le petizioni del Parlamento europeo, il Mediatore europeo, così come l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali, la Commissione europea e il Forum europeo della disabilità.
Facendo riferimento alla circolare UICI n. 302/2012, si fa appello alle istituzioni europee e ai loro organismi consultivi nell’ambito delle rispettive attribuzioni e competenze, agli Stati membri dell’UE, alle parti sociali, alla società civile, alle ONG, alle Organizzazioni delle Persone Disabili (OPD) e alle altre parti interessate, affinché prendano disposizioni adeguate a garantire l’attuazione dei diritti delle persone con disabilità in Europa e in tutte le organizzazioni internazionali di cui le istituzioni europee ed i loro membri fanno parte, riconoscendo quanto segue:
L’Europa si doterà di un nuovo piano per l’occupazione, la crescita e l’inclusione sociale per le persone con disabilità – nuove strategie per uscire dalla crisi.
L’Europa garantirà che il sostegno finanziario sarà utilizzato in primo luogo per occuparsi dei più bisognosi dell’Unione europea e non creerà maggiore esclusione.
L’Europa deve attuare pienamente i diritti umani delle persone con disabilità.
L’Europa deve completare i diritti di cittadinanza per le persone con disabilità.
L’Europa garantisce il sostegno politico per l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite
Tutto ciò premesso, voglia la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
Quali sono i metodi attraverso i quali la Commissione intende promuovere l’attuazione dei suddetti obiettivi?
Nello specifico, quali sono le azioni che la Commissione intende avviare per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità all’interno dell’Unione?
Risposta di Viviane Reding a nome della Commissione
Nella Strategia europea sulla disabilità 2010-2020 la Commissione, agendo neil’ambito delle competenze conferitele dai trattati, ha delineato i piani di attuazione della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD) e le azioni per il periodo 2010- 2015 . Per informazioni dettagliate, la Commissione invita l’onorevole parlamentare a consultare la risposta all’interrogazione scritta E-000118/2013.
Conformemente all’UNCRPD, i’UE assiste gli Stati membri nella promozione di condizioni di vita autonoma per le persone con disabilità. La Commissione invita gli Stati membri a utilizzare i fondi dell’UE per finanziare, ad esempio, la formazione e la riqualificazione nella transizione dai centri di assistenza residenziale ai servizi assistenziali di comunità e promuove buone condizioni di lavoro, sviluppando meccanismi di finanziamento per ¡’assistenza personale, l’assistenza residenziale a livello delle comunità e misure di riabilitazione, e investendo in infrastrutture accessibili e capaci di favorire l’integrazione.
Il pacchetto normativo proposto dalla Commissione sui Fondi strutturali e d’investimento europei per il periodo 2014-2020 individua diversi settori di intervento per rispondere alle esigenze delle persone con disabilità. In determinate circostanze tematiche e generali ex-ante (quali ¡’attuazione e l’applicazione della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità 3)), le priorità di investimento del Fondo sociale europeo (FSE) e de! Fondo europeo di sviluppo regionale dovrebbero contribuire con investimenti mirati a migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità. La Commissione ha proposto che almeno il 25 % de! bilancio della politica di coesione sia destinato all’FSE e che il 20 % dei finanziamenti a titolo dell’FSE sia impiegato per l’obiettivo tematico deli’inclusione sociale.
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:52010DC0636:en:NOT.
[2 http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUnServ.do?uri=CELEX:52010SC1324:EN:NOT.

Trattamenti di quiescenza – Contribuzione figurativa – Penalizzazioni, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Egr. Prof. Enrico GIOVANNINI
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Via Veneto, 56
00187 ROMA
fax 06 4821207
segreteriaministrogiovannini@lavoro.gov.it

E, p.c.  Egr. Prof.ssa Maria Cecilia GUERRA
 Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche
Sociali
Via Fornovo, 8, palazzina A
00192 ROMA
fax 06 46834790
segreteriaviceministroguerra@lavoro.gov.it

OGGETTO: Trattamenti di quiescenza – Contribuzione figurativa – Penalizzazioni

Gentile Signor Ministro,

desidero, innanzi tutto, rinnovarLe i miei migliori auguri di un buon lavoro. Considero un vero privilegio interfacciarmi personalmente con Lei per l'impegno comune a tutelare i diritti e gli interessi dei lavoratori minorati della vista in Italia. La responsabilità di fare il Ministro del Lavoro in un momento così difficile per il nostro Paese sarà per Lei un'occasione unica per farci sentire quanto valore, orgoglio, professionalità, forza e risorse offrirà all'Italia, giorno per giorno con il Suo impegno e fatica.
Ciò doverosamente premesso, vorrei esporLe un problema di prioritaria importanza.
Gentile Signor Ministro, apprendo dagli organi di informazione l'annuncio di una imminente riforma delle pensioni per consentire una maggiore flessibilità in uscita, apportando in tal senso <modifiche limitate puntuali> alla vigente normativa <per favorire l'occupazione in questa fase congiunturale>. Condivido con Lei la premura ad essere estremamente attenti a toccare una riforma che sta producendo una serie di effetti voluti, perché l'instabilità normativa è causa prima della debolezza di un Paese.
Al riguardo, nella presentazione delle linee guida della Sua azione di Governo, avendo promesso di valutare anche le proposte che sono state fatte in passato, sono a richiamare la Sua attenzione su una emergenza che interessa non solo i lavoratori non vedenti ma, più in generale, tutti coloro che, a vario titolo, hanno diritto a godere di periodi di contribuzione figurativa; mi riferisco, ad esempio, allo stato di disoccupazione, alla cassa integrazione straordinaria o in deroga, alla maternità facoltativa, e per i portatori di handicap ai permessi ex legge n. 104/1992 per se stessi e per familiari che prestano assistenza e alla maggiorazione figurativa concessa dal Legislatore a particolare categorie per il carattere usurante del lavoro prestato.
Attualmente, come è noto, il decreto legge n. 216 del 2011, tra le proroghe dei termini in materia di lavoro, all'art. 6, comma 2-quater, a parziale modifica dell'art. 24, comma 10, terzo e quarto periodo, del decreto legge n. 201 del 2011, prevede che la riduzione in percentuale dei trattamenti pensionistici, non trovi applicazione, limitatamente ai soggetti che maturino il requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, qualora la predetta anzianità contributiva ivi prevista derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l'assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria.
Faccio ora riferimento, in particolare, ai lavoratori portatori di handicap, per vocazione associativa degni della mia massima attenzione. Tra le salvaguardie disciplinate, non sono stati considerati i giorni di assenza dal lavoro ai sensi della legge n. 104/1992 (equiparati alla presenza in servizio come previsto, da ultimo, dall'art. 71, comma 5, del decreto legge 112 del 2008) e i periodi di maggiorazione contributiva a compensazione del carattere usurante dell'attività prestata; parlo dei due mesi all'anno per un massimo di cinque anni per gli invalidi civili (legge n. 388/2000, art. 80, comma 3) e dei quattro mesi all'anno per i lavoratori non vedenti (leggi n. 113/1985, art. 9, comma 2, e n. 120/1991, art. 2).
Considerando la finalità di norme <specialissime e di stretta interpretazione>, la fiducia riposta dai lavoratori titolari dei benefici previdenziali dell'anzianità figurativa, su cui fanno affidamento per costruire il proprio tenore di vita e per coltivare i propri progetti, dovrebbe essere agevolata ed invogliata, in attuazione dei principi costituzionali volti alla promozione delle condizioni che rendono effettivo il diritto al lavoro di tutti i cittadini (art. 4 Cost.), nonché alla elevazione professionale ed al doveroso rispetto dei diritti inviolabili del cittadino e della dignità delle persone affette da disabilità (artt. 2, 3 e 4 Cost.).
Pertanto, nel rispetto di tale principio, possiamo affermare che con le citate leggi speciali il Legislatore si è voluto ispirare alle precipue esigenze, perseguendo la finalità di favorire il reinserimento sociale dei portatori di handicap, non distogliendo l'invalido dall'apprendimento e dall'esercizio di un'attività lavorativa e soprattutto stigmatizzando il passaggio da una concezione meramente assistenzialistica a progetti di inserimento sociale più ampi e mirati.
Tutto ciò esposto, sono a chiederLe, gentile Signor Ministro, di valutare l'opportunità di includere anche i periodi di contribuzione figurativa in favore di lavoratori disabili ai fini del computo della base contributiva effettiva per l'accesso al pensionamento, senza incorrere nelle previste penalizzazioni.
Si tratta di questioni che ritengo di affrontare ed indicare quali prioritarie per la Sua azione di Governo e che il Vice Ministro GUERRA, con cui ho avuto modo di interloquire in più occasioni riconoscendoLe una elevata professionalità, già da tempo segue con attenzione.
Sicuro di una fattiva collaborazione da parte del Suo Dicastero con la nostra Organizzazione di rappresentanza, per un certo e positivo accoglimento della presente istanza, Le invio distinti saluti.

         IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele

 

Viaggio verso la civiltà dei diritti umani, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Intervento del Presidente Nazionale al FAND DAY

Buongiorno a tutti,
benvenuti al FAND DAY, vi porto il saluto dei ciechi e degli ipovedenti italiani, di quelli che sono qui presenti in sala venuti da ogni parte d'Italia e di quelli che ci ascoltano attraverso la rete internet.
 Ho deciso di rinunciare a parlare dei problemi dei ciechi e degli ipovedenti per dare spazio alla presentazione di un ordine del giorno relativo all'I.S.E.E., l'indice della situazione economica equivalente, sicuramente di interesse più generale. Lo faccio nella mia veste di Presidente onorario della FAND e ringrazio i colleghi che me lo hanno consentito.
L'ordine del giorno contiene le varie tappe del processo che ha portato alla stesura definitiva del Decreto; processo che ha visto coinvolte tutte le associazioni di disabili e le altre parti sociali, in un confronto serrato con il Governo che aveva impostato l'articolo 5 della "Legge di Stabilità" con l'unico obiettivo di effettuare dei forti risparmi sulla spesa pubblica.
Non passerò in rassegna le varie tappe di questo processo, mi limiterò a dire dove abbiamo vinto e dove abbiamo perso. Abbiamo vinto quando siamo riusciti ad ottenere che l'indennità di accompagnamento, così genericamente detta, non fosse assoggettata al reddito né individuale, né familiare: è stata una grande vittoria nella quale eravamo in pochi a credere. Abbiamo perso quando non siamo riusciti ad evitare che dette indennità e tutte le altre prestazioni economiche a qualsiasi titolo erogate, facessero parte del reddito che doveva determinare il diritto a ricevere le prestazioni dei servizi. Abbiamo perso quando non abbiamo ottenuto il raddoppio delle franchigie pensate per compensare i disagi prodotti dalla disabilità.
L'ordine del giorno in parola invita il Governo a non presentare il Decreto sull'I.S.E.E. o in subordine a presentarlo accogliendo le richieste dei disabili sopracitate.
Fin qui il contenuto dell'ordine del giorno, ora vorrei spendere qualche parola sulla strategia da adottare per farlo accogliere. La Fand deve decidere se intestarsi in esclusiva questa battaglia o chiedere il coinvolgimento di tutte le organizzazioni che hanno partecipato alla stesura del Decreto che, dopo aver superato gli scogli del Consiglio dei Ministri, delle Commissioni competenti, delle due Camere, del Consiglio di Stato, si è arenato nelle secche della Conferenza delle Regioni e, per fortuna, il Governo uscente non è riuscito a ripresentarlo a fine Legislatura. L'alternativa, dunque, è tra una battaglia solitaria o in compagnia di altri soggetti sociali.
Personalmente propendo per la seconda ipotesi: ritengo che sia finito il tempo per le battaglie solitarie e che di fronte alla crisi finanziaria, economica, sociale, morale, politica e culturale che attraversa l'intero pianeta, sia necessario unire le forze per ricacciare indietro tutti i tentativi in atto, anche nel nostro Paese, di esclusione sociale.
Due esempi per tutti: la feroce campagna contro i falsi invalidi e la cancellazione dalle ultime leggi finanziarie, pressoché totale, di tutti i capitoli relativi al sociale, con grave pregiudizio dell'accesso all'istruzione, alla formazione professionale, all'impiego, alla riabilitazione, alla prevenzione, all'informazione, alla cultura, ai beni culturali, al tempo libero. Lo stato sociale ormai è solo un ricordo. Non è questa la sede per un'analisi, ma è innegabile che l'inversione di tendenza sia dovuta al progressivo affermarsi del capitalismo, in America con Reagan e in Inghilterra con la Thatcher. Il massimo degli effetti negativi del capitalismo si verifica con l'avvento della globalizzazione che celebra il capitalismo finanziario più selvaggio, con la deificazione del denaro per il denaro, il potere per il potere, il successo per il successo. Un complesso di valori che sono agli antipodi della cultura e della civiltà mediterranea che affonda le sue radici nel Cristianesimo ed ha il suo fondamento nel principio di solidarietà.
È il tempo delle multinazionali senza scrupolo, dei signori della finanza che spostano i loro capitali nei paradisi fiscali e si fanno scudo delle organizzazioni sociali per mascherare i loro trucchi, i loro imbrogli, volti a bypassare le leggi dello Stato. Il trionfo della finanza in economia ha prodotto devastanti effetti negli equilibri sociali: il 10% della popolazione possiede il 90% della ricchezza mondiale, là dove prima esisteva un solco profondo tra ricchi e poveri, ora è stato scavato un vero e proprio abisso, con grande pregiudizio dei più deboli e fra i più deboli i disabili.
Di fronte ad un tale stato di fatto non possiamo rimanere inerti, neutrali, dobbiamo innalzare la bandiera della resistenza e batterci per una diversa visione della vita che rovesci la scala dei valori esistenti e ponga l'uomo con la sua dignità al centro dell'impegno sociale.
Dobbiamo utilizzare l'arma dei diritti umani, dobbiamo rivendicare il diritto ad avere i diritti, come sostiene Stefano Rodotà nel suo ultimo libro. Diritti che sono largamente presenti nella Costituzione del nostro Paese, si pensi al principio della solidarietà dell'articolo 2, al principio di uguaglianza dell'articolo 3, al principio di assistenza dell'articolo 38, principio che ritroviamo nella Carta di Nizza del 2000 sui Diritti fondamentali dell'uomo e ancora più presenti nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
È tempo di dire basta al primato dell'economia e batterci per il ripristino di quello della politica, della buona politica, perché la cattiva politica produce l'antipolitica e l'antipolitica il populismo che, incapace di spiegare i fenomeni sociali, si affida all'azione dell'uomo della provvidenza; noi dobbiamo batterci per un altro tipo di Stato, dobbiamo batterci per un pluralismo democratico, per la sovranità popolare, per la cittadinanza piena, per la partecipazione attiva dei cittadini: dobbiamo compiere una vera e propria rivoluzione copernicana.
Per compiere il miracolo di questo obiettivo, dobbiamo creare una forte alleanza fra tutti coloro che credono nei diritti umani, nel diritto di avere i diritti, e siamo tanti: il mondo della disabilità, le loro famiglie, il mondo del volontariato, il Terzo Settore, i disoccupati, i poveri; siamo davvero tanti, un fiume di energie che se correttamente incanalato può accendere più di una speranza.
Speranza che affidiamo al Vice Ministro Cecilia Guerra che per professione, cultura e scelta politica può sostenerci nel viaggio verso la civiltà dei diritti umani.
Grazie della vostra attenzione.

Una occasione da non perdere, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

L'Assemblea dei Quadri Dirigenti del prossimo maggio non è soltanto un adempimento statutario, un appuntamento di ordinaria politica associativa, anche se importante e qualificante, bensì un evento che può rivestire carattere e significato del tutto speciali perché coincide con la metà del mandato congressuale.
Vorrei, dunque, che questo evento fosse vissuto come un di più di impegno e di partecipazione e che ciascuno di noi, responsabilmente, si facesse carico di compiere una riflessione sul lavoro svolto dall'intera dirigenza a livello nazionale, regionale e provinciale per stabilire se le strategie poste in essere hanno costituito la risposta giusta alla complessità e alla molteplicità dei problemi che la storia e la vita si sono fatte carico di frapporre sul nostro cammino verso la piena integrazione sociale.
Vorrei, anche, che ciascuno di noi mettesse in moto la propria fantasia per immaginare il futuro e disegnare con la matita rossa sul foglio bianco della nostra storia di domani i cambiamenti strutturali che la nostra associazione deve realizzare da subito se vuole svolgere il delicato compito di tutela e di rappresentanza dei ciechi e degli ipovedenti e se vuole continuare ad essere il capofila nella lotta per la conquista dei diritti dei disabili e dei cittadini più deboli.
Evento speciale, dunque, che richiede una discussione speciale, iniziative speciali, capaci di far compiere alla nostra associazione quel salto di qualità necessaria per farla salire sul treno del cambiamento e impedirle di innalzare bandiera bianca di fronte ad uno Stato sociale che di sociale ha ormai soltanto il nome a causa di una classe politica asserragliata nei palazzi del potere, incapace di percepire il dramma della gente che arriva attraverso le finestre chiuse dalle piazze di Roma.
Ci sono voluti gli spari di un disperato davanti a Palazzo Chigi per scuotere Governo e Parlamento da una colpevole e irresponsabile apatia. Mentre scrivo il Presidente incaricato di costituire un nuovo Governo sta tenendo il suo discorso di investitura nell'aula di Montecitorio. Sento parole illuminanti che aprono il cuore alla speranza: "Governo di servizio, di cambiamento". Peccato però che il nuovo Presidente del Consiglio nel suo intervento, durato quarantacinque minuti, non abbia ritenuto di dovere almeno accennare al tema della disabilità. Governo di servizio e di cambiamento: parole sempre presenti nel lessico della nostra Unione, che non si è fatta mai sorprendere dai mutamenti economici, politici, sociali e culturali. Sarà così anche questa volta.
La prossima Assemblea dei Quadri Dirigenti è un'occasione da non perdere. Confortato dall'intera Direzione Nazionale, mi sono assunto la responsabilità di predisporre un ordine del giorno ricco di stimoli che, dopo aver compiuto un'analisi delle cose fatte nei primi due anni e mezzo di mandato, muove verso obiettivi innovativi, che arricchiscono la prospettiva di un'associazione che ambisce a rappresentare tutti i ciechi e gli ipovedenti italiani e gettare un ponte verso l'intero mondo della disabilità, dei più deboli e della società civile.
Il dibattito politico di questi giorni ha evidenziato la eccezionalità del momento che viviamo, caratterizzato da una profonda crisi economica, morale, sociale, culturale e politica, che ha richiesto la costituzione di un Governo di larghe intese, tra forze politiche tradizionalmente e storicamente antitetiche. La crisi, che in quest'ultimo periodo si è soltanto accentuata, è presente da tempo nel Paese e ha provocato il progressivo disimpegno dello Stato nei confronti dei più deboli.
La nostra Unione, come tutte le altre organizzazioni sociali e forse più delle altre, ha dovuto operare in un contesto estremamente negativo. Ci piacerebbe sapere se, nonostante tutto, i bisogni dei ciechi siano stati sufficientemente tutelati rispetto ai valori fondanti della nostra organizzazione: l'istruzione, la formazione professionale, il lavoro, la riabilitazione, la prevenzione, l'accesso alla cultura, all'informazione, all'autonomia, alla fruizione dei beni culturali e del tempo libero; se abbiamo fatto ulteriori passi avanti rispetto ai temi della partecipazione, della democrazia, della trasparenza, del rapporto con le altre associazioni di disabili, del volontariato, dei lavoratori, dei datori di lavoro, dei consumatori e della società civile nel suo complesso. Ci piacerebbe che su tutto questo si discutesse costruttivamente e si gettassero le basi per fare ulteriori passi nella direzione di una maggiore cultura della solidarietà, della partecipazione, della pari dignità.
L'unità associativa è sempre stato il nostro fiore all'occhiello, la moneta in più da spendere nei momenti difficili della nostra storia, il fiore che ho sempre coltivato con grande passione e infinito amore. "Uniti si vince, divisi si perde": una frase che ho scritto e pronunciato almeno mille volte e che non mi stancherò mai di scrivere e pronunciare, perché certe verità non invecchiano mai.
Ho avuto la gioia di gestire l'Unione per tutti questi anni con il valore aggiunto di un consenso pressoché generale. Ho messo in sinergia le risorse dell'Unione, dell'I.Ri.Fo.R., della Biblioteca, dell'Agenzia, della Federazione, dell'U.N.I.Vo.C. raggiungendo livelli di collaborazione davvero sorprendenti e invidiabili. Ora, però, occorre fare di più. A situazioni eccezionali occorre dare risposte eccezionali, dobbiamo cioè puntare dritti all'obiettivo dell'unità di tutti i ciechi e ipovedenti italiani attraverso la costituzione di una federazione di tutte le associazioni di ciechi e di ipovedenti esistenti nel nostro Paese. Un obiettivo da perseguire con l'ostinazione che ha sempre caratterizzato le nostre azioni. Non sarà facile, ma è bello misurarsi anche con l'impossibile. L'importante è convincersi che l'unità dei ciechi e degli ipovedenti italiani è un valore assoluto a cui non possiamo rinunciare in tempi di "vacche magre". La federazione dovrà essere il primo anello di una più ampia rete di solidarietà che dovrà coinvolgere le associazioni di disabili, del volontariato e di ogni altra espressione della società civile; una grande barriera contro chi vuole abbattere lo stato sociale.
La prossima Assemblea dei Quadri Dirigenti è un'occasione da non perdere anche rispetto al tema delle modifiche statutarie. Non concordo con chi pensa che il nostro Statuto sia completamente da buttare via, da dare alle fiamme affinché dalle ceneri possa emergere l'araba fenice che da tempo aspettiamo. E' innegabile, però, che esiste la necessità di ritocchi, anche sostanziali, che non possono essere più rinviati: l'accentuazione dell'autonomia delle strutture periferiche nella logica dell'unità-distinzione (l'immagine da me usata qualche tempo fa dell'albero i cui rami sono saldamente uniti al tronco dovrebbe rendere l'idea); le modalità di elezione del Consiglio Nazionale, al quale si può estendere la normativa in vigore per l'elezione dei Consigli Provinciali; la eliminazione della norma che sospende il dirigente associativo eletto a cariche politiche; una interpretazione autentica del concetto di apartiticità della nostra Unione; la eliminazione del principio della espulsione come misura disciplinare. Sono solo alcune delle possibili modifiche statutarie.
Un'occasione da non perdere per affrontare il tema dell'impegno associativo, che come tutte le cose ha subito una naturale evoluzione. Quasi sempre nella nostra associazione ha giganteggiato il principio della delega: i soci che delegano il Consiglio Provinciale, il Consiglio che delega il Presidente Provinciale e così avanti nella scala gerarchica dell'impegno associativo… Consiglio Regionale, Presidente Regionale, Consiglio Nazionale, Direzione Nazionale, Presidente Nazionale. Il sistema ha funzionato fino a quando le rivendicazioni associative hanno riguardato i diritti fondamentali dei ciechi e degli ipovedenti: l'assistenza, l'istruzione, il lavoro. E', invece, entrato in crisi quando l'area dei servizi e dei diritti si è allargata notevolmente e quando la complessità ha preso il posto della semplicità. Allora, l'uomo solo al comando, ha sentito tutto il peso della propria solitudine e ha implorato aiuto: "aiutatemi a pensare, aiutatemi a progettare".
Mi ricordai di una bella frase di John Kennedy, il Presidente degli Stati Uniti, rivolta agli americani: "prima di chiedervi che cosa l'America può fare per voi, chiedetevi che cosa voi potete fare per l'America". Fu così che scrissi la circolare 27 del 1999, che conteneva idee per un nuovo modello associativo, fondato sui concetti di collegialità, lavoro di gruppo, coinvolgimento del maggior numero possibile di dirigenti e soci, ampliamento del numero delle rappresentanze zonali, creazione della figura del Referente Comunale. Si chiedeva, in una parola, un di più di partecipazione da costruire attraverso nuove forme di informazione e di comunicazione: la segreteria telefonica, il foglio informativo, il telefono amico, le gite sociali, ed altro.
A distanza di tanto tempo il di più di partecipazione rimane ancora la strada maestra per fare ulteriori passi verso una democrazia mai abbastanza compiuta e verso la trasparenza mai abbastanza cristallina.
Ieri, abbiamo fallito per mancanza di risorse umane ed economiche. Oggi, abbiamo la speranza di riuscire perché le nuove tecnologie ci mettono a disposizione una comunicazione interna ed esterna veloce a costo quasi zero. Penso ad una rete di comunicazione in entrata e in uscita tra la Sede Centrale e i Dirigenti Regionali e Provinciali attraverso e-mail. Penso ad un'analoga rete tra le sezioni e la base associativa. Penso all'utilizzo dei social network per parlare all'opinione pubblica attraverso messaggi scritti e video. Penso che un'adeguata riflessione su questo progetto possa aiutarci a stare dentro la velocità di questo tempo.
Per ultimo, ma non ultimo, il problema più spinoso di questi giorni: il finanziamento associativo. "Senza soldi non si cantano messe", recita un vecchio adagio popolare.
La nostra Unione sta sperimentando sulla propria pelle la cruda verità della saggezza antica. La stragrande maggioranza delle nostre strutture periferiche è sull'orlo del collasso. La Sede Centrale ha ancora un po' di benzina nel motore, ma il rischio di non andare molto lontano è dietro l'angolo. Il risultato di tale stato di fatto sta nella difficoltà di esercitare il diritto/dovere di rappresentanza e di tutela degli interessi materiali e morali dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
Abbiamo sempre vissuto di finanziamento pubblico e quando abbiamo tentato di integrarlo con una iniziativa di largo respiro – la vendita della solidarity card – la risposta dell'associazione è stata incerta, per non dire negativa. In fondo era più comodo bussare alla porta dello Stato e degli Enti locali. Ora, però, quelle porte tendono a chiudersi definitivamente. Questo significa che dovremo fare di necessità virtù e inventarci qualche iniziativa per sopravvivere.
Abbiamo effettuato un corso di formazione sulla raccolta fondi riservato ai Dirigenti Nazionali, ma non abbiamo abbastanza soldi da investire a lungo termine. Gli stessi consulenti ci dicono che i risultati potrebbero venire solo dopo il terzo anno di campagna. Non possiamo aspettare tutto questo tempo.
Ho pensato di realizzare un periodico riservato alla raccolta fondi, un trimestrale o un quadrimestrale sul quale pubblicare i progetti per i quali l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti chiede il finanziamento ai destinatari di detto periodico. L'indirizzario si può ottenere abbonandosi ad una delle tante licenze d'uso esistenti sul mercato. L'idea del periodico ha il vantaggio di risparmiare notevolmente sulla spedizione e di partecipare alla ripartizione del fondo sull'editoria speciale.
Ho definito questa Assemblea un evento speciale, che merita una discussione speciale e quindi un ordine del giorno speciale, breve, ma intenso, impegnativo, costituito di argomenti che, se fatti propri dall'intera dirigenza nazionale, possono rappresentare una svolta epocale per la nostra associazione, una svolta che ci consentirebbe di continuare la nostra marcia verso la terra promessa della pari dignità e delle pari opportunità, il sogno proibito di sempre di tutti i ciechi e gli ipovedenti italiani. "Un sogno rimane un sogno se a sognare è uno solo", ma noi siamo tanti e la nostra bandiera ha un'anima speciale, ci guiderà ancora una volta verso la conquista "del diritto ad avere dei diritti", come Stefano Rodotà titola il suo ultimo libro.

 

Il Presidente Nazionale a Gold TV

Autore: Santoro Tiziana

Il Presidente Nazionale, prof. Tommaso Daniele, parteciperà alla  trasmissione televisiva "Attraverso lo specchio", che andrà in onda in diretta Giovedì 18 Aprile 2013 dalle ore 20.30 alle ore 21.30, per trattare il tema della persecuzione mediatica dei cosiddetti "falsi ciechi", che l'Unione ha posto all'attenzione dell'opinione pubblica negli ultimi giorni.

La trasmissione andrà in onda – in diretta – sul canale 17 digitale terrestre Lazio (Gold Tv) e sui canali Sky 892 e 925 (Silver Tv Sat – visibile in tutta Italia), oltre che in streaming video dal sito www.goldtv.it.

La stessa trasmissione verrà trasmessa in replica anche Venerdì 19 aprile alle ore 18 sul canale 71 digitale terrestre Lazio, nonchè Sabato 20 aprile alle ore 16 sul canale 128 Gold Tv Italia (visibile in tutta Italia).

La stessa trasmissione sarà disponibile anche nei giorni successivi su YouTube al link www.youtube.com/cooperativamatrioska – dove è possibile prendere visione anche delle precedenti puntate già andate in onda nelle scorse settimane (playlist "Attraverso lo specchio – Matrioska Tv").

Incontro UICI e UIL PA, Redazionale

Autore: Redazionale

Martedì 26 marzo 2013, presso i locali di Via Borgognona 38, ROMA, si è svolto un incontro tra il Presidente Nazionale UICI, i rappresentanti del sindacato UIL Pubblica Amministrazione e la signora Immacolata Di Fiore. Sono stati affrontati i principali problemi che noi dell'Unione ci troviamo a gestire nella tutela dei diritti dei lavoratori non vedenti, con una attenzione particolare accordata alla categoria dei centralinisti. La necessità di sensibilizzare i datori di lavoro pubblici e privati è diventata una nostra priorità. Siamo consapevoli, infatti, che ben poco si sa del mondo della cecità e delle sue specifiche esigenze, a partire dalla urgenza di garantire idonea strumentazione assistiva affinché tutti i lavoratori non vedenti possano operare in maniera autonoma, dando senso alla ratio della legge n. 120 del 1991. I presenti si sono accordati per procedere in assoluta sinergia: gli uffici UICI, con la preziosa consulenza della signora Immacolata Di Fiore, predisporranno un documento sulle buone prassi tra datore di lavoro e minorati della vista, che il sindacato UIL PA si farà carico di veicolare poi a tutte le amministrazioni pubbliche, a loro collegate, attraverso canali preferenziali di comunicazione. Si fa strada così, dopo gli accordi politici sottoscritti lo scorso 19.12.2012, un modus operativo concreto che porti l'Unione ad interfacciarsi sempre più con le forze sindacali, confidando sulla forza contrattuale che esse hanno nei rapporti con le autorità datoriali.

 

Fondo attività assistenziali e sociali personale ISTAT, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

ISTAT
Sede di ROMA
Via Cesare Balbo, 11 A
00184 ROMA
dott. Manlio CALZARONI
Direttore Centrale rilevazioni censuarie e dei registri statistici (DCCR)
dott. Antonino COSTANTINO
Direttore Centrale del Personale (DPCE)
dott. Enrico GIULIANI
Direttore Centrale Ufficio Relazioni interne e sindacali

Sede del MOLISE
Via G. Mazzini, 129
86100 CAMPOBASSO
sede.molise@istat.it
dott. Giuseppe Stassi
Dirigente

Per le OO.SS.
FLC CGIL
Via Leopoldo Serra, 31
00153 ROMA
campobasso@flcgil.it

FIR CISL
Via Merulana, 198
00185 ROMA
cisl.ricerca@mclink.it

USI RICERCA
Vicolo del Buon Consiglio 31
00184 ROMA
segreteria@usiricerca.it

UIL RICERCA UNIVERSITà AFAM
Via Aureliana 63
00187 ROMA
nazionale@uilrua.it
ANPRI
Associazione Nazionale Professionale per la Ricerca
Via Casilina, 3
00182 ROMA
anpri@anpri.it

 

Egregi Signori,

come Presidente di questa Associazione storica che per legge e Statuto associativo rappresenta e tutela i diritti e gli interessi dei non vedenti in Italia, sono a chiederVi cortesemente di prestare attenzione alla mia richiesta.
Sono venuto a conoscenza del fatto che il 4 marzo scorso si è raggiunto l'accordo per la ripartizione del fondo per le attività assistenziali e sociali del personale ISTAT, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge e di contratto.
Mi spiace aver constatato che tra i capitoli di spesa non sia stato riconosciuto un contributo per l'acquisto di ausili tiflotecnici e sussidi ottici ai dipendenti ISTAT ciechi e ipovedenti.
Una iniziativa che, per quanto non dovuta, sarebbe stata interpretata da tutti noi come un segnale di attenzione nei confronti del mondo della cecità, anche in considerazione del fatto che codesto Istituto ha in organico personale con problemi visivi.
Non sono qui a spiegarVi quanto le tecnologie per l'autonomia agevolino l'inclusione sociale. Attraverso le tecnologie assistive i ciechi e gli ipovedenti, in base a valutazioni e prove cercano di individuare quei prodotti, dispositivi o sistemi tecnologici che permettono loro di superare ostacoli presenti nell'ambiente o di compensare specifiche limitazioni funzionali.
Nel corso degli ultimi anni, la domanda di mercato delle tecnologie di ausilio all'autonomia personale e delle tecnologie per l'accessibilità e l'automazione dell'ambiente di vita ha visto un rapido aumento, migliorando la qualità di vita, la sicurezza e l'autonomia delle persone non vedenti negli spazi circostanti e riducendo, nel contempo, il carico assistenziale dei famigliari.
Se consideriamo, poi, che i potenziali fruitori di tale contributo ISTAT sono in numero esiguo, così che l'impatto economico per il Vostro bilancio apparirebbe irrisorio rispetto alle altre voci di spesa, mi sento in dovere di segnalarVi la questione.
Parlo, dunque in senso generale, di un atteggiamento di sensibilità da parte datoriale, certamente non obbligatorio ma comunque degno della massima considerazione, in primis da parte mia come Presidente Nazionale di una Associazione che da anni lotta per l'integrazione sociale e la parità di diritti dei soggetti non vedenti.
Ciò considerato, sono a chiederVi, se possibile, di apportare modifiche all'attuale regolamento, nella parte in cui, tra le voci a contributo, possano essere aggiunte le spese per l'acquisto di ausili per ciechi e ipovedenti.

L'occasione è gradita per inviare distinti saluti.
         IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele

Il Presidente a Domenica In, Redazionale

Autore: Redazionale

Domenica 24 febbraio il Presidente Nazionale, prof. Tommaso Daniele, ha partecipato dalle ore 14,00 alle ore 15,20 alla trasmissione "L'Arena" condotta da Massimo Giletti. E' stato affrontato il tema dei falsi invalidi con particolare sottolineatura del fenomeno dei falsi ciechi. E' stata chiesta l'opinione del Presidente Nazionale il quale, dopo aver precisato che condivideva la campagna di RAI UNO su questo tema perché utile a far emergere la verità su questo fenomeno, dopo aver espresso apprezzamento per l'opera della Guardia di Finanza e dei Carabinieri nella individuazione dei falsi ciechi i quali tolgono ai ciechi veri lavoro, indennità e dignità, motivo per il quale l'Unione spesso si è costituita parte civile nei processi penali, ha lamentato la campagna scandalistica dei media secondo i quali tutte le vacche sono nere ed ha ricordato che i ciechi italiani sono 384 mila, secondo l'ISTAT, i casi di falsi ciechi sono minimi rispetto a questo numero e che, inoltre, il 70% dei ricorsi presentati dai c.d. falsi ciechi sono accolti; questo significa che bisogna fare maggiore informazione e cultura su questa triste realtà. In conclusione il Presidente ha dichiarato con grande determinazione che i ciechi che guidano la macchina e vanno in bicicletta non sono ciechi e, quindi, sono assolutamente indifendibili e vanno individuati, processati e condannati insieme ai medici che hanno favorito la truffa, se sono in malafede.