L’IPERMERCATO CARREFOUR DI CORSO MONTE CUCCO E L’UNIONE ITALIANA CIECHI AVVIANO IL PROGETTO PILOTA A SUPPORTO DELLE PERSONE NON VEDENTI E IPOVEDENTI
Attivo il servizio di assistenza gratuita alla spesa. Il personale dell’Ipermercato, appositamente formato da UICI, aiuta i disabili visivi
Torino, – Carrefour Italia conferma il suo impegno verso i temi della diversità e dell’inclusione con la collaborazione tra l’Ipermercato Carrefour di corso Monte Cucco 108, a Torino e UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) del capoluogo piemontese.
Il protocollo d’intesa, siglato nell’ambito delle attività di Carrefour Italia del Diversity Day 2018, punta a facilitare l’esperienza di spesa, presso il punto vendita, a persone cieche o ipovedenti che fanno parte della associazione UICI, ma non solo.
Infatti, un numero dedicato è disponibile per prenotare l’appuntamento con un assistente alla vendita completamente a disposizione per il sostegno alla spesa. Una volta arrivati presso il punto vendita di Corso Monte Cucco, il cliente viene accompagnato durante tutto il suo percorso d’acquisto da un collaboratore di Carrefour Italia formato appositamente da referenti dell’UICI. Muoversi nei reparti di un ipermercato, spostarsi tra le corsie ed orientarsi tra gli scaffali, scegliere tra le diverse proposte assortimentali, controllare le offerte, mettersi in fila alle casse: sono azioni quotidiane, che possono, in qualche modo, rappresentare una difficoltà per chi non vede o ha una grave limitazione della vista. Con questa iniziativa, di grande valenza sociale, Carrefour Italia vuole sottolineare l’importanza del tema dell’inclusione, che ha come obiettivo primario quello di far diventare l’Ipermercato un punto di riferimento anche della comunità delle persone non vedenti e ipovedenti, abbattendo qualsiasi barriera della diversità e promuovendo l’integrazione cittadina.
“Carrefour Italia è impegnata da anni sui temi della diversità e dell’inclusione promuovendo la comprensione del significato della diversità – commenta Paola Accornero, Direttrice Risorse Umane Carrefour Italia – “L’obiettivo delle attività come la spesa assistita, è quello di creare un ambiente sempre più inclusivo, grazie anche alla professionalità e alle competenze che associazioni come UICI Torino mettono a disposizione dei nostri collaboratori, sempre pronti a rispondere alle esigenze e alle necessità di tutti i nostri clienti.”
“Da quasi un secolo la nostra associazione lavora per abbattere le barriere e per promuovere il pieno inserimento dei disabili visivi nella società. È una missione che inizia proprio dalle azioni quotidiane – osserva il presidente UICI Torino, Giovanni Laiolo – La possibilità di fare la spesa in autonomia e tranquillità aggiunge un prezioso tassello al progetto di integrazione che stiamo costruendo. Ringraziamo Carrefour per la sensibilità e l’intraprendenza dimostrate. Siamo felici di questa collaborazione, anche perché ci dà l’opportunità di promuovere una cultura sana della disabilità visiva. Se affrontate con strumenti adeguati, la cecità o l’ipovisione non impediscono di vivere una vita normale, piena e soddisfacente”.
Il servizio è disponibile in giorni e orari fissi: il mercoledì dalle 9.00 alle 12.00 e il giovedì dalle 16.00 alle 19.00 (per un massimo di quattro accompagnamenti ogni turno). L’assistenza deve essere prenotata con anticipo, telefonando ai numeri 0117074759 oppure 0117074762, attivi dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 15.00, comunicando giorno e orario dell’arrivo al punto vendita.
Aiuto alle famiglie, laboratori ma anche attività innovative per i ragazzi ciechi, ipovedenti e con multi-disabilità che arrivano da tutta la regione
Vela, canoa, laboratori d’arte e musica, subacquea e attività multisensoriali con l’allestimento di uno spazio in cui, con l’utilizzo di luci, colori, profumi ed esperienze tattili, recuperare o sviluppare abilità psico-fisiche ormai compromesse, costruire un nuovo equilibrio relazionale, creare rapporti empatici ed emotivi e attivare un canale di comunicazione. Parte con 25 ragazzi provenienti da tutta la regione il campo estivo riabilitativo promosso dalla sezione territoriale di Ascoli Piceno e Fermo dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, cofinanziato dall’Irifor nazionale (l’Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione per la disabilità visiva) dal titolo “Un mare di sensorialità”.
“Il campo si svolgerà dal 26 giugno al 6 luglio – spiega Mirco Fava, consigliere Irifor – ed è rivolto ai giovani con disabilità visiva e pluri-disabilità ai quali in questo periodo di vacanza, oltre alle consuete attività di laboratorio, viene offerta l’opportunità di sperimentare ed apprendere tecniche artistiche, potenziare la manualità, la creatività individuale ed esplorare il mondo circostante guidati dai suoni attraverso attività innovative”.
Il progetto regionale delle Marche accoglie giovani tra i 4 e 31 anni e promuove il raggiungimento di una maggiore autonomia.
“Il Campo – prosegue sottolinea Mirco Fava – è un’esperienza di crescita, di opportunità e di arricchimento per i bambini e ragazzi ipo o non vedenti con o senza disabilità aggiuntive, che si ritrovano a trascorre un periodo lontano dal contesto familiare, mettendo in pratica, e per alcuni affrontando per la prima volta, il concetto di autonomia e di relazione. L’allontanamento dal contesto ‘casa’ è una sfida, un passaggio determinate per la crescita sociale e relazione dei ragazzi e che le famiglie si trovano a dover fronteggiare con tutto il loro carico emozionale. Ogni famiglia ha
la possibilità, qualora non presente fisicamente, di osservare ‘da lontano’ il proprio figlio a cui sono dedicate attività ri-abilitative ed educative e offrire agli operatori e assistenti presenti elementi importati per la gestione quotidiana. Più opportunità vengono date, più il bagaglio di conoscenze e di esperienze del ragazzo si arricchisce, si modifica e matura”.
Per l’edizione 2019 il campo si svolgerà in Abruzzo, a Tortoreto Lido, e la giornata del 30 giugno sarà aperta a tutti gli ospiti del villaggio turistico e dedicata alla prevenzione della vista al mare nell’ambito del progetto ‘La prevenzione non va in vacanza’ promosso insieme allo Iapb, l’agenzia internazionale per la prevenzione della cecità.
Nei mesi di maggio e
giugno 2019 la nostra sezione provinciale ha vissuto dei significativi momenti
all’insegna della cultura e dell’aggregazione. Il 18 e 19 maggio una quarantina
di persone tra soci, familiari ed accompagnatori hanno visitato Ancona, con il
museo Omero ed alcune zone di questa bella città. L’iniziativa è nata l’anno
prima, a seguito della venuta a Pordenone della scrittrice, marchigiana
d’adozione ma bellunese di origine, Maria Grazia Maiorino, sulle cui opere la
nostra biblioteca del libro parlato “Marcello Mecchia” ha organizzato un
atelier di lettura. Maria Grazia Maiorino ci ha poi guidato per Ancona,
malgrado il brutto tempo, alla scoperta del porto, del Duomo e del centro
storico, nonché della bellissima Portonovo, del suo angolo di mare dalle
suggestive sonorità. Il fulcro della spedizione pordenonese era comunque
rappresentata dalla visita al museo Omero: una fantastica esperienza che ci ha
visto protagonisti nel conoscere direttamente le espressioni dei più importanti
artisti delle varie epoche.
Toccare con mano le
riproduzioni di certe opere è stato davvero emozionante, in quanto abbiamo
potuto dare un “corpo ed una fattezza” a colossi tanto blasonati ma quasi mai
identificati.
Successivamente, il 18
giugno, un’altra nostra comitiva di 25 persone ha compiuto una visita guidata
con annesso laboratorio al museo archeologico di Aquileia, su progetto della
Fondazione omonima.
Qui abbiamo potuto toccare
e renderci conto delle fattezze, del materiale e delle tecniche utilizzate, di
numerosi reperti, assolutamente originali, dell’età romana. Aquileia, fondata
nel 181 A.C., fu importante avamposto romano in una posizione strategica di
confine e doveva servire ad evitare invasioni straniere e scorribande.
Nel pomeriggio ci siamo
recati a Palmanova (Ud), alla scoperta dei bastioni e delle gallerie del XVI e
XVII secolo. Qui, accompagnati e guidati dall’assessore comunale Luca Piani
abbiamo scoperto ed apprezzato un sito storico particolare, con tutte le sue
peculiarità strategiche ed i suoi segreti.
Percorrere gli stretti
cunicoli delle gallerie, immersi nel racconto della speciale guida, toccando le
formazioni calcaree che il tempo ha conformato è stato emozionante ed
ulteriormente suggestivo.
Il sito costituito dalle
mura e dalle gallerie, dopo una impegnativa bonifica, oggi è una bellissima
zona di relax e di svago per passeggiate, corse in bici, scoperte naturalistiche
e palcoscenici culturali come quello a cui con generale soddisfazione abbiamo
partecipato.
Ringraziamo sentitamente
l’Assessore Piani per la disponibilità, competenza e chiarezza esplicativa; è
stata davvero un’esperienza bellissima.
Le attività della sezione
pordenonese continuano con il campo estivo di Bibione (Ve), a cui partecipano
una trentina di persone tra ospiti, educatori, accompagnatori e volontari del
servizio civile.
L’associazione “Cabiria Teatro”, per l’estate 2019, in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti –Sezione Territoriale di Novara/Vco e con il sostegno economico della Fondazione Comunità Novarese Onlus, presso la suggestiva cornice di Casa Bossi a Novara (in pieno centro città, proprio sotto la cupola antonelliana) promuove un evento di rassegna teatrale accessibile a tutti e quindi anche agli ipo e non vedenti interessati. Infatti tutti gli spettacoli proposti in rassegna saranno accessibili a persone prive della vista, grazie all’utilizzo di particolari cuffie bluetooth, con le quali gli spettatori potranno ascoltare la descrizione di movimenti, mimiche facciali e movimenti corpi degli attori. Questa iniziativa è stata voluta fortemente dai responsabili di “Cabiria Teatro” Elena Ferrari e Mariano Arenella e dal Presidente Uici Novara/Vco Pasquale Gallo, il quale ha definito il progetto pionieristico per il nostro territorio e soddisfacente per la categoria degli ipo e non vedenti. Si precisa che l’audio-descrizione attraverso le cuffie, sarà realizzata da Maria Castaldi, già lettrice del Libro Parlato di Novara. La rassegna inizierà il 28 giugno e si protrarrà fino al 13 settembre-ogni venerdì sera e con la sola pausa nel mese di agosto (vedi programma completo sotto indicato e in allegato con orari e giorni).
28 Giugno
Un vecchio amore
Esito di Laboratorio – SfollataMente
5 Luglio
Sempre Domenica
Controcanto collettivo
Spettacolo vincitore In-box dal vivo 2017
12 Luglio
L5-S1 Una storia naturale
Regia di Chiara Petruzzelli con Alessia Vicardi
Musiche dal vivo di Flavio Aster Bissolati
19 Luglio
In fondo agli occhi
Berardi/Casolari, Compagnia Premio UBU 2019
Regia Cesar Brie
26 Luglio
La stanza dei giochi
Durante la giornata si terrà un laboratorio genitori/figli
Produzione Gli Scarti. Premio Scenario Infanzia 2014
6 Settembre
O.Z. Storia di un’emigrazione
Eco di Fondo
Serata in collaborazione con Amnesty International
8 Settembre
Senza Filtro
Esito di laboratorio
Anime parallele/Onlus Humanitas
13 Settembre
Una classica storia d’amore eterosessuale
Domesticalchimia
ORARI:
19:00-21:30
Eventi avanspettacolo con aperitivo/apericena
21:30-23:00
Spettacolo teatrale
23:00-24:00
Post spettacolo – Drink and Tallk
(n.b.: gli spettacoli si svolgeranno anche in caso di pioggia)
Venerdì 28 giugno giornata di sensibilizzazione all’ipermercato Carrefour di corso Monte Cucco, tra attività multisensoriali e tango per tutti;
Comitato Centralinisti: con il coordinatore Piero Fassero approfondiamo il futuro di una professione storica interessata da grandi cambiamenti;
Caso dei macachi impiegati per la ricerca sulle patologie visive. L’università di Torino invoca chiarezza: “Nella petizione lanciata dalla Lav molte inesattezze”.
I nostri uffici sono aperti al pubblico lunedì e mercoledì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17.45; martedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 14.45.
In conseguenza dell’aggiornamento delle convenzioni tra Comune di Genova e Cooperativa Radio Taxi e tra Unione e Radio Taxi, si rende necessario che i soci che utilizzano i servizi della cooperativa con tariffe convenzionate ripresentino domanda di calcolo della tariffa in convenzione sui percorsi d’interesse; si invitano quindi tali soci a contattare al più presto la Sezione per perfezionare la loro posizione e continuare ad usufruire delle tariffe agevolate dei servizi Radio Taxi.
Si ricorda che i servizi di accompagnamento prestati dai volontari coordinati dalla Consigliera Ornella Tarantino possono essere richiesti, con almeno due giorni di preavviso, al numero telefonico 338 16 95 099 dal lunedì al venerdì: si raccomanda di rispettare l’orario fissato per effettuare tali richieste che va dalle ore 11:00 fino alle ore 13:00.
Si rende noto che recentemente la reception dell’Istituto “David Chiossone” di Genova è stata posizionata sul lato destro rispetto all’entrata.
Si rende noto che è possibile rinnovare il tesseramento all’associazione per l’anno 2019 presso l’ufficio di Via Caffaro 6/1 nell’orario di apertura al pubblico; anche quest’anno la quota ordinaria è di 50 euro, la quota ridotta riservata ai minorenni ed agli ospiti dell’Istituto David Chiossone è di euro 10,50; chi volesse versare la quota associativa tramite trattenuta mensile sulla pensione, può sottoscrivere l’apposita delega presso la sede di Via Caffaro, previo appuntamento.
Si ricorda che tutte le attività della Sezione, compresi i servizi di accompagnamento, si intendono sospese in caso di qualsiasi tipo di allerta meteorologica e rinviate a data che verrà successivamente comunicata; in caso di allerta rossa l’ufficio sarà chiuso.
Anche quest’anno è possibile avvalersi dei servizi del CAF dell’ANMIL in convenzione; gli interessati possono rivolgersi direttamente al CAF dalle ore 9 alle ore 13 ai numeri 010 89 84 055 e 010 089 92 91 qualificandosi come nostri soci per fissare un appuntamento; il costo varia da 10 euro per il modello 730 singolo del socio fino a 28 euro per il modello UNICO di coniuge o parente di primo grado del socio.
Sempre in convenzione è possibile avvalersi dei servizi del CAF 50&Più prendendo appuntamento con la sede di Genova Centro in Via XX Settembre 40/5 ai numeri 010 54 30 42 oppure 010 55 30 352, con la sede di Genova Sestri Ponente al numero 010 60 11 908 e con la sede di Recco al numero 0185 72 11 89
Comunichiamo che oggi è ancora più facile ascoltare SlashRadio Web: per i possessori dell’assistente vocale Alexa di Amazon è disponibile la skill di Slash Radio Web. I comandi sono: Alexa, AVVIA Slash Radio Web oppure Alexa APRI Slash Radio Web.
Si informa che venerdì 28 giugno alle ore 18 presso la palestra di Genova Nervi in Via Donato Somma 17 si svolgerà un’iniziativa sull’arte marziale del Ju-Jitsu brasiliano, uno sport senza barriere per non udenti, non vedenti e ipovedenti, che prevede tra l’altro, come dimostrazione, un incontro di lotta tra un atleta ipovedente ed un atleta normodotato; per maggiori informazioni contattare Maurizio Lo Bartolo al numero 349 683 56 52
La Sezione di Nuoro dell’Unione organizza la quinta edizione del “Pedalò Race 2019” che si svolgerà dal 4 al 7 luglio nella stupenda cornice della spiaggia di Budoni; per maggiori informazioni consultare il Comunicato n. 77 della Presidenza Nazionale dell’Unione.
La Sezione di Ascoli Piceno e Fermo dell’Unione organizza la dodicesima edizione della passeggiata in tandem Ascoli Piceno – Grottamare per il 7 luglio; per maggiori informazioni consultare il Comunicato n. 76 della Presidenza Nazionale dell’Unione.
Il Consiglio Regionale Toscano dell’Unione organizza la settimana verde edizione 2019 che si svolgerà a Dobbiaco, nelle valli delle Dolomiti, dal 31 agosto al 7 settembre 2019; gli interessati devono iscriversi all’iniziativa entro il 15 luglio; per ulteriori informazioni consultare il Comunicato n. 81 della Presidenza Nazionale dell’Unione o contattare Angelo Grazzini ai numeri 0572 33 772 oppure 338 424 81 81 o all’indirizzo e-mail a.grazzini@yahoo.it
È indetta la ventitreesima edizione del concorso per l’assegnazione delle borse di studio “Beretta-Pistoresi; la selezione è riservata ai soci dell’Unione che si siano diplomati o laureati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2018 e che, alla data del 31 dicembre 2018, non abbiano compiuto i quarant’anni di età; il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione è fissato al 31 luglio 2019.
Il Movimento Apostolico Ciechi ha indetto il Premio “Antonio Munoz” 2019: possono partecipare gli studenti ciechi o ipovedenti, che hanno frequentato nell’anno scolastico 2018/2019 la scuola primaria o la scuola secondaria di primo e di secondo grado; il termine per la presentazione delle domande scade il 31 luglio 2019.
Presso il Centro “Le Torri Giuseppe Fucà Olympic Beach” di Tirrenia è organizzato il soggiorno “Ultimo Sole” dal 1° al 15 settembre 2019, dedicato alle persone anziane, ma aperto a tutti i soci senza distinzione di età.
L’offerta del soggiorno, a persona, valida sia per gli ospiti con disabilità visiva sia per gli accompagnatori, varia da 728 a 910 euro a seconda della sistemazione in camera.
Per prenotazioni, informazioni, chiarimenti circa i transfert da e per le stazioni ferroviarie di Pisa e Livorno rivolgersi a Olympic Beach Le Torri, telefono numero 050 322 70, email info@centroletorri.it.
Si informa che il quarto soggiorno estivo con cani guida si svolgerà a Barcis, in provincia di Pordenone, nel comprensorio del Parco Naturale delle Dolomiti friulane dal 2 all’11 agosto 2019: il soggiorno è ideato per persone con disabilità visiva che possiedono il cane guida e per chi desidera avvicinarsi a tale realtà. Per maggiori informazioni contattare Elena Ferroni al numero 349 302 25 71 oppure all’e-mail caniguida@uiciechi.it
La socia Cinzia Mongini conduce, a titolo gratuito, colloqui individuali di counseling rivolti ai soci della Sezione ed ai loro familiari; per maggiori informazioni e richieste della prestazione telefonare in Sezione durante l’orario d’ufficio oppure direttamente alla socia Cinzia Mongini al numero 349 53 61 505 in orario pomeridiano.
Ricordiamo l’attività presso la sezione del gruppo di auto mutuo aiuto: per maggiori informazioni ed adesioni all’iniziativa sezionale contattare la coordinatrice Beatrice Daziale al numero 340 069 34 55.
Prossimo aggiornamento della segreteria lunedì 1° luglio 2019.
Il simposio, organizzato dalla Sezione Territoriale “Giovanni Barberio”, s’è dipanato attraverso la definizione di una prospettiva particolare sulla complessità connotante la dimensione dell’istruzione contestualmente alla quotidianità della disabilità visiva, focalizzando l’attenzione sull’orizzonte calabrese, osservato con l’occhio della sensibilità.
Il simposio organizzato dalla Sezione Territoriale di Vibo Valentia, intitolata all’indimenticato Giovanni Barbero, dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, con il patrocinio della Presidenza Nazionale e del Consiglio Regionale calabrese dell’UICI, della Regione Calabria e della Provincia vibonese, e svoltosi nella mattinata di sabato scorso, 22 giugno, a Vibo Valentia, presso l’Aula Magna dell’Istituto Alberghiero di Stato, s’è dipanato attraverso la definizione di un punto di vista alquanto originale sulla complessa interazione tra la quotidianità della disabilità visiva, ancora troppo spesso marginalizzata rispetto alle assise universali, e il mondo della scuola, agitato da un’indeterminatezza che, certamente, non agevola la proficua reciprocità tra una condizione dell’esistenza, come quella che vivono i disabili, e un’agenzia di elargizione culturale, quale l’istituzione scolastica, che devono convergere, in un processo di crescita comune, stillante linfa nel tessuto connettivo ideale, valoriale e anche fattuale dell’intera comunità umana, non solo della categoria dei disabili visivi. Un punto di vista originale, si diceva, introdotto già dal tema formulato e scelto per riempire di contenuti il convegno: “Disabilità visiva e Istruzione – Sensibilità, Realtà, Possibilità e Sviluppo nell’orizzonte Calabrese”; tema articolato e calzante, attorno a cui i partecipanti hanno intessuto un’interessante riflessione. Del resto, una vera, profonda ed efficace riflessione analitica sulla questione inerente alla piena, duratura ed effettiva integrazione delle individualità interessate dalla disabilità, in questo caso visiva, nel consesso collettivo, non può prescindere da un approccio interiore filtrato dalla sensibilità, intesa come capacità di vedere, sentire, vivere con particolare slancio empatico la realtà che ci circonda, dipinta dagli sguardi, dai pensieri, dalle condizioni, dalle situazioni, dalla felicità, dalle ansie, dalle difficoltà punteggianti le vite che con noi condividono l’esperienza mondana; nello specifico, osservare la realtà della disabilità con gli occhi della sensibilità permette non solo di focalizzare in maniera cristallina il nesso inscindibile e consequenziale intercorrente tra l’adeguata istituzionalizzazione dell’offerta formativa, in cui trova sbocco un’esaustiva, capillare, onnicomprensiva e autenticamente “Pubblica” istruzione, vale a dire l’autentica e imprescindibile stella polare dell’autonomia, della realizzazione e della libertà di ogni persona, e l’integrazione delle categorie svantaggiate, ma anche di cogliere con maggiore lucidità le possibilità concrete che un determinato contesto culturale, sociale e territoriale offre ai fini della costruzione di una compiuta società inclusiva, creando, nel contempo, le condizioni di colmare eventuali lacune e ampliare, in tal modo, il ventaglio delle summenzionate possibilità, sulle ali delle quali spiccare il volo verso lo sviluppo di un rinnovato sentire morale, normativo e istituzionale intorno alla dimensione delle pari opportunità, afferentemente a ogni settore del quotidiano incedere, sia esso scolastico, professionale o relazionale, in un orizzonte esistenziale mondato dalle nuvole dell’indifferenza, del pregiudizio, delle barriere, mentali e materiali. Al riguardo, i lavori del Convegno tenutosi a Vibo hanno focalizzato lo stato dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità sensoriale visiva sul territorio calabrese, alla luce della riforma della legge sulla buona scuola e del decreto 66/17. In particolare, dalle relazioni e dagli interventi, è emerso chiaramente come i temi, tramite i quali si può evincere la maturazione o meno del processo d’inclusione, siano sostanzialmente gli stessi dai tempi della legge 104/92, permanendo diverse discrasie: discrasie in fase di accoglienza e predisposizione amministrativo-organizzativa dell’inserimento, della definizione concernente il grado di disabilità e dell’impatto sul PEI (Piano Educativo Individualizzato); discrasie sulla definizione delle attività curriculari e della metodologia d’insegnamento, ossia di un’adeguata tiflopedagogia; e, poi, il permanere di questioni annose, come quelle relative all’assegnazione dell’insegnante di sostegno, alla valutazione delle sue competenze, e agli strumenti e materiali tiflodidattici, sovente non conosciuti e adottati, per non parlare delle modalità, nei casi della pluridisabilità, di predisposizione e assegnazione della figura di assistenza all’autonomia e alla comunicazione, della continuità dell’insegnante di sostegno, della mancanza di attività specifiche extrascolastiche, dell’accompagnamento ai cicli scolastici successivi. Insomma, sovente, ci si trova al cospetto di un processo solo burocratico, che, in tante realtà, ha causato gravi danni alla crescita e integrazione dell’alunno. A prescindere dagli aspetti normativi e dalla loro revisione e da quanto rintracciabile attraverso l’osservatorio dell’UICI, che ha il suo avamposto nel lavoro sul campo, offerto con strumenti, ausili e materiali appositi, possiamo dire che gli alunni con disabilità visiva non hanno ancora le giuste e pari opportunità per completare un percorso di studi avente come coronamento il traguardo della laurea: difficoltà di studio, d’inserimento, ostacoli nel reperire materiale adatto e supporto tecnico competente e la scarsa motivazione, indotta, in determinati casi, anche da un ambiente poco accessibile, rendono tale prospettiva alquanto tortuosa. “In questo contesto – ha asserito Rocco Deluca, presidente della Sede Territoriale UICI di Vibo Valentia – l’UICI rappresenta un faro costantemente puntato sull’itinerario dell’inclusione scolastica, con il lavoro quotidiano esperito nelle cinque sedi provinciali”, coordinate “da un Consiglio Regionale – ha inteso mettere in evidenza il Presidente Regionale dell’UICI Pietro Testa – il quale ha fatto una scelta ben precisa, orientata a difendere la cultura, che è una sorta di propellente per camminare di più e più velocemente, cosa a cui noi ciechi e ipovedenti siamo chiamati in maniera particolare, per recuperare il terreno perso, per dare valore al nostro essere persone in grado di incidere nel nostro tempo e nel nostro spazio”. Dare valore alla personalità di ogni cieco e ipovedente è, del resto, la missione che l’UICI porta avanti da quasi cento anni: anni durante i quali sono state predisposte, attraverso la Federazione Nazionale Istituzioni Pro-ciechi, la Biblioteca Nazionale per i Ciechi “Regina Margherita” di Monza, l’Irifor, le Sedi Territoriali UICI e tutte le altre organizzazioni collegate, a qualsiasi titolo, al nostro sodalizio, una serie di misure e azioni, che, in molti casi, hanno sopperito e sopperiscono ai vuoti cui s’è fatto cenno; un lavoro certosino svolto, oggi più di ieri, in maniera capillare sui territori, grazie al quale è possibile arrivare in tutte le scuole, cercando di rimediare alla scarsa presenza della “buona scuola” e ponendo in essere interventi mirati sul personale docente di sostegno, volti a trasferire la competenza tiflologia di cui l’UICI è presidio ed ente propulsore, attraverso la pianificazione di percorsi tiflodidattici, l’offerta di strumenti e materiale tiflodidattico e tiflotecnico, la definizione di un approccio esperienziale guidato. Purtroppo, non sempre alcune scuole risultano aperte e pronte a comprendere il metodo e il coordinamento offerto dall’UICI, cosa che rappresenta sempre un danno, anche in presenza di un solo alunno cieco o ipovedente. “Ecco perché – ha evidenziato in proposito la dottoressa Annamaria Palummo, Consigliere Nazionale dell’UICI e moderatrice del simposio – è necessario che nella riforma si definiscano modalità, termini e azioni dirompenti, nonché le responsabilità per l’inclusione scolastica di tutti i disabili, non solo di quelli visivi. È altresì opportuno, da parte di tutte le istituzioni preposte al processo dell’inclusione scolastica, operare con flessibilità e volontà riconducibili ad azioni umane e non prettamente burocratiche, senza dimenticarsi che è, che deve essere l’alunno disabile, cieco o ipovedente, il terminale di una strategia formalmente definita. In altre parole, ogni alunno necessita di attenzione continua, che porti consequenzialità e rinforzi le possibilità di raggiungere l’obiettivo”. Obiettivo, il cui raggiungimento passa da “competenze, esperienze, risorse da mettere a fattore comune, rispetto dei ruoli – ha affermato il professor Mario Barbuto, Presidente Nazionale dell’UICI –, senza improvvisare o rinchiuderci nell’autoreferenzialità e nella diffidenza, ma piuttosto cercando l’interazione con le Istituzioni e con le altre organizzazioni di rappresentanza e tutela di coloro i quali, come noi ciechi e ipovedenti, vivono una situazione di deficit, di svantaggio, nei confronti degli altri. Uno svantaggio da colmare, dando respiro a un’interazione che noi dobbiamo perseguire con orgoglio, con i valori di cui noi, come UICI, siamo portatori, cercando il passo decisivo sulla strada dell’integrazione, dell’inclusione e, quindi, di un futuro ove la fragilità, indotta dalla cecità, possa esprimere la sua forza, le sue specificità; un passo che è rappresentato dall’istruzione, un diritto costituzionalmente garantito e, tuttavia, necessitante d’incessante tutela da parte nostra; un diritto relativamente a cui, purtroppo, registriamo ancora delle difficoltà, che devono indurre a porci una domanda: sulla didattica e sull’inclusione, stiamo percorrendo la strada giusta? Ebbene, didattica e inclusione sono diritti irrinunciabili, rispetto a cui, sovente, agiamo in ordine sparso, limitandoci a tappare falle, senza intervenire a livello strutturale. Un agire, il nostro, dentro al quale dobbiamo evitare di crogiolarci: piuttosto, sull’inclusione e sulla didattica, dobbiamo puntare al massimo, magari chiedendo la convocazione degli Stati Generali della scuola e confrontandoci con essi. Insomma, dobbiamo puntare – ha concluso il presidente Barbuto – a dare di più, tutti insieme, verso l’obiettivo cui aneliamo”. Dare di più, con azioni volte a ottimizzare le possibilità che le varie sfere, istituzionali e territoriali, possono offrire; azioni e possibilità che, recentemente, in Calabria, hanno trovato senso nel lodevole lavoro di rivendicazione della IAPB e dell’UICI regionali, sfociato nella Legge Regionale n.17 del 31/05/2019, sugli “Interventi per l’assistenza a favore dei ciechi pluriminorati”, e che, fino a oggi, hanno avuto il vero volano “nelle famiglie, le quali giornalmente sopportano il peso di una disabilità”, ha asserito Luciana Loprete, Presidente della Sezione Territoriale UICI di Catanzaro, nonché Coordinatrice Istruzione dell’UICI Calabria, la quale ha parlato di “Inclusione Scolastica: dati e risposte concrete”, nell’esposizione della sua relazione. “Non intendo – ha continuato la Presidente Loprete – essere assolutamente cruda in ciò che ho appena affermato, ma, al cospetto degli esponenti istituzionali oggi presenti – tra cui Maria Limardo, Sindaco di Vibo Valentia, Franca Falduto, Assessore all’Istruzione e alle Politiche Sociali di Vibo Valentia, Sonia Tallarico, Dirigente Generale della Regione Calabria, partecipante in rappresentanza dell’Assessorato all’Istruzione e alle Attività Culturali, e Sabrina Nardo, delegata dell’Ufficio Scolastico Regionale – è giusto comprendere come un intervento che in alcune occasioni può sembrare banale, al contrario, per la famiglia rappresenti un particolare sostegno. Venendo al tema dell’odierno incontro, e nello specifico di come il territorio regionale risponda in termini d’inclusione scolastica, consentitemi di affermare come la situazione per nostra fortuna non sia totalmente negativa. Certo, non risponderebbe al vero se oggi dicessi che viviamo in una regione che integra pienamente i ragazzi disabili, ma il lavoro e la costante presenza della nostra associazione sui territori sono stati forieri di conquiste e, soprattutto, hanno fatto sì che barriere apparentemente insuperabili, con il passare del tempo, si siano sempre più assottigliate, consentendo un positivo standard d’inclusione nel panorama scolastico regionale. È bene ricordare come in Calabria il numero degli alunni affetti da disabilità si attesti intorno alle 7800 unità, dato sempre in crescita, se si considera che nel 2018 erano ben 400 in meno. L’UICI della Calabria, attraverso le sue diramazioni territoriali e l’Unità territoriale di coordinamento, diretto dalla dottoressa qui presente Lavinia Garufi, da anni, ormai, presta la sua professionalità, affinché le problematiche comuni, come l’assenza dei libri di testo, l’assenza di personale specializzato e, talvolta, l’assenza di ausili didattici, vengano risolti; in ogni caso, questo non deve far ritenere superata ogni problematica. Un fattore comune presente in tutte le realtà territoriali è legato alla presenza in aula di docenti di sostegno sprovvisti di specializzazione, come s’è registrato nelle provincie di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. Comunque, le risposte concrete, rispetto a quanto accadeva qualche anno addietro, sono pervenute: basti pensare che, secondo i dati ufficiali del MIUR, in Calabria vi sono 5829 insegnanti di sostegno. Questo, però, non ci deve rendere fieri, essendo tante, se non troppe, ancora le lacune di un sistema che non è del tutto pronto e preparato a farsi carico di tipologie di alunni così differenti tra di loro. Il motivo, ovviamente, non è solo da addebitare alle istituzioni scolastiche; in particolare, un aspetto da non sottovalutare è legato anche al mancato aggiornamento non solo degli insegnanti di sostegno ma anche di quelli curriculari: ciò lo posso affermare con cognizione di causa, sulla scorta del lavoro svolto dalle nostre sezioni IRIFOR, le quali, ogni anno, si fanno promotrici di corsi di aggiornamento, che, purtroppo, registrano una scarsa adesione per motivi a noi ignoti, considerando che sul territorio siamo l’unico ente di rappresentanza e tutela di tutti i ciechi, gli ipovedenti e i pluriminorati. Numerose sono le azioni che, in concerto tra le parti, potrebbero essere messe in opera; per fare ciò ovviamente serve un costante dialogo con le istituzioni preposte che dovrà essere costruttivo e soprattutto rispondente alle svariate istanze dei numerosi alunni disabili visivi presenti nell’apparato scolastico del territorio. Teniamolo ben presente: ciò che noi attueremo oggi – ha terminato la Presidente Loprete –, si ripercuoterà sul futuro dei nostri figli”. Futuro in cui fondamentale sarà “la coniugazione di senso tra educazione, pedagogia e, quindi didattica”, come affermato dal professor Marco Condidorio, Coordinatore Nazionale della Commissione Istruzione dell’UICI, nella sua relazione “Sviluppi Pedagogici e didattici nei percorsi d’istruzione alla luce della normativa vigente e dei lavori condivisi tra MIUR e UICI”. Particolare “attenzione – ha proseguito Condidorio – dovrà essere riservata all’evoluzione della pedagogia, che ha quale snodo cruciale la partecipazione attiva delle figure genitoriali e il riconoscimento del legislatore, che interpreta e legifera sul ruolo di queste. Non solo: il percorso attivo-passivo d’integrazione, inteso come il processo che riguarda direttamente l’alunno, e inclusione, riferito, invece, alla classe, all’inserimento dell’alunno nella classe, è da intendersi come il DNA, la cui catena rappresenta il progetto di crescita per il discente, ma anche per chiunque viva e operi lungo tutto il percorso d’istruzione e educazione dello stesso. Integrazione e inclusione sono due dei diversi segmenti essenziali della catena, che determinano gli obiettivi e le finalità del percorso d’istruzione e educazione del discente: segmenti il cui approccio metodologico si struttura a partire da fondamenta di tipo sociale, in cui la scuola è per tutti e di tutti, il diritto allo studio è un diritto sociale e ove l’apprendimento concerne la persona. L’apprendimento è, dunque, un diritto soggettivo, con la persona che deve essere posta nelle condizioni di raggiungere quel tipo di traguardo, generalmente prefissato per la comunità. Perché tutto ciò si realizzi quale progetto condiviso, a partire dalla famiglia, e per consentire al discente di raggiungere la massima realizzazione di sé, che esploderà con la maturità, l’integrazione e l’inclusione devono passare anzitutto per la persona, poi dal Progetto Individuale, attraverso ogni attore del percorso di scolarizzazione, comprese le singole competenze, dunque contestualmente a una maggiore centralità della famiglia, a un uso e applicazione corretti dell’ICF – la Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute, che vede il funzionamento e la disabilità come una complessa interazione tra le condizioni di salute dell’individuo e i fattori ambientali e personali – e sulla base di un profilo di funzionamento che tenga conto, a partire dalla persona, dell’ambiente, dei punti di forza di questi, alla luce di un profilo antropologico, biologico, psicologico e sociale. La certificazione non deve accentuare i limiti ambientali, ma attenuare quelli soggettivi, che pure esistono. La scrittura di un PEI, che sia la costruzione realistica di obiettivi condivisi e realizzabile alla luce degli stessi scopi per cui è stato progettato, dunque scritto, passa per un’edilizia scolastica, che si faccia promotrice delle abilità, delle aspirazioni e necessità di tutti coloro i quali la occupano e vivono; passa, altresì, per l’innovazione, essendo troppo poche le sperimentazioni di scuola d’avanguardia. L’integrazione e l’inclusione navigano nel mare magnum delle sigle, degli acronimi; ma non solo: l’integrazione e l’inclusione passano dalle scuole polo, ben 319 su tutto il territorio nazionale e dai CTS che sono 107; passano dai coordinatori per l’inclusione e dal Piano Nazionale per la Formazione. Centrale, relativamente agli sviluppi pedagogici, è il ruolo della didattica, ove gli attori sono il dirigente scolastico, l’insegnante curriculare, quello sul sostegno didattico, le figure quali l’assistente per la comunicazione e per l’autonomia e l’educatore, laddove previsto. L’integrazione e l’inclusione scolastiche dovrebbero andare oltre le categorie del deficit, sia di quello certificato dal servizio sanitario nazionale riguardo al discente, sia di quello economico dichiarato praticamente sempre dall’ente locale o regionale. Noi tutti abbiamo coscienza di come ciò accade e talvolta, forse inconsapevolmente, di quanto noi per primi siamo i diretti responsabili, ora in veste di genitori, ora di operatori. Questioni, quelle appena esposte, che sono alla base dei lavori presso il Comitato paritetico tecnico MIUR e UICI, la cui attività potrà trarre giovamento dal contributo degli amministratori e degli Enti territoriali, in direzione di una scuola sempre più rispondente a esigenze sempre nuove; una scuola a cui chiediamo tutto, l’impossibile, il massimo, senza sconti. In verità – ha concluso Condidorio –, dovremmo chiedere di meno e fare qualcosa in più, partendo dai nostri figli”, trovando la via più corretta ai processi d’inclusione, che, come spiegato dalla dottoressa Lavinia Garufi, responsabile del Centro di Consulenza Tiflodidattica della Calabria, nella sua relazione “Percorsi di Inclusione: il C.C.T. e le esperienze sui territori”, sono “da verificare continuamente, perché in ogni realtà scolastica può emergere qualche criticità legata alla didattica specifica e al concreto inserimento degli alunni nel loro ambito di riferimento. La ventennale esperienza profusa nelle diverse realtà scolastiche, ci indica che, con i diversi sostegni messi a disposizione, funzionali a portare ogni bambino alla piena libertà, laddove sia stato tangibile l’intervento integrato di famiglie e scuola, e, comunque, seguendo sempre un metodo associato agli ausili per la didattica, si sono raggiunti buoni risultati in termini di apprendimento. Vien da sé che si devono coniugare, metodo, servizi integrati, buona scuola e tanta voglia di farcela da parte dell’alunno, il quale deve poter ricevere continuamente stimoli e supporti adeguati”, al fine di poter godere pienamente del diritto allo studio, rispetto a cui la dottoressa Linda Legname, Coordinatrice Nazionale dei Centri di Consulenza Tiflodidattica, tracciando nella sua relazione un “Focus sull’inclusione scolastica in Italia, a partire dai Centri di Consulenza Tiflodidattica”, ha rappresentato “un quadro tinteggiato da ombre e luci, nonostante il diritto allo studio sia un diritto sancito formalmente, in cui non dovrebbero sussistere impedimenti; piuttosto che considerare la minorazione visiva e sensoriale come un limite alla reale inclusione scolastica, si dovrebbe pensare alla condizione di disabile visivo come una mera deviazione alla normalità, che, però, trova la giusta dimensione, teorica e pratica, con semplici accorgimenti di metodo, di approccio, di didattica specifica, di coordinamento e sinergia, nonché con una dose altissima di sensibilità: tutti elementi, questi, alla cui luce il processo dell’inclusione scolastica non deve palesarsi come un problema, bensì nella sua corretta accezione di processo armonico, in cui gli alunni con disabilità sensoriale visiva possano pienamente godere del diritto allo studio, senza pregiudizi e discriminazioni, superando ogni amenità burocratica, in una logica ove esistono bisogni specifici e non speciali. I centri tiflodidattici pongono in essere, attraverso le consulenze e il materiale, costanti e necessarie declinazioni per la didattica specifica e la reale inclusione, in una visione, come ripetuto più volte quest’oggi, anche dal nostro presidente Barbuto, sinergica”. Sinergia in cui ripone grande fiducia l’Ufficio Scolastico Regionale, rappresentato sabato mattina dalla dottoressa Sabrina Nardo, secondo la quale “ogni bambino è portatore di un linguaggio, che noi riteniamo parte fondamentale di quel grande patrimonio che è il plurilinguismo. Ecco perché, su tematiche quali integrazione e inclusione, noi, come Scuola, ci siamo da sempre e ci saremo domani, pronti a camminare con voi mano nella mano”; una disponibilità a seguire i percorsi virtuosi di cui l’UICI è corifea e garante, fatta propria anche dall’Ente Regionale calabrese, di cui s’è fatta portavoce la dottoressa Sonia Tallarico, che, nel riaffermare “l’inclusione scolastica quale priorità della politica regionale”, ha fatto riferimento ai provvedimenti già varati “riguardo al diritto allo studio, volti a regolamentare la materia, nell’intento di rendere più agevole il processo di scolarizzazione a tutti gli alunni ciechi e ipovedenti. Il percorso, per loro, è stato lungo, però oggi sappiamo che l’obiettivo della piena realizzazione per i ragazzi non vedenti è a portata di mano, in una realtà calabrese che, a ogni livello, politico, civile e scolastico, vuole accogliere tutte le specificità”, andando oltre le difficoltà che ancora permangono e di cui s’è parlato durante il dibattito conclusivo, arricchito dagli interventi di Franca Falduto, Assessore all’Istruzione e alle Politiche Sociali del Comune di Vibo Valentia, della giovane alunna Arianna e di Antonio, un rappresentante dei genitori. Dibattito da cui è emerso, una volta di più, che “il processo d’integrazione e inclusione – come ha chiosato la moderatrice del meeting, dottoressa Annamaria Palummo – è un processo in evoluzione; un processo che deve portare a un cambiamento, certamente da parte nostra, come associazione che tutela i diritti e l’avvenire dei non vedenti e degli ipovedenti, ma anche da parte delle istituzioni che qui l’hanno dichiarato, certificandoci vicinanza e volontà di collaborazione, come auspicato dal nostro presidente Nazionale Barbuto, il quale oggi ha reso onore a questa iniziativa con la sua autorevolissima presenza. In conclusione, spero che, con coerenza e con passione, con verità e con forza, questo convegno, da una parte, vi abbia aiutato ad ampliare il vostro sguardo su questo difficile tema e, dall’altra, sia assurto a manifesto della nostra disponibilità a disegnare, insieme con tutti voi, un altro futuro”; un futuro di nuove speranze e rinnovate certezze per tutti i ciechi e gli ipovedenti; un futuro bello come lo stupendo affresco che la natura ha, nella mattinata di sabato, schiuso a quanti hanno affollato la Sala dell’Istituto vibonese, affacciato sulle sfumature turchesi del Golfo di Sant’Eufemia, ove Nettuno severamente s’incunea, quasi a ghermire con i suoi flutti la sfolgorante catena costiera volgentesi, in una cavalcata a volte convessa e altre concava, verso il merlato lembo centrosettentrionale dei lidi di Calabria, percorso dal carro di Apollo, in un susseguirsi di vallate ed erte, fin sull’apogeo, ruvidamente gentile, di Monte Cocuzzo, ove, forse, sta a indugiare, per rimirare, il Creatore di cotanto splendore; uno splendore ombrato per i nostri fratelli ciechi e ipovedenti, i quali devono, comunque, avere la possibilità di cogliere la medesima magia in ogni palpito che l’esistenza può regalare in altre fogge, abbeverandosi, innanzitutto, all’inesauribile fonte della conoscenza. Quella conoscenza che solo un ambiente umano e istituzionale eticamente salubre e strutturalmente sano può garantire, lasciandosi spingere dalla brezza della sensibilità, quella capace di trovare il visibile in ciò che appare invisibile, di fugare ogni velatura, di abbracciare del mondo la luce duratura.
A Costigliole e Montiglio Monferrato due appuntamenti “da tenere d’occhio“ torna l’iniziativa per la conoscenza e la prevenzione delle patologie della vista
Da diversi anni la sezione
Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB
Italia ONLUS (Organismo riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
e per l’Italia, dalla Legge n. 284/1997) attua, attraverso i propri comitati
provinciali e in collaborazione con le sezioni locali dell’Unione Italiana
Ciechi e Ipovedenti, una serie di iniziative volte a favorire la conoscenza e
la prevenzione delle malattie degli occhi.
Nell’ambito del progetto “La Prevenzione Non Va In Vacanza”, il Comitato IAPB (International Agency Prevention Blindness) di Asti, con il patrocinio dell’AIORAO (Associazione Italiana Ortottisti Assistenti in Oftalmologia) e della Croce Rossa Italiana e con il prezioso supporto dei volontari dell’UNIVoC, offre alla popolazione una serie di eventi gratuiti.
“Il nostro obiettivo – spiega Adriano Capitolo, presidente del comitato IAPB di Asti – è quello di offrire occasioni di incontro e di sensibilizzazione sulle patologie della vista, in un periodo particolare come quello estivo, in cui aumenta l’esposizione ai raggi solari e crescono i rischi per la salute dei nostri occhi, soprattutto nei soggetti giovani. Con incontri informativi in alcune piscine e recandoci con l’unità mobile oftalmica nelle piazze di alcuni paesi della provincia, attuiamo ormai da anni uno screening di prevenzione delle malattie degli occhi. Il primo appuntamento è per domenica 23 giugno a Costigliole d’Asti. A partire dalle ore 9, in Piazza Scotti, l’ortottista a bordo del mezzo effettuerà gratuitamente uno screening della vista. L’iniziativa è aperta ai giovani e non solo”.
Oltre allo screening IAPB
proporrà un esperimento di simulazione della cecità e dell’ ipovisione
sottoforma di gioco durante il quale i partecipanti, indossando appositi
occhiali in grado di riprodurre i difetti della vista, dovranno individuare e
riconoscere alcuni oggetti attraverso la sola percezione tattile, muovendosi
nello spazio circostante aiutandosi con l’ausilio del bastone bianco.
“Quando siamo in vacanza –
ricorda Capitolo – la nostra attenzione è tutta rivolta alla pelle, ma occorre
ricordare che anche gli occhi corrono dei rischi. Da qui la necessità di sensibilizzare i
cittadini, informandoli correttamente sui danni che possono derivare da una
eccessiva esposizione ad agenti irritanti come i raggi ultravioletti, la
polvere, la sabbia, le impurità dell’acqua eccetera. Nel corso della giornata
di domenica distribuiremo un opuscolo che spiega come prevenire le malattie
degli occhi. A tutti i partecipanti verranno offerti una merenda e un succo a
base di frutta e verdure, alimenti amici della salute dei nostri occhi. Tutti
potranno contribuire alla promozione social dell’evento postando foto e selfie
della giornata con gli hashtag che verranno comunicati a bordo dell’unità
oftalmica”.
Il secondo evento domenica 30
giugno in piazza Regina Margherita a Montiglio Monferrato.
In entrambe le giornate sarà effettuata la raccolta degli occhiali usati
in collaborazione con il Lions.