L’Esperto in scienze tiflologiche, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Cari Marco, Michele, Luciano, Pietro, Enzo e Giancarlo, GRAZIE davvero!!!

Da “giganti” delle scienze tiflologiche come voi, c’è solo da imparare e non dimenticherò mai le discussioni appassionanti e stimolanti di queste prime due riunioni del “nostro “Network per l’Inclusione Scolastica. Altro che polemiche e confusione su di esso. Stiamo invece contribuendo a “riaccendere” il dibattito culturale all’interno dell’Unione.

E scrivo tutto ciò con un po’ di tristezza ed amarezza nel pensare a quanto di “fosco, oscuro e buio” sta al contrario accadendo nella mia bella Sicilia a livello “unionesco” in questi giorni. Qui pare che le gelosie, le invidiucce ed i “feudi” personali abbiano ormai preso il sopravvento, alimentando divisioni e scontri “fratricidi” al nostro interno, ma soprattutto provocando sempre più diffidenza da parte della politica, a noi mai troppo sensibile. L’antidoto a tutto questo “marasma” è l’essenza stessa, la “ragion d’essere”del “Network per l’Inclusione Scolastica” voluto fortemente dal nostro “lungimirante” Presidente Mario Barbuto. Infatti, il “perchè” dell’esistenza del nostro Network e del suo “ubi consistam” si fonda, a mio modesto avviso, proprio sul fatto che il dibattito associativo in seno all’UICI non si deve assolutamente appiattire e basare su bisogni di visibilità personali o su questioni di piccolo cabotaggio, quanto piuttosto, riprendendo e rimettendo al centro il confronto tra di noi sulle “idee di fondo” e sui “valori” che ci hanno sempre distinto dalle altre organizzazioni di disabili quali: l’istruzione, l’inclusione scolastica, il ruolo dei nostri centri di consulenza tiflodidattica e degli Istituti dei ciechi, il significato di “scienze tiflologiche” nel terzo millennio, ecc… I particolarismi e le “guerriglie” interne ci “uccidono”, mentre il confronto culturale (anche se aspro ed animato) sui “nobili” temi associativi di cui sopra, dei quali il Network si sta facendo genuino interprete e portavoce (“tecnico” e non politico) contribuirà certamente a far crescere la nostra Unione, rendendo veramente efficace il processo di inclusione degli studenti disabili visivi e garantendo loro finalmente un ruolo da “protagonisti” non solo tra i banchi di scuola , ma anche nella società e nella vita. Io ci credo sul serio e noi tutti dobbiamo essere profondamente convinti dell’importanza dell’esaltante sfida” culturale che è stata data al nostro Network. Allora, “networkari” e non, da qui in poi, adoperiamoci sempre più e profondiamo ogni nostra energia, senza riserva alcuna, per promuovere l’inizio della “terza fase” della tiflologia in Italia e cioè quella del suo rilancio definitivo. Secondo me, per favorire tale svolta “epocale” non dobbiamo “elucubrare” od elaborare chissà quali mega dottrine o nuovi sistemi educativi e pedagogici, ma i “nodi” salienti e le direttive del Network sono stati già magistralmente e sapientemente tracciati dal suo “Coordinatore operativo” Michele Borra. Mi riferisco naturalmente ai “famosi” quattro punti “strategici” da lui indicati già durante il primo incontro del Network dell’inclusione del 4 Maggio u.s. e che corrispondono all’agenda delle cose che il Network dovrà fare subito e cioè:

Elaborazione delle “linee guida” dell’inclusione scolastica degli studenti minorati della vista;

Indicatori di qualità e valutazione dei servizi dei nostri Centri di consulenza tiflodidattica e degli Istituti dei ciechi;

Formazione professionale dell’”Esperto in scienze tiflologiche” e dell’assistente per l’autonomia e la comunicazione degli alunni con disabilità sensoriale;

Elaborazione di un protocollo d’intesa da sottoporre al MIUR ed agli Enti locali sull’inclusione scolastica dei disabili visivi.

In merito al primo punto, io credo che il testo, prodotto in queste settimane da Giancarlo Abba, rappresenti un’ottima ipotesi operativa sulla quale poter lavorare e magari “partorire” un documento già in occasione della prossima riunione del Network del 15 Giugno p.v.

Sugli indicatori di qualità dei servizi erogati dai nostri Centri ed Istituti e sulla valutazione della qualità dei loro servizi, io ho dato il mio “modesto” apporto (con il mio contributo sui livelli essenziali delle prestazioni per garantire un’effettiva inclusione scolastica degli alunni minorati della vista e con la stesura di una bozza di scheda di valutazione dei nostri servizi da consegnare e far compilare ai nostri Centri ed ai loro utenti). Sull’altro “delicatissimo” e spinoso aspetto concernente la formazione professionale dell'”Esperto in scienze tiflologiche”, spetta senz’altro a Marco Condidorio, vero e proprio “pioniere” di questo nuovo “profilo” in Italia, impegnarsi alacrementea far si che il Master in TSE dell’Unimol, da esperienza “pilota”, con i dovuti accorgimenti ed aggiustamenti suggeriti dal Network, possa essere recepito come modello formativo di riferimento nazionale per tutti gli Atenei italiani. L’Unimol, aprendo un confronto costruttivo con il Network dell’inclusione, potrebbe diventare il nostro riferimento anche per l’istituzione ed il riconoscimento della tanto “agognata” cattedra universitaria di Tiflologia e perché no di una vera e propria “specialistica” in scienze tiflologiche, avente percorsi formativi e piani di studio concordati ovviamente con il nostro Network.

Ad uso dei nostri lettori, a proposito dell’”esperto in scienze tiflologiche, Mercoledì 25 Maggio u.s. nel corso di una riunione molto proficua, tutti i componenti il Network abbiamo fatto sintesi e trovato un accordo sul fatto che tale “figura” debba essere incardinata nell’ambito del dipartimento di scienze della formazione e che, come evidenziato saggiamente da Luciano Paschetta, pertanto :

  1. La definizione più idonea suggerita è quella di Esperto in scienze tiflologiche o di quella similare di Tiflopedagogista? (all’interno del Network pare non ci sia unanime consenso sulla denominazione inglese Typhlology skilled educator) e questo non per una mera questione nominalistica, ma perché la sua denominazione deve richiamare l’ambito di competenze nel quale egli opera;
  2. I titoli di accesso al master devono essere limitati a quelli dell’area (scienze della formazione, scienze dell’educazione, pedagogia, educatore specializzato, ecc.);
  3. Le competenze tiflologiche debbono innestarsi in questi contesti perché il nostro esperto possa entrare in relazione positiva con il bambino (il piccolo disabile visivo è prima di tutto un bambino ) ,la famiglia , i docenti, ecc. diversamente potremo fare dei tecnici esperti, ma non degli educatori. Dare la “patente” di tiflologo a chi non è ben preparato è più pericoloso per il futuro dell’inclusione che non avere tiflologi patentati.

Recependo le sempre attente e preziose osservazioni del Prof. Paschetta, il Network concorda dunque che in particolare occorre:

  1. Indicare una denominazione condivisa del titolo (“esperto in scienze tiflologiche o Tiflopedagogista?);
  2. Limitare le lauree di accesso a quelle dell’area psicopedagogica;
  3. Definire con puntualità il profilo professionale di questa nuova figura indicando con chiarezza le conoscenze necessarie (il suo “sapere”), le competenze (il suo “ saper fare”), le capacità relazionali (il suo “saper essere”) ;
  4. ridefinirne il curriculum in relazione al punto3;
  5. rivederne la didattica (aumentare le ore di lezione frontale e alternarle a quelle in FAD, prevedere laboratori in presenza, ecc.)
  6. cercare di garantire tirocini sul campo efficaci (le nostre sedi UICI, i nostri CCT e gli Istituti dei ciechi).

Relativamente alla formazione di “figure professionali” destinate
all’assistenza scolastica ed all’educazione dei ciechi, inoltre, non
ritengo tanto “peregrina” e per niente casuale la proposta avanzata ancora da Luciano Paschetta, mirante al riconoscimento del profilo dell'”Assistente per l’autonomia e comunicazione” degli studenti con disabilità sensoriale, non fosse altro perché già istituita ai sensi
dell’art. 13 comma 3 della 104.
Il Coordinatore del Network per l’Inclusione Scolastica Pietro Piscitelli avrà invece il duro compito, insieme al Coordinatore “operativo” Michele Borra, di sostenere l’ipotesi, da trasformarsi in realtà, secondo cui il Network debba acquisire lo statuto giuridico di gruppo tecnico o,
se volete, tavolo tecnico per l’inclusione scolastica. Questo è un obiettivo difficile ma nel contempo “irrinunciabile”  e che, proprio per tale motivo, necessita del supporto di tutti noi che amiamo l’Unione.

Infine, Enzo Bizzi dovrà darci un’ulteriore mano al fine di redigere quanto prima un “protocollo d’intesa” finale sull’inclusione scolastica, da sottoporre al MIUR ed agli Enti locali entro e non oltre la fine di quest’Estate. Non dimentichiamoci, infatti, che la nostra grande “scommessa” non è solo quella di assicurare un futuro sempre più inclusivo ai “ragazzi ciechi” (per dirla alla Romagnoli), ma anche e soprattutto quella di governare il “presente” e l'”esistente” nel migliore dei modi sin dall’inizio del prossimo anno scolastico.

Il nuovo Comitato regionale lombardo della I.a.p.b., di Nicola Stilla

La prevenzione della cecità è un compito istituzionale della nostra Unione

Come a voi tutti ben noto, il nostro Statuto Sociale prevede che la prevenzione della cecità sia uno dei compiti che l’Associazione è chiamata ad assolvere.
Il Consiglio Regionale Lombardo dell’Unione, che ho l’onore di presiedere, ha da sempre svolto innumerevoli iniziative in questo campo, che ritengo di vitale importanza sia per aspetti etici che per l’immagine della nostra Associazione. Per una corretta attività in tal senso, abbiamo da sempre collaborato con la Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, costituendone, anni orsono, il Comitato Regionale lombardo.
Durante la riunione del Consiglio Regionale svoltasi il 24 maggio 2015, lo stesso ha riconfermato Angelo Mombelli ed Elena Piozzi, quali componenti del Comitato. Poi, per il tramite della I.A.P.B., la Società Oftalmologica Italiana ha anch’essa riconfermato il Dott. Danilo Mazzacane quale proprio rappresentante. Viste le recenti vicissitudini che hanno coinvolto l’amico Angelo Mombelli temevo che egli non accettasse il rinnovo dell’incarico, ma – per fortuna – ha deciso di continuare a prestare la sua opera al servizio del Comitato.
Ho approfittato del Convegno della Società Oftalmologica Italiana, che si è svolto a Milano dal 18 al 21 maggio, per concretizzare il rinnovo del Comitato Regionale alla presenza della Presidenza Nazionale della I.A.P.B.: il Presidente Giuseppe Castronovo, il vice-presidente Michele Corcio e il Segretario Generale Tiziano Melchiorre. Grazie al loro apporto, le idee per le nuove iniziative non sono mancate.
Il coinvolgimento della Prof.ssa Elena Piozzi, oculista e pediatra, ci consentirà di avviare numerose attività miranti alla prevenzione della cecità nella prima infanzia, che oggi riveste un ruolo decisivo; il dott. Danilo Mazzacane, vice-presidente del Comitato, oltre ad essere un oculista, è introdotto nel settore della Sanità e del sindacato di categoria, e potrà quindi contribuire a fornire tutte quelle indicazioni operative necessarie ai vari eventi. All’amico Angelo l’incarico di coordinare il gruppo e promuovere le varie iniziative in qualità di presidente.
Per completare il quadro, il Comitato ha preso altresì l’impegno di cooptare un altro componente oculista attivo nella ricerca oftalmica e la coordinatrice U.I.C.I. della Commissione regionale delle persone ipovedenti (o suo delegato) che fornisca consulenza sulla base delle sue esperienze personali e delle raccomandazioni che emergeranno dalla Commissione regionale stessa.
Al Comitato, a cui non farò mancare il mio sostegno ed appoggio per tutto ciò che vorrà intraprendere, auguro buon lavoro, con la certezza che le aspettative di tutti e di tutte non andranno deluse.

Campo scuola: si riparte!

Autore: Silvana Piscopo

Anche quest’anno l’U.N.I.Vo.C. di Napoli organizza il campo scuola che si svolgerà nel mese di Giugno presso l’OSTELLO COMUNALE in Via Roma , Civitella Alfedena – 04020 Campodimele (LT).
Si tratta di una struttura accessibile, collocata in contesto non solo salubre, ma ricco di opportunità ricreative e di curiosità culturali.
Sono ormai 16 anni che la sezione Provinciale di Napoli dell’U.N.I.Vo.C. attiva campi scuola, ci sono ragazzi che adesso sono uomini e donne e che vi hanno partecipato da bambini, e che ancora ne ricordano la piacevolezza e l’emozione provata le prime volte nel partire da soli, nell’apprendere i primi elementi di autogestione del vivere quotidiano senza la presenza protettiva dei genitori; è, questa, un’esperienza breve, ma salutare per la crescita, la socializzazione, lo stimolo a poter fare da soli ciò che spesso, per affetto, per istintiva iperprotettività, i genitori non permettono ai loro figli, soprattutto nell’età evolutiva, età che, al contrario, è la più adatta per apprendere ed acquisire comportamenti di sana e corretta autonomia di organizzazione.
é di tutto questo che si è parlato nel corso dell’incontro che l’U.N.I.Vo.C. di Napoli ha organizzato sabato 21 maggio alle 16:30 presso l’istituto “Paolo Colosimo” al quale hanno partecipato tutti i dirigenti dell’U.N.I.Vo.C.,
il Presidente della Sezione Provinciale di Napoli dell’U.I.C.I., Dott. Mario Mirabile, il circolo dei LIONS CLUB NAPOLI EUROPA “GIANPAOLO CAJATI”, finanziatore del campo scuola, un numero consistente di genitori, di ragazzi utenti del campo scuola, volontari che ne contribuiscono alla realizzazione, il Presidente Nazionale dell’U.N.I.Vo.C. Salvatore Petrucci che, da sempre e a tutt’oggi, ne è stato un tenace promotore.
E’ stato un pomeriggio intenso e partecipato: dopo il saluto e i ringraziamenti della Presidente, Prof.ssa Silvana Piscopo, agli intervenuti, ha preso la parola il Presidente del Lions Club Napoli Europa “Gianpaolo Cajati” che ha espresso parole di sincera stima per l’U.N.I.Vo.C. napoletana, ha testimoniato la concreta solidarietà di tutti i soci con il rinnovo del finanziamento del campo scuola da svolgere in giugno; è, poi, intervenuta la Prof.ssa Ottavia Grieco Cajati che, essendo la vera sostenitrice di questa esperienza ormai consolidata, ha invitato tutte le famiglie a farsi promotrici di una vera cultura di libertà per i ragazzi ciechi ed ipovedenti, perché i primi a dover riconoscere ai ragazzi il diritto a sviluppare capacità di indipendenza ed autonomia, devono proprio essere i genitori; tale concetto è stato ribadito ed ampliato, poi, dal Presidente dell’U.I.C.I. di Napoli, Dott. Mario Mirabile e dal Presidente Nazionale dell’U.N.I.Vo.C. Salvatore Petrucci.
L’incontro è, successivamente, stato dedicato alla lettura di una poesia scritta da Gianpaolo Cajati,
figlio della Prof.ssa Ottavia, il quale è deceduto all’età di soli 13 anni nel corso di un incidente stradale occorso al pullman che trasportava studenti di una scuola media napoletana in gita scolastica; un dolore immenso ed indicibile, dunque, per madre e padre i quali, invece di chiudersi in sé ed incupirsi, hanno deciso di dare e darsi attraverso tante azioni di solidarietà; la poesia, scritta dall’allora adolescente Gianpaolo, è stata letta dall’oggi adolescente Emanuela Cozzolino, una ragazza viva, vitale, appassionata di lettura, vincitrice del premio di lettura Braille indetto dalla nostra biblioteca nazionale per ciechi Regina Margherita di Monza.
Emanuela di oggi si è riconosciuta nel tredicenne Gianpaolo di ieri; si è emozionata, ci ha coinvolti tutti in un sentimento di profonda empatia, ci ha fatto riflettere sul senso della vita e della scomparsa; a Emanuela abbiamo augurato un felice presente e, soprattutto un futuro che corrisponda ai suoi desideri e al suo tenace impegno.
Come spesso accade, poi, sono stati proprio i ragazzi presenti a stemperare il clima carico di emozioni, di ricordi, un po’ anche di dolore pensando al lutto di Ottavia e il marito; ma i ragazzi hanno capito e si sono adoperati per fare posto al gioco della creatività, improvvisando canti, suoni, strofe di canzoni e di poesie; hanno chiesto di bere, di gustare qualche cosa di buono che, per la solerzia e generosità della segretaria Maria De Mieri, la buona volontà di qualche mamma operosa come Teresa Paragliola, Sandra Fernandez, i volontari, avevamo a portata di mano e di bocca.
Insieme per sorridere e augurarci un nuovo rivederci con pensieri costruttivi e voglia di mettere in comune quello che ciascuno di noi può dare e può fare.
Questo è stato il saluto che ha chiuso un pomeriggio di piacere e riflessione.
Silvana Piscopo

Club Italiano del Braille – Assemblea annuale: “Riscopriamo un tesoro”, di Antonio Quatraro

Autore: Antonio Quatraro

Il 29 aprile si è tenuta, in modalità on-line, l’Assemblea annuale dei Soci del Club Italiano del Braille, guidata dal suo Presidente Nicola Stilla.
Oltre a quasi tutti i soci fondatori, erano rappresentati i Consigli Regionali della Liguria e della Toscana, le sezioni di Cremona, Firenze, Lecco, Milano, Pavia, Sondrio e non sono mancati i soci privati, tre persone.
Dopo le operazioni di rito, la discussione si è concentrata sul concorso di lettura organizzato dalla Biblioteca Italiana per Ciechi “Regina Margherita” di Monza e sul concorso sul codice di lettura e scrittura Louis Braille “Un alfabeto a punti per leggere e scrivere. Utilità e universalità nell’era della tecnologia” indetto dal Club Italiano del Braille che, nella prima edizione, ha assegnato i premi a: Istituto comprensivo Fratelli Bandiera (Roma); Scuola Elementare Bargellini – Istituto Comprensivo A. Vespucci (Firenze); Istituto comprensivo Bevagna-Cannara (Perugia); Classe seconda Liceo Classico Istituto d’istruzione superiore “Raffaello Foresi“ (Portoferraio, LI).

Quando ci si appassiona, è ancora più difficile parlare diciamo “con le mani legate”, senza poter dare un cenno di intesa, un colpetto di gomito al vicino, senza poter commentare a bocca chiusa, insomma parlare da lontano. Eppure ha prevalso il desiderio di condividere, di portare ciascuno il proprio contributo, seguendo le regole della comunicazione a distanza.
Piscitelli e Stilla hanno lamentato la mancanza di concorrenti della scuola superiore, dovuto forse, come tutti abbiamo ipotizzato, anche al fatto che i vincitori di un concorso non possono gareggiare nelle edizioni successive, il che ovviamente diminuisce il numero dei concorrenti ma, sicuramente, anche ad un numero di persone che leggono in Braille che si riduce sempre di più.
Con soddisfazione abbiamo constatato che molti bambini stranieri imparano bene il Braille (un esempio per tutti Paolo, un bimbo cinese).
Piscitelli e Stilla, però, hanno messo il dito nella piaga, quando hanno detto che, negli anni, il 95 o anche il 98 per cento dei concorrenti dichiaravano di aver appreso il Braille non a scuola, ma attraverso i corsi dell’UICI o dagli educatori. Che scuola ci tocca ingoiare! Un insegnante di sostegno che non conosce il Braille è come un insegnante di lettere che non conosce l’italiano: così si è espresso Marco Condidorio, coordinatore della Commissione Nazionale Istruzione e componente della Direzione Nazionale UICI.
Tutti abbiamo insistito sull’urgenza di coinvolgere le nostre Sezioni, chiedendo uno sforzo in più, chiedendo che ciascuna di esse individui un referente per la promozione del Braille. Un referente a sua volta esperto del Braille, appassionato, innamorato del Braille, capace di diventare testimonial, capace di convincere insegnanti, famiglie, amministratori, sulle virtù di questo nostro talismano, che “da le ali al nostro pensiero”, che “ci fa toccare le parole”. Persino gli Americani, cioè il top del tecnologico, in un articolo apparso sul New York Times, sostengono che, senza una buona conoscenza del Braille, diminuiscono le opportunità di lavoro.
Piscitelli ha insistito sulla differenza fra conoscere i rudimenti del Braille e saperlo anche insegnare.
Angela Mazzetti ha svolto un intervento appassionato sui benefici della lettura, vero nutrimento dell’anima e su quanto sia importante quando si partecipa a conferenze, seminari, corsi, ecc., svolgere le proprie relazioni o i propri interventi leggendo testi Braille; era un piacere ascoltarla!
E’ stata un’ora e mezza di musica, a volte nei toni tristi, quelli del rimpianto per una perdita così importante per i nostri giovani, a volte con i toni dell’impegno e della voglia di rinascita, quando abbiamo definito le raccomandazioni finali alla nostra Direzione Nazionale ed agli enti collegati:
– individuare un referente per ogni Sezione, che si occupi di promuovere il Braille presso le famiglie, la scuola, presso le istituzioni, con la passione e la competenza di chi il Braille lo usa e lo apprezza;
– organizzare un incontro a livello nazionale di tutti i referenti territoriali del Braille per definire linee guida comuni affinché il Braille ritrovi la sua giusta e indiscussa dimensione ed importanza;
– realizzare la seconda edizione del concorso sul codice di lettura e scrittura Louis Braille “Un alfabeto a punti per leggere e scrivere. Utilità e universalità nell’era della tecnologia” in modo da sensibilizzare sempre di cui tutti gli operatori scolastici e gli stessi allievi;
– sostenere presso le scuole e le famiglie degli studenti non vedenti il concorso di lettura Braille che indice la Biblioteca Italiana per i ciechi “Regina Margherita” di Monza;
– sollecitare il Ministro affinché venga riattivata la circolare per l’adozione dei testi scolastici entro il mese di marzo;
– richiedere al Ministero che la conoscenza del Braille e della sua didattica rientri fra i requisiti indispensabili per ogni insegnante di sostegno a cui viene affidato un allievo cieco senza altre minorazioni;
– invitare, ancora una volta, tutte le strutture dell’Unione e degli Enti collegati ad iscriversi al C.I.B. quale gesto di solidarietà e di dimostrazione dell’importanza che il sistema Braille ha ancora per le persone cieche. Ad oggi solo 31 Sezioni risultano iscritte e, di queste, solo 16 hanno versato la quota sociale relativa al corrente anno; solo 10 Consigli Regionali risultano iscritte e, di questi 4 hanno versato la quota sociale del corrente anno.
Conclusioni
La storia del Braille è iniziata fra l’ostilità degli educatori. Oggi viviamo il paradosso che i primi fruitori lo disdegnano. Del resto il buono si apprezza solo quando è troppo tardi!

Museo Archeologico Nazionale di Napoli Adrian Tranquilli Giorni di un futuro passato Percorso tattile narrativo

Martedì 24 maggio alle ore 11.30 Adrian Tranquilli presenterà a un pubblico di persone con disabilità, soprattutto visiva, e di studenti dell’Università Suor Orsola Benincasa, alcune delle sue opere più significative in mostra al Museo Archeologico fino al 6 giugno.
L’iniziativa, promossa dal Servizio Educativo del Museo Archeologico Nazionale e dal Servizio di Ateneo per le Attività degli Studenti con Disabilità (SAAD) dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti e l’Unione Volontari pro Ciechi, rientra nelle attività della Rete dei musei accessibili Napoli tra le mani.
Adrian Tranquilli, superando divieti e stigmatizzazioni rispetto alla fruizione dell’opera d’arte, vuole sperimentare nuovi sistemi di conoscenza delle sue creazioni attraverso la narrazione, l’esplorazione aptica e il dialogo empatico con visitatori portatori di esigenze speciali.
L’itinerario di visita si presta a modalità altre di comunicazione, in cui la vista perde il primato nella percezione dell’arte, consentendo comunque al visitatore di coglierne il significato ed il valore estetico.
Le opere incluse nel percorso tattile narrativo sono collocate nelle diverse sale del Museo Archeologico e sono state selezionate in relazione alla loro capacità evocativa e suggestiva, alla possibilità di confronto tra arte classica e arte contemporanea, alla dimensione e alla qualità dei materiali.
L’incontro si colloca nell’ambito delle attività di ricerca azione promosse dal SAAD volte a collaudare e rafforzare strategie di fruizione e comunicazione dell’opera d’arte affinché il patrimonio culturale sia accessibile a tutti e si faccia volano di inclusione.
Le visite guidate continueranno fino al 6 giugno 2016 con prenotazione obbligatoria al SAAD.
Ufficio Stampa
Chiara Vigliotti +39 3409090008 / Angela Giuliano +39 3317559341
– studio@adriantranquilli.com

Ufficio Stampa e P.R. Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Ornella Falco, Vittorio Melini
+39 0814422275
ornella.falco@beniculturali.it mail to: ornella.falco@beniculturali.it
vittorio.melini@beniculturali.it mail to: vittorio.melini@beniculturali.it
Servizio di Ateneo per le Attività degli studenti con Disabilità (SAAD)
Maria Grazia Gargiulo, Carmela Pacelli
+ 39 081 2522371
saad.progetti@unisob.na.it

Toccare l’arte per apprendere per comunicare

24 Maggio 2016 – ore 9.30-13.00
Aula Volpi Via Milazzo 11 B, Università Roma Tre Dipartimento Scienze della formazione In collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero di Ancona e la casa editrice Armando Armando

Convegno di studio promosso dall’insegnamento di Pedagogia Speciale (Prof.ssa Bruna Grasselli) e Educazione degli adulti (Prof.ssa Gabriella Aleandri).
L’incontro è valido come tirocinio interno per tutti gli studenti dei Corsi di laurea del Dipartimento di Scienze della Formazione.

9,30 – Registrazione degli studenti
PROGRAMMA

Ore 10.00-13.00

Saluti

Prof.ssa Lucia Cajola – Direttrice del Dipartimento di Scienze della Formazione, Università Roma TRE Prof.ssa Anna Maria Favorini – Delegata del Rettore per il disagio, Università Roma TRE

RELATORI

Prof.ssa Bianca Spadolini, Prof. Ordinario Pedagogia generale e sociale, Università Roma TRE Prof.ssa Gabriella Aleandri, Prof. Associato di Pedagogia generale e sociale, Università Roma TRE Dott.ssa Gabriella Cetorelli, Direttore Servizio Progetti Speciali- Dir. gen. Musei – MiBACT Dott.ssa Simonetta Baroni, Uff. Didattica Macro-Area Università e Accademia – Progetti Speciali Dott.ssa Isabella Puccini, Polo Museale Fiorentino Prof.ssa Bruna Grasselli, Prof. Associato di Didattica e Pedagogia speciale, Università Roma TRE Angelina Pimpinella, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Felice Tagliaferri, Scultore, Direttore Scuola “La Chiesa dell’Arte”
Prof. Aldo Grassini, Presidente del Museo tattile statale Omero di Ancona, presenta il
volume: Per un’estetica della tattilità. Ma esistono davvero arti visive? Roma, Armando Editore.

CONCLUSIONI
Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana Banchina Giovanni da Chio 28 Ancona www.museoomero.it #museoomero tel. 0712811935 – info@museoomero.it seguici su Facebook, Twitter, Instagram, Google+, Youtube

Il Museo Omero a Roma Martedì 24 maggio – Università Roma Tre – presentazione ultimo saggio di Aldo Grassini

Convegno toccare l’arte per apprendere per comunicare
24 maggio 2016 – ore 9.30-13.00 Aula Volpi – Via Milazzo 11 B
Università Roma Tre Dipartimento scienze della formazione
In collaborazione con il Museo tattile statale Omero di Ancona e la casa editrice Armando Armando
Convegno di studio promosso dall’insegnamento di Pedagogia Speciale (Prof.ssa Bruna Grasselli) e Educazione degli adulti (Prof.ssa Gabriella Aleandri).
L’incontro è valido come tirocinio interno per tutti gli studenti dei Corsi di laurea del Dipartimento di Scienze della Formazione.

PROGRAMMA
9,30 – Registrazione degli studenti
Ore 10.00-13.00
Saluti
Prof.ssa Lucia Cajola Direttrice del Dipartimento di Scienze della Formazione, Università Roma TRE
Prof.ssa Anna Maria Favorini – Delegata del Rettore per il disagio, Università Roma TRE
RELATORI
Prof.ssa Bianca Spadolini, Prof. Ordinario Pedagogia generale e sociale, Università Roma TRE
Prof.ssa Gabriella Aleandri, Prof. Associato di Pedagogia generale e sociale, Università Roma TRE
Dott.ssa Gabriella Cetorelli, Direttore Servizio Progetti Speciali- Dir. gen. Musei – MiBACT
Dott.ssa Simonetta Baroni, Uff. Didattica Macro-Area Università e Accademia – Progetti Speciali
Dott.ssa Isabella Puccini, Polo Museale Fiorentino
Prof.ssa Bruna Grasselli, Prof. Associato di Didattica e Pedagogia speciale, Università Roma TRE
Angelina Pimpinella, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
Felice Tagliaferri, Scultore, Direttore Scuola “La Chiesa dell’Arte”
Prof. Aldo Grassini, Presidente del Museo tattile statale Omero di Ancona, presenta il volume:
Per un’estetica della tattilità. Ma esistono davvero arti visive? Roma, Armando Editore.
Conclusioni

Scenari interiori – Luci Ombre Sensazioni 21 e 22 maggio 2016

Il 21 maggio, per NOTTE DEI MUSEI, il Museo Tattile Statale Omero, dalle ore 21 fino alle 24, propone un’esperienza unica nel suo genere per riscoprire un contatto diretto con l’opera d’arte.

I visitatori saranno introdotti ad un percorso fatto di luci, ombre e sensazioni lungo il quale incontreranno le opere di alcuni scultori presenti in collezione: Michelangelo, Bernini, Tagliaferri, Annibali e Demetz. Cinque installazioni basate su altrettante opere, così da creare un itinerario multisensoriale, lungo il quale lo spettatore sarà chiamato ad interagire con la scultura tramite il proprio corpo.

L’esperienza sarà ripetuta domenica 22 maggio, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16 alle 19 in occasione di GRAN TOUR MUSEI MARCHE 2016.

Ingresso libero al Museo e attività gratuita.

A cura delle volontarie del Servizio Civile Nazionale Vanessa Fanelli e Francesca Santi e in collaborazione con i Volontari del Servizio Civile Regionale Garanzia Giovani 2016 – 2017: Thomas Giovagnoli, Ilaria Mazzieri, Giovanna Tadeu, Alessia Tronto.

Info
Gruppi di massimo 15 persone alla volta. Non è richiesta la prenotazione.

Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana Banchina Giovanni da Chio 28 Ancona www.museoomero.it #museoomero #marcheinaday #grandtourmuseimarche2016 #destinazionemarche #ndm2016.
tel. 0712811935 – info@museoomero.it
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Locandina Grand Tour Musei 2016

Locandina Grand Tour Musei 2016

Irene Manzi e Roberto Rampi in visita al Museo Omero

Ancona 16 maggio 2016 – Oggi in visita al Museo Tattile Statale Omero due deputati del Parlamento italiano, Irene Manzi e Roberto Rampi, entrambi impegnati nella VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE) e attori principali nel rifinanziamento del Museo. Il Presidente Aldo Grassini, e la moglie Daniela Bottegoni, hanno accompagnato gli onorevoli nelle sale del Museo, nell’area laboratorio e negli spazi destinati al nuovo allestimento, nonché svelato i segreti del Braille. Un piacevole incontro che ha visto tutti concordi sull’importanza di un approccio multisensoriale all’arte e sulla vocazione educativa dei musei.

Manzi Bottegoni Grassini Rampi

on.le Irene Manzi Daniela Bottegoni prof. Aldo Grassini on.le  Roberto Rampi al Museo Omero

L’ultima novità della Tiflologia italiana: “il “Network per l’Inclusione Scolastica”, di Gianluca Rapisarda

C’è aria di novità per la Tiflologia in Italia. Lo dimostra il recente primo “storico” incontro del “Network per l’Inclusione Scolastica”, tenutosi a Roma, lo scorso 4 Maggio, presso la sede del Centro di Documentazione Tiflologica della nostra Biblioteca per i ciechi.
La nascita del “Network” è stata deliberata dal coordinamento dei nostri Enti, su proposta del Presidente Nazionale dell’UICI Mario Barbuto, nella riunione del 30 Marzo u.s. Esso costituisce una vera e propria “rete” tra tutti i nostri centri di consulenza tiflodidattica, gli Istituti per ciechi più rappresentativi in Italia (Genova, Milano, Trieste, Bologna, Assisi e Roma), le sedi provinciali dell’I.Ri.Fo.R., nonchè le Facoltà di Scienze della Formazione ed i CTS territoriali interessati. La sua istituzione è stata ispirata dalla nostra forte consapevolezza di dover scongiurare a tutti i costi tentativi maldestri di anacronistici e pericolosi ritorni a “fantomatiche” scuole speciali per bambini ciechi e che l’attuale sistema del sostegno scolastico, a quarant’anni dalla 517, ha bisogno assoluto di un supporto.
L’attivazione del “Network dell’Inclusione” era indifferibile e necessaria perché, a nostro modesto avviso, il vero “male scolastico” del sistema del sostegno destinato ai disabili visivi italiani è consistito nel fatto che l’Unione ed i suoi Enti collegati hanno avuto finora a disposizione tante risorse, ma che tali risorse non sono state quasi mai collegate tra di loro ed utilizzate con una “visione” d’insieme.
Pertanto, con la “messa in rete” delle strutture di cui sopra e con la costituzione del sopracitato “network per l’Inclusione Scolastica”, le principali Organizzazioni dei disabili visivi italiani intendono porre fine a tale “scolleganza” tra i nostri Enti, provvedendo ad un più equo e razionale utilizzo delle nostre risorse sul territorio, fornendo finalmente una più adeguata ed idonea formazione a tutti gli operatori che, a vario titolo, si occupano di sostegno e, soprattutto, assicurando una migliore e più efficace inclusione scolastica ai ragazzi minorati della vista nella scuola di tutti.
Parafrasando una celebre frase di Giuseppe De Rosa, io direi che occorrono “Istituzioni pro ciechi nuove per i tempi nuovi”.
E proprio questo spirito rigeneratore dovrà caratterizzare tale nuovo “Network per l’Inclusione Scolastica”, il quale potrebbe dunque configurarsi come il terzo momento della Tiflologia italiana, e cioè come il momento del “rilancio”, dopo quello romantico di Valentin Haüy e quello metodologico di Augusto Romagnoli.
Solo esercitando tale rinnovato ruolo, le nostre Istituzioni potranno continuare a sostenere i ciechi nella lotta per il raggiungimento di quella identità che, nel rispetto della loro diversità da cui non dovranno più essere costretti a faticose mimetizzazioni e nel ritrovato valore positivo dell’alterità, li ponga nella condizione di affrontare il “cimento della vita ”non contro gli altri, né sugli altri, ma serenamente insieme con gli altri.
Questo rinnovato impegno non vuole riprendere ruoli ormai superati, ma offrire in chiave attuale nuovi servizi; il “Network per l’Inclusione Scolastica ”non si propone di surrogare compiti che sono propri della scuola, ma prospettare strumenti e azioni complementari, frutto di progetti capaci di sviluppare le maggiori sinergie possibili.
Le storiche Istituzioni dei Ciechi italiani devono tornare ad essere protagoniste, fortemente collegate al mondo della formazione, a quello dell’università e a quello dell’imprenditoria, come elementi strutturali di un grande disegno – di cui l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti è regista e attore principale – che ha l’obiettivo di fornire a tutti i ciechi e agli ipovedenti italiani percorsi formativi d’eccellenza omogenei in tutto il Paese.
Uniformità quindi, ma mai a danno della qualità che deve essere garantita ovunque, dal nord al più piccolo paesino del meridione, attraverso la rete capillare di soggetti costituita dagli Istituti storici, dai Centri di Consulenza e dalle strutture territoriali dell’I.Ri.Fo.R. Ciò potrà garantire il superamento delle distanze geografiche e delle disparità economiche.
Basta dunque agire per compartimenti stagni. Tutte le nostre Istituzioni devono aprirsi e, così come avviene già in alcune realtà, promuovere convenzioni e relazioni con gli Uffici scolastici regionali e con le università, in un interscambio fruttuoso per tutte le parti in gioco.
Per le università, ad esempio, e in particolare per le facoltà di scienze della formazione, sarebbe prezioso poter ricorrere alla comprovata preparazione di esperti tiflopedagogisti, per i quali si dovrebbe ritornare a discutere del riconoscimento giuridico della professione.
Infatti, in seguito al declino dell’Istituto Romagnoli di Roma ed a causa della mancata attuazione della legge 69 del 2000 che ne avrebbe finanziato la rinascita e riapertura, c’è una certa urgenza di ridefinire il percorso formativo ed il profilo professionale del tiflologo. Paghiamo cioè lo scotto della mancanza di una vera e propria generazione di esperti di Tiflologia, a cui il “network” deve necessariamente porre rimedio, pensando all’istituzionalizzazione di una nuova “figura” professionale più al passo con i tempi e più idonea e preparata a favorire l’inclusione scolastica dei ragazzi privi della vista del terzo millennio.
Tale “mission”, d’altra parte, si presenta certamente come non facile poiché quello del tiflologo è un profilo professionale obiettivamente difficile da definire, trattandosi di un esperto con competenze psicologiche, ma anche pedagogiche, educative e sociologiche. Per non parlare dei “famosi” assistenti alla comunicazione, istituiti dalla legge 104, che non si sono ancora radicati come “figure” del sostegno su tutto il territorio nazionale e comunque, laddove operano già, hanno una formazione lacunosa ed improvvisata, svolgendo alla fine solo un ruolo di informazione e non di comunicazione.
Al fine di superare queste difficoltà e nell’intento di creare tale nuovo profilo professionale, Il nostro Presidente Mario Barbuto, il componente la Direzione Nazionale dell’UICI Marco Condidorio ed il Direttore centrale dell’I.Ri.Fo.R. Luciano Paschetta hanno voluto fortemente organizzare insieme l’innovativo e “lungimirante master universitario in Typhlology Skilled Educator (esperto in scienze tiflologiche), avente il patrocinio dell’I.Ri.Fo.R. centrale. Tale Master, da esperienza “pilota” nel Molise, va generalizzato ed esteso in tutta Italia, diventando con i dovuti aggiustamenti ed adattamenti da parte del “Network”, il modello formativo di riferimento a livello nazionale.
Il Typhlology Skilled Educator potrebbe trovare impiego nei nostri “centri di consulenza tiflodidattica”, nei CTS come responsabile degli “sportelli tiflologici” (la cui apertura il “Network dell’Inclusione” dovrà pretendere) e nelle scuole come “figura” di supporto al “contesto” per promuovere un autentico processo inclusivo degli studenti non vedenti ed ipovedenti.
Si tratta di elaborare delle linee guida di un servizio che i diversi Enti dovranno fornire e i criteri valutativi per la sua verifica.
A tal proposito i punti essenziali su cui dovrà lavorare il nostro “Network per l’Inclusione Scolastica” sono i seguenti:
Elaborazione delle linee guida per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità visiva
Elaborazione di un Protocollo da sottoporre al MIUR ed ai suoi “organi” periferici, ma anche ad Istituzioni ed Enti locali
Elaborazione dei parametri di valutazione dei servizi
Formazione professionale.
Il nostro ambizioso obiettivo è di stipulare una Convenzione con il MIUR entro la fine dell’estate, perché il nuovo organismo del ”network dell’inclusione” venga accreditato e riconosciuto ufficialmente dal Ministero e godere dunque di una sua “autorevolezza” anche nel mondo universitario e della ricerca e nel sistema educativo e formativo italiano.
Solo con un progetto di sistema, guidato da quelle realtà che negli ultimi cento anni si sono occupate di educazione, formazione ed inserimento professionale dei disabili visivi (UICI, Federazione Pro Ciechi, Biblioteca per i ciechi, I.Ri.Fo.R. ecc.), sviluppato però in modo integrato con il MIUR e con l’intero contesto della formazione e dell’istruzione, il “tiflologo”, uscendo dal limbo e dall’”indefinito” che oggi lo caratterizzano e diventando l’“esperto nelle scienze tiflologiche”, potrà aspirare ad avere un ruolo riconosciuto dall’intera comunità scientifica .
Ma soprattutto, è proprio “facendo rete”, che il nostro “Network” potrà riuscire a fugare pericolosi tentativi di ritorni anacronistici alle scuole speciali, garantendo veramente accoglienza ed inclusione a tutti gli alunni con disabilità visiva e, cosa ancor più nobile, contribuendo a far risplendere la “luce” della Tiflologia in Italia!