Irifor – Non c’è più tempo, di Giuseppe Bilotti

Autore: Giuseppe Bilotti

Si parla spesso di “persone con particolari necessità”, con questo non si vuole intendere particolari necessità di comunicazione, bensì necessità di speciali mezzi, strumentazioni, servizi e conoscenze per colmare i normali bisogni di comunicazione tra strutture che tutelino le persone.
Il nostro tempo si sta delineando sempre più come il tempo della comunicazione globale: le risorse tecnologiche a disposizione sembrano azzerare i limiti tradizionali delle attività umane.
E’ assolutamente necessario, però, che i vantaggi arrivino a tutti e che tutti possano usufruire dell’abbattimento di tali barriere, e affinché ciò si verifichi occorre uno sforzo di carattere culturale che riconosca pari opportunità per tutti.
E’ dunque necessario definire, in termini operativi, il rapporto tra alcuni tipi di svantaggi ed il possibile aiuto che può derivare da opportuni ausili e azioni, al fine che tutti possano essere raggiunti dall’informazione e dalla formazione. In tal senso vale la pena ricordare il concetto di svantaggio.
Uno svantaggio insorge qualora la disabilità interferisca nelle aspettative della persona condizionando qualche aspetto della vita quotidiana. Nella prevenzione degli svantaggi conseguenti all’anzianità od alla disabilità visiva nel nostro caso, concorrono in modo determinante due fattori esterni:
il miglioramento dell’accessibilità alla cultura della sicurezza e della protezione civile e dell’informazione, tenendo conto delle esigenze imposte dalla disabilità;
l’adozione di appositi strumenti, detti di transcodifica, come la formazione e la conoscenza, che sono concepiti per consentire alla persona che non vede o che vede poco di fare ciò che altrimenti non potrebbe, o di farlo con minore sforzo o dispendio di energia, oppure di farlo in modo più immediato o psicologicamente più accettabile.
Entrambi i fattori offrono un contributo determinante al recupero dell’autonomia intesa come capacità di svolgere attività corrispondenti alle proprie aspettative, aumentando la propria libertà decisionale.
Di conseguenza avendo una chiara conoscenza dei gradi di limitazione funzionale, e quindi delle patologie ad essi riconducibili, occorre esaminare le azioni richieste per gestire determinati azioni in casi di trasformazione del territorio in caso di calamità per la sicurezza individuale.
Gli strumenti di formazione e di nuove ricerche nel settore della protezione civile sono
fondamentali al raggiungimento di due aspetti dell’autonomia personale:
1. la comunicazione tramite la formazione, ossia la possibilità di recepire da altre fonti di informazione;
2. il controllo dei propri strumenti di conoscenza culturale, ossia la possibilità di gestire in base alle proprie decisioni i mezzi d’informazione che occorrono per svolgere determinate attività e per utilizzare il tempo in modo corrispondente alle proprie azioni.
Spesso non è possibile operare una divisione rigida tra i sistemi d’informazione e di comunicazione: in molti casi le due funzioni si integrano ed in ogni caso l’approccio alla conoscenza è identico.
Mettere un soggetto svantaggiato in condizione di integrarsi nella realtà sociale trasformata da una calamità significa non soltanto contrastare una situazione negativa in atto, ma evitare il suo incremento.
Abilitare significa eliminare barriere, semplificare procedure, facilitare, porre il soggetto, con tutti i suoi esiti minorativi, in condizione di espletare un compito che le sue sole forze non saprebbero condurre a termine.
Abilitare non equivale a guarire: la situazione resta qual è ma i suoi deficit possono essere, più o meno brillantemente, aggirati e così superati.
In questo campo della protezione civile per persone con difficoltà qualcosa è già stato fatto ed ancora più verrà realizzato: si tratta infatti di una questione puramente di ricerca ed un sistema di formazione globale che offre, la presenza di un numero cospicuo di questi strumenti conoscitivi.
E’ evidente che, in questo caso non si tratta di “abilitare”, ma bensì di “riabilitare”, ossia di modificare la linea di sviluppo attivando certe competenze da un lato ed evitando la cascata di conseguenze negative dall’altro.
Per questo motivo l’I.Ri.Fo.R. Nazionale ha creduto e puntato sulla ricerca e sulla conoscenza di nuove prassi con il progetto di Protezione civile “Noi e 2.0 e la protezione civile e la natura interattiva” al fine che tali studi e ricerche diventino strumenti attivi per la protezione delle persone che non vedono, dove la loro sicurezza e la loro persona sono tutelati nella piena autonomia e le strutture pubbliche abbiano la conoscenza di buone prassi in un mondo sempre più globalizzato e al passo del nostro tempo.

Irifor del Trentino – Settembre 2017: Dark a Mattarello

Sabato 2 (dalle 17 alle 21) e domenica 3 settembre (dalle 15 alle 21) Dark on the Road Tiflosystem vi aspetta alla Sagra dei Santi Anzoi per provare l’esperienza del bar al buio!

Dal 02/09/2017 al 03/09/2017
Sagra dei Santi Anzoi
Sabato dalle 17.00 alle 21.00 e domenica dalle 15.00 alle 21.00 il bar al buio Dark on the Road della Cooperativa Irifor del Trentino vi aspetta al parco di Mattarello in occasione della Sagra dei Santi Anzoi.
Entrare nella più completa oscurità, guidati da camerieri ciechi e ipovedenti, per conoscere la disabilità visiva e riscoprire il potere degli altri sensi.

L’Irifor e l’autonomia – “Un cane per amico”, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Quando per il secondo anno è arrivata all’Istituto la proposta della Commissione Cani guida di realizzare una seconda edizione del raduno per possessori di cani guida e per coloro che stanno pensando di accoglierne uno, abbiamo accolto con gioia la proposta perchè siamo convinti che l’autonomia di chi non vede sia più che mai importante e quella che assicura il nostro amico a quattro zampe è, per tanti aspetti, insuperabile.

Il cane si integra con il suo conduttore e il conduttore si integra con il suo cane creando un connubio mirabile.

Ci auguriamo che l’esperienza si possa ripetere anche in altri luoghi del nostro paese ma soprattutto che possa proseguire per molti anni.

Qui di seguito riportiamo la relazione conclusiva del secondo campo, così come predisposta da chi ha coordinato il campo.

Ringraziamo i cagnoni e quanti hanno lavorato per la buona riuscita di questa seconda esperienza e tutti coloro che vi hanno partecipato.

 

RELAZIONE FINALE CAMPO ESTIVO CON CANI GUIDA

Codice identificativo: n. 25/17.

Dal 1 al 10 agosto 2016 presso Casa Fontane a Barcis (Pn) si è svolto il campo estivo con i cani guida per ciechi, giunto alla sua seconda edizione. L’iniziativa è nata ed è promossa con convinzione dalla commissione nazionale U.I.C.I. dedicata ai cani guida, pensata come momento di confronto per utilizzatori e futuri utilizzatori di quattro zampe come guide e non ultimo, come occasione di svago e gioco per i cani stessi.

Al campo hanno preso parte 9 possessori di cane guida e 4 futuri possibili utilizzatori di questo aiuto alla libera mobilità (2 di loro hanno già formalizzato richieste in tal senso), provenienti da varie regioni d’Italia, di età compresa tra i 16 e i 70 anni.

Il campo è stato guidato da personale docente composto da 4 istruttori di orientamento e mobilità ed autonomia personale, di cui 2 sono in aggiunta anche addestratori di cane guida per ciechi. Oltre a questi operatori, hanno rafforzato l’equipe docente anche due componenti della commissione cani guida U.I.C.I., che hanno alternato la loro presenza (5 giorni a testa), sostenendo direttamente le proprie spese di partecipazione, coadiuvando il coordinamento delle attività e dei momenti di condivisione in gruppo, mescolandosi ai partecipanti per mettere in comune le loro esperienze e conoscenze.

Fin dall’inizio c’è stata molta cura nella creazione del gruppo, è stato dedicato tempo alla presentazione dei singoli partecipanti, all’esposizione delle proprie aspettative, difficoltà e ed esigenze, capacità di mobilità autonoma con il cane e con altri ausili. Una volta messe le basi attraverso la reciproca presentazione di partecipanti ed operatori, sono iniziate le attività: conoscenza del paese di Barcis, esplorazione della Val Cimoliana attraverso escursione intorno al lago di Barcis e nella foresta del Prescudin, raggiungimento e ristoro presso la malga Pian Piagnon e la visita del Museo accessibile della Civiltà Montana con esplorazione tattile di flora e fauna locale, oltre ad oggetti lignei dei secoli scorsi.

Quotidianamente si sono tenuti incontri di gruppo sia strutturati che meno formali, inseriti anche nelle attività di movimento all’esterno, in cui le persone che già si avvalgono dell’aiuto del cane guida si confrontavano tra loro sulle difficoltà e con chi ancora non ha fatto questa esperienza, spaziando su vari aspetti: come comportarsi nella relazione con il cane e con il mondo esterno alla coppia cieco/cane (famiglia, amici, estranei),  come si porta un cane a guinzaglio e in guida, come si gestisce quando è libero, come si spazzola, come si asciuga, sessioni di esercizi di obbedienza, richiamo e gioco, come affrontare le difficoltà di accesso ai diversi luoghi della vita quotidiana in compagnia della propria guida.

I cani inoltre hanno avuto numerosi momenti di svago, liberi da guinzagli e pettorine, tramite la possibilità di tuffarsi indisturbati nel lago di Barcis, situato a pochi metri dall’uscita della struttura ospitante, dando vita a parentesi di allegria e gioco collettivo per gli animali.

In merito ai 4 partecipanti in attesa di avere un cane guida, sono stati riservati momenti individuali di lavoro con l’ausilio del bastone bianco, poi messi alla prova e raffinati durante le escursioni e le passeggiate, così che tutte le persone con disabilità visiva hanno potuto camminare in autonomia apprezzando il valore di questa riacquisita libertà. Durante alcune escursioni i non vedenti che si avvalgono del cane guida da maggior tempo, hanno permesso in loro presenza che i propri cani guidassero coloro che ancora non hanno potuto sperimentare questo ausilio, consentendone una prova in prima persona utile a future scelte.

Sono state inoltre proposte ulteriori attività di autonomia, collegate in modo meno diretto con il cane guida: escursione a bordo di un quad con una guida vedente, momento in cui alcune persone cieche hanno guidato loro stesse il quad su rettilinei grazie alle indicazioni degli autisti dei mezzi; inoltre lle acque del lago di Barcis hanno permesso un giro con kayak monoposto durante il quale le persone non vedenti pagaiavano autonomamente seguendo i suggerimenti dei canoisti rimasti a  riva; infine si è tenuta la visita di una forra in mezzo al lago, raggiunta grazie ad un gommone.

A conclusione del campo, anche quest’anno, sono stati fotografati tutti i nove cani presenti, i quali al comando “Resta!” stavano affiancati, chi seduto chi a terra, sulla riva del lago di Barcis e, al successivo richiamo, hanno fatto esplodere un’eccitazione incontenibile, manifestando insieme la nostra e la loro gioia.

Dalla condivisione finale è scaturita la richiesta di ripetere esperienze similari anche durante l’inverno e nei prossimi anni, permettendone l’accesso anche a chi vi ha già preso parte, non solamente riservandole a chi manifesti interesse a partecipare per la prima volta

Questo campo estivo è stato molto utile perché ha rappresentato una nuova importante occasione di incontro, reciproco confronto e crescita per chi utilizza quotidianamente il cane guida per muoversi, per chi ha voglia di conoscere tale possibilità di mobilità e per chi lavora con competenza e passione per l’addestramento di questi meravigliosi animali, con lo scopo di accrescere la qualità della vita di ogni persona con disabilità visiva.

Ada Ammirata, Elena Ferroni

componenti Commissione Cani guida U.I.C.I.

In campo la dis-abilità: soggiorno estivo riabilitativo – ricreativo per ragazzi con disabilità visiva con minorazioni aggiuntive

L’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione (I.Ri.Fo.R.) – Consiglio Regionale del Lazio (ONLUS), ente accreditato ed emanazione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti del Lazio, svolgerà un campo estivo denominato “IN CAMPO LA DIS-ABILITÀ: SOGGIORNO ESTIVO RIABILITATIVO – RICREATIVO PER RAGAZZI CON DISABILITÀ VISIVA CON MINORAZIONI AGGIUNTIVE”, in collaborazione con il Centro Regionale Sant’Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi di Roma. I tre enti in questione finanzieranno quasi interamente il soggiorno (una quota è a carico dei partecipanti). Il suddetto campo avrà una durata di 7 giorni e si svolgerà dal 23 al 30 Luglio 2017, presso la nostra struttura “Centro Ferie Salvatore”, sita in San Felice Circeo (LT).
L’iniziativa è rivolta ad un numero massimo di 10 adulti ciechi pluriminorati residenti nel Lazio e per questi utenti, dai bisogni complessi, data la presenza, nella loro stessa persona, di più patologie gravi, sono state programmate dall’Istituto attività “su misura” che vanno dalla terapia e riabilitazione in acqua, alla musicoterapia, per poi passare all’ informatica per ciechi pluriminorati, laboratori di orientamento spazio temporale e artistico espressivi.
Per l’occasione, In data 28/07/2017, alle ore 18:00, presso il “Centro Ferie Salvatore” di San Felice Circeo, vi sarà un incontro tra i rappresentanti del Comune di San Felice Circeo, le famiglie dei nostri ragazzi, il Presidente Regionale del Lazio dell’I.RiFo.R. e dell’UICI, Claudio Cola, il Presidente della Sezione Provinciale di Latina dell’UICI, Carlo Carletti, e il Presidente del Centro Regionale Sant’Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi, Amedeo Piva, per mettere in risalto una nuova ed importante iniziativa rivolta alle persone affette da cecità e disabilità aggiuntive. Nell’occasione verrà organizzato un aperitivo sulle terrazze del Centro.

 

Irifor – Bando Campi educativi riabilitativi estivi anno 2017: regole per la conclusione e la rendicontazione delle attività

In relazione all’esigenza di sostenere le strutture regionali e provinciali dell’I.Ri.Fo.R. impegnate nella realizzazione dei Campi educativi riabilitativi estivi per l’anno corrente, si richiamano le regole riguardanti la conclusione e la rendicontazione delle attività secondo quanto previsto dal Comunicato n.12/2017.

a) Documentazione da inviare per la liquidazione del saldo del finanziamento
A conclusione delle attività riabilitative, il saldo sarà erogato previa presentazione a questa Sede nazionale dei seguenti documenti:
a) Relazione conclusiva del coordinatore dell’iniziativa riabilitativa;
b) Nota dei dati sintetici;
c) Questionari di valutazione (a cura dei formatori/operatori);
d) Questionari di gradimento (a cura dei partecipanti). Nel caso di iniziative che coinvolgano soggetti con pluriminorazioni, può essere omesso l’invio di tali questionari.

A completamento di quanto indicato potrà rendersi utile l’invio, da parte di ogni sede organizzatrice, di note descrittive (capacità ricettive, servizi dedicati, logistica, comodità dei collegamenti ecc.) inerenti la struttura prescelta per lo svolgimento del proprio Campo riabilitativo estivo.
L’indicazione di aspetti positivi ed, eventuali, aspetti critici riscontrati potrà costituire un valido supporto nell’individuazione di sedi adeguate per lo svolgimento dei Campi estivi nelle prossime annualità.
La raccolta dei dati pervenuti, infatti, consentirà di costituire una specifica di banca dati da pubblicare sul sito web dell’Istituto a beneficio di tutte le strutture interessate.

Tale documentazione dovrà essere inviata alla Sede nazionale avvalendosi di posta elettronica certificata da recapitare al seguente indirizzo:
archivio@pec.irifor.eu

b) Documentazione da conservare presso le strutture interessate
In considerazione della recente sottoposizione dell’operato dell’I.Ri.Fo.R. alla vigilanza del Ministero del Lavoro, le strutture destinatarie dei cofinanziamenti della Sede nazionale sono obbligate a raccogliere e conservare tutta la documentazione in grado di dare evidenza dell’avvenuta realizzazione delle attività e, di conseguenza, delle spese sostenute.
In particolare dovranno essere acquisiti agli atti e conservati:
1. gli atti di nomina delle figure operative coinvolte insieme all’attestazione degli avvenuti pagamenti delle loro prestazioni;
2. le fatture intestate alla sede I.Ri.Fo.R. riferibili alle spese di vitto e alloggio e di assicurazione;
3. i titoli di viaggio in originale;
4. il registro delle presenze giornaliere dei partecipanti e degli animatori/istruttori/riabilitatori, con l’indicazione puntuale delle attività svolte da ciascuno e dell’orario nel quale si sono svolte le diverse iniziative riabilitative;
5. i questionari di valutazione e di gradimento in originale.
6. certificazione ufficiale della condizione di pluriminorazione grave dei partecipanti (solo per le iniziative riguardanti tali utenti).

Corso formativo “la via del benessere e della guarigione”

L’IRIFOr (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) della Lombardia, su proposta della Coordinatrice della Commissione Regionale Massofisioterapisti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Mirella Gavioli, propone il corso formativo dal titolo “La via del benessere e della guarigione”.
Il Corso, della durata di 40 ore, si rivolge non solo a professionisti sanitari (fisioterapisti e possessori di titoli equipollenti, massofisioterapisti, personale infermieristico), ma anche a tutti coloro che intendano acquisire competenze professionali e personali nell’ambito della gestione dell’ansia, dello stress e del burn-out al fine di migliorare la propria relazione d’aiuto nella professione o in vista di una migliore gestione degli stati emotivi personali.
Il corso è aperto ad un numero massimo di 25 partecipanti, ma la sua realizzazione è subordinata al raggiungimento di un numero minimo di adesioni pari a 20.
Il corso prevede complessivamente 40 ore di didattica teorico-pratica suddivise in 2 moduli da 20 ore ciascuno.
– SEDE DI SVOLGIMENTO
Milano, via Mozart 16 (Sede dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della Lombardia)
– DATE E ORARI
• 1° MODULO
venerdì 27 ottobre: dalle 8.45 alle 18.30
sabato 28 ottobre: dalle 8.45 alle 18.30
domenica 29 ottobre: dalle 8.45 alle 13.30
• 2° MODULO
venerdì 24 novembre: dalle 8.45 alle 18.30
sabato 25 novembre: dalle 8.45 alle 18.30
domenica 26 novembre: dalle 8.45 alle 14.00

PROGRAMMA DIDATTICO
Il corso, attraverso metodologie innovative basate su respiro, suoni, movimenti, tecniche mentali, tecniche di counceling tecniche di coaching, tecniche psicologiche,tecniche di pensiero positivo, e applicazione delle nuove scoperte delle neuroscienze, consente di ritrovare uno stato di benessere, sciogliere tensioni, allentare lo stress, recuperare più velocemente dai traumi fisici e psichici, ottenere una tranquillità di fondo e l’energia necessaria ad affrontare le piccole e le grandi avversità della vita e delle problematiche di salute, sia per i pazienti che per gli operatori. Un operatore stressato non è in grado di svolgere al meglio le sue funzioni e un paziente stressato non è in grado di procedere verso la guarigione e/o il miglioramento della patologia.
Lo stress e l’ansia non sono di per sé stati emotivi negativi: permettono di proteggerci dalle minacce esterne preparandoci all’azione, o di agire al meglio di noi stessi per affrontare una situazione o un’attività importante. Ci consentono, inoltre, di impegnarci al meglio nell’affrontare le varie attività quotidiane, i processi di guarigione e i compiti che svolgiamo e che dobbiamo portare a termine spesso con e per gli altri.
Tuttavia, può accadere che lo stress e l’ansia diventino così forti da trasformarsi in un blocco per le nostre capacità e per la possibilità di guarigione oppure creare uno stato di allarme esagerato rispetto alla situazione reale, o senza un motivo apparente.
Ognuno di noi risponde allo stress con modalità differenti che possono portare ad accentuare l’ansia; per questo è importante conoscere il proprio modo di affrontare gli eventi della vita.
Nel corso dell’ evento formativo, si acquisiranno: metodi semplici ed efficaci finalizzati alla presa di coscienza di convinzioni, atteggiamenti e abitudini che influenzano il diverso modo di vivere e di reagire ai problemi. Si apprenderanno tecniche per favorire il processo di guarigione del paziente, ed il miglior mantenimento delle abilità professionali dell’operatore sanitario.
Fortunatamente, le abitudini possono essere spezzate, imparando ad esercitare una maggiore consapevolezza del proprio corpo e dei propri stati mentali. Non si tratta quindi soltanto di imparare qualche esercizio meramente tecnico, una sequenza di movimenti o un modo di respirare da attuare ogni tanto, ma un modo più funzionale di vivere, di essere presenti a se stessi nella quotidianità e nella propria professione.
Le tecniche di rilassamento che verranno insegnate sono caratterizzate dalla facilità d’uso e dall’applicabilità in ogni contesto, risultando utilizzabili anche in presenza di altri, in quanto non osservabili dall’esterno, così come potranno essere trasferite anche ai propri pazienti-clienti, interlocutori e/o familiari, per ampliare il risultato terapeutico e personale.
Un corso raccomandato quindi a tutti, professionisti sanitari e non, (anche a chi ritiene di essere immune dallo stress), per essere quanto più efficaci sul lavoro e poter trasferire questa efficacia ai propri pazienti, collaboratori in equipe, oltre che nella comune vita di relazione sociale.
Essendo stato richiesto l’accreditamento E.C.M. per le professioni sanitarie, al termine del corso è prevista una verifica consistente in domande a risposta multipla sugli argomenti trattati e una verifica pratica ove il docente proporrà la simulazione di casi e la corretta esecuzione delle tecniche insegnate.
Per informazioni sulle modalità di iscrizione: sito web http://iriforlombardia.blogspot.it;
contatto email segreteria_irifor@uicilombardia.org
telefono 02/76.01.18.93

Summer school su cultura accessibile ed inclusiva

Lezioni, laboratori, esperienze multisensoriali e casi di studio pratici con esperti provenienti dal mondo accademico e museale sui temi dell’accesso alla cultura e all’ambiente per tutti attraverso le proprie capacità percettive.
La Summer School dedicata a insegnanti, educatori, architetti, studenti universitari, operatori museali, si terrà nell’agricampeggio Le Fattizze, un bosco attrezzato di 5 ettari di pini, querce, carrubi e specie della macchia mediterranea.
Il corso è accreditato per 18 ore per 5 crediti formativi
18-30 LUGLIO 2017
Le Fattizze – Boncore – Nardò (Le)
Dal 18 al 30 luglio l’agricampeggio Le Fattizze a Boncore, frazione di Nardò (Le) ospita una speciale Summer School sulla cultura accessibile e inclusiva per investire in competenze e capacità durante il periodo estivo, in un contesto di benessere e relax immersi nella natura.
Sei lezioni e casi di studio pratici con esperti provenienti dal mondo accademico e museale, laboratori ed esperienze multisensoriali, per il percorso formativo organizzato da Making Sense, gruppo che conduce una ricerca suisensi e le parole nella fruizione dell’opera d’arte,a partire dai principi del design for all. Tra queste, Tactile Vision Onlus, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e I.Ri.Fo.R. onlus (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione).
La Summer School è un’occasione di formazione e approfondimento per tutti sui temi dell’accesso alla cultura e all’ambiente attraverso le proprie capacità percettive. Una vacanza-studio pensata soprattutto per insegnanti, educatori, architetti, studenti universitari e operatori museali.
Ad ospitarla, Le Fattizze, un agricampeggio nella Terra d’Arneo all’interno del giovane bosco di 5 ettari, con circa 5000 alberi di pini, querce, carrubi e specie della macchia mediterranea. Qui si incontrano agricoltura naturale, turismo sostenibile e la sensibilità verso le tematiche dell’accessibilità e dell’inclusione. Dal 2014, è fruibile un percorso didattico plurisensoriale progettato e realizzato secondo i principi del design for all.
Dalle basi teoriche sulla progettazione inclusiva, all’accessibilità della cultura per i disabili visivi, dalla fruizione multisensoriale dell’arte contemporanea alla degustazione di cibo, vini prodotti in terre e con metodi diversi e storie legate alla produzione di olio extravergine di oliva: questi alcuni dei temi del percorso formativo che prevede, inoltre, dei laboratori aperti sulla voce, la percezione sensoriale dell’ambiente e la manipolazione della pietra. In programma il 28 luglio alle ore 21 una cena al buio bendati (su prenotazione). Per il periodo della Summer School sarà possibile fruire di VederToccando. Esposizione delle opere Emilia
La Ferla in cui la percezione artistica passa attraverso suggestioni multisensoriali extra visive. Toccare volti, corpi, gesti, espressioni, scoprire volumi attraverso le proprie mani al buio.
Il corso è accreditato per 18 ore per 5 crediti formativi.
Per informazioni e iscrizioni: info@lefattizze.it – Alice 333 4583336
L’organizzazione garantisce la possibilità di vitto e alloggio per una o due settimane fino ad esaurimento delle disponibilità. Possibilità di pernottare in casette in legno o area campeggio attrezzata.
Per informazioni e prenotazioni vitto e alloggio: Marco 334.7585505.
PROGRAMMA
18 luglio – h.17,30 Presentazione delle attività formative e laboratoriali.
Francesco Fratta – La convenzione dell’ONU per la progettazione inclusiva
Rocco Rolli – Progettare per tutti.
Laboratorio 1 – h. 19,00
Percorso di Barefooting bendati ed eventi sonori a cura di Emiliano Minervino
VISTA – 19 luglio h. 17,30-20,00
Vedere, non vedere.
Fabio Levi – L’accessibilità alla cultura per i disabili visivi
Paola Traversi – Oltre la visione. Il museo da toccare, il cinema da ascoltare
Anna La Ferla: Abili per l’arte
UDITO – 21 luglio h.17,30-19,30
Male parole.
Andrea De Benedetti – Chi di lingua ferisce
Francesco Fratta – Che cosa vedono gli altri sensi? Funzione vicariante e percezione somestesica
Laboratorio 2 – h.19,30 – La voce nella musica salentina a cura di Roberta Paladini
OLFATTO – 24 luglio h. 17,30–19,30
Risvegliare passioni.
Valentino Traversa – Ambienti e percezione sensoriale.
Orietta Brombin – Arte del vivente
Laboratorio 3 – h. 19,30 Wunder Garten
TATTO – 26 luglio h.17,30-19,30
Veniamo alle mani.
Annamaria Cilento – Fruizione multisensoriale dell’arte contemporanea
Rocco Rolli – Nuove forme di percezione multisensoriale
Laboratorio 4 – h. 19,30 Manipolare la pietra leccese, anche ad occhi chiusi.
GUSTO – 28 luglio h.17,30-20,00
Con viva soddisfazione
Massimo Vaglio – Né carne, né pesce
Paolo Nutricato – Negroamaro o Primitivo per me uguali non sono.
Cosimo Rolli – Il volto umano dell’olio. Storie.
Laboratorio 5: h. 21,00 Cena al buio (bendati) ed eventi sonori
COSTI
Il costo per la partecipazione alla scuola è di 100,00€ a partecipante, gratuito per le persone con disabilità.
La quota include il coffee break per tutti i 5 giorni della scuola, la partecipazione ai 5 laboratori,
il corso di Tai Chi Chuan.
EVENTI COLLATERALI
Toccare l’arte
VederToccando. Esposizione delle opere di Emilia La Ferla
Toccare volti, corpi, gesti, espressioni, scoprire volumi attraverso le proprie mani al buio.
Esposizione dove la percezione artistica passa attraverso suggestioni multisensoriali extra visive.
Scoprire il Tai Chi Chuan
5 incontri a cura di Emiliano Minervino
Date da concordare insieme ai partecipanti – h. 8,00-9,00
FESTA FINALE DEL CORSO – 29 luglio h. 17,30 fino a notte fonda
Costruzione e rogo degli spaventapasseri, musica e balli.
DOCENTI:
Orietta Brombin – Attività Educative e Formative PAV – Parco Arte Vivente – Torino
Annamaria Cilento – Dip. Educativo – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – Torino
Andrea De Benedetti – linguista, scrittore
Francesco Fratta – Responsabile Nazionale Cultura UICI Onlus
Anna La Ferla – Servizi Educativi Palazzo Madama – Torino
Fabio Levi – Università di Torino
Emiliano Minervino – Insegnante Tai Chi Chuan
Paolo Nutricato – vignaiolo di Cantina Supersanum
Roberta Paladini – voce
Cosimo Rolli – produttore olio d’oliva
Rocco Rolli – architetto – Tactile Vision onlus
Valentino Traversa – agronomo
Paola Traversi – Servizi Educativi – Museo Nazionale del Cinema – Torino
Massimo Vaglio – chef, scrittore
Ufficio stampa Le Fattizze – Lara Esposito – 347/5745284
Per informazioni e iscrizioni: info@lefattizze.it – Alice 333 4583336

Andare oltre l’arcobaleno, di Samantha Pelosi

Autore: Samantha Pelosi

Quando mi è stato chiesto di scrivere qualche riga sul campo riabilitativo dell’IRIFOR appena passato, la mia mente è volata subito ai giorni trascorsi nella sede del BBT. Ho pensato alle prove, ai momenti di svago, alle mattine passate sotto le fronde degli alberi al riparo dal sole cocente; più pensavo e più nella mia testa un punto rimaneva costante ad ogni episodio, chiaro e lampante: il forte senso di unione provato durante quei giorni.
Non riesco a resistere all’idea di essere scontata nell’uso di questo termine, lo stesso che compone il nome dell’associazione, perché semplicemente non ne trovo uno più adatto.
Si può intuire già nel modo in cui è nato il copione: tra le mura dell’UICI, mentre delle teste cercavano di far combaciare le idee, i suggerimenti. È poi grazie all’unione delle voci, della volontà delle nostre attrici e dei nostri attori, se la storia di Dorothy ha preso vita. Per non parlare degli sfondi, nati dall’unione di braccia e talento, di penne, colori e fogli: l’arcobaleno, gli alberi ed il castello diventano tangibili creando quindi il corpo di cui aveva bisogno la storia.
È talmente palese nello spettacolo, poi! Gli attori e le attrici si incontrano con la scenografia, i costumi e gli oggetti di scena, compaiono le musiche, ed ecco che una settimana di lavoro si unisce sul palco per regalare a tutti la storia.
Tuttavia, la vera essenza della parola “unione” la trovo più vivace in ciò che non è palese: nelle prove sotto agli alberi con l’Omino di latta che sveglia tutto il Petriccio grazie al suo modo fiero di recitare; nelle canzoni cantate durante i giochi, nel pranzo; e ancora nelle battute sussurrate per aiutare la memoria, e in quelle sbagliate, saltate e poi recuperate; negli accorgimenti dell’ultimo secondo, nelle mani sporche di vernice, nei cambi di scena. E ancora più invisibile, ma non per questo assente, nelle ansie, nelle paure, nella preoccupazione di chi stava dietro le quinte, alla ricerca di una perfezione che è stata trovata anche grazie alle imperfezioni.
Ho usato, anzi abusato, di questo termine, lo so bene, credo però che sia per colpa di questo senso di familiarità se il lunedì mattina dopo lo spettacolo, un malinconico sentimento di nostalgia si è svegliato insieme a me.
Sono felice di aver fatto parte di questo gruppo, di aver visto nascere e crescere un progetto che sono certa rimarrà nel cuore di tutti coloro che hanno partecipato, visto e toccato cosa siamo stati in grado di fare.
Grazie per avermi fatto andare oltre l’arcobaleno.

Irifor Siena – Quando l’arcobaleno si lascia toccare, si può anche volare oltre le difficoltà, di Elena Ferroni

Autore: Elena Ferroni

Il campo estivo dell’I.Ri.Fo.R. di Siena quest’anno aveva come titolo “Teatrando”. Era fine maggio, quando ho condiviso con poca convinzione insieme al gruppo degli operatori, l’idea di mettere in scena un adattamento del Mago di Oz. Dalla proposta della storia è iniziato un fermento, il quale è andato al di là di qualsiasi previsione di buona collaborazione: fin da subito sono state condivise idee, cercati e ritoccati possibili copioni, finché giunti a pochi giorni dall’inizio del campo, ci siamo messi intorno ad un tavolo ed abbiamo tirato fuori il testo definitivo. È nato così un nuovo copione, aderente alla vicenda originale descritta nel libro di Baum e nel film di Fleming, ma con qualche battuta buffa in più, legata a vini toscani, alla cecità, a cartelli che non si riescono a leggere, ad un tiflomago in nome del quale si assegnano addirittura lauree in “pensierologia”.
Poi il campo è iniziato sul serio, dal solito cerchio della condivisione delle aspettative, si è fatto spazio l’annuncio dell’obiettivo finale dei giorni insieme, la realizzazione della recita del Mago di Oz. Sono state assegnate le parti, con qualche perplessità per alcuni e molto entusiasmo per altri, neanche fosse un cast di Holliwood. Martina è stata la nostra Dorothy, come zii ha avuto Rino e Pia. Una volta atterrata nel regno di Oz, Martina-Dorothy ha incontrato la strega buona Glinda Lucia e la strega cattiva Kushi, quindi è stata la volta di conoscere lo spaventapasseri Alessandro, il leone Enrico, l’uomo di latta Federico, fino ad arrivare alla città di Smeraldo, dove ad accogliere la truppa c’erano addirittura tre custodi, Giacomo, Andrea e Roberta, i quali, dopo qualche resistenza vinta, hanno condotto i visitatori al cospetto del misterioso Massimo mago di Oz.
Dopo una prima lettura del copione tutti insieme, è giunto il momento di dividerci i compiti: chi aiuta a provare e suggerire le parti, chi si dedica alle scenografie, scegliendo materiali e colori. Con l’immaginazione si comincia a vestire ogni personaggio, prima di prepararlo l’ultimo giorno con l’abbigliamento accuratamente scelto, a pochi minuti dall’inizio della recita. Passato il primo entusiasmo, si affacciano anche le difficoltà: in certi momenti si respira la fatica delle prove, la stanchezza di chi suggerisce e di chi non si ricorda, di chi sbaglia, di chi ha fretta e non aspetta il suo turno, la noia di chi deve disegnare i dettagli della foresta, del castello. A conclusione di ogni giornata però, risuona e si diffonde la leggerezza delle note di “Oltre l’arcobaleno”, colonna sonora adattata per l’occasione e cantata sempre di più, anche da chi all’inizio non la conosceva. Con questa melodia in testa, accennata quasi inconsapevolmente già dal mattino quando ci si riuniva, è iniziata la memorizzazione sempre più sicura delle parti. Nel frattempo si è colorato il castello del mago e il cielo con un meraviglioso arcobaleno, una passata decorata è diventata la criniera del leone e cartoni rivestiti di carta stagnola hanno circondato l’omino di latta. Ecco anche la paglia per imbottire lo spaventapasseri ed una scopa per la strega cattiva, fino ad un morbidissimo cane di peluche ad interpretare Toto, l’inseparabile amico della protagonista Dorothy e un paio di immancabili scarpette rosse piene di magia. Ogni giorno qualcuno portava o costruiva un pezzettino, per completare costumi ed ambienti del favoloso regno di Oz.
Con l’emozione di ogni prima volta, è giunto il momento dello spettacolo. Ci lasciavamo alle spalle una prova generale del giorno prima fatta in presenza dell’assessore alle politiche sociali del comune di Siena venuta con diverse incertezze, quando il sipario si è socchiuso ed è partito il nostro Mago di Oz. La narrazione della storia introduce la prima scena, che finisce in un attimo, lasciando il palco a laboriosi cambi di oggetti e scenografia e alle disposizioni più attente da fare, per chi tra gli attori non può salire e muoversi con l’aiuto degli occhi e delle sue gambe, ma ci deve essere con la forza della voce e dell’interpretazione più emozionante e partecipata. Tra chiusure ed aperture del sipario si sono quindi srotolate le otto scene, sfondo costante della storia era la sintonia e la sicurezza di chi provava insieme da giorni. Con molta semplicità abbiamo voluto mostrare come uno spaventapasseri può scoprirsi pieno di ingegno, un uomo di latta con un cuore grandissimo, un leone che non credeva di averlo ricco di coraggio, perché la magia è credere in se stessi. E allora anche un mago un po’ imbroglione si può perdonare e può farci capire attraverso la voce della piccola Dorothy, che nelle nostre radici, nel tornare a casa c’è sempre una gioia nascosta ed una forza da attingere. Quella forza che ci fa volare, come ha cantato tutto il coro degli attori nel finale oltre l’arcobaleno, dove le mie difficoltà non saranno più nulla e dove i sogni si realizzano con il lavoro di squadra, quella del campo estivo UICI Siena di quest’anno. Una squadra unita che a me che non posso più vederlo, l’arcobaleno l’ha fatto toccare e decorato di ricordi dolcissimi, di canzoni e poesie scritte appositamente dal nostro presidente. Così la nostalgia, che pure resta, di non poterne apprezzare i colori, viene messa in secondo piano da questo miscuglio di emozioni e memoria che plasma un arcobaleno molto più brillante.

Irifor Toscana – “Scuola nazionale di massaggio olistico”: avvio secondo corso – domande di ammissione

Con riferimento al comunicato n. 204 del 21/11/2016, considerati gli ottimi risultati a seguito della conclusione del primo modulo, incentrato sulle Tecniche manuali di Bioenergetica, la Fondazione Fiesole Aiuta e gli amici del Club Lions Fiesole presieduto dal Sig. Fiorenzo Smalzi che è l’anima del progetto, hanno deciso di finanziare la prosecuzione del corso e di avviarne un secondo sullo stesso modello del primo per un massimo di 12 allievi, introducendo i correttivi suggeriti dalla prima esperienza.
Il secondo corso inizierà nel fine settimana 30 settembre/1 ottobre 2017.
Abbiamo già un certo numero di richieste, che avranno la precedenza, ma chi fosse interessato, può fare domanda, compilando il modulo di iscrizione e inviarlo a IRIFOR Regionale Toscano ONLUS all’indirizzo: irifor@irifortoscana.it.
Per informazioni chiamare tel. 055 580523 e chiedere di Paola Trabalzini
Abbiamo ritenuto opportuno portare il limite di età a 40 anni, mentre rimangono invariati gli altri requisiti.
Non nascondiamo la nostra soddisfazione per questa iniziativa, che, ricordiamo, avrà il suo sbocco naturale nell’impegno degli amici Lions a trovare una collocazione lavorativa agli studenti meritevoli.

PROGETTO “SCUOLA NAZIONALE DI MASSAGGIO OLISTICO”
2° CORSO

Questionario da compilare a cura del richiedente.

Nome:

Cognome:

Luogo e data di nascita:

Residenza:

Via

Telefono:

mail:

Istituto Di Istruzione Superiore/Liceo:
Titolo di studio:

Università
Iscritto al anno della facoltà di
Laurea Triennale in
Laurea Specialistica in
Laurea Magistrale in
Tipologia di disabilità
? Cieco assoluto
? Cieco parziale
? Ipovedente grave

Momento della Perdita della vista
? Nascita
? Età

Strumenti per leggere
? Videoingranditore
? Testo ingrandito
? Sintesi vocale
? Braille su carta
? Braille su barra braille

Qual è la tua velocità di lettura silenziosa? (numero di parole al minuto circa):
Per quanto tempo riesci a leggere autonomamente senza stancarti eccessivamente?
Strumenti per scrivere
? Pennarelli
? Computer
? Tavoletta
? Dattilobraille

Orientamento e mobilità
? Ha frequentato il corso di orientamento e mobilità.
Dove?
Ricordi il nome dell’istruttore?

? È sufficientemente autonomo in spazi non familiari
? Ha seguito un corso per la cura della persona
se sì dove:
istruttore?

? È sufficientemente autonomo nella cura della persona e a tavola
Aspettative
Cosa ti aspetti dal corso?

Saresti disposto a venire a Firenze per … fine settimana?
Hai bisogno di accompagnamento?
Hai bisogno di aiuto per la cura della persona?