Non perdiamo l’occasione, di Valter Calò

Autore: Valter Calò

In agosto 2015, è stata approvata in via definitiva dal Senato una legge sull’agricoltura sociale.
Ho analizzato a fondo, girato e rigirato ogni suo articolo: la conclusione immediata è stata un grande punto di domanda.
Sono passati dei mesi e quell’interrogativo ancora permane, anzi, si è fatto più grande e ad alto contrasto
Penso sia chiaro a tutti noi che l’Italia sia un insieme di culture, usi ed abitudini completamente diversi tra nord e sud, mari e montagne oltre che isole e continente, per non parlare dei mille campanili, dei Guelfi e dei Ghibellini, tutti componenti che rendono la nostra Nazione unica ed inimitabile.
Oriana Fallaci scrisse, a ragion veduta, che il nostro Paese per ogni decisione si divide in due: metà a favore e metà contro, tanto che dopo l’unità d’Italia, un manipolo di camicie rosse Garibaldine decisero di attraversare l’oceano direzione America.
Il gruppo di valorosi giunti sulla terra del grande sogno, non fecero altro che dividersi in due, Nordisti e Sudisti…
Cosa c’entra tutto ciò con Agricoltura Sociale?
Tanto, tantissimo! Varata la legge, non è successo nulla, perché?
Ogni Regione, Provincia o Ente Locale, dovrà prendere la legge in mano e adattarla ad usi e consuetudini locali.
Quindi una legge riordinata in Piemonte potrebbe avere molteplici sfumature, diverse rispetto ad una della Puglia. Tutto ciò rientra in quello che attualmente è il decentramento delle responsabilità; questo sta a significare che un progetto presentato in Liguria, potrebbe non essere attuabile in Emilia e viceversa.
In ogni caso noi saremo pronti, anzi prontissimi a cambiare la nostra morfologia, i nostri convincimenti e ci adatteremo agli usi ed alle consuetudini: l’importante è non lasciarsi sfuggire questa opportunità.
Dovremmo lavorare in simbiosi e a stretto contatto con i nostri rappresentanti locali per conoscere, apprendere ed adattarci, proprio come fanno i camaleonti che si trasformano e cambiano colore, così faremo noi per il fine unico ed ultimo di aiutare i nostri soci.
In breve, di cosa si occupa la legge?
Nel contesto dell’integrazione, le possibilità che essa offre sono molte, principalmente lo sfruttamento delle risorse agricole e i suoi prodotti derivati, allevamento, agriturismo, agriasili, agrinidi, scuole didattiche, ecc.
Questa normativa è destinata alle disabilità, pluridisabilità e cooperazione tra le disabilità.
Non volendo entrare nei consueti dettagli e cavilli che ogni legge porta con sé a prescindere, mi soffermerei ad analizzare la procedura di esecuzione che permarrà identica per ogni progetto.
Prendiamo il caso di un gruppo di minorati della vista o pluridisabili, ad esempio composto da tre ipovedenti e un non vedente. Esaminando il gruppo, dobbiamo ricordare che è il progetto a doversi adattare al gruppo e mai il contrario: questo mi preme sottolinearlo, poiché non è contemplato all’interno della legge!
Il secondo step è ricercare il luogo dove sviluppare il progetto.
A tal proposito la normativa ci aiuta, in quanto le aree Pubbliche, Demaniali o quelle sequestrate verranno destinate con priorità a imprenditori agricoli singoli, aggregati in società o meglio, cooperative sociali.
Se non dovessero essere presenti aree Pubbliche o Demaniali bisognerà rivolgersi al libero mercato, che normalmente prevede un aumento dei costi fissi in ogni caso accettabili.
Individuato il sito adatto, dovranno essere valutati i diversi progetti possibili, in questo caso sarebbe molto utile far nascere una cooperazione con assistenti sociali, psicologi, sociologi che in team scelgano il meglio fra le affinità e le predisposizioni lavorative del gruppo.
Anche questo punto, non è previsto dalla legge, tuttavia mi piace pensare che lo sviluppo progettuale abbia una testa analitica e non solo un cuore.
Bene, sicuramente molti di voi si porranno la domanda: è meglio creare prima un progetto e poi cercare un sito per svilupparlo, oppure cerchiamo un sito e poi sviluppiamo un progetto?
Il mio punto di vista è, prima il sito e poi il progetto.
Perché? Molto semplice, la posizione del sito è fondamentale per le persone con disabilità in quanto deve rispondere a caratteristiche ben precise:
– vicino a centri abitati;
– facile da raggiungere (meglio se il sito possa essere raggiungibile autonomamente dalla persona con disabilità);
– adatto alla mobilità interna (la persona con disabilità deve potersi muover in autonomia);
Lo step successivo riguarda l’avvio del progetto vero e proprio.
Il mio motto è produrre, trasformare e vendere grazie alle opportunità offerte dalla vendita diretta di prodotti agricoli primari, semilavorati e lavorati.
A seconda della latitudine o longitudine del sito, oltre che altitudine, ho in serbo numerose possibilità produttive, che hanno il principale compito di garantire autonomia lavorativa ed economica ai nostri giovani o meno giovani interessati ad entrare o rientrare nel mondo bucolico che credo comunque faccia parte di noi.
Adattare un progetto per me significa valutare parametri come competenza e capacità, accessibilità e sicurezza, autonomia nella mobilità interna al luogo di lavoro e nel raggiungimento dello stesso.
Progettare nel mondo del sociale, significa condividere e creare posti di lavoro che diano soddisfazioni agli operatori, formino identità e personalità lavorative esaltando le peculiarità di ciascuno.
Termini come tracciabilità e qualità, dovranno sposarsi pienamente in modo da far trasparire il valore intrinseco del prodotto, poiché oggi più che mai, è l’immagine a “parlare da sola” ed offrire una rilevanza pari alla sua qualità.
Invito i lettori, i presidenti di sezione e Regione a rifletterci su e ad individuare gruppi di lavoro o di contattarmi per approfondire le tematiche e i progetti che in un articolo non possono essere così esaustivi.
I temi sopra indicati, non solo interessano l’agricoltura sociale, ma riguardano anche l’agriturismo e tutti i settori che il moderno imprenditore agricolo ricopre; inoltre fra le novità, si potrà spaziare dall’agriasilo fino ai centri per il recupero di persone con disabilità. A questo proposito, approfondiremo se l’autonomia domestica potrà avere un ruolo in questa legge.
La commissione nuove attività lavorative, della quale sono Coordinatore deve ancora insediarsi, ma personalmente ritengo che l’agricoltura sociale o agricoltura per la disabilità sia un tema che vada approfondito, analizzato e sfruttato a dovere, non perdiamo questa occasione!
Questa Commissione per i minorati della vista, non tratterà solamente agricoltura ma cercherà di riordinare le attività già esistenti svolte dai nostri soci oltre che fornire nuovi input al collocamento dei nostri giovani.
Carissimi amici, mi metto a vostra disposizione sperando nella vostra partecipazione con idee ed eventuali critiche, così da poter crescere correttamente e raggiungere i nostri comuni obiettivi.

Dott. Valter Calò
Coordinatore commissione nuove attività lavorative
Presidente UICI Alto Adige

Marie Heurtin – Dal buio alla luce un film di Jean Pierre Ameris, di Flavio Vezzosi

in ITALIA distribuito dalla MEDITERRANEA PRODUCTIONS
La Storia di Marie è basata su un evento realmente accaduto in Francia nel tardo XIX secolo.
Nata sorda e cieca, la quattordicenne Marie Heurtin è incapace di comunicare. Ma nonostante la diagnosi di un medico che la crede muta, il padre di Marie, un umile artigiano, non si decide ad affidarla ad un asilo. Disperato, si reca presso l’istituto di Larnay vicino Potiers, dove delle suore si prenderanno cura della giovane muta. Nonostante lo scetticismo della Madre Superiora, suor Margherita, una giovane suora, prende questo “piccolo e selvaggio animale” sotto la propria ala e fa tutto ciò che può per condurla fuori dal buio. Ci riuscirà, nonostante i fallimenti e i tentativi di scoraggiamento, armata della sua gioiosa fede e dell’amore per Marie.
IL FILM HA RICEVUTO DIVERSI PREMI TRA CUI: RELIGION TODAY FILM FESTIVAL premio 2015 – LOCARNO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL premio variety della critica – MILL VALLEY FILM FESTIVAL premio del pubblico ha partecipato inoltre CHICAGO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL – SEMINCI semana internacional de cine Valladolid – GIFFONI FILM FESTIVAL E ‘difficile immaginare come sia vivere in un mondo senza suoni e senza immagini. Con questa pellicola il regista Jean-Pierre Ameris presenta la storia di Marie Heurtin, nata nel 1885 in una casa di contadini in mezzo alla meravigliosa campagna francese che fino all’età di 10 anni vive la libertà nella forma più primitiva, ma limitata dal buio delle sue incapacità. L’amore incondizionato dei genitori purtroppo non basta a crescere una bambina con tali difficoltà, la quale viene portata nel convento delle suore di Larnay. Il primo incontro è turbolento, la bimba percepisce l’imminente distacco dal suo affezionato padre e in preda al panico si rifugia sopra un albero. Solo la coraggiosa Marguerite si avvicina con cautela alla creatura impaurita. Il contatto delle loro mani, del volto, fanno trapelare l’inizio di un rapporto di amore e di fiducia. Malgrado l’opposizione della suora madre superiore, con quasi ingenua testardaggine accoglie Marguerite la bambina in convento. Inizia così la missione di Marguerite di illuminare con il sapere l’oscurità del mondo da cui Marie non è mai potuta uscire.
Nonostante l’ostinazione di Marie, Marguerite non si arrende e piano piano le insegnerà che per ogni cosa esiste un nome attraverso il quale le persone possono comunicare, le insegnerà così a diventare parte di una collettività, dove vivrà le gioie degli affetti e i dolori delle perdite. Un film riflessivo che ci ricorda quanto spesso diamo per scontato l’importanza delle parole che non sono solo suoni ma sono anelli di una catena che ci lega gli uni con gli altri.

Il judo può migliorare l’autonomia delle persone non vedenti?, di Samantha De Rosa

Autore: Samantha De Rosa

Su questo interrogativo nel 2010 una laureanda in scienze motorie praticante il judo voleva fare una tesi, così grazie al coinvolgimento del presidente dell’associazione Sport Team judo Udine, il maestro Luigi Girardi, con il supporto della locale sezione Uici, è nato il progetto di avvicinamento al judo da parte di atleti con disabilità visiva. Il primo anno venivano tenute dal maestro Girardi e dal maestro Aggio, assieme ad altri atleti della società, lezioni specifiche per insegnare le cadute, gli spostamenti all’interno del tatami e le tecniche da eseguire sia a terra sia in piedi. All’inizio gli atleti non vedenti e ipovedenti aderenti al progetto erano 7, ma procedendo nel percorso di allenamenti, alcuni non hanno proseguito. Al termine del primo anno di lavoro, il maestro Girardi che tutti chiamiamo Gigi ha deciso di inserire gli atleti con disabilità visiva all’interno del gruppo degli amatori, quindi gli allenamenti erano uguali per tutti, ciechi e vedenti, dato che le basi erano già state acquisite. Allenamento dopo allenamento, dopo quattro anni dalla cintura bianca siamo giunti alla cintura marrone. Abbiamo partecipato a diverse dimostrazioni per lanciare il messaggio che il judo è un’arte marziale che non ha limiti per nessuno! Ogni anno all’interno del corso federale per aspiranti allenatori, viene inserita anche la lezione con gli atleti non vedenti.
Dopo un anno di preparazione tre atleti non vedenti della società: Luca Samantha e Riccardo, si sono preparati assieme ad altri atleti della società: Giuliano e Fabrizia, per conseguire l’idoneità alla cintura nera primo dan. E’ stato un lavoro di squadra in cui è stato determinante il ruolo dei maestri e dei compagni di corso che ci hanno aiutati in questo percorso non semplice, e così il 3 gennaio 2016 la commissione federale, dopo averci esaminati su tutte le materie richieste dal programma, ovvero, Kata, storia e filosofia del judo, nozioni di arbitraggio, quesiti sulla federazione a cui il judo appartiene, tecniche libere a terra e in piedi, ci ha riconosciuti idonei ad indossare la cintura nera primo dan.
Alla fine di questo percorso, ci sentiamo di ribadire la grande valenza formativa del judo per persone con disabilità visiva, sia per i noti benefici legati a questo sport, quale il potenziamento della percezione del proprio corpo nello spazio, dell’equilibrio e dell’autocontrollo, sia per le dinamiche di gruppo che si instaurano; questo soprattutto perché il judo, a differenza di quasi tutti gli altri sport praticati dai non vedenti, non ha sostanzialmente bisogno di alcun adattamento per essere praticato con profitto.

foto di gruppo

foto di gruppo dei tre atleti idonei per la cintura nera

Samantha De Rosa

 

Museo Tattile Statale Omero – A Carnevale ogni nota vale!

Laboratorio musicale per famiglie
Domenica 7 febbraio 2016 ore 17.00
Ancona
ANCONA – Domenica 7 febbraio alle ore 17 il Museo Omero di Ancona aspetta le famiglie per festeggiare il Carnevale in compagnia di statue mascherate e musiche dei cartoni animati! Mamme, papà e bambini saranno coinvolti in un gioco curioso: ascoltando con attenzione dovranno riconoscere celebri melodie classiche e famose musiche di cartoni animati, i titoli delle canzoni saranno indizi utili per scovare le opere mascherate nel più breve tempo possibile. Una vera gara tra famiglie, un pomeriggio per imparare ad ascoltare insieme e riscoprire la letteratura musicale.
Prenotazione obbligatoria (Tel. 0712811935 – Email: didattica@museoomero.it). Ingresso: 4 euro a persona, esclusi bambini 0 – 4 anni, disabili e accompagnatori; sconto per i possessori di Finestre sull’arte CARD.
Dove: Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio 28, Ancona.
Info: www.museoomero.it #museoomero.it seguici sui social FB, TW, instagram

Torball, serie B: ad Ascoli la 2^ giornata

Si sono disputate ad Ascoli Piceno le partita della 2^ giornata del campionato italiano di serie B di Torball. Grazie ai risultati ottenuti nelle sfide di ieri e di questa mattina l’APD Picena Non Vedenti si porta in prima posizione nella classifica generale con 38 punti davanti all’ASD Real Vesuviana. Al terzo posto irrompe l’ASD Ciociaria Non Vedenti che accumula altri 9 punti nella seconda giornata di gare salendo a quota 30.

Risultati della 2a giornata

Ascoli – sabato 23 gennaio 2016

Non e Semivedenti Bolzano vs ASD Pol. Atletico Torball 7-0 APD Picena Non Vedenti vs ASD Real Vesuviana 0-6 GSD Non e Semivedenti Bolzano vs Pol. Dil. UIC Nuova Latina 2-3 ASD Pol. Atletico Torball vs ASD Ciociaria Non Vedenti 4-8 USSCRD Capitanata vs APD Picena Non Vedenti 2-5 ASD Real Vesuviana vs GSD Non e Semivedenti Bolzano 3-2 Pol. Dil. UIC Nuova Latina vs ASD Polisportiva Atletico Torball 5-4 APD Picena Non Vedenti vs ASD Ciociaria Non Vedenti 2-6 Non e Semivedenti Bolzano vs USSCRD Capitanata 2-6 ASD Pol. Atletico Torball vs ASD Real Vesuviana 1-7 ASD Ciociaria Non Vedenti vs GSD Non e Semivedenti Bolzano 6-3 USSCRD Capitanata vs ASD Polisportiva Atletico Torball 7-3 Pol. Dil. UIC Nuova Latina vs APD Picena Non Vedenti 2-3 ASD Pol. Atletico Torball vs GSD Non e Semivedenti Bolzano 1-11
Ascoli – domenica 24 gennaio 2016

ASD Real Vesuviana vs APD Picena Non Vedenti 1-1 Pol. Dil. UIC Nuova Latina vs GSD Non e Semivedenti Bolzano 3-2 ASD Ciociaria Non Vedenti vs ASD Pol. Atletico Torball 5-4 APD Picena Non Vedenti vs USSCRD Capitanata 3-2 GSD Non e Semivedenti Bolzano vs ASD Real Vesuviana 2-3 ASD Polisportiva Atletico Torball vs Pol. Dil. UIC Nuova Latina 2-3 ASD Ciociaria Non Vedenti vs APD Picena Non Vedenti 4-2 USSCRD Capitanata vs GSD Non e Semivedenti Bolzano 2-9 ASD Real Vesuviana vs ASD Pol. Atletico Torball 3-1 APD Picena Non Vedenti vs Pol. UIC Nuova Latina 5-3 GSD Non e Semivedenti Bolzano vs ASD Ciociaria Non Vedenti 2-6 ASD Pol. Atletico Torball vs USSCRD Capitanata 1-5

Classifica della 2^ giornata
ASD Ciociaria Non Vedenti 18 punti,
ASD Real Vesuviana 16 punti
APD Picena Non Vedenti 13 punti
Polisportiva Dilettantistica UIC Nuova Latina 12 punti USSCRD Capitanata 9 punti Non e Semivedenti Bolzano 9 punti ASD Polisportiva Atletico Torball 0 punti.

CLASSIFICA GENERALE sub judice
POL. PICENA NV. 38
A.S.D. REAL VESUVIANA 31
A.S.D. CIOCIARIA NV. 30
GSD. NV. BOLZANO 25
POL. UICI NUOVA LATINA 19
ASD. OMERO BERGAMO/B 18
ASD. TIGERS CAGLIARI 12
USSCRD. CAPITANATA 10
ASD. OMERO BERGAMO/C 3
ASD. PAT. BOLOGNA 3

Una giornata in meno per:
ASD. OMERO BERGAMO/B – ASD. OMERO BERGAMO/C – ASD. TIGERS CAGLIARI

Intervista a Nunziante Esposito, di Angela Pimpinella

Questa intervista è stata chiesta a Nunziante Esposito, Consigliere nazionale UICI, da Angela, per pubblicarla sul giornale “Voce Nostra”, a beneficio di tutti i sordociechi italiani ed i vedenti che seguono questa rivista.

Angela: Personalmente ti conosco, ma per il lettori di questo giornale ti chiederei di presentarti, perché non so se tutti ti conoscono e sanno quello che fai.
Nunziante: Ti descrivo a grosse linee la vita vissuta da vedente fino a 43 anni e ti descrivo a tappe circostanziate gli ultimi 23 anni da cieco assoluto. Per prima cosa ti dico che ho già compiuti i 65 anni e non mi pare vero di averli, anche se non è tanto il sentirseli gli anni addosso, ma è piuttosto la vita che te li fa pesare.
Diplomato Perito Elettrotecnico all’ITIS “G. Marconi” di Torre Annunziata (NA) nel 1970, Alpino nella Quarta Brigata Orobica di Merano (BZ) 1971-72, terminato il servizio militare fui assunto in una ditta di impianti nell’Alfa Sud di Pomigliano D’Arco (NA) dove costruimmo tutti gli impianti a catena per la produzione delle auto. Poi in seguito alle lotte sindacali di fine anni ’60/inizio anni ’70 fui assorbito nel 1975 dall’alfa Romeo. La storia ci insegna che a metà anni ’80 l’Alfa Romeo fu ceduta dallo stato alla FIAT Auto, per cui ho smesso di lavorare per la perdita della vista nel 1993 da dipendente FIAT.
Ho sempre lavorato sugli impianti industriali a catena già allora comandati con circuiti elettronici di fabbricazione tedesca (per la precisione della Siemens), impianti che in quel periodo erano usati anche dalle Ferrovie dello Stato. Nel frattempo ad inizio anni ’80 cominciarono ad arrivare nelle industrie i primi calcolatori a controllo numerico, i primi robot industriali, macchine automatiche di ogni tipo, insomma, quella evoluzione che poi, piano piano ci ha portato fino ai giorni nostri.
I primi problemi di vista si sono presentati assieme ai computer che, proprio per la peculiarità che hanno, ho quasi immediatamente capito che non li potevo usare e non sapevo come fare. Mi arrampicavo sugli specchi, mettevo la testa dentro al monitor, ma alla fine, come sarà capitato anche ad altri che vivono i miei problemi, mi sono dovuto arrendere all’evidenza.
Una volta lasciato il lavoro, dopo un periodo buio di circa un anno, passato per lo più tra televisore e radio ad ascoltare quanto veniva trasmesso, due amici radioamatori, Mimmo e Valter, mi hanno indicato l’allora Unione Italiana dei Ciechi, mi hanno insegnato il Braille, ma soprattutto mi hanno indicato che in quel periodo, inizio anni ’90, avevano costruito una scatoletta che faceva parlare il computer.
Ricordo ancora quella sera quando me lo dissero: non stavo nei miei panni e facevo domande agli amici di ogni genere sul computer parlante fino a rendermi conto che si era spalancata quella finestra che mi avrebbe riportato alla luce, dandomi quella speranza che sembrava ormai perduta.
Mi misi a letto, ma restai sveglio fino al mattino quando, forse anche con troppa prepotenza, feci svegliare presto anche mia moglie che fortunatamente non batté ciglio, e mi feci accompagnare alla mia ASL.
Non vi dico quanti colloqui, quanti pregiudizi, quanta amarezza nell’affrontare problemi burocratici che ancora oggi, come sappiamo tutti, ci fanno ancora tribolare quando ci occorrono ausili. Fu una lunga battaglia contro i burocrati, chi non li conosce, gente che diceva di capire, ma che non poteva farci nulla e non poteva prendersi la responsabilità di fornire ausili ad una persona non ancora riconosciuta disabile.
Però, forte dell’ostinatezza che mi contraddistingue in tutte le cose che faccio, dopo qualche mese di tribolazioni, riuscii ad ottenere prescrizione per la scatoletta che faceva parlare il computer e per lo scanner per leggere. Per i nostalgici, si trattava della sintesi Audiologic e di uno scanner a colori comandato in Windows 95 con delle routine MS/DOS.
Sembrava aver toccato il cielo con un dito, ma non era così, perché essendo cose nuove, sintesi esterna e scanner a colori, nessuno degli amici che nel frattempo avevo conosciuto mi ha saputo aiutare. C’è voluto un ingegnere della Telecom, mio concittadino, che in una mezz’ora mise in funzione la mia prima macchina parlante.
Ho quasi immediatamente messo in funzione tutte le mie conoscenze per una macchina con sistema operativo che già conoscevo, solo che in quel momento non mi serviva nessuno che mi leggesse lo schermo, perché c’era la sintesi vocale del programma Parla che mi forniva in voce quello che veniva prodotto a schermo.
Non passò molto tempo per allinearmi con le conoscenze da quando iniziai ad usare il mio primo Pentium, perché la passione per queste cose era innata, quindi, ho fatto poca fatica a rimettermi in carreggiata con le evoluzioni che si erano avute in quei 18-20 mesi che erano passati da quando avevo lasciato il lavoro.
Il resto è stato abbastanza semplice. Infatti, con i primi corsi fatti a Roma nella sede IRIFOR, con qualche corso fatto all’università Federico II che aveva ospitato i corsi Zotti, e soprattutto con i corsi che si potevano reperire come tutt’ora sulla rete, ho sempre studiato in base a quello che man mano serviva per poter fare meglio quello che serviva per la mia ed altrui autonomia.
A partire dal 2000, quando ho partecipato per la prima volta ad un lavoro di gruppo, il controllo dei primi siti grafici che ci mettevano in crisi già allora, di tempo ne è passato e di cose ne ho fatte e ne faccio.
Le cose principali che ho fatto te le elenco di seguito:
– Ho partecipato per 15 anni al Gruppo OSI come componente della Commissione OSI.
– Sono stato redattore per 5 anni del giornale di Informatica dell’Unione, il mensile Uiciechi.it, Diretto dal dott. Salvatore Romano, e ne ho assunto la direzione nel 2006. Tuttora sono il Direttore di Uiciechi.it, in attesa di sostituzione o conferma nei prossimi mesi.
Tra i lavori che ho seguito più da vicino all’interno della Commissione OSI sono:
– Accessibilità della firma digitale, culminata l’anno scorso nel dispositivo di firma digitale di Poste Italiane accessibile che ho contribuito personalmente a rendere accessibile per i non vedenti, collaborando con Massimiliano Martines, ipovedente della Commissione OSI che ha fatto il controllo di accessibilità per gli ipovedenti.
– Costruzione di vari siti Internet, tra i quali la sezione del Gruppo OSI ospitata sul sito UICI, (http://www.uiciechi.it/osi/), il sito del blog UICI (http://www.blog.uici.it) e quello del giornale on line (http://giornale.uici.it).
– Altri siti tra cui: quelli delle sezioni Provinciali di Napoli e Perugia, ed i siti Regionali dell’Umbria e della Campania.
Siccome un cieco assoluto non può fare tutto da solo, e parlo ovviamente della grafica dei siti, è bene sapere che mi sono sempre avvalso, per la grafica dei siti, della collaborazione di un vigile del Fuoco molto appassionato di programmazione WEB: il dott. Franco Carinato che collabora da anni con la ex commissione OSI.
Attraverso il giornale Uiciechi.it ho sempre divulgato in questi 15 anni un po’ di informatica di base ed avanzata con dei corsi scritti di mio pugno per aiutare chi è stato meno fortunato di me ad usare il computer. Tra di essi, il Corso da DOS a Windows, il corso per Windows Vista, il corso per Windows 7, e tantissimi articoli che spiegano il funzionamento di software e le procedure semplificate per usarli e, qualche volta, anche qualche spiegazione per Internet e per Facebook.
Al momento, nell’evoluzione che ha avuto la nostra Unione, avendo il Presidente nazionale Mario Barbuto deciso di dare a tutti la possibilità di candidarsi, mi sono proposto e sono stato eletto nel Consiglio Nazionale. Dopo il suo insediamento, la Direzione nazionale in carica, mi ha affidato il coordinamento della Commissione Ausili e Tecnologie, incarico che spero di riuscire ad assolvere come ho fatto per tante altre cose in precedenza e di riuscire a portare avanti le indicazioni che ha dato il Congresso con la risoluzione congressuale.

Angela: in cosa consiste il dispositivo di Firma Digitale e a cosa serve?
Nunziante: Il dispositivo di Firma digitale consiste in una pennetta USB, del tipo di quelle che contengono anche l’alloggiamento di una SIM-CARD come per quelle pennette che ci consentono di collegare un Pc ad Internet.
La SIM-CARD è il CIP che contiene i dati personali dell’utente che acquista il dispositivo, quali seriale, dati personali di identità compreso il codice fiscale, la registrazione al sito che fornisce il servizio, l’iscrizione al registro nazionale delle firme digitali, eccetera, insomma, tutti dati personali ed inconfutabili.
La firma digitale non serve se si va in un Ufficio Postale e si deve firmare la ricevuta, oppure se si va in Comune per un atto notorio e chiedono la firma in calce al documento che il funzionario del Comune deve sottoscrivere. Per queste cose, va bene la firma autografa che si appone nel punto in cui ci viene indicato dal funzionario che ci fa firmare.
Sicuramente la firma digitale in futuro la useremo per tutto, anche per le cose indicate sopra, e non credo che passeranno tanti anni prima che ciò avvenga. Però, si può usare già ora per tutte le transazioni, contratti, rogiti, tutti gli atti amministrativi e in tutti quei casi pubblici e privati dove occorre che due o più persone sottoscrivono un documento unico che stabilisce delle regole o dei patti da rispettare. Per esempio, tutti i rapporti tra le nostre sezioni UICI e la PA, devono, già oggi, essere firmati digitalmente.

Angela: Il dispositivo di Firma Digitale è già disponibile alla vendita? Se si, come si acquista e quanto costa?
Nunziante: Il dispositivo per la firma digitale è già acquistabile con due modalità: Sul sito di Poste http://www.poste.it
Questa modalità di acquisto prevede la registrazione al sito di Poste. In pratica si fa una comune registrazione al sito, dopodiché si può acquistare direttamente on line PosteKey con carta di credito. La procedura di acquisto, prevede di loggarsi come utente di Poste registrato, di compilare il contratto di acquisto direttamente on line e di pagare tramite carta di credito. Ultimata la procedura, alla email che viene richiesta in fase di compilazione del contratto, viene inviato un file PDF con il contratto precompilato da stampare. Una volta ricevuto tale contratto, lo si deve stampare in duplice copia e firmare i due documenti davanti al funzionario di Poste Italiane, al momento del ritiro del dispositivo. Assieme alla duplice copia del contratto, si devono consegnare anche una fotocopia della tessera di identità ed una fotocopia del codice fiscale.
Al momento del ritiro del dispositivo, ci viene consegnata la pendrive e a parte la Sim-Card con i dati. Inoltre, ancora a parte ed in un secondo momento, anche la busta cieca che contiene PIN, PUK, codice di Blocco e Codice di Sblocco.
Presso gli sportelli abilitati alla vendita di questo importante strumento per la nostra autonomia.
La procedura presso gli sportelli abilitati è alquanto semplificata, anche se in pratica viene eseguita la stessa procedura che si effettua on line. Infatti, la differenza sta nel fatto che tutta la compilazione del contratto la esegue l’impiegato postale preposto alla vendita, utilizzando le indicazioni che rileva dai documenti personali della persona che acquista il dispositivo.
Agli sportelli dove ci si rivolge, nel caso capitasse che non ne sanno ancora nulla, si deve parlare con il direttore e gli si deve dire di documentarsi presso gli uffici centrali di Roma. Inoltre, non c’è alcun bisogno di parlare di Dispositivo di Firma Digitale Accessibile, in quanto il software previsto è unico. Per la versione del software che si usa con Windows, è già disponibile sul sito di Poste la versione completamente accessibile.
Per il tipo di dispositivo, trattasi di quello su pendrive che si chiama PosteKey, corredato di software FirmaOK. Costa 72 euro per i primi tre anni, mentre si paga di meno per i rinnovi successivi, come per tutti i dispositivi di questo tipo. Al momento della consegna, assieme al dispositivo, viene rilasciata copia del contratto firmato e timbrato.

Angela: sai che i sordociechi utilizzano il display braille, quindi, possono utilizzare ugualmente il software di questo dispositivo, e quindi, usare la firma digitale?
Nunziante: personalmente non utilizzando un display braille, ho dovuto far verificare da chi utilizza questo dispositivo collegato al computer. Uno dei miei collaboratori del giornale Uiciechi.it, Giuseppe De Cola, già in possesso del dispositivo di firma digitale PosteKey di Poste Italiane, ha eseguito la verifica con il display braille, per accertare che il software fosse accessibile e per verificare che si potesse firmare in piena autonomia un documento digitale, anche senza avere l’assistenza in voce.
Dalla verifica effettuata, risulta tutto accessibile utilizzando normalmente la tastiera del computer ed il display braille in combinazione per poter leggere quello che viene prodotto a schermo.
Nel controllo minuzioso effettuato, è stato rilevato un solo problema che, però, può essere superato agevolmente: si tratta della verifica di un file firmato.
La verifica della validità di una firma apposta su un documento, si può effettuare sia tramite una pagina Internet messa a disposizione da uno dei gestori dei dispositivi di firma digitale, sia direttamente con il software FirmaOK.
Quando si effettua tramite Internet, per esempio si può usare la pagina di Infocert: https://www.firma.infocert.it/utenti/verifica.php non ci sono problemi per la verifica e la lettura dei dati di firma.
Quando invece si usa il software FirmaOK, con il display Braille, sul campo dove sono indicati tutti i dati di chi ha firmato il documento, non è possibile leggere i dati direttamente a schermo.
Però, essendo possibile salvare in un file PDF le indicazioni sui dati della firma apposta ad un documento, opzione prevista dal software, il problema viene risolto agevolmente e in piena autonomia. Infatti, quando si vuole controllare un file firmato, direttamente con il software FirmaOK, Prima si salva il file PDF con i dati di firma e poi lo si va a leggere sul disco con Acrobat Reader che non comporta problemi nella lettura tramite il display Braille.

Angela: previsto qualche corso per poter apprendere l’utilizzo di questo software per poter gestire in autonomia il dispositivo di Firma digitale?
Nunziante: poiché al momento è già obbligatorio firmare tutti i documenti di atti amministrativi tra la dirigenza della nostra associazione e la Pubblica Amministrazione, al momento è urgente informare e formare tutti i dirigenti associativi per consentire loro di utilizzare tale dispositivo all’occorrenza. A tale scopo, il Presidente Nazionale mi ha dato mandato di trasmettere a tutta la dirigenza associativa l’utilizzo di questo dispositivo e di formare per ogni regione, uno per ogni provincia, una figura tecnica che sia poi in grado di divulgare l’utilizzo del software anche tra i disabili visivi interessati all’utilizzo del dispositivo di firma digitale.
Sto contattando tutti i Presidenti Regionali per concordare con loro l’organizzazione di incontri mirati a farmi svolgere il compito che mi è stato affidato.
Al momento è stato già stabilito un incontro per il 16 Gennaio a Napoli per la dirigenza UICI e responsabili Ausili e Tecnologie della Campania, quello per il 30 Gennaio per la dirigenza e per i responsabili di Ausili e tecnologie della toscana e quello del 13 Febbraio a Bologna per le regioni di Emilia Romagna e Marche.
Prossimamente sarà anche programmata una trasmissione su SlashRadio per divulgare per tutti quelle informazioni tecniche giuridiche che completeranno l’informazione e la formazione per essere a conoscenza anche di questo aspetto dell’utilizzo della Firma Digitale.

Angela: ti ringrazio per quanto ci hai spiegato e ti auguro buon lavoro.

Angela Pimpinella

La Commissione OSI è morta?, di Nunziante Esposito

Autore: Nunziante Esposito

Tante persone mi stanno telefonando perché, avendo notato che nella circolare del Presidente Nazionale Mario Barbuto non c’è la Commissione OSI, mi pongono questa domanda. La risposta è senz’altro no.
Premessa.
Per chi ci conosce da tanti anni, sa anche che siamo rimasti i soliti e restiamo a disposizione per le esigenze associative, perché come tecnici dell’accessibilità siamo stati formati proprio per questo motivo.
Con le ultime vicende associative, Congresso, elezione dei componenti la Direzione Nazionale e gli incarichi ai coordinatori delle varie Commissioni Nazionali, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti ha avuto un bel rinnovo nei suoi dirigenti e non solo.
Infatti, uno dei cambiamenti è proprio l’eliminazione della Commissione OSI come tale, ma è stata trasformata in Gruppo OSI, un gruppo tecnico con la possibilità di inserire al suo interno persone preparate sui controlli di accessibilità dei siti e dei software.
Oltre a cambiare nome che è stato trasformato da Commissione OSI in Gruppo OSI, è stato cambiato anche il coordinatore. Infatti, il coordinamento di tale Gruppo è stato affidato al componente la Direzione Nazionale Sig. Vincenzo Zoccano che riorganizzerà il Gruppo OSI secondo le direttive ricevute.
Mi è venuta voglia di scrivere una breve storia a grosse linee per questa Commissione speciale, se vogliamo un po’ strana e fuori dai canoni associativi, perché dalla sua costituzione ne ho fatto parte, dedicando al lavoro fatto nei quindici anni di durata, tutta quella attenzione e quella passione che serve per le cose importanti per la nostra autonomia.
In sostanza sono molto orgoglioso di aver fatto parte per tanti anni di questo gruppo di tecnici e, interpretando sicuramente anche il pensiero degli altri, penso che saranno orgogliosi anche tutti gli altri per averne fatto parte.
Ciò premesso, spero di non annoiarvi con un po’ di storia associativa. Si, proprio storia associativa, visto che questa commissione ha scritto una bella pagina per l’accessibilità dei siti Internet e non solo. infatti, gli ultimi traguardi già raggiunti sono il software accessibile per il dispositivo di Firma Digitale di Poste Italiane ed i quattro registri digitali on-line per gli insegnanti nelle scuole di ogni ordine e grado. Inoltre, tra non molto, è previsto per il 15 Gennaio la prima apertura ai dipendenti, abbiamo quasi concluso il lavoro per il sito di EsseLunga che a metà dicembre dell’anno scorso stavamo ancora lavorando io e Massimiliano Martines, ipovedente della ex Commissione.
Ma vediamo come abbiamo iniziato e come abbiamo portato avanti il lavoro che ci ha sempre entusiasmato fin dall’inizio, quando Internet che diventava grafico era una novità e con i nuovi screen-reader siamo partiti come Donchisciotte contro i mulini al vento.
E, manco a dirlo, tante persone, anche all’interno della nostra associazione, non ci hanno mai considerati utili alla causa accessibilità, anzi, il più delle volte ci hanno anche contrastato. Ma non importa, tanto sono poi i risultati che mettono in evidenza il lavoro svolto per 15 anni. Forse avremmo dovuto lavorare molto meno ad aiutare tanti tecnici programmatori a fare accessibilità e avremmo dovuto fare più pubblicità multimediale per far conoscere il nostro lavoro che, per lo più è stato fatto in sordina e senza enfasi.
Purtroppo, proprio perché si tratta del Web, solo evidenziando attraverso le pagine internet certe cose si riesce a far rumore e a farsi considerare all’improvviso esperti di accessibilità, devo convenire che l’errore commesso è stato quello di mancata pubblicità idonea all’importanza dell’argomento e del lavoro che è stato fatto .
Però, nel frattempo abbiamo fatto concretamente tantissima divulgazione teorica e pratica dell’accessibilità dei siti e dei software Web e non ci siamo limitati solo a creare un sito con il quale mettere alla berlina chi non faceva accessibilità. Il sito lo abbiamo sempre avuto ed è ancora in funzione e lo sarà fino a quando non lo chiuderemo: http://www.uiciechi.it/osi/ e non contiene nemmeno tutto il lavoro fatto negli anni: un sito serio che ha mostrato a tanti webmaster cosa non fare per impedire ai ciechi e agli ipovedenti di usufruire del Web. Abbiamo sbagliato, dovevamo fare una semplice pagina dove evidenziare i buoni ed i cattivi e, secondo alcuni, avremmo fatto meglio ed avremmo ottenuto più risultati. Ma, rimanendo concreti come lo siamo sempre stati, vediamo negli anni cosa è stato fatto.
Anche se non sembra essere passato tanto tempo, sono passati ben 15 anni ed i componenti, io compreso, abbiamo tutti un bel gruzzolo di anni in più.
Un altro motivo per cui sto scrivendo questa breve storia è per testimoniare a tanti giovani il lavoro fatto in tanti anni, perché non è farsi fare un sito, fare un sondaggio, fare reclami stupidi all’agenzia dell’accessibilità che si risolvono i problemi. Tanti anni mi hanno insegnato che se non si affrontano i problemi in modo adeguato con chi ha la possibilità di nascondersi dietro al dito, non si arriva da nessuna parte. Infatti, basta che un Webmaster può addurre problemi di sicurezza e si è fregati in partenza se non sappiamo come indurlo a fare accessibilità.
Quando nel 2000 fummo chiamati dal Presidente di allora, Prof. Tommaso Daniele, demmo la disponibilità a fare dei test ai siti più di 40 persone e dopo qualche incontro preliminare per organizzare il lavoro, facemmo i test ai siti che scegliemmo noi stessi di testare.
Ricordo che in questi incontri preparatori, quando ci si consultava tra noi, quasi nessuno aveva La linea ISDN che consentiva di viaggiare a 64 bit al secondo e usavamo tutti i modem che promettevano 36 K bit al secondo, ma quasi mai raggiungevano tali velocità.
Ragazzi, come è cambiata la nostra vita, ormai siamo pressoché sempre connessi e quasi sempre usiamo la banda larga e qualche volta quella larghissima.
Terminati i test che facemmo con tanta cura e passione con le attrezzature che avevamo, quasi mai completamente adeguate al lavoro da fare, venne organizzato il convegno di Palermo nel mese di Aprile del 2001.
In quella occasione, quando i responsabili della Pubblica Amministrazione chiesero al nostro Presidente di avere un Gruppo di persone contenuto con cui interloquire ed avere un certo filtraggio delle richieste di accessibilità, il Prof. Tommaso Daniele ci invitò a partecipare a tale Gruppo che inizialmente fu chiamato Gruppo di contatto. Tra le persone che alzarono la mano, furono scelti: Gaetano Contestabile, Giuseppe Fornaro, Nunziante Esposito, Massimiliano Martines e Massimo Vettoretti.
Dopo pochi mesi, chiedemmo ed ottenemmo di fare un corso per imparare l’HTML riferito all’accessibilità ed il dott. Salvatore Romano che ci coordinava, ci fece organizzare un corso adeguato ad apprendere cognizioni di accessibilità che in quel periodo cominciavano a essere richieste per consentire a tutti di usufruire di quello che offriva Internet.
A Roma, per la partecipazione al corso che si tenne nella sede IRIFOR di allora, dei cinque componenti scelti al Convegno di Palermo, ne arrivarono solo quattro, perché nel frattempo il componente Massimo Vettoretti decise di non partecipare ne al corso, ne al Gruppo. Tanto per darne notizia, fu nel 2001 che fu costruito l’attuale sito http://www.uiciechi.it/ e fu proprio l’ingegnere Lorenzo Foti che lo stava costruendo a farci il corso.
Dopo poco tempo la Direzione nazionale decise di modificare il Gruppo di contatto in Commissione OSI e fummo invitati a Roma a partecipare alla prima riunione di Commissione con la quale stabilimmo assieme al dott. Salvatore Romano come iniziare a lavorare per l’accessibilità.
Inizialmente avevamo molte richieste di partecipazione ai convegni nei quali dovevamo parlare di accessibilità, ma devo dire che erano altri tempi ed i rapporti tra noi e la sede centrale erano soggetti a timbri, protocolli e lungaggini varie, nonché alle decisioni della Direzione Nazionale e il permesso per partecipare al convegno arrivava quasi sempre dopo che il convegno era terminato.
Migliorati questi rapporti, i quattro componenti della Commissione OSI cominciarono a partecipare ai convegni, riportando i problemi che cominciavamo ad avere nella navigazione dei siti a causa della grafica spinta che si cominciava ad inserire nelle pagine HTML.
Le manifestazioni che si svolgevano sul territorio nazionale erano tante per cui si andava a parlare di accessibilità a turno. Tra i convegni più importanti, abbiamo partecipato a quelli del Web-it che si tenevano a Padova, a quelli che si tenevano alla fiera di Milano e tanti altri in giro per l’Italia, per parlare di accessibilità pressoché ovunque, perché non c’era un convegno al quale non eravamo invitati.
Quando nel 2004 fu approvata la legge 4/2004, chiamata anche “Legge Stanca”, sembrava aver risolto tutti i problemi per l’accessibilità dei siti e non solo. Praticamente ci eravamo solo illusi, per non aver fatto i conti con una legge che, non sanzionando praticamente nessuno, ne tantomeno obbligava a fare accessibilità se i siti venivano fatti in casa, praticamente, è stata fino ad un paio di anni fa completamente inutile. Non è che ora ci protegge, ma dopo aver adeguato i decreti attuativi, abbiamo l’agenzia dell’accessibilità che interviene e, quando si tratta di siti pubblici, obbliga a fare accessibilità secondo la legge.
Dopo i primi cinque anni, sollecitato da tante parti, il Presidente Daniele integrò un quinto componente della commissione con un consigliere della sezione di Roma Alessandro Baldi, e due nostri conoscenti, Nicola Ferrando e Luca Davanzo, che frequentavano assieme a noi l’unica lista tecnica esistente per i disabili visivi: UicTech.
Quando si è insediata la nuova Commissione OSI, decidemmo con il dott. Salvatore Romano di allargare le attività di cui ci dovevamo occupare, per cui è stato creata la pagina Osservatorio Siti Internet, http://www.uiciechi.it/osi/, venne creata la lista di Yahoogroups, uic-helpexpress, venne avviato il servizio telefonico su numero verde, e decidemmo anche di dividerci i compiti per lavorare meglio producendo test di accessibilità per chiunque ce li chiedeva.
Di lavori ne abbiamo fatti tanti, basta guardare sul sito OSI, e, tra essi ne abbiamo seguiti alcuni di una certa importanza per l’autonomia dei ciechi e degli ipovedenti italiani. Tra quelli che ricordo di più, anche perché li ho seguiti personalmente assieme agli altri componenti della commissione, mi fa piacere ricordare:
– Partecipazione al Gruppo IRIFOR per la firma digitale accessibile, quella ottenuta da Infocert e che non ci hanno più aggiornata e che non possiamo più usare.
– Accessibilità dei dispositivi ATM di Poste Italiane, che, ufficiosamente ho saputo che sono ancora in costruzione.
– Accessibilità dei bancomat parlanti che tante banche stanno usando da anni.
– Accessibilità degli ATM a guida vocale degli uffici postali, lavoro terminato ed in fase di attuazione su tutto il territorio.
– Accessibilità dei siti del Governo, della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.
– Accessibilità di tanti siti e, grazie al nostro contributo assieme a quello di altre associazioni, abbiamo contribuito a rendere più accessibile il Web in generale.
– Accessibilità dei CMS, che abbiamo contribuito a renderli più accessibili, collaborando con programmatori Web che in quel periodo lavoravano nelle comunità di sviluppo di Plone, WordPres, Drupal e Joombla, i più diffusi CMS del Web.
– Personalmente ho personalizzato il CMS ItCms Vigile con il quale ho programmato i siti UICI di Napoli e della Campania.
Negli ultimi cinque anni i lavori si sono un po’ rallentati, forse perché siamo ancora aumentati di numero o forse perché qualche componente del gruppo si era impegnato per altre cose associative, o perché qualcuno si era scocciato, o perché qualcun altro riteneva questo gruppo inutile, alla fine solo perché la passione per l’accessibilità era ed è innata in alcuni di noi, forse abbiamo ottenuto i risultati migliori.
Infine, proprio mentre la commissione OSI terminava il suo mandato come commissione, abbiamo avuto la fortuna di ottenere i risultati migliori e proprio quando personalmente non me lo sarei più aspettato.
Le attività, al momento del Congresso cessate quasi completamente, sono state portate avanti fino a metà Dicembre, concludendo nell’ultimo anno tre importantissimi lavori:
– 4 registri scolastici accessibili: Spaggiari, ARGO, AXIOS e Nuvola.
– Firma Digitale di Poste Italiane Accessibile.
– Sito di e-commerce EsseLunga accessibile.
Chiuso il 2015 con questi importanti risultati, rimasti quasi tutti nel Gruppo OSI, siamo in attesa che il coordinatore del gruppo ci faccia conoscere gli altri componenti che si aggiungeranno a noi e che ci dia le direttive per continuare il lavoro che la Direzione Nazionale ed il Presidente Mario barbuto hanno previsto per questo gruppo di tecnici.
Quindi, tirando le conclusioni, la Commissione OSI non è affatto morta, anzi, si è rinnovata, si è rinforzata e continuerà a lavorare per rimanere a guardia della cosa più importante che dobbiamo superare in questo momento: l’accessibilità che non è più quella dei soli siti Internet. Infatti, il discorso accessibilità riguarda sempre ed anche i siti Internet, ma non riguardando più solo i siti, c’è bisogno di stare all’erta per quella individuata in tutte le cose che la rivoluzione tecnologica in atto già da qualche anno ci ha fatto temere, mettendoci in crisi esistenziale, con il rischio di farci restare esclusi da questo processo di rinnovamento epocale che vede tutti i dispositivi interconnessi in rete.

Nunziante Esposito
nunziante.esposito@uiciechi.it

Pubblicato in OSI

Calcio a 5 b2/3: Pesaro vince la Supercoppa

Un’altra grande soddisfazione per l’Invicta Pesaro che a Giugliano batte l’Asd Non e IpoVEDenti Napoli conquistando la Supercoppa italiana di calcio a 5 categoria B2/3. Finale equilibrata nel primo tempo che termina a reti inviolate, anche se i marchigiani falliscono un calcio di rigore.
Nella ripresa la svolta con la doppietta di Daniele Del Canto e la rete di Daniele Mastracci che fissano il punteggio sul 3-0.
La Fispic si congratula con entrambe le squadre che hanno dato vita ad una gara intensa ed emozionante al centro sportivo “Italia 90” via San Francesco a Patria a Giugliano. Dunque, l’Invicta Pesaro aggiunge un altro trofeo alla propria bacheca che negli ultimi quattro anni si è arricchita con ben 3 scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe.

Vedere con il suono – progetto “Soundsight Training”

Il 24 gennaio a partire dalle h. 10,00, a Parma, si svolgerà un evento speciale: la prima manifestazione di Scherma per Ciechi e Vedenti.
Non è una novità assoluta; in tante parti d’Italia si fanno da tempo gare integrate, ma questa manifestazione, oltre ad essere la prima sul territorio, avrà un significato particolare: sarà di supporto alla campagna di crowdfunding per il progetto SoundSight Training, che si propone di migliorare la vita dei non vedenti attraverso un software che “allena” il senso dell’udito a riconoscere le eco caratteristiche di ogni ambiente o materiale, permettendo una maggiore autonomia di movimento. Questo software non si sostituisce in alcun modo all’utilissimo lavoro degli istruttori professionisti, ma si propone come strumento didattico innovativo e, soprattutto, utile a chi non ha un insegnante a portata di mano.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, la dottoressa Irene Lanza, co-progettista del software, spiegherà e darà una dimostrazione pratica del funzionamento del SoundSight.
Ore 10.00 Manifestazione di Scherma
PALESTRA “LA FARNESIANA”
Centro Polisportivo “E. NEGRI”
Str.llo Cardani 19 – Parma (zona Campus Universitario)
Atleti Schermidori Non Vedenti e Vedenti di:
Accademia Schermistica Fiorentina
M° Alberto Bruni
A.S.D. Club Scherma la Farnesiana
M° Marco Melli
Al Dse’vod
Maschera di Parma premierà gli Atleti Schermidori

Ore 15.30 Convegno “VEDERE CON IL SUONO” CIRCOLO CULTURALE “G. DELEDDA” – Strada Baganzola 7 – Parma
PROGRAMMA
Saluti Istituzionali
Introduce: A. CONTINI – Medico, Vice Presidente “G. Deledda”
Intervengono:
IRENE LANZA – Co-titolare “Progetto SoundSight Training”
MARCO Manca – Medico, CeRN, Co-titolare “Progetto SoundSight Training” LUCIA CALANDRINO – Unione Italiana Ciechi Firenze
Daniele Ferrari – Gruppo Musicale “THE VINTAGE”
Coordina: ANTONIO G. PIRISI – N.P.I. “G. Deledda”
CON IL PATROCINIO DI:
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
BANCO DI SARDEGNA S.p.A. BPER: Gruppo
FASI Federazione Associazioni Sarde in Italia

Fare dell’Italia un Paese che accoglie i cani guida per ciechi, sarà possibile?, di Elena Ferroni

Autore: Elena Ferroni

Un recente comunicato stampa della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) pubblicato sul giornale on line dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus, porta in primo piano le difficoltà di accesso ad alcuni alberghi, in cui si sono imbattute persone non vedenti con il loro cane guida. Leggendone il contenuto, riflettevo su quanta libertà di movimento regali a chi non vede la presenza di un cane opportunamente addestrato, su quanto lasci l’amaro in bocca trovarsi di fronte al rifiuto verso questi animali e soprattutto, su come si possa far capire il loro ruolo a chi non Sa. Queste domande sono diventate per me ancor più rilevanti, perché da qualche settimana la direzione nazionale U.I.C.I., mi ha assegnato l’incarico di coordinare la commissione nazionale che si occuperà proprio di tale tema. Dunque dovrò guidare un gruppo di persone che avrà l’importante Compito di proporre linee di indirizzo per l’azione, in questo specifico settore, nei prossimi cinque anni.
E allora pensando all’Italia, pur con alcune differenze territoriali, credo di poter dire che vivo in un paese poco abituato a vedere in giro cani guida per ciechi, poco informato sul tema e spesso anche distratto. Un paese in cui non si Sa distinguere tra cane guida e cane da compagnia, che non è a conoscenza che il cane guida ha una funzione importantissima che va rispettata, per esempio spostandosi per lasciare libero il passaggio, non disturbandolo mentre lavora, evitando di accarezzarlo e attirare la sua attenzione.
Se penso invece a ciò che vorrei, mi piacerebbe vivere in un’Italia in cui un cieco che si muove quotidianamente affiancato dalla sua guida a quattro zampe non incontri divieti sul suo cammino. Non trovi ostacoli ad entrare in un ristorante o in un supermercato, a prendere un taxi, un autobus o un aereo, in cui si possa recare tranquillo a fare una visita medica, sul suo posto di lavoro o in un luogo di vacanza. Vorrei che non ci fosse sempre bisogno di spiegare che il cane guida può entrare, ripetendo in ogni situazione di disinformazione o peggio rifiuto, che c’è una legge che lo consente dal 1974, come fosse un disco rotto.
A partire quindi dalla nuova commissione nazionale U.I.C.I. dedicata ai cani guida, che verrà nominata insieme a tutte le altre a fine mese dalla direzione dell’associazione, mi farò promotrice e punto di riferimento nel delineare obiettivi chiari, che abbiano il preciso scopo di ridurre lo scarto che c’è tra l’Italia di adesso e il paese accogliente che vorremmo. Mi aspetto inoltre di esser circondata da persone volenterose che mi aiuteranno a portare avanti le proposte scaturite dai lavori del XXIII Congresso Nazionale e mi impegnerò in prima persona perché queste non restino solo belle parole scritte sulla carta. Obiettivi prioritari da tenere in considerazione saranno una incisiva sensibilizzazione sul territorio riguardante il prezioso ruolo del cane guida e un’informazione capillare ai dirigenti dell’associazione riguardo a questo tema, che merita senza dubbio tutta la nostra attenzione.
Appena sarà individuata la squadra di persone insieme alla quale lavorare, ricordando che c’è tempo fino al 15 gennaio per inviare la propria candidatura a far parte delle commissioni, mi auguro che questo nuovo gruppo che avrò la fortuna di coordinare saprà fare del suo meglio, perché la libertà di movimento del cieco con il cane guida sia una realtà universalmente conosciuta e scontata, piuttosto che un diritto da rivendicare con le unghie e con i denti.

Elena Ferroni