Beni Culturali – Corso di formazione sull’accessibilità ai beni culturali: Quattordicesima edizione, anno 2017

30 e 31 marzo 2017 – I modulo: L’accessibilità al patrimonio museale e l’educazione artistica ed estetica delle persone con minorazione visiva.

1 aprile 2017 – II modulo: Beni culturali e turismo: come renderli accessibili alle persone sorde.

Scadenza iscrizioni: venerdì 17 marzo 2017.

Sede: Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio 28, Ancona

ORARI
Giovedì 30 marzo ore 11.00 – 13.30 e 14.30 – 19.00 Venerdì 31 marzo ore 9.00 – 13.00 e 14.00 – 18.00 Sabato 1 aprile ore 9.00 – 13.00

Lo storico corso organizzato dal Museo Omero propone a docenti, operatori museali, educatori e guide turistiche autorizzate, un momento formativo di alto livello per conoscere le tecnologie, gli strumenti, i metodi e le esperienze nazionali e internazionali nell’ambito dell’accessibilità al patrimonio culturale, dell’educazione dell’arte alle persone non vedenti, ipovedenti e sorde e del turismo accessibile.
Tra i relatori saranno presenti per il MiBACT Gabriella Cetorelli, Lucia Baracco (Presidente Lettura Agevolata onlus), Loretta Secchi (Museo Tattile di Pittura antica e moderna Anteros dell’Istituto dei ciechi “F. Cavazza”) e Nicoletta Grassi del Centro tiflodidattico di Pesaro, Nicoletta Marconi e Paolo De Cecco della Lega del Filodoro.
Ospite di questa edizione Antonio Espinosa Ruiz, Direttore di Vilamuseu, Rete di Musei e Monumenti di Villajoyosa (Alicante, Spagna) con un intervento su L’accessibilità al patrimonio in Spagna.
Nella giornata di sabato, tra i relatori Consuelo Agnesi (Membro dell’osservatorio sull’Accessibilità dell’Ente Nazionale Sordi, OSA), con un intervento sulla “Progettazione inclusiva dei musei e degli spazi culturali per le persone sorde, linee guida per la fruizione museale e per l’interazione con le persone sorde – norme comportamentali”.

Per il modulo di sabato 1 aprile è garantito il servizio di traduzione in e da Lingua dei Segni Italiana.

Chi avesse ulteriori e specifiche esigenze è invitato a segnalarlo nella scheda di iscrizione

ISCRIZIONE E PAGAMENTO

I Modulo – L’accessibilità al patrimonio museale e l’educazione artistica ed estetica delle persone con minorazione visiva Durata complessiva: 15 ore.
Attestato di partecipazione: con almeno 12 ore di frequenza.
Numero minimo di partecipanti: 30.
Numero massimo di partecipanti: 60.
Costo: euro 81,97 + IVA 22% = 100,00 euro. Disabili gratuito.

II Modulo – Beni culturali e turismo: come renderli accessibili alle persone sorde Durata complessiva: 4 ore.
Attestato di partecipazione: con 4 ore di frequenza.
Numero minimo di partecipanti: 30.
Numero massimo di partecipanti: 60.
Costo: euro 24,59 + IVA 22% = 30,00 euro.

E’ possibile iscriversi separatamente e ricevere relativi attestati.
Gratuito per disabili.
Sconti soci ICOM e ANISA del 20 %

MODALITA’ DI PAGAMENTO

– Versamento sul c/c postale intestato a Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio, 28 60121 Ancona – c/c n° 01020425599
– Bonifico Poste Italiane SpA — IBAN: IT50W0760102600001020425599; dall’estero Codice: BIC/SWIFT BPPIITRRXXX W0760102600001020425599
– Bonifico BANCA CARIGE corso Garibaldi ANCONA intestato a Museo Tattile Statale Omero – Mole vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio, 28 – 60121 Ancona IBAN: IT18S0617502607000000671680

ATTENZIONE
L’iscrizione risulterà valida solo se completa della ricevuta di pagamento della quota d’iscrizione ed eventuali documenti che danno diritto a riduzione o all’esenzione.
Causale del pagamento: “Iscrizione Corso Accessibilità 2017 + specificare il modulo + nome e cognome dell’iscritto”.
La scheda d’iscrizione e la ricevuta del versamento dovranno pervenire entro il 17 marzo 2017 tramite una delle seguenti modalità: email: info@museoomero.it Il corso si configura come formazione di base sulle tematiche trattate. I corsisti che lo desiderano, potranno accedere ai corsi di approfondimento che verranno successivamente attivati.
L’iniziativa si svolge in collaborazione con i volontari del Servizio Civile Nazionale, del Servizio Civile Regionale Garanzia Giovani e i soci dell’Associazione Per il Museo Tattile Statale ONLUS.

INFO
Per ulteriori informazioni contattare la segreteria dal lunedì al venerdì ore 9 – 13, martedì e giovedì anche ore 15 – 17.
Telefono 071 2811935 email info@museoomero.it
Sul sito, al seguente link, le schede d’iscrizione:
http://www.museoomero.it/main?p=corsi_accessibilita_2017

Comunicato stampa Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli

Roma, 9 febbraio 2017
Scuola, Fedeli: “Miglioreremo decreto su inclusione scolastica. Studentesse e studenti con disabilità devono avere pari opportunità formative”
“Tutte le studentesse e gli studenti con disabilità saranno messi nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio percorso di studi e di concluderlo sostenendo prove che attestino le loro specifiche competenze e abilità, in base al Piano educativo individualizzato, predisposto di proposito per loro”.
Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli risponde alle preoccupazioni espresse da famiglie, organizzazioni sindacali e associazioni che si occupano di disabilità in merito ad alcune disposizioni contenute nel decreto attuativo della Buona Scuola sull’inclusione scolastica. Con particolare riferimento agli esami conclusivi del primo grado.
“Voglio rassicurare– aggiunge Fedeli – famiglie, sindacati e associazioni. Il decreto attuativo sull’inclusione scolastica nasce dalla volontà e dalla determinazione di dare alle ragazze e ai ragazzi con disabilità pari opportunità formative e una qualità della vita all’altezza delle loro esigenze e dei loro sogni. Per questo le imprecisioni o le problematiche emerse verranno migliorate in ambito parlamentare. Abbiamo chiaro che la disabilità è ricchezza, non è qualcosa in meno ma una positiva diversità e la nostra azione sarà improntata su questo principio cardine”.
Nei giorni scorsi la Ministra Fedeli ha incontrato diversi rappresentanti delle associazioni per ascoltare le loro istanze e gli stessi sono stati ascoltati nelle Commissioni che stanno esaminando il decreto in Parlamento e nell’Osservatorio sull’inclusione del Miur. “Rispetto all’esame di secondaria di primo grado – aggiunge la Ministra – la stessa legge 104 del 1992 stabilisce chiaramente che le studentesse e gli studenti della scuola dell’obbligo debbano essere verificati in base agli obiettivi del Piano educativo individualizzato, affinché si possa ragionare sulle abilità specifiche sviluppate e potenziate durante gli anni di studio. Continueremo su questa strada e rafforzeremo una scuola di diritti e di opportunità che metta al centro le ragazze e i ragazzi, le loro peculiarità e il loro desiderio di futuro. Vogliamo costruire per loro una scuola che li accompagni nel domani. E una società che li
accolga e faccia della loro diversità un’occasione di crescita globale”.

Sostegno: continuità didattica tra ambiguità e irrealtà, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

In questi giorni di intenso dibattito sui decreti delega della legge 107, tra gli altri argomenti , si è scritto molto anche sulla necessità di garantire la continuità del sostegno agli alunni con disabilità, cosa questa del tutto condivisibile purché si faccia chiarezza sul come si intende garantirla. Ho già avuto modo di scrivere in più occasioni che garante dell’inclusione non è il docente per il sostegno, ma il contesto, ovverossia: una classe i cui docenti titolari si facciano carico dell’insegnamento anche all’alunno con disabilità ed una scuola che sappia accoglierlo garantendogli pari opportunità di apprendimento, di accessibilità agli ambienti ed al materiale didattico ed alle opportunità di socializzazione. Opinioni queste ampiamente condivise da articoli di altri amici.
Viceversa in questi giorni abbiamo visto chiedere a garanzia della continuità didattica la permanenza del docente per il sostegno per l’intera durata del corso di studi dell’alunno. Una posizione questa ambigua sul piano pedagogico perché se è vero, come è vero, che garanzia dell’inclusione è un contesto che sappia interagire sul piano didattico e relazionale con l’alunno con disabilità, la permanenza dello stesso insegnante per il sostegno è indubbiamente cosa importante, ma non lo è meno la continuità dei maestri e dei professori titolari ai quali è dato il compito di insegnare anche a lui. L’inclusività è data da: un piano triennale dell’offerta formativa che dia linee guida, per una scuola per tutti e per ciascuno che, come tale, favorisca la partecipazione degli alunni con disabilità al dialogo didattico, , dal quale discenda un piano annuale per l’inclusione che individui strategie , metodologie ed una organizzazione delle attività didattiche capaci di rispondere ai loro “bisogni di apprendimento “ ed al quale possano far riferimento i consigli di classe interessati per sviluppare P.I. inclusivi alla cui progettazione collaboreranno tutti i docenti e la famiglia ed al quale si atterranno tutti i docenti , sia pur con la collaborazione del docente per il sostegno nell’attività didattica quotidiana.
Viceversa richiedere la permanenza del solo docente per il sostegno sull’alunno significa perpetuare un concetto errato: quello che questi sia il “docente dell’alunno disabile”, cosa questa che fanno le famiglie quando si limitano a rivendicare l’aumento delle sue ore.
Sarebbe già più coerente con la normativa chiedere la permanenza per un certo periodo dello stesso docente per il sostegno “sulla classe/scuola. Queste richieste, al di là delle valutazioni didattico-pedagogiche, sono comunque irrealizzabili sul piano pratico e nel contesto normativo che regola lo stato giuridico del personale docente. Legare il periodo di permanenza in una determinata sede al numero degli anni del ciclo scolastico frequentato dall’alunno disabile concretamente sarebbe realizzabile solo nel caso di rapporto 1/1 , diversamente, se, ad esempio, al momento dell’assegnazione della sede al docente gli verrà affidato un alunno di prima e uno di quarta, quando quello di quarta terminerà, lui riprenderà uno di prima e per altri cinque anni non potrebbe di nuovo cambiare sede, e così via.
Tuttavia al di là di questi “tecnicismi” il richiedere una permanenza sulla sede del docente per il sostegno per un tempo diverso da quello dei colleghi è improponibile poiché la mobilità del personale è normata da regole precise che riguardano tutti i docenti (e non potrebbe essere diversamente).
Per avere continuità occorre avere stabilità dell’organico di tutti i docenti di una determinata scuola , per questo noi avevamo accolto con favore l’obbligo di permanenza triennale nello stesso ambito territoriale , come un primo passo verso una maggior stabilità dei docenti sulle classi.
Luciano Paschetta

La stampante Braille Open Source

Al contrario dei più costosi modelli commerciali, sicuramente più affidabili e veloci, la nostra stampante vuole essere uno strumento “entry-level”, cioè dal costo contenuto anche se con prestazioni inferiori. La stampante è in grado di operare con fogli di formato A4 a grammatura maggiorata (150 gr/mq) invece dei costosi fogli a modulo continuo. Questo può rivelarsi un vantaggio ad esempio in ambito scolastico, per la preparazione veloce di appunti da parte degli insegnanti.
Il progetto è open source sia dal punto di vista hardware che da quello del software, nel senso che verranno pubblicati integralmente il software di gestione, gli schemi di collegamento della parte elettronica e le istruzioni per il montaggio della meccanica, corredate di fotografie illustrative e filmati.
Dal punto di vista hardware il progetto è basato sulla diffusissima scheda Arduino Uno e da uno shield dedicato, per il controllo dei motori e la gestione dei sensori.
Gli attuatori sono due motori stepper per la movimentazione del foglio e un servomotore in miniatura per l’azionamento della testina di stampa.
Molte delle componenti meccaniche sono state disegnate dagli studenti e realizzate mediante stampa 3D in PLA (acido polilattico), un polimero derivato da amidi di origine vegetale, quindi non tossico e biodegradabile.
Tutte gli altri componenti meccanici sono facilmente reperibili in qualsiasi brico o ferramenta.
Il firmware, cioè il software di controllo caricato sulla scheda Arduino, è in grado di riconoscere comandi inviati da un software dal PC tramite cavo USB, oppure via Bluetooth per l’utilizzo con dispositivi mobili.
La nostra stampante è stata selezionata per partecipare alla MAKER FAIRE ROME, la fiera dell’innovazione tecnologica che si è svolta a Roma dal 14 al 16 ottobre 2016, ottenendo un notevole riscontro da parte dei visitatori. Abbiamo ricevuto anche l’ambito riconoscimento “Maker of Merit 2016”, riservato ai progetti ritenuti più innovativi e con un maggior impatto sociale.
La nostra stampante è stata anche ospite alla manifestazione “Facciamoci vedere” organizzata dall’Unione italiana Ciechi e Ipovedenti, che si è tenuta a Milano dal 13 al 15 dicembre 2016.

Come verranno utilizzati i fondi
Pensiamo di utilizzare i fondi raccolti per:
– Sviluppare la parte software del progetto, anche con la creazione di una app Android per il controllo da tablet e smartphone
– Migliorare la parte meccanica, disegnando e creando nuovi componenti
– Completare e pubblicare le istruzioni per la realizzazione della nostra stampante
– Organizzare un incontro di presentazione del progetto
– Costruire la stampante per i sostenitori che la avranno scelta come ricompensa.
Chi c’è dietro al progetto
Siamo un Istituto di Istruzione Superiore di Acqui Terme, in provincia di Alessandria. Il nostro è un corso di studi articolato sull’elettronica e l’automazione. Da molti anni incentiviamo, soprattutto per gli studenti del quinto anno, lo sviluppo di progetti che coinvolgono molte discipline del corso di studio. In alcuni casi i progetti sviluppati riguardano tematiche sociali o ambientali.
Per informazioni: https://www.eppela.com

stampante braille

stampante braille

I risultati del week-end di showdown

Un secondo e un terzo posto per i nostri giocatori all’ottava edizione del torneo nazionale di showdown “due torri” che si è svolto nel week-end a Bologna.
Di seguito le posizioni conquistate dai nostri soci:
2ª Jessica Buttiglione
6ª Sonia Tranchina
14ª Monica DeFazio
3º Luca Liberali
6º Maurizio Scarso
9º Gianluca Russo
13° Riccardo Buelloni
17° Oscar Cimini
18° Giuseppe Cesena
28° Giovanni Giglio
29° Fabrizio Palumbo
34° Alfonso Giorgio

Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS
Via Vivaio, 7
20122 Milano
tel/fax: +390276004839
Email: info@gsdnonvedentimilano.org
Web: www.gsdnonvedentimilano.org
twitter: https://twitter.com/Gsdnvmilano
Facebook: https://www.facebook.com/GSDNONVEDENTIMILANO

Al via l’VIII torneo nazionale di showdown “due torri” Bologna”

Dal 10 al 12 febbraio, si svolgerà, a Bologna, la ottava edizione del torneo nazionale di showdown “due torri” Bologna”.
Parteciperanno alla manifestazione i nostri soci Jessica Buttiglione, Monica De Fazio, Sonia Tranchina, Riccardo Buelloni, Giuseppe Cesena, Oscar Cimini, Giovanni Giglio, Alfonso Giorgio, Luca Liberali, Fabrizio Palumbo, Gianluca Russo e Maurizio Scarso, accompagnati dai tecnici Valerio Orrigo e Maurizio Regondi.

Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS
Via Vivaio, 7
20122 Milano
tel/fax: +390276004839
Email: info@gsdnonvedentimilano.org
Web: www.gsdnonvedentimilano.org
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Venticinque anni non sono bastati, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

5 febbraio 1992 , 5 febbraio 2017: 25 anni di vita della legge 104, certamente una pietra miliare nella storia dell’integrazione scolastica nel nostro paese, ma che, nata “codificando” un modello di inclusione che si era venuto sviluppando a partire dalla legge 517 del 1977, non terrà conto che alcuni anni prima la sentenza 215 aveva aperto agli alunni con disabilità intellettiva le porte della scuola secondaria di secondo grado, limitandosi ad estendere a questi ultimi il modello applicato nella scuola dell’obbligo.
Lo stesso errore ha fatto chi ha interpretato il mio articolo “L’inclusione non la realizzano i giudici” come una manifestazione di volontà di escludere i disabili intellettivi dalla scuola: non era certo mio intendimento rispolverare vecchi concetti di ineducabilità dei disabili, ma muovendo dalla sentenza del giudice che assegnava un sostegno pari all’intero orario scolastico, sostegno che viene affidato al solo insegnante di sostegno, ho voluto sottolineare come ad un problema complesso come l’educazione di un disabile con gravi difficoltà di apprendimento, quella sentenza che affida alla sola scuola la soluzione del problema fosse assolutamente inadeguata a risolverlo.
Il giudice, infatti, anche in questo caso ha dimenticato che la legge prevede altre figure a sostegno dell’inclusione degli alunni con disabilità e che la scuola è inserita in un contesto, contesto che in casi come questo più che mai serve sia “educante”. La mia è la voce di chi da oltre quarant’anni si batte e opera a favore dell’inclusione dei disabili, di tutti i disabili, ma è anche l’esperienza di un ex dirigente scolastico di scuola secondaria di secondo grado che , ha sempre sostenuto che nel 1987 , quando la sentenza della C.I. ha aperto le porte della scuola superiore a tutti i disabili, andava fatta una seria riflessione pedagogica capace di costruire un modello veramente inclusivo per questo grado di scuola. Proverò a chiarire il mio pensiero e lo farò nel modo in cui ho sempre agito in questi anni : cercare di tradurre i principi in prassi operativa.
In estrema sintesi, possiamo dire che finalità della scuola dell’obbligo sia l’insegnamento e l’educazione alle diverse aree del sapere per fornire al bambino/ragazzo gli strumenti essenziali per la conoscenza e le competenze minime per la “comprensione” e organizzazione formale della realtà e per orientarsi nella scelta del suo futuro percorso scolastico. Diversa la finalità della scuola di secondo grado che deve invece fornire agli studenti competenze specifiche a secondo dell’indirizzo e gli strumenti per il loro futuro inserimento attivo nella società secondo le capacità e potenzialità di ciascuno e questa , se vogliamo che gli studenti con disabilità siano inclusi, deve essere la finalità anche per loro: al termine del percorso essi dovranno aver acquisito abilità e competenze che, sia pur commisurate alle loro potenzialità, gli permettano il massimo di autonomia e di inserimento socio-lavorativo possibile. Nel progettare il loro percorso formativo, però, non si può non tenere conto della crescente divaricazione della forbice dei saperi tra il disabile intellettivo ed i compagni. Tale divaricazione , differenziando sempre più gli obiettivi didattici e riducendo quelli comuni possibili , rende via, via sempre meno fruibile al disabile il dialogo didattico nella maggior parte del tempo scuola e ciò al di là delle metodologie utilizzate e delle “buone intenzioni”. Tutto ciò porta il disabile con grave ritardo di apprendimento ad un progressivo isolamento dal gruppo classe ed inevitabilmente rende sempre più difficile la sua reale inclusione , a meno che, ricorrendo al principio dell’”accomodamento ragionevole” si attivino percorsi formativi che coinvolgano anche dei compagni e dilatino il tempo scuola comune fruibile dall’alunno con disabilità , ma la scuola non ha quasi mai al suo interno le risorse per attuare simili percorsi, per farlo occorre agisca con l’aiuto ed in rete con altre agenzie educative. Quale esempio si pensi all’alternanza scuola-lavoro ed a come essa rappresenti una grossa opportunità in tal senso. Attorno ai progetti di alternanza scuola-lavoro è possibile costruire momenti operativi comuni con i compagni dove vengano richiesti livelli diversi di competenze e vengano valorizzate anche le competenze informali del disabile e dove, il docente per il sostegno, potrà sviluppare con i docenti titolari semplici contenuti, ma tuttavia coerenti con quanto da loro svolto, mentre altri operatori , esperti del settore, potranno attivare per lo studente con disabilità momenti di attività pre-lavorative idonee a svilupparne le capacità operative. Il ragazzo con disabilità potrà in tal modo sentirsi parte integrante del gruppo trovando nuova motivazione al lavoro didattico e migliorare la sua autostima. Viceversa lavorando in un gruppo classe dove l’insegnamento è prevalentemente “formale” e sempre più lontano dalle sue possibilità, egli si vivrà sempre più estraneo
Non so se la necessaria sintesi ha reso giustizia ai critici per quanto affermato nel mio precedente scritto, dove ho inteso semplicemente dire che per rendere effettivamente inclusivo il processo educativo del disabile intellettivo, in particolare questo nella scuola secondaria di II grado, non basta la scuola da sola: occorre un modello che possa anche prevedere attività che coinvolgono competenze che la scuola non ha, che tenga conto che una vera inclusione non può prescindere da un lavoro didattico che lo accomuni ai suoi compagni fin là dove possibile e che, quando serve, la scuola si “apra” al territorio per attingervi le risorse necessarie, ma soprattutto occorre un vero progetto educativo che abbia, così come avviene per i compagni normodotati, il focus riferito a quello che sarà l’avvenire del ragazzo al termine del corso di studi. Per riuscirci è senz’altro necessario riorganizzare il tempo scuola, ma questo non è sufficiente se lo si fa non coinvolgendo le risorse del territorio lavorando in modo coordinato e su obiettivi comuni con le altre agenzie che possono completare il lavoro della formazione della persona nel suo complesso. Purtroppo non sono bastati 25 anni per capire l’inadeguatezza di quel modello che , se pur codificato dalla legge, nato per l’inclusione nella scuola dell’obbligo, non è adeguato per l’inclusione nella secondaria di secondo grado

Serve un modello che garantisca allo studente con disabilità intellettiva che frequenta una classe di scuola superiore, non “pari apprendimenti” che non sarebbe in grado di comprendere, ma pari opportunità di apprendimento per raggiungere finalità comuni, fornendo anche a lui, in situazione di inclusione, il massimo di autonomia e competenze possibili per un suo inserimento attivo nella società .

Luciano Paschetta

Veniamoci incontro, di Alfio Pulvirenti

Autore: Alfio Pulvirenti

Il 2 febbraio scorso, a Roma, un folto gruppo di persone pluriminorate e cieche si muoveva in corteo, portandosi all’ingresso della sede degli uffici della regione Lazio. Ad accompagnarli erano i genitori, gli amici e gli operatori del servizio civile. Il palazzo istituzionale era la location dell’evento dal titolo “Non solo cecità”, organizzato dall’UICI Lazio. Per portarsi alla sala dove si sono svolti i lavori, la maggior parte dei presenti ha scelto di salire le scale. L’evento riscontrava una vasta partecipazione e la sala, che poteva contenere 330 partecipanti, era quasi piena! Dopo i saluti e le presentazioni, i relatori, illustri esponenti della pedagogia e della tiflologia applicata anche all’informatica, hanno esposto magistralmente le diverse argomentazioni tematiche. I contenuti dell’evento riguardavano l’analisi dei bisogni e delle prospettive dei servizi per i ciechi pluriminorati del Lazio e, più nello specifico, il superamento delle barriere che bloccano l’evoluzione, le peculiarità del “mestiere” di educare alunni con problematiche complesse, la tifloinformatica e l’assistenza tiflodidattica nella rete dei servizi.
Appena è giunta in aula Rosa Visini, assessore alle politiche sociali della regione Lazio, la relatrice non vedente, dottoressa Maria Luisa Gargiulo ha ceduto prontamente il pulpito, favorendo l’incontro fra l’interlocutrice istituzionale e la platea. I presenti, pluridisabili e operatori del settore, hanno potuto ascoltare la voce dell’assessore durante il proprio intervento ma l’assessore ha potuto, altresì, vedere la sala piena e percepire, nel silenzio e nella compostezza della platea, una voce altisonante di richiesta di attenzione.
Perché le istituzioni debbono prestare attenzione alla pluridisabilità? A questo interrogativo ha risposto Antonio Organtini, presidente del centro S. Alessio di Roma, affermando che il numero dei pluriminorati e ciechi è statisticamente significativo, di conseguenza, non trascurabile..
Il titolo dell’evento è molto chiaro! Occorre che le istituzioni guardino oltre la cecità, allocando più adeguatamente le risorse economiche finalizzate, per favorire l’omogeneità e l’uguaglianza nella disponibilità su tutto il territorio nazionale, contrastando, in questo modo, il disagio a cui i pluriminorati e ciechi vanno incontro quotidianamente e la condizione di precarietà in cui versa la maggior parte degli operatori del settore.

Esperienza inclusiva di “alternanza” al Liceo Galilei di Catania, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

“Braillando insieme”, questo è il titolo dell’innovativo progetto che, per il corrente anno scolastico, grazie al metodo di lettura e scrittura Braille, sta impegnando gli studenti della classe Quarta H del Liceo “Galileo Galilei” di Catania in un’esperienza davvero “inclusiva” di alternanza scuola-lavoro, presso il locale Polo Tattile Multimediale.
L’attuale preside del Liceo scientifico “Galileo Galilei” di Catania Gabriella Chisari, è in carica presso questo Istituto dal primo settembre 2009. In precedenza, ha diretto l’Istituto magistrale etneo “Lombardo Radice”.
La dirigente Chisari afferma che la fama del “Galilei” (riconosciuta, sin dalla sua fondazione nel 1972, come una delle scuole più efficienti e vivaci del Sud Italia) la fanno, tutti insieme, gli studenti ed il personale docente e il personale assistente, tecnico e amministrativo, grazie alle numerose attività svolte con grande professionalità, con tanta passione, ma soprattutto con la voglia da parte di tutti di migliorare le proprie conoscenze e competenze.  In questo modo, il costante e quotidiano sacrificio, senso del dovere ed impegno di tutti fanno acquistare notorietà e rendono ancora più di qualità l’offerta formativa del Liceo Galileo Galilei di Catania.
Afferma la preside Chisari: “Durante la mia esperienza di Dirigente scolastica, ho vissuto un vero e proprio processo di rivoluzione, soprattutto grazie alle importanti novità fortemente volute dal MIUR. Il cambiamento radicale ha portato la nascita di una nuova e “buona” scuola, orientata verso la realizzazione degli obiettivi e delle competenze a differenza del vecchio sistema incentrato solo sulle conoscenze”.
Aggiunge la dirigente Gabriella Chisari: “A tal proposito, la recente legge 107 del 2015, denominata de “La Buona Scuola”, ha prodotto aspetti sicuramente positivi.  Ha messo in campo  molte materie ed un’autentica autonomia delle Istituzioni scolastiche. Con questo nuovo metodo si è verificato lo sviluppo di un valore aggiunto: il potenziamento, rafforzando effettivamente ed efficacemente la “flessibilità e la libertà progettuale delle singole scuole. Adesso è infatti realmente possibile allargare gli orizzonti culturali dei nostri ragazzi ed ampliare notevolmente la loro offerta formativa, come è potuto avvenire nel nostro Liceo con l’introduzione dei vari ”potenziamenti” (in lingue, scienze ed in materie economico-giuridiche), con insegnamenti aggiuntivi affidati ai docenti del cosiddetto “organico dell’autonomia”, ma soprattutto con l’accoglienza di un numero sempre maggiore di alunni con cittadinanza non italiana, con DSA e con BES. Il loro ingresso nella scuola italiana, che io considero assolutamente positivo, ha ovviamente determinato un mutamento dei processi educativi e didattici, che risultano in parte modificati anche dal sempre più crescente e desolante mancato riconoscimento del ruolo “formativo” del docente per il sostegno da parte degli studenti e della società in generale. Da questo punto di vista, mi auguro che il recente Decreto 378 firmato dal Governo lo scorso 14 Gennaio possa rappresentare un “volano” per la creazione nel nostro Paese di un sistema scolastico ancora più inclusivo. Noi ce la stiamo mettendo tutta, programmando nel nuovissimo “Piano di Formazione Triennale Obbligatorio” del nostro Liceo l’”inclusione scolastica” degli alunni/studenti con disabilità e con difficoltà di apprendimento tra le priorità strategiche da far acquisire ai nostri docenti, mediante apposite iniziative formative sui BES e sui DSA già avviate nel corrente anno scolastico.”
Prosegue la preside: “Al riguardo, ritengo che anche la nuova pratica dell’”alternanza scuola-lavoro”, introdotta nel sistema formativo ed educativo italiano dalla sopracitata Legge de “La Buona Scuola” possa davvero aiutare le Istituzioni scolastiche italiane a raggiungere il “nobile” scopo di promuovere un modello di scuola più inclusiva e “di qualità”. Lo scorso anno scolastico e cioè all’inizio della “sperimentazione” anche nei Licei della nuova attività didattico-professionalizzante” dell’A.S.L. (Alternanza Scuola-Lavoro), nutrivo qualche perplessità circa una sua immediata proficua attuazione ma, dopo aver riscontrato e sperimentato concretamente le tante opportunità formative e “professionali” svolte dagli allievi delle nostre Terze classi, mi sono ricreduta, trovando nell’”alternanza” grandi vantaggi perché unisce il sapere e il saper fare, la conoscenza e la competenza, costituendo quindi un’occasione di arricchimento e di crescita formativa anche per i nostri alunni/studenti con disabilità e con disturbi specifici di apprendimento. Infatti, secondo quanto mi riferiscono i docenti del Liceo che ho l’onore di dirigere, grazie alle competenze “chiave” acquisite durante il percorso di alternanza scuola-lavoro, i nostri studenti con BES e DSA stanno guadagnando tanta “autostima” ed “autonomia personale e, fatto non secondario, stanno apprendendo più velocemente ed efficacemente anche i contenuti didattici dell’insegnamento “curricolare”.
Continua la d.s: “Per quest’anno scolastico, tra Terze e Quarte, abbiamo ben 29 classi in “alternanza”, per circa 800 alunni. Per tutti abbiamo attivato diversi percorsi in convenzione con enti, associazioni e istituzioni quali:
il Comune di Catania e l’Ufficio del Turismo, il Comune di Acicastello (Ct), il Parco dell’Etna, l’IBAM (Istituto Beni Archeologici e monumentali)-CNR di Catania, l’Area Marina Protetta di Acitrezza (Ct), l’Associazione Diplomatici, la Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali, l’Università di Catania con diversi Dipartimenti, l’INFN (Istituto Nazionale di fisica nucleare), l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e naturalmente il di cui sopra Polo Tattile Multimediale-Stamperia Regionale Braille di Catania.
“Il progetto di Alternanza Scuola-Lavoro “Braillando insieme” -precisa la dirigente Gabriella Chisari- è stato elaborato in linea con le direttive ministeriali e con l’atto di indirizzo dell’Istituto e prevede la realizzazione di una forma di apprendimento basato sul lavoro di alta qualità secondo quanto indicato nella strategia “Europa 2020” per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, in quanto la domanda di abilità e competenze di livello sempre più alto impone al sistema di istruzione di innalzare gli standard di qualità e il livello dei risultati di apprendimento per rispondere adeguatamente al bisogno di competenze e di inclusione socio-lavorativa di tutti e di ciascuno. Il progetto ha preso avvio alla fine di Gennaio e si chiuderà il 26 Maggio 2017. L’obiettivo che ci si propone di perseguire, insieme agli amici del Polo Tattile, ed in proposito ringrazio sentitamente il Direttore Generale di tale fantastica struttura Pino Nobile, è quello di far realizzare ai 25 studenti della Quarta H del nostro Liceo una “mappa tattile” del nostro Istituto e di far produrre in Braille, in Large-print (a caratteri ingranditi) ed in formato digitale alcuni capitoli tratti da diverse opere del grande scienziato Galileo Galilei.
“Di qui –chiarisce la d.s. Chisari- l’idea di costituire uno staff operativo di classe, che in alternanza presso la Stamperia Regionale Braille di Catania ed il suo Polo tattile multimediale, apprenda e sperimenti il “mestiere” della trascrizione in Braille ed in Large-print, della realizzazione di Testi digitali in formato accessibile e della produzione grafica “multisensoriale, anche in 3D. Un ulteriore scopo del progetto è far sì che l’esperienza di scrittura dell’articolo di giornale e del saggio breve, prevista dalla normativa relativa alla prima prova dell’esame di stato, possa caratterizzarsi come esperienza situata in un contesto autentico ed “inclusivo”, attraverso la loro trascrizione in Braille, in testo ingrandito ed elettronico. Si tratta, pertanto, di un’opportunità didattica concreta e coinvolgente che serve ad avvicinare gli studenti al futuro professionale, ma non solo…
Infatti, conclude la preside: “Il nostro principale auspicio è che la ”mappa tattile” ed i testi in braille, large-print ed in formato elettronico realizzati dagli alunni del Liceo Galilei di Catania possano fungere da “strumento” di integrazione e da occasione di stimolo, all’interno della nostra scuola, del dibattito sui “civilissimi” temi dell’inclusione, dell’uso delle nuove tecnologie digitali accessibili e della “progettazione for all”.

Un oro e un bronzo ai Campionati Italiani indoor di tiro con l’arco

Loredana Ruisi ha conquistato, ai XXX Campionati Italiani Indoor PARA-ARCHERY che si sono svolti il 28 e 29 gennaio a Suzzara (MN), un primo e un terzo posto.
Di seguito il dettaglio dei risultati conseguiti dai nostri arcieri:
Nella Specialità categoria V1 (non vedenti) femminile Loredana Ruisi è giunta terza e Susanna Prada nona. In campo maschile (V1) Silvano Pasquini si è piazzato ottavo, Ivan Nesossi (V2-3 – ipovedenti) quarto e Diego Chiapello (V2-3) quinto.
Questa mattina, negli assoluti, l’oro è andato a Loredana Ruisi, Ivan Nesossi è giunto quarto dopo aver superato nei quarti di finale il compagno di squadra Diego Chiapello. Si fermano ai quarti anche le gare di Susanna Prada e Silvano Pasquini.

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