Ho letto con interesse l’articolo di Rosa Mauro “Inclusione? No, scuola di tutti” anche perché il mio unico libro scritto sull’argomento nel 1975, sulla scorta della mia esperienza di consulenza ai primi “inserimenti” di alunni con disabilità visiva nelle scuole torinesi, assieme alla compianta amica prof.sa Giuliana Oberto, una insegnante di lettere di scuola media che aveva avuto in classe in via sperimentale un cieco totale, (ovviamente senza insegnante di sostegno), l’avevamo proprio intitolato: “Handicap e scuola, il bambino cieco nella scuola di tutti”. A quel nostro libro si affiancò quello dell’amico il prof. Oscar Shindler, un audiologo che aveva seguito i primi inserimenti di sordi nelle scuole della città: “Handicap e scuola il bambino sordo nella scuola di tutti”.
Ciò significa che noi , antesignani dell’inclusione, pensavamo a una scuola per tutti, e a questa nostra idea si ispirò il legislatore. Quando nel 1977 fu approvata la 517, la salutammo con favore proprio perché anteponeva e subordinava il lavoro dell’insegnante per il sostegno alla classe , all’adeguamento del contesto attraverso una nuova didattica inclusiva, di qui la previsione, della stessa legge, di un rapporto docente per il sostegno/alunno con disabilità di solo 1/4. Pensavamo e scrivevamo che egli era come la “cartina di tornasole” che indicava che la didattica applicata andava adeguata per poter “integrare” ( questo è un termine d’”epoca”) i più deboli, scrivevamo anche che l’alunno con handicap (questa la terminologia di allora) era “una risorsa” per la classe, proprio perché la sua presenza avrebbe dovuto motivare i docenti al cambiamento verso una scuola per tutti. Il resto è storia, una storia, che come ho avuto modo, in questi ultimi tempi, di denunciare e scrivere in diverse occasioni, a preso un’altra strada puntando tutto sul docente per il sostegno, lasciando pressoché immutato il contesto. Una storia dove l’università, in questi 40 anni, nei percorsi di laurea che portano all’insegnamento delle diverse discipline nella scuola secondaria, non solo ha ignorato ed ignora quasi del tutto i problemi legati all’insegnamento agli alunni con disabilità, ma che non ha neanche sentito la necessità di inserire, tranne sporadiche eccezioni, crediti di pedagogia e didattica della disciplina, quasi che l’insegnare sia una scienza infusa. Una storia che, mentre si chiudevano le scuole speciali, ha visto nascere presso diverse università le cattedre di pedagogia speciale, come che vi fosse una pedagogia che si occupa solo dell’educazione dei bambini senza problemi ed una pedagogia “altra” per chi perfetto non è. Una storia che ha registrato la progressiva delega dell’insegnamento agli alunni con disabilità al docente per il sostegno e, conseguentemente, reclamare sempre più ore di sostegno e come garanzia della continuità didattica la presenza del medesimo docente per il sostegno per l’intero ciclo di scuola del ragazzo. Una storia che ha registrato la richiesta alle scuole del P.A.I. di (Piano annuale per l’inclusione), a fianco del P.T.O.F. (Piano triennale dell’offerta formativa) e del P.A. (Piano annuale), documenti questi già richiesti in precedenza, quasi che vi sia una scuola per gli alunni “inclusi” ed una per gli altri. Una storia nel corso della quale sono cambiati i termini “inserimento” prima, “integrazione” poi ed ora “inclusione”, con i quali si definisce l’apertura delle scuole alla frequenza degli alunni con disabilità, ma dove non sono bastati più di quarant’anni per cambiare di pari passo la scuola facendola diventare la scuola che , non solo iscrive tutti quelli che glielo chiedono , ma sappia veramente essere la “scuola di tutti” sul piano reale della didattica e non solo sul piano formale della norma e che mettendo al centro del dialogo educativo l’alunno, diventi capace di offrire agli alunni condisabilità pari opportunità di apprendimento (non sempre è possibile dare pari apprendimenti e pari opportunità di relazione e socializzazione.
E’ “sotto il peso” di questa storia che in questi giorni assistiamo ad un gran fermento attorno ai decreti di delega della legge 107/15, dove, ancora una volta, anziché porre l’attenzione allo sviluppo di un “contesto” quale vero garante di una scuola per tutti e per ciascuno, lasciatemelo dire, mi sembra ci si ispiri piuttosto al famoso detto del Gattopardo: “se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”, così noi continuiamo a proclamare la “scuola di tutti” ma a parlare di “inclusione”.
Luciano Paschetta
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Beni culturali – 24 febbraio: Il Museo Omero aderisce a M’illumino di meno
Anche quest’anno il Museo Tattile Statale Omero aderisce alla Festa del risparmio energetico “M’illumino di meno” promossa dalla trasmissione Caterpillar Rai Radio 2, giunta alla XIII edizione.
Il Museo terrà spenti circa il 90% dei corpi illuminanti degli ambienti espositivi nell’orario di apertura (ore 16 – 19): un’ulteriore occasione per invitare il pubblico a fruire dell’opera “aguzzando” il tatto.
Nel pomeriggio in visita in collezione anche un gruppo di studenti non vedenti provenienti dalla città da Cluj in Romania. L’ingresso al Museo è libero.
Info
Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana – Banchina Giovanni da Chio, 28
Tel. 071 2811935
email: info@museoomero.it
#museoomero
“Donna Sport”, tra le premiate la nostra socia Martina Rabbolini
Nella sezione atlete paralimpiche la nostra nuotatrice Martina Rabbolini ha vinto la quarta edizione di Donna Sport, il concorso ideato dal Gruppo Bracco per sostenere e valorizzare lo sport femminile abbinato ai meriti scolastici.
Al concorso “Donna Sport” hanno partecipato oltre 330 ragazze che praticano una disciplina sportiva a livello agonistico fra quelle federate in ambito Coni e CIP, e che nell’anno scolastico 2014-2015 hanno frequentato una classe del secondo ciclo di istruzione superiore ottenendo una votazione finale pari o superiore alla media del 7 su 10.
Complimenti a Martina per questo importante riconoscimento!
Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS
Via Vivaio, 7
20122 Milano
tel/fax: +390276004839
Email: info@gsdnonvedentimilano.org
Web: www.gsdnonvedentimilano.org
twitter: https://twitter.com/Gsdnvmilano
Facebook: https://www.facebook.com/GSDNONVEDENTIMILANO
GDL Trenitalia, interno al Gruppo di lavoro Osi, Simone Dal Maso
Notizie a sintesi di un incontro avuto con i responsabili di Trenitalia:
Questo gruppo, occupandosi dello stato dell’accessibilità del sito web e dell’app di Trenitalia, ha partecipato ad una riunione con chi si occupa di questo genere di questioni all’interno di Trenitalia stessa.
E’ possibile, quindi, fornire qualche ragguaglio in merito allo stato dei lavori in corso:
Per quanto riguarda l’app per iPhone, come sapete è ritornata accessibile, ma non risulta ancora possibile conoscere né binario del treno, né fermate intermedie.
Riguardo al binario, ci è stato detto che questa informazione non è più presente nemmeno per chi vede, perché è stata rimossa, sia dall’app, sia dal sito web. Questo perché le informazioni non risultavano attendibili, a causa dei frequenti cambi del binario di partenza dell’ultimo minuto.
Ci hanno riferito che stanno studiando un modo per reinserire l’informazione con gli aggiornamenti futuri, implementando una informazione attendibile e in tempo reale. Dobbiamo attendere e per ora su questo non possiamo farci molto.
Sul punto dell’impossibilità di vedere le fermate intermedie di un treno hanno assicurato che risolveranno con i prossimi aggiornamenti, e ci sentiamo abbastanza fiduciosi in tal senso.
Per quel che riguarda il sito web, sono già state sistemate finalmente un po’ di questioni molto antipatiche, vedi la data di viaggio che prima era necessario selezionarla tramite calendario, ora è diventato un semplice campo di testo da inserirsi nella forma giorno trattino mese trattino anno.
Anche la selezione della concessione speciale terza risulta più agevole, mentre dev’essere migliorata la funzione di pagamento e su questo ci lavoriamo nei prossimi giorni.
Continuate a mandare segnalazioni, avendo un canale aperto e funzionale con l’azienda, si cercherà di ottenere il possibile per risolvere i problemi, visto che è nell’interesse di tutti.
Per il Gruppo OSI:
Simone Dal Maso.
I risultati del 10° Trofeo di nuoto per Disabili “CITTA’ DI TRADATE”
Si è svolto a Tradate, domenica 19 febbraio, il 10° Trofeo di nuoto per Disabili “CITTA’ DI TRADATE” -Meeting Interregionale di Nuoto FINP HF/NV -Valido per il Trofeo “Futuri Campioni” FINP per la
stagione 2017.
Martina Rabbolini, al suo rientro in gara dopo le Paralimpiadi di Rio de Janeiro, ha vinto le gare in cui è stata impegnata, conseguendo i seguenti riscontri cronometrici:
100 rana SB11 Tempo 1.36,68 (stabilito nuovo record italiano assoluto);
100 dorso 1.29,55;
100 stile 1.20,00.
Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti Milano ONLUS
Via Vivaio, 7
20122 Milano
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LEA Laboratorio Estivo Autonomia Barcis – Pordenone
LEA 1: 02-11 luglio 2017
LEA 2: 12-21 luglio 2017
Presentazione
LEA è il progetto che fa per te se vuoi essere protagonista della tua vacanza e viverla in libertà. Se ti piace condividere le tue competenze e le tue passioni allora le nostre proposte sono uno spazio emozionale per chi, come te, è curioso, vivace e aperto a nuove esperienze.
Imparare quel che serve per far funzionare e gestire la nostra Casa è facile e divertente.
Impareremo a capire e a rispettare chi ci sta accanto facendo esercizio di disponibilità, pazienza e flessibilità.
Proposte
Attività: Escursione guidata al Vajont, avventura nel TreesPark, quad, piscina, kayak,. escursioni semplici e di media difficoltà nel Parco Naturale delle Alpi Carniche, percorsi accessibili Museo archeologico Montereale e Percorso sensoriale nell’orto dei semplici Grizzo.
Laboratori: cucina, economia domestica, trucco ed estetica, mobilità, ecolocalizzazione, sicurezza ambientale(Vigili del fuoco) e sicurezza personale (Croce Rossa).
Escursioni:
Barcis (PN) – Casa Fontane SR 251
Nel comprensorio del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane patrimonio UNESCO, Barcis sorge sulle rive dell’omonimo lago alimentato dal torrente Cellina.
Vette imponenti, torrenti ricchi d’acqua cristallina, boschi centenari incoronano la Valcellina.
Barcis è un villaggio delle dolomiti friulane affacciato sull’omonimo lago.
Condizioni e Costi
Persone autonome nell’igiene e cura della persona.
Sistemazione in camere doppie e una tripla (WIFI-TV-bagno).
Iscrizioni aperte fino al completamento dei posti disponibili.
Include: 9 pernottamenti, colazioni, pranzi, cene, biancheria da camera e da bagno, operatori, viaggio a/r Pordenone-Barcis, laboratori, attività, trasporti locali.
Costo pro-capite LEA 1: € 842,00 iva inclusa
Costo pro-capite LEA 2: € 842,00 iva inclusa
Esclude: viaggio da e per Pordenone, spese personali.
Anticipo: 50% alla conferma di accettazione della domanda (in caso di recesso non sarà restituita).
Saldo: restante 50% entro il 15 giugno 2017.
Contatti – Informazioni – Domande
Scrivici all’indirizzo mail: bortolin@studio-in.org
Visita il nostro sito: www.studio-in.org
Lea è un progetto di “STUDIO IN” – Professione esercitata ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n.4 (G.U. n.22 del 26-1-2013)
Iniziativa Maratona di Roma
Anche quest’anno per la sesta volta i Massofisioterapisti e Fisioterapisti non vedenti parteciperanno alla manifestazione sportiva in oggetto, affiancando i Colleghi e gli studenti vedenti nel recare assistenza fisioterapica agli atleti, migliaia, che si appressano ai lettini predisposti all’arrivo. Si tratta della sesta circostanza in cui l’AIFI Lazio coinvolgerà l’UICI. L’AIFI Lazio ha il piacere di estendere l’invito a tutti i Colleghi che gradiscono fare questa meravigliosa esperienza.
Quindi, cari Colleghi, chi volesse aderire all’iniziativa, può chiedere informazioni al seguente indirizzo: uicroma@uiciechi.it, e se interessato, dare il suo assenso entro il 15 marzo prossimo.
Beni Culturali – Corso di formazione sull’accessibilità ai beni culturali: Quattordicesima edizione, anno 2017
30 e 31 marzo 2017 – I modulo: L’accessibilità al patrimonio museale e l’educazione artistica ed estetica delle persone con minorazione visiva.
1 aprile 2017 – II modulo: Beni culturali e turismo: come renderli accessibili alle persone sorde.
Scadenza iscrizioni: venerdì 17 marzo 2017.
Sede: Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio 28, Ancona
ORARI
Giovedì 30 marzo ore 11.00 – 13.30 e 14.30 – 19.00 Venerdì 31 marzo ore 9.00 – 13.00 e 14.00 – 18.00 Sabato 1 aprile ore 9.00 – 13.00
Lo storico corso organizzato dal Museo Omero propone a docenti, operatori museali, educatori e guide turistiche autorizzate, un momento formativo di alto livello per conoscere le tecnologie, gli strumenti, i metodi e le esperienze nazionali e internazionali nell’ambito dell’accessibilità al patrimonio culturale, dell’educazione dell’arte alle persone non vedenti, ipovedenti e sorde e del turismo accessibile.
Tra i relatori saranno presenti per il MiBACT Gabriella Cetorelli, Lucia Baracco (Presidente Lettura Agevolata onlus), Loretta Secchi (Museo Tattile di Pittura antica e moderna Anteros dell’Istituto dei ciechi “F. Cavazza”) e Nicoletta Grassi del Centro tiflodidattico di Pesaro, Nicoletta Marconi e Paolo De Cecco della Lega del Filodoro.
Ospite di questa edizione Antonio Espinosa Ruiz, Direttore di Vilamuseu, Rete di Musei e Monumenti di Villajoyosa (Alicante, Spagna) con un intervento su L’accessibilità al patrimonio in Spagna.
Nella giornata di sabato, tra i relatori Consuelo Agnesi (Membro dell’osservatorio sull’Accessibilità dell’Ente Nazionale Sordi, OSA), con un intervento sulla “Progettazione inclusiva dei musei e degli spazi culturali per le persone sorde, linee guida per la fruizione museale e per l’interazione con le persone sorde – norme comportamentali”.
Per il modulo di sabato 1 aprile è garantito il servizio di traduzione in e da Lingua dei Segni Italiana.
Chi avesse ulteriori e specifiche esigenze è invitato a segnalarlo nella scheda di iscrizione
ISCRIZIONE E PAGAMENTO
I Modulo – L’accessibilità al patrimonio museale e l’educazione artistica ed estetica delle persone con minorazione visiva Durata complessiva: 15 ore.
Attestato di partecipazione: con almeno 12 ore di frequenza.
Numero minimo di partecipanti: 30.
Numero massimo di partecipanti: 60.
Costo: euro 81,97 + IVA 22% = 100,00 euro. Disabili gratuito.
II Modulo – Beni culturali e turismo: come renderli accessibili alle persone sorde Durata complessiva: 4 ore.
Attestato di partecipazione: con 4 ore di frequenza.
Numero minimo di partecipanti: 30.
Numero massimo di partecipanti: 60.
Costo: euro 24,59 + IVA 22% = 30,00 euro.
E’ possibile iscriversi separatamente e ricevere relativi attestati.
Gratuito per disabili.
Sconti soci ICOM e ANISA del 20 %
MODALITA’ DI PAGAMENTO
– Versamento sul c/c postale intestato a Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio, 28 60121 Ancona – c/c n° 01020425599
– Bonifico Poste Italiane SpA — IBAN: IT50W0760102600001020425599; dall’estero Codice: BIC/SWIFT BPPIITRRXXX W0760102600001020425599
– Bonifico BANCA CARIGE corso Garibaldi ANCONA intestato a Museo Tattile Statale Omero – Mole vanvitelliana, Banchina Giovanni da Chio, 28 – 60121 Ancona IBAN: IT18S0617502607000000671680
ATTENZIONE
L’iscrizione risulterà valida solo se completa della ricevuta di pagamento della quota d’iscrizione ed eventuali documenti che danno diritto a riduzione o all’esenzione.
Causale del pagamento: “Iscrizione Corso Accessibilità 2017 + specificare il modulo + nome e cognome dell’iscritto”.
La scheda d’iscrizione e la ricevuta del versamento dovranno pervenire entro il 17 marzo 2017 tramite una delle seguenti modalità: email: info@museoomero.it Il corso si configura come formazione di base sulle tematiche trattate. I corsisti che lo desiderano, potranno accedere ai corsi di approfondimento che verranno successivamente attivati.
L’iniziativa si svolge in collaborazione con i volontari del Servizio Civile Nazionale, del Servizio Civile Regionale Garanzia Giovani e i soci dell’Associazione Per il Museo Tattile Statale ONLUS.
INFO
Per ulteriori informazioni contattare la segreteria dal lunedì al venerdì ore 9 – 13, martedì e giovedì anche ore 15 – 17.
Telefono 071 2811935 email info@museoomero.it
Sul sito, al seguente link, le schede d’iscrizione:
http://www.museoomero.it/main?p=corsi_accessibilita_2017
Comunicato stampa Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli
Roma, 9 febbraio 2017
Scuola, Fedeli: “Miglioreremo decreto su inclusione scolastica. Studentesse e studenti con disabilità devono avere pari opportunità formative”
“Tutte le studentesse e gli studenti con disabilità saranno messi nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio percorso di studi e di concluderlo sostenendo prove che attestino le loro specifiche competenze e abilità, in base al Piano educativo individualizzato, predisposto di proposito per loro”.
Così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli risponde alle preoccupazioni espresse da famiglie, organizzazioni sindacali e associazioni che si occupano di disabilità in merito ad alcune disposizioni contenute nel decreto attuativo della Buona Scuola sull’inclusione scolastica. Con particolare riferimento agli esami conclusivi del primo grado.
“Voglio rassicurare– aggiunge Fedeli – famiglie, sindacati e associazioni. Il decreto attuativo sull’inclusione scolastica nasce dalla volontà e dalla determinazione di dare alle ragazze e ai ragazzi con disabilità pari opportunità formative e una qualità della vita all’altezza delle loro esigenze e dei loro sogni. Per questo le imprecisioni o le problematiche emerse verranno migliorate in ambito parlamentare. Abbiamo chiaro che la disabilità è ricchezza, non è qualcosa in meno ma una positiva diversità e la nostra azione sarà improntata su questo principio cardine”.
Nei giorni scorsi la Ministra Fedeli ha incontrato diversi rappresentanti delle associazioni per ascoltare le loro istanze e gli stessi sono stati ascoltati nelle Commissioni che stanno esaminando il decreto in Parlamento e nell’Osservatorio sull’inclusione del Miur. “Rispetto all’esame di secondaria di primo grado – aggiunge la Ministra – la stessa legge 104 del 1992 stabilisce chiaramente che le studentesse e gli studenti della scuola dell’obbligo debbano essere verificati in base agli obiettivi del Piano educativo individualizzato, affinché si possa ragionare sulle abilità specifiche sviluppate e potenziate durante gli anni di studio. Continueremo su questa strada e rafforzeremo una scuola di diritti e di opportunità che metta al centro le ragazze e i ragazzi, le loro peculiarità e il loro desiderio di futuro. Vogliamo costruire per loro una scuola che li accompagni nel domani. E una società che li
accolga e faccia della loro diversità un’occasione di crescita globale”.
Sostegno: continuità didattica tra ambiguità e irrealtà, di Luciano Paschetta
In questi giorni di intenso dibattito sui decreti delega della legge 107, tra gli altri argomenti , si è scritto molto anche sulla necessità di garantire la continuità del sostegno agli alunni con disabilità, cosa questa del tutto condivisibile purché si faccia chiarezza sul come si intende garantirla. Ho già avuto modo di scrivere in più occasioni che garante dell’inclusione non è il docente per il sostegno, ma il contesto, ovverossia: una classe i cui docenti titolari si facciano carico dell’insegnamento anche all’alunno con disabilità ed una scuola che sappia accoglierlo garantendogli pari opportunità di apprendimento, di accessibilità agli ambienti ed al materiale didattico ed alle opportunità di socializzazione. Opinioni queste ampiamente condivise da articoli di altri amici.
Viceversa in questi giorni abbiamo visto chiedere a garanzia della continuità didattica la permanenza del docente per il sostegno per l’intera durata del corso di studi dell’alunno. Una posizione questa ambigua sul piano pedagogico perché se è vero, come è vero, che garanzia dell’inclusione è un contesto che sappia interagire sul piano didattico e relazionale con l’alunno con disabilità, la permanenza dello stesso insegnante per il sostegno è indubbiamente cosa importante, ma non lo è meno la continuità dei maestri e dei professori titolari ai quali è dato il compito di insegnare anche a lui. L’inclusività è data da: un piano triennale dell’offerta formativa che dia linee guida, per una scuola per tutti e per ciascuno che, come tale, favorisca la partecipazione degli alunni con disabilità al dialogo didattico, , dal quale discenda un piano annuale per l’inclusione che individui strategie , metodologie ed una organizzazione delle attività didattiche capaci di rispondere ai loro “bisogni di apprendimento “ ed al quale possano far riferimento i consigli di classe interessati per sviluppare P.I. inclusivi alla cui progettazione collaboreranno tutti i docenti e la famiglia ed al quale si atterranno tutti i docenti , sia pur con la collaborazione del docente per il sostegno nell’attività didattica quotidiana.
Viceversa richiedere la permanenza del solo docente per il sostegno sull’alunno significa perpetuare un concetto errato: quello che questi sia il “docente dell’alunno disabile”, cosa questa che fanno le famiglie quando si limitano a rivendicare l’aumento delle sue ore.
Sarebbe già più coerente con la normativa chiedere la permanenza per un certo periodo dello stesso docente per il sostegno “sulla classe/scuola. Queste richieste, al di là delle valutazioni didattico-pedagogiche, sono comunque irrealizzabili sul piano pratico e nel contesto normativo che regola lo stato giuridico del personale docente. Legare il periodo di permanenza in una determinata sede al numero degli anni del ciclo scolastico frequentato dall’alunno disabile concretamente sarebbe realizzabile solo nel caso di rapporto 1/1 , diversamente, se, ad esempio, al momento dell’assegnazione della sede al docente gli verrà affidato un alunno di prima e uno di quarta, quando quello di quarta terminerà, lui riprenderà uno di prima e per altri cinque anni non potrebbe di nuovo cambiare sede, e così via.
Tuttavia al di là di questi “tecnicismi” il richiedere una permanenza sulla sede del docente per il sostegno per un tempo diverso da quello dei colleghi è improponibile poiché la mobilità del personale è normata da regole precise che riguardano tutti i docenti (e non potrebbe essere diversamente).
Per avere continuità occorre avere stabilità dell’organico di tutti i docenti di una determinata scuola , per questo noi avevamo accolto con favore l’obbligo di permanenza triennale nello stesso ambito territoriale , come un primo passo verso una maggior stabilità dei docenti sulle classi.
Luciano Paschetta