Ipovedenti tra passato, presente e futuro, di Angelo Mombelli

Autore: Angelo Mombelli

Breve resoconto del Seminario svoltosi a Roma il 13 ottobre 2012
 
Come alcuni già sanno, il 13 ottobre 2012 presso la clinica oculistica Umberto I° dell'Università Sapienza di Roma, si è svolto il Seminario "Gli ipovedenti tra passato, presente e futuro".

Il seminario aveva come obiettivo quello di focalizzare l'attenzione sui problemi legati al mondo dell'ipovisione, sulle soluzioni che a questi problemi già esistono e su quelle che vanno ricercate nel futuro. L'incontro é stato promosso dalla Commissione Nazionale Ipovedenti dell'Unione, dalla Sezione Italiana dell'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB) e dalla stessa Università Sapienza. I partecipanti sono stati circa ottanta, provenienti da tutta Italia, ed erano presenti anche numerosi medici oculisti. Dopo i saluti del Presidente Nazionale dell'Unione, Prof. Tommaso Daniele, del Presidente della IAPB Avv. Giuseppe Castronovo, e del Prof. Filippo Cruciani, medico oculista, in rappresentanza dell'Università Sapienza, si è entrati nel vivo della giornata seminariale. Delle relazioni presentate, particolare sensazione ha destato quella inerente i proiblemi della degenerazione maculare a cura del Prof. Bruno Lumbroso, medico oculista e considerato uno dei massimi esperti internazionali sull'argomento. I dati esposti erano estremamente significativi ed i problemi
che riguardano questa patologia sono assai notevoli soprattutto in considerazione del fatto che la vita media si sta elevando e che la maculopatia colpisce soprattutto le persone anziane.Anche le relazioni attinenti la riabilitazione visiva sono state seguite con
interesse trattandosi di un servizio che permette a molti ipovedenti di acquisire metodiche e strumentazioni che consentano loro una proficua integrazione nel tessuto sociale.  La relazione che ho personalmente presentato, ha stimolato l'interesse dei presenti per quanto concerne la percezione che la popolazione media ha dell'ipovedente; un problema non di secondo piano, sul quale la Commissione Nazionale Ipovedenti dell'U.I.C.I. dovrà lavorare affinché le difficoltà che oggi tutti gli ipovedenti incontrano nella vita quotidiana siano pienamente comprese. Di queste difficoltà e di altri problemi si è ampiamente dibattutto nel corso del seminario; in tale contesto, il nostro Presidente nazionale ha voluto chiedere agli oculisti presenti se la legge 138/2001 ("Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici") debba essere modificata, soprattutto in riferimento all'art. 2 dove i soggetti con un campo perimetrico binoculare inferiore al tre per cento sono parificati ai ciechi assoluti. Gli oculisti hanno replicato che pochissimi sono i soggetti che hanno un residuo perimetrico infeiore al 3% avendo contemporaneamente un'acuità visiva di molto superiore alla cecità; inoltre "inferiore al tre per cento" significa pari al 2% con la metodica Esterman di valutazione del residuo perimetrico binoculare e 2,5% con la metodica Zingirian-Gandolfo. Assicurano gli oculisti, poi, che con un campo visivo siffatto nessuna deambulazione è
possibile autonomamente così come le normali attività della vita quotidiana. Ribadiscono infine che la classificazione della legge 138/2001 rispecchia quella dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità, che è universalmente riconosciuta. Il nostro Presidente nazionale si è detto soddisfatto delle risposte ottenute per cui nessuna iniziativa verrà presa per modificare la norma in essere. Personalmente sono stato particolarmente colpito dalle difficoltà che alcuni genitori presenti hanno riportato riguardo alle terapie offerte dai medici oculisti a cui si sono rivolti per i propri figli. La nostra sanità non ha niente da invidiare alle altre esistenti nel mondo, così ha affermato il Prof.
Cruciani: infatti, non solo per l'età evoloutiva, ma per tutti i cittadini, esistono molti punti di riferimento sul nostro territorio, ovvero centri eccellenza ove rivolgersi e trovare risposte concrete.

Il problema è che questi centri non sono sufficientemente conosciuti per cui l'interessato, spesso su consiglio di un vicino di casa o di un conoscente, si rivolge a strutture all'estero con notevoli difficoltà ad ottenere il rimborso delle spese da parte del servizio sanitario nazionale. Il professor Filippo Cruciani si è impegnato, sia a nome della IAPB che del Polo Nazionale di Ricerca e Servizi in Ipovisione e Riabilitazione Visiva, ad effettuare un censimento tecnico-scientifico dei centri di eccellenza per le varie patologie, in particolare per quelle rare o meno frequenti, e che comunque implicano numerose criticità per la fase terapeutica. Il tutto dovrà essere poi condiviso con le strutture provinciali dell'Unione affinché possano fornire un servizio a tutti i soci e non che si rivolgono loro. Per quanto concerne i workshop tenutisi nel pomeriggio, il più seguito è stato quello sulla strumentazione, nell'ambito del quale è stato altresì presentato un nuovo ausilio che ha destato particolare interesse. Si chiama E-YE Contatto ed è prodotto dalla ditta Easy Caring Start Up; si tratta di uno strumento della grandezza di un cellulare che consente agli ipovedenti una facile deambulazione in contesto urbano. Anche la sessione inerente la psicologia ha avuto diversi partecipanti, anche perché l'ordine degli architetti aveva richiesto alla psicologa del Polo presente di raccogliere tutte le indicazioni possibili per quanto riguarda l'abbattimento delle barriere visive che limitano l'inserimento nel tessuto sociale degli ipovedenti.

Al termine del seminario il Prof. Cruciani, ha affermato che questo tipo di incontri dovrebbero avere una cadenza almeno annuale perché nel contesto si possano affrontare con continuità i problemi esistenti e darne soluzione concreta: l'Università La Sapienza sarà ben lieta di offrire gli spazi per lo svolgimento degli incontri.
Angelo Mombelli

Buonuscita, Redazionale

Autore: Redazionale

ROMA Ora lo dice anche la Corte costituzionale: quella trattenuta pari al 2 per cento dello stipendio, che circa due milioni di dipendenti pubblici si vedono applicare ogni mese, non è legittima. Nella stessa sentenza in cui censurano il prelievo sulle retribuzioni più alte, i giudici della Consulta affermano che la legge 122 del 2010 con la quale è stato riformato l'istituto della buonuscita viola gli articoli 3 e 36 della Costituzione determinando "un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati".

La possibilità che quei soldi tornino in tempi brevi nelle tasche degli interessati è piuttosto bassa: l'onere per lo Stato sarebbe troppo pesante soprattutto in una fase di ulteriore stretta di bilancio. Ma è chiaro che di un pronunciamento pesante come quello della Corte costituzionale, che segue quelli di alcuni Tar, lo Stato in qualche modo dovrà tener conto.

Tutto nasce dalla legge 122 del 2010, una corposa manovra economica che oltre a bloccare i rinnovi contrattuali per tre anni e a congelare le retribuzioni dei dipendenti pubblici, modificava l'istituto della loro buonuscita equiparandola a partire dal 2011 al Tfr dei privati. Le due forme di liquidazione funzionano in modo abbastanza diverso: la buonuscita degli statali era alimentata da un accantonamento del 9,6 per cento calcolato sull'80 per cento della retribuzione: il 2,5 (quindi il 2 per cento del totale) era a carico del lavoratore. Invece per il Tfr viene accantonato il 6,91 per cento dello stipendio totale, totalmente a carico del datore di lavoro.

Con l'equiparazione tra pubblico e privato la trattenuta del 2,5 per cento, denominata "Opera di previdenza" sarebbe dovuta sparire dai cedolini.

Anche perché a fronte di questi soldi non c'è più a fine carriera, come accadeva con la buonuscita, una liquidazione generalmente più vantaggiosa del Tfr.

Anzi, per i lavoratori pubblici la base retributiva per il calcolo del Tfr resta pari all'80 per cento dello stipendio, mentre per i privati si tiene conto del 100 per cento.

Nella realtà però non è successo nulla, anche perché l'allora Inpdap (poi confluita nell'Inps) ha emanato una circolare in cui sosteneva che siccome la legge aveva sì modificato il sistema di calcolo, ma senza cambiare il nome "buonuscita", la trattenuta doveva essere applicata ancora. E così hanno fatto tutte le amministrazioni. Alcuni lavoratori si sono però rivolti alla giustizia amministrativa che ha iniziato a dare loro ragione; dal Tar dell'Umbria il nodo è poi rimbalzato alla Consulta, che ora si è pronunciata.

Sulla carta, si tratta di una partita finanziaria gigantesca. Il prelievo dichiarato illegittimo pesa sulla busta paga di un dipendente medio per 35-40 euro al mese; 600 euro l'anno è la stima della Uil-Fpl per un lavoratore di fascia C. Siccome il nuovo meccanismo è scattato all'inizio del 2011 si tratterebbe – oltre che di sospendere il prelievo- di restituire quello applicato ormai su quasi due anni. La Cgil valuta l'impatto sul biennio pari a 3,8 miliardi di euro riferendosi a tutta la platea del pubblico impiego.

Bisogna ricordare però che questa situazione non riguarda tutti i dipendenti pubblici ma solo quelli assunti prima del 2001: gli altri infatti hanno già fin dall'inizio il meccanismo del Tfr e la trattenuta non viene loro applicata per il semplice motivo che lo stipendio è stato loro ridotto in proporzione al momento in cui sono stati assunti: soluzione ugualmente poco piacevole nella sostanza ma giuridicamente corretta.

Ora parte la battaglia per rendere esecutivo il principio fissato dai giudici; il governo dovrà quanto meno iniziare ad ipotizzare qualche soluzione. "Abbiamo sempre sostenuto che il prelievo fosse illegittimo in quanto viola il principio di eguaglianza e quello di parità di trattamento retributivo rispetto al settore privato – commenta Giovanni Torluccio – segretario generale della Uil-Fpl – ora le amministrazioni dovranno restituire ai lavoratori le somme illegittimamente trattenute". La Cgil parla di "una vera e propria bomba sui conti Inps-Inpdap".

“Salviamo dalla cecità decine di migliaia di pazienti con degenerazione maculare senile”, di Lidia Buccianti

Autore: Lidia Buccianti

E' partita nei giorni scorsi la Campagna "SALVIAMO DALLA CECITA' DECINE DI MIGLIAIA DI PAZIENTI CON DEGENERAZIONE MACULARE SENILE" lanciata da Per Vedere Fatti Vedere onlus contro le inaccettabili limitazioni alle cure che il SSN italiano impone ai pazienti con degenerazione maculare senile, una grave patologia che colpisce soprattutto gli anziani e che porta alla perdita progressiva della vista, fino alla cecità.

Al momento le iniezioni intravitreali sono l'unica terapia disponibile per i pazienti colpiti da degenerazione maculare senile umida, ma in Italia purtroppo non tutti i malati hanno le cure gratuite: il SSN rimborsa le iniezioni solamente ai malati con visione residua superiore ai 2/10 e solo per un occhio.

Questo impedisce di fatto a chi ne ha più bisogno di mantenere quella visione residua in grado di garantire un minimo di autosufficienza e una vita dignitosa.

La Campagna chiede che venga pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la delibera del 14 luglio 2011 sull'abolizione del limite dei 2/10, e che venga immediatamente cancellato l'assurdo limite del secondo occhio, allineando l'Italia agli altri Paesi occidentali, dove tali discriminazioni non esistono.

Si può aderire andando sul sito di Per Vedere Fatti Vedere onlus alla pagina indicata qui sotto dedicata alla campagna www.pervederefattivedere.it/campagna_dms2012/
inviando direttamente una mail di protesta o un fax alle Istituzioni preposte alla tutela della salute affinchè vengano eliminati questi inaccettabili limiti.

Sul sito www.pervederefattivedere.it  troverete informazioni, approfondimenti e testimonianze dei pazienti.

Lidia Buccianti

Roma: Maratona di Roma 2012: AIFI Lazio presente, di Giovanna D’Angelo, Loredana Gigli, Sergio Gigli, Alfio Pulvirenti

Autore: Giovanna D'Angelo, Loredana Gigli, Sergio Gigli, Alfio Pulvirenti

Era scritto nel regolamento: "è garantita l'assistenza medica su tutto il percorso e in zona arrivo, con un pronto soccorso d'emergenza e un servizio di massaggi da parte di fisioterapisti specializzati". E così è stato. Anche quest'anno Aifi Lazio ha contribuito alla riuscita di questo splendido appuntamento di sport, divertimento e solidarietà che si è svolto nella capitale il 18 marzo, grazie alla partecipazione volontaria di circa 70, tra fisioterapisti e studenti dei corsi di laurea in fisioterapia, che hanno trattato circa 1000 atleti, normodotati e disabili, secondo le stime fornite dall'organizzazione Sanitaria della Maratona. L'Aifi Lazio ha ricevuto i complimenti delle altre organizzazioni sanitarie presenti per la qualità dell'intervento e dell'integrazione realizzata nella gestione delle situazioni affrontate, soprattutto quelle di emergenza. Il fisioterapista Sergio Gigli ha coordinato con grande entusiasmo e professionalità tutte le fasi dell'organizzazione dell'intervento di Aifi Lazio alla Maratona, coadiuvato da Sergio Vinciguerra e Giovanna D'Angelo. Un plauso ai colleghi ed agli studenti, che hanno prestato la loro opera con professionalità, passione e disponibilità, affrontando la fatica di una giornata di lavoro intenso e in condizioni a volte disagiate, e dimostrando una straordinaria capacità di adattamento, per offrire delle prestazioni comunque di qualità elevata. La manifestazione sportiva ha rappresentato inoltre l'occasione per realizzare concretamente le intenzioni contenute nel protocollo d'intesa fra l'Aifi e l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (U.I.C.I) presieduta dal prof. Tommaso Daniele. Ai diversi significati dei messaggi, trasmessi dalla manifestazione sportiva e culturale, si aggiunge quindi anche quello dell'integrazione fra studenti e professionisti normodotati e professionisti non vedenti. Ciò è stato possibile grazie alla collaborazione efficiente fra lo staff organizzativo dell'Aifi Lazio e il delegato alla di formazione del Comitato Tecnico-scientifico Nazionale dei Fisioterapisti dell'U.I.C.I., Alfio Pulvirenti. I colleghi non vedenti provenienti da Udine, Gorizia e Varese, si sono integrati senza alcuna difficoltà, superando abilmente i problemi di comunicazione con gli atleti, provenienti dalle diverse nazioni, grazie ad una spiccata conoscenza dell'inglese, del francese, del tedesco e dello spagnolo. Le doti linguistiche e la professionalità negli interventi, hanno, fra l'altro, riscosso l'apprezzamento degli studenti che si sono avvicendati nell'affiancare i colleghi non vedenti. La realizzazione di questo obiettivo, solo in apparenza minuscolo, implica un'ulteriore possibilità di crescita sociale e culturale per una categoria professionale che vuole, a tutti i costi, proiettarsi con maggiore protagonismo nel futuro. Arrivederci alla Maratona 2013!

Giovanna D'Angelo, Loredana Gigli Sergio Gigli, Alfio Pulvirenti

Per vedere fatti vedere, Redazionale

Autore: Redazionale

Contro le inaccettabili limitazioni alle cure che il SSN italiano impone ai pazienti con degenerazione maculare senile, escludendo i più bisognosi,  è partita la Campagna "Salviamo dalla cecità decine di migliaia di pazienti con degenerazione maculare senile" lanciata da

Per Vedere Fatti Vedere onlus.

(Roma, 28 Settembre 2012)

Al momento le iniezioni intravitreali sono l'unica terapia disponibile per i pazienti con degenerazione maculare senile umida, una grave patologia oculare che colpisce soprattutto gli anziani e che porta alla perdita progressiva della vista, fino alla cecità.
Con un calcolo prudenziale, nel nostro paese si stima che colpisca almeno 110.000 persone.
In Italia, unico caso tra i paesi occidentali, la cura della degenerazione maculare senile con le iniezioni intravitreali è garantita dal SSN con inaccettabili limitazioni:

Il limite dei 2/10:  la cura non viene erogata a chi ha meno di 2/10 di visus.
"Questo limite – afferma Lidia Buccianti, Direttore di Per Vedere Fatti Vedere onlus – impedisce di fatto a chi ne ha più bisogno di mantenere quella visione residua in grado di garantire l'autosufficienza e una vita dignitosa. Per un paziente con meno di 2/10, riacquistare anche solo 1/10 significa poter passare da una condizione di dipendenza ad una vita ancora autonoma, cosa fondamentale per molti anziani che oggi vivono soli".  
Grazie alla campagna "Ho meno di 2/10 cura anche me" portata avanti da Per Vedere Fatti Vedere lo scorso anno, AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) nel luglio 2011 aveva ufficialmente deliberato l'abolizione del limite dei 2/10 ma non l'ha mai resa operativa poiché la delibera non è mai stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.           
Il limite del secondo occhio: attualmente la cura viene erogata, incredibilmente, per un occhio solo. Chi è affetto da degenerazione maculare senile in tutte e due gli occhi deve poterli curare entrambi con la copertura del Servizio Sanitario Nazionale e mantenere in tutti e due gli occhi quella visione residua che può permettere di condurre una vita autosufficiente.

Considerando i costi elevatissimi della cura con le iniezioni intravitreali al momento attuale chi ha i soldi può permettersi di curarsi privatamente, chi non li ha va incontro alla perdita della vista.  "L'età media degli italiani si sta alzando, la nostra società sta progressivamente invecchiando, e l'incidenza della DMS è destinata ad aumentare notevolmente – spiega Lidia Buccianti – si prevede un aumento di casi di DMS del 31% nel decennio 2010-2020, con un conseguente  aumento dei costi sociali per ipovisione e cecità". L'accesso alle cure è un diritto che deve essere garantito a tutti i

pazienti senza discriminazioni anche per questo motivo: i costi per le cure sarebbero nettamente inferiori ai costi che la società dovrà sostenere per la cecità dei pazienti che non ha curato adeguatamente.

La Campagna "Salviamo dalla cecità decine di migliaia di pazienti con degenerazione maculare senile" chiede al Ministero della Salute e ad AIFA che venga pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la delibera del 14 luglio 2011 sull'abolizione del limite dei 2/10,  e che venga immediatamente cancellato l'assurdo limite del secondo occhio, allineando l'Italia agli altri Paesi occidentali, dove tali discriminazioni non esistono.

Sul sito della onlus alla pagina dedicata alla campagna si possono trovare maggiori informazioni ed approfondimenti: 
http://www.pervederefattivedere.it/campagna_dms2012/
Si può inviare direttamente una e-mail di protesta o un fax alle Istituzioni preposte alla tutela della salute affinchè vengano eliminati questi inaccettabili limiti.
 
Per contatti Lidia Buccianti  Direttore Generale Per Vedere Fatti Vedere onlus 
tel. 039- 5980577 cell 347-2772132   e-mail: buccianti@pervederefattivedere.it
Sito web www.pervederefattivedere.it

2° Torneo Internazionale di baseball giocato da ciechi MOLE-CUP, di Lorenzo Vinassa de Regny

Autore: Lorenzo Vinassa de Regny

CASTELDEBOLE (Bologna)  Campo Leoni  via Bottonelli, 70
DOMENICA 7 ottobre dalle ore 9: 00 in avanti

La AIBXC Associazione baseball giocato da ciechi annuncia lo svolgimento della seconda Edizione della Mole-Cup per il 7 ottobre pv sul Diamante Leoni di Casteldebole (Bologna) con la partecipazione di ben 8 squadre ITALIANE 1 Francese e 1 Tedesca:
Aquilone Empoli, White Sox Bologna, Fiorentina , Thunder's Five milano, Lampi Milano, Cvinta Ravenna, Roma AIBXC,  Patrini Malnate
I Bandits di Nogent (Paris)   e i Bavarian Bats di Freising (Munchen)

Il Torneo sarà dedicato alla memoria di Ivano Albertazzi, tecnico dei campioni d'Italia 2012 della Fiorentina, prematuramente scomparso lo scorso Giugno.

AIBXC Onlus
Lorenzo Vinassa de Regny

COMUNICATO STAMPA – EMERGENZA LAVORATIVA DEI CIECHI, a cura dell’Agenzia I-Mage

Autore: a cura dell'Agenzia I-Mage

"Voglio aprire questa conferenza portando la solidarietà di tutti i ciechi e gli ipovedenti italiani ai lavoratori dell'Alcoa, dell'Iva, del Sulcis, della Fiat e ai lavoratori di tutte le aziende in crisi.

Il lavoro è un bene prezioso per l'intera umanità, ma per i ciechi e gli ipovedenti è prezioso due volte perché rappresenta la strada maestra per l'integrazione sociale". Inizia così Tommaso Daniele, presidente nazionale dell'Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, la Conferenza stampa per denunciare l'emergenza lavorativa dei ciechi e fare un appello al Ministro del Lavoro Elsa Fornero: approvate in tempi rapidi tutte quelle norme che, a costo zero, aprirebbero le porte del lavoro ai disabili visivi.

"L'emergenza sta ora diventando una tragedia. I giovani non vedenti rischiano davvero di non entrare nel mondo del lavoro e chi è dentro fa fatica a rimanerci. L'Unione non si è fatta trovare impreparata ma ha cercato di anticipare le sfide; si è però scontrata con la pigrizia dei Governi, che talvolta ha impedito di risolvere i problemi evidenziati". Paolo Colombo, componente della Direzione Nazionale dell'Unione e responsabile del settore Lavoro illustra le richieste principali dei disabili visivi: innanzitutto "la figura dell'operatore telefonico, ignorata dalla riforma degli istituti tecnici del ministro Gelmini, che è stata equiparata con Decreto del ministero del Lavoro, d'intesa con la Conferenza Stato Regioni, all'operatore amministrativo segretariale e conserva il diritto al collocamento obbligatorio previsto dalla Legge 113/1985; si chiede poi di sostituire le parole "terapista della riabilitazione" con "fisioterapista" per continuare a poter godere del beneficio del collocamento obbligatorio (Legge 29/1994 e A.S. 1573) e di mettere finalmente in moto la formazione a livello delle Regioni, per poter sbloccare le nuove figure professionali deliberate dal decreto Salvi del 10 gennaio 2000 e ad oggi ancora inutilizzate; si chiede inoltre un intervento normativo per rivedere il calcolo previdenziale dell'anzianità figurativa a carico dei disabili gravi e gravissimi, così come già fatto a favore dei famigliari delle vittime di terrorismo.

Spetta a Luciano Romito, Professore Associato di Fonetica e Fonologia, Fonetica Sperimentale e Linguistica Generale all'Università della Calabria, illustrare la figura del professionale del "perito fonico" in ambito forense, una figura formata specificamente per migliorare le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche.

La Conferenza stampa, moderata dal giornalista Rai e conduttore di "Radio Anch'io" Ruggero Po, ha visto la partecipazione del Senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, personalmente impegnato nella presentazione di un Disegno di Legge relativo alla modifica della legge 11 gennaio 1994 n. 29 ma non ancora approvata. Il Senatore si è impegnato a riproporlo appena possibile come emendamento al Decreto Balduzzi.

Erano anche presenti l'On. Augusto Battaglia, Giovanni Scacciavillani (UGL) e Nina Daita (CGIL), che ha ricordato come l'occupazione dei disabili sia diminuita del 40% su scala nazionale: "a richieste straordinarie si deve rispondere con finanziamenti straordinari, non si può scaricare ancora una volta il carico sulle famiglie. Uno Stato può essere considerato giusto solo quando tutela le categorie più deboli".

A conclusione, i prossimi appuntamenti per ricordare l'emergenza lavoro: una delegazione dell'Unione sarà ricevuta dal Sottosegretario Michel Martone venerdì 21 settembre, mentre si stanno organizzando dei sit-in davanti alle Prefetture d'Italia per il 27 settembre.

Si riporta di seguito la lettera inviata al Ministro Elsa Fornero.

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

ONLUS

Lettera alla Prof.ssa Elsa Fornero
Ministro del lavoro e delle Politiche Sociali
L'emergenza lavorativa dei ciechi e degli ipovedenti

Illustrissimo Signor Ministro,

il lavoro è un bene prezioso per l'intera umanità, ma per i ciechi e gli ipovedenti è prezioso due volte perché rappresenta la strada maestra per l'integrazione sociale. Uno dei padri storici della nostra Unione lo ha definito "luce che ritorna", io mi permetto di aggiungere che è "sicurezza, dignità, vita".

Recenti dati statistici riferiscono che un giovane su tre è senza lavoro; i giovani ciechi ed ipovedenti sono praticamente disoccupati e attendono dal Governo un segnale concreto che possa rappresentare una inversione di tendenza. Essi chiedono, inoltre, alla nostra Unione, una azione decisa, forte affinché la loro problematica venga conosciuta dalle autorità di Governo, e termini il muro di gomma con il Ministero del Lavoro, con la Conferenza Stato Regioni e con le singole Regioni.

Da anni le nostre lettere rimangono puntualmente senza risposta.

Le chiediamo, Signor Ministro, di farsi carico di esaminare, insieme ai tecnici competenti per materia, i problemi che appresso Le indichiamo.

Operatori telefonici

La figura dell'operatore telefonico, ignorata dalla riforma degli istituti tecnici del Ministro Gelmini, è stata equiparata con Decreto del Ministero del Lavoro, d'intesa con la Conferenza Stato Regioni, all'operatore amministrativo segretariale e conserva il diritto al collocamento obbligatorio previsto dalla Legge 113/1985.

Massofisioterapista

La qualifica di massofisioterapista, che si ottiene attraverso un corso triennale con un titolo di scuola media inferiore, non è più spendibile perché la normativa europea prevede che il diploma di fisioterapista si consegue attraverso un corso universitario triennale. Si chiede, quindi, che la figura del massofisioterapista venga equiparata all'operatore del benessere e che sia prevista una corsia preferenziale all'interno dei meccanismi del collocamento mirato previsto dalla Legge 68/1999 (quali, ad es., le convenzioni di inserimento lavorativo).

Decreto Salvi del 10 gennaio 2000

Il suddetto Decreto, avvalendosi dell'articolo 45, comma 12, della legge 144/1999, ha individuato tre nuove figure professionali per i ciechi alle quali ha esteso i diritti previsti per gli operatori telefonici sanciti dalla Legge 113/1985: l'operatore di telemarketing, il gestore di banche dati e l'addetto alle relazioni con il pubblico. Tali figure non sono state utilizzate perché le Regioni non le hanno inserite nella programmazione. Si chiede un autorevole intervento sulla conferenza Stato Regioni affinché si provveda a recuperare il tempo perduto.

Fisioterapisti

La Legge 29/1994 prevede il collocamento obbligatorio del "terapista della riabilitazione". Tale figura è stata superata dalla evoluzione normativa ed è stata sostituita dal "fisioterapista" che attualmente non gode del beneficio del collocamento obbligatorio. Si chiede di intervenire presso la Commissione Lavoro del Senato affinché approvi il ddl A.S. 1573, almeno nella parte che sostituisce la parola "terapista della riabilitazione" con "fisioterapista".

Perito fonico

L'Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione (I.Ri.Fo.R.) – ONLUS, ha organizzato, in collaborazione con l'Università di Reggio Calabria, un corso di formazione per "perito fonico"
nell'ambito forense dedicato ai non vedenti; tale figura è stata formata specificamente per migliorare le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche. Da anni abbiamo chiesto al Ministero del Lavoro il riconoscimento di tale figura attraverso l'emanazione di un Decreto Ministeriale, alla stregua del Decreto Salvi del 2000, che riconosca tale figura. Si chiede di intervenire affinché il decreto venga emanato al più presto e si stipuli un accordo con il Ministero di Grazia e Giustizia per la utilizzazione di tale figura.

Posto operatore

L'utilizzo delle nuove tecnologie ha ridotto notevolmente il numero dei posti operatore con la conseguenza di diminuire il numero dei ciechi occupati come centralinista telefonico. Si chiede una interpretazione autentica dell'art. 3, comma 1, della legge 113/1985 perché a nostro avviso l'introduzione di nuove tecnologie non elimina il diritto dei ciechi e degli ipovedenti al collocamento obbligatorio.

Anzianità figurativa – calcolo previdenziale

Dopo la recente riforma pensionistica i contributi figurativi di cui godono i ciechi e gli altri disabili gravi non vengono presi in considerazione ai fini del calcolo del trattamento previdenziale con grave pregiudizio degli interessati. Si chiede un intervento normativo così come già fatto a favore dei familiari delle vittime del terrorismo.

Signor Ministro, non ci sfugge che il Paese sta attraversando un periodo particolarmente critico che mette in secondo piano i valori della solidarietà e della coesione sociale sacrificando i più deboli fra i quali sicuramente i ciechi.

Le faccio notare che le nostre richieste sono quasi tutte a costo zero. La prego, quindi, di intervenire con l'autorevolezza della Sua carica e porre termine ad una situazione non più sostenibile.

La nostra Unione ha deciso di porre in essere una serie di iniziative volte a far emergere il più possibile il problema: una conferenza stampa nei prossimi giorni, un sit-in presso le Prefetture di tutte le province d'Italia, una assemblea online dei nostri quadri dirigenti per coinvolgerli il più possibile nel problema, una richiesta di incontro con Lei e, ove mai non dovesse bastare, una grande manifestazione di protesta davanti a Palazzo Chigi per ottenere quella giustizia che da almeno dieci anni, in materia di lavoro, andiamo chiedendo.

In attesa di un cortese cenno di riscontro, La saluto cordialmente.

IL PRESIDENTE NAZIONALE
Prof. Tommaso Daniele

Studio della musica

Autore: Giovanni Arestia

La commissione nazionale per le problematiche musicali nella sua ultima riunione del 12 luglio 2011, si è detta pronta a muoversi (ogni componente nell'ambito territoriale di competenza) per raggiungere a livello  sezionale i  potenziali interessati allo studio della musica. 
Tali incontri, diretti a ragazzini e genitori, ma diretti anche ai presidenti sezionali, ai responsabili dell'istruzione, collaboratori e personale erano e sono mirati a promuovere lo  studio della musica con tutti i suoi risvolti anche lavorativi.
Tutto ciò dando una dimostrazione pratica e tangibile da parte di noi stessi musicisti. Siamo convinti che dimostrare sul campo le capacità musicali sia più proficuo delle parole che servono comunque a fare il resto.
Questo compito la Commissione l'avrebbe voluto portare avanti entro l'estate 2011.Il problema, però, era quello di avere la copertura spese per gli spostamenti.
 Le ben note traversie dovute ora ai problemi sull'indennità di accompagnamento,ora alle decurtazioni dei contributi per la Sede Centrale, ora al commissariamento, ci hanno portato ad aspettare tempi migliori. Tornato il sereno, siamo in attesa di avere approvato dall'I.Ri.Fo.R. centrale un progetto "Musicando" che oltre a prevedere la copertura spese per gli spostamenti, prevede aspetti didattici e teorici via online anch'essi propedeutici allo studio della musica.
Caldeggerò al Presidente Nazionale il suo intervento a che l'I.Ri.For approvi e finanzi presto il progetto.
Gli incontri si potrebbero completare entro le prossime vacanze in occasione delle festività di fine anno.

Giovanni Arestia.

Proroga prenotazione Soggiorno di settembre “Ultimo Sole” a Tirrenia, non solo anziani

Autore: Tommaso Daniele

Essendo ancora disponibili dei posti,  è stata prorogata ai primi di settembre la data per la prenotazione del prossimo soggiorno marino che avrà luogo dal 9 al 23 Settembre presso il Centro Studi Le Torri "G. Fucà".
Ribadiamo periodo, tariffe e condizioni:
Da Domenica 9  settembre (giorno di arrivo) a Domenica 23 Settembre (giorno di partenza).
L'importo del soggiorno pro capite a pacchetto valido sia per l'anziano non vedente che per il suo accompagnatore, si articola nei seguenti importi:
 
Camera singola (Torre Piccola)  Euro 750.00;
Camera doppia (Torre Piccola ) Euro 650.00;
Camera doppia (Torre Grande) Euro 850.00;
Camera Tripla (Torre Grande) Euro 750.00;

Ai suddetti importi, vanno aggiunti Euro7.50 come tassa di soggiorno richiesta e dovuta al comune di Pisa, inoltre poiché  le tariffe sono già scontate non sono cumulabili ulteriori sconti, compreso lo sconto soci Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Il pacchetto comprende:
Trattamento di pensione completa con acqua e vino della casa dal pranzo del giorno di arrivo alla colazione del giorno di partenza;
Servizio Spiaggia;
Cocktail di benvenuto;
Animazione curata da Cesare Barca con la nota dedizione e simpatia;
Ginnastica in spiaggia;
Accesso alla piscina;

Il pacchetto non comprende:
Transfert
Escursioni
Uso del tavolo Showdown
Parrucchiera
Estetista
Infermiera
Eventuali Corsi di nuoto
Alfabetizzazione informatica, corso tenuto da Nunziante Esposito al costo a persona di circa Euro 50 e assoggettato all'iscrizione da  comunicarsi all'atto della prenotazione.
Quest'ultimi corsi potranno essere attivati in presenza di un numero minimo di partecipanti.

Le camere saranno consegnate entro le ore 14.00 del giorno di arrivo e dovranno essere liberate entro le ore 10.00 del giorno di partenza.

La commissione nazionale anziani, invita e si augura vivamente che le sezioni e i coordinatori anziani, diffondano e promuovano il soggiorno che non ha solo finalità ludiche ma anche terapeutiche e di socializzazione per gli anziani che sempre più, oggi, soffrono la solitudine.
L'apertura anche ai " non ancora anziani " rientra nello spirito dell'anno internazionale  dedicato all'invecchiamento attivo e alla solidarietà tra generazioni.
Le prenotazioni vanno fatte direttamente al Centro al numero telefonico:050 32270 fax 050 37485
e-mail : tirrenia@uiciechi.it .
La prenotazione  dovrà essere successivamente perfezionata con invio della caparra confirmatoria di Euro 70,00.

Il Presidente Nazionale
prof. Tommaso Daniele

Invalidità civile e Privacy

Autore: Tommaso Daniele

Il Garante della protezione dei dati personali ha disposto che sulla busta contenente la documentazione sanitaria in materia di invalidità civile inviata dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale non deve essere riportata alcuna indicazione che possa rivelare, anche indirettamente, lo stato di salute dei destinatari (cfr. newsletter 4 luglio 2012, n. 360 direttamente consultabile al seguente indirizzo: http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1908061).
La normativa in materia di protezione dei dati personali prevede, infatti, che i plichi postali non debbano recare, sulla parte esterna, indicazioni tali da consentire a soggetti estranei di desumere il contenuto delle comunicazioni o degli atti in essi inseriti e dalle quali possano evincersi, anche indirettamente, informazioni idonee a rivelare lo stato di salute del destinatario.
In applicazione del principio formulato dal Garante e nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali e della dignità degli interessati, l'INPS ha, pertanto, disposto che sulle buste utilizzate per l'invio di documentazione sanitaria sia apposto unicamente il timbro della filiale, denominazione e indirizzo del mittente, senza alcun altra formula o segno in dettaglio.

Il Presidente Nazionale
Prof. Tommaso Daniele