Proposte in tema di accessibilità e tecnologia, di Irene Balbo

Autore: Irene Balbo

Proposte per la definizione degli orientamenti programmatici del XXIII congresso dell’UICI in tema di Accessibilità e Tecnologia , elaborate nel convegno “Quali idee? Su quali gambe?” (Napoli,  15-16 novembre 2014), promosso dal movimento Uicirinnovamento.

Hanno partecipato alla stesura di questo documento: Ciro Arnone, Irene Balbo, Vincenzo La Francesca, Roberta Mancini, Andrea Prantoni e Graziella Zuccarato.

Con questo piccolo elenco di punti che abbiamo ritenuto imprescindibili, vogliamo semplicemente gettare le basi per una discussione più ampia su problematiche così complesse e sfaccettate, come quelle che fanno capo ai temi della tecnologia, dell’accessibilità, dell’autonomia personale, della mobilità sia con il bastone che con il cane guida. Con questa prima traccia, appunto, auspichiamo di aprire un dibattito che la ampli e l’approfondisca fino ad arrivare al congresso, luogo deputato alla formulazione di proposte concrete su cui impegnare la Dirigenza Nazionale dal 2015 fino al termine della legislatura.

La molteplicità degli argomenti, non scaturisce dalla loro sottovalutazione, ma dalla necessità di sintesi, tuttavia siamo assolutamente consapevoli del fatto che ciascuno di questi temi meriterebbe uno spazio proprio, molto più ampio, spazio che speriamo gli verrà attribuito dall’associazione dopo il Congresso.

Entrando nel dettaglio, abbiamo individuato alcuni temi su cui vorremmo partisse da Napoli il dibattito, cercando di raggrupparli per macro-argomenti, anche se ovviamente il tema dell’accessibilità incrocia quello della tecnologia che vede notevoli sbocchi anche nell’ambito della mobilità e dell’autonomia personale, così come non si può non parlare dei nostri amici cani guida se affrontiamo il tema, appunto, della mobilità, Molte sono le cose che qui diremo, speriamo la Presidenza Nazionale, il Consiglio, la Direzione e i Soci che vorranno lavorare concretamente nell’Associazione individuino correttamente le priorità e portino avanti i progetti e le idee più importanti e più perseguibili, non trascurando però gli altri punti messi qui in luce.

In questo documento verranno illustrati i punti relativi ai temi dell’Accessibilità e della Tecnologia, quelli concernenti la Mobilità ed i Cani guida, invece, saranno oggetto di altrettanti documenti che renderemo noti nei prossimi giorni.

Accessibilità e tecnologia

  1. La sempre crescente inaccessibilità degli elettrodomestici, anche di quelli più comuni, (lavatrici, lavastoviglie, microonde, robot da cucina, timer ecc.) ci ha portati a ritenere che potrebbe essere utile l’individuazione, da parte dell’UICI, anche di concerto con altre associazioni che si occupino di disabilità diverse, di aziende pilota che possano investire in prodotti progettati secondo l’ormai tanto decantato, ma ancora poco concretizzato, design for all. L’idea è quella di un progetto che venga supportato, attraverso pubblicità tra i soci, eventuali contributi e nelle forme che si riterranno più opportune e che possa poi essere un modello per altre aziende italiane. In tal senso, forse l’UICI potrebbe farsi capofila di iniziative analoghe a livello sovranazionale, attraverso l’EBU, Unione dei Ciechi Europei. In tal modo verrebbe ulteriormente sensibilizzata la Commissione Europea sulle problematiche dell’accessibilità e si potrebbero coinvolgere anche aziende multinazionali nell’elaborazione di progetti di prodotti accessibili. Un buon punto di partenza sarebbe verificare quali siano le esigenze più sentite dai ciechi europei, attraverso un’indagine statistica, per poter affrontare le questioni e valutare i progetti in base alle priorità indicate.
  2. Riteniamo indispensabile, sul fronte legislativo, che si lavori ad una norma che vincoli le aziende, pena, se fattibile, l’impossibilità di vendere sul territorio italiano, o meglio europeo, o, in alternativa, ma solo qualora la prima opzione non fosse praticabile, l’attivazione di agevolazioni di tipo economico per le aziende che operino seguendo standard di accessibilità totale. Ovviamente una normativa di questo genere sarebbe auspicabile fosse di respiro europeo e non solo nazionale.
  3. La grave crisi occupazionale di questo ultimo periodo è acuita, nel caso dei disabili visivi, dall’inaccessibilità di sistemi hardware, software e piattaforme gestionali. La tecnologia permetterebbe invece, se resa accessibile, un ampliamento delle possibilità lavorative dei disabili visivi. Per tale ragione auspichiamo da parte dell’Associazione un intervento a livello legislativo, volto all’elaborazione di una legge sul modello di quella Americana che obbliga le aziende che vogliano lavorare con il Governo, a mantenere standard elevati di accessibilità. Anche in questo sarebbe auspicabile un ampliamento della questione in ambito europeo.
  4. Si invita l’Unione a farsi promotrice di una raccolta fondi nazionale che sponsorizzi un progetto meritevole o di tipo medico o di tipo tecnologico che da un lato possa concretamente migliorare la vita dei ciechi e che dall’altro sia un modo per parlare in maniera positiva delle opportunità offerte dalla scienza e dalla tecnologia ai ciechi stessi. Abbiamo pensato ad un concorso di idee valutate dall’Associazione anche per ridurre i finanziamenti sparsi su tanti piccoli progetti che spesso si rivelano inutili o impraticabili, rendendo l’associazione una specie di garante della reale validità di una ricerca o di un prototipo.
  5. Riteniamo fondamentale che l’UICI istituisca un osservatorio che lavori sia alla valutazione dell’accessibilità non solo dei siti web, ma anche dei prodotti tecnologici perché, quelli ad oggi accessibili mantengano e rafforzino questa loro caratteristica, sia per poter supportare i soci negli acquisti non solo di prodotti di alta tecnologia, ma anche di uso quotidiano. Se fatto in modo capillare e attento potrebbe rappresentare un’opportunità lavorativa per un certo numero di persone che, per poter svolgere questo lavoro in modo efficiente, dovrebbero costantemente aggiornarsi e mantenere i contatti con i soci e le sezioni.
  6. La legge sull’accessibilità dei prodotti audiovisivi in Italia è molto arretrata rispetto al panorama internazionale, si ritiene fondamentale che l’Associazione promuova direttamente o sposi progetti di legge eventualmente preesistenti, volti all’obbligo di rendere accessibile ai disabili sensoriali tutti i prodotti audiovisivi fin dalla loro uscita sul mercato.
  7. Le spese che il servizio sanitario nazionale sostiene per l’acquisto di ausili presenti nel nomenclatore tariffario a volte sono eccessive e immotivate. Oggi la legge prevede che sia sufficiente la richiesta dell’utente insieme alla prescrizione dell’oculista perché, se un ausilio rientra nel nomenclatore tariffario, questo venga acquistato. Sappiamo però che raramente gli oculisti sono esperti di ausili specifici soprattutto per ciechi assoluti. Il risultato è che spesso vengono spesi soldi inutilmente e a discapito di chi invece ha realmente bisogno. Inoltre, il sistema degli appalti finisce con il vincolare l’utente ad acquistare un determinato ausilio non sempre adeguato o a sopportare un aggravio di spesa per l’acquisto di quello a lui più adatto. Chiediamo che l’UICI, insieme anche ad altre associazioni di disabili, si faccia carico di far modificare queste normative affinchè le ASL si rivolgano, all’atto della richiesta da parte di un disabile visivo, di un determinato ausilio, a centri specializzati che, oltre all’oculista che si occuperà della prescrizione finale, vista la normativa attuale che prevede la prescrizione, abbiano nel loro staff esperti di tiflologia e di tecnologie per disabili visivi, che possano operare, in base ad una valutazione complessiva del soggetto richiedente,  la scelta dell’ausilio più adeguato da inserirsi eventualmente in un progetto riabilitativo più ampio. Tale ruolo potrebbero svolgerlo, con personale adeguatamente formato, i centri di Ipovisione   e gli istituti per ciechi riconosciuti dal sistema sanitario nazionale che, ovviamente, non dovrebbero svolgere anche il compito di rivenditori.
  8. Fondamentale, per evitare sprechi di denaro, riteniamo sia il rispetto della normativa da parte delle ASL che prevede, al termine degli anni prescritti, la restituzione del materiale avuto in comodato d’uso.
  9. I ritardi nell’aggiornamento del nomenclatore tariffario, oltre a garantire cifre in alcuni casi attualmente inferiori al costo degli ausili a cui sono destinate, esclude di fatto alcuni prodotti tecnologici recenti molto utili ai disabili visivi. Per questo chiediamo che la normativa obblighi in maniera cogente, l’aggiornamento del suddetto nomenclatore almeno ogni 3 anni.
  10. Pensiamo che il sistema degli appalti di fatto rischi di favorire questa o quella azienda e di sfavorire l’utente che in alcuni casi si trova costretto, se non vuole pagare di tasca propria, a scegliere un ausilio non del tutto adeguato alle proprie necessità. Per questo riteniamo che sia necessario un superamento del sistema degli appalti regionali, recuperando invece l’idea della presentazione di tre preventivi, o da parte dell’utente o reperiti dalla stessa ASL; ferma restando la scelta di quello più conveniente, che dovrà però riguardare lo stesso identico ausilio, sia per quanto riguarda la marca, che il modello, non soltanto il medesimo codice.
  11. La possibilità, per un cieco, di poter prelevare ad uno sportello automatico, è qualcosa che lo garantisce nella propria privacy e nella propria sicurezza. Attualmente gli sportelli bancomat accessibili sono ancora diffusi a macchia di leopardo, ma sarebbe necessario che ci fosse l’obbligo, per tutti gli istituti di credito, compreso poste italiane S.P.A., di dotarsi di sportelli atm accessibili per ciechi ed ipovedenti. Chiediamo che l’UICI intervenga, anche in collaborazione con associazioni che si occupano di disabilità diverse, inizialmente con l’ABI e, se necessario, attraverso una legge sull’accessibilità che preveda che, chiunque fornisca servizi al pubblico, sia online che attraverso sistemi automatici, li eroghi con mezzi utilizzabili da tutti i disabili. Una legge che vada oltre l’attuale legge Stanca, che preveda tempi ben definiti per adeguarvisi e sanzioni inderogabili e significative per chi quei tempi non li rispetti.

Proposte in tema di cani guida, di Irene Balbo

Autore: Irene Balbo

Proposte per la definizione degli orientamenti programmatici del XXIII congresso dell’UICI in tema di Cani guida, elaborate nel convegno “Quali idee? Su quali gambe?(Napoli,15-16 novembre 2014), promosso dal movimento Uicirinnovamento.

Hanno partecipato alla stesura di questo documento: Ciro Arnone, Irene Balbo, Vincenzo La Francesca, Roberta Mancini, Andrea Prantoni e Graziella Zuccarato.

Il presente è il terzo dei tre documenti che affrontano il tema dell’Autonomia e della Vita indipendente (nei primi due, usciti nei giorni scorsi, si sono trattati i temi dell’Accessibilità e Tecnologia e della Mobilità).

Cani guida

  1. Riteniamo importante che l’Unione si faccia promotrice di incontri tra le scuole di addestramento attualmente presenti in Italia, e tra queste e i fruitori di cani –guida. Ciò sarebbe fondamentale sia per uno scambio di competenze tra le scuole stesse, sia perché darebbe la possibilità agli utenti di segnalare difficoltà e criticità in cui si imbattono quotidianamente. In un tale contesto potrebbe essere anche utile un incontro tra le scuole italiane e quelle presenti in altri paesi europei e non solo, per confrontare la nostra con realtà diverse, traendone spunti utili ad un miglioramento della situazione italiana.
  2. Attualmente i dati sul numero dei richiedenti cani guida, sulla reale consistenza delle liste d’attesa nelle scuole, sul numero e sulle motivazioni delle riconsegne di cani già assegnati, sugli addestramenti non portati a termine ecc., sono approssimativi, chiediamo che l’UICI spinga le scuole ad una maggior trasparenza in tal senso, trasparenza indispensabile nei confronti dei richiedenti un nuovo cane guida e delle istituzioni che contribuiscono economicamente alle scuole stesse.
  3. Non di rado accade che i cani guida vengano consegnati a persone non in grado di gestirli autonomamente o di muoversi con essi, chiediamo che l’UICI, sempre nell’ottica di una maggior collaborazione con le scuole, spinga affinchè la valutazione dei richiedenti sia più accurata e affinchè essi siano convocati alla scuola ogni tanto, per controlli campione, controlli però non a cadenza prestabilita, ma che vengano richiesti con pochi giorni d’anticipo, anche se l’ideale, attualmente però reso impossibile dalla situazione economica delle scuole stesse, sarebbe che i controlli avvenissero presso il domicilio della persona a cui il cane è stato assegnato.
  4. Si propone di valutare in quali modi sia possibile la formazione di nuovi addestratori di cani guida, comunque riconosciuti, in modo da ampliare le possibilità di addestramento sul territorio e nello stesso tempo di impedire a chiunque di fregiarsi del titolo di addestratore di cane guida;
  5. Che l’Unione studi insieme alle scuole e ai fruitori un simbolo univoco che renda riconoscibile il cane come cane guida per ciechi. Tale logo potrebbe anche scaturire da un concorso lanciato tra tutte le scuole italiane, in modo da diffondere la cultura del cane guida tra i ragazzi in maniera capillare e positiva.
  6. Auspichiamo il proseguimento da parte dell’UICI delle attività intraprese per la diffusione della legge che tutela i cani guida e i ciechi da essi accompagnati, anche attraverso nuove forme di pubblicità, sfruttando i moderni mezzi di comunicazione;
  7. Pensiamo che un altro compito dell’Unione, da svolgersi anche sul territorio, sia quello di organizzare incontri informativi rivolti a coloro che vogliano, per la prima volta, avvicinarsi al mondo dei cani guida. Si ritiene questo necessario per evidenziare, oltre all’aiuto che quotidianamente il cane può dare, l’impegno e i doveri che ciascun cieco ha nei confronti del proprio animale e dei luoghi e delle persone che con esso frequenta.
  8. Le carrozze dei nuovi treni, pur così tecnologici e ad alta velocità, risultano di fatto più scomode e strette. Questo diventa un enorme problema quando si viaggia accompagnati da un cane guida, si chiede che la sede centrale prenda contatti con le compagnie ferroviarie proponendo loro, qualora all’atto dell’assistenza un cieco dichiari di essere accompagnato da un cane guida, che, a parità di prezzo, gli venga assegnato un posto nella carrozza di prima classe in cui è possibile sistemare l’animale comodamente, senza arrecare disturbo agli altri viaggiatori.
  9. I costi per l’addestramento di un cane guida risultano difficilmente quantificabili, ma comunque elevati. Tali costi sono o a carico di privati o delle regioni in cui si trovano le scuole di addestramento riconosciute. Si chiede che l’UICI spinga affinchè venga inserito il cane guida tra gli ausili necessari alla mobilità e all’autonomia, nel nomenclatore tariffario,
  10. La legge ad oggi prevede un rimborso, all’atto della dichiarazione dei redditi, di 516 euro forfettarie per le persone accompagnate da cane guida, ma solo qualora il cieco non sia a carico della famiglia. Riteniamo tale normativa discriminatoria nei confronti delle persone prive di reddito che si vedono di fatto negato un vantaggio riservato ad individui nella loro medesima condizione.
  11. Le spese veterinarie per un cane guida si possono rivelare in alcune circostanze molto elevate. Un cane guida, proprio per il ruolo importante che ha, deve essere curato correttamente e gli vanno prestate le giuste attenzioni. Per questo chiediamo che si prenda in considerazione l’ipotesi di richiedere la rivalutazione della cifra forfettaria di 516 euro oggi prevista e rimasta invariata da 15 anni.

Siamo consapevoli di non aver esaurito nemmeno parzialmente la tematica a noi assegnata, pur avendo scritto più di quanto ci eravamo prefissati. Non vogliamo che questo sia un libro dei sogni,  ma speriamo che da qui possano scaturire idee ed iniziative volte al miglioramento della qualità di vita di tutti i ciechi italiani.

Proposte in tema di mobilità , di Irene Balbo

Autore: Irene Balbo

Proposte per la definizione degli orientamenti programmatici del XXIII congresso dell’UICI in tema di Mobilità, elaborate nel convegno “Quali idee? Su quali gambe?”(Napoli,  15-16 novembre 2014),   promosso dal movimento Uicirinnovamento.

Hanno partecipato alla stesura di questo documento: Ciro Arnone, Irene Balbo, Vincenzo

Lafrancesca, Roberta Mancini, Andrea Prantoni e Graziella Zuccarato.

Il presente è il secondo dei tre documenti che affrontano il tema dell’Autonomia e della Vita indipendente (nel primo, uscito nei giorni scorsi, si è trattato il tema dell’Accessibilità e della Tecnologia).

Mobilità

1 l’abbattimento delle barriere che ostacolano la mobilità autonoma dei disabili, compresi quelli visivi, ampiamente affrontato dalle leggi vigenti, viene raramente messo concretamente in atto; le sezioni locali si trovano quotidianamente a combattere contro aziende di trasporti e comuni che, pur dimostrando disponibilità a parole, nei fatti disattendono completamente la legge. A livello locale non sempre, per ragioni economiche o di altra natura, si è in grado, una volta verificata l’inutilità di dialogo e manifestazioni, di percorrere le vie legali. Si ritiene utile che a livello centrale l’associazione attivi un ufficio legale che sostenga tali iniziative sia economicamente che con personale preparato.

2 Sul territorio nazionale si nota una grande difformità di trattamento nei confronti dei ciechi per quanto riguarda i trasporti: taxi, autobus, servizi di trasporto organizzati dal comune ecc., si ritiene indispensabile un’azione della sede centrale, per esempio attraverso un incontro con l’associazione dei comuni (ANCI), che porti, anche gradualmente, al raggiungimento di un trattamento il più possibile equo ed uniforme per tutti i ciechi italiani;

3 La mancanza di una legge chiara sui corsi di orientamento, mobilità ed autonomia personale, costringe le sezioni locali a dover continuamente combattere con le aziende sanitarie, i comuni ed i servizi sociali, per far comprendere l’importanza di tali iniziative per il raggiungimento, da parte di un cieco, di un’autonomia che sia, a seconda delle possibilità e delle caratteristiche della persona, il più vicina possibile alle sue reali capacità. È fondamentale quindi che ci si faccia carico di un progetto di legge, anche elaborato con altre associazioni di ciechi, che porti ad una chiarezza maggiore, sulle competenze dei vari enti ed all’individuazione, di un centro adeguato per questo tipo di riabilitazione, almeno in ogni regione del paese.

4 La scelta progettuale che ha portato alla sostituzione, in molte zone urbane, dei semafori, con rotatorie più o meno grandi e più o meno realmente funzionali, ha reso più pericolosa e difficile la mobilità di ciechi ed ipovedenti. Si ritiene che potrebbe essere utile uno studio di quali strategie siano state adottate negli altri Paesi in cui si è optato per questa soluzione e, qualora si riesca ad individuarne una valida, ci si faccia promotori di questa sul territorio italiano. In caso contrario si ritiene utile studiare soluzioni alternative che possano essere proposte alle varie amministrazioni e che siano ragionevoli sia dal punto di vista dei costi che della reale fattibilità.

5 La diffusione sempre maggiore di auto e biciclette elettriche rende più pericoloso per un cieco, percorrere da solo le strade delle nostre città. Sappiamo che a livello europeo si sta cercando di trovare una soluzione che preveda l’implementazione di un suono che sostituisca il rumore del motore, chiediamo che la sede centrale tenga monitorata questa situazione e spinga affinché si raggiunga presto una soluzione al problema, prima che diventi veramente ineludibile. Riteniamo anche in questo che sia fondamentale il ruolo dell’EBU.

6 Nonostante la maggior praticità di installazione e il minor impatto sul territorio, dei semafori sonori dotati di clock, che ne segnala la posizione, questi non sono stati omologati dal nostro ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Riteniamo utile, da parte della sede centrale, una ricerca sempre a livello europeo, per verificare se tali semafori sono stati omologati in altri paesi e, qualora la ricerca desse esito positivo, chiediamo che si riporti all’attenzione del ministero, la questione per cercare di ottenere il nulla osta per l’installazione di suddetti dispositivi.

 

Parlami di te , di Cesare Barca

Autore: Cesare Barca

Mario Censabella si racconta.

Sappiamo tutti quanto sia bello aprirsi agli altri parlando di se stessi, delle proprie esperienze, del proprio vissuto. Eppure non è così scontato come sembra perché talora accade che sciogliendo il laccio che tiene racchiuso il contenuto della  propria  memoria  vengano evidenziate e trasmesse esperienze personali di notevole importanza soggettiva, memorie che si decide di consegnare apertamente, fatti e circostanze a lungo trattenute come esperienze personali che hanno inciso sulle proprie scelte e conseguentemente sul proprio comportamento.

Mario ci farà dono del suo vissuto come presidente della sezione milanese dell’Unione, dei suoi incontri particolari, delle circostanze che hanno inciso nel colorare il suo lungo viaggio accanto a persone e avvenimenti  che hanno connotato  le giornate del proprio servizio a favore di amici e conoscenti incontrati lungo la strada percorsa con spirito aperto alla comprensione  della gioia e del dolore.

Sembra facile parlare di se stessi, ma non è sempre scontato: per farlo dobbiamo essere motivati profondamente convinti che, in qualche modo, possa risultare utile o almeno interessante consegnare pubblicamente il proprio passato.

In questa occasione la nostra sala virtuale telefonica 98 90 50 diverrà il mezzo migliore per consegnare un tratto di umanità racchiusa nello scrigno della  propria  memoria.

Mario sarà con noi mercoledì 4 febbraio alle ore 18 e sono certo che saremo in molti a condividere questo momento carico di umanità.

Per entrare nella sala della commissione anziani è necessario avere il pin di sicurezza, pin che vi sarà consegnato su vostra richiesta dal sottoscritto e dagli amici Nunziante Esposito  e Pino Servidio.

Chiamateci o scriveteci, siamo a vostra disposizione.

Cesare Barca: email cesarebarca@alice.it tel. 329 20 50 972

Nunziante Esposito: email nunziante.esposito@alice.it  tel. 349 672 33 51

Pino Servidio: email Giuseppe.servidio@alice.it   tel.335 80 82 002

Torino-“Fiori Recisi” Convegno su disabilità e violenza di genere

Autore: Sezione di Torino

Protagonisti, scrittori ed esperti a confronto

La violenza contro le donne è tristemente all’ordine del giorno. Con agghiacciante frequenza la cronaca ci racconta storie di sopraffazione fisica e psicologica, episodi che arrivano, nei casi più estremi, all’orrore del femminicidio. Ma che cosa può accadere quando alla condizione femminile si affiancano particolari forme di fragilità, ad esempio la mancanza della vista? Più in generale, quanto può influire la condizione di disabilità visiva in una dinamica di coppia? Come aiutare le persone cieche e ipovedenti a costruire un rapporto sereno col proprio corpo e la propria affettività? Di questi delicati argomenti si occupa il convengo “Fiori Recisi”, organizzato dal Comitato Pari Opportunità dell’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino in collaborazione con l’UNITRE (Università delle Tre Età). L’appuntamento è per sabato 21 febbraio (ore 9 – 13.30) presso la Sala Colors (via Sacchi 63).

Durante la giornata i temi verranno affrontati sotto diverse angolazioni. Ad aprire i lavori sarà il prezioso contributo delle istituzioni: interverranno infatti Monica Cerutti, assessore alle Pari Opportunità della Regione Piemonte e Domenica Genisio, consigliera del Comune di Torino. Troverà poi spazio la testimonianza di Fernanda Flamigni e Tiziano Storai, coautori del romanzo autobiografico Non volevo vedere (Edizioni Ediesse, 2013). Il libro ripercorre con lucidità una storia di odiose prevaricazioni e violenze, fino al tragico epilogo: un colpo di pistola che causa la cecità della protagonista e la morte della sorella di lei. Seguirà l’intervento di Domenico Matarozzo (Associazione Maschile Plurale), che rifletterà sul ruolo dell’uomo nella società contemporanea, tra scenari socio-culturali profondamente mutati e costante bisogno di ridefinire la propria identità. L’orizzonte si amplierà ulteriormente con le relazioni di Eleonora Castellano (psicologa, scrittrice) e Margherita Toscano (psicoterapeuta): la prima affronterà il tema Relazioni asimmetriche e abuso di potere, una riflessione che porta alle radici del comportamento violento, mentre la seconda si concentrerà sul Diritto di essere “sufficientemente” amati, dallo sguardo alla carezza. Concluderà la psicologa Federica Ariani, che tratterà del ruolo e dell’importanza del consulente sessuale per persone disabili. Questa figura, che da tempo esiste in vari Paesi europei e che recentemente sta prendendo piede anche in Italia, è al centro di un serrato dibattito. A conclusione dei lavori vi sarà spazio per il dibattito, che sarà moderato da Flavia Navacchia e Titti Panzarea, responsabili UICI per le pari opportunità rispettivamente a livello regionale e provinciale.

Il convegno “Fiori Recisi” intende proiettare un raggio di luce sulla vita dei ciechi e degli ipovedenti (scandagliandone gli aspetti più personali e forse meno noti) ma vuole anche richiamare l’attenzione di cittadini e istituzioni sui rischi cui sono soggette tutte le persone più indifese (donne, minori, disabili), promuovendo la cultura della conoscenza reciproca e del rispetto.

Il convegno si inserisce nelle iniziativa per la Giornata Nazionale del Braille 2015: è aperto a tutti e totalmente gratuito. Per questioni organizzative chiediamo, se possibile, di confermare la propria partecipazione entro lunedì 16 febbraio, telefonando al numero 011 53 55 67

Ufficio Stampa: Lorenzo Montanaro: 333 447 99 48 ufficio.stampa@uictorino.itlorenzo.montanaro@gmail.com

Convegno “Ipovedenti tra passato, presente e futuro” – Terza edizione, Redazionale

Autore: Redazionale

Sabato 14 febbraio 2015
Aula Magna della Clinica Universitaria Umberto I°
dell’Universita’ Sapienza di Roma
(Ingresso da Via Lancisi)

L’ipovisione si colloca in un’area “grigia”, a meta’ tra il vedere e il non vedere; che la si consideri una condizione medico-clinica o una condizione esistenziale, in entrambi i casi porta con se’ il segno dell’incertezza. La condizione dell’ipovedente risulta di difficile definizione, anche perche’ la valutazione medico-legale della minorazione visiva non e’ un “automatismo”, ma richiede una corretta applicazione della normativa e soprattutto conoscenza ed esperienza in campo clinico da parte dell’oculista.

La quotidianita’ dell’ipovedente serba infinite difficolta’, di cui sovente la massa dei vedenti e’ all’oscuro; la maggior parte delle persone e’ infatti abituata a prendere in considerazione gli estremi (in questo caso il vedere e il non vedere), e a tralasciare quello che sta in mezzo.
Il convegno affrontera’ il tema dell’ipovisione da differenti prospettive: dagli aspetti strettamente medico-oculistici a quelli medico-legali, dalle tematiche relative alla riabilitazione a quelle legate alla vita quotidiana dell’ipovedente, come la deambulazione in presenza di luce e buio, la diagnosi d’ipovisione nell’eta’ evolutiva e l’accessibilita’ del web e delle nuove applicazioni.
PROGRAMMA:
Ore 9.30 – Registrazione dei partecipanti
Ore 10.00 – Saluto delle Autorita’
Eugenio Gaudio (Magnifico Rettore dell’Universita’ Sapienza – Roma)
Mario Barbuto (Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS)
Giuseppe Castronovo (Presidente Nazionale Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecita’ – I.A.P.B. Italia ONLUS)
Antonella Polimeni (direttore dipartimento Testa-Collo, Università Sapienza Roma)
1° Sessione: moderano Roberto Grenga (Responsabile U.O.C. Oftalmologia A – Universita’ Sapienza, Roma) e Angelo Mombelli (Responsabile operativo Commissione Nazionale Ipovedenti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS e Componente Direzione Nazionale I.A.P.B. Italia ONLUS)
Ore 10.30 – “La corretta valutazione clinica della minorazione visiva” – Filippo Cruciani (Responsabile U.O.C. Oftalmologia A – Universita’ Sapienza – Roma)
Ore 10,45 – “Le variabili visive che determinano e aggravano la disabilita’ visiva” – Roberto Perilli (Oculista – Pescara)
Ore 11.00 – “I futuri indirizzi dell’INPS per l’organizzazione delle Commissioni di Prima Istanza per l’accertamento degli stati di Invalidita’, cecita’ e sordita’” – Raffaele Migliorini (Responsabile del Management Sanitario Esterno dell’INPS)
Ore 11.15 – Dibattito
Ore 11.45 – “Investire in prevenzione ed in riabilitazione” – Michele Corcio (Vice Presidente Nazionale I.A.P.B. Italia ONLUS)
Ore 12.00 – “Le recenti scoperte scientifiche per il trattamento delle patologie oculari” – Leonardo Mastropasqua (Professore ordinario di malattie dell’apparato visivo all’Universita’ “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara)
Ore 12.15 – “Ipovedente di giorno, cieco di sera” – Giovanni Cipri’ (Componente la Commissione Nazionale Ipovedenti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS)
Ore 12.30 – Dibattito
Ore 13.00 – Lunch offerto da I.A.P.B. Italia ONLUS.
2° Sessione: moderano Filippo Cruciani (Responsabile U.O.C. Oftalmologia A – Universita’ Sapienza di Roma e Componente Direzione Nazionale I.A.P.B. Italia ONLUS) e Adoriano Corradetti (Coordinatore della Commissione Nazionale Ipovedenti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS)
Ore 14.00 – “Come affrontare e gestire la diagnosi d’ipovisione soprattutto nell’eta’ evolutiva” – Zaira Raiola (Componente la Commissione Nazionale Ipovedenti U.I.C.I.)
Ore 14.15 – “L’ipovedente in eta’ adulta: difficolta’ nella mobilita’, nel lavoro, in famiglia” – Marina Tescari (Componente la Commissione Nazionale Ipovedenti U.I.C.I.)
Ore 14.30 – “Ipovisione: accessibilita’ del web e delle applicazioni: problemi in uno scenario in continuo mutamento” – Massimiliano Martines (Rappresentante della Sezione Provinciale U.I.C.I. di Torino e Componente la Commissione Nazionale Osservatori Siti Internet dell’U.I.C.I.)
Ore 14.45 – Dibattito
Ore 15.30 – Valutazioni conclusive e fine dei lavori.

La partecipazione al convegno e’ gratuita. Tuttavia, per ragioni organizzative chi desidera partecipare e’ pregato di segnalare il proprio nominativo alla Segreteria Organizzativa entro l’11 febbraio 2015:

IAPB – Sezione Italiana
Dott.ssa Barbara AULETA
tel. 06.36.00.49.29 (digitare “1”)
e-mail: sezione.italiana@iapb.it

Ascoli e Fermo: Torball- Campionato Nazionale di serie B, Redazionale

Autore: Redazionale

Sabato e Domenica si sono disputati a Campobasso e a Monza le gare valevoli per la  3 e 4  giornata di campionato di serie B di Torball.
In Molise i padroni di casa del GSD Olimpia Paideia (Campobasso) hanno ottenuto 18 punti conservando la vetta della classifica. Alle spalle dei molisani c’è l’ASD L’Aquilone L’Aquila che conquista gli stessi punti (18) mantenendo invariato il distacco dalla prima della classe. Ottimo invece il cammino della nostra Polisportiva Picena non vedenti che nei due turni ha collezionato lo stesso punteggio delle battistrada, raggiungendo un meritato 5 posto in classifica.
Bene Latina (13 punti), insoddisfacenti le performance del Perugia Torball e, soprattutto, quelle dell’ASD Ciociaria e dell’USSCRD Capitanata Foggia che perdono terreno.
A Monza, invece, splendido exploit del Gsd Ciechi Brianza (Monza) che, grazie ai 20 punti conquistati, sale al terzo posto raggiungendo l’Asd Real Vesuviana (Avellino) a quota 36. Buone le prestazioni dell’ASD Omero Bergamo          (17 punti) che ora occupa la quarta posizione con 30 punti totali. Deludenti le gare delle due sarde: 5 punti sia per L’Asd Tigers che per l’Asd Sas Po Cagliari. Primi 2 punti per l’ASD Pat Bologna che resta comunque fanalino di coda.
“ I ringraziamenti vanno a tutti i ragazzi che come sempre chiamati in causa hanno risposto con grinta e tenacia che da sempre gli contraddistingue” (l’anello mancante è qua) le parole a caldo del tecnico Palumbieri –
Orgoglioso di allenare questo stupendo gruppo che prima di tutto mette in piano l’amicizia fraterna ……….
Un ringraziamento va soprattutto a chi permette tutto ciò: (in ordine alfabetico):
Ares Mc Cain di San Benedetto del Tronto; Fainplast; Fondazione Simona Orlini e l’Unione Italiana Ciechi sezione interprovinciale Ascoli – Fermo.-
Classifica generale
G.S.D. OLIMPIA PAIDEIA: 42
A.S.D. L’AQUILONE: 39
A.S.D. REAL VESUVIANA: 36
G.S.D. CIECHI BRIANZA: 36
A.S.D. OMERO BERGAMO: 30
POL. PICENA NV: 28
A.S.D. CIOCIARIA NV: 20
U.S.S.C.R. CAP. FOGGIA: 18
POL. U.I.C. NUOVA LATINA: 17
A.S.D. SAS PO CAGLIARI: 15
A.S.D. PERUGIA TORBALL: 12
A.S.D. TIGERS CAGLIARI: 12
A.S.D. PAT BOLOGNA: 2

Anziani e Politiche Intergenerazionali, di Angelo Fiocco

Autore: Angelo Fiocco

Proposte per la definizione degli orientamenti programmatici del XXIII congresso dell’UICI in tema di Anziani e Politiche Intergenerazionali, elaborate nel convegno “Quali idee? Su quali gambe?”(Napoli, 15-16 novembre 2014), promosso dal movimento Uicirinnovamento.

All’elaborazione del presente documento hanno partecipato: Graziella Zuccarato, Franca Secci e Angelo Fiocco.

Che le persone over 60 con deficit visivo costituiscano la maggioranza dei ciechi e degli ipovedenti è noto da tempo, come lo è il fatto che la proporzione è destinata a crescere con l’aumentare dell’aspettativa di vita. Ciò autorizza a formulare tre considerazioni sostanziali:
1. in futuro si renderanno sempre più necessari interventi di ordine socio-assistenziale che, oltre al mantenimento del benessere psicofisico individuale, pongano attenzione alle esigenze connesse alle specificità di questo deficit;
2. poiché, allo stato delle cose, le istituzioni pubbliche faticano a trovare risposte soddisfacenti a dette esigenze, le associazioni e il terzo settore sono e saranno chiamati ad elaborare forme di supporto capaci di integrarsi con quelle eventualmente attuate dai servizi territoriali e di sopperire alle carenze istituzionali laddove esse si riscontrino.

Chi coordina da anni i soggiorni estivi per anziani organizzati dall’U.I.C.I. osserva che, sebbene il maggior numero dei partecipanti risieda in famiglia, essi collocano al primo posto tra i disagi avvertiti il senso di solitudine e di isolamento vissuti nella quotidianità e che il malessere che ne deriva è destinato a condizionare enormemente l’invecchiare di quanti non vedono o vedono male, determinando ricadute negative sull’autostima e, alla lunga, sulle motivazioni a vivere.
Iniziative quali quelle appena menzionate sono indubbiamente lodevoli, perciò vanno a nostro avviso incoraggiate e sostenute secondo criteri di priorità, tuttavia dobbiamo essere consapevoli che esse rappresentano una “goccia” nell’oceano dei bisogni e che occorre inventare dei percorsi di aiuto e di autoaiuto basati sulla continuità, anche avvalendosi della consulenza di specialisti.

La terza considerazione di cui in premessa riguarda le persone a tutt’oggi impegnate da quasi una vita nella dirigenza Associativa: esse non sono immuni dalle limitazioni che l’invecchiamento esercita su tutti gli individui, tra le quali figura il modificarsi più o meno sensibile della percezione del sé in relazione al corpo sociale di appartenenza.
A fronte di tale constatazione e della necessità che l’Unione riacquisisca le energie e l’autorevolezza dei tempi migliori, il riferimento alle politiche intergenerazionali ci pare ragionevole. Certo il tema impone approfondimenti assai più ampi di queste scarne riflessioni, nondimeno l’ipotesi da cui riteniamo si debba partire è che i dirigenti meno giovani, fermo restando il loro diritto-dovere di rendersi utili, comincino a trasmettere nei fatti ai più giovani le tante competenze accumulate durante la militanza nell’Associazione, incoraggino questi ultimi ad assumere in prima persona responsabilità precise e li affianchino con la loro esperienza, continuando così a rendere comunque servizio ai ciechi e agli ipovedenti.

Anziani: Riscopriamo il Braille, di Cesare Barca

Autore: Cesare Barca

L’intensa attività svolta dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti per favorire la conoscenza e l’assoluta importanza della scrittura e lettura utilizzando il  metodo Braille sta producendo effetti positivi sempre più concreti nell’ambito sociale in genere e particolarmente per tutti coloro che, in forme e attività differenti, si dedicano attivamente e professionalmente alla cultura scolastica e all’abbattimento delle barriere culturali, le peggiori  tra le numerose difficoltà che incontriamo nel   promuovere il sospirato processo inclusivo.

Malgrado l’impegno  posto in questo ambito vi sono ancora numerose resistenze proprio da parte degli stessi disabili visivi che ritengono erroneamente che l’utilizzo dell’informatica renda inutile l’apprendimento del metodo braille. Sono   ben lontano dal negare l’enorme importanza di saper ricavare nozioni e indicazioni attraverso il computer grazie alla sintesi vocale, ma non posso tacere sulla necessità di far propria la conoscenza in genere e, in particolare di quella di carattere letterario, scientifico e musicale in modo diretto attraverso l’utilizzo di testi braille.

I nostri polpastrelli, lo sappiamo bene, colgono direttamente le informazioni

tattili e le trasportano alla sfera cerebrale che le fa proprie consentendoci quel processo di immedesimazione che la voce sintetica e neppure quella umana può procurarci.

Ma volendo  trascurare ogni altra riflessione sappiamo ormai quanto il metodo Braille sia utile proprio all’interno del mondo informatico, un mondo con cui si integra perfettamente senza sovrapporsi consentendo, piuttosto,di

Migliorarne e facilitarne  l’utilizzo.

Di particolare rilievo è il ruolo che da molti anni svolge in questo settore la Biblioteca italiana per i Ciechi di Monza diretta dal Prof. Pietro Piscitelli, un nostro amico che viene da una  lusinghiera  docenza e presidenza scolastica, particolarmente impegnato nello sviluppo concreto delle diverse realtà socio scolastiche che divengono sempre più pressanti e impegnative nell’urgenza di promuovere la formazione culturale in generale e di quanto necessitano i nostri ragazzi durante i loro percorsi di studio.

Sarà proprio il Prof. Piscitelli, perciò, che ci intratterrà sull’attività della biblioteca di Monza e sulla opportunità di non perdere le occasioni culturali che la stessa biblioteca continua a produrre per tutti  noi, qualunque sia il personale livello e interesse culturale.

L’incontro è fissato per mercoledì prossimo 21 gennaio  nella nostra sala telefonica alle ore 18.

Sarà un momento di riscoperta per molti, una miniera di notizie preziose in cui discendere per risalire felici di essere stati arricchiti di un nuovo corredo di informazioni  e di conoscenze  che ci permetteranno di appagare la nostra sete di sapere  attingendo ad una sorgente da cui scaturisce continuamente un’acqua gradevolmente  dissetante.

Come sempre per conoscere il pin di accesso alla sala 98 90 50 potrete rivolgervi a me , a Nunziante Esposito e a Pino Servidio.

Vi aspetto, non sarete delusi.

 

Cesare Barca

 

Cesare Barca: email cesarebarca@alice.it tel.329 20 50 972

Nunziante Esposito: email Nunziante.esposito@alice.it     tel. 349 672 33 51

Pino Servidio: email Giuseppe.servidio@alice.it   tel.335 80 82 002

Be My Eyes – la nuova app per aiutare i ciechi a “vedere” ha bisogno di volontari vedenti, di Manuela Esposito

Autore: Manuela Esposito

L’Associazione Danese dei Ciechi (DAB) ha realizzato un’applicazione chiamata “Be My Eyes” che mette  in contatto le persone non vedenti con una rete di assistenti volontari tramite un collegamento audiovideo dal vivo su iPhone e iPad.

 

Be My Eyes rende la vita più facile ai non vedenti, collegandoli con assistenti vedenti attraverso un’app per smartphone; questo permette ai non vedenti di eseguire grandi e piccoli compiti e ai vedenti di avere la gioia di aiutare qualcun altro in modo semplice e informale. Ci vuole solo un minuto per scegliere la lattina giusta dallo scaffale, guardare la data di scadenza sul latte o trovare la cosa giusta da mangiare nel frigo – se si ha una buona vista – ma per gli individui con problemi visivi anche i compiti più semplici a casa propria possono spesso diventare una grande sfida. Attraverso una videochiamata l’applicazione Be My Eyes offre alle persone non vedenti la possibilità di chiedere aiuto a  un volontario vedente per le attività che richiedono una buona vista. La persona cieca “prende a prestito” gli occhi del volontario attraverso il suo smartphone. L’assistente vedente è in grado di vedere e descrivere ciò che il non vedente gli mostra filmandolo con la videocamera dello smartphone. In questo modo, sono in grado di risolvere insieme il problema con cui il non vedente si confronta. Per ulteriori informazioni è opportuno visitare il sito: http://bemyeyes.org/.

 

L’applicazione è stata lanciata giovedì 15 gennaio  alle 12.00 e da quel momento è disponibile negli AppStore di tutto il mondo. Be My Eyes è stato realizzato senza fini di lucro e i costi dello sviluppo sono stati  sostenuti dalla DAB.

 

Il servizio può essere fornito in diverse lingue, tra cui l’italiano, ma questo dipende ovviamente dalla disponibilità di volontari vedenti che parlino la nostra lingua; è importante dunque diffondere il più possibile la notizia dell’esistenza di quest’applicazione per sensibilizzare i potenziali volontari a partecipare all’iniziativa.

 

Per aderire all’iniziativa come non vedente o volontario vedente si può scaricare l’app dal sito http://bemyeyes.org/ (requisito minimo di età: 17 anni). Per diffondere la notizia sull’esistenza dell’app si possono ri-twittare i seguenti tweet:

https://twitter.com/UICIesteri/status/555721947271942144 (in italiano)

https://twitter.com/euroblind/status/555722239422001156 (in inglese)

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