Massa Carrara, 25/02/2017.
Oggi approfittando di avere qui con noi enti ed istituzioni vogliamo portare a conoscenza delle esigenze dei nostri bambini per poter assaporare meglio questi anni di gioia, di spensieratezza, come è diritto di ogni bambino a prescindere, se è affetto o meno, da patologie visive.
I nostri bambini meritano di essere integrati nella società ma per una vera integrazione non basta sederli vicino ad un bambino normodotato, bisogna permettergli di poter parlare lo stesso linguaggio, cosa difficile se pensiamo che un bambino normodotato può permettersi di guardare cartoni animati su più reti televisive mentre per un non vedente non c’è un cartone Audio-descritto considerando che anche la rete che trasmette le audiodescrizioni sembra dimenticarsi che esistono bambini non vedenti; purtroppo ciò avviene anche nelle varie manifestazioni per bambini che prevedono giochi di attività, nessuno sembra soffermarsi sulla possibilità che in mezzo a tanti bambini gioiosi ci può essere un bambino non vedente che ha il diritto come gli altri di partecipare, di condividere e di non essere solo spettatore che cammina in punta di piedi per non disturbare.
Oggi un bambino non vedente grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi ausili può sentirsi parte integrante della società, può scrivere, leggere, usare il computer, l’IPad, l’IPhone e può comunicare con il mondo, poi muoversi indipendentemente per brevi o lunghe distanze e sentirsi simile ai suoi coetanei.
Noi chiediamo solo di poter avere nel presente e nel futuro qui nella nostra provincia degli istruttori di mobilità autonomia ed informatizzazione.
Un Istruttore della mobilità che iniziando un percorso dall’età evolutiva possa imprimere nel bambino fiducia e sicurezza tanto da arrivare a poter insegnargli a spostarsi con qualsiasi mezzo pubblico, a poter entrare in un centro commerciale, poter usare vari servizi e perché no poter usufruire dei servizi igienici nel modo più adeguato.
Un Istruttore dell’autonomia che insegni al bambino a svolgere tutte quelle che sono semplicemente le attività quotidiane, insegnare oggi ai bambini che domani diventeranno ragazzi in grado di fare tutto quello che i ragazzi fanno, anche quello che apparentemente può essere considerato superfluo, come il truccarsi o il radersi, insomma tutto ciò che futuri uomini e donne dovranno imparare per se stessi e per gli altri, quindi cucinare, riordinare, stirare, pulire, lavare, usare il forno piuttosto che la lavatrice od altri elettrodomestici, ecco tutto questo potrebbe sembrare banale ma non lo è davvero per un non vedente.
Un istruttore di informatizzazione inteso come il tecnico che insegni ad usare qualsiasi strumento di scrittura e lettura utili per la scuola e per la vita quotidiana, che insegni ad utilizzare tutti gli ausili che rendono l’integrazione possibile, per fare degli esempi, la barra Braille piuttosto che la stampante Braille, il computer con tutti i suoi programmi sia di scrittura che di calcolo che di lettura, l’utilizzo dell’iPhone, che insegni a navigare con sicurezza sui social, a scrivere email, ad utilizzare internet per poter magari fare acquisti o muoversi nel sito della propria bianca piuttosto che far pagamenti on-line. Tutto questo sarebbe possibile e sicuramente molto meno faticoso se si gettassero le basi nell’età evolutiva dove l’apprendimento è più facile e veloce. Noi chiediamo solo tecnici, istruttori che dovranno interagire anche con noi genitori insegnandoci come poter aiutare al meglio i nostri bambini ma dovranno essere presenti direttamente nella nostra provincia, vicino a casa, perché non si può sempre chiedere ad un bambino dopo una mattinata di scuola con le 1000 fatiche che devono affrontare, mangiare in fretta, poi di corsa in macchina, indipendentemente dal caldo, dal freddo piuttosto che dalla pioggia, percorrere distanze che non sono certamente brevi con il rischio che dato la inevitabile stanchezza tutto ciò diventi poco utile, il bambino stanco ha ovviamente un minore apprendimento. E’ comunque giusto e doveroso ricordare che non tutti i bambini compiono lo stesso sforzo in quanto hanno patologie diverse ed una resistenza diversa l’uno dall’altro ma in linea di massima il problema è comune.
I nostri bambini non sono numeri e percorsi burocratici ma esseri umani, bambini con tanta voglia di vivere, giocare, amare e di diventare grandi. Aiutateci a farli diventare uomini e donne sereni, felici e realizzati.