Torino – Comunicato stampa: Tassista rifiuta di far salire a bordo una persona cieca con cane guida

L’UICI Torino: “Discriminazione inaccettabile”

«Sulla mia vettura non salgono animali, punto e basta!». Con questo secco rifiuto, pochi giorni fa, un tassista di Torino ha impedito a una persona cieca, accompagnata dal suo cane guida, di salire a bordo. Peccato che ai cani guida, insostituibili compagni di viaggio per tanti non vedenti, la legge riconosca il libero accesso in tutti i locali e i mezzi di trasporto pubblici. Taxi compresi, ovviamente. Così l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino è costretta, per l’ennesima volta, a prendere posizione contro un fenomeno spiacevole, che già in passato aveva fatto discutere. Da notare che, per una persona cieca, il taxi non è certo un lusso, ma, almeno in certi casi, è una necessità. In una città grande come Torino, dove gli ausili per disabili visivi (ad esempio semafori sonori e percorsi tattili) sono diffusi solo a macchia di leopardo, spostarsi autonomamente rimane, per chi non vede, un’impresa tutt’altro che semplice. Se anche i taxi diventano inaccessibili, la mobilità urbana rischia di trasformarsi in un serio problema.

Ne sa qualcosa Paolo Rivalta, 48 anni, torinese, non vedente, impiegato come professionista della riabilitazione presso l’ospedale Mauriziano. «Lo scorso 30 giugno, nel pomeriggio, avevo un impegno importante e non potevo permettermi di arrivare tardi – racconta – Così, per essere sicuro di raggiungere la destinazione in tempo e senza problemi, ho chiamato un taxi». Come sempre, Paolo era accompagnato dal fedele Gas, splendido esemplare di labrador nero che da un anno e mezzo lo affianca negli spostamenti quotidiani. «Premetto che solitamente, quando chiamo la centrale per richiedere l’invio del taxi, segnalo la presenza del cane, cosa che però comporta tempi d’attesa piuttosto lunghi. Poiché avevo fretta, in questo caso ho evitato la comunicazione, consapevole che, come previsto dalla legge, il tassista avrebbe dovuto in ogni caso far salire a bordo sia me sia Gas». Ma all’arrivo della vettura, la sorpresa è stata amara. «Il conducente non ha voluto saperne. Mi ha detto di essere allergico al pelo dei cani e che, comunque, sulla sua auto gli animali non erano graditi. Prima che potessi ribattere, è ripartito ed è andato via, lasciandomi in strada». Così è stato necessario chiamare nuovamente la centrale e richiedere l’invio di una seconda vettura.

Un episodio isolato? Purtroppo sembra di no. «Già in passato – ricorda Rivalta – avevo assistito a scene simili. A volte, quando ci avviciniamo a un parcheggio di taxi e i conducenti notano che abbiamo il cane guida, fanno finta di non vederci. Nei casi peggiori scappano via, nemmeno fossimo degli appestati. Ho anche ricevuto obiezioni piuttosto singolari, tipo “il suo cane è troppo grosso”. “Troppo grosso? Ma è un cane non un bisonte”. Vorrei precisare che, se il tragitto è breve e se il modello di auto lo consente, Gas può tranquillamente sistemarsi nel vano posteriore, di solito adibito a bagagliaio». Quella sollevata dai non vedenti non è certo una generica polemica contro la categoria dei tassisti, «che il più delle volte svolgono il loro lavoro con grande professionalità. Purtroppo, però, possono bastare pochi casi di inadempienza per renderci la vita difficile»

E dire che, nei mesi scorsi, l’UICI di Torino aveva chiesto e ottenuto un incontro con le cooperative che gestiscono il servizio taxi. L’Associazione aveva invitato i conducenti a un atteggiamento più collaborativo e aveva ricevuto precise rassicurazioni, che però, a quanto pare, non sono state sufficienti. «Vigileremo perché episodi come questo non si ripetano e, se necessario, faremo sentire la nostra voce nelle sedi istituzionali – sottolinea l’avvocato Franco Lepore, presidente UICI Torino – La legge n. 37 del 1974, così come integrata e modificata dalla legge n. 60 del 2006, stabilisce che la persona priva della vista ha il diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida nei viaggi su ogni mezzo di trasporto pubblico, senza dover pagare per l’animale alcun biglietto. Ricordiamoci che i cani guida sono, a tutti gli effetti, gli “occhi di chi non vede”. Non è uno slogan, ma semplicemente la realtà. Ed è inaccettabile che le persone cieche continuino a subire queste discriminazioni».

Ufficio Stampa: Lorenzo Montanaro: 333 447 99 48 – ufficio.stampa@uictorino.it – lorenzo.montanaro@gmail.com

Centro Nazionale del Libro Parlato: “Quaranta frustate”, di Lubna Ahmad al-Hussein e Djenane Kareh Tager

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Quaranta frustate”, di Lubna Ahmad al-Hussein e Djenane Kareh Tager – Numero Catalogo: 88553

È un giorno di luglio quando Lubna, una giovane giornalista di Karthoum, viene arrestata dalla polizia in un ristorante. Il suo crimine è aver osato portare i pantaloni, un atto che in Sudan, terra della sharia, è considerato oltraggio alla “moralità pubblica” e come tale va punito con quaranta frustate. Lubna e altre quindici donne, colpevoli dello stesso reato, vengono caricate su una camionetta, picchiate, portate in prigione. Un castigo inflitto ogni anno a migliaia di donne, che subiscono in silenzio. Per vergogna. Ma Lubna non ha nessuna intenzione di tacere. “Possono anche darmi quarantamila frustate, ma io non starò zitta”. Non ha paura di sfidare apertamente l’assurda legge degli uomini. Nata in un villaggio povero e tradizionalista, orgogliosa del suo faticoso e quotidiano percorso di emancipazione, ci conduce con il suo cuore di donna nel cuore nero di uno dei paesi più integralisti e misogini di tutto il mondo arabo-musulmano, un paese in cui basta rientrare tardi dal negozio di alimentari per essere marchiata come “prostituta”, e la parola di quattro uomini per venire condannata alla lapidazione.

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Centro Nazionale del Libro Parlato: “12 aprile 1973”, di Saverio Ferrari

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “12 aprile 1973”, di Saverio Ferrari – Numero Catalogo: 88654

Il 12 aprile 1973 il Movimento Sociale Italiano e il Fronte della Gioventù indicono a Milano una manifestazione contro la “violenza rossa”. A tenere il comizio fu chiamato l’On. Ciccio Franco, il leader e l’emblema della rivolta di Reggio Calabria. Dopo la tentata strage sul treno Torino-Roma del 7 aprile precedente, la manifestazione venne vietata. Si radunarono comunque nel centro di Milano centinaia di militanti dell’Msi e delle principali organizzazioni della destra extraparlamentare, tra loro i cosiddetti “sanbabilini”, che si scontrarono violentemente per ore nel centro cittadino con le forze dell’ordine. Nel corso degli incidenti furono incendiate automobili, assaltati luoghi di ritrovo della sinistra, sparati colpi di pistola e lanciate bombe a mano. Una di queste colpì al petto l’agente di polizia Antonio Marino che rimase ucciso all’istante. Quel 12 aprile 1973 sarà ribattezzato come il “Giovedì nero” di Milano. I responsabili dell’uccisione dell’agente furono arrestati e condannati. Gli organizzatori della manifestazione incredibilmente assolti. Ripercorrendo gli atti giudiziari e le cronache del tempo, il libro, corredato da diverse fotografie inedite, ricostruisce quella giornata, ma anche la realtà del neofascismo milanese di quegli anni, con il suo portato di sistematica violenza, l’intreccio con la criminalità comune e gli ambienti del terrorismo nero: protagonista di primo piano della strategia della tensione in Italia.

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Centro Nazionale del Libro Parlato: “L’uomo con la valigia”, di Francesco Recami

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “L’uomo con la valigia”, di Francesco Recami – Numero Catalogo: 88628

Amedeo Consonni, il pensionato con il talento di trovarsi coinvolto negli imbrogli più singolari, entra in scena in mezzo a un bagno di sangue. Si trova a impugnare il coltello che affonda nella bianca carne di una bella ragazza immersa nell’acqua di una vasca color profondo rosso. E per giunta, un misterioso portatore di gemelli da polso del Milan lo immortala con un flash nella posa compromettente che lo identifica come un assassino. Che ne penserà la professoressa Angela Mattioli, la sua compagna? Per l’occasione si dimenticherà della sua tradizionale tolleranza. Ed è il timore della polizia, e forse ancor di più quello dell’irosa Angela, a costringere Amedeo a trasformarsi in un fuggiasco, a tingersi i capelli e a prendere altre identità. Ha capito che o si salva da sé scoprendo il vero assassino o stavolta è proprio perduto. Così non trova altro complice che l’ottantenne Luis De Angelis, che ha testa solo per il suo spider BMW 24 valvole, ma anche un po’ per lucrare sulle disgrazie altrui. Intanto la Casa di ringhiera cade sotto le mire speculative di una coppia di architetti alla moda. Seguirà il perenne parapiglia che coinvolge tutti: un crescendo di chiasso e tragedia da molto rumore per nulla. E con la suspense della soluzione finale, tanto più catartica quanto più l’enigma è una moltiplicazione di ipotesi.

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Centro Nazionale del Libro Parlato: “Le notti blu”, di Chiara Marchelli

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Le notti blu”, di Chiara Marchelli – Numero Catalogo: 88381

Tutti crediamo di conoscere le persone che amiamo: Larissa e Michele si conoscono da una vita, così come pensano di conoscere Mirko, il figlio che lascia gli Stati Uniti, dove è nato, per vivere in Italia e sposare Caterina. Un colpo di fulmine che non hanno mai approvato pienamente. Larissa e Michele sono sposati da oltre trent’anni, vivono a New York, hanno una vita agiata e hanno saputo costruire un rapporto solido, basato sulla cura reciproca, sulle piccole e generose attenzioni e sulle affettuose abitudini della loro quotidianità. “Le notti blu” racconta, come una sorta di lastra a raggi X, il matrimonio di Larissa e Michele e la loro vita che sembra normalissima, se non fosse per un dolore tremendo che accompagna, e regola, le loro esistenze. È una notizia dall’Italia a rompere l’equilibrio che la coppia ha faticosamente costruito.

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Centro Nazionale del Libro Parlato: “L’amica della regina”, di Roberto Codazzi

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La Comune insurrezionale del 10 agosto si macchiò d’infamia autorizzando i massacri del 1792: madame de Lamballe fu una vittima innocente la cui morte non servì a nulla perché l’unica sua colpa fu la propria devozione per la regina di Francia. Ma se quel vincolo affettivo le fu infausto, riuscì nondimeno a perpetrare nei posteri il ricordo di Maria Teresa Luisa di Savoia Carignano, la principessa sfortunata che fu fedele fino al sacrificio e che la sventura tormentò al di là della sua orribile morte…

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Centro Nazionale del Libro Parlato: “La fisica del tacco 12”, di Monica Marelli

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Siete pronte per leggere un libro di Fisica con un punto di vista tutto nuovo? Dalle chiacchiere con le amiche del cuore allo shopping, Monica Marelli dimostra che la Fisica è la scienza più quotidiana che c’è. Finalmente un punto di vista tutto al femminile verso la più ostica delle discipline scientifiche: la Fisica. Niente formule o teorie incomprensibili ma tanta ironia e spiegazioni alla portata di tutte le donne curiose di sapere perché il tacco 12 è decisamente più scomodo di una zeppa, come mai le diete devono sempre fare i conti con la termodinamica, per quale motivo gli schermi a cristalli liquidi e al plasma sono più delicati dei vecchi televisori e tante altre questioni quotidiane piene di scienza. In questo libro perfino lo shopping con le amiche diventa l’occasione giusta per scoprire le meraviglie della Fisica: Monica Marelli è una divulgatrice di grande talento che vi farà scoprire il fascino di atomi, elettroni e un impensabile Big Bang nascosto nelle vostre borsette. E gli uomini? Ci sono anche loro, soprattutto nel reparto di elettronica…

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I padri padroni dell’UICI, di Carlo Carletti

I dirigenti dell’Associazione, ritenuti “padri padroni”, prima di essere tali sono stati dei semplici soci, che probabilmente più di altri si sono impegnati nella vita associativa. L’impegno associativo comporta molti sacrifici e rinunce sul piano personale e familiare, una buona preparazione inerente le varie normative nazionali, regionali e locali, una grande disponibilità di tempo e attenzione all’accoglienza dei soci, per i quali è necessario individuare il percorso più utile al loro recupero. Chi si appresta a questo impegno, trova molto facilmente persone pronte a delegargli la soluzione dei propri problemi. Questi dirigenti operando sul campo, migliorano costantemente la loro preparazione e i loro rapporti personali con gli aderenti all’Unione, che molto spesso si traducono in consenso nell’ambito delle assemblee. A volte accade che alcuni di questi dirigenti particolarmente impegnati, si trasformino in “padri padroni”, sia per la propensione ad un ruolo di potere, sia perché chi li contesta si limita alla lamentazione senza sacrificare la propria persona in un grande impegno associativo per acquisire il necessario consenso, che nessuno regala. Lo statuto, con la limitazione dei mandati, tenta di favorire il rinnovamento nell’ambito delle cariche associative, ma coloro che godono del consenso dei soci sono e saranno determinanti nella scelta dei nuovi dirigenti. Chi conosce lo stato delle cose oltre la nostra Unione, sa che è così nelle organizzazioni sindacali, di partito e del terzo settore. La mia esperienza mi fa dire che nell’Unione vi sono aspetti più positivi che altrove. Quel che emerge fra noi ciechi è la propensione a voler sempre spaccare il capello in quattro e dare la colpa all’UICI di ogni cosa che non va, compresa l’attuale siccità. Il ricambio delle persone negli incarichi nazionali, risulterà sempre più semplice rispetto alla periferia, perché il rapporto con i soci non è così diretto e determinante come nelle sempre meno partecipate assemblee di Sezione ed è più numeroso il numero dei possibili candidati. L’Unione anche in altri tempi ha sempre avuto i propri problemi, ma l’importanza degli obiettivi da conseguire hanno sempre fatto da collante portandoci a superare le difficoltà che non sono mai mancate. Il senso di solidarietà nei confronti di coloro che se la passavano peggio è sempre prevalso sulle differenti opinioni e diversità caratteriali. L’Unione è vicina al centenario della sua fondazione ed esaminando l’attuale situazione dei ciechi,dovremmo prendere atto che il suo ruolo è stato determinante per ciascuno di noi, che dovremmo recuperare quel senso di solidarietà che con il miglioramento della nostra condizione sembra svanire.

Centro Nazionale del Libro Parlato: “Tempesta di neve e profumo di mandorle”, di Camilla Läckberg

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Tempesta di neve e profumo di mandorle”, di Camilla Läckberg – Numero Catalogo: 88579

Manca poco meno di una settimana a Natale. Adagiata contro le rocce grigie, con le sue casette di legno ammantate di neve, Fjallbacka regala uno spettacolo particolarmente suggestivo, un paesino fiabesco affacciato sul mare di ghiaccio. Martin Molin, collega di Patrik Hedstrom alla stazione di polizia di Tanumshede, ha raggiunto la fidanzata Lisette sulla vicina isola di Valo per una festa di famiglia. Mentre il vento infuria, durante la cena il vecchio patriarca dall’immensa fortuna muore improvvisamente. Nell’aria si avverte un vago aroma di mandorle amare, e a Martin Molin non resta che cercare di far luce su quella morte misteriosa. Intanto, la violenta tempesta che agita le acque gelide dell’arcipelago non accenna a placarsi, e ogni contatto con la terraferma è interrotto. Sulle orme di Agatha Christie, in occasione dei suoi primi dieci anni di carriera, Camilla Läckberg ha dato vita a una serie di racconti che, tema a lei caro, indagano le complesse dinamiche familiari, combinando scene d’intimità domestica all’inquietudine di oscuri segreti del passato.

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Centro Nazionale del Libro Parlato: “La paranza dei bambini”, di Roberto Saviano

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “La paranza dei bambini”, di Roberto Saviano – Numero Catalogo: 88922

Dieci ragazzini in scooter sfrecciano contromano alla conquista di Napoli. Quindicenni dai soprannomi innocui – Maraja, Dragonball, Dentino, Plasmon, Lollipop –, scarpe firmate, famiglie normali e il nome delle ragazze tatuato sulla pelle. Adolescenti che non hanno domani e nemmeno ci credono. Non temono il carcere né la morte, perché sanno che l’unica possibilità è giocarsi tutto, subito. Sanno che “i soldi li ha chi se li prende”. E allora, via, sui motorini, per andare a prenderseli, i soldi, ma soprattutto il potere. La paranza dei bambini narra la controversa ascesa di una paranza – un gruppo di fuoco legato alla Camorra – e del suo capo, il giovane Nicolas Fiorillo. Appollaiati sui tetti della città, imparano a sparare con pistole semiautomatiche e AK-47 mirando alle parabole e alle antenne, poi scendono per le strade a seminare il terrore in sella ai loro scooter. A poco a poco ottengono il controllo dei quartieri, sottraendoli alle paranze avversarie, stringendo alleanze con vecchi boss in declino. Paranza è nome che viene dal mare, nome di barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce. E come nella pesca a strascico la paranza va a pescare persone da ammazzare. Qui si racconta di ragazzini guizzanti di vita come pesci, di adolescenze “ingannate dalla luce”, e di morti che producono morti.

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