Salerno – Raffaele Rosa, presidente uscente, e il suo gruppo guideranno l’associazione per i prossimi 5 anni

Si è svolta sabato scorso a Salerno, nel pieno rispetto dei vigenti protocolli di sicurezza, con il saluto rivolto a dirigenti e ai partecipanti del Presidente Nazionale UICI, Mario Barbuto   l’assemblea dei soci chiamata a rinnovare le cariche associative provinciali.

L’assemblea, che aveva subito uno spostamento a causa del Covid 19, primo appuntamento campano rappresentava un banco di prova importante per tutta l’associazione dell’UICI Campania perché la risposta alla chiamata costituiva il grado di solidità dell’intero tessuto associativo. Ebbene l’esito è stato più che positivo ed un numero importante di soci si è presentato per ascoltare e votare all’unanimità i documenti dell’attività svolta dal consiglio territoriale nel 2019 prima di passare alle votazioni per il rinnovo delle cariche.

La relazione morale ricca di iniziative e di attività, che ha impegnato la dirigenza salernitana nel 2019, ha visto come sempre spiccare fra tutte l’assistenza quotidiana e costante per i soci partendo dall’ascolto arrivando, dove necessario, alle istituzioni preposte pur di far valere i diritti del singolo socio.

La squadra capitanata dal presidente, Raffaele Rosa, ha fatto tanto anche per i giovani ciechi e ipovedenti, oltre al sostegno dei percorsi scolastici, sono stati affiancati per attività di formazione professionale e 10 di questi soci, in questi giorni, hanno avuto la gioia di iniziare il loro percorso lavorativo.

In questi mesi, in cui l’Italia si è fermata l’UICI di Salerno, così come indicato dal presidente nazionale Mario Barbuto, è stata in prima linea a fianco a tutti i soci che sparsi in un territorio vastissimo rischiavano di rimanere isolati e senza assistenza  Con questa base di grande presenza e di servizio il presidente Raffaele Rosa, e la sua compagine si sono presentati al giudizio dei soci  gli hanno decretato un consenso unanime che li accompagnerà a guidare le sorti dell’UICI di Salerno per i prossimi cinque anni.

Il prof. Pietro Piscitelli, presidente dell’assemblea e delegato del presidente nazionale UICI, dopo aver proclamato gli eletti nel concludere l’assemblea, ringraziando tutti quelli che avevano contribuito alla buona riuscita dei lavori, ha così concluso- Credo, che questo risultato importante, questo consenso così forte dia alla compagine guidata da Raffaele Rosa, presidente uscente, un compito e una responsabilità importante nell’aver consegnato a loro la guida e le sorti di una sezione territoriale, che oltre ad avere una grande storia, ha offerto un grande contributo in uomini e conquiste per la nostra gloriosa associazione in questi 100 anni di storia.

A Raffaele Rosa e a tutti gli eletti gli auguri di un proficuo lavoro affinché nella provincia di Salerno nessun cieco e ipovedente resti indietro.

“Kaleidos” n. 13 1-15 luglio 2020

Si comunica che in data 7 luglio 2020 è stata inserita nel sito la rivista “Kaleidos” n. 13 1-15 luglio 2020 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 7 luglio 2020.

Il link diretto per il prelievo è il seguente:

http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2417

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

La storia delle donne, discriminate, che ci hanno portato sulla Luna (di Antonio Piazzolla)

Com’è cambiata la nostra cara famiglia (di Benedetta Sangirardi)

Io, strega, abusavano di me poi mi hanno bruciata (di Anna Tagliacarne)

E una pillola fece la rivoluzione (di Clelia Pescatori)

Guida alla salute delle donne

5×1000

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti 2019 al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

“Il Progresso” n. 13 1-15 luglio 2020

Si comunica che in data 7 luglio 2020 è stata inserita nel sito la rivista “Il Progresso” n. 13 1-15 luglio 2020 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 7 luglio 2020. Il link diretto per il prelievo è il seguente:

http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2416

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

Tecnologia- Il bradipo robot che aiuta l’ambiente (di Rebecca Mantovani)

Innovazione- Le case del futuro? Sono un servizio: dotate di tutti i bisogni privati e sociali (e costano poco) (di Elena Papa)

Salute- Covid-19, l’ormone dello stress rivela i pazienti più a rischio (di Federico Mereta)

Scienza- Covid e perdita dell’olfatto: ora il meccanismo è più chiaro (di Elisabetta Intini)

Benessere- Integratori per il caldo, 5 prodotti naturali

Alimentazione- Mangiamo per noia se non siamo in grado di «ascoltare» le emozioni

Tempo libero- Nel 2023 la prima passeggiata spaziale di un turista

Viaggi- Alla scoperta del Cilento (di Giada Voci).

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Museo Omero – Sensi d’Estate: XIX edizione

Tutti i mercoledì dal 15 luglio al 19 agosto 2020 alle ore 21,30
Corte della Mole Vanvitelliana, Ancona
Ingresso libero

Anche quest’anno torna Sensi d’Estate, la rassegna culturale estiva organizzata dal Museo Tattile Statale Omero giunta alla XIX edizione; l’appuntamento è ogni mercoledì dal 15 luglio al 19 agosto alle ore 21,30 presso la corte della Mole Vanvitelliana.

Novità LA PRENOTAZIONE E’ OBBLIGATORIA al numero 335 56 96 985 (cell. e whatsapp) con assegnazione del posto a sedere. Si può prenotare dal giovedì alla domenica con il seguente dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 e il lunedì dalle 10 alle 13 per il solo spettacolo del mercoledì successivo.

CONCERTI E SPETTACOLI

Mercoledì 15 luglio ore 21,30 MISTERI PER CASO
SYUSY BLADY & ÁNEMA

Dio è un uomo con la barba? Atlantide è esistita davvero? Cristoforo Colombo ha veramente scoperto l’America? I Sumeri hanno avuto a che fare con gli alieni? Viaggeremo tra miti, curiosità archeologiche e simboli segreti, in compagnia di Syusy, una turista non-per-caso che da vent’anni va a caccia di misteri che, se svelati, potrebbero cambiare la storia come crediamo di conoscerla. Gli Ànema accompagneranno con un programma di musiche dal mondo questo viaggio nel tempo e nello spazio.

Mercoledì 22 luglio ore 21,30 VIAGGIO INTORNO AL MONDO
Il Voyage Trio – Christian Riganelli fisarmonica, Luca Mengoni violino, David Padella contrabbasso – presenta un percorso musicale che attraversa paesi e tradizioni culturali differenti, da composizioni originali alla musica popolare brasiliana, passando per alcune delle più celebri melodie da film fino ad arrivare alle taglienti e passionali sonorità del nuevo tango.

Mercoledì 29 luglio ore 21,30 MOI PUOI TOI
La musica, la voce, la vita di una donna. Edith Piaf attraverso le lettere d’amore a Marcel Cerdan.
Maria Grazia Barboni voce e chitarra
Milena Costantini voce narrante

Mercoledì 5 agosto ore 21,30 RAPTUS Mappa per l’invisibile
Luca Talevi voce recitante. Federico Paolinelli pianoforte. Musiche originali di F. Paolinelli.
Lo spettacolo  è una lettura teatrale che affronta l’insolito tema della follia. Non è una storia, bensì stralci di racconti di vite, di incontri, di destini. Attraverso un mix di emozioni e sensazioni scandite da dialoghi e scenari immaginari, i tre protagonisti sono in realtà un unico uomo, che deve confrontarsi con la perdita di tante parti di sé che avrebbero potuto farne un essere realizzato.

Mercoledì 12 agosto ore 21,30 GALA BELCANTO
Le più belle arie d’opera italiane di Verdi e Puccini”, come “D’amor sull’ali rosee” da Il Trovatore o “Un bel dì vedremo” da Madama Butterfly. Accompagnato dalla Form Opera Ensemble, il soprano Marta Torbidoni ci incanterà con la sua voce sublime. Le elaborazioni musicali sono curate da Michele Scipioni. Concerto a cura del Museo Omero, della FORM, Fondazione Orchesta Regionale delle Marche in collaborazione con L’associazione Amici della Lirica “Franco Corelli” Ancona.

Mercoledì 19 agosto ore 21,30 TRIBUTO A FEDERICO FELLINI
Nel centenario della nascita 1920 – 2020 di Fellini, il NINO ROTA ENSEMBLE allieterà la serata ricordando il regista attraverso alcune delle colonne sonore più conosciute dei suoi film, da Amarcord a La Dolce Vita. Il Nino Rote Ensemble è un gruppo tutto al femminile composto da musiciste unite da una grande passione per la musica e per il cinema che si presentano in quartetto con voce, flauto,violino, pianoforte e sax.

GLI APERITIVI DI MICA MOLE
Dalle ore 20 è possibile degustare ottimi apericena a tema con la serata al MicaMole!, nuovo bar della Corte, gestito dalla Cooperativa Sociale “Lavoriamo Insieme” di Loreto. Prenotazioni al numero 327 91 48 137.

MOSTRA “TOCCAR CON MANO I LONGOBARDI”
La mostra permette di esplorare tattilmente i modellini di sette monumenti con i relativi contesti territoriali del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere 568-774 d.C.”.

INFO
Gli spettacoli sono gratuiti e si svolgono all’aperto, nella corte della Mole Vanvitelliana.
LA PRENOTAZIONE E’ OBBLIGATORIA al numero 335 56 96 985 (cell. e whatsapp) con assegnazione del posto a sedere. Si può prenotare dal giovedì alla domenica con il seguente dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 e il lunedì dalle 10 alle 13 per il solo spettacolo del mercoledì successivo.
In caso di pioggia lo spettacolo si terrà all’Auditorium della Mole “O. Tamburi” con una capienza inferiore.

Come gli anni scorsi il nostro pubblico potrà sostenere l’Associazione “Per il Museo Tattile Statale Omero Onlus”.
La rassegna Sensi d’estate 2020 è realizzata dal Museo Tattile Statale Omero in collaborazione con il Comune di Ancona – La Mole Ancona, Opera Società Cooperativa, Associazione “Per il Museo Tattile Statale Omero” ONLUS e con il supporto dei volontari del Servizio Civile Nazionale.
Ingresso libero al Museo e alla Mostra

Orario luglio e agosto:
– dal martedì al sabato 17-20
– domenica e festivi 10-13 e 17-20
– visitabile tutti i mercoledì di “Sensi d’Estate” dalle ore 21 alle 24.
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.

Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana
Banchina Giovanni da Chio 28
60121 Ancona
#museoomero #sensidestate2020

Per ulteriori informazioni consultare la pagina http://www.museoomero.it/main?p=news_id_6121

CNLP – “Sommersione”, di Sandro Frizziero

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Sommersione”, di Sandro Frizziero – Numero Catalogo: 91861

“In fondo all’Adriatico, a nord, esistono isole filiformi che separano il mare dalla laguna veneta. In una di queste esili terre Sandro Frizziero ha trovato il suo tesoro. Non un forziere di zecchini d’oro, ma qualcosa di infinitamente più prezioso per un romanziere (e dunque anche per noi lettori): uno scrigno di passioni brutali e primarie, di ipocrisia, maldicenza, invidia, avidità; vale a dire, tutti i sinonimi dell’amore malinteso. Conosco l’Isola a cui si è ispirato l’autore, perciò posso apprezzare quanto l’abbia trasfigurata in una sua potente iperbole poetica, facendola diventare uno stemma di malumori e malamori universali. Un posto da cui si riescono a vedere le stelle del cielo, sì, ma solo perché «sono i lumini di un cimitero lontano». Sommersione racconta la giornata decisiva di uno dei suoi abitanti – un vecchio pescatore – forse il più odioso; certamente quello che sa come odiare più e meglio di tutti gli altri: la vicina con il suo cane; la moglie morta; la figlia a cui interessa solo la casa da ereditare; i vecchi preti dementi ricoverati in un ospizio; qualche assassino e qualche prostituta; i devoti di un antico miracolo fasullo, inventato per coprire una scappatella; i bestemmiatori che spesso coincidono con i devoti; i frequentatori della Taverna, unico locale dell’Isola oltre all’American Bar, ma di gran lunga preferibile perché «all’American Bar non c’è ancora un sufficiente livello di disperazione». Su tutto ciò il vecchio pescatore ha rancori da spargere, fatti e fattacci da ricordare; e però gli resta da fare ancora qualcosa che sorprenderà gli abitanti dell’Isola, lettori compresi. Questo romanzo gli dà del tu, perché Frizziero ha il dono dell’intimità con i suoi personaggi, ne è il ritrattista inesorabile. Sotto le sue frasi – o dovrei dire meglio: sotto i suoi precisi e ben dosati colpi di martello – l’umanità resta inchiodata al livello più inerziale dell’esistenza: l’altro nome di quest’Isola, infatti, potrebbe essere Entropia. Una formicolante, disperata, indimenticabile Entropia”. Tiziano Scarpa

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CNLP – “L’incanto del pesce luna”, di Ade Zeno

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “L’incanto del pesce luna”, di Ade Zeno – Numero Catalogo: 91860

Chi sei?, domandò Re Tristezza.Sono il pesce luna, rispose una voce dolce.Stai per morire?, chiese ancora il fanciullo.Se vorrai salvarmi, non morirò.Gonzalo fa un mestiere insolito. Impiegato come cerimoniere presso la Società per la Cremazione di una grande città, si occupa di organizzare e presiedere funerali laici nella Sala del Commiato dell’antico Cimitero Monumentale. Nel corso dei dodici anni passati al Tempio Crematorio gestisce con passione e professionalità migliaia di riti funebri. È sposato con Gloria, conosciuta fra i banchi universitari, e ha una figlia, l’adoratissima Inés, che all’età di otto anni cade in uno stato di coma profondo a causa di una misteriosa malattia. Confinato fra le mura di una stanza d’ospedale, il destino di Inés è appeso a un filo. Tra padre e figlia si instaura un dialogo silenzioso, fatto di presenza e di musiche ascoltate insieme. Tra queste, le canzoni e il tip tap di Gene Kelly, l’unico in grado di indurre sulle palpebre di Inés quello che sembra un accenno di vitalità. La speranza, sempre più labile, di trovare una cura in grado di svegliarla, un giorno viene inaspettatamente riaccesa da Malaguti, uomo equivoco e affascinante che propone a Gonzalo di lavorare per lui, o meglio per la sua anziana padrona. In cambio della promessa di ricoverare Inés in una clinica esclusiva, Gonzalo abbandona la vecchia occupazione per passare alle dipendenze della Signorina Marisòl. Capostipite di una potente famiglia, la donna vive in una grande villa in collina, senza mai uscire dalla sua camera da letto. Il suo aspetto è quello di una nonnina decrepita, ma una volta alla settimana la sua natura mostruosa le impone di divorare carne umana. Ormai troppo debole per procacciarsi cibo da sola, ha bisogno di un assistente in grado di cercare e condurre da lei le vittime sacrificali. L’impresa non è semplice, gli ostacoli sono molti, e Gonzalo dovrà fare i conti non soltanto con il desiderio di salvare la figlia, ma anche con il bisogno di redimersi. E sarà proprio l’anziana Marisòl ad aprirgli gli occhi, insinuando il dubbio che anche lui sia un mostro come lei, come tanti, e come tutti illuso che i semi della mostruosità dimorino sempre altrove. L’incanto del pesce luna è un romanzo di una forza visionaria fuori dal comune. Ha il cinismo più feroce, ed è al contempo gravido di delicatezza e commozione. Ade Zeno, tra i migliori narratori italiani della sua generazione, ha scritto un libro spericolato e malinconico sul confine tra ciò che conosciamo e ciò che ci spaventa. Tra quelli che sono i morti ancora vivi, e i vivi che hanno smesso di esserlo da un po’. Tra i mostri che escono allo scoperto, e quelli che dicono di essere normali.

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CNLP – “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio”, di Remo Rapino

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio”, di Remo Rapino – Numero Catalogo: 91766

Liborio Bonfiglio è una “cocciamatte”, il pazzo che tutti scherniscono e che si aggira strambo e irregolare sui lastroni di basalto di un paese che non viene mai nominato. Eppure nella sua voce “sgarbugliata” il Novecento torna a sfilare davanti ai nostri occhi con il ritmo travolgente e festoso di una processione con banda musicale al seguito. Perché tutto in Liborio si fa racconto, parola, capriola e ricordo: la scuola, l’apprendistato in una barberia, le case chiuse, la guerra e la Resistenza, il lavoro in fabbrica, il sindacato, il manicomio, la solitudine della vecchiaia. A popolare la sua memoria, una galleria di personaggi indimenticabili: il maestro Romeo Cianfarra, donn’Assunta la maitressa, l’amore di gioventù Teresa Giordani, gli amici operai della Ducati, il dottore Alvise Mattolini, Teté e la Sordicchia… Dal 1926, anno in cui viene al mondo, al 2010, anno in cui si appresta a uscire di scena, Liborio celebrerà, in una cronaca esilarante e malinconica di fallimenti e rivincite, il carnevale di questo secolo, i suoi segni neri, ma anche tutta la sua follia e il suo coraggio.Proposto per il Premio Strega 2020 da Maria Ida Gaeta: «È un libro non collocabile facilmente né per generazione né per lingua in un contesto già noto della narrativa italiana. È un libro che sorprende per la scatenata vitalità e autenticità della lingua. È un libro che poggia sapientemente su una grande tradizione ed è popolare. Sta dalla parte dei matti, degli idioti, fuori dai margini, dove spesso sta la letteratura o comunque dove la letteratura sa stare. Un libro in cui un “cocciamatte” di paese, un uomo che non ha mai conosciuto il padre e che ha perso la madre da ragazzino, ormai anziano, solo, racconta in prima persona la sua vita e nel farlo riattraversa buona parte del Novecento. Con un linguaggio gergale e personalissimo, intriso di dialetto abruzzese, scorrono le vicende di una esistenza segnata da una infanzia e una giovinezza povere , il servizio militare in Friuli, il ritorno a casa, di nuovo la ripartenza per cercare lavoro al nord, il lavoro in fabbrica, lo sfruttamento e la scoperta della politica, il legame e la solidarietà con gli altri emarginati, la disillusione e la fine dei sogni di riscatto, il carcere e il manicomio, fino al definitivo ritorno al paese dove viene accolto come “cocciamatte” e da questa condizione si mette a scrivere, a più di ottanta anni e prima di morire. E scrive con grandissima umanità, commuovendo e divertendo i lettori. È un romanzo che ha una voce. Le vicende narrate e lo stile della scrittura sono il personaggio stesso, coincidono. Il matto Liborio con la sua vita sconquassata, con il suo parlato /scritto, con i suoi amici e i suoi nemici, con la solitudine che lo avvolge, si fa ascoltare e ci conquista.»

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CNLP – “L’affare Modigliani”, di Dania Mondini e Claudio Loiodice

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “L’affare Modigliani”, di Dania Mondini e Claudio Loiodice – Numero Catalogo: 91536

Truffe, esposizioni con quadri falsi, prolifici falsari, fondazioni nate dal nulla. Guerre intestine che ruotano attorno a critici d’arte o presunti tali e malfattori che negli ultimi decenni hanno fatto la loro fortuna legando il proprio nome a quello di Amedeo Modigliani. Mercanti disposti a tutto, il cui unico interesse è il profitto. Opere che in poco tempo acquisiscono un valore immenso, decuplicando le stime. Un business pari ad almeno 11 miliardi di euro, che probabilmente non sarà sfuggito alla criminalità organizzata e ai riciclatori internazionali. A fronte di 337 opere censite nel catalogo più accreditato, sul mercato oggi ne circolano oltre 1200 a firma dell’artista. Nemmeno un’opera su quattro è originale. Intorno alla figura e ai dipinti di Modigliani continuano da esattamente un secolo a intrecciarsi segreti, crimini e misteri. In questo libro incontreremo personaggi che hanno lasciato un segno perpetuo nella storia dell’arte, come Pablo Picasso. Solcheremo le strade e i vicoli della Parigi dei primi del Novecento e ci rimarremo per settant’anni, poi arriveremo in Italia, seguendo il destino funesto e criminale di tutti i grandi protagonisti di una storia che ci ha affascinato e che siamo certi conquisterà anche molti lettori. Otto capitoli che ci hanno portato a visitare molte città italiane (Livorno, Roma, Genova, Palermo…), ma anche Londra, Ginevra, per raccogliere testimonianze preziose e documenti, molti dei quali inediti e rivelatori, qui per la prima volta resi pubblici. Questo e molto altro, in un’inchiesta che svela trame e interessi illeciti all’ombra del grande Modì, a cento anni dalla morte.

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CNLP – “Il sogno sostenibile. Da Ponza alla Polinesia”, di Giovanni Malquori

Si comunica che è disponibile all’interno del catalogo online il seguente audio libro: “Il sogno sostenibile. Da Ponza alla Polinesia”, di Giovanni Malquori – Numero Catalogo: 90488

“Non lo so, ma un giorno partirò.” Da queste parole, pronunciate quasi per difendersi dal dubbio che potesse aver ragione chi ripeteva che a trentacinque anni occorre dar conto alla concretezza della vita vera, ha preso forma quello che si sarebbe trasformato in “un giro del mondo a tappe, in equilibrio con il resto della vita”. Una sfida con se stesso, dunque, prima ancora che con gli altri, e soprattutto con il mare, quella che ha condotto Giovanni Malquori a entrare sempre più in contatto con la natura fino a scoprire che è proprio lì, tra quei colori e quei silenzi, che si trovano molte delle risposte della vita. Ma la vera sfida è stata sempre e comunque comprendere quando era il momento di tornare alla terraferma, dimostrando, così, che non è necessario compiere scelte estreme, ma che si possono trovare possibili equilibri senza tradire i propri sogni.

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Fotogrammi dell’Agone della politica associativa e il dietro le quinte della scena, di Marco Condidorio

Autore: Marco Condidorio

Si può in un momento storico, quale è quello che sta attraversando la nostra associazione, gridare agli untori?

Provare a inseguire questi sogni letterari di manzoniana memoria, giova poco e niente, se non a gettare tinte color quaresima negli occhi di chi prova a districarsi in questa selva oscura.

Dopo aver letto l’articolo del Prof. Lapietra, col quale lo stesso non lesina considerazioni lievemente lesive, poco eleganti dirette a sottolineare l’operato del sottoscritto, qualificandolo indirettamente di basso profilo, ho sentito il desiderio di rispondere riportando il personale punto di vista, che non è quello di un passante qualunque, ma di chi ha vissuto in prima persona, non solo il singolo evento riportato arbitrariamente da Lapietra, ma l’intera stesura nonché sottoscrizione del protocollo di intesa UICI-MIUR.

Nessun veleno, solo un cammino irto di ostacoli e incomprensioni.

E infatti, il ventitré agosto del 2018 viene sottoscritto il protocollo di intesa. UICI-MIUR.

Nei tre mesi successivi, a novembre 2018, dopo un lavoro incessante, su sollecitazione del Presidente Barbuto, riuscimmo ad ottenere il decreto ministeriale-dipartimentale, col quale veniva istituito il tavolo paritetico, strumento indispensabile, per un dialogo diretto e permanente con lo stesso dicastero dell’istruzione.

Tavolo, tra l’altro, previsto proprio dal protocollo stesso, scritto praticamente interamente da noi.

Nei giorni convulsi, precedenti la versione definitiva del documento, rileggendo più e più volte lo stesso, mi resi conto di quel che rappresentava se mai fosse divenuto ufficiale e dunque operativo. Se mai fossimo davvero arrivati alla sottoscrizione, pensavo al grande lavoro che avremmo dovuto fare, tutti, nessuno escluso, per ottemperare dignitosamente al contenuto esposto in ben oltre diciassette obiettivi.

È già sufficiente leggere i verbali delle sedute dell’anno 2019, primo anno di lavoro del tavolo tecnico, per comprendere il senso di questo documento e di ciò che ha permesso di portare alla presenza degli esperti del ministero.

Basta leggere la documentazione prodotta tra la nostra struttura nazionale e i diversi dipartimenti del MIUR per capire che, oggi, l’UICI è sulla strada giusta.

E ancora, parliamo delle potenzialità e delle competenze dei centri di consulenza tiflodidattica; della formazione e dell’aggiornamento degli insegnanti, degli educatori e degli assistenti per la comunicazione e per l’autonomia.

Di trascrizione dei testi e di progettazione e realizzazione di materiale didattico.

Dunque, sono citati nel documento gli enti collegati all’UICI, la Biblioteca per i ciechi Regina Margherita; la Federazione delle Istituzioni Prociechi; l’I.Ri.Fo.R.

Il NIS, network per l’inclusione scolastica.

Stavamo per lanciare una tra le sfide più importanti della nostra storia, del nostro primo centenario della fondazione.

Una vetrina niente male, cui avremmo dovuto dare quanto prima una sistematina ai contenuti didattici, formativi, e di competenza. E non perché non vi fossero, semplicemente stavamo prendendo coscienza del fatto che, una volta ottenuta la firma, il ministero ci avrebbe chiesto conto di quel che siamo e sappiamo fare; di quel che abbiamo e possiamo essere per poter rispondere alle criticità del territorio, della scuola.

Questo il sentimento successivo ai giorni che seguirono alla firma del ventitré agosto, allor quando convocai alcune sedute della commissione istruzione per pianificare un percorso e mi trovai di fronte all’interrogativo dei colleghi di commissione, in particolare dell’amico Enzo Bizzi e Giancarlo Abba, i quali erano piuttosto perplessi sugli esiti che avrebbe potuto avere una eventuale richiesta da parte del ministero su un qualunque tema, vedi per esempio quello della formazione specifica degli insegnanti sul sostegno didattico. Preoccupazione più che legittima!

Tutti ne eravamo consapevoli, compreso il nostro Presidente Barbuto, che ci propose di snellire alcuni dei progetti formativi. 

E così, nonostante l’ansia da prestazione delle prime settimane, finalmente i contenuti iniziavano a prendere forma, svolti i primi compiti, tra cui quello di redigere via via percorsi di formazione da sottoporre alla super visione del NIS, della Commissione istruzione, dell’I.Ri.Fo.R. e del Presidente Barbuto, al fine di promuovere un piano di formazione nazionale, magari proprio da condividere con il MIUR su piattaforma S.O.F.I.A.

E già da questo breve cenno, si può evincere che non eravamo sprovvisti di un piano di formazione, se pure in working progress, da proporre all’attenzione del MIUR e in particolare del dirigente D’Amico.

La verità è che a Lapietra nonostante il lavoro intenso di quei mesi, che precedettero l’incontro citato nell’articolo dallo stesso, i progetti formativi non parevano sufficientemente adatti e, questo va detto, non sufficientemente estetici, accattivanti stando alle parole del direttore D’Amico, dovemmo riprendere tutto in mano, come se fossimo all’anno zero!

Ma leggiamo assieme qualche passaggio del protocollo d’intesa UICI-MIUR, oggi tra l’altro MI, Ministero dell’Istruzione, per saggiarne lo spirito guerriero, di chi riconosce di sé il vigore e la forza delle proprie idee dei sani principi che lo animano, l’UICI:

PREMESSO CHE

il MIUR si propone di:

rafforzare l’inclusione scolastica, la formazione e la socializzazione delle bambine e dei bambini, delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti, con disabilità visiva e/o minorazioni aggiuntive di ogni ordine e grado;

rispondere alle diverse criticità afferenti ai bisogni educativi e didattici specifici, promuovendo azioni finalizzate allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno, nel rispetto del diritto all’autodeterminazione e all’accomodamento ragionevole e nella prospettiva di migliorare la qualità della vita;

attivare specifiche iniziative e idonei servizi per un potenziamento delle attività che contribuiscano all’integrazione degli studenti con disabilità visiva.”

Leggiamo ora quel che abbiamo scritto riguardo la nostra associazione:

“l’UICI

in qualità di “Ente di tutela degli interessi materiali e morali dei ciechi” ai sensi della legge n. 1047 del 26 settembre 1947, opera senza fini di lucro per l’esclusivo perseguimento di finalità volte alla piena inclusione delle persone cieche e ipovedenti nella società;

promuove e attua iniziative volte a garantire l’educazione e l’istruzione delle persone cieche e ipovedenti, nonché la loro formazione culturale e professionale;

si avvale delle prestazioni di una rete di strutture e istituzioni, come di seguito elencate, a qualificazione elevata, funzionali alla realizzazione dei suindicati scopi, le quali riconoscono al Presidente nazionale UICI – come da verbali del Gruppo di coordinamento dell’UICI ed Enti dipendenti e collegati, del 30/11/2017 e del 21/02/2018, depositati agli atti presso gli Uffici del Dipartimento – il pieno titolo a rappresentarle nella sottoscrizione del presente Protocollo.

Segue l’elenco con le finalità degli enti, dunque i servizi di cui sono titolar

Istituto Nazionale di Ricerca, Formazione e Riabilitazione ETS (I.Ri.Fo.R.), istituito il 22 febbraio 1991 dall’UICI e finanziato dallo Stato con legge n. 379/1993 e successive modificazioni. Ente già riconosciuto dal MIUR quale punto di riferimento della formazione scolastica sulle tematiche della disabilità visiva e accreditato per l’erogazione di formazione e aggiornamento al personale docente (D.M. 10 luglio 2000, n. 177), al fine di favorire l’istruzione e l’inclusione degli alunni con disabilità visiva nelle scuole di ogni ordine e grado;”

La domanda del Direttore D’Amico fu chiara e secca:

“Avete già pronto qualche progetto formativo, che possa essere appetibile e dunque inseribile su piattaforma SOFIA?

Premesso che I.Ri.Fo.R. già aveva inserito materiale su SOFIA, in virtù dell’accreditamento presso il ministero stesso degli anni precedenti, che hanno fatto del nostro Ente di formazione, comunque un modello di riferimento, potevamo riferire al Direttore di non avere niente in cantiere?

Dichiarando una inesattezza?

Abbiamo risposto positivo, consapevoli di dover accogliere l’opportunità di una sfida, che abbiamo vinto.  Abbiamo saputo contrarre i tempi e sollecitare noi stessi a operare per produrre in tempi brevi un pacchetto di offerta formativa da poter far caricare su SOFIA senza ulteriori rinvii da parte, sia ministeriale che nostra.

E oggi, per una qualche ragione recondita, davvero per una caduta di stile da parte del Prof. Lapietra, leggiamo di un misfatto, inesistente, dopo aver conseguiti risultati, per carità, certo non per merito diretto del sottoscritto, ma che, senza il tavolo tecnico istituito tra Uici-Miur probabilmente sarebbero ancora lontani.

Oggi, desidererei ricordare a Lapietra, e di ciò ne sono orgogliosamente felice, l’UICI può godere di un luogo privilegiato qual è il tavolo paritetico, attraverso il quale infatti, già dalle prime riunioni ha ottenuto ascolto e condivisione, raggiungendo traguardi, che sino a qualche anno fa, sarebbero stati impensabili, come scritto sopra, vedere i verbali degli incontri.

Il lavoro è tanto, certo, ma non impossibile a realizzarsi e a consentire di raggiungere ulteriori e preziosi traguardi.

Gelosie; desiderio di rivalsa; insofferenza, ma perché?

Perché attendere questo istante e non rendere manifesti questi sentimenti nel tempo dei fatti?

Ancora in una trasmissione di Scuola alla Radio, credo di fine febbraio, dedicammo uno spazio significativo proprio ai corsi messi su piattaforma SOFIA dall’I.Ri.Fo.R. e coordinati da Lapietra, trasmissione nella quale lo stesso manifestò gratitudine sia nei miei confronti che di altri.

E oggi che leggo?

Onestà intellettuale e ipocrisia non possono andare sottobraccio, confliggono terribilmente.

Tan tè, questo è quel che mi trovo a leggere tra le righe di un articolo.

La domanda sorge spontanea: Ma lo scopo dello scritto era di denigrare, ridicolizzare Marco o di parlare del grande successo dell’iniziativa formativa?

Personalmente non posso che essere contento degli esiti positivi, conseguiti dal gruppo di formatori tiflologi perché gli alunni, gli studenti, le famiglie e la scuola meritano di ricevere risposte esaustive alle loro richieste.

L’I.Ri.Fo.R. e tutta l’UICI meritano questo successo e anche Lapietra, che tanto si è speso per mettere in piedi il carrozzone, in senso figurato evidentemente.

Dunque a che serve schernire, chi oggi tra le altre cose, è completamente fuori da ogni competizione, che riguarda nello specifico la formazione?

Forse per rendere ancora più luminoso il traguardo?

Sinceramente penso proprio di no, la caduta di stile è sin troppo evidente e credo potesse essere evitata.

Lapietra,  credo sia stato un acrobata, nel senso che di fronte a quella sfida,  con il supporto di una squadra eccezionale, ha prodotto non un semplice salto mortale ma triplo e di ciò penso tutti le saremo grati.

Si è parlato spesso di concretezza e di tempi brevi, ecco la concretezza fa parte di quel meccanismo, il cui sistema implica anche quello di dover lavorare al massimo dell’energie e delle capacità, anche quando sappiamo di dover magari rivedere quel che già abbiamo fatto.

Ora che ha gettato un poco di fango sulla faccia del sottoscritto, che probabilmente teneva dentro da tempo, si sente un poco meglio?

Questa è l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti?

L’associazione del veleno e della vendetta, dello scontro a tutti i costi, anche riguardo a ciò che appartiene al passato, se pure recente?

È vero, ci son stati screzi e le conflittualità non mancavano; punti di vista differenti e visuali spesso distorte dal contesto, non sempre favorevole al dialogo, spesso infatti dovevamo svolgere le riunioni della commissione istruzione su una piattaforma assai precaria dal punto di vista della connettività.

Abbiamo certo discusso, ma dopo esserci chiariti,  io e Lei, in diverse occasioni, spesso anche durante il tragitto dal Miur alla sede centrale, per me potevano restare lì. Lei invece le riporta al cuore, segno che non le ha superate.

Il risultato di ciò, non è il fango gettato addosso al sottoscritto, ma il rischio di presentare all’esterno una associazione non proprio in salute, anzi.

Perché rendere pubblico un sentimento, che avrebbe avuto maggiore forza se manifestato al diretto interessato in quel tempo?

Forse l’impellente bisogno di movimentare l’atmosfera dell’agone politico, in attesa del prossimo congresso?

Ma lasciamo queste inezie al loro valore e torniamo al documento, per sottolinearne la freschezza e intensità operativa.

È questo il punto in cui si parla della Federazione Nazionale delle Istituzioni  ProCiechi ETS, costituita il 23 febbraio 1921, eretta in ente morale con R.D. 23 gennaio 1930, n. 119, il cui statuto è stato approvato con R.D. 28 luglio 1939 n. 1437 e successive modificazioni. Tra le sue finalità: la promozione dell’inclusione scolastica e sociale degli alunni con disabilità visiva; il sostegno dei centri di ricerca tiflopedagogica ed educativa, volti a realizzare studi, progetti e altre iniziative in materia di disabilità visiva, quali, ad esempio, lo sviluppo dell’area dei sussidi tiflodidattici, multimediali e dei libri tattili per la prima infanzia; l’attuazione di ricerche e studi finalizzati al miglioramento delle realtà educative che accolgono disabili visivi e il potenziamento dell’informazione e della diffusione della cultura tiflopedagogica.

E ancora,

Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita” ETS, sorta nel 1928, con lo scopo di: diffondere la lettura tra i minorati della vista attraverso la realizzazione di prodotti librari nei formati adeguati, accessibili e fruibili, anche per agevolare l’istruzione dei ciechi e degli ipovedenti, così come definiti ai sensi della legge 3 aprile 2001, n. 138; consentire il pieno sviluppo personale e sociale, perseguendo il pieno diritto allo studio e all’inclusione culturale e professionale. La Biblioteca dispone, inoltre, di un Centro di documentazione tiflodidattica, istituito ai sensi della legge n. 52/1994 e di tredici Centri territoriali di consulenza tiflodidattica, istituiti ai sensi della legge n. 76/2011.

Poi troviamo:

L’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB Italia ETS), sezione italiana, costituita per atto pubblico il 9 febbraio 1977 dagli Enti Morali Unione Italiana dei Ciechi (oggi UICI) e dalla Società Oftalmologica Italiana, riconosciuta dallo Stato italiano con legge 28 agosto 1997, n. 284 e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Agenzia opera in stretta cooperazione e collaborazione con le sedi regionali e territoriali dell’UICI per promuovere e attuare iniziative volte alla prevenzione della cecità e alla riabilitazione visiva; diffondere a livello nazionale, regionale e locale la conoscenza delle principali patologie oculari; promuovere e sostenere campagne di informazione, prevenzione e tutela della “vista”, convegni e riunioni a carattere scientifico in collaborazione con lo Stato, le Regioni, le strutture scolastiche e universitarie e con le strutture ospedaliere di oftalmologia; promuovere e organizzare corsi di formazione e di aggiornamento per educatori e per riabilitatori visivi.

Scrissi al Presidente, che lesse e apportò proprie correzioni e contributi al testo, se non fosse geniale inserire anche i centri nel protocollo e così li inserii e di ciò ne sono contento.

Segue il testo:

Centri di Consulenza Tiflodidattica e Centri di Documentazione Tiflologica, istituiti per volontà dell’UICI dalla Biblioteca Italiana per i Ciechi e dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi, i quali costituiscono una rete di diciotto strutture su tutto il territorio nazionale, per garantire agli alunni, alle famiglie, agli insegnanti e a quanti operano nell’ambito dell’inclusione scolastica un servizio di risorse didattiche e tiflopedagogiche per facilitare la comprensione delle problematiche degli alunni e degli studenti con minorazioni visive e orientare alla programmazione dell’itinerario educativo. Inoltre, hanno lo scopo di promuovere lo studio relativo alle aree della tiflologia (tiflotecnica, tiflodidattica e tifloinformatica). Ciascun Centro è supportato dalla consulenza di un esperto in materie tiflologiche.

Seguono la Stamperia di Catania e il Centro Hellen Keller.

Stamperia Regionale Braille e Polo Tattile Multimediale dell’UICI, istituita con legge regionale della Regione Sicilia del 4 dicembre 1978, n. 52 e sostenuta principalmente da finanziamenti statali e regionali e riconosciuta dalla Regione siciliana con leggi regionali 16 novembre 1984, n. 93, 1 marzo 1995, n. 16 e 30 aprile 2001, n. 4. Tra le sue finalità, vi è quella di contribuire all’integrazione scolastica, sociale e culturale attraverso la creazione di manufatti editoriali per persone non vedenti e ipovedenti;

Centro Regionale Helen Keller, istituito per impulso dell’UICI dalla Regione siciliana con legge regionale 30 aprile 2001 n. 4, che annovera particolari competenze e professionalità nell’area della mobilità, dell’autonomia personale, della vita indipendente, con annessa scuola di addestramento di Cani guida per ciechi.

Ecco, in questo lungo articolo, ho desiderato ripercorrere alcune delle tappe del documento di cui poco si conosce, ma che oggi costituisce lo strumento di confronto e progettazione tra UICI e Ministero dell’Istruzione.

Finalmente, in UICI, oggi, molto più che nel passato, si parla tanto di scuola e ciò non può che far bene a tutti i protagonisti, in primis ai bambini, agli alunni e gli studenti, poi alle loro famiglie e alla scuola tutta.

La vera grande sfida di cui siamo protagonisti, ha avuto inizio il giorno in cui il Ministero dell’Istruzione, rappresentante esecutivo della forza di Governo in materia di istruzione e dunque anche di integrazione e inclusione scolastica, ha messo il proprio sigillo su quella nostra proposta concretizzatasi nel primo e unico protocollo di intesa tra noi, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e loro, Ministero dell’Istruzione.

Nessuna meraviglia dunque, solo la consapevolezza che, se desideriamo davvero esserci nel futuro dei nostri ragazzi, dobbiamo accettare il confronto con i bisogni reali dei bambini, alunni e studenti in condizione di cecità assoluta o di ipovisione grave, magari con anche, purtroppo una ulteriore minorazione aggiuntiva.