Trieste – Avviato il sistema LETIsmart su tutta la città

“Nella mattina di oggi, 23 luglio 2020, nel corso di una conferenza stampa organizzata dal Comune di Trieste, è stata annunciata dal Sindaco l’adozione su tutto il territorio cittadino del sistema di orientamento urbano LETIsmart, spiegato nel comunicato stampa che riporto di seguito. Ci tengo ad aggiungere che fin dall’inizio la mia volontà è stata quella di far sì che tutti i non vedenti ed ipovedenti possano fruire di questo sistema, non partendo da una via, una piazza o un parco, ma su tutto il territorio urbano e oggi questo traguardo è stato capito e raggiunto. Già da oggi, tutti i 300 mezzi di trasporto pubblico, e a breve tutti gli oltre 100 attraversamenti pedonali assistiti potranno essere individuati permettendo all’utilizzatore di interagire col territorio e domenica, nel corso dell’assemblea elettiva della sezione UICI di Trieste, chiudo il mio mandato da presidente, regalando all’Unione Ciechi questa tecnologia, e il bastone attrezzato col sistema LETIsmart a 25 soci che fanno parte del gruppo di tester, e a seguire agli altri soci della sezione. Il sistema LETIsmart è nato da una mia idea e si è sviluppato con l’Unione e l’I.Ri.Fo.R ed è pronto per essere adottato sul territorio nazionale”.

Marino Attini

COMUNICATO DEL 22 LUGLIO 2020:

Il Progetto LETIsmart è stato ideato da Marino Attini, esperto di elettronica e Presidente della sezione di Trieste dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti, la storica associazione a tutela dei minorati della vista che festeggia quest’anno i suoi 100 anni di vita.

L’idea è stata sposata come progetto etico dalla ditta triestina SCEN, specializzata in soluzioni di microelettronica, con un forte e fondamentale investimento in ricerca e sviluppo fino alla realizzazione del sistema.

Fin dall’inizio i club Lions Trieste Host e Trieste Miramar hanno creduto nel progetto raccogliendo fondi, con svariate iniziative, ma con un obiettivo comune. Anche i Lions del Distretto 108TA2 hanno successivamente contribuito alla raccolta fondi e oggi, grazie al finanziamento Lions viene annunciato l’inizio della realizzazione della rete semaforica LETIsmart sull’intera città, parte fondamentale del progetto, in collaborazione con il Comune di Trieste, La Semaforica ed Hera Luce.

Camminando per strada LETIsmart informa il non vedente che si trova nei pressi di un attraversamento semaforico assistito e permette di raggiungere il palo semaforico ed il tasto di prenotazione, operazione sempre difficile per chi non vede, e persino di attivare il semaforo assistito dal bastone stesso.

Dopo quattro anni di lavoro, il progetto consente a Trieste di essere la prima città italiana a dotarsi di una soluzione tecnologica avanzata che permette ai disabili visivi e motori di ricevere informazioni, ma soprattutto di interagire con l’ambiente urbano, grazie a semplici comunicazioni vocali emesse direttamente dal manico del bastone bianco, nel quale si nasconde un microcomputer dal peso di soli 8 grammi che lo rende parlante, senza inficiarne né peso né ergonomia.

Trieste Trasporti ha invece investito per la rete di trasporto pubblico, attrezzando i quasi 300 bus con questa tecnologia. Il bastone bianco informa su numero e direzione dei bus in arrivo, mentre si attende il bus alla fermata, ma, unico nel suo genere, consente di avvisare l’autista prima che il mezzo arrivi in fermata, o di attivare una segnalazione acustica sulla porta di ingresso per raggiungere il punto di salita in autonomia.

Inoltre LETIsmart può essere utilizzato per informare ed interagire con negozi, uffici, scuole, situazioni di pericolo, lavori in corso, taxi, permettendo di raggiungere in autonomia il punto esatto di destinazione, grazie ad un sistema di identificazione basato su segnali acustici. Non si tratta di un gps, o di altra tecnologia di orientamento, ma bensì di una rete di radiofari che comunicano col dispositivo, aiutando il non vedente a muoversi in autonomia nel complesso ambiente urbano.

Da ricordare che hanno contribuito finanziariamente al progetto l’istituto nazionale di ricerca per non vedenti IRIFOR, fondazioni, aziende private e contributi da privati che permettono oggi di vedere concretamente realizzata questa innovativa tecnologia su tutto il territorio di Trieste.

www.letismart.it

Rappresentanti Lions:

  • Giorgio Sardot Governatore 2019-2020 del Distretto 108Ta2
  • Ugo Lupattelli direttore del Centro Studi
  • Walter Routher presidente 2019-2020 Trieste Host
  • Paolo Rolli presidente 2020-2021 Trieste Host
  • Gianni Casaccia presidente 2019-2020 Trieste Miramar
  • Piero Pesce presidente 2020-2021 Trieste Miramar

Riferimento Lions: ugo.lupattelli@gmail.com  e  335 7034042

Trasporti, Intesa Regione Lazio-Associazioni per accessibilità disabili

È stato firmato il 22 luglio 2020 dall’Assessore ai Lavori Pubblici e Tutela del Territorio, Mobilita` della Regione Lazio, Mauro Alessandri, il protocollo d`intesa con le associazioni Unione italiana ciechi ed ipovedenti, FISH LAZIO – Federazione italiana superamento dell`handicap, FAND – Federazione tra le associazioni nazionali dei disabili, ADV – Associazione Disabili Visivi Onlus.”Il Protocollo – spiega Alessandri – è frutto di una serie di incontri con le associazioni firmatarie, incontri durante i quali sono stati rappresentati una serie di criticità riguardanti l`accessibilità al trasporto pubblico, effettuato su ferrovia e su gomma. Considerato che la Regione Lazio è impegnata nel progressivo abbattimento delle barriere architettoniche, percettive e della comunicazione presenti sul territorio, abbiamo voluto confermare il nostro impegno volto ad assicurare la fruibilità e usabilità in autonomia e sicurezza dell`intero sistema dei trasporti pubblici regionali attraverso questo documento”. È quanto si legge in una nota della Regione Lazio.

Fonte: (Comunicati/Dire)

Link all’informazione diretta: http://agenzie.regione.lazio.it/nT/index.php?u=330&c=36659&t=20200720

L’accessibilità, finalmente un provvedimento legislativo concreto, di Nunziante Esposito

Autore: Nunziante Esposito

Fin dalla primavera del 2001, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti si è messa in gioco per l’accessibilità di siti ed applicazioni web, per cercare di avere per i disabili visivi un Web accessibile anche per le tecnologie assistive usate.

Nonostante avessimo lavorato tanto come Commissione OSI assieme alle più prestigiose organizzazioni che si interessavano all’accessibilità, nel 2004 fu ottenuta la “Legge Stanca” che obbligava le PA ad avere siti accessibili, ma ci rendemmo conto presto che non era lo strumento che avevamo fortemente desiderato ed ottenuto.

Infatti, le modalità di applicazione di questa legge, praticamente, l’hanno resa non dico quasi inutile, ma sicuramente poco efficace e le ragioni sono presto dette.

La “Legge Stanca” era facilmente aggirabile e semplificando al massimo i concetti, se il sito veniva prodotto in casa, ma anche se non si avevano risorse, nessuno poteva obbligare nessuno.

Nel tempo di miglioramenti ai siti internet ne abbiamo avuti, ma ancora oggi abbiamo problemi talvolta gravi e anche per servizi di pubblica utilità forniti da privati. Costoro, nascondendosi dietro alla condizione di non essere PA, se ne infischiano delle norme per l’accessibilità che pure esistono e che la “Legge Stanca” imporrebbe, in modo molto velato e dal 2004, anche per i servizi di pubblica utilità.

Siccome in Italia si è avvezzi al non rispetto delle leggi quando non si è costretti da norme precise e che non danno adito a dubbi, ecco che è intervenuta una norma che, fortunatamente ci cambierà sicuramente la vita e sicuramente in meglio.

All’interno dell’Istituto per la Valutazione di Ausili e Tecnologie, INVAT, collabora come tecnico ed esperto di accessibilità con gli Osservatori Siti Internet di questo Istituto, Roberto Scano, già presidente IWA Italia, presidente commissione UNI e-accessibility.

Roberto Scano ha contribuito in prima persona ad eliminare tutte le problematiche mai risolte per l’applicazione della “Legge Stanca”. Ora possiamo dire che per l’accessibilità, è già in vigore una norma che impone anche ai privati il rispetto delle norme. Le novità del caso sono state introdotte nel DL Semplificazioni.

Infatti, con un emendamento entrato nel decreto legge Semplificazioni le disposizioni di legge sull’accessibilità ICT è stata estesa anche ai privati, che dovranno predisporre i loro prodotti e servizi per essere utilizzati da persone con disabilità.

Per leggere l’articolo completo, pubblicato nel sito AGID, portarsi alla seguente pagina: https://www.agendadigitale.eu/cittadinanza-digitale/accessibilita-ora-tocca-anche-ai-privati-le-novita-e-i-punti-critici/

Questo provvedimento di legge e per il quale ringraziamo pubblicamente Roberto Scano, ci consente di poter ottenere anche dai privati che forniscono servizi di pubblica utilità ed in modo univoco il rispetto dell’accessibilità dei loro siti. Per esempio, vedi Italotreno che non ha mai risposto, se non con email di cortesia, ai tanti solleciti che abbiamo fatto per l’inaccessibilità del sito.

Il futuro che ci aspetta è questo:

si vedrà collaborare INVAT e la Commissione Ausili e tecnologie per l’accessibilità anche dei siti privati che forniscono servizi di pubblica utilità e per le tipologie di siti di cui si occupano da tempo ed assieme,  e sono certo che possiamo ottenere dei risultati mai avuti prima.

Applicando, assieme alle norme attuali, quindi, anche quella introdotta nel “Decreto semplificazioni”, ed esigendo anche il rispetto della “Legge 67 del 2006” sulla discriminazione dei disabili, nessuno avrà più scuse per non applicare le regole di accessibilità per il loro sito e le app, e, come sappiamo molto bene, ci renderanno sicuramente la vita meno difficile di quella che siamo obbligati a vivere per la nostra disabilità e finalmente dandoci la tanta sospirata autonomia anche con siti ed app importanti.

Nunziante Esposito, nunziante.esposito@uiciechi.it

“Il Corriere dei Ciechi” n. 7-8 luglio-agosto 2020

Si comunica che in data 23 luglio 2020 è stata inserita nel sito www.uiciechi.it la rivista “Il Corriere dei Ciechi” n. 7/8 luglio/agosto 2020 nel formato doc , PDF normale e PDF accessibile.

Il link diretto per il prelievo è il seguente: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2425

Si riporta di seguito il sommario:

EDITORIALE

L’anno più breve

Mario Barbuto

CENTENARIO DELL’UNIONE

La Storia dell’Unione

Vincenzo Massa

Sempre in maglia rosa

Rodolfo Masto

ATTUALITÀ

Un appuntamento importante

Angela Pimpinella

Una giornata particolare

Gaetano Aquilino

Professione tiflologo

Michele Di Dino

I libri tattili in mostra in Giappone

RELAZIONI INTERNAZIONALI

Strategia UE sulla Disabilità Post-2020

Patrizia Cegna

SOSTEGNO PSICOLOGICO

Bilancio di un’esperienza

Katia Caravello

Rete e sinergie per la disabilità visiva

Barbara Furlano

STORIE DI VITA

Quando parlano tutti, nessuno ti ascolta

Daniela Bucci e Stefano Borgato

RUBRICHE

Agenzia IURA

Mario Girardi

L’Unione in movimento

Eugenio Saltarel

Occhio alla ricerca

Andrea Cusumano

Centro Nazionale del Libro Parlato

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

Immagine di copertina della rivista  Il Corriere dei Ciechi n. 07-08-2020

Immagine di copertina della rivista Il Corriere dei Ciechi n. 07-08-2020

L’immagine rappresenta una barca a vela che naviga verso una città in lontananza, illuminata da un faro, di notte. In cielo si può leggere la scritta “verso i 100 anni” in Braille, come se i puntini fossero costellazioni. L’idea di questa barca come metafora del continuare a navigare dritti verso una meta, magari dopo aver superato una tempesta; il tutto in un’atmosfera fresca e estiva.

Frosinone – Nuovo consiglio territoriale

Informiamo i nostri soci e i gentili lettori che il 21 Luglio u.s. si è insediato il nuovo Consiglio territoriale di Frosinone che ha eletto all’unanimità:

– Presidente: Londino Nicola

– Vice Presidente: Vozza Onorio

– Consigliere delegato: Lanni Maria Pia

Gli altri consiglieri sono:

– Ciavolella Sara

– De Santis Giovanna

– Ferrante Eliseo

– Pantellini Giulio

– Taroni Stefano

– Villani Leonardo.

Auguriamo a tutti buon lavoro, in particolare ai cinque nuovi eletti nel Direttivo.

“Corriere Braille” n. 28 22-28 luglio 2020

Si comunica che in data 22 luglio 2020 è stata inserita nel sito la rivista “Corriere Braille” n. 28 22-28 luglio 2020 e che l’ufficio stampa ha provveduto ad inviare alla Biblioteca Italiana dei Ciechi “Regina Margherita” Onlus il file relativo in data 22 luglio 2020. Il link diretto per il prelievo è il seguente:

http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/View_Rivista.asp?Id_Nriv=2424

Si riporta di seguito il sommario della rivista:

L’anno più breve (di Mario Barbuto)

Sintesi dei lavori del Consiglio Nazionale (a cura di Eugenio Saltarel)

Sempre in maglia rosa (di Rodolfo Masto)

Una giornata particolare (di Gaetano Aquilino)

Corsi Base online di Tiflodidattica (di Giuseppe Lapietra)

Radio Pinocchio.

Per informazioni sulle riviste è possibile scaricare il Listino abbonamenti al link: http://www.uiciechi.it/servizi/somm_stampaassoc.asp

L’anno più breve, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

E così… abbiamo vissuto la pandemia virale.

Ci siamo ritirati nelle nostre case. Anzi, siamo stati costretti prigionieri in casa.

Abbiamo bruciato oltre due mesi di attività, restando completamente fermi. Poi abbiamo ripreso. Ma con tanta incertezza: in ordine sparso, con regole confuse, con tanti che rischiano di essere lasciati indietro.

In casa nostra, all’Unione, avevamo ideato per quest’anno speciale tante manifestazioni e attività pensate e progettate per onorare i cento anni di vita di questa nostra Associazione. Appuntamenti in ogni città d’Italia, incontri in ogni piazza e luogo delle istituzioni. Quegli appuntamenti che ancora contiamo di rispettare e vogliamo onorare per rendere omaggio ai nostri Padri Fondatori e ai nostri predecessori.

Ripresici appena dalla quarantena generalizzata, ringraziati il Cielo e la Fortuna per non esserne stati toccati in modo diretto e personale, ci guardiamo intorno e ritroviamo quella Unione che deve rinnovare i propri Organi dirigenti a ogni livello, organizzare e svolgere le assemblee di sezione; provvedere all’insediamento dei Consigli: prima quelli sezionali, poi i regionali; convocare e tenere il proprio Congresso. L’assise che rinnova i massimi vertici associativi e garantisce una guida sicura, scelta da tutti in libertà e consapevolezza.

Un’emozione intensa mi ha preso l’anima nell’aprire a Bologna la prima assemblea di quest’anno: il 20 giugno. In contemporanea con quella di Perugia. Eppure ancora timide e poche erano le presenze, modesta la partecipazione.

Poi subito a Catania. Senza aver avuto nemmeno il tempo di chiudere i lavori di Bologna.

E lì, ai piedi dell’Etna, in una domenica memorabile, 387 persone sono venute a dare il proprio voto a uno dei tanti candidati raccolti e suddivisi in quattro liste concorrenti.

Poi le altre assemblee. A seguire. Susseguirsi. Inseguirsi. Al ritmo incalzante del sabato e della domenica. Perfino con qualche prologo il venerdì e il giovedì e qualche epilogo con seggi aperti in sezione anche il lunedì.

E oggi, con qualche incertezza meno di ieri, comincio a sussurrare a me stesso e a chi mi cammina accanto che forse ci arriviamo, nell’anno in corso, a celebrare il centenario e svolgere il Congresso.

Sì, forse…

Sulla base delle proposte della Direzione, il Consiglio Nazionale, unanime, ha stabilito che a settembre potremo tenere le assemblee precongressuali. A ottobre, la fantasia creativa dei nostri dirigenti ha inventato un nuovo strumento di partecipazione: gli STAC (Seminari Tematici di Avvicinamento al Congresso). Una risorsa di coinvolgimento attivo dei soci e non solo, dialogo, confronto, dibattito, per aiutare il Congresso a definire obiettivi e strategie dei prossimi cinque anni con il contributo straordinario di tutti.

Nei mesi scorsi, durante la segregazione forzata, spesso attanagliato a una delle scrivanie della Sede Nazionale in via Borgognona a Roma, nel silenzio totale delle vie e delle piazze intorno a me, tanti pensieri, mille riflessioni, infinite meditazioni mi hanno tenuto compagnia e hanno popolato a lungo la mia mente.

Ebbene, lo ammetto: a questa Unione sono profondamente attaccato, con un sentimento che cresce e si nutre dei tanti episodi quotidiani.

Quando parlo direttamente con soci e dirigenti, quando sento intorno a me il loro affetto e calore, raccolgo l’attenzione di tanti, misuro le risposte positive della politica, sì, sento intorno a me la simpatia delle persone; sì, rafforzo il mio coraggio e vigore per proseguire il cammino di riforme, rinnovamento e innovazione che abbiamo cominciato qualche anno fa e che abbiamo il dovere di continuare, senza Se e senza Ma.

Poi, invece, talvolta, nei momenti duri e freddi delle decisioni da prendere, quando capisci che un tuo errore potrebbe diventare il guaio e l’affanno di molti, il tuo dubbio l’attesa dei più; quando il bisogno viene a svegliarti la notte con la voce e l’ansia di quanti non hanno quel che serve loro e si sentono ultimi, allora ti domandi se davvero stai facendo le cose giuste, se sai essere sempre all’altezza del compito, se riesci a offrire quel che la gente si attende e desidera.

Ho cercato in questi mesi di interpretare il dovere del mio ruolo senza indugiare o dubitare, nella consapevolezza che in questa fase straordinaria fosse necessario mettere in campo una volontà e una determinazione inusitate e ignote perfino a me stesso. Ho sentito e praticato il dovere di presidiare con la mia presenza i luoghi delle Istituzioni e delle decisioni per rappresentare al meglio le criticità e i problemi della nostra gente con tutta l’energia di cui sono stato capace.

Ora, passata la notte più profonda, anima e corpo, mi sono dato a organizzare le assemblee, infondere coraggio a presidenti e dirigenti giustamente preoccupati; mettere a punto i collegamenti da remoto; far funzionare la macchina delle votazioni a distanza per dare subito all’Unione una opportunità in più di partecipazione per ridurre eventuali effetti di pandemia e isolamento; ma nel frattempo per favorire domani e sempre, il consolidamento di nuovi strumenti per allargare gli spazi di presenza dei soci e i margini di democrazia a disposizione.

Prima della imminente pausa di agosto i tre quarti delle assemblee saranno già state svolte con il conseguente rinnovo dei Presidenti e dei Consigli sezionali.

Il Congresso verrà convocato per il 5 novembre prossimo a Roma, così come deliberato dal Consiglio Nazionale.

Le celebrazioni del Centenario, invece, rimangono confermate a Genova per il 24, 25 e 26 ottobre, in tre giorni intensi per onorare e ricordare il secolo di vita di questa nostra grande Associazione, in quella terra di Liguria dove è stata fondata nel 1920 da Aurelio Nicolodi e dagli altri ufficiali reduci della prima guerra mondiale.

Ai nostri amici dirigenti di Genova e della Liguria chiediamo la pazienza più grande perché non saremo in condizione di gestire oggi un Congresso nella loro città, ma ci attendiamo anche un impegno massimo per dare forza e lustro al nostro Centenario per renderlo un momento memorabile.

L’Unione è la casa Comune alla quale mi sento di appartenere con tutte le mie forze. Ed è proprio l’orgoglio dell’appartenenza che dobbiamo recuperare e rafforzare. Quell’orgoglio che ho sempre coltivato in me e che ho visto crescere nel mio cuore come una pianta d’alto fusto e rafforzarsi proprio nei giorni e nelle settimane della pandemia e dell’isolamento.

Grazie di cuore a chi ha voluto starmi accanto in questi tempi di distanziamento.

Grazie a chi mi ha fatto sentire il suo affetto e mi ha donato la sua comprensione.

Grazie a chi mi ha criticato, dandomi spunto e occasione per riflettere e correggere.

Viva l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti!

Smart Working parte seconda: la PA e i dipendenti non vedenti, di Carlo Sist

Autore: Carlo Sist

Notizie da Hardware Upgrade – Il Sito Italiano sulla Tecnologia, https://www.hwupgrade.it/

Smart working Seconda parte – P.A. e dipendenti non vedenti. Un’opportunità?

Faccio una piccola premessa per darvi il senso di questo mio articolo.

La volta scorsa sul numero 11 del 15 giugno 2020 della rivista “Uiciechi.it”, per chi non lo avesse letto, di seguito il link diretto: http://www.uiciechi.it/servizi/riviste/TestoRiv.asp?id_art=23742 , abbiamo letto come questa novità portata dalla pandemia, ha introdotto un cambiamento epocale. Capito un po’ come il settore privato lo ha interpretato.

Ora, passando alla P.A., per i non vedenti lavoratori pubblici, vi è una grande novità. Possono interagire in modo diretto con le scelte future su questa modalità di lavoro.

Il Ministro della Funzione Pubblica, intercettando la difficoltà per la P.A. ad adeguarsi, da la possibilità ai suoi dipendenti di interagire fattivamente con chi dovrà decidere la politica del lavoro nella P.A. negli anni a venire.

Posso solo suggerirvi, se me lo permettete, di leggere tutto quanto quì messo a disposizione e cogliere questa inaspettata occasione, quindi partecipare al sondaggio ministeriale pensando ai temi a noi più sensibili e utili, uno per tutti, l’accessibilità.

Di seguito:

– Comunicato Ministro Funzione Pubblica;

– Due autorevoli esempi;

– Aspetti pratici e normativi;

– ParteciPA.

Buona lettura.

Smart working: cosa succederà dopo la fase 2

4 Giugno 2020

Incrementare la percentuale minima del lavoro agile ad almeno la metà delle attività smartabili: è l’obiettivo a regime del ministro della Pa Fabiana Dadone. Il lavoro agile, o ‘smart working‘, si è rivelato uno strumento chiave nel periodo cruciale del lockdown: ha infatti consentito a molti lavoratori pubblici e privati di svolgere le proprie mansioni da casa e ha garantito la continuità di proseguimento delle attività amministrative di molti uffici, aziende e studi professionali.

Inoltre, con la diminuzione degli spostamenti e dei contatti interpersonali in presenza, ha aumentato la possibilità di protezione del contagio. Ora nella fase 2 avanzata, con la ripresa a regime di tutte le attività produttive, ci si interroga su cosa succederà a questa metodologia di lavoro agile, che il Decreto Rilancio ha configurato come un diritto per i genitori di figli minori di anni 14, anche per i lavoratori del settore privato. Oggi il ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, è intervenuta al ‘question time’ al Senato e nell’Aula ha fornito le risposte a questi interrogativi sulla prossima evoluzione dello smart working, che ci vengono resocontate dall’agenzia stampa Adnkronos.

«A regime intendo incrementare il ricorso al lavoro agile non solo aumentando la percentuale minima del personale, che ricordo a norma vigente essere pari al 10%, ma soprattutto prevedendo che ciascuna amministrazione, individuate le attività c.d. smartabili, attivi la modalità agile ad almeno la metà di esse», ha affermato Dadone delineando gli obiettivi da raggiungere.

«Ad oltre un anno dall’ultima rilevazione sull’applicazione del lavoro agile nella Pa, ho ritenuto importante, già prima dell’emergenza epidemiologica, che fosse avviato il nuovo monitoraggio tuttora in corso, i cui primi risultati saranno resi disponibili entro il mese. A questo ho inteso affiancare due specifiche consultazioni rivolte rispettivamente ai dirigenti e al personale non dirigenziale, destinate a rilevare le opinioni, i giudizi e le valutazioni sulle esperienze applicative durante l’emergenza Covid-19 e, soprattutto, le loro aspettative e le eventuali indicazioni per accompagnare, sostenere e promuovere la diffusione della modalità agile», ha proseguito il ministro.

«I dirigenti pubblici, in particolare, sono i principali attori dell’organizzazione e della attuazione del lavoro agile, in qualità di promotori, gestori e valutatori dei risultati – ha aggiunto. Il mio obiettivo, dunque, non è solo quello di incrementare tout court il lavoro agile, ma di condurre la Pa verso una rivoluzione culturale, prima ancora che organizzativa, che ponga al centro dell’attività il prodotto e il conseguimento di risultati, in una cornice di accresciuta consapevolezza, soprattutto da parte della dirigenza pubblica, delle potenzialità del lavoro agile e delle rinnovate esigenze organizzative che ciascuna amministrazione è tenuta a compiere per realizzarlo pienamente».

«Per questo – ha affermato il ministro -ritengo altrettanto cruciale una formazione adeguata sia dei dirigenti che del personale non dirigenziale, e la verifica periodica della prestazione dei lavoratori in smart working, nel rispetto dei parametri temporali e del diritto alla disconnessione, onde scongiurare i rischi di una disponibilità illimitata».

Perciò, fino alla conclusione dell’attuale fase 2, «il ricorso allo smart working, così come la percentuale di applicazione, nel periodo in corso risulta, naturalmente, forzato da cause di necessità. Resta inteso, come già previsto dalle disposizioni del c.d. decreto Rilancio, e nel rispetto dei protocolli di sicurezza sanitaria, che le amministrazioni pubbliche adeguino la organizzazione degli uffici e del proprio personale alle esigenze delle imprese e dei cittadini dettate dal progressivo riavvio delle attività produttive e commerciali”, ha aggiunto Dadone.

«L’obiettivo primario del lavoro agile nell’immediato futuro è quello di migliorare l’organizzazione dell’amministrazione pubblica, al fine di raggiungere il punto di equilibrio tra la maggiore efficienza dei servizi resi alla collettività ed il benessere organizzativo interno,che, come già rilevato, può contribuire a maggiori risparmi da parte delle amministrazioni e ad una migliore sostenibilità in termini di impatto ambientale», ha concluso il ministro.

Fonte: comunicato stampa.

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Smart working  – Fattore culturale anche per la P.A.

Il virtual Desktop nella pubblica amministrazione: l’esperienza di Nutanix.

16 giugno 2020

Anche la pubblica amministrazione ha dovuto attivare le politiche di smart working durante l’emergenza COVID-19. Nutanix ha organizzato un incontro con due esponenti della PA italiana per analizzare cosa è stato fatto.

Durante i mesi di lockdown il mondo del lavoro non si è fermato del tutto e molte realtà hanno proseguito a fare business, anche se in maniera necessariamente differente. Non fanno eccezione le Pubbliche Amministrazioni, che in breve tempo sono riuscite a organizzarsi per continuare a offrire i servizi al cittadino, nonostante anche i dipendenti pubblici lavorassero da remoto.

Nutanix ha organizzato un incontro virtuale al quale hanno partecipato Luca De Pietro,  Direttore UO Strategie ICT e Agenda Digitale di  Regione  Veneto e  Daniele Lunetta, Dirigente dell’ufficio Digitalizzazione e innovazione tecnologica del  Ministero del lavoro  e delle politiche sociali.

Lo smart working e le PA

Spesso si parte dal presupposto che le Pubbliche Amministrazioni siano delle entità piuttosto arretrate, ma parlando con De Pietro e Lunetta, emerge un quadro differente: gli enti da loro curati, infatti, stavano già lavorando da tempo a dei progetti di lavoro agile, non ancora pienamente implementati, ma comunque in sviluppo. Quando è entrato in vigore il lockdown, il lavoro fatto in precedenza è stato fondamentale e ha permesso di potersi muovere in fretta e reagire efficacemente alla crisi. “Quando il governo ha iniziato a dire che era necessario lavorare da remoto avevano già un progetto di lavoro agile, esteso a un centinaio di persone che un giorno alla settimana lavoravano smart” – ha spiegato Luca de Pietro.

Purtroppo, solamente 600 dipendenti su 3.000 avevano un portatile, quindi l’istituto si è dovuto attivare per procurarli il più velocemente possibile, e nel frattempo molti hanno tamponato usando i loro dispositivi personali. “Eravamo più pronti sotto il profilo del data center che sulla capacità personale. Stiamo ancora riflettendo su questo elemento. Abbracciare il lavoro agile vuol dire anche mettere mano alle postazioni delle persone”. De Pietro durante l’intervento ha sottolineato l’importanza di ripensare non solo alle modalità (cioè, permettere ai dipendenti di lavorare fuori sede) ma anche i processi. “Lavoro agile non è lavoro remotizzato”, ha affermato, un concetto importante, sul quale si è soffermato anche Alberto Filisetti,  Country Manager di Nutanix. 

Anche  Daniele Lunetta condivide la della stessa opinione, e ha sottolineato come ormai il problema non sia più tecnologico, ma di mentalità e di infrastruttura. La mentalità di cui parla è quella dei dirigenti, degli amministratori, che solo in alcuni casi hanno compreso l’importanza di ripensare l’intero modello di lavoro delle PA, “sfruttare la tecnologia per ripensare un modello operativo”. A questo si aggiunge il limite delle infrastrutture, che in certe aree di Italia impediscono di remotizzare il lavoro: per poterlo fare, sono prima necessari importanti investimenti per portare la connettività dove manca, perché non dobbiamo dimenticare che le regioni non sono fatte solo di capoluoghi, ma anche di tanti paesi, spesso sparsi per il territorio, dove la fibra rimane un miraggio.

Per quanto riguarda le infrastrutture c’è un piano nazionale, ma prima del 2022 non si vedranno i risultati. Sotto il profilo delle competenze e della cultura, invece, secondo Daniele è la politica che deve darsi da fare, vincendo le tante resistenze che ancora oggi ci sono, anche da parte dei sindacati: “La cultura passa anche dalla governance politica, e se non leghi lo smart working con una cultura del lavoro, non puoi avere successo” – chiosa Daniele – “Bisogna togliere alibi politici. Realizzare strumenti efficaci, altrimenti si vede una strada che va verso le tutele e non verso la crescita”.

Una riflessione mi giunge doobbligo, quanta verità in queste testimonianze. Tanti non vedenti che lavorano nelle P.A. lo sanno bene quanta difficoltà incontrano nel richiedere digitalizzazione, accessibilità ed innovazione, ma sopra tutto, approccio culturale innovativo da parte della classe dirigente del paese con cui spesso dobbiamo lottare per ottenere il lavoro agile. Un assurdo tutto italiano,  significa tra l’altro, applicare la normativa vigente emanata dal Governo con i Decreti “Cura Italia” e “Rilancio”, decreti nn. 30 e 34/2020, Atto che per la dirigenza di un paese, dovrebbe trovare immediata applicazione, essendo mero adempimento rispetto alla normativa emanata a livello centrale.

Chi scrive è uno di questi lavoratori non vedenti della P.A. che ha dovuto lottare per chieder l’applicazione della normativa l.a.e..

Speriamo che i nostri sforzi diano un futuro più favorevole con minori difficoltà culturali e tecnologiche.

Fonte: https://edge9.hwupgrade.it/news/innovazione/il-virtual-desktop-nella-pubblica-amministrazione-l-esperienza-di-nutanix_90102.html

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L’inattesa e improvvisa pandemia ha messo in risalto alcuni ritardi già noti nella pubbblica amministrazzione e ha reso più difficile per i lavoratori disabili tutti ed in particolare per chi è affetto da handicap di tipo visivo, muoversi e di conseguenza raggiungere il posto di lavoro ogni giorno. Il distanziamento sociale prevede che si possano vedere le persone che si hanno intorno, che sia possibile leggere i cartelli o notare eventuali segni tracciati sui pavimenti delle ffermate o delle pensiline di bus, treni e metropolitane, che sia possibile sapere quanti posti liberi ci sono su un autobus e così via; tutto ciò è impossibile per la persona non vedente o ipovedente grave che si muove in autonomia con bastone bianco o cane guida. Per chi invece sceglie di usufruire di un accompagnatore, è più complesso trovare persone disposte, anche a pagamento e con le dovute protezioni, ad annullare il distanziamento sociale, a meno che non si tratti di parenti che non sempre ci sono e che comunque non devono essere obbligati a svolgere questo servizio con continuità.

In un’ottica a lungo termine, con la minaccia di un possibile riaffacciarsi del virus, occorre:

1. Che siano rispettati pienamente gli articoli 18 e 19 della legge 22 maggio 2017 n. 81 che prevedono l’implementazione sempre più capillare del lavoro a distanza (smart working o lavoro agile) per tutti i lavoratori, in particolare per i disabili e a prescindere dalla mansione che svolgono.

2. Il ricorso al lavoro a distanza, in particolare nel caso di lavoratore disabile, rappresenterebbe anche per lo Stato, un notevole risparmio per i seguenti motivi:

A. Minor ricorso alla fruizione dell’art.33 commi 2 e 3 della legge 104/92, spesso richiesto dal lavoratore per ridurre lo stress dovuto al recarsi fisicamente in ufficio;

B.  Eventuale  azzeramento del ricorso ai buoni pasto;

C. Riduzione dei rischi di incidenti sul lavoro con conseguenti risarcimenti da parte dell’amministrazione;

D. Minor ricorso allo strumento della malattia nei periodi in cui eventuali accompagnatori non sono disponibili per portare il disabile al luogo di lavoro.

3. accessibilità completa e reale delle piattaforme utilizzate dalla pubblica amministrazione e dei documenti da essa emanati in base alla legge 09.01.2004 n.4 detta anche legge  Stanca; e Dpr n.75/2005.

4. formazione per i dirigenti sulle reali potenzialità dei dipendenti disabili visivi , stipulando anche convenzioni con enti di formazione e associazioni da anni impegnati in tali settori;

5. omogeneità delle strumentazioni presenti nei singoli uffici e consultazione degli enti preposti alla verifica dell’accessibilità ogni qualvolta si debbano effettuare modifiche alle tecnologie utilizzate dal lavoratore affetto da disabilità visiva.

Fonte: normativa vigente.

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Il lavoro agile tra presente e futuro.

Consultazione rivolta ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni

Benvenuto! Questa consultazione è promossa dal Ministro per la pubblica amministrazione per raccogliere informazioni sulle esperienze di lavoro agile in corso nelle amministrazioni pubbliche  e, in particolare, giudizi, valutazioni e proposte di miglioramento di dirigenti e dipendenti pubblici  utili a definire lo sviluppo dei prossimi anni dello smart working e del lavoro pubblico.

La prima fase di raccolta dei contributi inizia l’8 giugno e termina il 31 luglio 2020.

Superata la fase emergenziale, il lavoro agile continuerà ad interessare stabilmente un numero significativo di dirigenti e dipendenti pubblici, costituendo un importante fattore di innovazione organizzativa e culturale, di miglioramento della performance, di sviluppo delle competenze individuali e di conciliazione delle esigenze vita-lavoro del personale della pubblica amministrazione.

Nessuna innovazione è effettivamente e correttamente implementata (solo) perché è prevista da una norma o perché la sua mancata attuazione è sanzionata; tanto meno una politica, quale quella inerente alla innovazione del lavoro pubblico, che ha riflessi sulla gestione dell’attività amministrativa, sulle modalità di erogazione dei servizi, sulla informatizzazione e reingegnerizzazione dei processi e sulla revisione dei sistemi di misurazione e valutazione della performance, individuale e organizzativa.

In questo quadro, la consultazione realizzata dal Dipartimento della funzione pubblica costituirà una fonte informativa importante per alimentare una base di conoscenza a supporto di politiche partecipate di innovazione del lavoro pubblico e per accompagnare, sostenere e promuovere la diffusione dello smart working partendo dall’ascolto di due categorie di destinatari distinti e prioritari:

• i dirigenti pubblici, che sono   direttamente coinvolti nell’attuazione dello smart working, in qualità di gestori di dipendenti che lavorano in modalità agile   e, più in generale, di promotori dei fattori abilitanti (revisione delle modalità organizzative, digitalizzazione dei processi, etc.;

• i dipendenti delle amministrazioni pubbliche, in qualità di “utilizzatori” del lavoro agile e, più in generale, di principali portatori di interesse rispetto ai processi di cambiamento che lo smart working introduce e, in particolare, alla configurazione del lavoro agile del futuro.

Obiettivo dell’attività di consultazione è quindi di rilevare:

• le opinioni e le valutazioni dei dirigenti delle pubbliche amministrazioni in merito alle esperienze applicative del lavoro agile nella fase di sperimentazione e durante l’emergenza Covid-19 e, soprattutto, le loro eventuali indicazioni per accompagnare, sostenere e promuovere la diffusione dello smart working;

• le opinioni e le valutazioni dei dipendenti che hanno svolto le prestazioni lavorative in modalità agile prima e durante l’emergenza COVID-19, con particolare riferimento al grado di soddisfazione, alla rispondenza dell’esperienza realizzata rispetto alle proprie aspettative, ai punti di forza alle eventuali criticità e ai margini di miglioramento di cui tener conto ai fini di una ottimale applicazione dello smart working nelle amministrazioni pubbliche;

• le aspettative e le eventuali indicazioni di tutti riguardo al “lavoro agile del futuro” e quindi al “futuro del lavoro pubblico”.

Chi può partecipare

La consultazione è rivolta a tutti i dipendenti pubblici e ai dirigenti della pubblica amministrazione.

https://partecipa.gov.it/processes/lavoroagile

Accessibilità,oltre al questionario sopra indicato, è anche possibile  per qualunque segnalazione o suggerimento scrivere a: partecipa@governo.it

Per ulteriori spiegazioni, scrivere a: Carlo Sist, sist.carlo@gmail.com

Ventiquattresima edizione del concorso “Beretta-Pistoresi”

È indetto il concorso per l’assegnazione delle borse di studio “Beretta-Pistoresi”, giunto, quest’anno, alla ventiquattresima edizione.

La selezione è riservata ai Soci della nostra Unione che si siano diplomati o laureati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2019 e che, alla predetta data del 31 dicembre, non abbiano compiuto i quaranta anni di età.

Il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione è fissato al 31 ottobre 2020. Si allega di seguito il bando del concorso:

Bando Beretta Pistoresi 2020

Novara – Invito allo spettacolo “I figli della frettolosa”, di Pasquale Gallo

Autore: Pasquale Gallo

Ho il piacere di invitarvi allo spettacolo teatrale dal titolo “I figli della frettolosa” che avverrà presso il Castello Sforzesco di Novara e in caso di pioggia sarà effettuato presso il il Teatro Faraggiana di Novara il giorno venerdì 24 luglio 2020, con inizio alle ore 21.30.
Lo spettacolo nasce da un esito di laboratorio,( al quale hanno partecipato quattro nostri associati) che ha preso corpo da piccole storie biografiche dei partecipanti come il tema della diversità, della crisi e della perdita, sia come racconto di un’esperienza personale fortemente caratterizzante, sia come metafora di una condizione esistenziale che oggi, sempre più sembra somigliare alla condizione esistenziale di un cieco (precarietà, instabilità, assenza di prospettiva). L’idea nasce da Gianfranco Berardi, attore e autore non vedente e da Gabriella Casolari, attrice e autrice, che con la propria compagnia, in maniera reale e in maniera allegorica, utilizzano il tema della cecità e della mancanza come perno della propria poetica. L’intenzione è stata quella di condurre i partecipanti alla creazione di un atto unico in cui raccontare se stessi possa essere una maniera per raccontare il mondo e, al contempo, in cui raccontare la realtà che ci circonda possa essere il pretesto per conoscersi meglio.
L’iniziativa è stata promossa da Cabiria Teatro, in collaborazione con l’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Novara e sostenuto dalla Fondazione Comunità Novarese Onlus,
Lo spettacolo sarà audio descritto per ipo e non vedenti e all’ingresso si verrà dotati di apposito dispositivo con auricolari per ascoltare l’audio descrizione.
Inoltre è possibile collegare i propri auricolari e vi prego cortesemente di voler segnalare alla scrivente se si necessita del dispositivo in modo da poterci organizzare alla preparazione degli stessi, entro e non oltre il prossimo 24 luglio alle ore 10.
Per prenotazioni sarà possibile rivolgervi alla biglietteria del teatro Coccia di Novara nei seguenti orari, dal martedì al sabato, esclusi festivi, dalle ore 10.30 alle ore 18.30 e nei giorni di spettacolo da un’ora prima dell’inizio delle rappresentazioni presso l’ingresso di
Piazza Martiri del Castello Sforzesco.
Vi aspetto numerosi per un’iniziativa poco diffusa in Italia e che restituisce a noi un grande valore di autonomia.

Il Presidente Territoriale Uici di Novara/Vco
Pasquale Gallo