Assunzioni nel settore pubblico e privato (GU 13 – Serie Speciale – Concorsi ed Esami)

Tipologia di richiesta: Avviso di mobilità per la copertura di N. 2 posti di “assistente amministrativo”, categoria C, a tempo pieno ed indeterminato, riservato esclusivamente ai disabili di cui all’art. 1, comma 1 della legge 68/1999.
(rif. GU n. 13 del 13-2-2018)
Sede di lavoro: Regione del Veneto
Requisiti richiesti:
essere in servizio, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato presso altre Pubbliche Amministrazioni, con collocazione nella medesima categoria contrattuale del posto da coprire e con possesso di uguale profilo professionale o comunque con profilo equivalente per tipologia di mansioni;
essere in possesso del diploma di scuola secondaria di durata quinquennale;
essere in possesso del “nulla osta” alla mobilità rilasciato dall’Ente di appartenenza.
Il bando è consultabile alla pagina www.regione.veneto.it
Modalità di avviamento: La domanda di partecipazione dovrà essere presentata:
a mezzo PEC al seguente indirizzo: organizzazionepersonale@pec.regione.veneto.it.
La domanda di partecipazione potrà essere inviata da una casella di posta elettronica certificata (appartenente esclusivamente al candidato) o posta elettronica semplice; la domanda potrà essere sottoscritta con firma digitale o firma autografa e scannerizzata su file in formato PDF. L’oggetto dell’email dovrà contenere la seguente dicitura: “Domanda di mobilità esterna volontaria – C assistente amministrativo riservato – cognome e nome (del candidato).
Scadenza: 28 febbraio 2018
Informazioni utili: per ulteriori chiarimenti è possibile telefonare ai numeri telefonici: 041/2792480 – 2625 – 2482.

Tipologia di richiesta: Avviso di mobilità per la copertura di N. 2 posti di “assistente informatico”, categoria C, a tempo pieno ed indeterminato, riservato esclusivamente ai disabili di cui all’art. 1, comma 1 della legge 68/1999.
(rif. GU n. 13 del 13-2-2018)
Sede di lavoro: Regione del Veneto
Requisiti richiesti:
essere in servizio, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato presso altre Pubbliche Amministrazioni, con collocazione nella medesima categoria contrattuale del posto da coprire e con possesso di uguale profilo professionale o comunque con profilo equivalente per tipologia di mansioni;
essere in possesso di uno dei seguenti titoli di studio:
diploma di maturità tecnico industriale informatica;
diploma di maturità tecnico commerciale – programmatori;
diploma di maturità tecnico economico – sistemi informativi aziendali (S.I.A.)
diploma di istituto tecnico tecnologico – informatico;
essere in possesso del “nulla osta” alla mobilità rilasciato dall’Ente di appartenenza.
Il bando è consultabile alla pagina www.regione.veneto.it
Modalità di avviamento: La domanda di partecipazione dovrà essere presentata:
a mezzo PEC al seguente indirizzo: organizzazionepersonale@pec.regione.veneto.it.
La domanda di partecipazione dovrà essere inviata da una casella di posta elettronica certificata (appartenente esclusivamente al candidato) o posta elettronica semplice; la domanda potrà essere sottoscritta con firma digitale o forma autografa e scannerizzata su file in formato PDF. L’oggetto dell’email dovrà contenere la seguente dicitura: “Domanda di mobilità esterna volontaria – C assistente informatico riservato – cognome e nome (del candidato).
Scadenza: 28 febbraio 2018
Informazioni utili: per ulteriori chiarimenti è possibile telefonare ai numeri telefonici: 041/2792480 – 2625 – 2482.

 

La sala Arcobaleno e la mailing list Arcoballiamo

Il “Progetto Arcobaleno” nasce per supportare, condividere, ascoltare e far si che le persone cieche/ipovedenti omosessuali possano sfruttare una occasione di dialogo e di comunicazione che sappia andare oltre il pregiudizio, l’emarginazione e quel desiderio di celarsi oggi ancora molto diffuso, dovuto al comportamento di una società troppo spesso incapace di accogliere e accettare, senza giudicare, senza discriminare.
Ecco perché sono nate queste proposte del Progetto Arcobaleno:
– La sala virtuale Arcobaleno:
Un luogo dove le persone cieche/ipovedenti omosessuali possono parlare, raccontarsi, confrontarsi o semplicemente ascoltare gli altri.
Gli argomenti e i temi  trattati sono assolutamente  liberi, a seconda delle esigenze, dei desideri e  degli interessi dei vari partecipanti, senza alcuna preclusione.
Per ciò che concerne la sala e le multiconferenze, l’appuntamento è per ogni  mercoledì sera dalle 21 alle 23, collegandosi telefonicamente al  servizio fornito da Talkyoo.
– La mailing-list Arcoballiamo:
Una mailing-list nata per le persone cieche/ipovedenti omosessuali, dove in totale anonimato,  esse possono scrivere ciò che pensano e provano.
Anche in questo caso  il confronto e il reciproco sostegno sono garantiti dall’assoluto rispetto della privacy.
Uno scambio di opinioni, consigli, e materiale riguardante l’argomento, come libri, film o altre notizie e iniziative  sul mondo LGBT.
Per accedere a entrambi i servizi, è necessario contattare i due moderatori della sala virtuale e della mailing list, i quali sono impegnati a garantire la privacy di tutti, assumendosi  quindi il compito e la responsabilità di valutare ed eventualmente filtrare le varie  richieste di adesione, al fine di evitare l’accesso di persone poco corrette o, comunque, non seriamente interessate al progetto.
Ecco come poter contattare i moderatori:

Marika Giori:
email:  marika.giori@gmail.com
cell.: 349.860.4860

Flavio Lucchini:
email: Flavio.at67@gmail.com
cell.: 338.9010.766

 

Braille, un vantaggio toccato con mano, di Gianluca Fava

Autore: Gianluca Fava

NAPOLI- Chi ha sentito parlare di Braille almeno una volta, alzi la mano. Il braille è un sistema di scrittura e lettura a rilievo per non vedenti, messo a punto nella prima metà del XIX secolo dal francese Louis Braille. Il metodo consiste in simboli formati da un massimo di sei punti, che vengono impressi con un punteruolo su fogli di carta spessa e orientato, da chi scrive, entro piccole caselle. I caratteri di questo “sistema”, che alcuni chiamano alfabeto ma è più corretto definire codice, possono anche essere riprodotti mediante una speciale macchina “dattilografica” detta “dattilobraille”, formata a sua volta da 6 tasti per cui ogni tasto imprime un punto sulla carta più il tasto spazio per separare le varie parole. A causa del limitato numero di simboli disponibili nel codice braille, esistono diversi significati per ogni carattere, a seconda dell’argomento trattato e del linguaggio usato; infatti, il braille si adatta anche a rappresentare musica, matematica, greco classico, chimica ed altro ancora. Oggi, però, il codice braille sta subendo un vero e proprio attacco da chi, o perché magari abbagliato dal “progresso” imposto dalla tecnologia o, più probabilmente perché vuole mascherare la propria ignoranza in materia, lo vede ormai superato e lo vorrebbe addirittura abolire. Allora perché non abolire tutti i tipi di penne, dal momento che esiste il computer? Certo, la tecnologia sta migliorando nettamente la vita di tutti e quindi anche dei disabili visivi, ma gli assertori della “teoria abolizionista” dimenticano che, anche tra gli strumenti tecnologici, ad esempio ce n’è uno che permette di leggere cosa appare sullo schermo di un comune pc in maniera più discreta delle pur diffuse sintesi vocali; in che modo? In braille. Si sta parlando del display braille, che oggi è presente sul mercato con vari tipi e modelli. Fortunatamente, però, le Istituzioni italiane non considerano il codice braille così obsoleto; infatti, il Parlamento il 3 agosto 2007, con la Legge 126, ha istituito la Giornata nazionale del braille. Una ricorrenza civile, si celebra annualmente il 21 febbraio, come momento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti delle persone con disabilità visiva, in coincidenza con la Giornata mondiale della difesa dell’identità linguistica promossa dall’Unesco (l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura). Nonostante l’importanza del braille, in molte realtà il codice resta ancora poco conosciuto e non applicato , come in molte scuole, o sulle scatole di medicinali, dove ci sono indicazioni in braille di tutto, ma non di quella più importante: la scadenza e ciò a dispetto anche della giurisprudenza; ma v’è di più: il codice in questione latita anche nelle aule di tribunale, dove a imputati e indagati non vedenti, è ancora negata la trascrizione in braille degli atti processuali.

A tal uopo, si vuole affermare che l’articolo 109 del codice di rito, prevede, per gli imputati appartenenti alle minoranze linguistiche riconosciute, la traduzione degli atti processuali nella loro lingua, prevedendone, in caso contrario, addirittura la nullità.

Tuttavia, la succitata norma ignora che un imputato non vedente, pur se appartiene ad una minoranza linguistica riconosciuta, non possa, ugualmente, prendere conoscenza degli atti processuali notificatigli, atteso che la difesa penale è personale ed il braille, pur non essendo una lingua ma un metodo di scrittura, deve, necessariamente, essere equiparato ad una lingua, essendo l’unico “sistema” veramente idoneo per mettere a conoscenza di un disabile visivo un documento scritto.
Inoltre, si precisa, che se è vero come è vero che una tale situazione può penalizzare, ad esempio, anche un avvocato privo della vista e di fatto almeno in parte lo fa, è anche vero che un imputato con il medesimo handicap ha il diritto e la possibilità di farsi assistere da un professionista vedente, ma non può in nessun modo cambiare il proprio “status” processuale.
D’altra parte, un’importante pronuncia della IV sezione del Consiglio di Stato, (Sentenza n° 2345 del 19 aprile 2000), in relazione al problema della tutela delle minoranze linguistiche nel procedimento innanzi la Commissione Centrale di riconoscimento dello status di rifugiato politico, ha ribadito con chiarezza e nettezza il diritto anche dello straniero ad essere posto nella condizione di comprendere ogni atto che, provenendo sia da un’Autorità giurisdizionale che da organi amministrativi (nella fattispecie la Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato politico), abbia forza e capacità di incidere su un suo diritto soggettivo; ma vi è di più: anche la Corte Costituzionale, con la nota Sentenza n° 10 del 1993, ha affermato il principio che la mancanza di un obbligo espresso di traduzione nella lingua nota all’indiziato, non può affatto impedire “l’espansione della garanzia assicurata con l’art. 143 co. 1 c.p.p., in conformità ai diritti riconosciuti dalle convenzioni internazionali, ratificate in Italia e dall’art. 24 co. 2° della Costituzione”.
Il principio cesellato dalla pronuncia del giudice delle leggi integra, indubitabilmente, il diritto più ampio e completo alla difesa, con ciò intendendosi la possibilità per l’indagato/imputato di recepire e comprendere espressamente le accuse mossegli, nonché la relativa violazione di legge e, su tale abbrivio, poter contestare e contraddire efficacemente le stesse.
La giurisprudenza di legittimità, poi, ha affermato (Corte di Cassazione Sezione III Sentenza n° 1527 del 8/9/1999), che anche l’ordinanza di custodia cautelare come il decreto di fissazione del giudizio, infatti, è un atto di fronte al quale l’indagato straniero che non comprendesse la lingua italiana potrebbe esser pregiudicato nel suo diritto di partecipare al procedimento a suo carico libero nella persona, in quanto, non comprendendo cosa in esso scritto, non sarebbe posto in grado di valutare né quali siano gli indizi ritenuti a suo carico (e quindi difendersi con riferimento agli stessi) né se sussistano o meno i presupposti per procedere all’impugnazione dell’ordinanza per nullità ai sensi dell’art. 292 comma 2 c.p.p.
Successivamente, la Suprema Corte ha avuto modo di esprimere il proprio pensiero sull’ispirazione data dalla succitata sentenza 10 del 1993, sia attraverso la IV sezione nel 2004, sia attraverso la Sentenza n° 47035 della V sezione nel medesimo anno, soffermandosi sul provvedimento custodiale.
Inoltre, anche la UE (Articolo 8 della Direttiva n° 64 dell’ottobre 2010 ed articolo 10 della Direttiva n° 13 del 2012) si è espressa esplicitamente in favore dell’assistenza linguistica dei cittadini stranieri nel processo penale.
Quanto sin qui esposto, in un sistema processual penalistico che, giustamente, tutela i diritti processuali di appartenenti a minoranze linguistiche riconosciute e stranieri, non può che rafforzare il diritto dell’indagato od imputato cieco a ricevere gli atti processuali in braille; infatti, se per il cittadino straniero la non comprensione della lingua italiana è il “Presupposto indispensabile perché vi sia l’obbligo di traduzione dell’atto processuale” atteso che anche la Corte Costituzionale con la Sentenza n° 227 del 2000 ha affermato che la garanzia della effettiva conoscibilità dell’atto viene assicurata, nell’inevitabile limite del possibile, dalla traduzione nella lingua conosciuta o comunque in una delle lingue internazionalmente più diffuse e più accessibili al destinatario e ciò soddisfa anche le condizioni previste dall’art. 6 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo del 1950 e dall’art. 14 del patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, la trascrizione in braille dello stesso atto, deve avere come unico presupposto la cecità, la quale, ovviamente, deve non solo essere ampiamente provata, ma anche documentata.

D’altra parte, se un’azienda si ritiene eticamente veramente sana non solo dagli utili ottenuti ma anche dalla qualità del prodotto, dal benessere garantito ai propri dipendenti e per il fatto che per generare quei redditi non ha fatto luogo allo sfruttamento di esseri umani, una Società per definirsi veramente “giusta”, deve porre molta attenzione, risolvendoli, ai problemi dei concittadini più bisognosi, uscendo definitivamente da una cultura del “diverso” che in Italia è ancora molto mediocre.
Per raggiungere tale risultato, però, se da un lato lo Stato latita colpevolmente con una irritante vacatio legis, dall’altro non può e non deve continuare a farlo anche con un’assurda “assenza” Giurisprudenziale, atteso che, in molti casi, proprio la Giurisprudenza, giustamente corre in aiuto del Legislatore, colmando le lacune di quest’ultimo, spesso “costringendolo” a legiferare.

altrimenti, a cosa è servita l’istituzione della giornata nazionale del braille che si celebra ogni anno il 21 febbraio (Legge 126/2007), se poi l’importante metodo di scrittura in parola, non viene utilizzato per il rispetto dell’unico vero diritto di un imputato cieco: la conoscenza degli atti processuali che riguardano la sua posizione e quindi la propria difesa?

L’auspicio è che, almeno l’UICI, smetta di ignorare questa palese violazione dell’articolo 13 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009, perché: tutti i cittadini sono uguali davanti alla Legge e non solo quelli normodotati.

Gianluca Fava

Torino – Museo del cinema: i disabili visivi guidano i visitatori vedenti

 

VISITE AL BUIO
Persone con disabilità visiva guidano i visitatori alla scoperta della mostra SoundFrames
Un cinema da ascoltare, prima ancora che da vedere.
E’ questa l’esperienza affascinante quanto inedita che i visitatori del Museo Nazionale del Cinema di Torino potranno vivere nei prossimi mesi. A occhi bendati, esploreranno la mostra SoundFrames. Cinema e musica in mostra, sotto la guida di persone con disabilità visiva.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) di Torino e con l’associazione Tactile Vision Onlus, s’inserisce nel ricco calendario di eventi collegati alla mostra e viene inaugurata mercoledì 21 febbraio alle 17.30, in occasione della Giornata Nazionale del Braille. Altre visite sono previste il 10 marzo, 21 aprile e 19 maggio.
Durata: 1 ½ ora. Costo: 5 € a persona + ingresso museo.
Prenotazione obbligatoria: info@tactilevision.it.
Per la sua stessa natura immersiva e multimediale, SoundFrames si presta a esperimenti di questo genere, supportati dalla grande attenzione che il museo ha nei confronti dell’accessibilità. Per le persone cieche e ipovedenti, in particolare, sono presenti indicazioni in braille (l’alfabeto in rilievo usato da chi non vede), testi ad alta leggibilità e audiodescrizioni relative alle varie sezioni. Grazie a questi supporti, le persone con disabilità visiva possono muoversi e orientarsi facilmente all’interno del percorso di visita. Da qui l’idea di organizzare dei momenti ad hoc, nei quali anche i visitatori vedenti possano mettersi per qualche istante nei panni di chi non vede e “guardare” il cinema da una prospettiva nuova.
“Il Museo Nazionale del Cinema è da anni impegnato nel rendere la visita sempre più inclusiva – sottolinea Laura Milani, Presidente del Museo Nazionale del Cinema – anche grazie a strumenti che permettono alle persone con disabilità di vivere totalmente la magia di questo luogo fantastico. “Vedere” le cose da un altro punto di vista aiuta a crescere, ad aumentare il senso di consapevo-lezza e responsabilità verso tutti”.
“Da tempo ci battiamo per la piena accessibilità della cultura, che è uno straordinario strumento di promozione umana e crescita personale. Ma con questa esperienza vogliamo fare un passo ulteriore – commenta Franco Lepore, Presidente UICI Torino. Vogliamo dimostrare che, se si creano le giuste condizioni, i disabili visivi possono diventare dei protagonisti attivi, mettendo a disposizione degli altri il loro bagaglio di esperienze e la loro speciale sensibilità. Nell’era dell’immagine, riscoprire i sensi alternativi alla vista può essere utile per tutti”.
“Le guide del nostro Comitato Autonomie e Mobilità accoglieranno i visitatori all’inizio del percorso, invitandoli a bendarsi e a indossare le cuffie previste per l’esplorazione della mostra – racconta Giovanni Laiolo, responsabile Settore Cultura UICI Torino. Dopodiché avrà inizio un itinerario al buio lungo la rampa elicoidale che percorre in salita l’Aula del Tempio della Mole Antonelliana. Sarà un percorso fatto di musica, voci, memorie. Giunti in cima, i visitatori toglieranno la benda e ripercorreranno il tragitto a ritroso, scoprendo anche le immagini associate ai suoni ascoltati in precedenza”.

 

PRESS INFO Museo Nazionale del Cinema – Resp. Ufficio Stampa: Veronica Geraci T +39 011 8138509 M +39 335 1341195 email: geraci@museocinema.it UICI – Sezione Provinciale di Torino – Ufficio Stampa: Lorenzo Montanaro M +39 333 4479948 email: ufficio.stampa@uictorino.it

 

‘Facciamoci Vedere, dall’intuizione all’inclusione’ – Comunicato Stampa

Dal 20 al 22 febbraio a Genova la mostra-esposizione dell’Unione Italia dei Ciechi e degli Ipovedenti
In occasione dell’XI Giornata Nazionale del Braille l’U.I.C.I. offre alla cittadinanza e ai professionisti del settore un percorso espositivo tra le tecnologie più innovative per le persone con disabilità visiva, nuovi servizi e buone prassi da condividere
Il lavoro, con le nuove professioni in settori fino a ora poco praticati e progetti sviluppati per offrire nuove opportunità professionali, sarà al centro di un workshop nel pomeriggio dell’inaugurazione

Roma, 15 febbraio 2018 – Il 20 febbraio presso il Palazzo della Borsa di Genova, aprirà la mostra-esposizione organizzata da U.I.C.I. dal titolo: ‘Facciamoci Vedere: dall’intuizione all’inclusione. In mostra un viaggio lungo quasi un secolo’. L’evento, in concomitanza con l’XI Giornata Nazionale del Braille e in occasione dei 150 anni dalla fondazione dell’Istituto David Chiossone di Genova, offrirà un percorso tra 27 stand espositivi con l’obiettivo di far conoscere ai cittadini e agli addetti ai lavori, l’evoluzione delle tecnologie, le nuove soluzioni e i servizi per la disabilità visiva, sviluppate dalle strutture territoriali del sodalizio. Un percorso di integrazione iniziato nel 1920 quando Aurelio Nicolodi – fondatore dell’Unione – diede vita a un sogno rivoluzionario: ‘Emancipare tutti i ciechi d’Italia’, arrivando fino ai giorni nostri attraverso un quotidiano cammino di inclusione.

Nei tre giorni di apertura della mostra – dal 20 al 22 febbraio – sarà possibile scoprire le ultime innovazioni tecnologiche che supportano la vita delle persone cieche e ipovedenti, e il loro impatto sociale, nonché i servizi e le soluzioni oggi disponibili in Italia.
È, per esempio, il caso di MyEye, un innovativo occhiale composto da una smart camera che aiuta le persone con disabilità visiva a riconoscere gli oggetti, consentendo così di fare la spesa o di ordinare al ristorante in modo autonomo, e il sistema di riconoscimento facciale di cui sono dotati consente loro di identificare e memorizzare i volti.

Non solo tecnologia futuribile ma anche servizi per avvicinare l’arte ai non vedenti e ipovedenti: tra gli espositori il Museo Tattile Statale Omero presenterà tre opere parte della celebre Sezione Itinerante “Bello e accessibile” il cui obiettivo è esportare l’esperienza e la filosofia del Museo veicolando l’idea di una cultura senza barriere.

Anche il tema del lavoro, fondamentale in un reale percorso di inclusione e realizzazione sociale per i lavoratori con disabilità visiva o plurima, viene affrontato, nel giorno dell’apertura della mostra-esposizione con un workshop dedicato (ore 17.30); un momento di confronto sulle nuove professioni che possono essere intraprese da persone cieche o ipovedenti con o senza minorazioni aggiuntive. Si racconterà anche di percorsi sperimentali e di progetti speciali che l’U.I.C.I. sta sviluppando o ha già avviato, per offrire nuove opportunità professionali in settori sin d’ora poco praticati, uscendo quindi dalle logiche che considerano le persone cieche e ipovedenti connesse a specifici lavori (i.e. centralinista, fisioterapista, etc.).

“L’iniziativa della mostra-esposizione nasce dalla volontà di condividere le buone prassi e le eccellenze della nostra Associazione attuate dai singoli territori, fornendo così al pubblico una panoramica delle esperienze progettuali che potrebbero diventare bene comune ed essere replicate in tutto il nostro Paese”, afferma Mario Barbuto, Presidente U.I.C.I.
“U.I.C.I. ha scelto Genova per la manifestazione ‘Facciamoci Vedere’ per rendere omaggio a 150 anni dell’Istituto David Chiossone: un’eccellenza nel settore, il quale ha scelto, all’inizio degli anni ’90, di specializzarsi nella riabilitazione dei disabili visivi in convenzione con il servizio sanitario nazionale”, dichiara Claudio Cassinelli, Presidente dell’Istituto David Chiossone.

 

 

 

La mostra si inserisce in un percorso più ampio che si pone l’obiettivo di un mondo senza barriere che sappia rispettare, ascoltare, includere e valorizzare tutti i ciechi e gli ipovedenti attraverso iniziative di promozione e sensibilizzazione a vari livelli:

SFIORA diritto all’istruzione, al lavoro e alla socializzazione;

ESPLORA diritto alla mobilità e all’orientamento;

AMA iniziative di sensibilizzazione nei confronti della categoria.

 

L’esposizione rimarrà aperta nei seguenti orari:
– 20 febbraio: dalle 14.00 alle 19.00
– 21 febbraio: dalle 9.00 alle 18.00
– 22 febbraio: dalle 9.00 alle 13.00

Ingresso gratuito

 

 

FACCIAMOCI VEDERE
Dall’intuizione all’inclusione. In mostra un viaggio lungo quasi un secolo
Genova, 20 febbraio 2018
Palazzo della Borsa di Genova – Sala delle Grida
Via XX Settembre, 44

 

PROGRAMMA DI APERTURA DELL’ESPOSIZIONE

14.00 Apertura della mostra
Sala delle Grida, Palazzo della Borsa di Genova
Mario Barbuto, Presidente Nazionale Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

14.30 Cerimonia inaugurale di presentazione dell’esposizione
c/o Sala Convegni della Bi.Bi. Service, via XX settembre 41 – 3 piano
Introduzione, Mario Barbuto

Interverranno:
Autorità politiche e amministrative,
Arturo Vivaldi, Presidente Consiglio regionale UICI Liguria
Franco Pugliese, Presidente sezione territoriale di Genova
I Presidenti delle Istituzioni del Coordinamento Nazionale
Prevista la presenza di Luca Bizzarri, Presidente Palazzo Ducale di Genova

15.15 Presentazione del nuovo Logo UICI
e premiazione del vincitore del concorso di idee e proposte grafiche
Maria Buoncristiano, componente del Consiglio Nazionale UICI
Stefano Bassan, Vincitore del concorso

16.00 Workshop “Tecnologie assistive: dispositivi a confronto”
a cura dell’Istituto Nazionale di Valutazione Ausili e Tecnologie
Modera: Franco Lisi, Direttore Scientifico dell’Istituto dei Ciechi di Milano

17.30 Workshop “L’anno del lavoro: i progetti da realizzare e le nuove opportunità da sperimentare”, a cura di IRIFOR Nazionale
Modera: Stefano Tortini, Vice Presidente Nazionale U.I.C.I.

Comune di Genova Regione Liguria Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

Con il contributo di Second Sight

Ospite d’onore Istituto Italia di Tecnologia

 

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L’Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti ETS – APS è un ente morale con personalità giuridica di diritto privato, cui la legge e lo statuto affidano la rappresentanza e la tutela degli interessi morali e materiali dei non vedenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni. L’Unione Italiana Ciechi e degli Ipovedenti ETS – APS ha per scopo l’integrazione dei non vedenti nella società, perseguendo l’unità della categoria. Per il raggiungimento dei suoi fini l’Unione ha anche creato strumenti operativi per sopperire alla mancanza di adeguati servizi sociali dello Stato e degli altri enti pubblici. In particolare vanno ricordati il Centro Nazionale del Libro Parlato, il Centro Ricerca Scientifica, l’I.Ri.Fo.R. (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione), l’Agenzia per la Tutela dei Diritti e l’Istituto Nazionale Valutazione Ausili e Tecnologie per l’autonomia dei ciechi e degli ipovedenti. L’Unione ha anche istituito la Sezione Italiana della Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti fa parte, quale membro fondatore, della Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità (FAND).
Per un approfondimento consultate le specifiche sezioni all’interno del nostro sito – www.uiciechi.it
Riferimenti per i Media
Imageware | +39 02700251 Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti
Stefania Trazzi – strazzi@imageware.it Katia Caravello – katia.caravello@uiciechi.it
Alessandra Pigoni – apigoni@imageware.it Componente Direzione Nazionale UICI
Relazioni Esterne

 occhiali MyEye

Museo Tattile Statale Omero “Bello e accessibile”  un’opera 

La condizione degli anziani nella società odierna, di Girolamo Rotolo

Autore: Girolamo Rotolo

La società moderna di oggi è cambiata notevolmente, la vita media si è allungata, l’invecchiamento demografico ha inevitabili contraccolpi sul mercato del lavoro, le condizioni economiche delle famiglie italiane sono mutate; difatti l’assetto sociale del paese si è ulteriormente diviso in un sud che arranca nella crescita e un nord-ovest che rappresentava il motore della ricchezza sino a qualche anno fa. Il nord del paese che da sempre è stato considerato il locomotore da traino di tutto il sistema paese Italia; il centro e le isole con le loro potenzialità sono stati da sempre messi in un angolo perché considerati poco producenti. In una situazione così rappresentata chiedersi come vivono, gli anziani oggi è una grande sfida. L’invecchiamento della popolazione italiana non implica di per sé il decadimento psico-fisico di una fascia di persone che di certo non vogliono invecchiare psicologicamente. Oggi lo stereotipo anziano chiuso in casa come avveniva in passato è superato, gli anziani nell’era digitale sono attivi sui social network e media in generale, perché permette loro di sentirsi liberi; molte scuole superiore secondarie di secondo grado hanno nei loro POFT (Piano Offerta Formativo Territoriale) iniziative multimediali da svolgere con gli anziani. L’emozione che si prova a interagire, con un anziano laddove vi è la saggezza del sapere coltivata e cresciuta con gli anni e la forza della gioventù travolgente che innesca un pensiero positivo che permette all’anziano di sentirsi attivo e utile per la società. Oggi basta vedere quante persone anziane si scrivono nelle palestre per eseguire attività sportive con la doppia finalità, quella non solo di salvare il loro corpo da malattie subdole come il diabete che attacca gli organi del corpo procurando loro notevoli danni; soprattutto l’anziano che svolgere un’attività fisica è un costo in meno per la sanità pubblica. Il dialogo, l’impegno nell’eseguire gli esercizi in palestra rappresenta uno input di crescita e di miglioramento psico-fisico-sociale. Il rendiconto annuale dell’Istituto ISTAT con il loro encomiabile lavoro di ricerca nel territorio nazionale, descrive la situazione dell’Italia trai Paesi con la più alta percentuale di anziani. In questo momento, l’aspettativa di vita alla nascita dei maschi è pari a 80,1 anni, mentre quella delle donne è pari a 84,7 anni e di conseguenza gli anziani sono diventati sempre più numerosi. Tuttavia la salute delle persone anziane è il frutto di una complessa interazione di fattori e concause che fanno parte del bagaglio psico-socio-culturale-economico: fattori che influenzano la vita dell’anziano. Lo stile di vita che conduce l’anziano oggi è alla base del percorso d’interazione con la società, che finalmente si è resa conto che egli non è un oggetto da spostare da un luogo ad un altro, bensì una persona che è stata attiva nel percorso della propria vita e vuole esserlo ancora oggi con modalità diverse. La sfida che il nostro paese dovrà affrontare in futuro è molteplice in diversi campi: quali la sanità e il sociale sono due aspetti contrastanti della stessa medaglia. Al fine di assicurare gli obiettivi preposti di rendere attivo l’anziano è necessario seguire con un attento monitoraggio le condizioni di salute dell’anziano e intervenire con politiche sociali e sanitarie adeguate al proprio ruolo.
Il progressivo allungamento della vita impone, infatti, alla società di farsi carico di assicurare agli anziani di vivere il più a lungo possibile in buona salute. Per raggiungere queste condizioni e poter assicurare il conseguimento di tali obiettivi è indispensabile un’osservazione e aggiornamento costante delle condizioni di salute degli anziani per centrare gli obiettivi di una buona salute attraverso degli stili di vita corretta. L’Organizzazione mondiale della sanità, per valutare le condizioni di salute della popolazione italiana e lo stato di salute generale degli anziani ha fornito nel 2015 un questionario dal titolo “come va in generale la sua salute?” il 70,0% della popolazione residente in Italia ha dato un giudizio positivo sul proprio stato di salute, rispondendo “molto bene” o “bene” al quesito. Purtroppo nella fascia di età 60-64 la risposta si riduce circa al 40,2% per le persone con età compresa tra 65 e 74 anni e raggiunge il 24,8% tra gli ultra settantacinquenni. Questi dati ci fanno comprendere che il mondo degli anziani ha bisogno di essere sostenuto con delle politiche attive che forniscano dei micro obiettivi innescando il bisogno nell’anziano di sentirsi ancora utile. La società di oggi ha l’obbligo di far sentire ancora attivi gli anziani, dando loro il giusto posto all’interno delle famiglie; quel ruolo che una volta era concesso non tanto per diritto divino, ma per forza di volontà e di lavorio interno alla famiglia che da sempre ha rappresentato il pilastro portante della società. L’anziano oggi non è ascoltato come una volta, il suo parere non è tenuto in conto sbagliando perché la saggezza non si acquisisce con l’irruenza del carattere giovanile, bensì con la maturità dei capelli bianchi. La ricchezza culturale del sapere di un anziano è un immenso valore del quale ci si deve riappropriare per migliorare una società che si sfalda senza chiedersi il perché. La storia ci ha tramandato valori di libertà e diritti etici e culturali che dovranno servire per rinsaldare quell’antico legame umano pieno di affetto-solidale con gli anziani, che sono la certezza del nostro domani, e le radici della nostra stessa essenza.

Girolamo Rotolo

Sistema FreeStyle Libre

Abbott annuncia che il sistema FreeStyle Libre, una soluzione che permette di controllare i livelli di glucosio senza pungere il dito, consente ora di controllare il glucosio usando uno smartphone iPhone o Android anche con sintesi vocale. Gli utenti di FreeStyle Libre possono ora scaricare l’app FreeStyle LibreLink sia da Google Play che da App Store e controllare il glucosio usando comodamente il proprio smartphone Android o iOS invece del lettore FreeStyle Libre.
L’app sfrutta la funzionalità near-?eld communication (NFC) dello smartphone per trasferire dal sensore i dati sulla glicemia. Oltre a visualizzare il valore del glucosio in tempo reale, gli utenti potranno leggere i valori delle 8 ore precedenti e una freccia che indica l’andamento del glucosio. La app FreeStyle LibreLink include anche la funzione text-to-speech, ovvero la possibilità di ascoltare le letture e l’andamento del glucosio tramite sintesi vocale.
Il sistema di monitoraggio FLASH del glucosio FreeStyle Libre è progettato per cambiare il modo in cui le persone misurano i loro livelli di glucosio e per aiutarli a migliorare la loro salute. Con FreeStyle Libre la lettura del livello di glucosio viene effettuata grazie al sensore che si applica sulla parte posteriore del braccio e che misura ogni minuto il glucosio nei fluidi interstiziali. Il sensore elimina la necessità delle periodiche punture sul dito ed è progettato per rimanere applicato al corpo fino a 14 giorni.
Per maggiori informazioni visita il sito www.freestylelibre.it  .
L’app Freestyle LibreLink è indicata per la misurazione dei livelli di glucosio nei fluidi interstiziali di pazienti (a partire dai 4 anni di età) con diabete mellito quando usata con il sensore FreeStyle Libre ed è compatibile con smartphone dotati di NFC, con sistema operativo Android OS 5.0 o superiore e con smartphone iPhone 7 e superiori con sistema operativo iOS 11 e superiore.

 

Gli utenti di FreeStyle Libre possono scaricare l’app da Google Play: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.freestylelibre.app.it
oppure App Store:
https://itunes.apple.com/it/app/freestyle-librelink-it/id1307012550?mt=8
Per qualsiasi informazione o chiarimento mi potrete contattare alla mio indirizzo e mail vicepresidente@irifor.eu .

La Via crucis di tutti e per tutti

La vicenda sacra e l’esperienza umana nell’opera di un’artista che sa farle “vedere” anche a chi non possiede il dono della vista .

La Via Crucis di Emilia Pozzo La Ferla, realizzata in terra cotta non dipinta in altorilievo, colpisce per diversi suoi aspetti, come le prospettive insolite che caratterizzano in particolare alcune sue stazioni, come il leggero stacco delle figure rispetto al piano di terra su cui poggiano, o come alcuni gesti o posture di questo o quel personaggio che indicano in modo semplice – ma estremamente intenso ed efficace – una data condizione interiore emotiva e spirituale, che potrebbero a tutta prima risultare un po’ spiazzanti rispetto all’iconografia tradizionale.
Tuttavia, l’estrema essenzialità delle immagini, composte sempre con pochi e precisi elementi e mai sovrabbondanti di dettagli, gli inconsueti angoli visuali in cui vengono presentati talvolta i personaggi e le situazioni, ed eventuali altre piccole anomalie tecniche adottate per meglio rendere leggibile al tatto ogni momento ed aspetto dell’opera, non ne disturbano affatto la pura visione, ed anzi la sollecitano a non disperdersi e a rimaner concentrata sui pochi particolari significativi, ad alto valore simbolico, che ciascuna raffigurazione immancabilmente offre all’esplorazione delle mani quanto allo sguardo.
Così, per fare solo alcuni esempi, la veemenza dei tre uomini che col volto alterato dalla rabbia puntano gli indici ben evidenti contro Gesù nella prima stazione, veemenza alla quale Gesù non oppone altro che uno sguardo raccolto e silenzioso, privo di qualsiasi espressione di condanna o di risentimento, che ci mostra come nulla possa venir compreso da e nulla possa pertanto placare chi è preda di una violenza cieca e insensata; o, al momento della prima caduta, lo sforzo deciso per rialzarsi subito e riprendere il cammino, espresso dalla posizione dei piedi, delle ginocchia e delle mani, e di un corpo inarcato che non vuol cedere alla fatica di portare il peso della croce, osture che cambiano nella seconda e nella terza caduta, col progressivo cedere del corpo che riesce ad opporre sempre minor resistenza al pesante fardello e deve ogni volta accrescere lo sforzo per rialzarsi e proseuire, a significare la dedizione e la fatica che ci vogliono per compiere fino in fondo il proprio dovere.
E la tenerezza e lo struggimento materno rappresentato nella quarta stazione, tutto racchiuso in quei volti così vicini che si guardano negli occhi e simboleggiati così potentemente dalla mano di maria che accarezza la guancia di suo figlio e dalla lacrima che le scende sul volto…
…e la Veronica, rappresentata come una giovane donna, e come tale capace di slanci puri e sinceri che sfidano il divieto delle guardie per andare a detergere il volto di Gesù che gli insulti e la sofferenza hanno lordato e intriso di sudore, che non avendo a disposizione altro che il proprio manto, se lo leva dal capo e ci mostra che aver cura della dignità di una persona è molto più importante che l’attenzione dedicata a un nostro oggetto personale.
E poi, il corpo di Gesù che si contorce dal dolore (11a stazione) dopo che gli è stato piantato il primo chiodo nel polso sinistro, ci rappresenta insieme una sofferenza indicibile e la freddezza di chi si accinge a rinnovarla ancora, preparandosi a conficcare un altro chiodo in quel corpo già tanto martoriato, e lo strazio di Maria al momento della sepoltura, simboleggiato dal suo corpo prostrato e sorretto da Giovanni Evangelista (14a stazione).
Furore accusatorio, pietà, tenerezza e struggimento, umiliazione e dolore tormentoso,generosa cura della dignità, fatica e sforzo indicibile, strazio inconsolabile per la morte di un figlio, o gnuno di questi sentimenti umani è rappresentato con pochi ma straordinariamente emblematici particolari che fanno di questa via crucis la narrazione di una vicenda umana che tocca in qualche misura tutti noi, oltre che della passione e morte di Cristo che è monito a tutti gli uomini affinchè abbandonino la violenza e si prendano amorevolmente cura gli uni degli altri, chè solo così potranno salvarsi.
Con quest’opera anche i ciechi potranno dunque vedere immagini che, per la loro nettezza ed incisività, nella loro mente si fisseranno come altrettante icone ciascuna delle quali rappresenta un sentimento ed una situazione che ognuno in qualche misura ha potuto sperimentare nel corso della vita. E non credo che le cose andranno molto diversamente per chi queste tavole le vedrà con gli occhhi anzichè con le mani. Ed anche questo, cioè il rendere accessibile in pari misura l’opera a chi vede e a chi non vede, credo sia un altro indiscutibile merito di questa Via crucis.

Francesco Fratta

L’opera verrà inaugurata giovedì 15 febbraio e rimarrà per tutto il tempo della quaresima esposta nella Basilica torinese della Consolata. La conferenza stampa di presentazione avrà luogo alle ore 11.
L’esposizione è realizzata da Tactile vision col il patrocinio dell’UICI e dell’ENS.

Sommario rivista Il Corriere dei Ciechi n. 2-2018

EDITORIALE
Tolleranza, inclusione, cultura
Mario Barbuto

70° COSTITUZIONE
Promuoviamo cultura
Katia Caravello

ATTUALITÀ
Un filo che conduce all’inclusione
Graziana Orefice

Il Club Italiano del Braille
Nicola Stilla

Braille Vs Tecnologia: una partita da giocare?
Franco Lisi

Il metodo Braille: una luce nel buio
Pietro Piscitelli

Braille… uno strumento essenziale
Marina Valenti

L’inclusione lavorativa alla prova dei dati
Daniela Bucci

Passione per il movimento
Daniele Cassioli

IPOVISIONE
Le sindromi neuro-oftalmologiche
Paula Morandi

SOSTEGNO PSICOLOGICO
Crescere insieme… in Lombardia
Maria Panariello

STORIE DI VITA
L’accessibilità nei piccoli gesti
Daniela Bucci e Stefano Borgato

RUBRICHE
L’Unione in movimento
Eugenio Saltarel

A lume di legge
Giulia Cannavale

Il Lavoro fa per me!
Valter Calò

Occhio alla ricerca
Andrea Cusumano

La famiglia dell’Unione
Pietro Piscitelli

Segnalibro
Renato Terrosi

 

Visite speciali al museo nazionale del cinema prosegue #soundframes

Cinema e Musica in Mostra al Museo Nazionale del Cinema, Mole Antonelliana.
La mostra indaga la complessità del rapporto tra musica e immagini in movimento. Una grande esposizione multimediale che presenta proiezioni di sequenze di film con audio fruibile in cuffia, pensata per offrire al visitatore una vera e propria visita esperienziale in un percorso coinvolgente e immersivo.
Durante tutto il periodo della mostra, l’Aula del Tempio sarà sfruttata a pieno nelle sue caratteristiche di sala cinematografica e di palcoscenico per sonorizzazione dal vivo di film muti, performance sperimentali e incontri con i grandi protagonisti della musica contemporanea, che hanno e hanno avuto strette relazione con il cinema.
Nel mese di febbraio sono previsti speciali appuntamenti riservati agli Abbonati.
Sabato 17 febbraio, ore 19.30 e 21.00 il Museo propone SENTIRE IL CINEMA. Visita al buio alla mostra #SOUNDFRAMES.
I visitatori bendati sono guidati da persone non vedenti nell’ascolto di celebri musiche da film.
In collaborazione con U.I.C.I. Sezione Provinciale Torino e Tactile Vision.
Durata un’ora e mezza. Prenotazione obbligatoriainfo@tactilevision.it In occasione della Giornata nazionale del Braille Mercoledì 21 Febbraio, ore 17.30, il Museo propone Sentire il cinema. Visita al buio alla mostra #SOUNDFRAMES (appuntamento aperto a tutti) Durata un’ora e mezza. Prenotazione obbligatoria info@tactilevision.it
Costo: € 5,00 Ingresso al Museo