Napoli – Alle Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano visite guidate gratuite per ipovedenti e non vedenti

Le collezioni permanenti del museo saranno fruibili anche da ipovedenti e non vedenti con visite guidate gratuite supportate da tavole tattili
Il libro tattile realizzato in collaborazione con il centro SINAPSI dell’Università di Napoli Federico II
Un importante passo verso l’abbattimento delle barriere percettive

Napoli, 18 giugno 2015 – A partire da domani, alle Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano – polo museale di Intesa Sanpaolo a Napoli – sarà possibile prenotare visite guidate gratuite dedicate a persone con deficit visivo, realizzate in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi, con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e con il centro SINAPSI dell’Università Federico II.

In Italia sono 320.000 le persone non vedenti e oltre un milione quelle con deficit visivo grave. Ci si domanda se la persona ipo o non vedente possa costruirsi una rappresentazione mentale dell’opera d’arte attraverso il tatto o la descrizione verbale. Numerosi esperti sostengono come non sia tanto importante che l’opera d’arte trasmetta la medesima emozione al vedente e al non vedente, quanto piuttosto che susciti un’emozione. L’approccio quindi si sposta dall’analisi storico-critica degli studiosi dell’arte alla sfera delle sensazioni che il non vedente coglierà dall’opera attraverso altri canali sensoriali non legati a quelli tradizionali quali, per citare alcuni esempi, l’intensità del colore, la forza della luce o i cromatismi.

Per rendere fruibili le collezioni del museo e consentire agli utenti ipo o non vedenti di muoversi in maniera autonoma all’interno degli spazi espositivi, le Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano ricorreranno a un libro tattile – disponibile per i visitatori dal 19 giugno – composto da una mappa degli spazi museali e le riproduzioni di alcune opere della collezione con la tecnica del fornetto Minolta, correlate da tavole didattiche Braille. Il volume è stato predisposto in collaborazione con il centro Sinapsi dell’Università di Napoli Federico II.

Per promuovere il progetto sono state organizzate due visite guidate nelle giornate di venerdì 3 e venerdì 17 luglio alle ore 17.
Successivamente il libro tattile sarà a disposizione, gratuitamente, su richiesta dei singoli visitatori con minoranza visiva o per visite guidate di gruppo, fino a un massimo di 10 persone, presso il bookshop delle Gallerie.

La visita guidata, della durata di un’ora, inizia introducendo il visitatore allo spazio museale anche con il supporto di una pianta in rilievo. Con l’ausilio di un mediatore culturale i partecipanti hanno modo di muoversi nel museo supportati da tavole a rilievo, consultabili tattilmente, che riproducono le opere selezionate da esplorare nel percorso, sviluppato in collaborazione con Civita, la società culturale che gestisce i servizi museali delle Gallerie d’Italia.

Nelle tavole utilizzate, il rilievo del segno grafico non intende in alcun modo richiamare direttamente il volume degli oggetti rappresentati, ma serve unicamente a rendere accessibili al tatto i punti, le linee e le superfici di cui si compone il disegno, consentendo di rappresentare anche oggetti complessi e tridimensionali attraverso figure piane e a due sole dimensioni.

Partecipano all’iniziativa anche alcuni dipendenti ipo e non vedenti di Intesa Sanpaolo.

“La fruizione delle opere d’arte da parte di persone non vedenti è un diritto della persona inalienabile”, afferma il professore Alessandro Pepino, Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Tecnologie della Informazione Università degli  Studi di Napoli Federico II. “Le nuove tecnologie offrono numerose possibilità per garantire questo diritto e gli scenari che si aprono consentono anche il miglioramento delle modalità di fruizione  da parte di tutti. La presentazione dell’iniziativa realizzata da Intesa Sanpaolo intende da un lato sensibilizzare la pubblica opinione sulla importanza di rendere accessibile l’arte a tutti, dall’altro mostrare anche alcune soluzioni sostenibili”.

“Le visite guidate dedicate alle persone ipo e non vedenti rientrano nelle attività che Intesa Sanpaolo sviluppa per rendere le proprie collezioni d’arte e i propri edifici storici accessibili a pubblici estesi, che comprendono, fra gli altri, i disabili e i malati di Alzheimer.” – dichiara Michele Coppola, dal prossimo luglio responsabile dei Beni Culturali di Intesa Sanpaolo – “In questo modo la Banca vuole contribuire concretamente alla creazione di opportunità sociali, alla crescita civile e culturale del Paese e a una reale inclusione delle persone con difficoltà di varia natura.”

L’attenzione di Intesa Sanpaolo nei confronti delle persone con deficit visivo parziale o totale si rileva anche nell’ambito dei servizi destinati alla collettività. I circa 7.000 sportelli automatici delle Banche del Gruppo sono dotati di schermo con interfaccia ad alta visibilità studiato per gli ipovedenti. Si attiva prima di inserire la carta semplicemente premendo il tasto 5, riconoscibile da un segno in rilievo. I non vedenti vengono accompagnati passo passo nelle operazioni da svolgere da una guida sonora che si ascolta collegando un normale paio di cuffie alla presa (Jack) di cui è dotato l’85% degli sportelli automatici.
Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano
Via Toledo, 185 – 80132 Napoli

Informazioni e prenotazioni:
Numero verde 800.454229
info@palazzozevallos.com
www.gallerieditalia.com

Orari:
Da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30)
Sabato dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso ore 19.30)
Lunedì chiuso

Ingresso
Intero €5; ridotto € 3; ingresso libero per le scuole

Informazioni per la stampa
Intesa Sanpaolo
Ufficio Media Attività Istituzionali, Sociali e Culturali
Tel. 02 87963531 – 02 87962641
stampa@intesasanpaolo.com

Assemblea precongressuale del 20 Giugno di Palermo, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Caro Presidente,
ti scrivo per inviarti l’intervento che avrei fatto in occasione dell’Assemblea precongressuale del 20 Giugno p.v. di Palermo, alla quale mi sarà impossibile presenziare.
E non sai quanto ciò mi rattristi, ma impegni istituzionali indifferibili precedentemente assunti con la Federazione Nazionale Delle Istituzioni Pro Ciechi me lo impediranno.
Infatti, come ti è ben noto, dal 19 al 21 Giugno, io sarò impegnato a Reggio Emilia come Presidente di giuria del “prestigioso” premio nazionale di editoria tattile per l’infanzia “Tocca a te!”
Ma ho deciso di spedirti la presente anche dopo aver letto sul nostro Giornale on line il bellissimo e toccante articolo del mio amico Stefano Tortini, con il quale invita tutti noi a sostenere la tua candidatura a Presidente Nazionale, che ovviamente condivido in toto.
Ricordo ancora come fosse ieri, quando circa una decina di anni fa, io, Stefano Tortini e Mario Mirabile, componenti lo scorso Comitato Giovani dell’UICI, nel nostro piccolo sognavamo in grande un’Unione finalmente più democratica, più moderna, più trasparente. Ed improvvisamente, tutto ciò con te oggi diventa “REALTA’.
Un’Unione più democratica significa che esprimere un’opinione diversa dai Vertici associativi e pensarla diversamente da loro non è un “peccato di Lesa maestà”, né un “attentato” terroristico od un tentativo di “golpe”, come certi vecchi (e fortunatamente pochi) dirigenti ritengono ancora.
La difesa dell’Unità associativa che anche per me è un “valore” assoluto, non può e deve però essere Unanimismo.
Fino a prova contraria, da che mondo è mondo, il dibattito è stato sempre fonte di crescita e sviluppo. Oggi, invece, nell’ambito dell’UICI accade ancora troppo spesso che il “dibattito associativo” non sia fondato su una diversa interpretazione del ruolo della nostra Unione nel nuovo Millennio, ma dettato solo da bisogni di “visibilità” personale, riducendo erroneamente gli scontri a semplici fatti personali e soffocando ed impoverendo il dialogo al nostro interno.
Riprendiamo, pertanto, sin da Chianciano il dibattito culturale sui grandi temi associativi, sulle idee portanti e sui “profondi” valori della nostra Unione quali l’inclusione scolastica, le pari opportunità, il lavoro, l’accessibilità, la riabilitazione dei ciechi pluriminorati, la prevenzione della cecità e forse, anzi certamente, gli stessi Nicola Stilla e Peppino Simone ritroveranno con il Presidente Barbuto molti più punti in comune che elementi di disaccordo.
Un’Unione più moderna significa semplificare la struttura organizzativa delle nostre sezioni, adeguandole ai tempi e soprattutto ai cambiamenti imminenti che verranno in seguito all’istituzione delle “città metropolitane”
Ancora oggi abbiamo troppi organi associativi che sono tra l’altro troppo burocratizzati. Bisogna necessariamente renderli più agili nella struttura e meno pletorici nel numero dei componenti, facendo si che non solo i nostri “consigli” ma anche i Presidenti e Vice Presidenti sezionali e regionali siano eletti direttamente dalla base e dalle Assemblee dei soci.
Una piccola ma significativa questione riguarda pure il tesseramento dei nostri iscritti. Facciamo sovente i “conti” con numeri incerti e discutibili, risultato e frutto solitamente della logica dei “bollini” facili solo in prossimità dei rinnovi delle varie cariche associative, piuttosto che di una “seria” campagna d’iscrizione soci che sia invece più costante nel tempo, più sistematica e trasparente.
Un’Unione più trasparente significa anche adottare criteri di merito nella selezione e nomina dei candidati ai “posti di comando” del nostro “glorioso” sodalizio.
Per tale motivo, saluto molto favorevolmente la novità già annunciata da Mario Barbuto di voler realizzare un’apposita sezione del nostro sito istituzionale dove, chiunque vorrà candidarsi al Consiglio Nazionale (ed io lo farò certamente), potrà inserire il proprio curriculum ed il proprio programma.
Diceva Lavelle : “Il bene più grande che puoi fare ad un’altra persona non è dargli la tua ricchezza, ma rivelargli la SUA”.
Ebbene, il grande “miracolo” Barbutiano sta proprio in questo e cioè nel farci riscoprire tutti un po’ più ricchi dentro, nel farci sentire tutti principali artefici e protagonisti del futuro destino dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
Caro Presidente, per questo io sottopongo alla tua attenzione ed a quella di tutti i congressisti la mia candidatura al prossimo Consiglio Nazionale.
Mi candido, perché la tua “trascinante” capacità di accendere il nostro entusiasmo, di individuare bisogni e prospettare soluzioni m’ha letteralmente contagiato, persuadendomi che persino un “nanetto” come me possa contribuire positivamente alla causa della nostra Unione.
Una cosa è certa, con un timoniere “visionario” come te, capace di “vedere” oltre e di prospettare all’UICI scenari ed orizzonti fino a pochissimo tempo fa addirittura impensabili, noi minorati della vista italiani “toccheremo con mano” sempre più importanti traguardi di civiltà!

Rubrica di Slash Radio “Chiedi al presidente”, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

Care amiche, cari amici,
vi ricordo che il 24 giugno dalle 16,30 alle 17,30, andrà in onda la rubrica “Chiedi al Presidente ” tramite il nostro canale web di Slash Radio. La rubrica andrà in onda ogni ultimo mercoledì del mese, sempre dalle 16,30 alle 17,30.
Durante la trasmissione, nel mio ruolo di Presidente Nazionale, risponderò in diretta a tutte le domande che gli ascoltatori vorranno rivolgermi.
Le domande saranno libere, senza filtri e potranno toccare tutti gli aspetti della nostra attività associativa e tutti i temi concernenti la vita dei ciechi e degli ipovedenti italiani.
Le modalità di contatto per indirizzare le domande o intervenire in trasmissione, sono:
– email, all’indirizzo chiedialpresidente@uiciechi.it
– modulo web, all’indirizzo http://www.uiciechi.it/radio/radio.asp
– telefono, ai numeri 06/69988353-06/6791758
Vi attendo numerosi per dare vita a un dialogo diretto che ci aiuti a crescere e a migliorare.

Mario Barbuto

Il lavoro fa per me! Napoli – 11-12 giugno 2015, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti riunisce gli “stati generali” e rilancia il tema del lavoro
Finalmente il tema del lavoro di nuovo al centro dell’attenzione!
Il lavoro che è “luce che ritorna”.
Il lavoro che cambia il senso dell’esistenza dei ciechi e di tutte le persone con disabilità.
Il lavoro che, prima ancora di essere fonte di reddito, è sempre stato ed è per noi strumento di riscatto personale.
Quel lavoro e quel Diritto al lavoro, unica, vera risorsa in grado di restituire alle persone con disabilità la propria indipendenza personale, la propria dignità di donne, di uomini, di cittadini, desiderosi di essere uguali tra gli uguali, pari tra i pari.
Noi ciechi non siamo qui a chiedere elemosine e privilegi.
Il tempo delle elemosine e della carità è tramontato da un pezzo.
Oggi è il tempo del lavoro da conquistare come Diritto umano basilare e come strumento di emancipazione civile.
Al Parlamento, al Governo, allo Stato, chiediamo interventi incentivanti a sostegno delle persone con disabilità, per favorirne in ogni modo il collocamento al lavoro.
Al mondo imprenditoriale pubblico e privato, chiediamo azioni significative, improntate al coraggio e alla responsabilità.
Il coraggio di considerare le persone con disabilità non più come un peso, come un fastidio del quale liberarsi al più presto, ma finalmente come una risorsa, come portatori di una forza morale e di una ricchezza interiore che, unite a una competenza professionale indiscussa, sono in grado di contribuire al rilancio dell’economia del nostro Paese, su basi nuove e in forme finalmente degne di una società davvero civile.
Alle organizzazioni sindacali chiediamo attenzione e sostegno perché i luoghi di lavoro siano adeguati e le condizioni lavorative confacenti. Perché innanzitutto i colleghi sappiano accogliere i lavoratori con disabilità senza pregiudizi e senza prevaricazioni.
Ai nostri fratelli delle federazioni rappresentative delle persone con disabilità chiediamo uno sforzo collettivo unitario, basato su vincoli e princìpi di reciproca solidarietà e di mutua considerazione.
Non sarà, infatti, togliendo ai pochi che si affermerà il diritto sacrosanto dei tanti.
Solo la saldatura di un grande fronte della solidarietà sociale al quale tutte le associazioni aderiscano con convinzione e in seno al quale tutti possano ritrovare dignità e rappresentatività, ci consentirà di essere interlocutori credibili e affidabili dello Stato, del Governo, del Parlamento, delle forze economiche, della società civile.
Il lavoro oggi è un’emergenza, tanto maggiore quando si parla di persone con disabilità, rispetto alle quali esso rappresenta una vera e propria questione sociale. Una questione sulla quale va tenuta viva l’attenzione generale, va sollecitata la responsabilità politica a ogni livello, per creare quei nuovi sbocchi occupazionali, per restituire la dignità e il senso del vivere a centinaia e centinaia di migliaia di persone con disabilità.
Ai presidenti nazionali di FAND e FISH lancio dunque una proposta e un appello:
troviamo e coltiviamo forme unitarie di azione comune, che sappiano vedere oltre le inutili gelosie corporative, i particolari interessi della piccola bottega, le penose prevaricazioni personalistiche.
Facciamo del tema del Diritto al Lavoro la base di un processo unitario che potrà portare solo frutti positivi.
Da quando sono presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, quasi tutti i giorni mi domando per quale ragione esistono e agiscono due grandi federazioni rappresentative delle persone con disabilità.
Personalmente non sono ancora riuscito a trovare una sola ragione convincente di questa separazione.
Personalmente desidero coltivare il sogno di una sola, grande Federazione che, un giorno non lontano, possa riunire tutte le persone con disabilità e tutte le loro associazioni sotto l’unica bandiera della solidarietà sociale.
Accanto alla parola chiave
“mai più su di noi, senza di noi!”,
proviamo ad aggiungerne un’altra, tutta nostra:
“mai più tra di noi senza unità!”.
Mario Barbuto

Asti: brutta disavventura per Adriano Capitolo, consigliere Uici

La denuncia, perché fatti simili non abbiano a ripetersi
Brutta disavventura alla stazione di Asti per Adriano Capitolo, consigliere regionale di UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) e consigliere della sezione locale con delega alla mobilità autonoma, vittima di un triste episodio lo scorso mercoledì 27 maggio. “Dopo una riunione all’UICI di Asti – racconta Capitolo – mi reco al binario 5 per prendere il treno delle 19.05 per Torino Stura, con fermata a Villanova. Una volta a bordo, sento l’annuncio dell’autocorsa sostitutiva e mi accorgo di essere sul convoglio sbagliato. A quel punto chiedo a una persona di accompagnarmi nella piazza antistante il movicentro (piazza Medaglie d’Oro) per prendere il pullman, fermo in una postazione che da solo non sarei mai riuscito a raggiungere”.
E qui succede il peggio: al momento di salire sull’autobus, un dirigente di RFI spiega infatti che i posti a sedere sono tutti esauriti. “In sostanza – racconta Capitolo – mentre il mio accompagnatore, un macchinista di Trenitalia in servizio, riesce a salire a bordo, io vengo abbandonato in strada con la scusa che in una decina di minuti sarebbe arrivato un secondo pullman. Ma dopo ben tre quarti d’ora di attesa, il nulla”.
E così Capitolo e altri pendolari decidono di tornare sui binari, per prendere il treno delle 20,05.
“L’aspetto più triste di tutta la vicenda – spiega ancora Capitolo – è che il dirigente di RFI mi ha totalmente abbandonato, immaginate che cosa sarebbe successo se il disagio si fosse presentato con l’ultima corsa in partenza per Torino Stura… probabilmente avrei dovuto dormire in stazione”.
La testimonianza di Capitolo sottolinea, ancora una volta, come un normale episodio di disagio possa trasformarsi in un problema enorme per un non vedente, che se da un lato ha il diritto di muoversi autonomamente dall’altro deve sempre dipendere da qualcuno. Circa un anno fa, a gennaio del 2014, Capitolo era precipitato sui binari della stazione di Villanova d’Asti per la mancanza della striscia gialla in rilievo, che delimita il marciapiede. Un incidente che si sarebbe potuto trasformare in tragedia, se in quel momento fosse transitato un treno.
“Eppure – racconta Capitolo – lo scorso luglio la procura ha archiviato la querela presentata ai carabinieri in quanto, secondo i magistrati, una persona affetta da disabilità grave non dovrebbe spostarsi da sola ma accompagnata. A maggior ragione, visto che per loro la legge è questa, mi domando perché il dirigente di RFI mi abbia abbandonato sul piazzale in quel modo. Come se non bastassero tutti gli altri disagi, come quelli legati ai cantieri per la realizzazione degli ascensori, sospesi da tempo. Per non parlare della mancanza di tabelloni ad altezza viso per gli ipovedenti, presenti invece in altre stazioni piemontesi. Problemi che non riguardano solo i ciechi. Ho meditato a lungo prima di rendere pubblica la mia disavventura, ma non potevo più tacere perché i disagi col trasporto pubblico sono all’ordine del giorno e domani ciò che successo a me potrebbe capitare a chiunque”.

Sport – I risultati del week-end

Pioggia di medaglie per le nostre giovani atlete Gaia Rizzi (guida Marta Vanessa) ) e Laura Tosetto (guida Vanessa Palombini) ai Campionati Italiani Paralimpici Assolutidi di atletica leggera che si sono svolti a Grosseto nel week-end.
Gaia ha vinto, nella categoria T11 – non vedenti, un oro nei 200 metri (tempo 35.50, fissando il suo personale) e un argento nei 100 metri (17.47).
Mentre Laura ha conquistato due argenti, categoria T12 – ipovedenti, nei 100 metri (tempo 16.88) e nei 200 metri (36.37) ritoccando in entrambi i casi il suo personale.
Due ori anche per Arjola Dedaj, nella categoria T11 – non vedenti, nel salto in lungo con 4.02 e nei 100 metri con 14:48 e due argenti di Matteo Comi, nella categoria T12 – ipovedenti, nei 400 metri e negli 800 metri, con i colori dell’ASD H2 Dynamic Handysports Lombardia.

Sabato 13 giugno, nell’ambito dell’importante Meeting internazionale “Trofeo Sette Colli di di nuoto”, Martina Rabbolini ha conquistato un ottimo quarto posto (tempo 1.22:18) nella gara dei 100 metri stilelibero Open FINP (Federazione Nuoto Italiano Paralimpico).

Oggi, domenica 14 giugno, si sono svolti i Campionati Italiani Paralimpici 2015 di scherma per non vedenti. I nostri soci Ilaria Granata, Ilaria Vermi e Giuseppe Rizzi non sono riusciti ad andare in medaglia, concludendo la loro avventura tricolore nei quarti di finale.

Sempre oggi si è conclusa, a Bologna, la Regular Season del XIX Campionato Italiano di baseball per Ciechi. I Thunder’s Five Milano hanno avuto ragione della Roma Allblinds con il punteggio di 12 a 11.
Da segnalare i 3 fuori campo di Ivan Nesossi (Thunder’s Five) e i 2 fuori campo di Daniela Pierri (Allblinds).
La giornata si è conclusa con la vittoria dei Patrini Malnate sugli Allblinds Roma (14 a 1) e con il successo della Fiorentina BXC (14 a 11) sui Blue Fire Cus Brescia.

Nel prossimo week-end, sempre a Bologna, si svolgeranno le due semifinali: Bologna WSCvinta – Lampi Milano e Thunder’s Five Milano – Fiorentina BXC.

Risultati e classifiche
Girone Ovest

1. Lampi Milano punti 13 (6-1-3) – media 650
2. Thunder’s Five Milano 12 (6-0-4) – 600
3. Patrini Malnate 7 (2-3-5) – 350
4. Blue Fire Cus Brescia 5 (2-1-7) – 250
Risultati
15 marzo, Patrini Malnate – Lampi Milano (3 a 11 e 1 a 1);
22 marzo, i Patrini Malnate – Thunder’s Five Milano (non disputata causa maltempo)
28 marzo, Thunder’s Five Milano – Lampi Milano (4 a 7 e 3 a 2)
12 aprile, BlueFire Brescia – I Patrini Malnate (7 a 7 e 7 a 5)
19 aprile, Lampi Milano- BlueFire Cus Brescia (16 a 3 e 7 a 4)
26 aprile, Thunder’s Five Milano -BlueFire Cus Brescia (15 a 10 e 12 a 14)
3 maggio, Thunder’s Five Milano – I Patrini Malnate (8 a 1 e 4 a 2)

Girone Est

1. Fiorentina punti 17 (8-1-1) – media 850
2. BolognaWS-Cvinta 14 (7-0-3) – 700
3. Roma All blinds 10 (5-0-5) – 500
4. Tigers Cagliari 2 (1-0-9) – 100

Risultati
15 marzo, Tigers Cagliari – Roma Allblinds (2 a 7 e 1 a 5);
22 marzo, BolognaWS-Cvinta – Tigers Cagliari (11 a 3 e 9 a 2)
29 marzo, Fiorentina BXC – BolognaWS-Cvinta (8 a 4 e 6 a 7)
12 aprile, Fiorentina BXC – Allblinds Roma (15 a 6 e 9 a 1)
19 aprile, Tigers Cagliari – Fiorentina BXC (3 a 8 e 0 a 9)
26 aprile, BolognaWSCvinta – AllBlinds Roma (1 a 9 e 6 a 15)

Intergirone
10 maggio, Thunder’s Five Milano – BolognaWSCvinta (8 a 15)
a seguire: BolognaWSCvinta – I Patrini Malnate (12 a 4)
A seguire: I Patrini Malnate – Fiorentina BXC (9 a 9)
17 maggio, Lampi Milano – Allblinds Roma (9 a 2)
A seguire: Tigers Cagliari – Lampi Milano (8 a 15)
A seguire: Thunder’s Five Milano – Tigers Cagliari (9 a 5)
24 maggio: Bluefire Cus Brescia – Fiorentina BXC (non disputata causa maltempo)
A seguire: I Patrini Malnate – Allblinds Roma (non disputata causa maltempo)
A seguire: Allblinds Roma – Thunder’s Five Milano (non disputata causa maltempo)
2 giugno: Bluefire Cus Brescia – BolognaWSCvinta (1 a 12)
A seguire: Allblinds Roma – Bluefire Cus Brescia (6 a 0)
A seguire: Lampi Milano – BolognaWSCvinta (2 a 11)
7 giugno: Lampi Milano – Fiorentina BXC (1 a 9)
A seguire: Fiorentina BXC – Thunder’s Five Milano (13 a 4)
7 giugno: Bluefire Cus Brescia – Tigers Cagliari (17 a 18)
A seguire: Tigers Cagliari – I Patrini Malnate (9 a 13)
14 giugno: Allblinds Roma – Thunder’s Five Milano (11 a 12)
A seguire: I Patrini Malnate – Allblinds Roma (14 a 1)
A seguire: Bluefire Cus Brescia – – Fiorentina BXC (11 a 14)

Semifinali e finali
20 giugno a Bologna (ore 16:00 campo Leoni): prima semifinale
21 giugno a Bologna (ore 10:00 Campo Leoni): Seconda semifinale
27 giugno a Bologna (ore 16:00 Campo Leoni): Finale

Frammenti d’umanità. Giuliano Vangi e i giovani artisti

Ancona, Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana

6 giugno – 23 agosto

Biennale Arteinsieme – cultura e culture senza barriere

Prosegue con orario apertura estivo al Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana la mostra “Frammenti d’umanità. Giuliano Vangi e i giovani artisti” iniziativa clou della sesta edizione della Biennale Arteinsieme – cultura e culture senza barriere. Il maestro Giuliano Vangi, testimonial della manifestazione, presente all’inaugurazione, ha condiviso con una folla di studenti la sua passione per il lavoro di scultore invitando i giovani all’umiltà e alla tenacia e ha premiato i vincitori ex aequo del Concorso Arti Figurative: Simone Campanelli del Liceo Artistico Edgardo Mannucci di Jesi con l’opera “Ma’- Malavoglia” e la Classe III F del Liceo Artistico di Treviso con “Senza titolo”.
Le opere vincitrici, e altri otto lavori multisensoriali ispirati alla poetica di Vangi e fruibili tattilmente, selezionati tra quelli realizzati dagli studenti dei Licei Artistici e delle Accademie delle Belle Arti di tutta Italia che hanno partecipato al concorso, si accompagnano alle del maestro.
Si tratta di 4 opere recentissime “Donna in piedi” e “Lui e Lei”, appena realizzate; la prima in granito e la seconda in bronzo. Ed ancora “Figura seduta” in terracotta” e “Lucia” in ebano e bosso. Vulnerabilità e fragilità femminili, si manifestano in gesti e sussurri difensivi, sguardi prepotentemente chiusi in una sorta di timida pausa. “Lucia” nuda e indifesa stenta ad uscire dalla rigidità del volume che la contiene, mentre “Lui e Lei” si stringono in un abbraccio pieno di passione ma anche di forza protettiva. Sempre capace di intuire e di rappresentare l’attualità e far emergere tutto lo splendore e l’intensità della vita. Frammenti appunto di umanità. Vangi lavora con ineguagliabile creatività dal legno, al marmo, dall’avorio all’acciaio.
Completano l’esposizione composizioni, installazioni sonore e performances ispirate al La Bohème, tema del concorso Arteinsieme Musica, che ha come testimonial il soprano Carmela Remigio, creazioni realizzate dagli studenti dei Licei Musicali e Coreutici, dei Conservatori Statali di Musica e degli Istituti Superiori di Musica italiani.
La mostra è promossa da TACTUS – Centro per le Arti contemporanee, la Multisensorialità e l’Interculturalità del Museo Tattile Statale Omero, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Liceo Artistico Edgardo Mannucci, ARISM (Associazione Regionale Insegnanti Specializzati delle Marche), lo Sferisterio – Macerata Opera Festival, l’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche, Comune di Ancona, Servizio Civile Nazionale, Associazione Per il Museo Tattile Statale Omero ONLUS, con il patrocinio della Regione Marche.

Un assaggio di Expo, di Francesco Cusati

Autore: Francesco Cusati

L’idea di poter fare un giro del mondo in un unico posto, incontrando persone che parlano una miriade di lingue diverse, assaggiando cibi nuovi e scoprendo posti affascinanti è un’esperienza senz’altro da consigliare. Non pensiate però che sia sufficiente una giornata per farlo. Nel milione e passa di metri quadrati del sito espositivo si concentrano infatti talmente tante cose da scoprire e da assaggiare che non vi basterebbe una settimana per vederle tutte.

Più tempo ancora vi sarà necessario se intendete lasciarvi guidare non solo dalla vista ma anche dagli altri sensi (come l’olfatto, l’udito, il tatto e il gusto) per tuffarvi nelle culture del pianeta nel modo più emozionante. Un approccio questo che rende l’esperienza più ricca ma che è anche l’unico concesso a chi, come me, non vede e si affida agli altri quattro sensi per scoprire il mondo.

La buona notizia è che molti espositori fanno leva proprio sulle esperienze sensoriali per coinvolgervi anima e corpo su quello che è il tema centrale dell’evento: l’alimentazione nelle culture di tutto il pianeta.
In Expo Milano 2015 i sensi a disposizione del disabile visivo sono letteralmente messi alla prova. Ci sono gli assaggi delle varie cucine nazionali certo, ma anche esperienze olfattive e uditive di notevole bellezza.

Ascoltare suoni con qualità audio eccellente rende tutto più verosimile e strepitoso!
Provate ad esempio a visitare il Padiglione zero, ideato da Davide Rampello, dove si trova un percorso multimediale che racconta la storia e l’evoluzione dell’alimentazione e della relazione uomo-cibo.

I suoni sono avvolgenti e di una verosimiglianza incredibile. Nell’ultimo salone espositivo sono presenti, a simboleggiare l’allevamento, alcuni animali a grandezza naturale. Mi è bastato fare una semplice richiesta al personale per poter toccare ed esplorare con le mani queste curiose creature.

Dal Padiglione Zero in pochi passi si entra nel Decumano, il vialone lungo un chilometro e mezzo che taglia il sito da ovest a est, sul quale si affacciano quasi tutti i padiglioni e i cluster. Qui una miriade di suoni, musiche e odori ti avvolgono durante il cammino. A metà strada è presente Piazza Italia, tagliata da nord a sud dal Cardo, dove si affaccia Palazzo Italia. Che naturalmente non ci possiamo perdere.

Nello spazio italiano segnalo il Mercato al buio, dove i visitatori sono accompagnati dalle guide non vedenti di Dialogo nel Buio in un ambiente che evoca la Vucciria di Palermo. E poi un’altra esperienza “forte” poco prima del mercato: una sala espositiva dove si simulano gli effetti di un terremoto.

Fantastico il padiglione del Brasile, dove si trova una piccola foresta tropicale con piante originali e con riproduzioni audio dei versi e dei rumori di animali. Si può vivere l’esperienza passeggiando all’interno oppure camminando su una rete sospesa ad alcuni metri di altezza. Io le ho provate entrambe e consiglio, anche a chi non vede, di avventurarsi sulla rete sospesa. Emozionante.

L’Austria ha riprodotto un vero e proprio bosco che offre le sensazioni di una passeggiata alpina. Appena si inizia il percorso, la temperatura si abbassa notevolmente e si respira un’aria decisamente green! Nessuna climatizzazione artificiale, perché l’ambiente è raffreddato naturalmente dalle piante.
Ed eccoci in Africa. Notevole il padiglione del Marocco, dove vengono riprodotte le diverse aree geografiche del paese. Appena entrati si viene accolti dai suoni del mare, quindi si passeggia nell’ambiente del nord, fresco e ventilato arrivando a un bell’albero di mandarino (finto!).
Si passa poi al centro del Paese con la rappresentazione di un clima montano e poi si entra in un calore quasi desertico con un profumo di rose che impregna ogni angolo. Sono gli ambienti desertici del sud. Interessante è il negozio con i prodotti tipici come i fichi secchi (buoni!) l’olio di argan, lo zafferano, i datteri, il cuscus e altre leccornie.

Ritorniamo in America Latina e visitiamo l’Ecuador, dove ci accolgono gentilissimi ragazzi del posto che ci introducono alla morfologia e alle caratteristiche geografiche del paese. L’olfatto, anche questa volta, viene sollecitato: qui si trovano piccoli espositori che emanano il profumo dei prodotti tipici ecuadoregni come banane, pesce, cacao e caffè.

Vicino all’Ecuador troviamo il Cile costruito con il legno locale. All’ingresso è presente un tapirulan che ti introduce in un ambiente ristretto in cui si sentono dei suoni molto suggestivi che simulano quelli del grande deserto di sale cileno. Si odono i rumori delle crepe sulla crosta di sale che si aprono al tramonto per l’effetto dell’escursione termica. Interessantissime sono le campane sonore sotto le quali ascoltano i rumori, in altissima fedeltà, della natura cilena, mentre vengono proiettate le immagini su alcuni schermi.
Infine si entra in un ambiente dove si viene avvolti da suoni e video in 3D 4K che rappresentano la biodiversità naturale del paese.

Suggerisco di concludere il tour in Asia per visitare il padiglione degli Emirati Arabi. Nel 2020 l’Expo universale si terrà proprio a Dubai ed è naturale aspettarsi che questo padiglione sia particolarmente curato e accattivante. E è così. Il sito offre ai visitatori uno spazio all’aperto che riproduce le dune del deserto, il terreno è ondulato e dà la sensazione di camminare tra le dune!
Si accede poi a un cinema dove si può assistere a un filmato che racconta la storia intergenerazionale di una famiglia degli Emirati Arabi con interessanti spunti di riflessione sul tema della sostenibilità alimentare. Al termine Sara, la bambina protagonista, dialoga virtualmente con il pubblico chiudendo con un divertente “rap” il cui ritornello recita: “Lo sai se vuoi possiamo fare di più, per noi, per voi la Terra sei anche tu”.

Il mio consiglio è di tornare più volte per scoprire i piccoli segreti culinari e sensoriali dell’esposizione e di affidarvi al personale, sempre gentile e professionale, per le vostre richieste particolari.
Ricordo alle persone con disabilità che esiste il portale www.expofacile.it che offre informazioni su come raggiungere il sito e muoversi in autonomia.

Francesco Cusati

L’alternanza scuola-lavoro: una porta aperta verso il “lavoro che fa per me”, di Luciano Paschetta

Autore: Luciano Paschetta

Le profonde trasformazioni dei processi lavorativi derivanti dall’applicazione delle nuove tecnologie hanno reso obsoleto il centralino, ma hanno creato nuove e diverse “situazioni di lavoro” idonee all’inserimento lavorativo dei disabili visivi al di là delle professioni “tipiche” . Preferisco parlare di “inserimento in situazioni di lavoro” e non di nuove professioni, perché è proprio qui che sta la profonda differenza nell’approccio tra il nyuovo ed il vecchio “mercato del lavoro”: tranne rarissime eccezioni, non si tratta più di individuare dei nuovi profili professionali verso i quali avviare numerosi disabili visivi e di organizzarne gli specifici corsi di formazione, ma piuttosto della ricerca, da realizzarsi in collaborazione con le organizzazioni dei datori di lavoro ed i sindacati, di quelle “situazioni” nelle quali, il disabile visivo, al quale siano state fornite le dovute competenze e formazione di base e sia stata resa accessibile la postazione di lavoro, potrà esprimere al meglio le proprie capacità.
Va ricordato che le ICT, che sono sempre più presenti nella gestione dei processi lavorativi, ampliano a dismisura la possibilità di “accesso” ai documenti ai disabili visivi e consentono loro una operatività “alla pari”, in diverse situazioni di lavoro. Queste potrebbero diventare altrettante nuove opportunità di impiego ,( in particolare per gli ipovedenti per i quali oggi non abbiamo proposte concrete da fare in materia di occupazione), al di là delle professioni “tipiche”.
E’ questa la nuova prospettiva dalla quale affrontare le difficoltà occupazionali dei nostri giovani: cercare il “posto giusto” per “la persona giusta”,. Una modalità questa che, se pur prevista dalla legge 68/99, è stata sottovalutata in questi anni dai ciechi italiani.
Vi è altresì un’altra causa dietro le odierne difficoltà di occupazione dei nostri ragazzi: l’inadeguatezza della scuola secondaria di secondo grado.
L’inclusione scolastica che, come noto, dopo la sentenza della Corte Costituzionale 215/87, ha accolto tutti i disabili, non ha però mai elaborato un modello inclusivo idoneo a favorirne l’inserimento socio-lavorativo.
Questo nonostante l’art. 8 della legge 104/92, che individua gli interventi necessari a realizzare l’inserimento e l’integrazione sociale delle persone con disabilità, preveda l’attuazione di “misure idonee a favorire la piena integrazione nel mondo del lavoro e, all’art. 14, la stessa legge individui modalità di integrazione come le attività di orientamento, con inizio almeno alla prima classe della media inferiore e la flessibilità dell’organizzazione didattica , quali momenti particolarmente qualificanti per il processo di inclusione. all’art.17 relativo alla formazione professionale, la legge 104 ribadisce altresì il diritto delle persone con disabilità di avvalersi dei metodi e delle strutture di apprendimento ordinari. La formazione superiore dei disabili negli anni precedenti la sentenza 215, si era concretizzata o con il loro inserimento in classi comuni senza particolare progettazione inclusiva , né con docenti di sostegno, o negli specifici corsi professionali per operatori telefonici e per massoterapisti e, per le persone con grave ritardo di apprendimento, in corsi, così detti, pre-lavorativi.
La scuola secondaria superiore che, tra l’altro, ha trai suoi obiettivi primari la formazione verso l’inclusione sociale dei giovani, nonostante l’autonomia didattica gliene abbia fornito i supporti normativi, non ha saputo sviluppare una progettazione didattica riferita ad una propria “cultura” relativa all’inclusione dei disabili, capace di guardare al di là degli angusti confini dell’aula, ma si è limitata ad assimilare modalità, atteggiamenti e comportamenti educativi caratteristici, per così dire, della scuola dell’obbligo.
Quasi mai si è cercato di organizzare il lavoro didattico in modo da creare un legame coerente e strutturato tra il curriculum del orso di studi a cui l’alunno con disabilità era iscritto , le ipotesi formative individualizzate che erano state previste per lui e, soprattutto, gli obiettivi individuali, troppo spesso, non fanno riferimento ad un concreto “progetto di vita” che ponga la finalità dell’intervento educativo oltre i confini angusti della frequenza scolastica. Il percorso formativo si svolte nell’”hortus conclusus” della scuola frequentata, al di fuori di legami con il territorio, le sue risorse culturali ed il suo sistema socio economico e produttivo. Questo “aureo isolamento” del sistema scolastico limita le necessarie esperienze che un alunno, disabile o no, dovrebbe fare per orientarsi nella scelta professionale e per prepararsi al suo futuro inserimento sociale e lavorativo. Questa carenza è particolarmente sentita dagli istituti tecnici e professionali che , alcuni progetti di riforma avevano voluto liceizzare.
A questo limite pone rimedio l’alternanza scuola-lavoro. Essaconsiste nella realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro art.4 D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77
L’alternanza scuola – lavoro è un percorso formativo che rientra a pieno titolonell’attività didattica di un corso di studi, progettato dalla scuola con il partner (museo, biblioteca, redazione giornalistica, azienda commerciale, agenzia turistica, ecc.) che accoglierà l’alunno in stage . Per tutti gli studenti essa: contribuisce a qualificare l’offerta formativa, definendone meglio gli obiettivi; esalta la flessibilità del curriculum, rispondendo ai bisogni diversi degli alunni; ha una forte valenza orientativa e rimotivante e, come tale, agisce anche come mezzo di contrasto alla dispersione scolastica.
Per i nostri ragazzi in particolare: avrebbe una forte valenza per l’acquisizione di una miglior autonomia di movimento e personale, permetterebbe loro di “mettersi in gioco” in un ambiente diverso e meno protetto della scuola ed a “verificarsi e scoprirsi capaci” di svolgere, se messi in condizione di operare in pari opportunità, le mansioni dei colleghi vedenti . Inoltre, questo inserimento in situazione di lavoro , contribuirebbe a sviluppare la cultura dell’accessibilità digitale ed ad incrementare la conoscenza e la fiducia del mondo produttivo nelle potenzialità operative dei disabili visivi.
Anche se forse molti hanno sentito parlare per la prima volta di alternanza scuola-lavoro come una delle innovazioni contenute nel DDL sulla “Buona scuola” attualmente in discussione in Parlamento, essa è stata normata dal DLGS n. 77 del 2005 ed è già presente , in via sperimentale, in diverse realtà scolastiche: dal 2014 , e fino al 2016, è attivo un programma sperimentale per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda per gli studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di II grado. Di questa sperimentazione, presso il MIUR, si occupa la Direzione Generale per l’istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle regioni, la stessa Direzione Generale stipula le convenzioni nazionali con gli Enti pubblici e le aziende private (comprese quelle del terzo settore), per la realizzazione degli stage.

Riteniamo che l’alternanza scuola-lavoro rappresenti una ottima opportunità per i nostri ragazzi ciechi, ipovedenti o con disabilità aggiuntive per: sperimentare il “mondo dell’impresa” , misurarsi con le situazioni di lavoro possibili verificandosi “capaci”, e per scoprire nuove e gratificanti possibilità per un loro futuro impiego. Cosi che ciascuno possa dire: “Ho trovato il lavoro che fa per me”.

L’Unione Europea dei Ciechi ai Ministri UE: “Il nostro diritto di accedere al web non è negoziabile”

Mentre i 28 Ministri europei si apprestano a partecipare oggi 12 giugno a Bruxelles alla riunione del Consiglio Telecomunicazioni, nel corso della quale si discuterà la Relazione intermedia della Presidenza Lettone in merito alla Direttiva sull’accessibilità dei siti web degli enti pubblici l’Unione Europea dei Ciechi (EBU) chiede ai Ministri di respingere le proposte della Presidenza volte a ridurre drasticamente il campo di applicazione della suddetta proposta di Direttiva.

La relazione della Presidenza, paradossalmente, propone che solo un numero molto limitato di siti web pubblici sia accessibile ai disabili. Si suggerisce inoltre che le applicazioni (app), che sono oggi di gran lunga la modalità più comune con cui le persone accedono ai servizi e ai contenuti on-line, siano escluse dalla direttiva. Il Presidente dell’EBU, Wolfgang Angermann, dichiara: “Siamo 30 milioni di persone non vedenti e ipovedenti in Europa. Siamo anche cittadini e consumatori. Usiamo smartphone e applicazioni per accedere ai contenuti. Queste proposte sono inadeguate al raggiungimento degli obiettivi della direttiva”.
Con la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD) gli Stati membri si sono impegnati a garantire alle persone con disabilità la parità di accesso alle informazioni. L’Unione europea e la maggior parte degli Stati membri hanno ratificato la Convenzione, ma le proposte che verranno discusse venerdì sono totalmente in contrasto con le disposizioni di legge vincolanti stabilite dalla Convenzione stessa, agli articoli 4, 9, 21, 29, 30 e 33.
Il Parlamento europeo, a stragrande maggioranza, ha adottato nel febbraio 2014 una serie di emendamenti migliorativi della proposta originaria. Da allora, non vi è stato alcun progresso significativo della direttiva in seno al Consiglio. “I Ministri, palesemente, non hanno dato a questo dossier la priorità che merita”, sottolinea Angermann “impedendoci così di accedere alle informazioni e ai servizi online che tutti gli altri danno per scontati. Questo è inaccettabile. ”

L’EBU fa appello ai Ministri affinché respingano qualsiasi proposta che limiti l’accesso delle persone non vedenti ai contenuti online. Le persone non vedenti e ipovedenti devono essere in grado di fare acquisti on-line e accedere alla stessa gamma di servizi pubblici e privati on-line ??di cui usufruiscono gli altri cittadini. L’EBU ha pubblicato una serie di raccomandazioni per il Consiglio nel maggio 2014 e sollecita i ministri a tenerne conto.

“I Ministri devono riconoscere che oggi la maggior parte delle persone accedono regolarmente ai contenuti tramite dispositivi mobili e che le app sono, anche per noi, il modo più semplice per accedere a servizi e informazioni”, ribadisce Angermann, “Il nostro diritto di accedere al web non è negoziabile – i Ministri devono passare all’azione.”

L’EBU sollecita tutti i 28 Ministri a opporsi alle limitazioni, a dare priorità al lavoro sulla direttiva durante la prossima Presidenza e a sostenere il diritto delle persone non vedenti alla parità di accesso alle informazioni e ai servizi online.