Torino – Segreteria telefonica

COMUNICATI DEL 30 OTTOBRE 2015
1) Assemblea ordinaria dei Soci
2) La sede UICI Torino a disposizione dei soci
3) Il Comitato Pari Opportunità incontra i soci
4) Dimostrazione nuovo software per cellulari Android di Audiologic
5) Nasce la mail “dilloalpresidente”: un prezioso strumento di dialogo
6) Rianimazione e uso del defibrillatore
7) Accompagnamenti UNIVoC
8) Calendario delle attività del Circolo dell’Amicizia tra Ciechi e Vedenti

Assemblea ordinaria dei Soci
E’ stata indetta per sabato 21 novembre alle ore 9,30 presso i locali di Via Nizza 151 la seconda Assemblea Annuale dei soci Uici Torino con il seguente Ordine del Giorno:
1) Nomina del Presidente dell’Assemblea, del segretario, del Vicepresidente, di n. 5 scrutatori (di cui due non vedenti che conoscano il braille), e n. 3 questori;
2) Approvazione del verbale dell’assemblea precedente;
3) Lettura ed approvazione della Relazione programmatica per l’anno 2016;
4) Lettura ed approvazione del Bilancio preventivo 2016;
5) Variazioni al Bilancio preventivo – esercizio 2015;
6) Varie ed eventuali.
Come previsto dallo statuto avranno diritto di voto i soci che siano in regola con l’iscrizione al nostro sodalizio per l’anno in corso. Chi non l’avesse ancora fatto potrà regolarizzare la propria posizione associativa il giorno stesso dell’assemblea. Ricordiamo che non è prevista la possibilità di farsi rappresentare a mezzo delega. Data l’importanza di questo appuntamento per la vita associativa della nostra sezione, confidiamo in un’ampia partecipazione da parte degli iscritti. Al termine dell’assemblea sarà possibile, per chi lo desidera, pranzare insieme presso un ristorante della zona. Per ciascun socio e per un suo accompagnatore il costo è di 22 Euro ciascuno, in quanto usufruiranno di un contributo da parte della Sezione, mentre è di 32 Euro per eventuali terze persone. Per il pranzo è necessario prenotarsi, contattando i nostri uffici entro lunedì 16 novembre. Ulteriori dettagli saranno forniti nei prossimi giorni

La sede UICI Torino a disposizione dei soci Cari Soci, vi informiamo che, a partire dal mese di novembre, ogni primo giovedì utile del mese la sede di corso Vittorio Emanuele II n. 63 chiuderà alle ore 20.00. Dalle 18.00 alle 20.00, infatti, i locali sezionali saranno a disposizione di tutti: comitati, commissioni e settori di lavoro interni alla sezione, gruppi di soci che volessero organizzare iniziative o riunirsi per discutere, o anche solo per incontrarsi, scambiare quattro chiacchiere, divertirsi… insomma, qualsiasi forma di aggregazione potrà aver luogo in sede!
Quest’orario prolungato verrà osservato per venire incontro a tutti coloro che lavorano o comunque hanno necessità di riunirsi nel tardo pomeriggio e non possono prima delle ore 18.
Per riunioni con particolari esigenze logistiche (tavoli, sedie, eccetera), è preferibile avvisare per tempo la segreteria allo 011/535567.

Il Comitato Pari Opportunità incontra i soci Il Comitato Pari Opportunità UICI Torino lancia una nuova opportunità di dialogo e confronto. A partire dal 6 novembre, ogni venerdì, dalle 17 alle 18, nella nostra sede di corso Vittorio Emanuele 63, un componente del Comitato, a rotazione, sarà disponibile per incontrare, anche telefonicamente, chiunque abbia quesiti da sottoporre, proposte da suggerire o semplicemente voglia conoscere le tante attività che la nostra sezione organizza a sostegno delle donne con disabilità visiva. Ci auguriamo che la proposta sia accolta con favore dalla base associativa.

Dimostrazione nuovo software per cellulari Android di Audiologic Il 6 e 7 novembre prossimo, presso la nostra sede sezionale in Corso Vittorio Emanuele n. 63, si terrà una dimostrazione del nuovo software per cellulari Android Audiophone a cura della ditta Audiologic. Attraverso questo nuovo programma, è possibile, in maniera molto semplice, gestire uno smartphone nelle sue funzioni più importanti, anche da persone non molto avvezze alle tecnologie più complicate. La peculiarità più importante di Audiophone, è quella di poter essere utilizzato, oltre che attraverso il touch screen, con un’interfaccia a comandi vocali, molto semplice da apprendere.
Verranno organizzate due giornate con i seguenti orari: venerdì 6 novembre, 2 gruppi con inizio rispettivamente alle 15 e 16.30. Nella giornata di sabato 7 novembre, se vi saranno prenotazioni sufficienti, ulteriori 2 gruppi con inizio rispettivamente alle 10 e 11.30. Naturalmente, per poter organizzare al meglio la dimostrazione, è necessario prenotarsi contattando la nostra segreteria al numero 011535567 entro Mercoledì 4 novembre.

Nasce la mail “dilloalpresidente”: un prezioso strumento di dialogo Una casella di posta aperta a suggerimenti e nuove idee.
Nasce una nuova, preziosa opportunità di dialogo col presidente UICI Torino, l’avvocato Franco Lepore.
E’ stata infatti attivata la casella di posta elettronica dilloalpresidente@uictorino.it, uno strumento dedicato a soci e amici che vogliano porre quesiti, segnalare iniziative, avanzare suggerimenti o critiche (purché costruttive) relative alla vita associativa del nostro sodalizio e più in generale alla condizione dei disabili visivi.
Le e-mail verranno lette personalmente dal Presidente, che risponderà nel più breve tempo possibile, compatibilmente con gli impegni lavorativi e istituzionali. Fin dalla sua elezione alla guida dell’UICI Torino, l’avvocato Lepore ha espresso il desiderio di consolidare un sano confronto con i soci, intercettando esigenze, proposte e desideri da tradurre in iniziative concrete. Ma perché questo sia possibile serve la collaborazione di tutti. L’iniziativa “dilloalpresidente” va proprio nella direzione di un contatto diretto, immediato, personale e informale: ci auguriamo che sia accolta con favore dalla base associativa.

Accompagnamenti UNIVoC
Si informa gli utenti che le richieste di accompagnamento potranno essere rivolte alla signora Laura, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 19 dal lunedì al venerdì, telefonando al numero 011/859523 o cellulare 333/7773309 oppure alla signora Stefania al numero 338/3173605.

Calendario delle attività del Circolo dell’Amicizia tra Ciechi e Vedenti Il Circolo dell’Amicizia tra ciechi e vedenti con sede presso la Famija Turineisa in Via Po 43 a Torino comunica il programma delle proprie attività:

Mercoledì 4 novembre – Ritorna fra noi il Prof. Massimo Centini, laureato in Antropologia Culturale, che ci spiegherà con la sua consueta amabilità, “Perché Torino non è magica”. Alle ore 19,30 vi sarà una cenetta insieme al nostro Ospite e chi desidera parteciparvi potrà telefonare direttamente in Famija al numero 011/837543.

Mercoledì 11 Novembre – SERATA DI DOLCEZZE Con torte, dolcetti e quanto la vostra abilità e fantasia vi suggerirà. Premi ai partecipanti. Il Circolo offrirà un brindisi.

Lunedì 16 Novembre – RIUNIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO

Mercoledì 18 Novembre – SALONE TURCHESE ORE 21 – LA FAMIJATURINEISA presenta La Corale Na vira di Asti. In programma un repertorio vario che spazia dalla musica popolare alla musica anni venti.

Mercoledì 25 Novembre – SERATA DEDICATA AL GIOCO Pensando di farvi cosa gradita proponiamo la “Ruota della Fortuna”, un gioco di squadra sempre coinvolgente, per mettere alla prova la vostra abilità ed il vostro intuito. Ricchi premi ai vincitori.

Domenica 29 Novembre – PRANZO SOCIALE
Un appuntamento molto importante del nostro Circolo, per dar vita ad un incontro conviviale fra iscritti, parenti ed amici, con la speranza di rivederci in tanti. Prenotazioni da Vito 011/7412838 e Rina 011/6615044.

Torino – Notiziario audio 011NEWS

E’ in rete la nuova edizione del notiziario audio 011NEWS, n. 39/2015 del 30/10/2015.
Di seguito il link: http://www.uictorino.it/011news/011news1539.mp3

Tra gli argomenti trattati:

Il 21 novembre la seconda assemblea annuale dei soci Uici Torino: appuntamento centrale per la vita associativa della nostra sezione
Il Comitato Pari Opportunità Uici Torino apre uno spazio di dialogo, ogni venerdì dalle 17 alle 18. E il primo giovedì del mese gli uffici chiudono alle 20 per permettere ai soci di incontrarsi.
Nasce un laboratorio per architetti e ingegneri che si occupano di progettazione urbana. Obiettivo: arrivare a standard inclusivi e attenti alla disabilità
All’Expo di Milano con la fondazione Andrea Bocelli per parlare di ausili tecnologici al servizio dell’autonomia.
Buon ascolto

Oasiadi 2015: Sport è vita! Quando la disabilità incontra lo sport, di Beatrice Ferrazzano e Marta D’Agostino

Autore: Beatrice Ferrazzano e Marta D'Agostino

Quando la Responsabile del Centro di Consulenza Tiflodidattica di Foggia (Federazione Nazionale Istituzioni pro Ciechi) ha ricevuto l’invito dall’associazione “A un passo da te” di partecipare alla manifestazione delle Oasiadi, lì per lì ha quasi cestinato la mail, pensando non avesse abbastanza tempo per occuparsi della cosa. Poi proprio in quel momento è accaduto che dinnanzi ai sui occhi si materializzassero i volti di tutti quei genitori che nel corso degli anni avevano condiviso con lei la tristezza di vedere rifiutati i propri figli da ogni palestra perché non “adeguatamente attrezzate”, e al tempo stesso riecheggiassero nelle sue orecchie le voci dei ragazzi ciechi che tante volte le avevano raccontato di essere rimasti in classe con l’insegnante di sostegno, mentre i compagni partecipavano ai giochi della gioventù ed era evidente che non immaginavano neppure cosa fossero questi giochi della gioventù. E allora si è detta perché no? Questo è un treno che non bisognava lasciar passare, a quell’invito bisognava rispondere, e si è messa al lavoro con la sezione UICI di Foggia, sapendo di trovare fiducia e sostegno, costruiti in 15 anni di collaborazione, per organizzare ogni cosa. Ed è così che è nata questa coinvolgente esperienza.
Sabato 17 ottobre 2015 presso il campo Coni di Foggia si è svolta la seconda edizione di Oasiadi, evento sportivo patrocinato da Coni, Unicef, CIP (Comitato Italiano Paralimpico), FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale), FIS (Federazione Italiana Scherma), Caritas, CUS e tanti tantissimi altri sponsor ed organizzato dall’Associazione “A un passo da te Onlus” con la partecipazione della Cooperativa Sociale “Cammina con noi”.
Le mini olimpiadi foggiane, intendono diffondere e promuovere la cultura della disabilità e dell’integrazione attraverso il mondo dell’atletica, e sabato mattina hanno visto la partecipazione di moltissimi ragazzi disabili di Foggia e provincia insieme alle loro associazioni.
Tra le finalità perseguite vi sono state:
diffondere e promuovere la cultura della disabilità e dell’integrazione e riconoscerne i diritti
promuovere e favorire esperienze finalizzate alla socializzazione e alla gratificazione attraverso lo sport
migliorare la qualità della vita dei disabili attraverso lo sport e prevenire le condizioni di isolamento ed emarginazione sociale
incentivare a svolgere attività sportiva come forma di crescita, psicomotoria e sociale
creare e far conoscere le reti sociali e le risorse associative del territorio.

Tra i partecipanti anche 8 ragazzi dell’Unione italiana ciechi ed ipovedenti di Foggia accompagnati da alcune educatrici della cooperativa sociale “Louis Braille”.
I ragazzi hanno potuto cimentarsi in più discipline sportive come corsa, salto in lungo, lancio del vortex sperimentando come lo sport è vita. Infatti nello sport ciò che conta è esprimersi, superare i propri limiti e le proprie paure riuscendo a conoscere se stessi, il proprio corpo e le proprie capacità. I sorrisi e l’entusiasmo dei ragazzi quella mattina ne sono stati la conferma.
I ragazzi guidati e accolti da istruttori federati sono stati guidati e accompagnati nelle varie discipline sportive con competenza e preparazione, suscitando l’entusiasmo dei ragazzi che è proseguito per tutto il resto della manifestazione.
L’evento è stata inoltre occasione per socializzare, confrontarsi, crescere e quindi fare squadra anche con gli stessi genitori e parenti dei ragazzi poiché dal confronto nasce la forza e la volontà per credere che tutto è possibile.
Tra le testimonianze e le emozioni raccolte dell’evento ci piace riportare quella di Teresa che sulla sua pagina facebook scrive:
“Oasiadi 2015 al coni di Foggia è stata un’esperienza incredibile!!! Non credevo che avrei fatto attività sportive come la gara di velocità, o il lancio del vortex o il salto in lungo!!!! Non ve ne dovete fregare di un fico secco se dite che i sogni non si realizzano, non lasciateli andare, non importa niente se sono grandi o piccoli!!!!! Un ringraziamento particolare va al mio papi che mi ha permesso di partecipare a questa manifestazione importante!!!!! Bisogna essere liberi di fare quello che ci realizza, perché lo sport è vita!!!! W lo sport!!!!!”
Quindi care Istituzioni, Associazioni, Genitori, Parenti e Ragazzi forza in squadra. E prendendo in prestito uno dei più bei aforismi di Gandhi facciamo in modo di “DIVENTARE IL CAMBIAMENTO CHE VOGLIAMO VEDERE!!!!!”

La formazione dei dirigenti, di Katia Caravello

Autore: Katia Caravello

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti è una grande associazione, e in questa sede non mi riferisco al suo passato glorioso, ma molto più prosaicamente al fatto che è una Onlus presente su tutto il territorio nazionale e che, in quanto tale, deve sottostare a leggi e normative.
Gestire secondo le regole ed in maniera efficiente una sezione territoriale, e vale a maggior ragione per i Consigli Regionali e per la struttura nazionale, non è una cosa semplice; spesso la buona volontà non è sufficiente, sono necessarie competenze e conoscenze.

Per il buon funzionamento di una sezione, per quanto piccola sia, è opportuno che i suoi dirigenti abbiano, almeno, un’infarinatura in ambito:
legislativo/normativo, dovrebbero conoscere:
le principali leggi nazionali in tema di disabilità (ad esempio, legge 113/85, 68/99, 104/92, 138/01);
le normative nazionali e regionali relative al riconoscimento dell’invalidità, all’ottenimento di agevolazioni fiscali e nell’utilizzo di servizi (ad esempio il trasporto pubblico), l’assegnazione di ausili (tramite il nomenclatore tariffario e/o leggi regionali);
amministrativo/contabile: è importante che abbiano una visione aperta sulle progettualità a medio e lungo termine, alle quali si riconnette la stima dei flussi delle uscite e dei proventi nell’arco dell’anno.
Potrebbe sembrare che le conoscenze sopra citate siano superflue per un dirigente dell’UICI, ma non è così: Pur non pretendendo che diventino tutti avvocati o contabili, avere le competenze sopra descritte mette i dirigenti nelle condizioni di rispondere in maniera efficace alle esigenze dei nostri soci e tutelati… e ciò rappresenta la principale mission del nostro sodalizio.

Ma non è sufficiente avere capacità manageriali per essere un “buon” dirigente, sono anche necessarie delle buone abilità relazionali sia sul versante esterno (rappresentanti di altre associazioni di disabili e non, di uffici amministrativi o di forze politiche, di enti vari), sia sul versante interno, soci e utenti in primo luogo, ma anche personale dipendente, volontari e collaboratori vari.
Si rende quindi necessaria una formazione anche in quest’ambito, con l’obiettivo di promuovere l’adozione di atteggiamenti e comportamenti appropriati durante l’espletamento della funzione di rappresentante dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti onlus, evitando il più possibile l’adozione di atteggiamenti piagnucolosi, volti a generare pietà o a giustificare, in assenza di adeguate argomentazioni, proprie manchevolezze, o, all’opposto, atteggiamenti arroganti o pretenziosi, che presentano le nostre ragioni come valide a priori e quindi indiscutibili. Atteggiamenti simili, oltre ad essere poco efficaci, offrono un’immagine del cieco e dell’ipovedente assai negativa.

Sul versante interno, avere delle buone capacità relazionali è utile per riuscire a coordinare con successo il gruppo di collaboratori (a partire dal consiglio direttivo). Infatti, la gestione di una sezione – ma vale lo stesso per i Consigli Regionali e la struttura nazionale – non deve essere in mano ad una singola persona, ma ad un gruppo… e qui arrivano i problemi.
Lavorare in gruppo è tutt’altro che semplice: è necessario avere la capacità di collaborare, di mettersi in discussione e di dare il giusto peso ai problemi e alle conflittualità che inevitabuilmente insorgono, rispettando l’altro ed attribuendogli dei valori, ascoltando e cercando di comprendere le sue opinioni e riconoscendo i propri limiti.
E’ quindi di fondamentale importanza ai fini della realizzazione di un buon lavoro di gruppo e, di conseguenza, di un buon funzionamento della struttura territoriale, regionale o nazionale, che il personale dirigente (il Presidente in primis) sia in grado di gestire i conflitti in maniera efficace, ascoltando e rispettando il pensiero e la sensibilità di ciascuno, senza ricorrere all’esercizio del potere, ma individuando una soluzione realmente accettabile per tutte le parti in causa.

Non bisogna infine dimenticare che i dirigenti associativi – specie quelli che operano nelle sezioni territoriali – hanno anche un altro compito importantissimo che va ben oltre il rispondere alle domande e il gestire il lavoro: l’accoglienza e il rapporto con i soci, i tutelati e le loro famiglie.
Tra le attività svolte da un dirigente, da un certo punto di vista, questa è quella che dà le gratificazioni più grandi, la vera motivazione alla base dell’essere un consigliere dell’Unione… ma è anche quella più difficile e, a tratti, più dolorosa, perché ascoltare ed essere d’aiuto a persone che stanno vivendo un momento di sofferenza, che spesso hanno storie molto drammatiche, non è così scontato come si potrebbe pensare… neanche quando , almeno in parte, si conoscono le difficoltà e le paure dell’altro perché sono state o sono anche le proprie.
Quante volte, nonostante le buone intenzioni, si dicono o fanno cose che non andrebbero dette o fatte… vanificando, in tutto o in parte, l’efficacia del proprio intervento?
Non serve essere dei professionisti delle relazioni d’aiuto per svolgere un buon ascolto ed essere di conforto, è sufficiente sapere che spesso alcuni metodi tradizionali di aiuto sono inefficaci e conoscere le possibili alternative… il che è alla portata di chiunque.
Per raggiungere gli obiettivi sopra descritti, è necessario che la formazione non sia un evento estemporaneo, ma un’attività modulare, ripetuta nel tempo e affidata a personale esperto (interno o esterno all’Unione). Sarebbe anche auspicabile giungere alla costituzione di un’anagrafe delle competenze – ovviamente non per quanto riguarda le abilità relazionali – a disposizione di tutti coloro che ne hanno bisogno: si potrebbe infatti predisporre per ciascun ambito specifico (autonomia e mobilità, informatica e tecnologia, pluridisabilità ecc.), un elenco, comprensivo di recapiti, di esperti in un dato settore, che siano disponibili a mettersi al servizio delle sezioni, ad esempio, della propria regione o di una regione limitrofa (evitando alle strutture più piccole – che spesso già fanno fatica a trovare chi accetta di entrare in consiglio – di dover necessariamente individuare un referente per ciascuna area, con il rischio che più persone siano costrette ad occuparsi di più settori– senza magari averne le reali competenze – con il risultato di fare tutto male).

Rispetto alla metodologia, secondo me, un buon percorso formativo non può essere svolto esclusivamente per via telematica, soprattutto per quanto concerne gli aspetti relazionali: si dovrebbero organizzare seminari regionali, caratterizzati da un’elevata interattività sia con il docente sia con gli altri partecipanti… è questo che consente di superare il livello informativo per raggiungere, per l’appunto, quello formativo.
Per esigenze varie, è molto probabile che tali incontri debbano svolgersi durante il fine settimana: so per esperienza diretta che impegnare in questo modo il proprio tempo libero è un sacrificio, ma credo anche che chi ricopre la carica di consigliere (sezionale, regionale o nazionale che sia) abbia il dovere di acquisire le conoscenze e le competenze che gli consentano di farlo nel migliore dei modi… anche se costa fatica.

Katia Caravello

L’Europa premia IRIFOR per i servizi in favore di ciechi e ipovedenti

In occasione della decima Assembla Generale dell’EBU, l’Unione europea dei ciechi, è stato consegnato al presidente Ferdinando Ceccato il Vision for Equality Award 2015. Il premio è una sorta di Nobel che nel mondo della disabilità visiva viene assegnato ogni quattro anni alla realtà europea che maggiormente si è distinta nell’impegno in favore dei ciechi e degli ipovedenti e della rimozione delle barriere architettoniche, economiche, culturali e sociali che ostacolano le pari opportunità per i disabili visivi.
Una delegazione di IRIFOR è stata dunque presente in questo importante evento, proprio nella settimana in cui in Italia si celebra il 95esimo anniversario dalla fondazione, da parte del trentino Aurelio Nicolodi, dell’Unione Italiana dei Ciechi, oggi anche degli Ipovedenti.
L’organizzazione trentina è stata scelta tra un centinaio di candidature provenienti da tutti i Paesi europei e premiata durante la cena di gala dell’Assemblea. Il presidente dell’EBU, Wolfgang Angermann, ha consegnato nella mani di Ferdinando Ceccato un attestato e una scultura marmorea, realizzata dall’artista italiano non vedente Felice Tagliaferri, che rappresenta la vita.
Grandissimo l’orgoglio per la delegazione trentina, visto che per la prima volta viene premiata una realtà associativa italiana; la giuria europea ha apprezzato la Cooperativa IRIFOR in quanto iniziativa di e per persone ciechi e ipovedenti, in grado di offrire servizi che spaziano dal sostegno educativo alla riabilitazione visiva, dalla ricerca alla prevenzione fino alla sensibilizzazione della popolazione riguardo alla disabilità visiva. Ciò che ha sottolineato il presidente dell’EBU è il fatto che in soli sette anni dalla fondazione nel 2008 la Cooperativa IRIFOR già costituisce un eccellente esempio di buone prassi.
La candidatura dell’IRIFOR era stata presentata lo scorso anno dal Comune di Trento, con il sostegno della Federazione Trentina della Cooperazione e dell’Istituto scolastico comprensivo di Gardolo.
Al ritiro del premio, il presidente della Cooperativa trentina, con orgoglio e grande emozione, ha sottolineato come IRIFOR costituisca una realtà unica in Italia, che si rivolge a ciechi e ipovedenti di tutte le fasce d’età. “Grazie al sostegno della Provincia autonoma di Trento che ha creduto fin dall’inizio nel nostro progetto – ha dichiarato Ceccato – riusciamo ad offrire servizi più efficienti e a minor costo, secondo la logica della sussidiarietà. Grazie al lavoro di un’equipe multidisciplinare, attenta a fornire risposte sempre pronte ed efficaci all’utenza, calibriamo interventi ad hoc, guardando non solo alla disabilità visiva, ma alla persona nella sua totalità, con limiti e potenzialità. L’EBU ha riconosciuto anche il nostro impegno nell’attività di sensibilizzazione, con la quale facciamo conoscere la disabilità visiva alla popolazione, contribuendo alla costruzione di una società davvero inclusiva”.
“Il nostro impegno – ha concluso Ceccato – è nel solco dell’insegnamento di Aurelio Nicolodi, il cieco trentino che è stato il fondatore dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti. Come diceva il nostro conterraneo, non esiste il cieco, bensì la persona, e merita di avere pari opportunità rispetto a coloro che vedono”.

Second sight. Stato dell’arte e prospettive, di Antonio Quatraro

Autore: Antonio Quatraro

Il 23 ottobre si è svolto un incontro informale presso L’azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze.
L’incontro è stato organizzato dalla società svizzera Second sight, in collaborazione con la clinica oculistica universitaria di Firenze, diretta dal prof. Stanislao Rizzo.
Erano rappresentate varie Regioni del Nord, centro e Sud:
Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Calabria.
Era un incontro informale, ma proprio per questo è stato possibile condividere i buoni risultati e gli elementi da migliorare, senza i formalismi dei verbali, dei documenti finali, delle votazioni, che in questo caso avrebbero ingabbiato una realtà ancora molto fluida ed invia di evoluzione.
I lavori vengono introdotti dalla dott.ssa Carboni e dalla dott.ssa Arsieri di Second sight.
La dott.ssa Carboni illustra lo stato dell’arte della tecnologia Argos e gli sviluppi per l’immediato futuro, sia sotto il profilo tecnologico che chirurgico.
Attualmente l’apparecchio si basa su 60 punti visivi, che rappresentano una piccolissima parte di quelli presenti nell’occhio umano. In futuro avremo una macchina con un numero maggiore di punti, in grado di decodificare i colori principali. L’occhiale sarà personalizzabile rispetto alle misure ed al confort; l’hardware sarà più leggero e più potente, e si prevede l’introduzione di software specifico per le diverse situazioni, quali: individuazione di ostacoli, adattamento a diverse condizioni di luminosità, un numero maggiore di regolazioni, eccetera.
Da un punto di vista chirurgico, è importante notare che Argus potrà essere utilizzato anche per la degenerazione maculare senile, oggi molto diffusa nei Paesi Occidentali. Infine, presto sarà possibile impiantare la tecnologia nella zona occipitale, quindi in pratica inviando i segnali direttamente al cervello, senza chiamare in gioco il nervo ottico, aumentando quindi il numero degli utenti potenziali.
La Dott.ssa Arsieri, dal canto suo, ha chiarito alcuni particolari tecnici, sottolineando che il nostro Paese è all’avanguardia rispetto agli altri. In tutto il mondo si contano circa 150 pazienti impiantati, con risultati molto diversificati, in relazione alla storia personale e familiare, al livello di motivazione, alle aspettative del paziente, alla capacità di far fronte a situazioni nuove, eccetera.
Dopo questa introduzione, abbiamo ascoltato le esperienze dei pazienti impiantati. Erano solo due, ma rappresentativi della varietà e della complessità delle esperienze di chi ricomincia a vedere.
Riccardo (Prato) ha ripercorso insieme a noi il suo “pellegrinaggio”, in playback, dal momento del risveglio, ai primi passi con Argos 2, alle complicanze post operatorie, al lungo e paziente lavoro di riadattamento alla macchina, con le sue regole, i suoi vincoli, ma anche con i suoi doni preziosi: sono i volti delle persone care, sono la possibilità di guardare in faccia l’interlocutore, sono la possibilità di camminare più sicuro, individuando quegli ostacoli che ci fanno imprecare alla inciviltà dei nostri concittadini: porte semiaperte, biciclette fuori posto, fioriere e cassette di vario genere e dimensioni, .
Rossana (anche lei di Prato) ci ha presentato la sua storia, di una persona che, dopo aver perduto la vista in età avanzata, ben presto ha ricominciato a vedere. Anche per lei il ritorno “a riveder le stelle”, di dantesca memoria, non è stato facile, e il suo viaggio continua ogni giorno. Rossana ci ha trasmesso la gioia di ritornare a casa, di approdare sulla terra promessa, l’emozione del naufrago che si ritrova vivo su una spiaggia amica, anche se ancora tutta da scoprire.
Le domande sono piovute, dirette e senza gli infingimenti del politically correct. Sono le domande dirette, dove il tu presto cede il posto al Lei di cortesia:
cosa è cambiato per te?
Puoi farci vedere come ti muovi in questa sala?
Ce la faresti a leggere qualcosa?
Proprio questo Question time ha consentito a tutti di rendersi meglio conto della diversità delle situazioni, delle potenzialità, dei limiti e delle prospettive della nuova tecnologia.
La dott.ssa Arsieri ci ha ricordato che per ora la visione è in bianco e nero, anche se alcuni pazienti riescono a distinguere certi colori, e non è lontano il giorno in cui la macchina consentirà di migliorare questo aspetto importantissimo.
Si tratta di una visione a 60 punti, che sono una infinitesima parte rispetto ai punti percepibili dall’occhio umano. Un campo di soli 20 gradi circa, ma ho ancora in mente la voce di Riccardo e di Rossana, che, come chi ha patito stenti, fame e sete, hanno usato parole commoventi per descrivere quell’aria nuova, il sapore della vita ritrovata, per cui le parole scritte sono solo una eco sbiadita delle voci e dei silenzi di noi in sala.
Ascoltando la descrizione di quello che per chi vede sono solo briciole di realtà, mi è venuta in mente una frase di un missionario, che, parlando dei bambini africani diceva: sorridono sempre, eppure hanno tanto meno di noi!
Dopo il racconto dei pazienti e le spiegazioni della dott.ssa Carboni e della dott.ssa Arsieri, è stato il turno degli operatori:
oculisti, ortottisti, psicologi, specialisti di orientamento e mobilità, e io stesso, che portavo il saluto del Presidente Nazionale e la disponibilità della nostra organizzazione a formare un partenariato con Second Sight, offrendo la nostra esperienza, quella dei nostri centri per la riabilitazione visiva, e, se occorre, risorse economiche ed umane per migliorare i percorsi riabilitativi.
La proposta è stata bene accolta da Second Sight, e, durante la discussione, il nostro contributo è stato apprezzato dai presenti.
Nella seconda parte della mattinata e nel pomeriggio, la discussione si è concentrata sui percorsi riabilitativi.
Tutti hanno potuto riferire sulla loro esperienza, e ne è emerso un quadro quanto mai vario e complesso: le sensibilità locali, la storia personale e famigliare dei pazienti, le loro aspettative, la diversa propensione a rapportarsi con una macchina complessa che ha le sue regole, i suoi vincoli, la disponibilità ad avvalersi dei canali non visivi, sono tutte componenti che incidono sul percorso riabilitativo.
Anche per quanto riguarda i tempi, le fasi del percorso, la discussione ha messo in luce diversi punti meritevoli di attenzione. Ad esempio: verifiche periodiche, anche dopo il termine della fase intensiva; brevi periodi residenziali nelle fasi più difficili, magari formando un gruppo di autoaiuto; rieducazione sensoriale, per sostenere e compensare la iniziale difficoltà a “rivedere”; eccetera.
Dai racconti dei pazienti e degli operatori si ricava l’impressione che il paziente si trova a scalare una montagna non sempre docile, con le sue impennate, le sue piccole insidie, le attese, gli imprevisti. Il paziente deve acquisire una nuova dimensione umana, prima ancora che sensoriale, tecnologica, e tutto questo richiede tempo, pazienza, coraggio, resistenza alla frustrazione, e, naturalmente, l’aiuto giusto, tempestivo e adeguato.
La second sight ha distribuito una bozza di protocollo, per uso interno, per ricevere commenti, osservazioni e suggerimenti dagli addetti ai lavori.
In conclusione, non nascondo l’emozione che ho provata, ed il desiderio che la nostra Unione dia il suo contributo alla costruzione di un futuro più luminoso per i non vedenti.

Vediamoci alla radio: lunedì 2 Novembre 2015 ore 19.30 RadioRadio

Lunedì 2 Novembre 2015, con inizio alle 19.30 e termine alle 20.30, andrà in onda su RadioRadio 104.500 fm – www.radioradio.it e canale 8872 della piattaforma sky, “Vediamoci alla radio”: STORIE, ESPERIENZE, SAPORI SCONOSCIUTI… DA VEDERE, ALLA RADIO.
“Vediamoci alla radio”, come è noto, è una trasmissione congiunta di RadioRadio e dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, volta a far conoscere le diverse tematiche e problematiche legate alla cecità e all’ipovisione attraverso esempi, storie e situazioni da raccontare possibilmente in positivo.
La trasmissione è condotta da Stefano Molinari, una delle punte di diamante dell’emittente, e da Luisa Bartolucci, componente della Direzione Nazionale e responsabile del settore Informazione e Comunicazione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS.
“Vediamoci alla radio” si sta dimostrando sempre più una nuova ed importante occasione per farci conoscere meglio e per abbattere, insieme agli amici di RadioRadio, i muri e le barriere dei pregiudizi e dei luoghi comuni che da sempre condizionano la vita e la quotidianità di ciechi e ipovedenti.
Nel corso della puntata di lunedì 2 Novembre ci si soffermerà sul XXIII Congresso, sul Premio Braille, significato e premiati e sulla domotica e firma digitale. Interverranno: il Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS Dott. Mario Barbuto, il componente della Direzione Nazionale Dott. Salvatore Romano e il Sig. Nunziante Esposito dell’Osservatorio Siti Internet.
Gli ascoltatori potranno interagire con i conduttori e gli ospiti mediante sms da inviare, durante la trasmissione, al numero 3775-104500, o tramite telefono componendo lo 06-8833033. Ricordiamo che “Vediamoci alla radio!” ha anche una propria pagina Facebook. Vi esortiamo a visitarla e a mettere il vostro “mi piace!”. Vi attendiamo numerosi lunedì 2 novembre su RadioRadio alle 19.30 in punto! Non mancate!

Centro di Documentazione Giuridica – Trasferimento facilitato per i lavoratori disabili, di Paolo Colombo

Autore: Paolo Colombo

Il lavoratore disabile che rivendica il diritto al trasferimento nella sede più vicina al proprio domicilio ha un onere della prova attenuato, potendosi limitare a indicare le sedi disponibili e le relative scoperture di personale mentre grava sul datore di lavoro l’onere di provare che il trasferimento verso tali destinazioni contrasta con le esigenze aziendali.
Questa la conclusione contenuta in un’ordinanza del tribunale di Roma del 31 agosto(numero 85622/2015), emessa al termine di una procedura d’urgenza attivata da un lavoratore che non aveva ottenuto il trasferimento presso una sede più vicina al proprio domicilio.
Il datore di lavoro aveva motivato il mancato accoglimento della domanda di trasferimento evidenziando che il dipendente non aveva un punteggio sufficiente, nell’ambito della graduatoria appositamente formata dall’azienda per gestire tali richieste.
Secondo l’ordinanza tale argomentazione non giustifica il diniego, poiché l’ordine della graduatoria non rileva nei casi – come quello oggetto della causa – nei quali il dipendente chiede di essere trasferito in virtù del proprio stato d’invalidità, accertato ai sensi della legge 104/1992.
In tali situazioni deve applicarsi l’articolo 33 della legge 104, nella parte in cui attribuisce ai lavoratori portatori di handicap il diritto di essere trasferiti nella sede più vicina al proprio domicilio.
Tale diritto, tuttavia, non è assoluto e incondizionato: la legge specifica che la domanda del dipendente deve essere accolta “ove possibile”, al fine di contemperare l’interesse individuale del lavoratore con le esigenze economiche, organizzative e produttive del datore di lavoro.
Per ottenere il trasferimento, quindi, il lavoratore deve assolvere un duplice onere della prova: deve dimostrare lo stato di handicap grave e deve provare la possibilità per il datore di lavoro di attuare il trasferimento.
Su quest’ultimo punto, l’ordinanza del tribunale prende una posizione
netta: al lavoratore non può essere chiesto di fornire una prova completa, ma è sufficiente che egli si limiti a indicare la sede nella quale ci sarebbero posti vacanti o comunque disponibili.
Di fronte a tale allegazione, l’azienda dovrà dimostrare che presso la sede indicata non ci sono le scoperture indicate o, comunque, non è possibile attuare il trasferimento.
Questa considerazione viene motivata con il cosiddetto principio di vicinanza della prova, in virtù del quale l’onere probatorio deve essere posto in capo al soggetto più vicino al fatto da provare e per il quale la prova risulta più agevole.
Diversamente, secondo la pronuncia, si porrebbe in capo al lavoratore un onere della prova impossibile da attuare, non avendo egli una piena conoscenza delle esigenze organizzative e produttive del datore di lavoro, e si svuoterebbe del tutto la tutela che la legge 104/1992 vuole offrire ai dipendenti disabili.
Per questi motivi, prosegue l’ordinanza, in capo al dipendente deve ritenersi sussistente, più che un onere della prova, un semplice onere di allegazione, che si concretizza nella necessità di dare indicazione dei posti vacanti.
Il tribunale esclude, infine, che il ritardo nella presentazione del ricorso d’urgenza costituisca argomento sufficiente per negare la sussistenza del cosiddetto periculum in mora, requisito necessario ai fini della concessione della tutela cautelare.
Il trascorrere del tempo, si legge nella decisione, può rendere più grave il pregiudizio subito da chi chiede la tutela, e quindi rende ancora più urgente la necessità di una tutela immediata.

Paolo Colombo

Sport – Mondiali Paralimpici di atletica leggera di Doha: i risultati dei 100 T11 femminile

Nelle batterie dei 100 T11 (non vedenti) femminile di ieri, 27 ottobre, Arjola Dedaj (guida: Sara Leidi. ) è giunta terza con il tempo di 14:20, non riuscendo purtroppo a conquistare la semifinale.
Arjola chiuderà la sua avventura iridata giovedì 29 ottobre con il salto in lungo T11.
Per seguire le gare:
Www.paralympic.org
www.abilitychannel.tv
www.raisport.rai.it
Sintesi tv alle ore 24:20 Ogni giorno su rai sport 1.
Sito ufficiale dei Mondiali di Doha 2015: http://www.paralympic.org/doha-2015/schedule-results

Grosseto – Si spengono le luci allo Scalo del Granduca: la cena è al buio

L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Grosseto organizza a Follonica una giornata sui problemi della vista
Una conferenza e una cena completamente al buio. L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Grosseto ha organizzato a Follonica giovedì 29 ottobre una giornata completamente dedicata ai problemi legati alla vista aperta a tutti: si parlerà di prevenzione, di esperienze di successo nonostante la cecità ma ci sarà anche spazio per il gusto, con una cena completamente al buio. Per la prima volta nella città del Golfo infatti tutti potranno comprendere che cosa significa mangiare senza poter vedere le pietanze, ma utilizzando altri sensi per scoprire i piatti e le loro qualità. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Follonica ed è sponsorizzata da Slow Food Monteregio, dall’azienda La Cura, con il contributo di Banca Mediolanum e il supporto di Radio Piombino. Il primo appuntamento è appunto giovedì 29 ottobre alle 18 e 30 al Casello idraulico in via Roma, 43: il dottor Fabio Filippini parlerà di prevenzione delle malattie oculari. Subito dopo l’atleta follonichese, Stefano Palmieri, che da pochi giorni è riuscito a raggiungere un importante traguardo, la vittoria degli Open Italia di golf riservato appunto ai giocatori non vedenti, racconterà la sua esperienza di vita. Palmieri è la dimostrazione che anche non vedendo si possono ottenere grandi soddisfazioni sportive. Dopo il dibattito, alle 20, sarà tempo di dedicarsi al gusto: al ristorante di via Parri 8, “Lo Scalo del Granduca”, lo chef Paolo Santi delizierà i commensali con una cena molto particolare. La sala sarà infatti completamente al buio, dovranno essere spenti i cellulari e nascosti gli oggetti luminosi: a servire ai tavoli arriveranno da Firenze sei ragazzi non vedenti. Sarà un modo per scoprire che per assaporare le pietanze si può passare direttamente dal gusto, mentre solitamente tutti sono abituati a percepire i piatti prima di tutto con il senso della vista. E non solo: senza telefonini e senza sapere chi si ha accanto si potrà comprendere il valore della conoscenza dell’altro, spesso dimenticata oggi, visto che anche a tavola i commensali a volte neppure dialogano tra loro. La cena è a numero chiuso, serve quindi la prenotazione che può essere fatta ai seguenti numeri: 0564.410587; 339.4833858; 333.3122001.