Lo scorso 27 giugno a Marrakech l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale delle Nazioni Unite (OMPI) ha scritto un pezzo di storia con l’approvazione di un trattato sul diritto d’autore a favore delle persone con disabilità visiva e con gravi difficoltà a leggere la stampa ordinaria. Si tratta del primo trattato sulla proprietà intellettuale che va a vantaggio dell’interesse pubblico piuttosto che degli interessi dei titolari dei diritti e giunge a conclusione di quasi cinque anni di difficili negoziati intrapresi dall’Unione Mondiale dei Ciechi, con il sostegno attivo dell’Unione Europea dei Ciechi e in collaborazione con altre ONG. Attualmente, il diritto d’autore è regolato dalla legislazione nazionale che ha l’effetto di impedire alle organizzazioni di/per non vedenti di paesi vicini di condividere i testi in formato adattato, causando in tal modo l’inutile duplicazione di produzione di libri in formato accessibile.
Che cosa significa questo per le persone con disabilità visiva e con gravi difficoltà a leggere la stampa ordinaria? Attualmente solo il 5% di tutti i libri pubblicati nei paesi industrializzati e meno dell’1% di quelli pubblicati nei paesi in via di sviluppo sono prodotti in formato accessibile – braille, caratteri ingranditi e audio – di cui le persone con disabilità visiva e con gravi difficoltà a leggere la stampa ordinaria hanno bisogno. Il fulcro di questo trattato è l’articolo che autorizza le organizzazioni e le biblioteche di/per persone con disabilità visiva a condividere le loro raccolte di titoli accessibili con altre comunità della stessa lingua in tutto il mondo. Esempi di questo sono la Spagna e l’Argentina, che potranno condividere le loro raccolte congiunte di oltre 150.000 titoli con tutti i paesi dell’America Latina non appena il governo di ciascun paese beneficiario avrà ratificato e applicato il Trattato. Allo stesso modo, le raccolte in francese, in arabo, in cinese, ecc. potranno essere condivise in tutto il mondo con quelle comunità di migranti che al momento non possono prendere in prestito legalmente o acquistare un titolo accessibile dalla loro patria.
L’ex-Presidente dell’Unione Mondiale dei Ciechi , Maryanne Diamond, capo della delegazione WBU per i colloqui sul trattato di Marrakech, ha dichiarato: “Abbiamo lavorato intensamente per molto tempo per questo giorno. Siamo molto contenti che gli stati membri abbiano raggiunto un accordo su un ottimo trattato che farà fare un altro passo avanti all’inclusione delle persone non vedenti nella società. Il 27 giugno, giorno dell’approvazione del trattato è una data particolarmente significativa, perché è il giorno della nascita di Helen Keller. Lei sarebbe stata orgogliosa di vedere i diritti umani prevalere anche in questo caso”.
Archivi autore: Simona
Decreto Dirigenziale n.1862 del 22 maggio 2013 della Regione Toscana – Approvazione delLa figura di “Tecnico dell’educazione e della riabilitazione in orientamento e mobilità e autonomia personale per disabili visivi”, di Paola Cataneo
Egr. Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus e
Presidente dell’I.Ri.Fo.R. Prof. Tommaso Daniele
Erg. Direttore dell’I.Ri.Fo.R. Prof. Luciano Paschetta
Egr. Presidente dell’I.Ri.Fo.R. Toscana Dott.ssa Barbara Leporini
Con la presente per ringraziarVi personalmente e a nome dell’A.N.I.O.M.A.P. per il contributo decisivo dell’I.Ri.Fo.R nel percorso di approvazione della figura professionale in oggetto
In virtù della costruttiva collaborazione e del positivo epilogo della comune iniziativa, intendiamo evidenziare il ruolo basilare sortito dalla convergenza delle risorse associative ciascuna per la propria specificità e competenza; il risultato ottenuto apre ad ulteriori e decisive prospettive per il riconoscimento sull’intero territorio nazionale, al fine di rispondere in modo sempre più adeguato e mirato ai bisogni di autonomia di tutte le persone con disabilità visiva nel quadro e nel rispetto delle istanze nazionali ed internazionali
Il tracciato di collaborazione finora intrapreso dalle rispettive associazioni nazionali si configura dunque come un passo decisivo che deve ora confrontarsi con una comune iniziativa nell’ambito della formazione professionale al fine di garantire uniformità e coerenza con quanto fino ad ora promosso e storicamente consolidato.
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Sollecitando l’I.Ri.Fo.R. e l’U.I.C.I. ad un contributo di vigilanza e garanzia sul rispetto dei parametri formativi sottesi al Decreto in oggetto, l’A.N.I.O.M.A.P rinnova la propria disponibilità tecnica e di risorse professionali.
Cordialmente
Lastra a Signa, 2 luglio 2013
per il
Il Presidente ANIOMAP
Paola Cataneo
il Segretario
Giovanni Bosco VITIELLO
9° CENSIMENTO INDUSTRIA E SERVIZI, ISTITUZIONI E NON PROFIT: UN PAESE IN PROFONDA TRASFORMAZIONE, di Anna Monterubbianesi
Cresce il non profit, arretra la Pubblica Amministrazione, cambia il sistema delle imprese a causa della crisi economica e del cambiamento del contesto competitivo. E’ quanto emerge dalla rilevazione censuaria che ha coinvolto 260mila imprese, oltre 300mila istituzioni non profit e 13mila istituzioni pubbliche
Roma, 11 luglio 2013 – Il mondo del non profit cresce e si diversifica, la Pubblica Amministrazione si snellisce, il settore delle imprese subisce trasformazioni nel contesto della crisi e della globalizzazione. A confermarlo sono i risultati del 9° Censimento Istat su Industria e servizi, Istituzioni pubbliche e Non Profit. Alla rilevazione hanno partecipato oltre 300mila organizzazioni non profit, 13mila istituzioni pubbliche e un campione di 260mila imprese (tutte quelle con 20 e più addetti e circa 190mila unità produttive di piccole e piccolissime dimensioni).
Innovativa nel metodo e nelle tecniche di rilevazione, l’operazione censuaria si è caratterizzata per un uso quasi capillare del web da parte dei soggetti coinvolti nella compilazione dei questionari. Proprio questo ha consentito la pubblicazione dei dati definitivi a distanza di soli quattro mesi dalla chiusura delle rilevazioni sul campo.
Accanto ai dati tradizionali, alcuni approfondimenti inediti su occupazione, governance, internazionalizzazione e strategie finanziarie costituiscono una solida base informativa per un monitoraggio continuo delle trasformazioni della realtà produttiva italiana.
Le dinamiche del sistema produttivo italiano si evincono dal raffronto tra i risultati del 9° Censimento e quelli della precedente edizione; la vivacità del sistema ha subito un rallentamento negli ultimi anni a causa della crisi strutturale che ha investito gran parte dell’Europa.
Il dinamismo interno al sistema è rappresentato anche da un fenomeno peculiare che emerge dall’indagine: l’effetto “sostituzione” tra un settore e l’altro in termini di occupazione e unità economiche. Se, da una parte, diminuisce l’occupazione dipendente nell’istruzione e nella sanità e assistenza sociale pubblica (rispettivamente -10,3 per cento e -8,6 per cento), dall’altra aumenta contestualmente nelle stesse attività economiche il numero degli addetti nel non profit (+78mila nell’istruzione, +123mila nella sanità e assistenza sociale) e nelle imprese (rispettivamente +13mila e +148mila). Una conferma del progressivo ampliamento dei servizi di mercato chiaramente misurato dal Censimento.
CRESCE IL RUOLO DEL NON PROFIT
Al 31 dicembre 2011 le organizzazioni non profit attive in Italia sono 301.191, con un incremento del 28% rispetto al 2001, anno dell’ultima rilevazione censuaria sul settore. Più contenuto, ma sempre positivo, il dato relativo all’incremento di istituzioni con addetti (+9,5 per cento) con una crescita del personale dipendente pari al 39,4 per cento rispetto al 2001. Il non profit cresce soprattutto nel Nord e nel Centro Italia, con punte più alte di presenza e attività in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Il settore conta sul contributo lavorativo di 4,7 milioni di volontari, 681mila dipendenti, 270mila lavoratori esterni e 5mila lavoratori temporanei.
Nel tessuto produttivo italiano, il non profit occupa una posizione significativa: il 6,4 per cento delle unità economiche attive. Il settore della cultura e dello sport assorbe il 65 per cento del totale delle istituzioni non profit, seguito dai settori dell’assistenza sociale (con 25mila istituzioni), delle relazioni sindacali e di rappresentanza (16 mila realtà), dell’istruzione e ricerca (15mila istituzioni).
Il peso della componente non profit nell’assistenza sociale è significativo anche in termini di occupazione con 544 addetti ogni 100 nelle imprese.
Quasi la metà dei dipendenti impiegati nelle istituzioni non profit (46,9 per cento) è concentrata in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna.
IMPRESE: DIECI ANNI DI TRASFORMAZIONI
Il censimento delle imprese si è articolato su due livelli: il primo ha consentito di migliorare le misurazioni delle caratteristiche strutturali delle imprese e dell’occupazione e di misurare con precisione i cambiamenti strutturali manifestatisi tra il 2001 e il 2011; il secondo, basato su una rilevazione che ha coinvolto un campione di 260mila imprese, ha approfondito la conoscenza dei fattori di competitività delle unità produttive, con particolare attenzione a quelle di piccola dimensione. Il confronto tra 2001 e 2011 è fortemente condizionato dal 2008, anno in cui la crisi economica ha investito i sistemi produttivi di tutti i Paesi europei e dell’Italia in particolare, interrompendo una fase di crescita che mostrava segni di accelerazione. Al 31 dicembre 2011, le imprese attive sono 4.425.950, con un aumento dell’8,4 per cento rispetto al 2001. Sul territorio, si registra un consistente aumento delle imprese nel Sud (12,2 per cento), seguono Centro (11,5 per cento) e Isole (10,7 per cento). Per quanto riguarda l’occupazione, la rilevazione censuaria registra 11,3 milioni di lavoratori dipendenti, 5,1 milioni di indipendenti, 421 mila esterni e 123mila temporanei. L’incremento rispetto al 2001 è modesto (+4,5 per cento); tuttavia nel corso del 2011, circa 295mila imprese con almeno tre addetti hanno effettuato nuove assunzioni: la percentuale più alta (31,4 per cento) si registra nell’industria.
Per quanto riguarda la governance, si conferma il carattere familiare del sistema imprenditoriale italiano, che vede in oltre il 90 per cento delle imprese con almeno tre addetti una persona fisica come socio principale. Raramente il primo socio ha nazionalità estera, il fenomeno è più frequente in Toscana (5,1 per cento) e Lombardia (4,5 per cento).
La proprietà delle microimprese (tra 3 e 9 addetti) appare piuttosto stabile nel tempo: nel 72,7 per cento dei casi non vi è stato nel periodo 2006-2011 un passaggio generazionale, né è previsto per il 2012-2016. A capo delle microimprese nella maggior parte dei casi si trovano uomini al di sopra dei quarant’anni, diplomati, con precedenti esperienze di lavoro dipendente. Nelle regioni meridionali una minore età media degli imprenditori si associa a una quota mediamente più elevata di imprenditori senza precedente esperienza lavorativa.
LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SI FA PIÙ PICCOLA
Diminuisce il numero delle istituzioni pubbliche che, al 31 dicembre 2011, sono 12.183, il 21,8 per cento in meno rispetto alla precedente rilevazione del 2001. La riduzione è legata a una serie di interventi normativi e di processi di razionalizzazione che hanno portato negli anni alla trasformazione di enti da diritto pubblico a diritto privato e all’accorpamento tra istituzioni diverse. Nel 2011 i lavoratori attivi della PA sono poco più di 2,8 milioni, 116mila i lavoratori esterni, 11mila i lavoratori temporanei, 69mila i volontari impegnati nelle amministrazioni pubbliche, al netto dei militari e degli appartenenti alle forze di polizia. Tra gli enti locali, sono i Comuni ad aver subito la più forte contrazione del numero di addetti (-10,6 per cento), un po’ meno si registra nelle Regioni (-8,6 per cento). Solo le Province, le Comunità montane e isolane e le Unioni di comuni hanno aumentato nel decennio i dipendenti (+11,3 per cento le prime, +42,9 per cento le seconde) in coerenza con l’aumento del loro numero (da 102 a 109 le prime e da 355 a 573 le seconde). Tendenza opposta si osserva, invece, in Valle D’Aosta, Sicilia e Provincia autonoma di Trento che hanno visto aumentare il numero degli addetti in rapporto alla popolazione. La diminuzione del personale dipendente (-24,8 per cento) si riscontra anche nelle Altre istituzioni pubbliche (Camere di Commercio, ordini e collegi professionali, università ed enti di ricerca). Significativa anche la contrazione (-14,2 per cento) del numero di addetti negli Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e nelle amministrazioni dello Stato: Ministeri, Agenzie dello Stato, Presidenza del Consiglio.
Il punto sul lavoro dei disabili visivi, di Angelo De Gianni
Corpo del messaggio: Premetto che non spetta a me fare una disamina sull’attuale condizione lavorativa dei disabili visivi e sulle prospettive e sugli sbocchi professionali futuri: non ho competenze specifiche nel settore e non sono un dirigente associativo, sicché non ho avuto modo di seguire da vicino le vicende degli ultimi mesi. Tuttavia provo ad esaminare la problematica dalla prospettiva del semplice socio, che legge le circolari della Sede Centrale UICI e la stampa associativa, ascolta le trasmissioni web monotematiche e si tiene aggiornato sulle novità in campo occupazionale.
E’ chiaro ormai a tutti che il lavoro di centralinista è agli sgoccioli: in futuro presumibilmente resteranno soltanto i centralini di quegli enti e di quelle imprese le cui attività, per la loro natura, richiedono un contatto umano, ma sicuramente la presenza degli operatori sarà ridimensionata anche in queste realtà.
Occorre, perciò, cercare nuovi sbocchi occupazionali, a tutti i livelli e in tutti i settori economici e produttivi, al fine di evitare di ricadere nella passività, nell’assistenzialismo e nella dipendenza dai normodotati che porterebbero inevitabilmente i disabili visivi allo scoramento, alla depressione e ad un nuovo isolamento sociale, provocando nel tempo anche un deterioramento delle capacità intellettive.
L’impegno, all’interno dell’Unione, per individuare nuove occupazioni adatte ai minorati visivi non è mancato: la dirigenza nazionale ha dato impulso a questa ricerca, organizzando incontri, dibattiti e, più di recente, anche concorsi di idee aperti al contributo di chiunque avesse voglia e capacità di trovare, tra le infinite attività umane, qualcosa di adatto a chi non vede o vede poco.
Le aspettative di chi si attendeva che nella testa di qualcuno si accendesse la proverbiale lampadina e spuntasse fuori il nuovo lavoro per tutti i minorati della vista sono state disattese. Così, con la circolare n. 92 del 2013 della Sede Centrale UICI, la Direzione Nazionale ha reso noto quello che già era emerso chiaramente dallo scarno dibattito sull’argomento: al momento non esiste, o non è stata individuata, una professione che possa essere svolta dalla gran parte dei disabili visivi, in grado di sostituire quella di centralinista. In altre parole, la circolare sembra aver chiuso un periodo, quello della ricerca attiva di nuovi sbocchi lavorativi.
Da qualche mese a questa parte si parla di sollecitare gli Ispettorati Provinciali del Lavoro e i Centri per l’Impiego a vigilare più efficacemente sul rispetto della normativa sul collocamento obbligatorio dei centralinisti non vedenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni e dei datori di lavoro privati, si discute su come adattare la figura del massofisioterapista alle mutate esigenze del mercato lavorativo, si aprono tavoli tecnici per riconvertire e riqualificare i centralinisti rimasti senza posto operatore, ma non si sente più nulla riguardo le nuove professioni.
Eppure bisogna tener presente che la reazione alle pressioni dell’Unione, volte a far rispettare le norme sul collocamento obbligatorio, non si farà attendere, non perché i datori di lavoro siano dei sadici vendicativi, ma semplicemente perché ormai impera su tutto la necessità di risparmiare e, quindi, le pressioni degli enti preposti al controllo sul rispetto della l. n.113 del 1985 potrebbero paradossalmente indurre i soggetti obbligati ad accelerare i tempi di sostituzione ed ammodernamento degli impianti di telefonia aziendale.
Bisogna riconoscere che negli ultimi anni si è lavorato bene: sono state individuate importanti professioni quali il perito fonico trascrittore ed il mediatore civile e commerciale, ma la mia percezione è che, negli ultimi tempi, l’attenzione verso i nuovi lavori sia diminuita. E’ vero che in mezzo alla strada che porta all’integrazione lavorativa dei minorati visivi si è messa, di traverso, anche la sfortuna, incarnata da una sentenza della Corte Costituzionale, che ha ridimensionato il ricorso obbligatorio alla conciliazione nei giudizi civili, proprio nei giorni in cui si stava organizzando il primo corso per mediatore, ma non ci si può fermare, né si può rallentare.
I risultati degli incontri con i responsabili del Ministero del Lavoro, dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate sono stati soddisfacenti, tuttavia il dramma della disoccupazione per i disabili visivi è soltanto rinviato.
Spero di sbagliarmi, di essere l’unico a pensarla in questo modo, mi auguro che uno di questi giorni, quando nessuno se l’aspetta, un dirigente UICI annunci che sono state individuate nuove professioni, ma la circolare n. 92 ha tutte le caratteristiche di una “pietra tombale”, anche se provvisoria, depositata sulla ricerca di nuove attività lavorative.
Questo silenzio mi preoccupa, qualcuno mi smentisca, per favore!
Angelo De Gianni
Sant’Anastasia: spettacolo con cena nella “Città del Sole”, di Giuseppe Fornaro
Ancora una volta il Centro Polifunzionale si è distinto per gli ampi e qualificati servizi che offre ai diversamente abili, organizzando uno spettacolo ed invitando tutte le associazioni del ramo operanti sul territorio alla collaborazione, nonché offrendo una cena, sostenuta anche dall’Amministrazione Esposito, per tutti gli utenti, i familiari e i meno abbienti. Il merito va all’ass. Città del Sole, che, in particolare, ha attuato una progettualità destinata ad un’utenza di maggiorenni con disabilità. L’evento si è tenuto presso il Centro Polifunzionale G. Liguori ed ha accolto nell’area esterna le autorità ed i circa 130 partecipanti ad una serata di canti, balli e divertimento coinvolgente, in cui i protagonisti sono stati gli utenti adulti, facendo cogliere l’essenza del grande lavoro svolto nel corso dell’anno a favore dell’integrazione sociale delle fasce deboli, mediante l’accoglienza, l’ascolto, la rieducazione motoria, la cura ed i laboratori di manipolazione, rammatizzazione, musicoterapia attiva, orticoltura, movimento corporeo. Ed a testimonianza delle loro abilità gli utenti, guidati dagli operatori, per l’occasione hanno realizzato nel laboratorio di manipolazione un ciondolo a forma di sole, simbolo della Città del Sole, che hanno donato ai partecipanti insieme ad una frase che li rappresenta, riassume i loro scopi e il loro essere comunità.
Presenti il Sindaco Carmine Esposito, il Presidente del Consiglio Raffaele Abete, l’ass. Ciro Castaldo, i consiglieri Franco Rea, Salvatore D’Auria, Ferdinando De Simone, Raffaele Coccia, Annarita De Simone, P. Giacomo Verrengia, Suore Domenicane e le Associazioni MIR, UICI, M. SS. Carmelo, P.C., CRI, Qua la mano.
“Questo spettacolo/cena è un pretesto per trascorrere una serata insieme, come Città del Sole, un nome che si rifà al concetto di città ideale di T. Campanella e il nostro intento è proprio quello di creare presupposti per la cooperazione di tutte le realtà che operano in questo centro e non solo.
Tutti gli operatori, che ringrazio in modo particolare – dice la coordinatrice e consigliere comunale Giustina Maione – da anni svolgono un lavoro eccezionale, spesso nel silenzio. Nel corso della serata abbiamo fatto ascoltare delle canzoni che hanno come filo conduttore l’importanza dei rapporti umani: rapporti che si creano tra utenti, famiglie e operatori, con l’aiuto e il sostegno reciproco che si realizza. Una relazione
fondamentale che da anni dà vita e modo al centro di esistere, con operatori che continuamente si sforzano di creare un ambiente in grado di soddisfare i bisogni di ciascuno, nessuno escluso e quindi di creare quotidianamente momenti operativi che promuovono la valorizzazione dell’identità di ciascuna persona. In particolare, con le varie attività formative, si creano parentesi significative di aiuto reciproco che offrono l’opportunità di arricchire il bagaglio psicologico, non solo dei nostri ragazzi, ma anche degli operatori. In tal senso i concetti di socializzazione, interazione e integrazione risultano fondamentali e indicano l’intero svolgimento del processo formativo, che si realizza nella rete dei rapporti dinamici. In questo clima di rapporti l’uno diventa risorsa per l’altro e ciò permette di esprimere la propria identità senza timore di essere diversi e di accettare e accogliere l’altro, provando il piacere di ciò che gli altri possono offrirci. Di fondamentale importanza è la cooperazione con le altre associazioni, in particolare ringrazio Giuseppe Fornaro, presidente della Real Vesuviana e consigliere dell’U.I.C.I. che ha dato la possibilità ai nostri ragazzi di partecipare a sedute di allenamento e poi al torneo di Braccio di Ferro”.
Agrigento: soggiorno marino, di Giuseppe Vitello
Si è svolto dal 29 giugno al 2 luglio in località Siculiana Marina, il soggiorno estivo dei soci della Sezione di Agrigento dell’Unione Italiana dei Ciechi.
I partecipanti hanno potuto trascorrere in completo relax alcuni giorni nella splendida cornice offerta dalla meravigliosa costa dell’agrigentino, dove un vasto arenile accoglie i visitatori, antistante un mare cristallino in cui immergersi e godersi lunghi bagni.
Dopo i primi due giorni in cui vi è stato un po’ di vento, nella seconda parte del soggiorno la calma piatta ha consentito ai partecipanti il pieno divertimento desiderato, potendo finalmente fare il bagno, alternato a lunghissime e rilassanti passeggiate sul bagnasciuga.
Come ogni anno esperienza senz’altro positiva, che consente ai partecipanti sia non vedenti che normodotati, di trascorrere in letizia un periodo di tempo in armonia e assoluto relax.
Ineccepibile l’accoglienza offerta dalla struttura, ormai ben collaudata, che ha offerto ai nostri soci buon cibo, nonché da parte degli operatori, grande disponibilità e cordialità.
Porto Empedocle: cena al buio di Giuseppe Vitello
Dopo il successo di quella di Canicattì, si è svolta a Porto Empedocle una cena al buio organizzata dalla nostra sezione, per portare avanti l’opera di sensibilizzazione sul territorio delle problematiche quotidiane dei non vedenti.
In un noto locale appositamente preparato, della cittadina marinara assurta alla conoscenza del grande pubblico grazie ai romanzi di Camilleri sul commissario Montalbano, si sono ritrovati un folto gruppo di vedenti accompagnati da alcuni non vedenti che hanno fatto loro da guida e hanno provveduto a incoraggiarli e guidarli al buio.
Sono le 21, le luci si spengono, e a poco a poco guidati dai non vedenti, entrano e prendono posto tutti gli ospiti alla cena, si palpa nell’aria il disagio dei vedenti e la loro preoccupazione di farsi male o di combinare qualche gaffe a scapito di qualche vicino, ma poi sciolto il ghiaccio ci si rende conto che non è poi così difficile. Ed ecco che nell’aria si sente l’allegria, la voglia di stare insieme, e di divertirsi. vengono servite le pietanze, e i vedenti si accorgono che al buio, gli alimenti hanno un sapore diverso, che si possono gustare anche con altri sensi, e non affidarsi solo al loro aspetto esteriore, entrano in gioco:il tatto, l’olfatto, il gusto….ed è tutto un tripudio di profumi e sapori.
L’evento è stato magistralmente organizzato dal vice presidente sezionale Nuccio Lo Monaco coadiuvato dai soci Francesco Agusta con l’indispensabile aiuto di Josalinda Ferraro e Salvina Butticè che insieme a Innocenzo Ferraro hanno servito ai tavoli.
Il prossimo appuntamento in autunno nell’interland di Sciacca dove non siamo ancora stati a
portare il nostro messaggio di luce .al buio.
Agrigento: Imparare in fattoria, di Giuseppe Vitello
Anche quest’anno il periodo scolastico si chiude con una riunione presso la fattoria didattica vassallo di licata. un gruppo di genitori, ragazzi, dirigenti e componenti l’équipes multidisciplinari, si sono ritrovati per trascorrere insieme una giornata all’insegna: da un lato del relax e dall’altro per vivere un momento formativo. Come è noto presso la fattoria didattica è possibile assistere ai vari cicli: del pane, del formaggio, del miele ecc..
Tutti gli intervenuti hanno potuto assistere e in qualche caso a partecipare alla mungitura del latte e alla conseguente preparazione della ricotta e del pane casereccio che poi hanno consumato insieme in allegria. i bambini hanno potuto visitare e toccare da vicino gli animali presenti: dal cavallo al tacchino, dalle galline ai pavoni, dalle anatre ai porcellini, e qualcuno ha potuto fare anche un giretto su un asinello sardo. si è assistito quindi alla spiegazione del ciclo del miele di cui si è fatto anche un assaggio. poi tutti a tavola con pane fresco appena preparato, carne e dolci fatti in casa.
Una giornata di condivisione, di integrazione di coesione fra le famiglie che hanno partecipato. Nel corso della mattinata si è espressa la preoccupazione per ciò che succederà nel prossimo anno scolastico dopo l’abolizione delle province, i genitori si chiedono se ci sarà ancora il servizio integrativo pedagogico e riabilitativo extrascolastico domiciliare che è una pietra miliare nel percorso educativo dei ragazzi non vedenti.
Nel pomeriggio dopo aver mangiato un bel gelato all’ombra degli alberi, il gruppo si è sciolto per tornare alle proprie case alla vita di ogni giorno.
Cercola – Furto all’ex insegnante, 63 enne , l’indignazione delle associazioni, di Giuseppe Fornaro
Indignazione, rabbia ma anche paura per chi è destinato a vivere con una disabilità, che lo pone in una condizione minoritaria davanti a fatti come quelli avvenuti ieri in via Matteotti dove c’è la casa dell’anziano sordocieco. La rappresentanza di Sant’Anastasia dell’Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti (Uici) lancia un appello sulla ‘sicurezza’ dei portatori di disabilità, e immediatamente, dopo l’increscioso episodio accaduto all’insegnante in pensione, contatta le istituzioni cittadine per cercare una soluzione congiunta. “Abbiamo avviato contatti con il neo sindaco Fiengo – spiega Giuseppe Fornaro – che mi auguro non appena espletato le procedure per l’avvio della sua amministrazione, voglia incontrarci. Quello che chiediamo è attenzione e sensibilità nei confronti di chi, soprattutto in situazione come quelle accadute, è in netta difficoltà. Sarebbe bello pensare a come attuare un sistema di ‘sicurezza’ nei confronti di persone che affette da handicap, vivono condizioni difficili, aiutandoli, standogli vicino, non solo accudendoli per poche ore al giorno, ma monitorandoli e vegliare sulla loro incolumità. Non è certamente facile studiare un sistema che consenta di vigilanza costante, ma io credo sia dovere di tutti provarci. Vorrei chiedere al sindaco Fiengo di risolvere, in particolare, lo stato di abbandono di quest’uomo. La notizia – spiega il rappresentante e consigliere dell’Uici – mi è giunta nelle prime ore della mattinata. La dinamica, lo svolgersi della vicenda mi ha turbato, sono situazioni che ti fanno riflettere, soprattutto su come sia così facile per alcuni abusare delle condizioni di debolezza di chi si ha difronte, per approfittarsene. Con l’invito, ed ora l’appello inviato al sindaco di Cercola, mi auguro che presto la sensibilità di questa nuova amministrazione possa portare tutti noi a contribuire ad una soluzione che conceda una garanzia di inviolabilità, e della persona e della dignità di chi è parte di quelle fasce dette sensibili”.di Maria Beneduce
( mercoledì 10 luglio 2013 alle 21:30 )
http://www.laprovinciaonline.info/Cercola-Furto-all-ex-insegnante-63.html
Mai “visto” un 100 e lode così, Redazionale
Vincenzo continua a stupire, il “Galilei -Costa” orgoglioso di questo ‘figlio’
Esami di Stato: mai “visto” un 100 e lode così
Applausi e riconvocazione per un non vedente
La commissione d’esame in piedi e commossa per l’eccellenza di Vincenzo Rubano
Il presidente Scardia: “in tanti anni non ho mai assistito ad un esame così brillante”
Lecce – Vi ricordate di Vincenzo Rubano? Lo studente non vedente dell’Istituto “Galilei -Costa” di Lecce che al terzo anno ha messo in piedi una battaglia personale contro le inaccessibilità di siti web e di alcuni software creando ed implementando il sito/servizio di denuncia “Ti tengo ‘occhio”, e che al quarto anno ha concepito il sistema “V4B – Video4Blind” per rendere “visibili” ai ciechi i video su Youtube, e che appena due mesi fa è stato invitato a partecipare al DrupalCon di Portland negli Usa e che ancora, proprio in questa occasione, ha ricevuto una proposta di una borsa di studio di sei mesi in America? Bene, Vincenzo continua a stupire. Ha appena terminato gli esami di Stato e ieri, a conclusione degli scrutini e a pubblicazione dei risultati avvenuta, è stato personalmente riconvocato dalla commissione d’esame a presentarsi presso la scuola in quanto il presidente, i commissari esterni e quelli interni hanno voluto avere il piacere di comunicargli a voce il risultato conseguito: 100 e lode e plauso della commissione.
Vincenzo ha conseguito 45/45 agli scritti (italiano, informatica e terza prova) ma è all’esame orale che ha letteralmente sbalordito chi ha avuto la fortuna di essere presente ed assistere a ciò che è avvenuto durante i colloqui in tutte le discipline. La scena che si è venuta a creare a fine esame è definibile “epica”. La commissione, costituita dal presidente Maurizio Scardia, dai commissari esterni, Flavia Bernardini (Lingua inglese), Raffaele Cambò (Economia) e Francesco Turchi (Informatica) e dai commissari interni, Marcella Errico (Diritto e Scienze delle Finanze), Matilde Presicci (Italiano e storia) e Maria Luce Tundo (Matematica), si è alzata in piedi e, con le lacrime agli occhi per la commozione e per l’emozione provata, ha iniziato ad applaudire il giovane studente salentino. Ad essi si sono aggiunte tutte le altre persone presenti in aula, studenti compagni di Vincenzo, parenti, altri docenti e personale della scuola. L’unica un po’ interdetta, che non ha ben compreso cosa stesse accadendo è stata Marisol, il bravissimo e dolcissimo cane guida di Vincenzo.
Ogni disciplina affrontata ha avuto una storia a sé, Vincenzo non si è limitato a rispondere alle domande dei singoli commissari ma, di volta in volta, ha preso spunto dalla risposta diretta per poi “allargarsi” ed integrare e completare le diverse esposizioni con interventi del tutto personali, di approfondimento e di critica.
Naturalmente, già a fine esame e dopo la scena da “standing ovation”, Vincenzo deve aver iniziato ad immaginare quanto l’esame sia stato positivo, ma è stato solo ieri, nella prestigiosa sala consiliare dell’antico istituto e alla presenza anche delle due collaboratrici della dirigente Addolorata Mazzotta, le prof.sse Emma Orlanducci e Tiziana Calignano, che lo studente si è sentito rivolgere dal presidente Scardia queste parole: “In tanti anni di esperienza, non abbiamo mai assistito ad un esame così brillante e fuori dall’ordinario, e non ci è mai successo, ad esame concluso, di riconvocare uno studente per il gusto ed il piacere di comunicargli a voce, personalmente, l’ottimo risultato conseguito. Complimenti Vincenzo, a te vanno i nostri più sinceri auguri per un futuro ricco di soddisfazioni e brillanti traguardi, te li meriti tutti, e grazie ancora per averci fatto provare emozioni così forti e uniche, che nessuno di noi dimenticherà facilmente, anzi, siamo sicuri che non dimenticheremo mai”.
…c’è bisogno di aggiungere altro?