Torino: Notiziario online, Redazionale

Autore: Redazionale

E’ online la nuova edizione del notiziario audio 011NEWS, n. 33/2014 del 26/09/2014.
Di seguito il link:

Tra gli argomenti trattati
* “Vediamoci chiaro”: parte la campagna UICI Torino per un’informazione corretta sulla disabilità visiva. 6 brevi video per informare e far riflettere
* Incontro tra i delegati UICI Piemonte e l’assessore regionale ai trasporti Balocco. Un confronto positivo da cui potrebbe nascere un tavolo permanente
* Domenica 28 settembre giornata all’insegna del volo e della convivialità.
Buon ascolto

Milano: Seminario “Il bambino sordo-cieco”, di Massimiliano Penna

Autore: Massimiliano Penna

Brescia – ottobre/novembre 2014

l’I.Ri.Fo.R. (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) della Lombardia, grazie al finanziamento concesso dal Consiglio di Amministrazione dell’I.RI.FO.R. Centrale ed al co-finanziamento da parte degli Spedali Civili di Brescia, organizza nei prossimi mesi di ottobre e novembre, presso gli Spedali Civili di Brescia un seminario/convegno dal titolo “Il bambino sordo-cieco”.

Obiettivo del seminario è fornire ai partecipanti alcuni approfondimenti sulla metodologia riabilitativa del bambino sordo-cieco e favorire lo sviluppo di una rete di comunicazione e collaborazione tra le agenzie che si occupano di queste disabilità, presenti in numero crescente presso i vari Servizi Sanitari.

Gli incontri si rivolgono a logopedisti, tecnici di audiologia, psicomotricisti, psicologi, fisioterapisti, medici, tiflologi, pedagogisti, insegnanti, infermieri professionali e personale di supporto, ovvero a tutte quelle figure che, adeguatamente formate, sono in grado di fornire al bambino il supporto necessario per intraprendere un percorso riabilitativo che lo conduca ad acquisire un livello di autonomia commisurato alla complessità della patologia in oggetto.

Il seminario, che rappresenta una vera e propria novità dal punto di vista formativo, può contare sull’apporto di figure altamente qualificate le quali, attraverso le varie relazioni esposte, offriranno ai partecipanti un momento formativo di alto livello.

Per ulteriori informazioni: I.Ri.Fo.R. Lombardia: 02-76011893 lombardia@irifor.eu www.iriforlombardia.org
Programma

VENERDI’ 3 OTTOBRE

Aula “Fondazione Bresciana per l’Educazione Mons. Giuseppe Cavalleri” Via sant’Antonio 61, Brescia

Ore 8.00-8.30: registrazione partecipanti

Ore 8.30: Presentazione del Convegno: Nicola Stilla (Presidente Regionale I.Ri.Fo.R della Lombardia); Maria Grazia Barezzani (Responsabile SSVD Audiologia e Foniatria pediatrica OC)

Ore 9.00: LA SORDITA’. A cura del SSVD Audiologia e Foniatria

9.00 – 9.30: La sordità infantile a Brescia (M.G. Barezzani, Responsabile SSVD Audiologia e Foniatria pediatrica)

9.30 – 10.00: Aspetti psicologici della disabilità uditiva (C. Celli, psicologa SSVD Audiologia e Foniatria )

10.00 – 10.30: Terapia della sordità (C. Campovecchi, medico SSVD Audiologia e Foniatria )

10.30 – 11.00: pausa

11.00 – 11.45: Terapia logopedica (logopediste SSVD Audiologia e Foniatria)
– terapia acupedica e percettiva
– terapia linguistica: comprensione e produzione

11.45 – 12.15: La “Scuola Audiofonetica” (dott. Lucio Vinetti, “Fondazione Bresciana per l’Educazione Mons. Giuseppe Cavalleri”)

12.15 – 12.45: domande-discussione

Ore 12.45 – 14.00: pausa pranzo

Ore 14.00: LA CECITA’. A cura dell’I.Ri.Fo.R (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione) della Lombardia

14.00 – 14.20: Il ruolo dell’I.Ri.Fo.R. nella riabilitazione in età precoce – Nicola Stilla (Presidente I.Ri.Fo.R Lombardia )

14.20 – 14.50: La fisioterapia nell’Intervento Precoce per il bambino con deficit visivo e pluri-disabilità (Sabine Renner, fisioterapista specializzata nel deficit visivo)

14.50 – 15.20: Psicomotricità: sensorialità in movimento (Maria Luisa Calderara, psicomotricista e operatore delle stimolazioni visive)

15.20 – 15.50: L’Orientamento-Mobilità e l’Autonomia Personale nell’intervento precoce:
sentieri di un’autonomia possibile (Sebastiano Presti , tecnico dell’educazione e riabilitazione in O.M. & A.p.)

15.50 – 16.30: Intervento precoce di Brescia: la nostra “via nel mezzo”
Stimolazione & gioco basale: pazienza, rispetto, coccole e divertimento per il primo approcciarsi al mondo Stimolazioni visive: affezionarsi all’interpretazione di colori e immagini della quotidianità (Simona Roca, tecnico dell’educazione e riabilitazione in O.M. & A.p., operatore della stimolazione basale e visiva)

16.30 – 17.00: domande – discussione

17.00 – 17.30: L’inclusione scolastica dei bambini sordociechi: la sfida di Anna; l’intervento del CNV nei casi di deficit visivo associato al deficit uditivo (Sonia Benedan, Tiflologa del Centro Non Vedenti di Brescia)

VENERDÌ 17 OTTOBRE

8.30 – 8.45: Presentazione della Giornata (Presidente Nicola Stilla e Dott.ssa Maria Grazia Barezzani )

8.45: SORDITA’ e CECITA’. A cura della Lega del Filo d’Oro

8.45 – 11.00: La persona sordo-cieca e pluriminorata psicosensoriale: cause e caratteristiche (Patrizia Ceccarani, Direttore del Centro di Riabilitazione di Osimo, Lega del Filo d’Oro)

11.00 – 11.15: pausa

11.15 – 13.00: Dalla valutazione al trattamento (Patrizia Ceccarani, Direttore del Centro di Riabilitazione di Osimo, Lega del Filo d’Oro)

Ore 13.00 – 14.00: pausa pranzo

Ore 14.00 – 17.30: Metodologia e tecniche dell’apprendimento (Patrizia Ceccarani, Direttore del Centro di Riabilitazione di Osimo, Lega del Filo d’Oro)

SABATO 18 OTTOBRE

8.30 – 9.00: Il ruolo del logopedista nella riabilitazione precoce del bambino con deficit visivo (Dott.ssa Alice Miglioli, logopedista)

Ore 9.00 – 12.30: La logopedia con il bambino sordocieco e pluriminorato psicosensoriale (Gilda Pagano, Logopedista del Centro di Riabilitazione di Osimo, Lega del Filo d’Oro)

VENERDÌ 14 NOVEMBRE

Ore 8.30 – 12.30: I sistemi di comunicazione non verbali e l’uso della tecnologia (Luigina Carrella, Responsabile dei Servizi Educativi Riabilitativi del Centro di Lesmo, Lega del Filo d’Oro)

12.30 – 13.30: pausa pranzo

13.30 – 17.30: Programmazione e analisi del compito (Luigina Carrella, Responsabile dei Servizi Educativo- Riabilitativi del Centro di Lesmo, Lega del Filo d’Oro)

VENERDÌ 21 NOVEMBRE

PRESENTAZIONE CASI CLINICI a cura della logopedista Fulvia Predolini e della pedagogista Dott.ssa Chiara Gervasi

13.30 – 17.00: Discussione di casi presentati dai partecipanti al Seminario

17.00 – 17.30: Chiusura del convegno e compilazione del questionario ECM.

Centro di Documentazione Giuridica: Risarcimento al disabile in attesa di assunzione, a cura di Paolo Colombo

Autore: a cura di Paolo Colombo

Per l’inadempimento dell’obbligo di assunzione obbligatoria sono dovuti al disabile i danni patrimoniali subiti senza necessità di una specifica prova: il pregiudizio si desume dai mancati salari e dalla prevedibile negligenza nel cercarsi un’altra occupazione.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, che a seguito della mancata ed  ingiustificata assunzione di un soggetto invalido, avviato a norma della legge sul collocamento obbligatorio, ha confermato a carico del datore di lavoro il  risarcimento del danno al lavoratore.
Con la sentenza n. 19609, depositata il 17 settembre 2014, ha sancito che se un lavoratore con disabilità dopo l’avviamento al lavoro, non venisse assunto, lo stesso ha diritto ad un indennizzo risarcitorio comprendente il periodo che va dalla data di avvio al lavoro alla data effettiva dell’inserimento lavorativo.
Il datore di lavoro che non adempie all’obbligo di assunzione del lavoratore avviato è tenuto a risarcire l’integrale danno patrimoniale subito da quest’ultimo durante l’intero periodo in cui si è protratta l’inadempienza.
Inoltre, il risarcimento deve essere determinato senza bisogno di una specifica prova del lavoratore, essendo sufficiente tenere conto del complesso delle retribuzioni che quest’ultimo avrebbe potuto conseguire, qualora fosse stato assunto nei tempi debiti.
La sentenza fa riferimento al principio, già espresso da altre pronunce di legittimità, per cui solo il datore di lavoro e il lavoratore hanno titolo di specificare il contenuto del regolamento contrattuale e in caso di inerzia datoriale al provvedimento di avviamento obbligatorio al lavoro, l’autorità giudiziaria, ricorrendone i presupposti, può tutt’al più emanare, come in questo caso, una sentenza di condanna al  risarcimento del danno, quantificandolo sulla scorta delle retribuzioni perdute.
In caso di inerzia datoriale al provvedimento di avviamento obbligatorio, il lavoratore disabile non può adire al giudice e invocare una pronuncia di tipo costitutivo volta all’instaurazione “in via coatta” del rapporto di lavoro, in quanto solo le parti (datore di lavoro e lavoratore) hanno titolo per specificare il contenuto del regolamento contrattuale, ma può ottenere il risarcimento del danno per la mancata assunzione quantificabile nella mancata percezione delle retribuzioni.
In essa la Suprema Corte ha pure precisato che l’importo della somma da risarcire al lavoratore può essere ridotta tenendo conto di quanto questi ha percepito per lo svolgimento di altre attività lavorative (aliunde perceptum) o che egli avrebbe potuto guadagnare dedicandosi diligentemente alla ricerca di un lavoro (aliunde percipiendum). Il vantaggio della riduzione opera però solo nel caso in cui il datore di lavoro ne fornisca la prova.
In sostanza per la generalità degli invalidi avviati obbligatoriamente al lavoro non è possibile, in caso di ingiustificato rifiuto dell’assunzione da parte dell’impresa, ottenere la costituzione, con sentenza, del rapporto di lavoro, in base all’art. 2932 cod. civ., che prevede l’esecuzione specifica dell’obbligo di concludere un contratto; infatti, ai fini dell’applicazione di questa norma è necessario che vi sia una predeterminazione degli elementi essenziali del rapporto, quali la retribuzione, le mansioni, la qualifica; mancando questa specificazione, l’invalido, in caso di omessa assunzione, può ottenere soltanto il risarcimento del danno.
Questa sentenza ne riprende altre precedenti, ma sicuramente è importante per ribadire i diritti delle lavoratrici e dei lavori con disabilità, e per tenere viva l’attenzione su questi temi, oggi di grande attualità.
Va comunque ricordato che in caso di mancata assunzione di un centralinista non vedente avviato obbligatoriamente al lavoro, egli ha invece diritto alla costituzione del rapporto per sentenza – Oltre che al risarcimento del danno – (Cassazione Sezione Lavoro n. 15913 del 14 agosto 2004, Pres. Mattone, Rel. Celerino).
L’attuale sistema legale nel caso del non vedente avviato al lavoro come centralinista, in base alla legge n. 113 del 1985, assicura un inquadramento contrattuale in cui sono prestabilite le mansioni, la qualifica e il trattamento economico, attraverso l’inserimento delle clausole della contrattazione collettiva applicabile.
Pertanto in materia va applicato il seguente principio di diritto: “In caso di legittimo avviamento di centralinista non vedente, la cui assunzione sia indebitamente rifiutata dal destinatario dell’obbligo di assumerlo, il Giudice, se richiestone, deve applicare l’art. 2932, cod. civ., rendendo fra le parti sentenza che produca in forma specifica gli effetti del contratto non concluso, trattandosi di fattispecie possibile non esclusa dal titolo, essendo, infatti, prestabiliti dalla legge n. 113 del 29 marzo 1985, in tema di disciplina del collocamento al lavoro e del rapporto di lavoro dei centralinisti non vedenti, la qualifica, le mansioni e il trattamento economico e normativo del lavoratore avviato, ivi compresa l’indennità legale di mansioni, assumendo carattere residuale il risarcimento economico (art. 1223 e ss, cod. civ.) destinato ad assicurare l’integrale soddisfazione del diritto del centralinista, indebitamente pretermesso dalla prestazione lavorativa per l’inadempimento del datore di lavoro”.
La sentenza del 2004 sopra citata, dopo dieci anni ha ancora un valore ed una portata storica, in quanto con essa la Suprema Corte di Cassazione ha condiviso un orientamento minoritario di alcune pronunce di merito e ha affermato il principio che, a differenza di tutte le altre categorie di disabili avviati obbligatoriamente al lavoro, per i centralinisti non vedenti illegittimamente rifiutati è possibile non solo ottenere il risarcimento del danno, come di recente ribadito dalla cassazione con la sentenza n. 19609 depositata il 17 settembre 2014, ma anche una sentenza costitutiva del rapporto.
a cura di Paolo Colombo (coordinatore del Centro di Documentazione Giuridica)

Torino: Campagna di informazione “Vediamoci chiaro”, di Lorenzo Montanaro

Autore: Lorenzo Montanaro

Sei video esplorano la vita dei disabili visivi

La sezione torinese UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) lancia la campagna di informazione “Vediamoci chiaro”: 1 spot + 5 interviste video affrontano in modo sintetico ma puntuale alcuni aspetti legati alla vita dei disabili visivi, dalla mobilità al lavoro, dal dibattito sui falsi invalidi alle sfide della quotidianità. Il progetto nasce da vari obiettivi: stimolare una riflessione condivisa, che coinvolga ciechi e vedenti, ma anche sfatare qualche luogo comune e richiamare l’attenzione su problematiche poco conosciute. Tra pochi giorni verranno pubblicati sul sito UICI Torino (www.uictorino.it) i primi due video (Spot + Intervista Mobilità). Le successive interviste saranno caricate con cadenza quindicinale.

La storia

Cronaca di una sfida: il quotidiano che non sta sui quotidiani
“Il cane che morde il padrone non fa notizia. Il padrone che morde il cane sì”. Vecchia massima da reporter consumati. Vecchia storia, ben nota a chi scrive i giornali come a chi li legge: con la vita di tutti i giorni non si fa notizia. E’ vero: per sua stessa natura il mondo dell’informazione ha bisogno di stimoli forti, di novità, di fatti che si distinguano dall’opacità quotidiana. Solo che, in certi casi, a forza di dar la caccia all’insolito e all’eccezionale, si rischia di chiudere gli occhi sulla realtà “vera”. Ne sanno qualcosa le persone cieche, che spesso sperimentano sulla propria pelle una serie di “trappole comunicative”.

Trappola numero uno: i “truffaldini”.
Molte volte negli ultimi anni, in un clima da caccia alle streghe, abbiamo assistito alla spettacolarizzazione delle truffe. Protagonisti i cosiddetti “falsi invalidi”. Non passa settimana senza che qualche testata locale o nazionale punti il dito contro i finti ciechi, quelli che rubano, quelli che approfittano. Il fenomeno purtroppo è reale (ed è nell’interesse di tutti combatterlo). In molti casi però l’informazione tende ad amplificarlo e a distorcerlo, fornendo indicazioni non corrette, dati equivoci quando non palesemente falsati. Così, sull’onda della grave crisi economica di questi anni, si crea un atteggiamento di rabbia collettiva, che finisce per ripercuotersi, con conseguenze gravi, anche sui disabili visivi “autentici”. «Si dichiarava cieco, ma spazzava tranquillamente il balcone». «Percepiva l’indennità di accompagnamento ma usava uno smartphone». Titoli del genere sono comparsi e tuttora compaiono su alcune testate giornalistiche, dalla carta stampata al web, dalla radio alla tv. E tutti riflettono una percezione semplicista e riduttiva della disabilità. Come se un cieco, quando si trova in luoghi che conosce, non potesse avere il senso della spazialità o usare strumenti tecnologici (oggi resi sempre più accessibili da applicazioni e ausili specializzati).

Trappola numero due: i “superman”
Sul versante opposto, sempre più spesso, l’informazione tende a raccontare ed esaltare le grandi potenzialità dei non vedenti (e questo, in sé, è senz’altro un bene, specialmente quando si sottolineano la caparbietà e l’impegno necessari per raggiungere risultati ambiziosi). Fanno notizia i ciechi che vincono le paralimpiadi, quelli che riescono a sciare, nuotare, andare in barca a vela, praticare sport che fino a pochi anni fa si consideravano inaccessibili. Tanto che qualcuno potrebbe chiedersi: «ma allora i ciechi che bisogno hanno di aiuto?». Anche in questi casi servono chiarezza e obiettività. Per chi non vede le sfide sportive, così come tante altre esperienze di vita, sono obiettivi possibili, ma per raggiungerli serve la costante collaborazione di persone vedenti. E non tutto è accessibile a tutti. Inoltre, ricordiamolo sempre, le azioni apparentemente più banali sono in realtà le più problematiche e pericolose. Il cieco che, guidato dall’istruttore, percorre con relativa disinvoltura una pista da sci, si può trovare in estrema difficoltà se deve, da solo, attraversare una strada.

La nostra risposta
In mezzo a questi approcci un po’ estremi, l’esperienza dimostra che la maggior parte dei cittadini non ha la minima idea di come si svolga, nel concreto, la vita di una persona cieca.
Per questo l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Torino ha deciso di lanciare la campagna “Vediamoci chiaro”. Si tratta di una serie di brevi video (circa 2 minuti ciascuno): uno spot iniziale (incentrato sul tema della mobilità) e cinque interviste condotte ad altrettante persone non vedenti. Senza pretendere di essere esaustiva o di avere la verità in tasca, la campagna vuole richiamare l’attenzione sulla vita reale di chi non vede, partendo proprio dalle esperienze del quotidiano. E’ uno spunto di riflessione che usa YouTube, strumento visivo per eccellenza, e in un certo senso cerca di “sfidare” la società dell’immagine. E’ una proposta rivolta a tutti: professionisti dell’informazione, istituzioni, ma anche privati cittadini. Insomma, chiunque abbia voglia di approfondire insieme a noi questi temi è il benvenuto.

Stereotipi (vecchi e nuovi)? No, grazie
Per secoli la letteratura, l’arte e il sentire collettivo ci hanno tramandato l’immagine pietista e paternalista del “povero cieco”, avulso dalla società, costretto a chiedere l’elemosina sui gradini delle chiese o, nella migliore delle ipotesi, rinchiuso per tutta la vita tra le mura di un istituto. Negli ultimi cento anni (soprattutto a partire dal secondo dopoguerra) sono stati fatti enormi passi in avanti. Oggi, grazie a una diversa cultura e a strumenti sempre nuovi, i disabili visivi hanno grandi possibilità di integrarsi nel tessuto sociale: studiano, lavorano (a volte con risultati eccellenti), si sperimentano in attività un tempo impensabili, riescono più facilmente a costruirsi una rete affettiva e una vita relazionale soddisfacente. Sono conquiste preziose, ottenute con sforzo e grande impegno.

Conquiste che a volte rischiano di essere travisate (più o meno in buona fede), qualche volta strumentalizzate. Negli ultimi anni, anche in contesti istituzionali, è capitato a varie persone non vedenti di sentirsi dire: «I ciechi hanno buone gambe: che se ne fanno del trasporto accessibile?». «I ciechi possono lavorare: che se ne fanno dell’indennità di accompagnamento?». «La crisi c’è per tutti: che cosa pretendono i ciechi dallo Stato?».

Al di là di ogni ideologia, va ricordato che, oggi come in passato, la vita di chi non vede è dura e piena di ostacoli. Ecco perché è importante “vederci chiaro”. Serve una cronaca attenta, libera da preconcetti, vecchi o nuovi che siano. Soprattutto in tempi economicamente difficili, se ai non vedenti verrà tolto anche quel minimo di certezze acquisite dopo anni di lotte e fatiche, la loro vita farà un brusco salto indietro. E le conseguenze non tarderanno a farsi sentire.

I video

1. Spot Mobilità inaccessibile + intervista a Nunziata Panzarea (consigliera UICI Torino)
Una città come Torino può essere una giungla per chi non vede. Ci sono ostacoli, barriere, imprevisti. Il bastone bianco non è una bacchetta magica, il cane guida non ha i superpoteri. Recentemente purtroppo, complice la crisi, anche quei servizi che consentivano ai ciechi di spostarsi in autonomia e sicurezza sono stati tagliati o stravolti.

2. Falsi ciechi o false idee? Intervista a Enzo Tomatis (consigliere UICI Torino)
Spesso i giornali parlano dei falsi invalidi, ma dei ciechi veri e dei loro bisogni non si parla quasi mai. Serve un atteggiamento più equilibrato, ma soprattutto serve chiarezza: tolleranza zero con i truffatori, più servizi per i disabili “autentici”.

3. Lavoro. Intervista a Giuseppe Salatino (presidente UICI Torino)
Nell’ultimo secolo, grazie ad alcune innovazioni capitali (come la diffusione della scrittura braille o la nascita dell’Unione Ciechi) la vita lavorativa dei disabili visivi è cambiata moltissimo. Oggi si pongono nuove sfide: alcune professioni storiche, come quella del centralinista, sono entrate in crisi. Per questo è importante trovare risposte adeguate, anche sul piano legislativo.

4. Tecnologia. Intervista ad Alessio Lenzi (consigliere UICI Torino)
Il personal computer, internet, gli smartphone: la rivoluzione tecnologica dell’ultimo ventennio ha radicalmente trasformato la vita delle persone cieche, aprendo orizzonti impensabili fino a qualche anno fa. Resta però ancora molto da fare, soprattutto in termini di accessibilità dei siti e degli strumenti.

5. Vita quotidiana. Intervista a Oscar Franco (vicepresidente UICI Torino)
Paradossalmente, per una persona cieca, può essere più semplice arrampicarsi su una parete di roccia che attraversare una strada. Spesso le azioni più ordinarie e in apparenza più semplici nascondono i rischi maggiori. Nella vita quotidiana di un non vedente ci sono tante potenzialità, ma anche tanti pericoli e tanti ostacoli. Ecco perché è fondamentale il ruolo dei Volontari del Servizio Civile

I video: una produzione Tekla Tv (www.tekla.tv)
Regia e immagini a cura di Davide Valle
Ufficio Stampa UICI Torino:
Lorenzo Montanaro:
333 447 99 48
ufficio.stampa@uictorino.it – lorenzo.montanaro@gmail.com

Napoli: Yoga della risata – Un altro momento per stare insieme e per …… ridere!, di Mario Mirabile

Autore: Mario Mirabile

Martedì 7 ottobre 2014

Su proposta della Commissione Pari opportunità, la Sezione di Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti organizza per martedì 7 ottobre 2014 alle ore 16.00 nei locali associativi di via San Giuseppe dei Nudi n. 80 – Napoli, un pomeriggio per praticare lo “Yoga della risata”.
Lo Yoga della Risata è un metodo unico per  RIDERE SENZA MOTIVO. Non abbiamo bisogno di gag, barzellette e senso dell’umorismo. Usiamo la risata come forma di esercizio e in gruppo, ben presto, tramite il contagio che avviene sia con il contatto visivo che dal suono vero e proprio della risata, la risata stimolata si trasforma in risata vera.
Si chiama Yoga della risata perché unisce esercizi di respirazione profonda (YOGA PRANAYAMA) a esercizi di gioco e risate. La risata “finta” fa bene come quella reale, se fatta volontariamente, perché il nostro corpo non avverte la differenza e produce le stesse sostanze benefiche (chimica della risata).
Come diceva Giacomo Leopardi “Chi ha il coraggio di ridere è padrone del Mondo” e come dice la saggezza popolare “Ridere fa buon sangue” e oggi anche la scienza ufficiale conferma sempre più spesso il detto popolare.
Praticando lo yoga della risata si ottengono straordinari benefici per la salute fisica, per il benessere psicologico e si migliorano sensibilmente e rapidamente le proprie modalità relazionali e comportamentali.
L’incontro per praticare lo “Yoga della risata” sarà gestito dalle Dottoresse Laura Annella e Paola Giordana Di Nardo.
La partecipazione è completamente gratuita!
Al termine della seduta verrà offerto un cocktail!
La prenotazione è obbligatoria e può essere effettuata contattando:
Chiara Longobardi tel. 3332622624
Lucia Esposito tel. 3385963993
Si consiglia di indossare un abbigliamento comodo e di munirsi di un tappetino da palestra o plaid.

Formazione aspiranti imprenditori ciechi, di Gianluigi Ugo

Autore: Gianluigi Ugo

La cooperativa sociale SEMPER SALUS informa che la sessione del percorso formativo per ciechi ed ipovedenti interessati all’attività di impresa prevista per i giorni 18 e 19 ottobre prossimi presso il Centro “Le Torri” di Tirrenia non avrà luogo per assenza di iscrizioni sinora pervenute e rende per altro noto di non poterne ricevere per il periodo residuo inizialmente previsto a séguito di un riassetto anche in termini di domiciliazione bancaria.
La Cooperativa si augura tuttavia che il suddetto riassetto possa consentirle di riproporre il quanto in un prossimo futuro unitamente ad altre iniziative inerenti la formazione dei disabili visivi.

Gianluigi Ugo
(Vicepresidente)

Verso la terra promessa, di Antonio Quatraro

Autore: Antonio Quatraro

Talvolta è difficile trovare le parole giuste senza rischiare di mancar di rispetto ai testi sacri, ma per quella emozione che ho provato ascoltando i racconti di Riccardo, Eleonora, Susanna, io non ho saputo trovare una immagine più adatta.
Un lunedì di settembre, in un hotel del centro di Firenze, circa 50 persone in assoluto silenzio che ascoltavano medici, ricercatori e pazienti che raccontavano un sogno ad occhi aperti: Ricominciare a vedere.
Io che non ho mai visto, sono stato prima preso, poi sospinto, poi trascinato, poi sommerso da quelle parole: “ho rivisto mio padre”, “ho visto per la prima volta il viso di mia figlia, di cui ho conosciuto la pelle da bambina, il viso dalle carezze, ma ora la posso guardare, sia pure come dietro una grata, ma è lei”! “ora so chi mi saluta”, “ora mi rivolgo verso chi mi parla e rispondo al suo sguardo”.

Dovevo portare il saluto della nostra organizzazione, dire che anche IRIFOR Toscano partecipa a questa meravigliosa avventura attraverso una convenzione specifica con la società “second sight”, ma ha vinto la commozione, ha vinto quel vento che ti senti dentro, ha vinto il desiderio di abbracciare medici, dottoresse e soprattutto i pazienti, come si abbraccerebbe un amico, una persona cara che torna a casa propria dopo anni di confino.
Ho detto quello che avrebbe detto chiunque di noi, di noi che non abbiamo ancora avuto la fortuna di vedere i colori, i visi, i paesaggi, le stagioni, di noi che siamo ciechi dalla nascita.
Questa vittoria dell’ingegno al servizio della salute, anche se riguardasse uno solo di noi, ci riempie di gioia; è come se ciascuno di noi vincesse quella scommessa contro la malattia, iniziata per il genere umano con la cacciata dal Paradiso Terrestre.
Quel lunedì 9 di settembre, in quell’hotel, il prof. Rizzo ha raccontato la vicenda umana di un oculista che restituisce la vista a chi l’aveva persa. E’ la retina artificiale, a due canali.
“La protesi è dedicata a pazienti con retinite pigmentosa a stadio molto avanzato; è un microchip impiantato stabilmente nel paziente, collegato ad un computer aggiornabile sia per l’hardware che per il software (siamo alla 14° versione).
Certo, la strada è lunga ed impervia: “c’è da ricominciare da capo!” precisa un paziente. E ciò richiede riabilitazione, costanza e tenacia, ma i frutti si vedono.
Il professore precisa molto bene i criteri di ammissibilità all’intervento, per sfuggire ad ogni tentazione di spettacolarità. Su circa 150 persone intervistate solo 5 o 6 per ora sono state scelte.

Come altro avrei potuto descrivere quel pomeriggio, se non “verso la terra promessa”?
Per chi voglia saperne di più, ecco il contatto:
numero verde per argus 2: 800 87 96 97 oppure
marsiero@SecondSight.com).
Antonio Quatraro

VUELING rifiuta assistenza a passeggero non vedente non accompagnato, di Manuela Esposito

Autore: Manuela Esposito

Così la compagnia aerea VUELING ha risposto alla nostra richiesta di assistenza per un volo da essa operato il prossimo 19 ottobre:

“Grazie per averci contattato. In merito alla sua richiesta, La informiamo che, dovuto ad alcuni cambiamenti nelle nostre normative riguardanti i passeggeri non vedenti, non possiamo garantire il servizio di assistenza se il passeggero non viaggia con un cane guida o accompagnato da una seconda persona. Cordiali saluti, Ufficio Servizio Clienti. VUELING AIRLINES S.A.”

È evidente che la compagnia in oggetto non ha familiarità con la normativa europea 1107/2006, sulla base della quale i passeggeri non vedenti che abbiano notificato in tempo utile la propria richiesta hanno diritto all’assistenza gratuita sia in aeroporto che a bordo dell’aeromobile anche se viaggiano da soli. L’Unione si è immediatamente attivata per chiedere la modifica di tale decisione o una comunicazione scritta dettagliante i gravi e imprescindibili motivi che eventualmente giustifichino tale procedura discriminatoria in modo da adottare i provvedimenti più opportuni.

Secondo Congresso Internazionale sull’università e la disabilità, di Patrizia Cegna

Autore: Patrizia Cegna

Il 27 e il 28 Novembre 2014 si terrà a Madrid il Secondo Congresso Internazionale sull’Università e la Disabilità, organizzato dalla Fondazione ONCE per la cooperazione e l’inclusione sociale delle persone con disabilità.
Il Congresso si propone di promuovere sia l’accesso e la partecipazione delle persone con disabilità agli studi universitari, sia azioni e politiche che favoriscano una maggiore inclusione nei sistemi universitari, conformemente a quanto sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Tra gli argomenti specificamente trattati, la qualità dei servizi per la disabilità nelle università, l’inclusione dei principi di Design for All e accessibilità universale nei curricula universitari, l’inclusione di laureati con disabilità nel mercato del lavoro, l’accesso alle informazioni e alla ricerca nelle università riguardo la disabilità.
L’obiettivo è di individuare e far conoscere le migliori pratiche in materia di inclusione nelle università, di diffondere i risultati delle più importanti ricerche, di dare visibilità alle innovazioni applicate al settore della disabilità.
Ulteriori informazioni sul sito del Congresso al seguente link:
http://ciud.fundaciononce.es/home_en.html.

Due ragioni di una non scelta, di Mario Barbuto

Autore: Mario Barbuto

In questi giorni, dopo una lunga, meditata e approfondita discussione alla quale hanno anche partecipato alcuni amici che ci hanno supportato in occasione delle elezioni del 15 marzo, insieme a Nicola Stilla abbiamo constatato, con reciproco rammarico, che non sussistono le condizioni per presentare, tra me e lui, un candidato comune al prossimo congresso.

Di tale decisione abbiamo dato informazione mediante un sintetico comunicato congiunto apparso anche su questo giornale on line.

Personalmente, ho interpretato questa evoluzione come la volontà di Nicola Stilla di porre la sua candidatura alla presidenza nazionale, una volta accertata l’impossibilità di compiere un percorso comune e condiviso.

Come ho detto molte volte, affettuosamente anche a Nicola, vi sono almeno due ragioni che suggeriscono a me, in quanto Presidente Nazionale, di non lasciarmi coinvolgere adesso in questa prematura discussione:

a) manca ancora un anno al congresso e il Presidente ha altre priorità piuttosto che pensare alle candidature;
b) il Presidente eletto da soli sei mesi non ha motivo di mettersi a pensare alla propria sostituzione.

A Nicola tutto il mio affetto e i miei migliori auguri, anche se ribadisco, come ho già detto a lui tante volte, che oggi parlare di candidature, a me pare e suona prematuro e intempestivo.
Mettersi a fare delle campagne elettorali più di un anno prima del congresso sfinisce i concorrenti e soprattutto rischia di compromettere l’unità e la forza associativa, distraendo i dirigenti dell’Unione dai loro compiti primari.
Di questa seconda e principale preoccupazione ritengo che il presidente debba farsi interprete, nei limiti delle sue possibilità e nell’esercizio della propria funzione equilibratrice, per richiamare alla coesione e alla compattezza, invitando tutti ad affrontare le scadenze una alla volta e ciascuna a suo tempo.
Oggi è tempo di unità e di impegno comune verso i nostri soci e verso tutti i ciechi e gli ipovedenti italiani per rispondere, meglio che sappiamo, alle loro aspettative, cioè lavorare per la tutela e la difesa dei loro interessi morali e materiali in ogni momento e in ogni circostanza, a cominciare dalla prossima legge finanziaria.
Domani, in prossimità del congresso nazionale, sarà tempo di candidature e di campagne elettorali e ciascuno di noi avrà facoltà di proporsi e spazio per farlo.

Mario Barbuto