Fand: Comunicato, Redazionale

Autore: Redazionale

“A seguito dei contatti intercorsi con la Presidenza del Consiglio dei Ministri relativamente alla ridefinizione delle competenze sul supporto scolastico, fin ora in capo alle Province, la FAND ha richiesto di essere presente e rappresentata nel prosieguo dell’approfondimento.
Al riguardo abbiamo ricevuto assicurazioni circa la presenza della nostra Federazione che verrà coinvolta in ogni ulteriore fase del confronto.
Per formalizzare la situazione, comunque, la FAND ha inviato una lettera ufficiale al sottosegretario Bressa per avere la certezza e la conferma della partecipazione, quale legittima rappresentante degli utenti con disabilità e in particolare alunni e famiglie interessati al supporto scolastico.”

Contributi dei lettori: compensi e incarichi, una sfida da vincere, di Massimo Vita

Autore: Massimo Vita

Provo a lanciare un altro argomento di discussione che, spero, possa essere trattato con un approccio nuovo anche in vista della nuova legislatura associativa.
Oggi nell’Unione e negli enti collegati a tutti i livelli sono previsti e spesso erogati gettoni di presenza oltre ai rimborsi spesa per i dirigenti o per i componenti di organismi tecnici.
Chi difende questa scelta sostiene che trattandosi di un lavoro, è giusto che ci sia un riconoscimento che vada oltre ai rimborsi spesa.
L’altra motivazione che spesso si adduce a difesa di questo sistema è quella che permetterebbe anche a chi non ha risorse proprie di potersi impegnare nell’associazione.

Quest’ultima motivazione è usata anche dai politici per il finanziamento pubblico ai partiti o agli organi di stampa.
Ricordo che ne il finanziamento pubblico ai partiti ne quello agli organi di stampa hanno migliorato e allargato la partecipazione politica o l’indipendenza della stampa.
Chi scrive, ha rinunciato a ogni compenso e spesso non prende neppure i rimborsi spesa ma questo vale poco.
Ritengo ci siano da fare due considerazioni:

1. intanto i gettoni sono previsti anche per le riunioni online e ritengo sia poco giustificabile sul piano politico e ribadisco anche poco etico;

2. chi sceglie di lavorare per l’associazione non ci deve rimettere per spese di viaggio e soggiorno ma dovrebbe farlo in modo volontario perché le risorse dovrebbero essere utilizzate per servizi alla categoria e non mi si dica che i soldi in questioni non risolverebbero alcun problema.
Tanti piccoli risparmi, possono costituire un piano di riduzione dei costi strutturali che per altro è un’esigenza mi pare, condivisa da tutti.
Poi, se si pensa che molti hanno più incarichi, i gettoni si moltiplicano.
Potremmo fare molti esempi di pluri-incarichi e non tutti molto trasparenti se non con qualche dubbio di compatibilità Propongo comunque di rendere noto quanto si spende per questi gettoni o indennità e di rendere noto quali incarichi e gettoni hanno i dirigenti e i componenti dei vari organismi. Sarebbe una grande operazione di trasparenza che non viola la privacy di nessuno ma migliora i rapporti interni e elimina le dicerie.

Spero che si possa riflettere e togliere, questa che io considero una macchia, dal nostro vestito associativo.
Massimo Vita

Aggiornamento “eValues” per windows, di Salvatore Romano

Autore: Salvatore Romano

Considerato che da molti lettori abbiamo ricevuto conferme che con “windows8” il programma di gestione quotidiani “eValues” non funziona regolarmente, abbiamo apportato delle modifiche che ai nostri test sono risultate positive.
Vi preghiamo in ogni caso di segnalarci, come sempre fate, eventuali malfunzionamenti.
L’intero pacchetto, comprensivo anche del nuovo eseguibile, può essere prelevato dal seguente indirizzo: http://www.uiciechi.it/servizi/cnt/ArchivioFile/Evalues%20Pc.zip

Di seguito alcune istruzioni che sono anche contenute all’interno del pacchetto.

Copiare il file comdlg32.ocx nella cartella del programma e in

“c:\windows\sysWOW64\”

Confermare la sovrascrittura del file nel caso fosse già presente.

Registrare l’ocx.

1) aprire il prompt dei comandi(Amministratore)

2) digitare regsvr32 c:\Windows\SysWOW64\comdlg32.ocx e dare invio appare un messaggio in cui viene segnalato che l’oggetto è stato registrato con successo.

Rilanciare il programma per verificare se funziona.

Torino: Horus- un “occhio digitale” per ciechi e ipovedenti, di Lorenzo Montanaro

Autore: Lorenzo Montanaro

Venerdì 20 febbraio la presentazione a Torino

Una piccola telecamera indossabile, collegata con un dispositivo che “legge” le immagini: ecco uno strumento che, nel tempo, potrebbe essere di grande aiuto alle persone cieche e ipovedenti. Si chiama Horus, come il mitico dio egizio dall’occhio di falco, ed è attualmente in fase di sviluppo.  Da sempre attenta alle novità tecnologiche e agli ausili per l’accessibilità, la sezione torinese UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) ha deciso di ospitare nei suoi locali una presentazione di questo dispositivo. L’appuntamento è per venerdì 20 febbraio (dalle ore 16), presso la sede UICI (c.so Vittorio Emanuele II, 63).          

 Realizzato da Horus Tecnhology (horus.technology.it), una start-up fondata da tre giovani italiani poco più che ventenni, il dispositivo è progettato per interagire con il disabile visivo che lo indossa in vari modi: attraverso dei pulsanti, ma anche grazie a un sistema di comandi vocali. Al momento è ancora un prototipo, ma gli ideatori assicurano che – una volta terminata la fase di sviluppo – Horus sarà in grado di leggere testi  (libri e giornali, ma anche indicazioni come le date di scadenza riportate sui prodotti), riconoscere oggetti, aiutare nella mobilità (ad esempio segnalando la presenza di strisce pedonali) e perfino identificare i volti delle persone. Gli ambiti di impiego dunque sono molteplici e tutti cruciali nella vita quotidiana di un disabile visivo.

La presentazione sarà seguita da un momento di test, durante il quale le persone cieche e ipovedenti interessate potranno provare a usare Horus. L’invito a partecipare, naturalmente, è rivolto anche a giornalisti e operatori dell’informazione.

 Ufficio Stampa:  Lorenzo Montanaro: 333 447 99 48 ufficio.stampa@uictorino.itlorenzo.montanaro@gmail.com

 

Concorso Nazionale Tocca a te! 2015, di Gianluca Rapisarda

Autore: Gianluca Rapisarda

Gentilissimi,
in qualità di Presidente della Giuria del Concorso in oggetto vi chiedo cortesemente di dare visibilità a questa nostra iniziativa.
Il Concorso Nazionale Tocca a te!, giunto quest’anno alla sua terza edizione, è stato ideato nel 2009 dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi per diffondere la cultura del libro tattile per la prima infanzia e della grafica accessibile. Come per le passate edizioni il Concorso premia i migliori 5 libri italiani e rappresenta la preselezione al concorso internazionale Tactus 2015.
Il Concorso è organizzato in collaborazione con la Fondazione Robert Hollman e l’Istituto Regionale per i ciechi “G. Garibaldi” di Reggio Emilia.

Le giurie da me presiedute si riuniranno nelle giornate dal 19 al 21 giugno 2015 presso la Biblioteca Comunale Panizzi di Reggio Emilia.

La partecipazione al Concorso è gratuita e il primo Premio è di 1.500 euro.

Ulteriori informazioni (Bando del concorso, Modulo di partecipazione e locandina manifesto) sono scaricabili dal sito www.libritattili.prociechi.it

Cordiali saluti

Professor Gianluca Rapisarda
(Presidente della Giuria Concorso Tocca a te! 2015)

Bolzano: Fondisti minorati della vista sulle piste dell’Alta Val Pusteria – Settimana di sci fondo del Gruppo sportivo dilettantistico non e semivedenti Bolzano, di Gabi Bernard

Autore: Gabi Bernard

Dal 17 al 24.01.2015 si è tenuta in Alta Val Pusteria, e precisamente a Dobbiaco, la settimana di sci fondo del Gruppo sportivo dilettantistico non e semivedenti Bolzano. I 36 partecipanti venivano dall’Alto Adige, dal restante territorio Italiano e anche dal Tiralo del Nord e dalla Germania. Con molto impegno, nonostante l’estrema mancanza di copertura nevosa, a Dobbiaco sono stati disposti alcuni chilometri di piste, cosicché gli sportivi hanno potuto girare giornalmente i loro tour, migliorando o imparando la tecnica dello sci fondo. I minorati della vista sono stati coadiuvati da un -team di 8 istruttori da sci e accompagnatori appositamente formati. A questi va un sincero ringraziamento per il loro prezioso aiuto volontario, inoltre anche alla Banca Popolare dell’Alto Adige per il sostegno finanziario.
Un gruppo di due, tre sciatori plana sulla neve. Tutti portano dei distintivi gialli con tre punti neri. Un ulteriore sciatore è accostato al gruppo e da disposizioni: “go, go, go … curva a sinistra… discesa, frenare leggermente!…” Così ci si può immaginare la situazione che si è presentata a chi si trovava sulle piste da sci fondo in Alta Val Pusteria qualche settimana fa. Ad inizio settimana i partecipanti alla settimana bianca secondo la loro esperienza e preparazione sportiva sono stati suddivisi in gruppi. Ogni giorno di mattina e pomeriggio i gruppi accompagnati da un istruttore o accompagnatore si sono recati sulle piste per imparare o migliorare la tecnica del sci nordico classico o semplicemente per fare un giro, solitamente sulle piste preparate con neve artificiale a Dobbiaco, alcune volte invece sulle piste innevate di neve fresca in Val Fiscalina o in Val Casies. Il tempo libero è stato sfruttato rilassandosi nello spa dell’albergo o per conoscersi meglio stando in compagnia. Dopo sette giorni di sport invernale i singoli partecipanti soddisfatti della settimana, si sono messi in viaggio per il rientro.
Il Gruppo sportivo dilettantistico non e semivedenti Bolzano (GSDNSV) organizza iniziative sportive non agonistiche, progetta il tempo libero e organizza la partecipazione a competizioni sportive nazionali ed internazionali. Il gruppo sportivo si articola nelle seguenti sezioni: Torball, sport invernali, atletica leggera e tandem/scacchi/bersaglio/tempo libero.

Info: Riccardo Tomasini (responsabile per lo sport invernale) tel. 0471 971117
e-mail: sport@unioneciechi.bz.itbolzano FOTO

Ipovedente di giorno e non vedente di sera, di Giovanni Ciprì

Autore: Giovanni Ciprì

Le difficoltà quotidiane di un ipovedente nei diversi momenti della giornata

Buongiorno a tutti, sono Giovanni Ciprì e sono un componente della commissione nazionale ipovedenti dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Dalla nascita, sono affetto da retinite pigmentosa, una malattia degenerativa della retina che porta alla cecità. Infatti, nel corso degli anni, questa degenerazione, è progressivamente avanzata, portandomi oggi quasi alla cecità.
Vorrei precisare che tale disturbo, come molti di voi sapranno, si manifesta soprattutto la sera, dove dopo il crepuscolo: la retina non si dilata abbastanza, e i bastoncelli, che sono danneggiati, non trasmettono correttamente le immagini al cervello. Durante l’adolescenza, di giorno, riuscivo anche a leggere un testo, ma oggi, a 44 anni, progressivamente, ho perso questa capacità. Nello specifico, ho una visione parziale laterale, quindi centralmente, non vedo nulla. Di giorno, grazie anche al mio inseparabile bastone, ho una certa autonomia e mobilità e riesco a muovermi anche abbastanza velocemente. Certo non posso correre, ma riesco ad avere un passo abbastanza spedito: come coloro che conoscono la loro abitazione, e anche di notte riescono a muoversi senza il bisogno di accendere la luce, così anche io, facendo sempre gli stessi passi per spostarmi da casa al lavoro, e nelle zone limitrofe, ho sviluppato una certa dimestichezza con il percorso, in quanto conosco tutte le buche, i dossi ecc. Se di giorno riesco a sfruttare al massimo il mio residuo, di sera le cose cambiano, in quanto, devo fare i conti con gli imprevisti, che possono essere dati dalle persone, che mi camminano accanto, o che mi tagliano la strada, dalle bici, che non fanno rumore o magari non si annunciano con un campanello, o meglio ancora da un’automobile parcheggiata selvaggiamente sul marciapiede o sulle strisce. Quindi, tutte cose che anche se conosci il percorso a memoria, non puoi prevedere; tornando all’esempio di prima, è come se nel percorso che fai ad occhi chiusi di notte a casa tua, ti trovi davanti un ostacolo come una sedia o un giocattolo di tuo figlio, non preventivato nella tua memoria fotografica.
Questo, fa sì che col buio il mio passo risulti molto più lento rispetto al passo che ho con la luce del giorno, e naturalmente, questo genera di problemi di difficile soluzione.
Tutti voi conoscete l’attacco che gli ipovedenti e non vedenti hanno subito negli ultimi anni da parte dei mass-media, con trasmissioni, servizi ecc. atti a screditare la nostra categoria. Le percentuali di coloro che erano veramente falsi ciechi sono risultate esigue, anche perché, in Italia, la maggior parte delle persone, non sa nemmeno la differenza che c’è tra un non vedente ed un ipovedente, quindi, molti dei denunciati, sono risultati ipovedenti e non falsi ciechi. Ma sta di fatto che ormai il messaggio ingannevole è passato. Per capirci, una volta, per assurdo, quando si incontrava un non vedente, si diceva: “poverino il signore è un non vedente”. Adesso, invece, la frase più ricorrente che molti di noi si è sentito dire è: “ma questo è davvero un minorato della vista??”.
Tale segnalazione di disagio, a noi della commissione nazionale ipovedenti è giunta da più parti d’Italia, ricordo ad esempio una lettera aperta che è giunta proprio dalla commissione ipovedenti della regione Lazio, e noi, ci siamo adoperati per lanciare campagne pubblicitarie, che spiegassero le differenze tra ipovedenti e non vedenti, per cercare di arginare il malcostume generato dai mezzi di comunicazione di massa.
Anche io, non ho avuto degli sconti, e ho pagato anzi, continuo a pagare il mio tributo alla causa.
Quotidianamente, sono vittima di battute o di accuse, che citerò per opportuna conoscenza. Una delle più “carine” è stato quando una domenica, camminando vicino casa, da un balcone una donna ha esclamato: “attento, ci sono le telecamere”. Io, tra lo stupito e lo sconcertato, mi sono voltato in direzione della voce, ed ho esclamato che non ho alcun problema, anzi, se la signora avesse voluto, sarei stato a disposizione per sottopormi ad una visita oculistica. A tale proposta la signora, si è giustificata dicendo che era solo una battuta. Ma se questo è avvenuto di giorno, un’altra curiosa esperienza l’ho avuta di sera, dove, avendo come sopracitato un passo più lento, mi sono sentito dire da un passante: “dai, puoi smetterla di fare il finto cieco”.
Naturalmente, il mio dazio da pagare, non si è fermato certo qui; infatti, alcune volte, anche da vetture che si fermano per farmi passare, mi sono sentito dire: “sei cieco o falso…? Un’altra volta, mi sono recato allo stadio, per seguire la mia squadra del cuore, anche lì, non è che vedessi granché, ma, essere allo stadio, sentire dal vivo i cori della tifoseria, le battute degli spettatori che additano in modo colorito un arbitro, certamente è più divertente che seguire le partite alla radio. Ma all’uscita dall’impianto, mentre ero sotto braccio a mio padre, per il sopraggiunto imbrunire, mi sono sentito additare come colui che abusava della sua condizione visiva quando gli facesse comodo. Da allora, per evitare guai, non sono più andato allo stadio.
Purtroppo, come sottolineavo poc’anzi, non c’è nemmeno la cultura del sapere la differenza tra un ipovedente e un non vedente, basti pensare che solo un quarto della popolazione conosce tale differenza; mi è capitato in diverse parti dello stivale, di camminare con il bastone, e sentirmi dire la qualunque, come da stai cercando l’acqua, siete dell’E.N.E.L., (mi è successo a Trento, insieme ad un mio amico entrambi con il bastone), cerchi i gatti con quel bastone? Quindi dopo il pifferaio magico, che attirava i topi con il suono del suo flauto, adesso c’è il bastone attira gatti. Ma quella più bizzarra, è stata un’insegnante di mio figlio in un liceo classico, che durante una riunione con i genitori, vedendomi arrivare ha esclamato: “ma cos’è, una canna da pesca?”. Perché, secondo voi, io d’inverno vado ad una riunione tra genitori e docenti con una canna da pesca?… a voi le riflessioni.
Credo che all’interno della nostra grandiosa e storica Associazione (U.I.C.I), si dovrebbe per il futuro programmare degli interventi mirati per cancellare la diffidenza che ormai aleggia su di noi, e ancor di più sensibilizzare i cittadini per capire le differenze tra ipovedenti e non vedenti.
Per farvi rendere conto ancor di più le motivazioni che mi spingono a insistere su questo punto, racconterò un episodio chiave accadutomi qualche anno fa. Era un pomeriggio d’inverno, ero uscito dal lavoro e, con un bus, ero arrivato ad un capolinea, dove si trovano diversi bus, che partono per più parti della città, diciamo pure uno snodo di linee urbane, come ce ne sono tanti in molte città. Io, dovevo tornare a casa, e ad un impiegato delle linee urbane, ho chiesto: “Mi scusi, dov’è il bus n° 110?” L’addetto, con molta tranquillità, mi rispose: “perché, non lo vedi?” Fino a qui tutto ok, in quanto non avevo ancora il bastone, e anche se l’impiegato poteva essere più gentile, non mi ha dato una risposta offensiva, in quanto non avevo certo scritto in fronte che avevo problemi di vista. Ma fu allora che io esclamai: “No, non vedo il numero , perché sono un ipovedente”. Lui rispose: “Come? A tipo vedente?”. Quando finalmente, gli spiegai la differenza tra l’ipo ed il non, mi sollevò quasi di peso per portarmi dentro il bus che mi serviva, con poca discrezione, per cercare di recuperare alla gaffe fatta.
Sarebbero tanti gli episodi che potrei ancora raccontare, ma credo di aver reso il senso del disagio che in questo momento provo sia io che molti miei amici che sono nelle mie stesse condizioni. Forse un giorno, scriverò un libro con la raccolta di tutte le storie più bizzarre, per ora mi fermo qui, nella speranza, che in futuro, quando un tg, o un giornale, darà la notizia della denuncia verso un falso cieco, se questo dopo le opportune indagini fatte dagli organi preposti, non risultasse tale, gli stessi organi di stampa che hanno dato la notizia, diano anche tempestivamente la smentita del falso scoop, per non gettare fango su una categoria che con il passare del tempo e con le false informazioni, ha perso credibilità agli occhi dell’opinione pubblica.

Disabile ed egoista, di Giuseppe Fornaro

Autore: Giuseppe Fornaro

Non è che mi spaventi ancora quando in qualche modo mi fanno notare di essere diverso, nemmeno mi illudo più di tanto quando questa mia condizione di disabilità viene sottolineata come “valore aggiunto” o “diversa abilità” e quant’altro questa Società si inventi quando le circostanze lo impongono .
Qualche volta però ,commetto l’errore di credere che almeno sono considerato da – tutti gli altri- un cittadino come quello che paga le tasse per avere un servizio.
Il mio dovere di cittadino, come -Tutti gli altri- credo di farlo, nonostante tutto.
Ieri sera, puntuale come uno spillone nel taschino della camicia, mentre sto per rientrare a casa , mi arriva la solita fitta, una sfida beffarda che provoca con arroganza e dice :- vediamo se riesci a tornare a casa, e la prossima volta pensaci due volte prima di uscire- .
Beffa lanciata dal mio posto di sosta riservata per disabili, destinatomi da una regolare ordinanza ormai da vent’anni , e da allora, regolarmente abusato da qualche “ diverso da me” che pure pretende di essere considerato persona normale.
Stanco di vent’anni di consapevolezze, tiro fuori le solite strategie , stanche anch’esse, per raggiungere casa, a dispetto di tutte le barriere e le soste selvagge ex novo intervenute in quel momento a dar forza allo spillone che già aveva fatto egregiamente il suo lavoro poc’anzi .
Arrivo a casa, chiamo il comando dei vigili, e come al solito dentro di me si si spinge con forza una punta di lieve mortificazione per essere costretto a chiamare in mio aiuto, quotidianamente, un servizio di tutela che nonostante i suoi sforzi non riesce a risolvermi il problema ; mi risponde un piantone che accoglie la mia richiesta con palese disappunto, interpretandola come il frutto di un’indifferenza egoistica a danno di quanto di importante realizza il corpo della polizia urbana di sant’Anastasia :-“ I vigili sono impegnati in cose molto importanti, ma lei, giustamente, egoisticamente, non lo vorrà nemmeno sapere.” Gli chiedo se per caso mi ha mai conosciuto per potermi giudicare come persona egoista , oppure sa soltanto che sono disabile e questo gli basta per darmi la doppia etichetta “ disabile ed egoista”. Risponde che non mi conosce, quindi forse non sarà vero che io sia egoista, la qual cosa mi solleva , non c’è niente di peggio che rischiare di diventare egoista solo perché ne tocchi una bella quantità tutti i giorni.
Così resto in silenzio per interminabili minuti,abbracciato dallo sguardo sconfortato della mia famiglia e con la quale non voglio, egoisticamente, condividere questa amarezza ,seppure essa arrivi inevitabilmente di riflesso …purtroppo.
Ordino una pizza al domicilio (evitando di andarci di persona in pizzeria, potrei al ritorno, ritrovarci parcheggiato un tir nell’indifferenza di -tutti gli altri- o anche una costruzione abusiva, chissà…) e fingiamo tutti che non sia successo niente di grave.
Nonostante tutto oggi ho voluto raccontarla, perché si aiuti a riflettere sull’importanza delle Istituzioni al servizio del cittadino, persino di quello disabile (pensa un po’), perché le Pubbliche Amministrazioni investano maggiori energie per la formazione dei dipendenti investiti di importanti responsabilità ed anche perché si pongano le basi per capire che quando un servizio è di “tutti”, non è di “Tutti gli altri”, e soprattutto non è gestibile secondo le proprie arbitrarie convinzioni verso i singoli, ma va gestito con atteggiamenti serie seri e competenti sulla scorta di quanto dettano normative che vanno rispettate prima ancora di chiederne rispetto.

Teatro dei Sensi, Redazionale

Autore: Redazionale

Espressioni di una natura impressionabile
Domenica 22 febbraio 2015
Museo Tattile Statale Omero – Mole Vanvitelliana

ANCONA – Domenica 22 febbraio va in scena al Museo Omero un percorso poetico sensoriale al buio dal titolo Espressioni di una natura impressionabile.

La compagnia teatrale “Punti di vista” di Roma, utilizzando gli strumenti evocativi del teatro dei sensi, sviluppati ed affinati in una drammaturgia del tocco, condurrà il pubblico, in gruppi di 30 persone lungo un sentiero, alla ricerca di una medicina, una pietra filosofale, una pozione, un incantesimo capace di guarire ogni malessere della mente e dello spirito.
Ogni grande impresa prevede, per definizione, un cammino insidioso, il raggiungimento di una meta remota sarà possibile solo se si avrà la forza di superare i burrascosi tumulti della natura, sopravvivendo alle tempeste emotive, continuando a lottare per non essere abbagliati da silenzi assordanti, sperando di non annegare nell’infinito contenuto nel nulla.
La materia scolpita da Paolo Annibali sarà la fonte energetica dalla quale sgorgheranno gocce di risposte alimentanti nuovi, massicci quesiti, incastonati in una profezia ineluttabile. L’unica sconfitta è la solitudine.

Un evento proposto dal Museo Omero anche in occasione della Giornata Nazionale del Braille (21 febbraio).

INFO
Orario: quattro turni da 40 minuti ciascuno; ogni turno vedrà la presenza di massimo 30 utenti: 11:00 / 12:00 – 16:00 / 17:00.
Prenotazione obbligatoria.
Ingresso libero.
Museo Tattile Statale Omero
Mole Vanvitelliana – Banchina Giovanni da Chio 28
tel. 0712811935
email: didattica@museoomero.it
sito: www.museoomero.it

Monica Bernacchia – Museo Tattile Statale Omero  tel. 0712811935 email monica.bernacchia@museoomero.it

FOTO beni culturali livello2_puntidivista_22feb15

Anziani: L’INDIFFEERENZA, di Cesare Barca

Autore: Cesare Barca

Conversazione con la dr.ssa katia Caravello
Psicologa psicoterapeuta.

Vi è mai accaduto di trattare di un argomento che vi sta a cuore con qualcuno che avvertite assente, lontano e indifferente alle vostre spiegazioni, alle vostre perplessità?
Avviene talora che, nei momenti di maggior bisogno di ricevere un consiglio, di avvertire in altri interesse per la vostra situazione personale, per l’assoluta importanza che attribuite ad una circostanza particolare che vi investe personalmente o collettivamente vi accorgete che, malgrado la presenza fisica dell’ascoltatore avvertite la sua assoluta indifferenza e siete feriti da un penoso senso di vuoto determinato dalla totale assenza della persona a cui vorreste affidare la vostra situazione?
Ciò che può accaderci personalmente si verifica purtroppo molto frequentemente a livello sociale soprattutto quando si cerchi di esprimere un bisogno collettivo, l’urgenza di assumere una decisione che determini un comportamento socialmente rilevante.
Parliamo spesso di inclusione, di condivisione, di interdipendenza senza accorgerci che il nostro entusiasmo cade nel vuoto, che le nostre intenzioni, le nostre aspirazioni svaniscono non appena proposte
È ben vero che il combattimento contro l’indifferenza è difficilissimo: preferibile un grande entusiasmo anche se eccessivo o ingiustificato piuttosto che l’indifferenza, un nemico che non si fa conoscere, che non accetta né il confronto e tento meno lo scontro: l’indifferenza è insomma il peggior nemico, un nemico con cui non è possibile lottare.
Cosa accade, dunque, quando l’indifferenza diviene un comportamento collettivamente diffuso?
Per questo avremo con noi, nella nostra sala 98 90 50 l’amica Katia Caravello che, nella sua qualità di psicologa_psicoterapeuta con esperienza sulle problematiche sociali più gravi quali sono quelle connesse alla pluriminorazione, ci condurrà ad un approfondimento di questo morbo tanto diffuso anche oggi nella nostra civiltà così avanzata nella possibilità tecnologica della partecipazione e spesso tanto alienante e assurdamente indifferente dinnanzi alle situazioni più cogenti.
Si tratta di un tema che ci mette, per così dire, alla prova: se saremo in molti nella sala virtuale mercoledì 18 febbraio alle ore 18 vorrà dire che non accettiamo l’indifferenza, ma che vogliamo dedicare il nostro impegno per conoscere e approfondirne le cause e le implicazioni per sconfiggerla, ma se saremo in pochi, aldilà di ogni causa di possibile impedimento personale, vorrà forse significare che anche noi siamo piagati da questa malattia pressoché inguaribile.
Che ne dite, catastrofismo il mio? No davvero: siamo aperti alla speranza e proprio per questo vogliamo lottare contro l’indifferenza, una condizione che induce allo spegnimento di ogni iniziativa entusiasmante.
Ritengo che l’intervento della Dr.ssa Caravello sia invece particolarmente ricco di coinvolgimento per tentare di sanare questa insopportabile situazione in cui troppo spesso ci conduce il momento che stiamo vivendo collettivamente.

Vi aspettiamo perché possiate esprimere le vostre esperienze e le convinzioni personali, perché possiate tutti insieme contribuire alla riuscita di questo interessante incontro.

Come sempre per avere il pin di ingresso nella sala potete telefonare o scrivere a me e agli amici Nunziante Esposito e Pino Servidio.
A mercoledì, dunque, giorno 18 nella sala 98 90 50 alle ore 18.
Cesare Barca
Email: cesarebarca@alice.it
Tel. 329 20 50 972
Nunziante Esposito: email Nunziante.espositoo@alice.it tel. Tel. 349 67 23 351
Pino servidio email: Giuseppe.servidio@alice.it tel.335 80 82 002