I ciechi e lo Shiatsu, una realtà in espansione, di Sauro Fani

Autore: Sauro Fani

Nello scorso  mese di ottobre, si è concluso a Firenze, in collaborazione con il Consiglio Regionale UICI della Toscana, il nono corso Shiatsu dedicato a ciechi ed ipovedenti, realizzato dall'Accademia Italiana Shiatsu Do.

Il primo dei 4 step formativi, giunto oramai alla sua nona edizione, ha visto in questi quasi 10 anni la partecipazione di circa un centinaio di non vedenti ed ipovedenti provenienti da tutta Italia, confermando così l'interesse sempre crescente verso questo tipo di disciplina evolutiva.

Che cos'è lo Shiatsu?
Tokujiro Namikoshi, il padre di questa tecnica di trattamento corporeo, affermava: "Lo shiatsu è l'abbraccio della mamma verso il bambino".

Per cercare di fare chiarezza e sgomberare i molti luoghi comuni, potremmo dire che lo shiatsu,
è considerata una disciplina 'evolutiva', la cui espressione tecnica si basa sul portare una serie di pressioni con il palmo della mano, con il pollice e con il gomito su determinate zone del corpo, e lungo percorsi energetici riconosciuti e studiati da millenni; proprio a causa del sostegno, l'avvolgenza e la cura che l'operatore porta nell'accompagnare colui che riceve il trattamento, si riscontra la diversità con alcune forme di massaggio tradizionale
dove si hanno impastamenti, sfregamenti, manipolazioni ecc, direttamente sulla pelle.
Lo shiatsu, di origine giapponese, nella sua forma di massimo rispetto per l'essere, si esercita sulla persona vestita, adagiata su comodi futon (materassini giapponesi); le caratteristiche di una pressione shiatsu sono la perpendicolarità, la costanza e la capacità di indurre un piacevole senso di benessere attraverso lo sblocco e la dinamizzazione di situazioni altrimenti stagnanti.
Come forma di terapia manuale dapprima denominata "Anma", questa tecnica nasce in Giappone  all'inizio del ventesimo secolo. Nel 1925 Tokujiro Namikoshi fonda la prima di una serie di scuole che nel 1940 portarono alla creazione dell'Istituto Giapponese di Shiatsu, chiamato oggi Nippon Shiatsu School.
A cavallo tra gli anni 60 e 70, il maestro Masunaga creò un proprio stile che si contraddistinse per una maggiore varietà delle tecniche utilizzate per unpreciso riferimento alla visione  taoista dell'uomo, peraltro molto diffusa in estremo oriente.
è interessante ricordare che, fin dagli inizi del ventesimo secolo, la pratica dell'Anma, e poi dello Shiatsu, era a quasi totale appannaggio dei ciechi , che potevano così garantirsi il sostentamento economico.
  Nel Giappone occupato dopo la seconda
Guerra mondiale, Il generale Douglas MacArthur proibì la pratica di ogni medicina tradizionale, quale agopuntura, moxibustione (Riscaldamento degli agopunti attraverso l'artemisia), e Shiatsu, ritenendo  Queste tecniche non scientifiche pertanto superflue.
Di conseguenza molti terapisti persero il lavoro , gettando molti ciechi nella più completa disperazione al punto da spingere qualcuno di essi al suicidio.
L' Associazione Giapponese dei Ciechi inviò  un messaggio di emergenza alla scrittrice, attivista ed insegnante statunitense sordo-cieca Helen Keller, chiedendo la sua intercessione. Ella scrisse al Presidente degli Stati Uniti Harry Truman, che a sua volta fece pressione sul Generale MacArthur, affinchè  questi cambiasse la legge in vigore.
Gli esperti di Shiatsu ed Agopuntura ciechi del Giappone onorano ancora la memoria di Helen Keller, e a Tokyo   è stata istituita una scuola di Shiatsu ed Agopuntura, soprattutto per i ciechi, chiamata appunto The Helen Keller Institute  .

Ma è agli inizi degli anni novanta che lo Shiatsu ha sviluppato un percorso autonomo producendo forme originali, e creando nuovi spazi finalizzati allo sviluppo di uno stato di migliore vitalità e benessere, di ottimizzazione delle risorse personali di tutti i soggetti coinvolti, contribuendo a strutturare e ad espandere un nuovo settore professionale che attiene alla qualità della vita, e che si colloca fuori dall'universo sanitario.
Oggi abbiamo professionisti shiatsu non vedenti, che prestano la loro opera  presso centri anziani, palestre, o in studi privati, e alcuni fisioterapisti e psicoterapeuti , che hanno integrato lo Shiatsu nella loro professione.
Ma l'aspetto più importante che preme sottolineare, è il potente valore d'integrazione sociale che questa disciplina estrinseca attraverso la sua diffusione.
Se per ognuno di noi oggi vi è una necessità sempre maggiore di reali ed autentici contatti interpersonali che prediligano i nostri sensi e sensibilità, questo concetto assume ancor più rilevanza per le persone affette da deficit visivo le quali, avendo sviluppato gioco forza una loro sensibilità non soltanto tattile, esaudiscono in pieno le prerogative di questa disciplina, in un CONFRONTO paritetico che dia l'opportunità di esprimere finalmente le potenzialità di ognuno.
Da circa 10 anni, la sede fiorentina dell'accademia Italiana Shiatsu Do, organizza questi percorsi formativi, grazie ad istruttori ed assistenti  che nel tempo, hanno maturato le necessarie competenze al fine di poter trasmettere con efficacia e semplicità, le particolari tecniche e posture utilizzate.
infatti, a differenza di quel che avviene nei corsi tradizionali, dove ogni posizione o sequenza viene dimostrata visivamente agli alunni che in un secondo momento dovranno ripeterla, qui verrà verbalizzato ogni movimento che gli allievi andranno poi ad eseguire, accompagnandoli così in un lavoro sia individuale che di gruppo.
Paradossalmente, considerando che i corsi sono adattati alle specifiche necessità di chi non vede o vede poco, ma che non vogliono e non debbono essere ad loro esclusivo appannaggio, gli allievi vedenti inseriti in questi corsi trovano particolarmente prezioso questo doppio canale di formazione visiva ed uditiva, innescando così quell'integrazione tra ciechi e vedenti, che nasce da un comune linguaggio del corpo.
Il corso prevede un primo incontro introduttivo nel quale si cominceranno a muovere i primi passi in questa disciplina. Per chi intende poi proseguire la formazione, le lezioni avranno  scadenza mensile, e saranno essenzialmente basate su esperienze pratiche. Non è richiesta alcuna preparazione in particolari discipline o materie, 'unica cosa necessaria , questo si, sarà avere la curiosità di scoprire una disciplina che, se affrontata con passione, può cambiare davvero in positivo il nostro modo di essere e di rapportarsi con il mondo che ci circonda.

 

L’importanza dell’assistenza scolastica domiciliare, di Marco Farinaccia

Autore: Marco Farinaccia

Mi chiamo Marco Farinaccia, le mando questa mail per metterla a conoscenza del fatto che la situazione descritta nella lettera inviatagli prima della fine del 2012, non è affatto migliorata, anzi ad oggi 24 Gennaio 2013 la mia piccola Chiara, ipovedente si è vista sparire definitivamente da più di un mese ogni tipo di assistenza domiciliare, consulenza tiflologica,e tutto ciò che è previsto dalla legge regione Abruzzo L 32/97.
L' UICI di Chieti alla lettera ha risposto con un comunicato al Presidente della Provincia di Chieti sollecitandolo a risolvere i problemi, e a noi genitori dei minori interessati da questo servizio, di appoggiarci per qualunque atto avessimo intenzione di intraprendere.
Noi genitori nei vari incontri con assessori, funzionari, dirigenti e Presidente della Provincia di Chieti non siamo riusciti a concludere assolutamente nulla, ci viene detto che i fondi da parte della Provincia sono 600 EURO a utente e con quelli le cooperative devono svolgere il servizio previsto dalla legge, le cooperative dicono che i fondi sono insufficienti, e noi siamo in mezzo con i nostri figli che perdono terreno rispetto ad altri ragazzi nello svolgimento dei programmi scolastici, e soprattutto nello sviluppo e nell'integrazione nella società.
Negli anni scorsi il servizio era gestito dall' UICI di CHIETI, e avevamo assistenza domiciliare di insegnanti specializzati per ragazzi con questo tipo di minorazione, l'assistenza del TIFLOLOGO periodica, ma disponibile al momento si verificavano problemi sia di apprendimento a scuola o comportamentali nell'ambito scolastico, oppure gli insegnanti di ruolo, non esperti nel trattare ragazzi con minorazioni visive, richiedessero consigli,o incontri per coordinare le attività da svolgere,oppure la scelta dell'ingrandimento dei testi, e quanto necessario a fare in modo che i nostri ragazzi vadano a passo con il mondo scolastico e non solo.
Al paragone del servizio svolto negli anni scorsi, le strutture che oggi non riescono a darlo allo stesso modo, rispondono che i fondi in passato erano di gran lunga più consistenti.

Marco Farinaccia.

Primo corso di formazione italiano per mediatori civili e commerciali, a cura della Bridge Mediation Italia

Autore: a cura della Bridge Mediation Italia

IL 30 GENNAIO 2013 DALLE ORE 13:00 ALLE ORE 15:00, PRESSO LA PRESTIGIOSA SEDE DEL COLLEGIO LEONIANO, IN VIA POMPEO MAGNO 21 A ROMA, SI TERRA' UNA CONFERENZA STAMPA CONGIUNTA BRIDGE MEDIATION ITALIA E DELL'ISTITUTO PER LA RICERCA, LA FORMAZIONE E LA RIABILITAZIONE DELL'UNIONE ITALIANA CIECHI
Bridge Mediation Italia e l'Istituto per la Riabilitazione e la Formazione (IRIFOR) dell'Unione Italiana Ciechi (UIC) realizzeranno una conferenza stampa congiunta per lanciare un ambizioso progetto che vede la loro futura collaborazione e l'inizio, il prossimo 4 di febbraio, del primo corso di formazione italiano per mediatori civili e commerciali interamente fruibile dai disabili della vista. Bridge Mediation Italia, sensibile alla condizione dei minorati della vista e conscia delle molteplici possibilità di impiego delle percettività sensoriali diverse dalla vista nel procedimento di mediazione, apre le sue liste di mediatori ai corsisti che verranno formati nel prossimo corso base svolto in collaborazione con IRIFOR, e che provengono da tutto il territorio Italiano. Al predetto corso verranno ammessi, in numero controllato, anche corsisti normovedenti in modo da creare la massima interazione fra i futuri mediatori. IRIFOR e Bridge Mediation Italia, anche in considerazione del ruolo assunto da quest'ultima quale organismo di riferimento dell'Unione Italiana Ciechi, lanceranno altresì, nel corso del 2013, corsi di specializzazione per quei mediatori normovedenti che vogliano acquisire le capacità necessarie a poter condurre al meglio procedure di mediazione ove le parti siano minorate della vista. Nel corso della conferenza stampa si succederanno relazioni di alcuni dei massimi esperti italiani in materia di mediazione. Alla fine verrà offerto un aperitivo conviviale. L'evento è a titolo gratuito.
Per maggiori informazioni su questo evento e per la necessaria prenotazione, si prega di inviare una mail al Dipartimento Opere Sociali di Bridge Mediation Italia, all'indirizzo sociale@bridgemediationitalia.it
DAL 4 AL 9 FEBBRAIO 2013, PRESSO IL CENTRO DON ORIONE, IN VIA DELLA CAMILLUCCIA 120, SI TERRA' IL PRIMO CORSO BASE PER MEDIATORI CIVILI E COMMERCIALI INTERAMENTE FRUIBILE DAI DISABILI DELLA VISTA ORGANIZZATO DA BRIDGE MEDIATION ITALIA E L'ISTITUTO PER LA RICERCA, LA FORMAZIONE E LA RIQUALIFICAZIONE DELL'UNIONE ITALIANA CIECHI:
Il corso base si svolgerà in orario 9-13 / 14-19 da lunedì 4 a sabato 9 febbraio 2013. Per coloro che abbiano superato l'esame finale, che si terrà sabato 9, e che vogliano iscriversi come mediatori di Bridge Mediation Italia, è previsto un modulo di specializzazione sui protocolli interni dell'Organismo che si terrà domenica 10 febbraio ed inizierà alle ore 10:00. Tutti i materiali del corso sono stati adattati e resi fruibili per i disabili della vista ed è prevista la presenza in aula di un tutor per tutte le specifiche necessità dei corsisti. L'IRIFOR offrirà agli associati UIC e ad eventuali accompagnatori vitto e alloggio presso la stessa struttura ove si terranno le lezioni per tutta la durata del corso.
Per maggiori informazioni su questo evento si prega di contattare il Dipartimento Formazione di Bridge Mediation Italia all'indirizzo mail: formazione@bridgemediationitalia.it

 

Direttiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di Maria Cecilia Guerra

Autore: Maria Cecilia Guerra

Egregio Presidente,
in relazione alla sua lettera del 9 gennaio 2013, le fornisco di seguito gli elementi informativi utili a spiegare le scelte operate da questa Amministrazione.
Nell'anno 2012, il riparto del fondo delle politiche sociali è intervenuto con considerevole ritardo rispetto alle annualità precedenti. Normalmente il suddetto riparto veniva infatti effettuato nei mesi di giugno – luglio; quest'anno, al contrario, visti i vari interventi normativi e amministrativi di riduzione della spesa pubblica e la mancata intesa con le Regioni, i tempi si sono notevolmente allungati, tanto che soltanto in data 16 novembre 2012 è stato firmato il decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze concernente la ripartizione del fondo nazionale per le politiche sociali anno 2012; tale decreto è stato registrato dalla Corte dei Conti il 27 novembre 2012.
Con decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze del 5 dicembre 2012, registrato presso la Corte dei Conti in data 12 dicembre 2012, è stata assegnata al fondo per l'associazionismo sociale la somma di Euro 6.750.000,00.
La legge sulla contabilità di stato prevede che la gestione finanziaria dello stato si svolge in base al bilancio annuale di previsione e l'unità temporale della gestione è l'anno finanziario che comincia il 1° gennaio e termina il 31 dicembre. Gli impegni di spesa assunti possono riferirsi soltanto all'esercizio in corso, pertanto alla chiusura dell'esercizio finanziario il 31 dicembre nessun impegno può essere assunto a carico dell'esercizio scaduto. Quindi, nel caso di specie, la somma assegnata a seguito del riparto del fondo, la cui registrazione da parte della Corte dei Conti si è avuta, come ricordato, solo in data 27 novembre 2012, doveva essere necessariamente impegnata entro il 31 dicembre 2012, pena la perdita sul competente capitolo di bilancio della somma stessa con conseguente reintegro nelle casse generali dello stato.
La somma deve essere però impegnata nei confronti di beneficiari certi , che in questo caso vanno individuati attraverso una procedura di evidenza pubblica, come previsto dall'art. 12 della legge 241/1990 e s.m.i., che prevede una fase di valutazione da parte di una apposita commissione, che redige le graduatorie degli ammessi, nonché la successiva approvazione da parte dell'Osservatorio nazionale che, come anche da Lei affermato, è stato mantenuto dalla legge n. 135 del 7 agosto 2012. Il riferimento al D.P.C.M. 46/2011, che stabilisce in massimo 180 giorni il termine di conclusione del procedimento amministrativo, è un puro riferimento ai termini massimi previsti per la conclusione della procedura complessiva, comprendente anche la fase successiva all'impegno finanziario. Ma in ogni caso, il decreto di impegno deve essere effettuato entro il 31 dicembre dell'anno in corso.
Mi preme sottolineare che, non appena abbiamo avuto l'informazione della registrazione del decreto di riparto del fondo, abbiamo provveduto a pubblicare sul sito le linee di indirizzo, in anticipo rispetto alla loro registrazione da parte della Corte dei Conti, con ciò anticipando l'iter procedurale altrimenti previsto. A nulla rileva l'errata corrige del 5 dicembre, in quanto essa è intervenuta a correggere un errore materiale non avente alcuna incidenza sugli ambiti di intervento previsti nel bando, i quali comunque rimangono pressoché invariati da molte annualità, salvo piccole integrazioni o specifiche.
In conclusione l'amministrazione si è trovata nella necessità di stabilire termini più ristretti del solito per agire in maniera conforme a quanto previsto dalle norme sulla contabilità pubblica e garantire al tempo stesso l'effettivo svolgimento del bando, dando seguito alle legittime aspettative delle stesse associazioni di promozione sociale. Si ribadisce infatti che, qualora l'impegno della somma stanziata non fosse stato effettuato entro il 31 dicembre nei confronti di beneficiari certi e individuati, le associazioni di promozione sociale avrebbero visto persa la somma stanziata a loro favore, in un anno come quello appena trascorso, che ha comportato tagli in molti settori.
Queste osservazioni servono anche a chiarire come non sia possibile dare seguito alla richiesta di Lei avanzata di riavvio della procedura. Riavvio che, anche ove fosse possibile, non troverebbe comunque motivazione nella impossibilità materiale di presentazione dei propri progetti da parte delle Aps, che Lei richiama nella sua lettera. La partecipazione delle associazioni alla procedura è stata infatti, al contrario, ampia: sono 109 le domande di finanziamento pervenute entro i termini. Un numero che, se si tiene conto del fatto che quest'anno le associazioni potevano presentare una sola domanda di finanziamento, è in linea con quello delle annualità precedenti, in particolare, lo scorso anno, sono state presentate 179 domande, ma poiché molte provenivano dalla stessa associazione, il numero effettivo degli enti che lo scorso anno hanno richiesto il contributo è pari a 122. Ne risulta quindi che, di fatto, la capacità della amministrazione di fronteggiare la esigenza in cui si è venuta a trovare di riuscire a contemperare tempi ristretti, effettivo utilizzo delle risorse ed esigenze di conoscenza e di risposta della utenza risulta positivamente riscontrata empiricamente (ex post )proprio dal numero delle domande pervenute, perché ciò attesta che la ridotta tempistica non ha nei fatti compresso in modo realmente significativo la presentazione delle istanze.
Per quanto riguarda il 2013, stiamo operando affinché il riparto del fondo nazionale delle politiche sociali avvenga in tempi stetti. L'intesa sul riparto con le Regioni dovrebbe avvenire già nei prossimi giorni. Ciò renderà possibile, al prossimo governo, predisporre tempi più distesi per l'emanazione del bando relativo alle Associazioni di Promozione Sociale.
Sperando di avere dato risposta ai suoi interrogativi, rimango a sua disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento.
Cordiali saluti.

Maria Cecilia Guerra

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Il Sottosegretario di Stato

 

Centro Regionale Sant’Alessio- Sospeso servizio di assistenza domiciliare per plurihandicap, di Tommaso Daniele

Autore: Tommaso Daniele

Al Commissario Straordinario del
Centro Regionale Sant'Alessio
Margherita di Savoia per i Ciechi
Via Odescalchi, 38
00147 Roma.

e-mail: commissario@santalessio.org

Gentile Dr. Matteini,

nella mia qualità di Presidente Nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus, ente che per legge ha il compito di rappresentare e tutelare i minorati della vista in Italia, mi permetto di farmi portavoce delle numerose istanze provenienti non solo dal territorio della Regione Lazio circa la situazione in cui versa l'Istituto "S. Alessio", di cui Lei riveste la qualità di Commissario.

Purtroppo, mi risulta che il servizio di assistenza domiciliare per il plurihandicap erogato dall'Istituto sia stato sospeso.

Non ho certo bisogno di sottolineare l'importanza che tale servizio riveste per i non vedenti e le loro famiglie, soprattutto trattandosi dell'assistenza  domiciliare di coloro che soffrono anche di minorazioni aggiuntive alla disabilità visiva.

Naturalmente mi rendo conto che la difficoltà della situazione politico-amministrativa in cui versa la Regione Lazio non offra il terreno migliore su cui operare in un settore come quello del welfare, però non posso fare a meno di sottolineare come, anche in questa circostanza, siano i cittadini più deboli e più bisognosi di aiuto ad essere direttamente colpiti dalle mancanze delle amministrazioni pubbliche di riferimento.

Le sarei, quindi, particolarmente grato se potesse, nei limiti dei suoi poteri istituzionali, provvedere a riattivare il predetto servizio assistenziale erogato dall'Istituto a solo vantaggio di tutte quelle persone cieche e ipovedenti che rischiano di trovarsi in irrimediabili condizioni di disagio ed emarginazione sociale.

La ringrazio sin d'ora per l'attenzione che vorrà prestare alla presente, e rimango a Sua completa disposizione per ogni possibile forma di collaborazione.

In attesa di un cortese cenno di riscontro, l'occasione mi è gradita per porgerLe i più distinti saluti.

Il Presidente Nazionale
Prof. Tommaso Daniele

Savona: benedizione dei cani guida, di Federico Melloni e Pietro Gollo

Autore: Federico Melloni e Pietro Gollo

Presso la chiesa del Sacro Cuore si è effettuata durante la santa messa la benedizione dei cani guida, che sono creature che con molta fedeltà accompagnano i disabili visivi tutti i giorni.

Per questa bella iniziativa il Presidente del MAC, Pietro Gollo e il Presidente dell'UICI, sezione di Savona, ringraziano tutti coloro che hanno preso parte alla celebrazione e porgono il loro sentito grazie all'assistente del gruppo MAC di Savona don Gino Peluffo.

Federico Melloni e Pietro Gollo

Sintesi dei lavori della Direzione Nazionale, di Claudio Romano

Autore: Claudio Romano

Il 17 gennaio a Roma, nella sede centrale dell'Unione, si è riunita, in seduta ordinaria, la Direzione Nazionale presieduta dal presidente Tommaso Daniele con la collaborazione del vice presidente Giuseppe Terranova e del vice segretario generale Alessandro Locati.

1) In apertura dei lavori, il Presidente ha riferito le seguenti comunicazioni di carattere legislativo ed associativo:
a) la Legge di Stabilità 2013 approvata definitivamente dal Parlamento prima del suo scioglimento, prevede il rifinanziamento della legge 24/96 per circa 1,5 milioni di euro a favore dell'Unione. Un importante risultato che premia l'azione della Presidenza e della Direzione volta ad assicurare all'Unione la possibilità di continuare ad erogare i suoi insostituibili servizi nonché di poter svolgere il proprio ruolo di rappresentanza e tutela della categoria. Purtroppo, per quanto attiene il rifinanziamento dell'attività dell'I.Ri.Fo.R., non è stata rifinanziata la legge 379/93; il recupero del contributo che potrebbe giungere all'Istituto da un fondo speciale a disposizione del Governo, incontra forti ostacoli in quanto l'Esecutivo ha deciso di impegnare l'intera somma disponibile a favore di progetti mirati al lavoro dei detenuti;
b) dopo le denunce delle organizzazioni dei cittadini con disabilità e dei sindacati, su sollecitazione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, l'INPS ha sospeso l'attuazione della sua Circolare 149/2012 che avrebbe provocato la revoca della pensione a decine di migliaia di invalidi totali. Vi si prevedeva di computare, ai fini della concessione della pensione, anche il reddito del coniuge e non più solamente quello del diretto interessato. L'insidiosa decisione dell'Istituto di previdenza se non contrastata subito, avrebbe offerto all'INPS la tentazione di estendere a tutti i cittadini con disabilità il medesimo criterio per il calcolo del reddito;
c) sono numerose le nostre sezioni provinciali che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere la convenzione con l'ANMIL per offrire ai soci ed alle loro famiglie i servizi di patronato confermando così concretamente la bontà dell'iniziativa della Sede centrale;
d) differentemente da quanto emerso all'interno della FAND, non verrà predisposto dalla Federazione un documento nel quale ogni associazione aderente avrebbe indicato alcuni punti da sottoporre alle formazioni politiche che si presenteranno alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento; infatti, il Presidente della FAND ha deciso di presentare un lungo documento contenente principi generali sulla disabilità. I dirigenti locali dell'Unione, con una lettera appositamente predisposta dalla Presidenza nazionale (vedere circolare 9/2013), sono stati invitati ad illustrare e a consegnare ai candidati del loro territorio la citata lettera che riassume in alcuni sintetici punti le problematiche della categoria.

2) Dopo la verifica degli adempimenti della riunione del 20 dicembre, della presa d'atto di alcuni verbali di commissione, dei riferimenti dei suoi componenti per quanto riguarda i propri settori e territori di competenza e dopo aver preso atto delle loro iniziative da assumere rispetto ai punti programmatici "in capo" ad ognuno, la Direzione Nazionale:
a) nel quadro dell'indispensabile contenimento della spesa e considerato l'orientamento emerso nella riunione del Consiglio nazionale del 30 novembre e 1 dicembre 2012, inteso a realizzare le opportune azioni per contenere il più possibile i contratti di collaborazione a progetto, ha deciso:
– di non rinnovare il contratto di collaborazione a progetto al segretario generale Luigi Giametta in scadenza il 31 gennaio p.v.;
– di affidare le funzioni di segretario generale dal 1 febbraio 2013 al 31 gennaio 2014, al vice segretario generale Alessandro Locati;
b) ha deciso di proporre ai Presidenti regionali il loro coinvolgimento nella programmazione 2013, nella prevista riunione con gli stessi Presidenti regionali del 7 febbraio prossimo;
c) ha esaminato ed approvato gli aggiornamenti del contratto di affitto del Centro Studi e Riabilitazione "Giuseppe Fucà" di Tirrenia;
d) ha accolto la proposta di celebrare la Giornata Nazionale del Braille del 21 febbraio a Napoli delegando al Club Italiano del Braille, in collaborazione con gli Enti che fanno parte del coordinamento, il programma ed il tema dell'evento valutando la possibilità di tenere la prossima seduta della Direzione proprio a Napoli;
e) ha stabilito di tenere la programmata asta di solidarietà sia organizzando una serata in una sala di Roma sia in modalità on line;
f) ha ritenuto opportuno compiere i necessari approfondimenti in ordine all'amministrazione contabile delle sezioni provinciali in particolare per quanto riguarda l'estensione della contabilità semplificata;
g) ha fatto proprie le proposte contenute nella seguente piattaforma rivendicativa elaborata dalla Commissione nazionale "ipovedenti":
– Estensione ai ciechi parziali delle agevolazioni economiche praticate dagli operatori telefonici sulla connessione internet riservate attualmente ai soggetti ciechi assoluti.
– Nomenclatore tariffario delle protesi. Richiesta di intervento presso la Conferenza Stato-Regioni.
– Richiesta di produzione di spot televisivi per sensibilizzare l'opinione pubblica circa la figura dell'ipovedente.
– Progetto di modifica del Decreto Ministeriale del Ministero della Sanità del 5 febbraio 1992 "Approvazione della nuova tabella indicativa delle percentuali d'invalidità per le minorazioni e malattie invalidanti".
– Richiesta di intervento presso i mass media per evidenziare le problematiche inerenti i ciechi totali e parziali.
h) ha deliberato di trasferire alle sezioni provinciali che non si erano iscritte autonomamente al cinque per mille, le somme relative agli anni 2009 e 2010 detratte le spese sostenute dalla Sede centrale.

Claudio Romano

Osare l’impossibile, di TullioFrau

Autore: TullioFrau

5 dicembre 2012, l'aereo si posa dolce sulla pista dell'aereoporto di Boavista, un clima soleggiato tiepido e leggermente ventilato ci accoglie con piacere. Gli occhi dei podisti sono tutti luccicanti per il desiderio di incominciare la sfida, 150 km in un paradiso che ancora resiste agli attacchi del progresso.
"Ciao Pier! Che bello rivederti, eccoci qui!". Lui con un sorriso pulito e sincero ci accoglie e ci accompagna nel nostro alloggio. L'isola di Boavista, collocata nel fianco occidentale dell'africa,  fa parte dell'arcipelago di Capoverde sull'oceano atlantico. Il clima è meraviglioso, tutto profuma di semplicità e tranquillità. I pochi abitanti ormai sono abituati a vedere in questo periodo i podisti, anzi i pochi ultramaratoneti arditi che osano cimentarsi in una gara come questa, una trail tra le più  dure al mondo che però vale la pena affrontare.
8 dicembre, sono le 7 del mattino, sulla linea di partenza siamo tutti pronti al via. Io sono lì con tutti gli altri, uno dei pochi fortunati a poter affrontare un'impresa simile, in 41 solamente abbiamo avuto il coraggio di accettare questa sfida. L'emozione è altissima, il cuore è a mille, a stento trattengo una lacrima che mi bagna il viso,, nessuno se ne accorge. Tutto è pronto.  marco finalmente pronuncia la fatidica parola: via! Si parte, in pochi istanti il piccolo gruppo di atleti si sgrana, dopo un km di asfalto le prime dune inghiottono gli atleti, le prime difficoltà incominciano. Avevo affrontato  altre volte imprese difficili, ma questa volta mi rendo conto immediatamente di aver a che fare con un percorso assai diverso e con difficoltà al quanto superiori a ogni mia aspettativa. Anche se avessi voluto prepararmi al meglio, credo che avrei fatto fatica a trovare terreni adatti alla simulazione di un percorso simile. Ma non c'era più tempo di pensare al passato, bisognava solo alzare le gambe e andare avanti. "Bevi, bevi"! Certo, con questo venticello e questo sole è facile disidratarsi, la temperatura incomincia a salire, le dune un po' morbide e un po' dure si susseguono ininterrottamente, canyon con concrezioni calcaree, piccoli crepacci e ogni altro tipo di insidie segnano il percorso. "Dai, dai, stiamo andando benone, siamo sulla tabella di marcia, coraggio, bevi, non ti distrarre, alza i piedi e avanti"!

L'oceano lo avevo a sinistra, la sua voce incantevole mi accompagnava, a destra  arbusti rinsecchiti che al vento emettevano suoni dolci, in lontananza il primo c. p, una scoscesa ripida discesa irta di massi, concrezioni e spaccature ci porta direttamente al primo stop. Facciamo il pieno d'acqua, l'incitazione calorosa degli addetti e via, si riparte! Le difficoltà continuano, l'emozione è ancora incontenibile, spesso una lacrima sfugge al controllo. Mi chiedo se è stata sana la decisione di partecipare ad una gara simile, mai un cieco ha osato cimentarsi in un'impresa del genere, ma ormai ero lì e lì dovevo restare, andare avanti e ad ogni costo portarla a termine in qualsiasi condizione. Siamo al relitto, una nave carica di non si sa bene che mercanzie: negli anni 70 si incagliò in prossimità della costa fornendo alla popolazione locale cibo e altri generi per qualche tempo, ora è lì a segnare una tappa di un percorso dai connotati ben definiti, una trail con difficoltà elevate. Il primo c. p. è andato, ora si viaggia verso il secondo. Sassi, sabbia, arbusti, dune morbide, canyon, strane concrezioni spuntano dalla sabbia. "Attento a dove metti i piedi"! Ma il mio cordino mi trasmette una sensibilità eccezionale, ormai so dove alzare i piedi, dove saltare o dove correre, i miei compagni di avventura sempre al mio fianco a guidarmi con maestria e attenzione. "Dai, Tullio, dai che vai bene"! Incitamenti che talvolta non sentivo tanta era la mia concentrazione nel muovere i passi. Uno dopo l'altro i metri, i chilometri si susseguivano costantemente, sembrava di andare veloce, invece la sabbia rallentava i nostri passi, ma la nostra andatura era costante. Ormai il secondo c. p. di Espinguera era alla portata. Avevo finito l'acqua, ma i rifornimenti erano lì. "Dai, ragazzi, ci siamo, dai ragazzi, bravi, ora arriva il bello"!
Abbandonato il secondo c. p, questo posto di rifornimento è situato in un villaggio di pescatori, Espinguera. Ci imbattiamo subito  in una pista sassosa,, che dico, massi taglienti, terreno scosceso, solo le capre possono vivere qui mi vien da dire! Oltretutto il percorso è in salita, e comunque che importa? Ora bisognava andare avanti, sulle spalle uno zaino pesante, circa 6 kg. Dentro tutto l'occorrente per affrontare una gara che come tempo massimo aveva un cancello di 40 ore, sotto un sole caldo circa 38 gradi, con un bel venticello che ci rendeva meno faticoso il cammino. "Avanti, dai, tra un po' si arriva ai sanpietrini, il terreno del magraid a confronto è di velluto"! E giù una risata. Ma non c'è tempo per divagare, avanti che il tempo passa. Intanto la mia caviglia destra si fa sentire, una storta nel terreno precedente mi ha tradito, ma non importa, ormai i doloretti erano diffusi e eravamo solo agli inizi.
Attraversiamo un piccolo villaggio, qua e la il belare di caprette, il ragliare di un asinello, le galline in mezzo alla pista e poche persone e bambini festosi ci vengono incontro, che meraviglia! Un altro mondo, l'emozione mi soffoca le parole in gola, d'improvviso scompaiono tutti i mali e la fatica. Queste persone hanno difficoltà a procurarsi il cibo quotidiano, noi abbiamo pagato per venire qui a fare fatica, di che mi devo lamentare? Avanti e zitto!
Ora il percorso diventa sabbioso, il mare ormai è lontano, ci siamo introdotti nell'interno dell'isola, la temperatura si fa più soffocante, il vento cala e la fatica si fa sentire maggiormente, non ci sono dune ma sabbia dura con gradoni da scavalcare, arbusti pungenti da  evitare. "Avanti, mangia qualcosa, bevi, non aspettare di aver né fame né sete, devi  prevenire"! Ed eccoci su un canale dove raramente scorre acqua, un letto di un fiume inesistente, alla fine il deserto  bianco. La sabbia finissima del terreno ci accoglie con le sue dune morbide, su e giù. "Avanti! Se corriamo più verso sinistra la sabbia è più dura, forse la allunghiamo, ma è più agevole. Dai, tra poco siamo al terzo c. p. Avanti, ecco le due palme, ci siamo, dai"! Mi siedo esausto su un sasso, sfilo lo zaino per il rifornimento di acqua, mangio qualcosa. "Tutto bene?" mi chiedono. "Sì, sì"". Ora incomincia a far caldo. "Devi continuamente bere, mi raccomando! Dai che stiamo andando  bene, un po' lenti ma benone"!
Rimesso lo zaino in spalla si riprende la strada, sembra facile, ma un segnale poco visibile ci fa per un momento perdere l'orientamento: un groviglio di rovi, arbusti e altro tipo di vegetazione rinsecchita ci impedisce la strada, dune alte e ripide si interpongono sul nostro cammino lento, radici come trappole che spesso mi fanno inciampare e talvolta cadere, ma poi la pista si allarga e via, si va a passo più spedito. Lo sguardo si perde nell'orizzonte infinito, il silenzio ci avvolge, solo le nostre parole, le nostre poche risate per sdrammatizzare la fatica e il caldo, il fruscio del vento che accarezza le imperfezioni del terreno, un vero paradiso. Ci imbattiamo in un terreno ricoperto da concrezioni particolari, sembra che la natura si sia divertita a giocare con la creta. Migliaia di riccioli cosparsi sul terreno sembrano fatti con il compasso tanto sono perfetti, invece il gioco del vento sulla creta bagnata ha lasciato sul terreno dei disegni incredibili. Non c'è tempo per divagare, il sole è alto e bisogna andare, via, via che si va! Pista sabbiosa, dura, irta di gradoni, spaccature, sassi. Attraversiamo un villaggio, una strada asfaltata, poi ci immergiamo in un piccolo bosco. Improvvisamente la fisionomia dell'ambiente cambia, erba alta,  alberi e in lontananza un gallo che canta e il ragliare di un somarello. Dura poco la frescura, si torna immediatamente sotto il sole, dopo un breve tratto di strada si svolta a destra, indicazioni verso la ciminiera, il quarto c. p. Intanto la mia caviglia grida vendetta, dentro di me si fa strada l'ipotesi del ritiro, questo pensiero mi demoralizza, mi toglie anche le poche forze rimastemi. "Maledetto, mi dico, potevi prepararti meglio, avresti dovuto immaginarlo che non era una passeggiata"! Sì, è vero, avrei proprio potuto lavorare molto meglio, allenarmi con più assiduità, ma ormai era inutile piangere sul latte versato, ero lì  e lì dovevo restare, andare avanti, stringere i denti e non lamentarmi.
Usciamo dalla strada asfaltata e giriamo verso destra, navigazione libera verso la ciminiera di Chaves,  il quarto c. p. Dopo aver superato una piccola altura ecco in lontananza il fuoristrada con i rifornimenti idrici. "Bravi, ragazzi"! Marco ci accoglie con l'acqua, sfinito mi lascio andare sul pianale del mezzo, mi sfilo lo zaino, mi gira la testa, mi sta venendo male, sto per svenire, con un ultimo sforzo mi arrampico sul pianale del pick up. Marco mi versa un po' di acqua fresca sul viso e sulle mani. "Come va?", mi chiede. Non rispondo, non ho la forza, mi fa male la caviglia, ormai sono ritirato, ma non dico nulla, ormai credo di aver finito qui la mia avventura a Boavista.
Dopo qualche minuto di rilassamento ho qualche accenno di ripresa. Mi dico: "Cretino, che hai fatto 6 ore di volo per ritirarti, tornare a casa senza medaglia? Non se ne parla nemmeno! Via, alzati e parti"! Infatti, il sardo che è dentro di me si è risvegliato e mi ha intimato di alzarmi e ripartire, via, via che si va! Ora eravamo rimasti in due, il terzo che ci affiancava e ripartito da solo cercando di recuperare terreno nei confronti degli altri. Ormai il percorso diventava facile da individuare e quindi potevamo arrangiarci, sicuramente il suo contributo è stato indispensabile. Grazie, caro amico, vai pure, tu sei veloce, noi ora cercheremo di fare del nostro meglio.
scendo dall'auto,  mi reggo in piedi precariamente, mi infilo lo zaino e via. Dopo poco siamo sulla spiaggia di Santa Monica, a destra l'oceano atlantico con tutta la sua maestà e la sua vivacità, a sinistra il nulla, deserto, terreno arido e solo silenzio, solo il fragore delle onde del mare ci fa da colonna sonora, una musica celestiale, sabbia, solo sabbia morbida che ci ruba energia in grande quantità. Avanti, sempre avanti, il vento ci rinfresca il viso, il sole ci scalda, ma senza esagerare. "Bevi, questo clima è pericoloso, sembra di no, ma si suda moltissimo e quindi l'idratazione è indispensabile". Ci incamminiamo verso punta Varadinha, il quinto c.p. marco ci aspetterà lì, ma tra noi chilometri di sabbia, mare e sabbia, le onde maestose dell'oceano. Era un ristoro per me, una musica incredibile, uno spartito divino che solo Dio avrebbe potuto scrivere. Il leggero venticello ci rinfrescava il viso, in  lontananza il rumore di un quad. "Tutto bene"? "Ma dov'è questa punta Paradinha? Non arriva mai!" "Vedi? Là infondo? Ecco, finita la spiaggia, troverete Marco ad aspettarvi". Intanto la  spiaggia continua incessantemente, passo dopo passo, via sempre avanti, finché ecco, in lontananza, Marco che ci aspetta. "Dài che ci siete, avanti! Come va la tua caviglia?" "Fammi un'altra domanda"! gli rispondo. "Dài, coraggio, ce la farai". Un po' di acqua, riempita la sacca e via, verso il sesto c. p.
Riprendiamo il cammino, sempre e solo spiaggia e oceano, silenzio, solo onde, un incantesimo che non avrei mai voluto rompere. La fatica ormai non la sentivo più, solo il dolore della caviglia mi rendeva nervoso. Maledizione, avrei potuto vivere questa esperienza soffrendo meno, ma non importa, ero lì, dove pochi al mondo possono vantarsi di essere, una gara incredibile, con difficoltà di alto livello per un vedente, immaginiamoci per un cieco. Ma non c'è tempo per divagare, concentrazione. "Attento a come metti i piedi e avanti!" Ormai è il tramonto, il sole ha perso la sua intensità, nuvole di insetti fastidiosissimi ci assalgono,in lontananza il faro del fuoristrada di marco che ci attende, sembra lì, ma invece, per un gioco di prospettive, sembra che mantenga sempre la stessa distanza.
Finalmente eccoci alle case abbandonate di Santa Monica, ormai è buio. Un minuto di rilassamento, Marco mi offre una coca cola  miracolosa, riempiamo lo zaino di acqua. "Via, dai ragazzi, ora qualche km di pista sassosa e credo che tra qualche ora ci siate, via via, avanti"! Lasciamo i sesto c.p. e ci addentriamo nella terra ferma, una pista sassosa, che dico, rocciosa! Massi appuntiti e taglienti. "Attento, alza i piedi, maledizione!"
Questi sassi non finiscono mai, ma si va avanti ugualmente, la luce delle nostre torce illumina il percorso, è ben segnato, bravi! La notte è priva di luna, ma un manto di stelle ci copre, sono miliardi, non serve vederci per capire quanto è grande l'universo, noi piccoli esseri umani siamo lì in una piccola isola e stiamo affrontando un percorso durissimo, per dimostrare solo a noi stessi che siamo capaci di portare a termine un'impresa incredibile. Sì, il percorso oltre che al buio diventa sempre più impervio, salita, sassi e solo sassi, ma poi la pista diventa un po' più agevole, in lontananza una luce. "Dai, ci siamo"! La voce di Pier e Marco ci aspetta al c. p. "Un muretto da scavalcare e poi dovete proseguire di là,  dai che ci siete, bravi ragazzi!" Ormai è fatta.
Credo che con una fasciatura adeguata avrei potuto proseguire verso il traguardo dei 150 km, non mi sentivo troppo stanco, con dei tempi diversi avrei potuto rilassarmi almeno un'oretta e poi proseguire per il traguardo finale, invece ormai i tempi non lo avrebbero permesso. Via, via, non potevo distrarmi con queste torture mentali. Prima avrei raggiunto il settimo c. p. e meglio sarebbe stato per tutti. Ancora pista sassosa, il ronzio di un generatore elettrico di un villaggio mi riporta sulla terra. Per distrarmi e non sentire il dolore scrutavo con la mente il paradiso che mi circondava, un ambiente incontaminato, un silenzio ricco di fascino e musica divina, un vero paradiso. Finalmente ecco il lampeggiante della macchina di Marco. Siamo alla spiaggia di Cural Velho, il settimo c. p., il traguardo intermedio, 71 km percorsi in 17 ore e 24 minuti. Sembra un'eternità. Un mese prima avevo percorso 70 km tutti di sterrato in 8 ore e 30, ma solo chi conosce il percorso di Boavista può capire che valore possa avere una prestazione come la mia. Certo non cerco scusanti, né attenuanti, ma se permettete io per primo mi sono detto bravo. Ora la coca cola di Marco e il suo panino al formaggio erano un dono del celo. "Bravo, Tullio, hai dimostrato carattere, io non so veramente come hai fatto, complimenti"! "Grazie, grazie davvero, grazie infinite, tu e Pier mi avete dato la  possibilità di poter toccare il cielo con le dita, di poter attraversare un paradiso che altrimenti mai avrei potuto vivere"! L'emozione" mi soffocava le parole in gola, la solita lacrima che sfugge furtiva. E' notte fonda e nessuno si accorge del mio pianto di gioia incontenibile per aver raggiunto, se pur a metà, un traguardo incredibile. Il fuoristrada sobbalza sui sassi dove poco prima io camminavo, le ruote fanno fatica a superare gli ostacoli, è notte fonda. "Domani avrai la tua medaglia di finisher", dice Marco, "te la sei proprio meritata"! "Sì, grazie, ne sono orgoglioso"! Finalmente in camera, dopo la doccia le lenzuola fresche mi accolgono dolcemente, non riesco a prendere sonno, ho ancora nelle orecchie il fragore delle onde dell'oceano, il profumo del mare, sento il vento che mi accarezza il volto. Dio, solo tu hai potuto creare meraviglie simili, grazie per avermi dato la possibilità di poterne godere con tale intensità…

In questo mio racconto ho volutamente evitato di fare i nomi dei miei accompagnatori, credo che chi scelga di accompagnare un non vedente, o comunque una persona che altrimenti non possa in altro modo affrontare un'impresa simile, lo faccia con la consapevolezza di compiere un'azione meritoria. Grazie è solo una parola inventata da noi per dimostrare al prossimo tutta la nostra gratitudine.

Tullio Frau

Trubbiani e la poesia con Francesco Scarabocchi, Redazionale

Autore: Redazionale

L'immaginazione della parola scrittura e letteratura

Venerdì 25 gennaio ore 17,30

Mole Vanvitelliana, Ancona

Ingresso libero

Venerdì 25 gennaio alle ore 17,30 alla Mole Vanvitelliana di Ancona il poeta Francesco Scarabicchi, leggerà con una sua interpretazione personale, alcuni testi di Valeriano Trubbiani, attraverso uno scandaglio nell'immaginazione della parola trubbianea, indagando fra la scrittura dello scultore e il suo interesse per la letteratura. L'attore Giorgio Sebastianelli darà voce ai testi selezionati.
Questo appuntamento è inserito all'interno del calendario che il Museo Tattile Statale Omero ha ideato per la mostra Trubbiani – De rerum fabula, per dare risalto a un aspetto distintivo del lavoro dello scultore, il suo rapporto con la letteratura, in particolare la poesia, e la scrittura, sempre praticata, invitando a parlarne uno dei poeti e concittadini più illustri, Francesco Scarabicchi.
La parola mi è sempre stata amica – dichiara Trubbiani –  che dalla scrittura è sempre riuscito a trarre "consolazione e rasserenante appagamento".
 C'è sempre stato, fin dall'origine della sua formazione, un profondo rapporto lirico fra Trubbiani e le cose del mondo –  sostiene Francesco Scarabicchi –  una sorta di pietà muta che si è espressa nelle opere e nel pensiero che precede e accompagna quelle opere.La forte presenza discreta di Leopardi è il segnale della misura del lirismo di questo artista, il suo avveduto incedere prudente senza esagerazioni e senza eccessi. Un pedale stabile che regola la musica del suo teatro, che armonizza spazio e forme, nel teso, struggente riflettere sui destini e sugli uomini.
In questo la presenza della poesia, come costante orizzonte del viaggio, come regola e scandaglio, come voce del silenzio dei protagonisti che animano le "scene" o "stazioni" del suo racconto. Tutto rivela, nella freddezza dei metalli, il respiro profondo della domanda sulla verità.
L'incontro si terrà nelle sale della mostra, presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, l'ingresso è libero.
INFO Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana, Banchina da Chio 28, 60121 Ancona, telefono 071 28 11 93 5, fax 071 28 18 35 8, email info@museoomero.it www.museoomero.it

Appuntamenti al Museo d’Arte Orientale di Venezia – gennaio 2013, Redazionale

Autore: Redazionale

Continuano anche nel mese di gennaio le nostre visite guidate gratuite per ipovedenti e non vedenti che, se lo desiderate, potrete prenotare al n° 041-5241173 oppure all'indirizzo di posta elettronica sspsae-ve.orientale@beniculturali.it. Le visite guidate gratuite saranno curate dalla Direttrice e/o dal personale volontario del Museo.

Nel mese di gennaio vi proponiamo:
Sabato 26 gennaio ore 15 – Visita guidata gratuita per ipovedenti e non vedenti: servizio di esplorazione tattile di sedici tra oggetti della collezione e nuovi, rappresentativi delle sezione artistiche in esposizione. Sono a disposizione, inoltre, schede MINOLTA e schede per la conoscenza di strumenti musicali giapponesi di cui si potrà ascoltare il suono.
A cura di S. Bortolato
Sul portale del Polo museale http://www.polomuseale.venezia.beniculturali.it/index.php?it/208/percorsi-per-ipovedenti-e-non-vedenti  troverete comunque tutte le informazioni e le modalità del percorso.

Museo d'Arte Orientale di Venezia Sestiere Santa Croce, 2076 – 30135 Venezia

Tel. e fax: 041 5241173

e-mail: sspsae-ve.orientale@beniculturali.it